I neuroni specchio per capire le emozioni
Siamo al cinema, e stanno proiettando un horror di quelli fatti bene. I protagonisti terrorizzati scappano dal mostro di turno, e con sapienti inquadrature ed effetti sonori il regista riesce a far provare la stessa emozione anche a noi. Il nostro cuore batte più forte, come se il nostro destino fosse legato in qualche modo a quello dei personaggi sullo schermo.
Cambiamo esempio: hai mai visto Hostel? Un film a dir tanto mediocre, che per la maggior parte del tempo fa vedere persone che torturano altre persone nei modi più disparati. Più che il film in sé, però, mi sono soffermato interessato sulla reazione delle persone che lo guardavano: il loro linguaggio del corpo parlava chiaro, sembrava quasi che fossero loro a subire tutte quelle sevizie.
Questo fenomeno è ormai noto con il nome di empatia, ovvero la capacità delle persone di capire e provare le emozioni altrui. Fino a pochi anni fa questa capacità rimaneva un mistero, mentre adesso si sta iniziando a capire come funziona anche se la strada da fare è ancora lunga.
L’empatia è generata da alcune cellule neuronali chiamate neuroni specchio, ed il loro compito è appunto quello di interpretare le emozioni altrui e non solo: ci fanno provare automaticamente quelle stesse emozioni o sensazioni. Riuscire a capire immediatamente lo stato d’animo degli altri era fondamentale in epoche passate, dove permetteva di riconoscere un pericolo ben prima di averlo visto direttamente, il che poteva fare la differenza fra la vita e la morte. Questo meccanismo è rimasto immutato da allora, e anche adesso influenza con forza il nostro stato d’animo. Oltre alle emozioni, questi particolari neuroni si attivano anche quando si vedono ripetute negli altri delle esperienze passate: se quindi ti piace andare in bici e vedete un ciclista, si attiveranno i neuroni che ti faranno pensare alla tua passione.
Se vuoi approfondire l’argomento da un punto di vista biologico, ti consiglio quest’ottimo articolo sui neuroni specchio. Tuttavia, vorrei anche concentrarmi sui risvolti psicologici di questa recente scoperta e dell’empatia in generale.
Ho già accennato in passato alla capacità di trasmettere le proprie emozioni agli altri, e di farsele trasmettere in ugual misura: interagendo con persone diverse si scambiano non solo informazioni ma anche stati d’animo, che quindi tenderanno a bilanciarsi a vicenda fino a raggiungere un punto stabile. Questo significa che con la sola presenza positiva puoi essere in grado di cambiare l’umore di un intero gruppo di persone, puoi far provare loro sensazioni positive.
Questa dote è ben conosciuta dai grandi leader, quelli che sono in grado di trascinare una squadra verso la vittoria: potrebbe essere un allenatore di calcio, ma anche il manager d’azienda che lavora con i suoi dipendenti. È questo il segreto dei grandi “ispiratori” che aiutano le persone a raggiungere i propri obiettivi, semplicemente provando quella stessa emozione e poi trasmettendola agli altri.
Anche tu puoi sfruttare questa capacità per portare dei miglioramenti nella vita degli altri, e aiutarli a risolvere i loro problemi o a superare un’emozione negativa. Personalmente io utilizzo largamente questa tecnica quando devo consolare una persona triste: resto ottimista e sorridente, e in pochi minuti anche l’altro si farà contagiare dal mio spirito. Attenzione però: grandi vantaggi, ma anche grandi pericoli.
Già, pericoli, perché i neuroni specchio hanno anche una seconda faccia. Quando siamo immersi in un ambiente pericolosamente malinconico, pieno di persone irrimediabilmente pessimiste, non ci vorrà molto prima di assumere lo stesso stato d’animo. Questo è un processo inconscio: spesso mi piace dare consigli su come prevenire problemi del genere, ma i neuroni specchio non possono essere fermati in alcun modo. Conoscere questo limite ci permette comunque di superarlo con facilità: cerca di rimanere alla larga da tutto quello che ti potrebbe dare emozioni negative, e se proprio non puoi evitarlo porta l’ottimismo senza lasciarti attaccare dal pessimismo.