L’ansia? Un disturbo del cervello
Un gruppo di ricercatori friulani, con la collaborazione dell’università di Udine e l’università di Verona, ha svolto un esperimento confrontando le risonanze magnetiche di 12 pazienti affetti da ansia cronica con 15 persone prive di questo disturbo: il risultato dimostra e spiega la relazione fra questa malattia e la struttura biologica del cervello. Per quanto studi precedenti avessero già dimostrato che l’ansia fosse attivata da un problema celebrale, fino ad ora non si sapevano ancora i dettagli di questo processo.
Secondo l’American Psichiatric Association, l’ansia è definita come: “L’anticipazione apprensiva di un pericolo o di un evento negativo futuri, accompagnata da sentimenti di disforia o da sintomi fisici di tensione. Gli elementi esposti al rischio possono appartenere sia al mondo interno che a quello esterno”. Tuttavia un disturbo così complesso non può essere racchiuso in poche parole: sappiamo bene che la mente umana non è per niente semplice da comprendere, e l’ansia non fa eccezione. Se vuoi saperne di più, ti consiglio questo ottimo articolo.
Tuttavia, oggi non è dell’ansia in generale che voglio parlare, né di come eliminarla dalla tua vita. Come ho detto poco sopra infatti è recente la scoperta tutta italiana del team di scienziati dell’IRCCS Medea, che in un comunicato stampa ha dichiarato di aver trovato una relazione fra l’ansia e la struttura biologica del cervello. Si tratta di un errore di comunicazione tra regioni che sono coinvolte nell’elaborazione di stimoli sociali ed emotivi, generando la confusione che porta al citato disturbo.
Riportando le parole del responsabile del progetto Pa0lo Brambilla: “Un difetto di comunicazione tra aree così importanti del cervello in soggetti con disturbo d’ansia generalizzato potrebbe interferire con le strategie cognitive di modulazione di emozioni negative interne od esterne o dello stress di tutti i giorni”. Che sono parole un po’ incomprensibili, sarai d’accordo. In altre parole, questo significa che il difetto di comunicazione fra le due ragioni celebrali porta ad un rafforzo dei pensieri negativi, delle paure e delle preoccupazioni anche quando non c’è alcun tipo di pericolo immediato, ed è per questo che l’ansia si manifesta quando l’evento negativo non si è ancora verificato.
Bene, visto che Mindcheats è un blog pratico che dà consigli che si possono applicare tutti i giorni, a cosa ci serve sapere quanto scritto sopra? A poco a dire la verità: certo conoscere le cause dell’ansia aiuta a farsi un’idea migliore della malattia, ma è compito degli scienziati mettere a punto dei medicinali e degli interventi in grado di estirparla alla radice.
La situazione rimane sempre la stessa, e conoscere o meno le cause dell’ansia non darà nessun aiuto a chi vuole risolvere il problema. Qui voglio fare la stessa raccomandazione che ho fatto quando ho commentato altre scoperte scientifiche, come quando è stata scoperta la molecola dell’ottimismo: il cervello è sì regolato da reazioni chimiche e fisiche, ma in buona sostanza è la forza di volontà che fa la vera differenza. Per questo è importante non abbattersi per non rendere la situazione ancora peggiore, e cercare di combattere il disturbo con la propria mente.
Utilizzare l’umorismo o tecniche di rilassamento restano comunque un ausilio molto valido a chiunque soffra d’ansia, e sono ancora efficaci anche dopo questa scoperta. Dopotutto, se non si potesse influenzare la propria mente, questo ed altri siti di crescita personale non avrebbero senso di esistere. 😉