USA e Iraq: perché la guerra va avanti?

Cosa succede, mi metto a fare politica? No tranquillo, quello è proprio un argomento che voglio tenere lontano da queste pagine. Studiando da anni le potenzialità del cervello so bene che effetto possono fare certe parole! Fra le mia passioni c’è però la storia militare, quindi cercherò di mantenere toni obiettivi il più possibile anche su di un argomento così spinoso.

soldati

Tuttavia il titolo non è affatto sbagliato, infatti è proprio di questo che tratterò nell’articolo di oggi: perché, in una situazione che al momento attuale sta portando più svantaggi che vantaggi, gli Stati Uniti perseverano nella loro guerra in Medio Oriente?

Il quesito non è affatto banale, e negli anni ho sentito un ventaglio di risposte variegato. Con tutta probabilità ci sono una lunga serie di ragioni eterogenee che hanno portato alla situazione odierna, ragioni che possono anche essere tutte vere, ma il dibattito sulla questione lo lascio volentieri ai talk show politici.

Quello che invece mi interessa, e che interessa a tutti visto che si tratta di un’impronta mentale insita in ogni essere umano, è il meccanismo chiamato escalation. Che riassunto in parole povere si può tradurre nel famoso proverbio “fatto trenta, perché non fare trentuno”.

Per spiegare di cosa si tratta, andiamo avanti a seguire l’esempio degli USA. Ormai quasi un decennio fa la guerra iniziò per annichilire il nucleo di terroristi responsabili dell’attacco alle torri gemelle, iniziando una guerra che poi si estese in Iraq per ragioni che al momento non ci interessano.

Fu qui che i servizi segreti statunitensi presero un abbaglio non da poco, illudendosi di poter vincere facile. Come ben sappiamo questo non è avvenuto, e a molti anni dall’inizio del conflitto (e al molti anni dalla sua fine, sul piano teorico) la situazione non è cambiata poi tanto.

Nonostante all’inizio il piano sembrava portare dei vantaggi non indifferenti, con il tempo la situazione si è rovesciata. Eppure, ciò nonostante, i soldati continuano ad arrivare a frotte.

È proprio di questo ciò di cui si tratta quando si parla di effetto escalation: dopo aver investito delle risorse in un progetto che sembrava vantaggioso, qualora si riveli un fallimento clamoroso, si è portati ad investire ancora di più per farlo funzionare a tutti i costi.

Questa non è che l’estensione del principio del “nulla va sprecato”, ovvero quella sgradevole sensazione che ci accompagna quando dobbiamo gettare al vento un investimento anche molto corposo. E dopo l’investimento massiccio, in soldi e soprattutto in vite umane, degli Stati Uniti, i vertici militari non sono affatto propensi a mollare tutto proprio ora. Fatto trenta, facciamo trentuno…

Un esperimento per tutti

Ma abbandoniamo il deserto iracheno e spostiamoci nello studio del professor Martin Shubik, matematico ed economista all’università di Yale. Egli inventò un divertente esperimento, che puoi riprodurre anche tu con i tuoi amici: quattro risate sono garantite.

Servono come minimo altre due persone per iniziare l’esperimento, o gioco, che prende le sembianze di un’asta: i due o più offerenti fanno delle offerte al rialzo per un oggetto, e l’offerta più alta se lo aggiudica. L’oggetto in palio è… Una moneta da un euro! Inoltre quest’asta ha una importante peculiarità: il secondo offerente, quello che perde l’asta, dovrà comunque pagare il 100% della sua offerta senza però ricevere nulla in cambio.

L’offerta base sarà di soli 10 centesimi, ma presto gli astanti alzeranno la posta. Offerti 10 centesimi l’altro ne offrirà 11, e a questo punto il primo si dirà: “se smetto perderò 10 centesimi, quindi mi conviene andare avanti”. Il ragionamento andrà avanti esattamente così fino al raggiungimento di cifre considerevoli: secondo il professor Shubik, in media, la moneta da 1€ viene “venduta” ad un prezzo fra 1,20€ e 1,50€. Insomma, anche il vincitore non ha fatto proprio un bell’affare!

Come difendersi?

Il gioco qui sopra riportato illustra immediatamente l’importanza dell’escalation nella nostra vita, e altri studi lo dimostrano ampiamente. Quando in palio non c’è un euro ma milioni di euro, o addirittura la vita di migliaia di uomini, imparare come difendersi e prevenire questa trappola mentale è fondamentale.

  • Il primo metodo, a dire la verità abbastanza fine a sé stesso, è quello di riconoscere la trappola in anticipo. Questo però avviene molto raramente, perché come ho detto in precedenza inizialmente ci sono tutte le ragioni per pensare che si stia per dare inizio ad una strategia efficace.
  • Il secondo, molto più utile, è quello di analizzare criticamente la situazione. Quando ti accorgi di stare applicando questo ragionamento fermati un attimo, e pensa a cosa faresti se non avessi investito nulla fino a quel momento: andresti comunque avanti nel progetto o lo considereresti una spesa inutile e infondata?

Scoprirai con grande sorpresa che la maggior parte delle volte porti avanti un’iniziativa solo perché sei ancorato al passato, e non perché hai qualche speranza di successo. Interrompi il modello il prima possibile, e risparmiati costi aggiuntivi. Certo all’inizio la sensazione di aver buttato via qualcosa è grande, ma è un passo necessario se non vuoi perdere ancora di più. E non dirmi che non ti interessa risparmiare che non ci credo. 😉