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21 Agosto 2013

La grande bugia delle “semplici tecniche”

Stefano Crescita personale

“Non possiamo pretendere di risolvere i problemi pensando allo stesso modo di quando li abbiamo creati.”

– Albert Einstein

Hai mai avuto la sensazione che non importa quanto facessi per risolvere un problema, eri sempre fermo al punto di partenza? Nonostante il tuo impegno, i tuoi sforzi, la tua fatica, giravi in tondo. Hai letto libri, applicato tecniche ma non facevi progressi.

Nell'immagine: tu, più spesso di quanto vorresti credere.
Nell’immagine: tu, più spesso di quanto vorresti credere.

Se hai risposto sì, allora il tuo problema è più profondo di quello che pensi. Devi agire su un livello diverso, perché tutte le tecniche di questo mondo non ti aiuteranno. Tutta la forza di volontà dell’universo non ti servirà, perché ti stai focalizzando sul problema sbagliato. Ma quando ridefinisci il problema e ti concentri sulla giusta soluzione, puoi superare ogni ostacolo. Ti faccio alcuni esempi:

  • Perdere peso.
  • Studiare meglio.
  • Smettere di fumare.
  • Battere la timidezza.
  • Uccidere la procrastinazione.

Prima di andare avanti a leggere questo articolo, voglio che prendi carta e penna e scrivi tre problemi che vuoi risolvere in questo momento. Devono essere problemi che sei determinato a sistemare, ti perseguitano da anni e dei quali non sei riuscito a liberarti anche se ci hai provato più volte. Alla fine di questo articolo, avrai le idee chiare su cosa fare.

Attenzione: le tecniche possono essere inutili

Ho sempre parlato di tecniche per risolvere i problemi, il sottotitolo di questo blog è “trucchi per sfruttare la mente.” Eppure adesso vengo a dirti che le tecniche sono inutili? Non del tutto. A volte le tecniche sono tutto quello che ti serve, altre invece non bastano. Ti faccio un esempio.

Quando hai un mal di testa ogni tanto, prendi l’aspirina e sei a posto. Quando il mal di testa è causato da un problema cronico delle ghiandole surrenali che producono troppo cortisolo, l’aspirina ti farà sentire meglio per qualche ora ma non risolverà il problema.

La stessa cosa vale per i problemi della tua vita: se il problema è isolato, allora ti basta una “semplice tecnica” per risolverlo. Se studi tanto e hai un buon metodo ma ti dimentichi quello che hai studiato prima dell’esame ad esempio, puoi usare questa tecnica. Se invece non hai un metodo di studio e sei troppo sfaticato per stare sui libri più di qualche minuto, tutte le tecniche di questo mondo non ti aiuteranno.

Per riassumere, i tuoi problemi possono essere su uno di questi due livelli:

  1. Livello 1: problemi isolati risolvibili con semplici tecniche.
  2. Livello 0: problemi ad ampio spettro che nascondono un malessere maggiore. In questo caso, le tecniche sono inutili.

Come distinguere i problemi minori da quelli maggiori

L'apparenza può ingannare il coniglio.
L’apparenza può ingannare il coniglio.

Questa è una bella domanda e la risposta non è facile. Ci sono una serie di domande che puoi porti:

  • Esiste una causa di questo problema?
  • È veramente isolato o si ripercuote su altri ambiti della mia vita?
  • Ho già provato delle tecniche senza ottenere risultati?
  • Sono veramente motivato a risolvere il problema e raggiungere il mio obiettivo?
  • Il problema sono gli altri, o sono io?
  • È un problema minore o molto sentito?

Rispondi ad alta voce a queste domande: ti darà una maggiore consapevolezza del problema e ti aiuterà a definirlo. Prima di continuare a leggere, prendi i problemi che hai individuato sopra e scrivi la risposta a queste domande. Sei di fronte a un problema maggiore quando:

  • Individui una causa scatenante.
  • Si ripercuote su altri ambiti della vita.
  • Hai provato diverse tecniche, ma senza risultati.
  • Sei motivato, ma hai la sensazione di girare in tondo.
  • Il problema è interiore, non è causato dagli altri.
  • È un grosso freno alla tua crescita personale o professionale.

In tutti questi casi sei di fronte a un problema di livello 0 e le tecniche comuni non ti serviranno, perché vanno a curare un sintomo senza curare la causa che lo scatena. Per questo dovrai attuare un cambiamento più profondo.

Come risolvere i problemi maggiori

Negli ultimi 50 anni la letteratura della crescita personale si è focalizzata su rimedi veloci e “tecniche da applicare oggi.” Quasi tutti i libri di successo degli ultimi decenni parlano di trucchi per fare qualsiasi cosa, perché sono queste tecniche che vendono alla maggiore: compro il libro e voglio un beneficio immediato, senza fatica. Questo ha portato molti autori a concentrarsi sulle aspirine, piuttosto che sugli interventi chirurgici.

Guarda alla truffa dell’omeopatia, dove acqua “magica” viene venduta a prezzi fuori di testa: molte persone sono disposte a credere a tutto, pur di avere un rimedio comodo ai problemi. Ecco invece un’ottima linea guida da seguire:

Nella vita ci sono certi principi da seguire, puoi raggiungere i tuoi obiettivi e ottenere la felicità solo se impari a integrare questi principi nella tua vita.

Cosa significa?

Le tue azioni sono determinate dai principi in cui credi e da quello che reputi giusto o sbagliato. Quando incontri una persona che conosci, il tuo atteggiamento varierà in base alla tua opinione sull’altro. Ad esempio:

  • Se mi sta simpatico sorriderò e lo saluterò, magari lo inviterò a bere qualcosa.
  • Se mi sta sullo scatolame lo eviterò e ci parlerò malvolentieri, senza sorridere e me ne andrò il prima possibile.

Il tuo comportamento è determinato da un principio: simpatia o antipatia. Puoi applicare questo schema in ogni cosa nella tua vita, ogni singola decisione deriva da una credenza (approfondisci l’argomento in questo articolo).

Questo comportamento produce un output sull’altra persona: se sono simpatico e sorridente gli starò simpatico, se lo evito gli starò antipatico. Secondo la teoria delle “semplici tecniche”, se cambi il tuo comportamento (sorridi, fai il simpatico, inviti al bar) puoi cambiare l’output: comincerai a piacere di più alle persone, comprese quelle che ti stanno antipatiche.

Il problema di questa tecnica è che ti chiede di raccogliere l’acqua con un colabrodo: ci sono troppi buchi. Se una persona ti sta antipatica puoi sorridere, assumere un linguaggio del corpo aperto e amichevole, cercare di intavolare una conversazione interessante (è la base delle tecniche di persuasione). Ma il tuo inconscio ti tradirà e non potrai mantenere in piedi la finzione molto a lungo.

"Guarda, mi hai convinto."
“Guarda, mi hai convinto. Sei il mio migliore amico.”

Una soluzione di livello 0, in questo caso, è di farti stare simpatica la persona a cui vuoi stare simpatico. Se modifichi la credenza modificherai anche i comportamenti, e di conseguenza otterrai un risultato diverso. Fare questo è difficile, perché cambiare un principio non è semplice come applicare una tecnica. Devi modificare il tuo sistema di credenze e questo prende del tempo. Nell’esempio, devi convincerti che non tutte le persone che all’inizio ti stanno antipatiche sono da allontanare: dai sempre una seconda chance agli altri.

Conclusione

Con questo non voglio dire che le tecniche pratiche sono inutili: io ne parlo e continuerò a farlo, ma diventano applicabili solo quando hai risolto il problema di livello 0. Per farti capire: le tecniche di studio sono utili solo quando sei convinto e deciso a studiare tutto il necessario per passare l’esame. Se sei pigro, le tecniche non ti servono.

Senza un cambio radicale di credenze, i rimedi temporanei sono quello che sono: temporanei. Trucchi per fare qualcosa rapidamente, ma che si esauriscono in poco tempo. Se invece vuoi un miglioramento duraturo che ti porti avanti per tutta la vita non devi cambiare i tuoi comportamenti, devi cambiare te stesso. Non cambiare il risultato, cambia i principi che lo generano.

È un procedimento lungo, un investimento sul futuro. Per cambiare quello che sei dovrai fare un lavoro di crescita lento e faticoso, perché non esistono tecniche rapide o guide passo-passo. È qualcosa che devi fare per conto tuo, qualcosa che devi sentire dentro di te.

Ora prendi i problemi che hai scritto all’inizio di questo articolo e fatti questa domanda: quali sono i miei principi, le mie credenze fondamentali che scatenano il problema? Se non riesci a trovarne nessuna, devi essere più onesto con te stesso: ogni tuo comportamento ha origine in una credenza, non dimenticarlo. Un buon sistema è di pensare a quello che sei, non a quello che fai. Ti faccio alcuni esempi (in parentesi il cambio di principio che devi fare):

  • Se vado male a scuola, è perché sono pigro (invece devo investire sul mio futuro).
  • Se fumo, è perché  penso di essere figo se lo faccio e perché sono stressato (invece sono uno coglione che si sta suicidando).
  • Se non ho amici e sono timido, è perché ho paura di fare brutta figura (invece devo capire che non posso essere simpatico a tutti e l”opinione degli altri non è così importante).
  • Se rimando tutto a domani, è perché sono pigro (invece devo investire sul mio futuro – come vedi un principio sbagliato può avere più di un effetto negativo).

Il cambio di principio funziona solo se ci credi veramente: devi convincerti di quello che sei, altrimenti non è altro che una tecnica di livello 1. Una volta che hai aggiustato i principi puoi passare alle tecniche.

Ti è piaciuto questo articolo? Allora ti interesserà anche questo: 3 bugie che la crescita personale continuerà a raccontarti

14 Agosto 2013

3 pericolose trappole mentali che condizionano la tua vita

Stefano Crescita personale

La mente irrazionale gioca dei brutti scherzi e compie ragionamenti pericolosi dai quali devi imparare a difenderti.

Questi ragionamenti sono a “livello 0”, ossia i pensieri primordiali sui quali la mente razionale si basa per interpretare il mondo. Per questo sono difficili da scovare: sono assiomi dati per veri dal cervello. L’unico modo per renderti conto degli errori del tuo inconscio è diventare un osservatore imparziale, ma per farlo ti servono gli strumenti e la conoscenza giusta.

In questo articolo ti parlerò delle 3 più pericolose trappole mentali che devi imparare a riconoscere, altrimenti continueranno a tenere imprigionata la tua mente in una serie di preconcetti sbagliati.

1 – “La mia situazione è diversa”

"Io sono diverso!"
“Io sono diverso!”

Nel mondo delle società di massa, tutti vogliamo sentirci un po’ unici. Sei un individuo con le sue caratteristiche, le sue credenze, i suoi punti di forza e di debolezza. Nessuno è come te, come con le impronte digitali.

Per quanto sia in parte vero, questa credenza dà origine a una trappola mentale pericolosa: quella del “la mia situazione è diversa”. In genere, questa frase la usi quando non hai ottenuto il risultato che speravi o giustifichi un fallimento.

Anche se tu sei unico, la situazione in cui ti trovi è comune a migliaia di altre persone. Ti faccio alcuni esempi:

  • Hai un esame da recuperare a settembre.
  • Sei senza lavoro.
  • Non riesci a dimagrire.

Quando non raggiungi i tuoi obiettivi, il tuo inconscio ti fa pensare che non è colpa tua, ma è colpa di tutte quelle sfortune che capitano solo a te. Eh ma c’è la crisi, eh ma sono sempre fuori la sera.

Credi che quelli che hanno successo non hanno mai avuto problemi, perché non li mostrano. Quando guardi una persona in forma, non pensi che forse ha dovuto fare dei sacrifici e rinunciare sistematicamente ai dolci. Quando vedi un laureato con 110 e lode, non vedi le nottate spese sui libri.

Per raggiungere un obiettivo tutti dobbiamo superare delle difficoltà e tutti abbiamo delle sfortune. La differenza nel risultato non è data da chi ha più fortuna, ma da chi è più testardo e va avanti nonostante le difficoltà. La tua situazione non è diversa da quella degli altri, è solo il tuo punto di vista ad essere diverso.

2 – “Ne sono sicuro”

Una certezza del passato, tanto per dirne una.
Una certezza del passato, tanto per dirne una.

Siamo a Love Canal, New York, nel 1980. Vicino alle cascate del Niagara, la polizia trova una discarica illegale di scorie altamente tossiche. La notizia viene ripresa dai media e diventa un dibattito politico, tanto che viene varato un emendamento ad hoc: il CERCLA (Comprehensive Environmental Response, compensation and liability act).

Viene creato il Superfund, un fondo per proteggere i cittadini dal rischio dell’inquinamento. Secondo la legge americana, la copertura dei costi di bonifica è a carico di colui che ha inquinato, anche se la contaminazione è avvenuta anni prima. Quando si tratta di una discarica abusiva, come nel caso del Love Canal, i soldi vengono presi da questo Superfund finanziato dai contribuenti.

L’obiettivo del Superfund è di azzerare i rischi per la salute dati dall’inquinamento. Tutto bello? Ma nemmeno per sogno.

Un gruppo di studiosi dell’università della Pennsylvania, nel 1993, ha condotto un’indagine per verificare la bontà del programma Superfund. Ha preso un campione di 433 persone fra giudici, politici, ambientalisti e direttori d’azienda: i gruppi più influenzati dall’esistenza del Superfund, e persone con una certa cultura.

Il questionario aveva una serie di situazioni dove le persone potevano scegliere l’alternativa migliore. Uno di questi prendeva due discariche che inquinano l’acqua di due città: la più grande di 2 milioni di abitanti, la più piccola di 1 milione. Nella città più grande, la discarica causa 8 cancri all’anno. In quella più piccola, 4 casi all’anno. I fondi per la bonifica sono limitati e ci sono solo tre opzioni:

  1. Bonificare parzialmente le due città, riducendo i casi di cancro da 8 a 4 e da 4 a 2 nelle due città.
  2. Bonificare la città più piccola e azzerare i casi da 4 a 0, ma nella città più grande i casi passano da 8 a 7 solamente.
  3. Bonificare la città più grande: i casi passano da 8 a 3 e nella piccola da 4 a 3.

Basta fare le addizioni per vedere che l’opzione 2 è la peggiore. Eppure nel sondaggio compilato da esperti e laureati, la seconda opzione è stata valutata come la migliore dall’11% dei soggetti, e un altro 42% l’ha messa a metà strada. In altre parole, il 53% degli intervistati ha commesso un errore clamoroso. Perché?

Quando confrontato con l’incertezza, il cervello va in tilt.

Ti blocchi, smetti di pensare razionalmente e l’inconscio prende il sopravvento. Commetti errori banali e pensi in maniera irrazionale. Anche quando hai sotto mano tutti i dati da analizzare (cosa rara nella vita reale), la tua mente pensa solo a una cosa: eliminare l’incertezza.

Questo porta a decisioni paradossali, come dimostrato dall’esempio qui sopra. Il mondo è un posto complesso, l’unica certezza è che non ci sono certezze. Se vuoi eliminare l’incertezza di prendere il cancro, puoi buttarti da un ponte: azzeri il rischio, ma non è una scelta saggia.

Nelle decisioni che prendi puoi minimizzare il rischio, ma non azzerarlo. Come dice il Principio di Pareto, l’efficienza cala tanto più ti avvicini alla perfezione. Più ricerchi la certezza, più i costi per raggiungerla diventano insostenibili.

Il ragionamento non fa una piega a livello economico, ma a noi interessa l’aspetto psicologico: come si riflette questa trappola mentale nella vita di tutti i giorni? Risposta: credi di avere delle certezze, quando il realtà hai solo delle opinioni spesso basate su aria fritta. Da queste finte certezze costruisci il tuo sistema di idee, la tua vita e le tue decisioni. L’influenza delle opinioni sulla tua vita è più grande di quello che pensi, come spiego in questo articolo.

Se sei convinto che i pesticidi chimici siano mortali perché te l’ha detto qualcuno, smetterai di mangiare frutta e incorrerai in problemi ancora più seri (fra l’altro è stato dimostrato che i pesticidi naturali sono più cancerogeni di quelli chimici).

Le certezze sono un’illusione del cervello, la sicurezza è un castello di carte. Non agire mai con la presunzione di avere ragione.

3 – “Già che ci sono lo finisco”

Immagina di essere il proprietario di Ryanair.

Che io mi immagino così.
Che io m’immagino così.

Stai sviluppando un nuovo tipo di aereo che richiede 5 anni e 5 milioni di euro. Quando hai investito 4 anni e 4 milioni, la Easyjet se ne esce con un modello superiore al tuo. Ora la domanda: investi l’ultimo milione di euro per finire il tuo progetto, o butti all’aria 4 anni e 4 milioni?

Secondo una ricerca fatta su manager e proprietari di grosse aziende, la maggior parte continuerebbe il progetto. Ma riformuliamo la domanda in altri termini: investiresti un anno e un milione di euro per creare un aereo inferiore alla concorrenza? In questo caso, quasi tutti rispondono di no.

La situazione è la stessa, ma nel secondo caso non faccio menzione dell’investimento precedente.

Questo esempio dimostra una trappola mentale comune: il “già che ci sono lo finisco”. Ossia: se ho investito in qualcosa, non voglio buttare il lavoro che ho fatto anche quando significa peggiorare le cose.

Fai un esperimento con i tuoi amici. Prendine due e tira fuori una moneta da un euro: “adesso facciamo un asta a partire da 10 centesimi, chi fa l’offerta più alta compra questa moneta da un euro al prezzo finale. Ma chi perde deve buttare nella spazzatura la sua offerta più alta.” Se i tuoi amici accettano di giocare, statisticamente è probabile che il prezzo finale sia oltre l’euro. In altre parole: compreranno la moneta da un euro per un euro e venti centesimi.

La ragione è la stessa: ho già investito ottanta centesimi, quindi è la stessa cosa investirne ottantuno. Ma allora posso anche salire a ottantadue e così via, fino a superare l’euro.

Questa è la mentalità del non-spreco che, seppur lodevole in certi ambiti, può condizionare il tuo pensiero. A volte è più saggio rinunciare a un investimento passato, piuttosto che investire ancora di più in qualcosa di inutile. Tienilo presente ogni volta che ti dici “già che ci sono…”

Sei mai caduto in una di queste trappole mentali? Fammi sapere la tua esperienza con un commento! 🙂

7 Agosto 2013

3 modi intelligenti di investire i tuoi sudati risparmi

Stefano risparmiare

“I soldi non fanno la felicità” è un detto abusato e interpretato male.

Da un punto di vista letterale è vero, i soldi non fanno la felicità. D’altra parte, quello che i soldi possono comprare può renderti felice, se sai come usare i tuoi soldi. Ed è qui che casca l’asino: se sai come usare i tuoi soldi. Non te ne servono nemmeno tanti per vivere bene: affitto a parte, io vivo bene con 400 euro al mese al momento.

Una cosa che ho imparato dopo anni di studi nel marketing e psicologia, è che le persone non sono capaci a gestire i loro soldi. Li buttano in prodotti di dubbia utilità come:

  • Sigarette.
  • Caramelle.
  • Marmitta del motorino.

Il risultato? Molte persone non sono povere, semplicemente non sanno gestire il loro denaro.

In questo articolo ti parlo di tre investimenti intelligenti che puoi fare per essere più felice e migliorare la tua vita.

1 – Libri

Libreria post-terremoto, direi.
Libreria post-terremoto, direi.

Come scelgo un libro?

Non tutti i libri sono nati uguali: i romanzi li puoi paragonare ai film, non sono quelli che ti renderanno una persona migliore. I libri che ti servono sono quelli che aumenteranno la tua conoscenza. Ecco alcuni esempi di libri che ho letto e che mi hanno reso una persona migliore:

  • 13 cose che la scienza non riesce a spiegare.
  • 50 credenze popolari a cui tutti credono.
  • Quello che Einstein disse al suo barbiere: la scienza nella vita quotidiana.

(NOTA: sono libri inglesi mai pubblicati in Italia, il titolo l’ho tradotto io, quindi non cercarli 😉 )

Vedila così: la tua intelligenza è la pizza che ti porta il cameriere al ristorante, le singole nozioni che impari sono gli ingredienti. Più ingredienti hai, e più sono di alta qualità, migliore sarà il prodotto finito. Leggere libri ti darà le nozioni che servono al tuo cervello per renderti una persona intelligente. Per quanto sia alto il tuo potenziale, senza libri sarai un pizzaiolo di livello mondiale che deve creare una ricetta con i surgelati Findus. L’intelligenza è una dote acquisita e sudata, non genetica.

Fino all’anno scorso ero un fan dell’informazione in pillole: niente libri, solo articoli e news da leggere in pochi minuti. Sono più semplici e veloci, in poco tempo hai le nozioni fondamentali di un argomento. In quanto a rapporto fra informazioni e tempo, nessuno batte l’informazione in pillole. Preferivo conoscere un po’ di tutto, piuttosto che focalizzarmi su qualcosa di specifico.

Tuttavia, come ho sottolineato nel mio articolo su come trovare lavoro, fare un po’ di tutto significa non fare niente di speciale. Nel lavoro e nella vita: avere un’ampia cultura generale è bello, ma se non ti specializzi in qualcosa ti dà la sensazione che stai sprecando il tuo tempo.

Conoscenza orizzontale e verticale

Un modello che puoi usare per dividere la tua conoscenza.
Un modello che puoi usare per dividere la tua conoscenza.

Ci sono due tipi di conoscenza che puoi acquisire. A parità di tempo e impegno, danno risultati diversi:

  1. Conoscenza orizzontale.
  2. Conoscenza verticale.

La conoscenza orizzontale è quella dei telegiornali, di Focus, delle informazioni in pillole. Impari il nocciolo fondamentale di qualcosa, ma non approfondisci perché l’efficienza cala. È l’apprendimento dell’interessato, che legge qualcosa senza approfondire perché non ha voglia di impegnarsi troppo. Ad esempio, mi piace il Signore degli Anelli e ho letto il romanzo, ma non so parlare l’elfico.

La conoscenza verticale la pratichi quando prendi lo stesso lasso di tempo, ma invece che leggere Focus, dieci articoli di informazioni generiche e quattro telegiornali tutti con informazioni diverse, leggi un manuale serio su un argomento specifico. Imparerai solo una cosa invece che cinquanta, ma la saprai cinquanta volte meglio. Se leggi un libro di 300 pagine sui ghepardi in Namibia, conoscerai l’argomento meglio di qualcuno che ha visto un documentario su Geo & Geo. Certo, è anche vero che ci hai passato molto più tempo.

Attenzione: non ti sto dicendo di ignorare la conoscenza orizzontale. Resto un fan dell’informazione in pillole, ma solo per quelle cose che mi interessano poco.

Puoi dividere qualsiasi argomento su questo pianeta in tre categorie:

  1. Mi interessa molto.
  2. Mi interessa un po’.
  3. Non mi interessa.

Se qualcosa appartiene alla prima categoria, investi in un buon libro sull’argomento (conoscenza verticale): ci metterai poco a diventare un esperto nel settore.

Se un argomento ti interessa un po’ ma non sei un appassionato, continua con l’informazione in pillole e passa ad altro (conoscenza orizzontale): è gratuita (articoli e blog su internet) o costa poco (riviste) e ti dà quel tipo di conoscenza che può sempre tornarti utile.

Se invece qualcosa non ti interessa, non leggerlo nemmeno.

Ti ricordi l’esempio della pizza? La tua mente è il pizzaiolo e la conoscenza sono gli ingredienti. La conoscenza orizzontale sono gli ingredienti di base: farina, sale, acqua, pomodoro, basilico, olio d’oliva. Sono tutte cose che ti servono, ma non fanno la differenza. La conoscenza verticale è quel singolo ingrediente che ti fa passare da una pizza normale a una eccezionale: tonno pregiato, mozzarella fresca, tartufo.

Ma ricorda che puoi mettere tutto il tartufo che vuoi, senza farina e mozzarella non farai comunque una pizza.

La conoscenza verticale è una dote rara che non vedo spesso in giro, perché richiede fatica e investimenti. Da una parte prende tempo leggere un libro, dall’altra i manuali seri partono dai 20 euro. Anzi, se qualcosa costa meno io mi farei qualche domanda: perché costa così poco? Ne vale veramente la pena? In passato ho acquistato manuali da 100 euro abbondanti e non me ne sono mai pentito.

Al contrario, il mio rimpianto è di non aver capito prima l’importanza della conoscenza verticale.

La conoscenza verticale richiede tempo, fatica e soldi, per questo non la puoi usare per tutto. Scegli con cura gli argomenti da approfondire.

2 – Salute

Un "Punto Mindcheats" a chi conosce Scrubs.
Un “Punto Mindcheats” a chi conosce Scrubs.

Senza la salute, tutto il castello crolla. Puoi essere determinato nel tuo percorso di crescita personale, ma non andrai molto avanti se il tuo corpo cade a pezzi. Sarò io una mammoletta, ma quando ho un problema di salute non riesco a concentrarmi (tranne quando ho scritto la mini-serie su come controllare il dolore).

I problemi di salute sono di due tipi:

  1. Improvvisi.
  2. Cumulativi.

Ti accorgi dell’importanza di essere in buona salute solo quando è troppo tardi e ti ammali. Se ti va bene, sei a casa e non hai niente da fare. Ma se sei in vacanza in India e devi andare in ospedale perché non hai fatto un controllo? Se due settimane prima di un esame (o della maturità) una carie raggiunge il nervo?

Non esiste tecnica di visualizzazione che tenga, quando hai un dente perforato non ce la fai a studiare. Vai a fare un controllo di salute e denti ogni sei mesi, così sarai sicuro di non aver mai problemi. Costa un po’, soprattutto il dentista, ma un problema di salute costa molto di più (non solo in termini monetari).

Questi sono i problemi improvvisi, ma non sono gli unici che ti possono capitare. I più subdoli sono i problemi cumulativi.

Negli Stati Uniti, l’8,3% della popolazione ha il diabete, per un totale di 26 milioni di persone. Oltre il 10% se consideriamo solo le persone con più di 20 anni. La maggior parte di questi diabetici sono causa del loro male, perché hanno assunto uno stile di vita che alla lunga li ha fatti ammalare: dolci a vagonate e zero sport.

Mantieni delle abitudini sane e investi nel tuo benessere fisico: prendi un paio di scarpe e vai a correre la sera se ne hai la possibilità, oppure fai un abbonamento in palestra. Bastano 20 minuti al giorno per allontanare il rischio di problemi cardiaci seri, sono sicuro che puoi trovare il tempo.

Ugualmente importante, trova il tempo di dormire bene: i problemi di sonno sono difficili da individuare ma facili da correggere una volta che li hai identificati, per cui ti consiglio questo articolo.

Puoi combinare questo punto con quello precedente e leggere qualche libro salutistico che ti insegna come trattare il tuo corpo. Non un manuale di medicina, quello sarebbe troppo, ci sono tanti libri in commercio con consigli pratici e semplici da seguire per mantenerti in forma.

3 – Cibo

Adesso sappiamo la verità.
Adesso sappiamo la verità.

La maggior parte dei problemi cumulativi vengono da una scorretta alimentazione: tutto quello che serve al tuo corpo per sopravvivere viene dal cibo, visto che non hai radici e non fai la fotosintesi. Se mangi male, non sarai mai in piena salute. Per questo, ti consiglio di leggere i 10 principi di un’alimentazione sana.

Per mangiare bene dovrai spendere. Alcuni ingredienti costano poco, per altri dovrai sborsare qualcosa in più. Frutta e verdura non costano troppo, ma dovrai mangiarne a quintali prima di essere sazio.

Mangiare in maniera sana costa di più che andare avanti con pasta al pomodoro e hamburger, ma il ritorno in salute è straordinario. Eviterai il rischio mortale dell’obesità se abbini una dieta sana a qualche attività sportiva, se inizi a seguire questi consigli ti sentirai rinascere nel giro di un mese. Uno dei cambiamenti più radicali della mia vita è stato quando ho deciso di dimagrire e iniziare a correre.

Da una parte c’è la salute, dall’altra c’è il gusto. Secondo me, il cibo è uno dei piaceri della vita e mangiare cose buone ogni giorno mi regala un momento di felicità (è il principio di cui parlo in questo articolo).

Se ti senti stressato, cucinare ti rilasserà: ti metti da solo davanti ai fornelli e con i tuoi tempi cucini quello che piace a te, senza che nessuno dica quello che devi fare. Parti dagli ingredienti base e prepari un piatto unico che puoi gustare immediatamente. È un piccolo esempio di raggiungimento degli obiettivi: investi tempo e fatica per ottenere un risultato che ti soddisfa.

Otterrai un risultato in pochi minuti e potrai godere dei tuoi sforzi subito, senza dover aspettare anni come per i grandi obiettivi tradizionali: una soddisfazione unica. Cucinare non è difficile: siti come Giallozafferano e Misya hanno un sacco di ricette interessanti e semplici da preparare. Prenditi un po’ di tempo a riempire la cucina dei materiali necessari e datti da fare.

Quando ero negli Stati Uniti, il ristorante dove lavoravo offriva pranzo o cena a seconda del turno. Dopo i primi tempi, ho deciso di non approfittare dell’offerta e mangiare a casa piuttosto: la soddisfazione di cucinare è impagabile e vale i soldi spesi.

P.S. Se ti piace questo argomento, allora apprezzerai il mio libro in cui ti spiego come gestire i tuoi risparmi per avere quello che vuoi anche senza uno stipendio da favola: Risparmiare Senza Rinunce.

31 Luglio 2013

Come diventare esperto in qualsiasi cosa: la pratica deliberata

Stefano studio

Che partito hai votato alle ultime elezioni? E che partito ha votato tua mamma? Statistiche alla mano, la risposta sarà la stessa. Sbaglio? 😉

È da anni che aspettavo l'occasione di usare questa immagine.
È da anni che aspettavo l’occasione di usare questa immagine.

Se non mi credi, fai un sondaggio fra i tuoi amici. Tieni questa frase nella tua mente, alla fine di questo articolo ti spiegherò come il partito politico dei tuoi genitori influenza tutto quello che farai nella vita.

Ma prima voglio spiegarti come puoi diventare un esperto in qualsiasi cosa: violino, barca a vela, tennis, matematica. Non ti conosco, ma ti dico che con il giusto metodo puoi farlo. E in questo articolo ti spiegherò il come e il perché.

Il talento non esiste

Se guardi le olimpiadi, ti viene facile pensare che in Kenya e Ghana gli uomini sono geneticamente predisposti a correre più velocemente. Se guardi i campionati mondiali di nuoto, potresti pensare che i bianchi nuotano meglio dei neri. Potresti anche pensare che per qualche ragione brasiliani e italiani sono più portati degli americani a giocare a calcio. Vuoi sapere la verità?

  • I Kenyani fin da bambini corrono tanti di quei chilometri che fanno impallidire un maratoneta professionista.
  • In Africa c’è meno acqua a disposizione e manca la cultura del nuoto.
  • Negli Stati Uniti nessuno gioca a calcio, in Italia e Brasile i bambini socializzano con un pallone fra i piedi.

L’idea che la genetica influenzi il talento di una persona deriva da Galton, che all’inizio del 1900 ha fatto una serie di osservazioni ed è arrivato alla conclusione che i tratti fisici necessari per eccellere in qualsiasi disciplina vengano dalla genetica. Non solo nello sport, ma in campi come la matematica (familiarità con i numeri) o il pianoforte (coordinazione e velocità delle dita).

Purtroppo dopo oltre un secolo di test scientifici che smentiscono questa tesi, ancora le persone credono nel talento e lo usano come scusa per i propri fallimenti: “non è colpa mia, è che non sono portato.” Se Galton avesse ragione, le caratteristiche fisiche e mentali di una persona dovrebbero rimanere invariate per tutta la vita.

Per quanto ci siano delle caratteristiche che si basano prevalentemente sulla genetica, come l’altezza, questo non significa che il corpo non sa adattarsi all’ambiente. Anzi, la maggior parte dei tuoi tratti fisici deriva dalle esperienze passate.

Un’altra scusa che sento spesso è quella dell’intelligenza: “lui ha raggiunto quei risultati perché è un genio.” Ma è stato dimostrato che il QI non gioca nessun ruolo nel successo anche in campi come la musica o gli scacchi (fonte). Allo stesso modo, i test attitudinali sono inutili per valutare il successo futuro di una persona (fonte).

Ma allora cos’è che fa la differenza fra chi ha successo e chi rimane nell’ombra?

Non è l’intelligenza e non è l’attitudine, quindi il talento è scartato. Quando nasci non sei predestinato a eccellere solo in alcuni campi. La risposta è: esperienza.

Più accumuli esperienza in quello che fai, più diventerai bravo e di successo. Non importa il tuo livello iniziale, non importa quello che credi siano le tue attitudini, non importano le scuse. L’unica cosa che conta è quanto tempo dedichi alla pratica.

Più aumenta l'esperienza, più aumenta l'efficienza.
Più aumenta l’esperienza, più aumenta l’efficienza.

Attenzione però: non ogni tipo di pratica ti darà dei miglioramenti. Se non metti a frutto quelle ore di sforzi nel modo migliore, non migliorerai mai. Per migliorare non devi solo impegnarti, ma devi fare pratica nel modo giusto: se non applichi un metodo scientifico e lasci questo aspetto al caso, potrebbe andarti male.

Questa viene usata spesso come finta prova da chi crede nel talento: due persone si allenano per lo stesso numero di ore, ma solo una ottiene risultati positivi. È una prova del talento.

Sbagliato: la persona che ha ottenuto risultati migliori ha usato un metodo superiore che gli ha permesso di migliorare più velocemente. Non conta solo la quantità del lavoro, ma anche e soprattutto la qualità.

E se ti dicessi che ti basta applicare un semplice metodo per diventare magicamente “portato” in tutto quello che vuoi?

Un’altra prova dell’insensatezza del talento viene dall’analisi della trasferibilità delle competenze: se io sono bravo a memorizzare dei numeri sarò anche bravo a studiare latino perché sono intelligente, dice la teoria del talento. Ma un esperimento (link) ha dimostrato che gli esperti che ottengono risultati fantastici all’interno del loro campo, non riescono a trasferire questa abilità quando si esce dalla loro zona di esperienza. In altre parole: un astrofisico è  bravo quanto te a imparare il cinese antico.

Non stai imparando al tuo ritmo ideale

Come ti ho detto non conta solo la quantità della pratica, ma soprattutto la qualità. Con un metodo efficace, puoi aumentare a dismisura i tuoi risultati. Ti faccio due esempi:

  1. Il record del mondo nella maratona per le olimpiadi del 1896 è di un solo minuto più veloce del tempo massimo richiesto per partecipare a una maratona di medio livello al giorno d’oggi.
  2. Quando Tchaikovsky ha chiesto a due dei migliori violinisti della sua epoca di suonare il suo nuovo brano, rifiutarono perché lo consideravano impossibile. Oggi quella stessa melodia fa parte del repertorio di qualsiasi violinista di buon livello.
Tchaikovsky fra 200 anni.
Tchaikovsky fra 200 anni.

Forse la genetica è cambiata negli ultimi anni? Gli esseri umani sono in media geneticamente predisposti a correre più velocemente e a suonare meglio il violino? Non credo.

Forse un secolo e mezzo fa battevano la fiacca? Gli esperti facevano finta di lavorare ma in realtà passavano il tempo ad ascoltare il grammofono e guardare il teatro? Non credo.

In alcuni casi il miglioramento è dovuto alla tecnologia, come nelle Formula 1. Ma in ambienti a basso contenuto tecnologico come il violino o la corsa, l’unica differenza è nella qualità della pratica. Gli studi del metabolismo hanno aiutato i preparatori a sviluppare allenamenti per la maratona più efficaci, lo sviluppo dell’insegnamento del violino ha portato a miglioramenti più rapidi e semplici.

Con il giusto allenamento, puoi diventare più bravo del campione del mondo di 200 anni fa in qualsiasi campo.

Un qualsiasi laureato in fisica conosce la gravità meglio di Newton, io e te conosciamo la geografia meglio di Colombo e Marco Polo. Il potenziale che hai nascosto in te è immenso, ma rimane nascosto perché nessuno ti ha mai insegnato a fare pratica come si deve.

Così ti affidi al caso, parli di talento quando il talento non esiste, parli di predisposizione quando la predisposizione non esiste. Quando impari la chiave per riuscire a fare tutto quello che vuoi, potrai essere considerato un talento naturale in qualsiasi cosa deciderai di fare.

L’unica, vera costante del successo in ogni campo

Prendi i calciatori della tua squadra preferita in serie A e metti le loro date di nascita sul calendario: noterai che la maggior parte sono nei primi mesi dell’anno.

Uno studio sulla Premier League inglese mostra che la metà dei giocatori sono nati fra gennaio e marzo, ma solo il 4% sono nati fra ottobre e dicembre. Da dove viene una differenza così marcata? Non può essere il caso, i numeri sono stati confermati anche in Germania.

La maggior parte degli atleti professionisti iniziano a giocare quando sono ancora bambini. Visto che gli sport per bambini sono organizzati per età, le leghe giovanili devono imporre un limite in base all’anno di nascita. In Europa, questa divisione viene fatta il 31 dicembre di ogni anno.

Immagina di essere l’allenatore di una squadra di calcio di bambini di sette anni e stai valutando due giocatori. Il primo è nato l’1 gennaio (chiamiamolo Gennaro), mentre il secondo è nato il 31 dicembre (chiamiamolo Diomede). Anche se i due hanno entrambi lo stesso anno di nascita, Gennaro è un anno più vecchio di Diomede.

Con bambini così piccoli, un anno di età può fare la differenza. Gennaro è probabilmente più grosso, pesante, alto, veloce e maturo di Diomede. Anche se l’allenatore si rende conto che la differenza è data dall’età, non ha molta scelta quando deve decidere chi mandare in campo per il torneo. Né interessa ai giocatori che vedono la differenza. Gennaro sarà più bravo di Diomede, anche se quest’ultimo sarebbe potuto diventare il miglior giocatore della squadra se fosse nato un giorno dopo (e sarebbe quindi nella categoria più giovane).

E poi succedono queste cose qui.
E poi succedono queste cose qui.

E così il ciclo inizia. Anno dopo anno i ragazzi come Gennaro ottengono risultati, vengono incoraggiati, gli viene detto che hanno talento, mentre i poveri Diomede vengono dimenticati. L’effetto è così potente che dura fino alla serie A, come dimostrano le ricerche.

Nel decretare il successo, le tue credenze sono molto più potenti della genetica.

La pratica deliberata

Ora che ti ho dimostrato perché il talento non esiste e che le tue attitudini genetiche non hanno niente a che fare con i risultati che puoi raggiungere, veniamo alla domanda importante: se non è il talento, qual è il singolo elemento più importante per diventare eccezionale in qualcosa?

La risposta è: pratica deliberata.

La pratica deliberata è l’attività attraverso la quale accumulo esperienza qualificante in un determinato settore.

Vediamo di capire meglio cosa significa.

Se voglio giocare a tennis, posso decidere fra due metodi:

  1. Prendo in mano una racchetta e inizio a colpire palline finché non imparo a giocare.
  2. Vado in una scuola di tennis dove un maestro mi insegna.

Non devo dirtelo io che il secondo metodo è più efficace del primo, perché imparerò più velocemente. Il primo metodo è sola pratica, il secondo è pratica deliberata: non solo faccio esperienza, ma utilizzo anche un sistema ottimizzato per raggiungere il risultato.

La pratica deliberata si differenzia dalla pratica semplice per questi elementi:

  • Prima di giocare a tennis un maestro mi dice come muovermi sul campo e come colpire la pallina.
  • Ripeto in maniera specifica e sistematica i fondamentali: cinquanta dritti, cinquanta rovesci, cinquanta battute.
  • Dopo ogni ripetizione ho un feedback immediato: “la palla è andata in rete perché hai impugnato male la racchetta, prova quest’altra impugnatura” dice il maestro.

In altre parole, la pratica deliberata è più strutturata e scientifica. Con la giusta dose di pratica deliberata, puoi raggiungere qualsiasi obiettivo. Anzi, te lo metto giù in termini matematici:

Risultati = Quantità della pratica X Qualità della pratica

Lo schema della pratica deliberata.
Lo schema della pratica deliberata.

In altre parole: devi fare tanta pratica e devi farla bene, quelli sono gli unici due limiti al tuo successo. Niente genetica.

Il mito del talento viene dal fatto che diverse persone hanno preferenze diverse: se mi piace giocare a tennis praticherò tre ore a settimana e diventerò bravo perché ho fatto tanta pratica deliberata. Sarò quindi considerato un talento naturale da chi non ha mai giocato a tennis perché preferisce il calcio.

Secondo uno studio (link), la caratteristica più importante per ottenere i risultati sperati è la motivazione a impegnarsi al massimo in un’attività. Anche qui, niente genetica.

Attenzione però: la semplice ripetizione non è pratica deliberata e non ti aiuterà a migliorare. Nella ripetizione manca lo strumento più importante: il feedback. Se non hai un modo per valutare immediatamente il risultato dei tuoi sforzi e correggere il tiro di conseguenza, se non puoi paragonarli a niente e non puoi accorgerti degli errori che commetti, non migliorerai mai.

Ti sei mai impegnato in qualcosa con tutta la motivazione del mondo, ma senza ottenere risultati? Hai buttato tutto alle ortiche perché hai pensato di non avere “talento”. Scommetto che la ragione è stata la mancanza di un feedback. Pensi di stare facendo la cosa giusta, ma in realtà non fai altro che ripetere sempre lo stesso errore.

Posso allenarmi a tennis quanto voglio, ma se penso di dover colpire la pallina con un padella invece che con una racchetta non andrò mai al Wimbledon.

Se passi da una pratica semplice (ripetizione di un’azione) alla pratica deliberata (ripetizione con feedback e miglioramento costante), puoi incrementare i tuoi risultati di dieci, venti, cinquanta volte. Devi unire lo sforzo al metodo: ad esempio, per laurearti devi conoscere delle buone tecniche di studio come questa.

Se stai facendo qualcosa ma senti che i tuoi sforzi non sono coronati da un miglioramento costante, se non riesci a raggiungere quell’obiettivo che ti sei prefissato, cambia il tuo metodo grazie alla pratica deliberata: ottieni un feedback e agisci di conseguenza.

Questo feedback non deve per forza venire da un maestro, ti faccio un esempio: se voglio scrivere più velocemente alla tastiera, proverò diverse tastiere con un testo di 500 parole e misurerò il tempo. Puoi creare il tuo sistema per ricevere feedback senza aiuti esterni: metti alla prova due metodi e con i numeri decidi qual è il migliore.

L’ideale resta essere seguiti da un esperto che dà indicazioni, ma in mancanza dei fondi necessari anche un sistema di valutazione autonomo è decine di volte migliore della semplice pratica.

Lavoro, gioco e pratica deliberata

La pratica deliberata non è né parte del lavoro, né parte del gioco. Vediamo perché.

Lavorare significa fare qualcosa per ottenere in cambio dell’altro, di solito uno stipendio. Il tuo unico pensiero è ottenere il risultato richiesto con il minimo sforzo e, anche quando l’efficienza viene premiata (come in un lavoro a progetto, dove la paga è indipendente dalle ore di lavoro), premia il breve termine. La pratica deliberata è un investimento a lungo termine, perché spendi del tempo adesso per avere un beneficio in futuro.

Il lavoro non premia la pratica deliberata, perché ha una prospettiva a breve termine.

D’altra parte, la pratica deliberata non è puro divertimento. Quando io mi voglio divertire non penso a migliorare: voglio passare il tempo e ricaricare le batterie. Non sto a mettere in piedi un sistema complesso di feedback quando gioco a Fifa con gli amici, perché richiede uno sforzo che non ho voglia di fare.

Da una parte la pratica deliberata nasce da una passione per l’argomento: mi piace giocare a tennis, voglio diventare bravo, quindi inizio a fare pratica deliberata. Dall’altra, richiede l’utilizzo di strumenti che vanno al di là del puro divertimento.

Quanto devi studiare per diventare esperto?

Qui le statistiche ci vengono in aiuto: in ogni campo c’è una formula magica che si ripete sempre, dai musicisti agli ingegneri. Per diventare un esperto, devi fare pratica deliberata 14 ore a settimana per 11 anni. Se segui questa formula, puoi diventare un esperto (o campione) mondiale in qualsiasi cosa. Fisica nucleare, videogiochi competitivi, tennis, economia.

Non importa il tuo livello di partenza, con la giusta dose di pratica deliberata non esiste obiettivo che non puoi raggiungere.

Okay, come la mettiamo con i limiti fisici allora?

Certo, se ho l’asma non diventerò un maratoneta. Se non ci vedo da un occhio non diventerò un pilota di caccia. Queste sono limitazioni evidenti che però vengono prese troppo spesso come scusa per il fallimento. Per capire se la tua limitazione fisica è reale o solo una scusa, fatti questa domanda: posso iniziare a fare pratica deliberata in questo momento?

Se la risposta è sì, allora non hai un limite fisico. Puoi giocare a basket anche se sei alto un metro e mezzo, quindi non è un limite fisico. Se posso fare le addizioni non c’è un limite fisico che mi impedisce di diventare un luminare della matematica.

Ricorda che il tuo corpo si adatta più di quello che potresti pensare.

Dicevamo della statura nel basket?
Dicevamo della statura nel basket?

Il pericolo delle profezie auto-avveranti

L’idea che un essere umano abbia delle caratteristiche genetiche che lo rendano più o meno predisposto a fare qualcosa è radicata nella società  e può influenzare la tua vita: se credi in qualcosa, il tuo cervello farà di tutto per trasformarlo in realtà. Se sono convinto che non riuscirò a perdere peso perché “sono fatto così”, non proverò nemmeno a fare quella dieta che mi farebbe perdere 30 kili.

Con i bambini, questa credenza assurda si manifesta nei genitori che spendono risorse e denaro per far fare al figlio quello che pensano sia il suo “talento”, ignorando tutto il resto. In realtà quello che vedono è una preferenza e il risultato di ore di pratica deliberata fatta inconsciamente, non una predisposizione genetica.

Si chiamano profezie auto-avveranti: se credo in qualcosa, succederà. È una dei più grandi limiti dell’essere umano ed è uno dei più bastardi, perché è difficile da riconoscere: è un freno al tuo successo imposto dal tuo inconscio. Se vuoi saperne di più, ti consiglio questo articolo.

Conclusione

Adesso ti rispondo alla domanda a inizio articolo: in che modo il partito politico dei tuoi genitori influenza tutto quello che farai nella vita?

In maniera indiretta, le credenze politiche dei tuoi genitori influenzano la tua: per questo avete idee simili se vivete insieme. È un condizionamento psicologico che agisce sull’inconscio e ti porta a vedere il mondo in un certo modo: è per questo che un berlusconiano non convertirà mai un grillino e vice versa, entrambi pensano di essere nel giusto e pensano di avere le prove per dimostrarlo.

Come con la politica, anche le credenze dei tuoi genitori sulle tue attitudini ti porteranno a credere che sei predestinato a seguire un certo percorso. Farai pratica su quello che credi essere il tuo punto forte e con la pratica deliberata diventerai un esperto.

24 Luglio 2013

Non hai motivazione? Prova con questa tecnica

Stefano Crescita personale

Prendi una calcolatrice e fai 24 x 7: fa 168, è il numero di ore alla settimana. Ora moltiplica per il 2%: 3,36 ore. Arrotondiamo a tre ore e mezza.

"Moltiplicare per cosa?"
“Moltiplicare per cosa?”

La sfida che ti lancio è di dedicare il 2% del tuo tempo a raggiungere il tuo sogno. Sono 3 ore e mezza alla settimana, più o meno il tempo che passi in bagno (fra evacuazioni varie, doccia e denti).

Ti sei mai accorto che non hai il tempo per andare in bagno? No?

Ovvio, quello no manca mai. Significa che nella tua settimana non fai fatica a trovare 3 ore e mezza di tempo.

Ma quando devi dedicare gli stessi minuti per fare qualcosa che ti avvicini al tuo obiettivo, ti tiri indietro. Dici che hai troppo da fare, che sei stanco. Balle. Investire sul tuo futuro fa paura, per questo cerchi tutte le scuse per non farlo. Ma quando ci pensi razionalmente, ti accorgi che l’unico freno ai tuoi obiettivi è il tuo inconscio.

Sei il tuo peggior nemico, perché il tuo inconscio vuole tenerti nella beata illusione che sei una persona perfetta e infallibile. Non vuole  darti uno stimolo per migliorare, perché significherebbe ammettere i propri limiti.

L’effetto valanga

"Vai ruota, salvati almeno tu!"
“Vai ruota, salvati almeno tu!”

L’importante è iniziare.  Quando inizi a lavorare su qualcosa di veramente utile per il tuo futuro, i benefici sono immediati. Non devi aspettare anni. Questo ti darà la motivazione necessaria per fare ancora di più: da 3 ore e mezza a 4 ore, poi 5, poi 10. Non ti accorgerai di questo passaggio perché starai facendo qualcosa che ti fa sentire bene.

Effetto valanga significa questo: una volta che stimoli l’azione iniziale, inneschi una reazione a catena che si auto-alimenta. In fisica, questo principio si chiama attrito dinamico.

Appoggia la punta dell’indice sul tavolo. Forza, fallo adesso. Facendo un po’ di pressione, inizia a muoverlo. Poi fermalo e muovilo ancora. La resistenza del tuo dito al movimento è l’attrito fra la pelle e il tavolo, più fai pressione e più l’attrito cresce. Nota che quando il dito è fermo l’attrito è maggiore, ma una volta che si muove l’attrito cala. Perché?

In fisica, si dice che l’attrito statico è maggiore dell’attrito dinamico.

O in altre parole: creare movimento è più faticoso che mantenerlo.

La sfida del 2% ti obbliga a creare questo movimento nel modo più semplice possibile: poco alla volta. Se cerchi di partire a mille, dopo poco sarai esausto e tornerai al punto di immobilità. Se invece inizi con poco e crei una buona abitudine, puoi aumentare i tuoi sforzi a un ritmo costante. Per creare una buona abitudine bastano anche 2 minuti al giorno.

La voglia di fare è come un muscolo: devi allenarla. Se non hai mai corso in vita tua e sei sovrappeso, non puoi pretendere di finire una maratona. Un errore comune è credere che se invece hai la giusta motivazione, la giusta spinta, se trovi un lavoro, passerai senza problemi da una vita da sfaticato a una attiva e pimpante.

È in questo esatto momento che i tuoi sogni si infrangono.

Il tuo inconscio saboterà ogni tuo tentativo di metterti all’opera, senza che tu te ne renda conto. Lo fa perché la felicità richiede fatica, e faticare significa investire oggi per avere un beneficio domani. Questo secondo passaggio la tua mente non lo capisce: non esiste un domani felice, esiste solo oggi. Posso decidere di studiare o di accendere l’Xbox.

In una condizione standard, sceglierai sempre la poltrona e  i videogiochi. Ma se un giorno dici okay, metto da parte il joystick e per mezz’ora studio, se il giorno dopo per mezz’ora vai a correre, se quello dopo ancora per mezz’ora scrivi un articolo sul tuo nuovo blog, addestrerai il tuo cervello a fare qualcosa ogni giorno.

La mente ci mette 30 giorni ad assimilare una nuova abitudine, perché è quello il tempo che serve per creare nuove connessioni neuronali. Una volta che la connessione è formata, lavorare per 30 minuti al giorno sarà normale. Non dovrai più impegnarti, perché avrai già messo il pilota automatico.

Quando vedi i primi frutti del tuo lavoro, inneschi l’effetto valanga: hai più risultati, ti accorgi della relazione fra lavoro e felicità, quindi vuoi di più. Aggiungerai altri 30 minuti, e inizierai a lavorare un’ora al giorno. I risultati raddoppieranno, vorrai ancora di più. Potresti arrivare alla situazione in cui hai il problema opposto: troppe cose da fare e troppo poco tempo per farle! Allora penserai alle tecniche per ottimizzare il tempo, ti convertirai al minimalismo e bilancerai la tua vita fra lavoro e relax.

So che è così perché ho attraversato tutte queste fasi. Una volta anche io ero uno sfaticato senza prospettive per il futuro. Non avevo un obiettivo nella vita e tiravo avanti facendo il minimo indispensabile. Sono stato fortunato, perché mi sono accorto in tempo della spirale autodistruttiva nella quale mi stavo cacciando.

Ho deciso di dare una svolta alla mia vita, un passo alla volta. Non è stato facile: ogni minuto di lavoro era una sofferenza. Anche se la mia parte razionale sapeva che stavo facendo la cosa giusta, l’inconscio strillava: ma cosa fai! Goditela! La vita è fatta per divertirsi non per lavorare!

Che sono poi le critiche che ho ricevuto più volte in articoli precedenti (e probabilmente questo). Se anche tu lo pensi, ti capisco: qualche anno fa avrei detto anch’io la stessa cosa. L’avrei detto perché non avevo capito questo apparente paradosso: più lavori, più sei felice. E  qui devo fare una precisazione.

La contentezza non è felicità

"Eh?"
“Eh?”

Contentezza significa vivere il momento: vado al bar, gioco ai videogiochi, guardo la TV, mangio il dolce a fine pasto.

Ma quella non è felicità.

Felicità significa andare a dormire, scrivere un diario, pensare alla propria settimana e dire: non ho rimpianti.

Se ricerchi la contentezza immediata a discapito del lavoro, sentirai che qualcosa non va:

  • Ho mangiato il dolce, ma quei 20 kg in più non mi rendono felice.
  • Non sono andato a correre, ma non riesco a fare una rampa di scale senza avere il fiatone.
  • Sono stato su Facebook tutto il giorno, ma non avere un lavoro mi mette ansia.
  • Non ho studiato, ma di questo passo è un miracolo se vengo promosso o passo l’esame.

Se ti riconosci in una di queste situazioni, significa che stai puntando alla contentezza immediata piuttosto che alla felicità.

Il tuo cervello non è in grado di decidere cosa ti rende più felice a lungo termine.

Se non lo alleni, andrà verso la contentezza e l’infelicità.

Tu cosa stai facendo per essere felice?

Io penso che la più grande felicità dell’uomo stia nel realizzare i propri desideri, raggiungere gli obiettivi.

Non importa quanto lavori: quando raggiungi un obiettivo dopo mesi a sudare, quando puoi dire che quello che sei diventato lo devi a te stesso e non alla fortuna, tutte quelle ore di fatica spariscono. Lavorare non ti pesa, anzi ti eccita: non vedi l’ora di raggiungere il prossimo traguardo.

Tu cosa stai facendo per essere più felice? Lasci che il tuo inconscio si abbandoni alla contentezza o stai dando una direzione precisa alla tua vita? Fammelo sapere nei commenti!

Statue of Liberty seen from the Circle Line ferry, Manhattan, New York
17 Luglio 2013

I 4 pericoli della libertà

Stefano Crescita personale

Uno dei pilastri fondamentali su cui si regge la civiltà occidentale, su cui si reggono i governi e l’opinione pubblica, è: per aumentare il benessere e le condizioni di vita, bisogna aumentare la libertà personale. E per aumentare la libertà, devi aumentare le scelte che l’individuo può fare.

Ma è veramente così?

"Mi prendi un po' di mostarda per piacere?"
“Mi prendi un po’ di mostarda per piacere?”

 

Quando l’anno scorso ho comprato il mio primo smartphone usato, dopo anni di Nokia vecchi regalati da mia sorella, non sapevo a cosa andavo in contro.

La drammaticità del mio acquisto si è rivelata dopo la scelta di un piano tariffario con internet 3G. Email sempre, ovunque. Facebook, Mindcheats. Considera che metà del mio lavoro è online, Android con collegamento internet significa poter lavorare sempre e ovunque.

La nostra società ci ha abituato a credere che scegliere è bene. Quando scegli hai più libertà, sei più felice, la società si sta evolvendo verso un futuro migliore.

Sappiamo tutti i benefici dell’avere più scelte, oggi ti parlerò dei rischi che comporta.

4 modi in cui troppe scelte distruggono la tua felicità

1 – Ci possono essere scelte migliori

Estinzione dei dinosauri: la versione della Bibbia.
Estinzione dei dinosauri: la versione della Bibbia.

Più scelte hai a disposizione e meno sceglierai, perché hai paura di fare la scelta sbagliata: è la paralisi della scelta. Il tuo cervello bilancia il dolore dello sbagliare con il piacere del fare quello che vuoi, e decide di non fare niente per evitare l’errore.

Un esperimento del 1995 ha provato questo effetto: in un supermercato con 6 marmellate, il 30% dei visitatori decidono di fare un acquisto dopo aver provato il prodotto. Ma con 24 marmellate diverse, solo il 3% decide di acquistare (fonte).

Ma finché parliamo di marmellate amen, viviamo bene anche senza. Okay, parliamo di cose serie allora.

Un altro esperimento (fonte) ha messo a confronto una serie di piani pensionistici negli Stati Uniti, dove ogni dipendente può scegliere il piano pensionistico privato che preferisce. Quando le aziende fanno scegliere fra 50 diversi piani, il tasso di partecipazione cala del 10% rispetto a quando le scelte sono solo 5.

La cosa preoccupante: ognuno di questi piani garantisce al dipendente circa 5.000 dollari all’anno, pagati dallo stato e che vanno nel fondo pensione. Anche con dei benefici così evidenti, molte persone sono bloccate dal terrore di poter fare la scelta sbagliata. Per quanto sia evidente che la scelta peggiore sia non scegliere affatto, la tua mente non la pensa così.

La paralisi è una conseguenza della scelta troppo vasta.

2 – Costo opportunità

expect

Diciamo che sei stato bravo, hai fatto una scelta anche quando c’erano decine di opportunità diverse. È veramente tutto finito?

No.

Quando scegli fra un largo numero di alternative, sei meno soddisfatto rispetto a quando fai la stessa scelta con meno possibilità. La felicità massima è quando la scelta non ce l’hai affatto!

Ti faccio un esempio.

Quando non avevo uno smartphone, sull’autobus non avevo molta scelta: lettore MP3 e buona musica (tipo questa). Ora con un cellulare posso decidere di andare su internet, guardare Facebook, rispondere alle email o commenti su Mindcheats, controllare se qualcuno ha una domanda sui miei prodotti. Posso scrivere la bozza del mio prossimo articolo.

Anche se la scelta rimane la stessa (buona musica), non posso non pensare a cosa mi sono perso. Ogni scelta ha dei vantaggi unici a cui rinunci quando decidi di fare altro, questo rende l’esperienza meno gradevole. È facile immaginare che la tua scelta non è stata la migliore, che hai sbagliato.

In economia questo principio si chiama costo opportunità: scegliere un’opzione significa rinunciare ai benefici unici di tutte le altre. Anche se hai preso la decisione giusta, non puoi smettere di pensarci.

E più opzioni ci sono, più sono i benefici a cui rinunci quando scegli.

3 – Troppe aspettative

Nell'immagine: una grande delusione.
Nell’immagine: una grande delusione.

Più scelte hai, più sono alte le tue aspettative.

Immagina di entrare in un negozio in cerca di un paio di jeans. Nel primo negozio trovi un modello con tre taglie:

  • Small
  • Medium
  • Large

Le tue aspettative sono al minimo, non puoi scegliere niente, compri quel paio di jeans e sai che non c’è niente di meglio. Quindi ti accontenti e non ci pensi più. Ti coprono efficacemente le mutande e tanto basta.

Ma quando entri in un super centro commerciale con decine di modelli per ogni taglia, le tue aspettative vanno alle stelle: con così tanti modelli da cui scegliere, deve per forza esserci quello perfetto per te. Superi la paralisi e ti porti a casa il tuo paio, che è oggettivamente superiore a quello del piccolo negozio. Perfetto dici: scegliere fra così tanti modelli mi ha permesso di trovare quello che fa per me. Beh, no.

Lo indossi ma non sei soddisfatto, anche se la qualità è elevata. Perché?

Il tuo cervello non è in grado di valutare la qualità di un acquisto, e quindi la tua soddisfazione, se non lo compara a qualcosa. In questo caso, la comparazione è con le tue aspettative.

Con il singolo modello di jeans le tue aspettative sono minime, quindi non rimarrai deluso: la qualità del prodotto è uguale o superiore a ciò che ti aspettavi, perché non ti sei mai aspettato niente di che. Quando provi il super modello scelto fra cento, le tue aspettative sono così alte che l’incremento oggettivo della qualità non basta per colmare il divario: non sarai soddisfatto.

Il segreto per essere felice con le tue scelte è abbassare le tue aspettative.

4 – Il senso di colpa

Sei stato tu! Confessa!
Pentiti!

Continuiamo con l’esempio dei jeans.

Quando acquisti un solo paio di jeans perché non hai scelta e non sei soddisfatto, sai a chi dare la colpa: al produttore che ha fatto jeans da schifo, al venditore che non ne ha messi altri in commercio, al mondo che non sa creare jeans decenti. Non è colpa tua e questo fa sentire bene il tuo cervello.

Ma quando scegli e non sei soddisfatto anche se il prodotto è oggettivamente migliore (come ti ho appena spiegato), la colpa è tua. Sei tu che hai scelto quel paio di jeans, avresti potuto prenderne altri. Se non sei soddisfatto, non puoi incolpare altri che te stesso. Questo ti genera il senso di colpa che, anche se può essere usato come stimolo per migliorare, ti dà una sensazione di rabbia e impotenza.

Come essere più felice

Il risultato è che anche se viviamo meglio con più scelte, ci sentiamo peggio. Non so tu, ma io preferirei essere più felice che avere milioni di barattoli di marmellata da cui scegliere.

Non ho dubbi che avere un po’ di scelta sia meglio che non averne affatto. Ad esempio:

  • Poter scegliere più di un candidato alle elezioni.
  • Poter scegliere diversi cibi da mangiare.
  • Poter scegliere fra scarpe e sandali.

Ma il passo successivo è sbagliato: tante scelte non sono meglio di poche. Limita il tuo bisogno di informazione, limita la tua possibilità di scelta. Io ho scelto di non votare per questa ragione.

C’è un momento in cui devi smettere di informarti e scegliere di agire: non esiste una regola fissa, devi arrivarci con l’esperienza. Ad esempio: io voglio comprare un nuovo paio di cuffie, ci sono centinaia di modelli a disposizione. Ho letto tre recensioni mirate e ho smesso di informarmi, perché tre modelli con caratteristiche  diverse sono sufficienti per una scelta informata.

La soluzione è creare un contenitore nel quale vivere e limitare le tue scelte. Puoi diventare tutto quello che vuoi? Sì, ma non puoi diventare tutte le cose insieme. Scegli di restringere il tuo campo d’azione e concentrati su poche cose. Limitare la tua scelta significa limitare la tua libertà, ed è necessario se vuoi vivere una vita serena.

 

P.S. Per l’articolo ho preso spunto da questo video.

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10 Luglio 2013

Essere felice: 5 direttive obbligatorie

Stefano Crescita personale

La felicità è lo scopo ultimo della vita. Pensaci e ti accorgerai che è così: ogni tua azione deriva dalla ricerca della felicità. Guardi il Gran Premio perché ti piace, bevi birra perché ti piace, doni tutto agli orfani e vai a vivere in Tibet perché ti rende felice.

Se qualcuno scrivesse la mia biografia la intitolerebbe qualcosa come “un tizio che ha fatto molte cose diverse senza un filo logico” (non sono bravo a scrivere titoli). In realtà ogni mia scelta degli ultimi anni deriva dal bilanciamento di:

  • Quello che mi rendeva felice in quel momento.
  • Quello che mi garantiva la felicità a lungo termine.

In ogni momento, ho cercato di fare quello che massimizzava almeno uno di questi due fattori. Così riesco a vivere bene ogni giorno, con la bella sensazione di avere anche posto le basi per il mio futuro.

In questo articolo ti insegnerò 5 lezioni che ho imparato su come raggiungere la felicità.

1 – Fai esercizio fisico

Domanda a caso: il migliore film di Schwarzenegger? Io dico Conan.
Domanda a caso: il migliore film di Schwarzenegger? Io dico Conan.

Iniziamo dalla scienza, una delle 5 competenze fondamentali.

L’ossigeno viaggia attraverso il corpo nei globuli rossi all’interno del sangue: dalle arterie passa ai capillari, dove l’ossigeno viene scambiato con le cellule. Poi torna nei polmoni tramite le vene. Fin qui, tutto bello.

Ma lo scambio di ossigeno non è indolore: le pareti dei capillari sono così sottili che un po’ di liquido (plasma) esce dal sistema circolatorio e stagna nel corpo. Più o meno vengono persi 3 litri di liquidi ogni giorno. Se lasciato lì, il plasma si accumulerebbe e causerebbe danni al corpo.

Per fortuna esiste il sistema linfatico, che fra le altre cose ha il compito di catturare il plasma e riportarlo nel sangue. Ma per quanto sia bello e utile, il sistema linfatico ha un grave difetto: non ha un sistema di propulsione attivo. Questo apparato è solo una serie di tubi, non c’è un cuore che pompa i liquidi dove necessario.

Quindi come fa a riportare il plasma nel sangue? Prende in prestito l’energia dei muscoli: le contrazioni muscolari spremono i vasi del sistema linfatico e ripuliscono il corpo dai liquidi in eccesso.

Se non fai abbastanza movimento, i muscoli non si muovono abbastanza per far funzionare il sistema linfatico. Risultato: i liquidi si accumulano nei muscoli. Quando poi vai a dormire, la gravità porta il liquido nel collo e può causare apnea notturna.

Il punto fondamentale: il corpo umano si è evoluto per fare movimento fisico. Hai bisogno dell’esercizio come hai bisogno di respirare e di mangiare. Gli effetti sono più lenti e difficili da notare, ma a lungo termine una vita sedentaria è pericolosa quanto la denutrizione. Uno a uno gli apparati del tuo corpo smetteranno di funzionare.

Sarò tradizionalista, ma sono ancora convinto che un requisito fondamentale per la felicità sia di essere vivo e in buona salute. Non hai scuse per non tenerti in forma, soprattutto quando i benefici sono così evidenti e i costi così piccoli: mettiti le scarpe da ginnastica e vai a correre 30 minuti al giorno per 3 volte a settimana.

Come come? Dici di non avere tempo? Prima di tutto, ti suggerisco di semplificare la tua vita con questi consigli. Secondo, pensaci bene: sicuro di non avere tempo? Perché ci scommetto, in realtà ne stai solo sprecando molto. Io ho due lavori e riesco a infilarci il tempo per 50 kilometri di corsa a settimana, e la mia giornata è di 24 ore come la tua.

Puoi dire di non trovare il tempo per una cosa superflua, come guardare la televisione. Se invece di guardare il TG facessi un po’ di attività, vivresti meglio. Se non corri, a 50 anni inizierai ad avere problemi di salute seri. Sicuro di voler correre il rischio?

2 – Lavora a un grande progetto

"Se lavori in compagnia ti diverti di più" - Detto cinese
“Se lavori in compagnia ti diverti di più” – Detto cinese.

La felicità non è una condizione, è un percorso interiore. Se cambiano le tue  condizioni ma non il tuo modo di pensare e di vivere, la tua felicità non cambierà. Ecco perché chi vince alla lotteria non diventa più felice (fonte).

La felicità deriva dal migliorare: avere qualcosa di nuovo, fare un passo avanti. Continui a comprare nuovi oggetti nel mercato consumistico perché ti rende felice, anche se dopo un po’ la contentezza svanisce. Quando ti abitui alla novità, torni nella tua condizione iniziale. Continui a comprare, continui a saltare da un momento di effimera contentezza all’altro.

Oppure puoi avere un grande progetto.

Un progetto che ti stimola, che ti rende una persona migliore. Un progetto che puoi spezzettare (con questa tecnica) e realizzare a piccoli passi. O in altre parole: un sogno.

Un progetto deve anche essere misurabile: devi essere in grado di definire quando l’hai raggiunto. “Voglio essere più forte” non è un obiettivo, è una traccia. “Voglio riuscire a sollevare 120kg” è un obiettivo, perché puoi valutare i progressi.

Con un grande progetto sarai più felice perché potrai vedere e toccare con mano i tuoi progressi. Ogni giorno avrai qualcosa in più, sarai una persona migliore. Avrai la sensazione di non aver sfruttato a pieno la tua giornata, ed è quello che a lungo termine ti renderà felice.

Lo so è difficile, lo so ti devi impegnare. Ma ricorda: il tuo inconscio non è capace a fare scelte che ti rendano felice a lungo termine. Non fare affidamento sul tuo istinto, non cedere alle tentazioni. Non barattare dieci secondi di contentezza per la tua felicità.

Ora, per par condicio, è anche vero che esiste una seconda categoria di persone felici: quelli  che si accontentano. Non lo dico in senso negativo (come in questo articolo): se non ti interessa avere niente di nuovo sei a posto, sei in pace con te stesso. Ma tu sei su Mindcheats perché ti interessa la  crescita personale, stai leggendo questo articolo perché senti che qualcosa manca nella tua vita. Accontentarti per te non è una soluzione.

3 – Leggi più libri

Lo sai che 30 milioni di alberi all'anno vengono abbattuti per stampare libri?
Lo sai che 30 milioni di alberi all’anno vengono abbattuti per stampare libri?

Ammetto che io non sono mai stato un grande lettore, nella mia vita ho letto meno libri di quello che mi piacerebbe ammettere. Ero un fan dell’informazione in pillole: mi informavo con notizie brevi e articoli, senza mai andare troppo nello specifico.

Pochi mesi fa ho scoperto Kindle, il lettore di ebook di Amazon. Da lì ho iniziato a leggere molto di più e mi sento più felice, perché un libro ti dà molto di più di un articolo. Quando finisco di leggere un articolo mi sento uguale a prima, quando finisco di leggere un libro sono contento. Mi sento più ricco.

Se anche tu non sei un gran lettore, fatti un favore e acquista un Kindle sul sito ufficiale: non te ne pentirai.

4 – Mangia bene

"E con questo dovrei essere a posto fino a pranzo."
“E con questo dovrei essere a posto fino a pranzo.”

Le considerazioni che ho fatto sull’esercizio fisico valgono anche per l’alimentazione: se non mangi bene, il tuo corpo sarà sprovvisto degli elementi necessari per la sopravvivenza. Alcuni effetti poco simpatici

  • Ti ammalerai più spesso (dal raffreddore alle infezioni).
  • Accorcerai la tua vita.
  • Non riuscirai a fare sforzi intensi o prolungati.
  • Ti sentirai sempre stanco e senza energie.

Anche se il tuo corpo è bravo a metabolizzare tutte le peggio schifezze che ci butti dentro, ha un limite: i nutrienti essenziali, ossia i nutrienti indispensabili per la sopravvivenza che il tuo corpo non riesce a fabbricare da solo. Se non li introduci con l’alimentazione, vai incontro a malattie anche serie. Giusto per farti capire, fra i nutrienti essenziali troviamo:

  • 2 acidi grassi.
  • 9 amminoacidi.
  • 14 vitamine.
  • 15 minerali.

Sono un totale di 40 elementi che devi introdurre con la dieta. Non ti serve un dietologo per introdurre tutti questi nutrienti in maniera ottimale, ti basta seguire i 10 principi di un’alimentazione sana.

Sei quello che mangi: se mangi bene, ti sentirai bene.

5 – Dormi meglio

La domanda è: come ha fatto a scalare con un materasso?
La domanda è: come ha fatto a scalare con un materasso?

Non smetterò mai di sottolineare l’importanza di un buon riposo nella tua vita, perché è l’attività che ti garantisce i migliori risultati con il minor sforzo: l’unica cosa che devi fare è dormire.

Un’attività così semplice e naturale è diventata un problema perché le comodità del mondo moderno distruggono il buon riposo. Addirittura il 62% degli americani ha problemi di sonno almeno una volta a settimana (fonte).

La ragione principale è la luce: illuminazione artificiale (lampadine) e buio artificiale (tende e tapparelle) interferiscono con il tuo normale ciclo circadiano: se il tuo corpo non sa più che ore sono, non riesce a rilasciare gli ormoni necessari per un corretto riposo quando serve. Il risultato è che sei stanco durante il giorno e pieno di energie di notte. Ti suona familiare?

Altre due cause comuni le ho già citate:

  • La cattiva alimentazione.
  • Poca attività fisica.

Per risolvere il problema, ho scritto un manuale apposta: il manuale del riposo perfetto. È gratis è puoi scaricarlo a questo indirizzo.

Tu stai seguendo almeno uno di questi 5 consigli? Fammelo sapere nei commenti!

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3 Luglio 2013

Attenzione: stai sprecando il tuo tempo in cose inutili?

Stefano Crescita personale

Mio cugino suona in un gruppo. Ed è pure bravo, lo capisco anche solo guardando la sua batteria professionale.

Questi gruppi minori di solito fanno tutti la stessa fine: qualche cover, concerti di provincia, producono un album di qualità discutibile e dopo qualche anno spariscono. Ma il gruppo di mio cucino, gli (Echo), hanno scelto la via alternativa, quella più difficile: la qualità senza compromessi.

I bivi della vita secondo un pessimista.
I bivi della vita secondo un pessimista.

Dopo mesi di studio modifiche, sono andati in Inghilterra con tutto il loro equipaggiamento (non voglio immaginare i costi) per registrare il loro primo album in uno studio professionale con l’aiuto di un esperto del settore.

Visto che suonano il mio genere di musica preferito (metal), ho deciso di ascoltarli senza troppe pretese. Grande sorpresa: cavolo, sono bravi. Tanto bravi. Il loro album è andato dritto sul mio lettore MP3.

Per curiosità vado a leggere le recensione dei siti del settore: pare che gli (Echo) si siano già fatti un buon nome a suon di giudizi positivi. Nel genere metal, anche le recensioni internazionali considerano questo gruppo una grande promessa per il futuro.

Gli (Echo) sono ancora un gruppo poco conosciuto, ma stanno già facendo le loro prime esperienze internazionali.

(Se anche tu sei un fan del metal, fatti un favore e acquista il loro album. Non solo potrai ascoltare un album di qualità, ma avrai anche supportato un gruppo italiano: clicca qui)

Così mentre ascoltavo una delle loro canzoni e penso al loro successo, mi è venuta in mente l’idea che ha dato origine a questo articolo:

Il successo è direttamente proporzionale alla qualità del tuo lavoro

Se sai la matematica, hai già capito tutto.
Se sai la matematica, hai già capito tutto.

L’hanno dimostrato gli (Echo), me ne sono accorto con Mindcheats e sto applicando questo principio a tutto quello che faccio: se vuoi fare qualcosa fallo bene, o non farlo affatto.

Pensaci: hai mai visto qualcosa di mediocre avere successo? No. La mediocrità significa fallimento, l’eccellenza è successo. Ti faccio alcuni esempi:

  • Apple ha creato un design superbo e una campagna marketing perfetta.
  • Amazon ha investito milioni di dollari per diventare la libreria più famosa al mondo. Il loro Kindle è un prodotto rivoluzionario.
  • Ferrari produce auto di qualità, e nel 2011 ha fatto incassi record (oltre 2 miliardi) nonostante la crisi.
Ma pure Lamborghini non scherza.
Ma pure Lamborghini non scherza.

Ecco, dicevamo della crisi? In tempo di recessione, quelli che soffrono sono i mediocri. Ferrari, Apple e Amazon hanno fatto incassi da record mentre tutti si lamentano che non ci sono soldi.

Questo ti dimostra che i soldi ci sono, ma vengono investiti in modo diverso. Quando l’economia cala, le persone sono più attente a come spendono il loro denaro. La gente continua a comprare, ma guarda il rapporto qualità/prezzo più di prima perché può permettersi meno sprechi. Quando un datore deve assumere personale in tempo di crisi cerca un ottimo rapporto qualità/prezzo in due modi:

  • Assume meno dipendenti generici e li paga di meno (cala il prezzo).
  • Cerca professionisti qualificati (aumenta la qualità).

Se sei nella prima fascia, quella della mediocrità, se ti va bene avrai una paga da fame. Ma se fai leva sulla qualità, la crisi la sentirai poco.

Esempio: il mio corso d’inglese ha richiesto anni di preparazione, esperimenti e correzioni prima di diventare un libro. L’ho pubblicato il 6 marzo 2013, quando secondo tutti “c’è crisi”, e a breve raggiungerà i 200 download. Non è un bestseller, ma è un risultato di tutto rispetto.

Perché?

Ho puntato sulla qualità senza compromessi. Ho investito tempo e soldi per creare un manuale che valesse molto più del prezzo a cui lo propongo. Questa è stata la mia scommessa sulla qualità, e l’ho vinta.

Perché la qualità è la carta vincente?

"Fold!"
“Fold!”

I sociologi lo sanno: un bene ha un valore maggiore tanto più è scarso. Ecco perché il petrolio è arrivato a prezzi esorbitanti quando si sono accorti che le riserve sono limitate (nel 1970 il petrolio costava 10 dollari al barile), ecco perché l’oro costa così tanto.

Per questo i materassi Eminflex sono scontati “solo per oggi”: è un’occasione limitata nel tempo, è una scarsità.

Questo ci insegna qualcosa sulla psicologia umana: non importa quanto il cervello razionale sappia che è una cosa stupida (l’offerta solo per oggi durerà per sempre), l’inconscio viene comunque stimolato a cercare quello che considera raro. E visto che la parte razionale del cervello non ha nessun potere quando l’inconscio vuole qualcosa (te lo spiego in questo articolo), Eminflex ancora propone i suoi finti sconti.

Fare leva sulla qualità è la carta vincente per il tuo successo perché in pochi la usano. Il 90% delle persone rimangono nella mediocrità: voto mediocre a scuola (anche se quello non è così importante), impegno mediocre, lavoro mediocre, vita mediocre. L’alta qualità è rara.

Non sto parlando solo della tua carriera, ma di tutta la tua vita. Parlo del tuo sogno, di quello che ami fare. Parlo dei tuoi obiettivi profondi, della tua felicità.

Risplendere di luce propria nel mondo moderno è facile se ti impegni, perché l’impegno è cosa rara. La passione è un bene prezioso, il focus e la concentrazione sono difficili da trovare. In un mare di persone che non fanno più del necessario per sopravvivere, puoi raggiungere qualsiasi obiettivo se ti impegni come si deve.

Troppe persone vivono senza un piano, senza un obiettivo. Giorno per giorno decidono cosa fare senza un grande disegno, senza sapere quello che in realtà vogliono. Seneca disse:

Nessun vento è favorevole al marinaio che non sa a quale porto vuole approdare.

Cosa significa?

Se non hai stabilito la tua meta, non la raggiungerai mai. Se non sai dove vuoi andare, anche tutta la fortuna di questo mondo non ti aiuterà. Sei tu che decidi il tuo destino, l’universo non ti porterà magicamente alla felicità se sei una brava persona e lo speri tanto tanto (te lo spiego in questo articolo).

Per andare al di là della mediocrità ti serve un piano. Per questo la qualità è un bene raro: in pochi hanno la lungimiranza di pianificare il futuro. Ma questi pochi sono quelli che avranno successo, perché si concentreranno sugli obiettivi.

Come fare leva sulla qualità in 4 passi

Se puntare sulla qualità fosse facile, lo farebbero tutti. Per andare oltre il livello della mediocrità dovrai impegnarti, dovrai avere un piano. Ecco come farlo in 4 passi.

1 – Decidi quello che vuoi fare

Un gatto preso da dilemmi esistenziali.
Un gatto preso da dilemmi esistenziali.

Ricorda Seneca: il primo passo è sapere quello che vuoi fare. Devi avere un obiettivo, una meta da raggiungere. Pensa a quello che vuoi fare.

Te lo ripeto, non deve essere qualcosa legato al lavoro, ai soldi, al successo professionale. Ti faccio alcuni esempi:

  • Voglio suonare bene la chitarra.
  • Voglio giocare bene a tennis.
  • Voglio imparare a usare un computer.

Da qui il principio: se vuoi fare qualcosa fallo bene, altrimenti non farlo. Fare qualcosa male significa rimanere nella mediocrità, e la mediocrità è inutile: stai sprecando il tuo tempo. Fermati, fai un piano, focalizzati.

La maggior parte delle persone dicono di non avere tempo per concentrarsi su qualcosa, in realtà stanno solo sprecando le loro giornate in attività inutili. Piuttosto che fare cinque cose male, fanne una bene. Non è la quantità che conta, è la qualità. Smettila di correre come un pollo senza testa e rifletti su come ottenere quello che veramente vuoi.

Io ho deciso di pubblicare un articolo a settimana su Mindcheats: fino a qualche mese fa ne pubblicavo due, anni fa anche tre o quattro. Poi ho capito che la qualità è più importante della quantità, e piuttosto che scrivere due pezzi mediocri a settimana ne scrivo uno ma eccellente.

Ti consiglio di avere due obiettivi primari in un dato momento: uno professionale e uno personale. Quando l’hai portato a termine, puoi passare a quello successivo. Con solo due obiettivi non rischi di stressarti (te lo spiego fra poco).

È stata una scommessa per me, ed è una scommessa che ho vinto: adesso Mindcheats è uno dei punti di riferimento della crescita personale in Italia.

2 – Fai un piano

Senza un piano, la tua casa sarebbe crollata da un pezzo. Tanto per dirne una.
Senza un piano, la tua casa sarebbe crollata da un pezzo. Tanto per dirne una.

Seneca direbbe: anche quando sai dove andare, se non fai un piano di navigazione il vento ti porterà da tutt’altra parte.

Avere un obiettivo non basta, devi anche sapere come raggiungerlo in maniera efficace. Se adesso sai di voler diventare bravo a suonare la chitarra, non puoi iniziare a pizzicare corde a caso finché non esce una nota. Non è un metodo efficace perché non hai sviluppato un piano che ti porterà al successo.

Prima di tutto, informati. Leggi libri, parla con gli esperti, prendi lezioni, trova un blog su internet. Più cose sai e più ti sarà facile creare un piano per raggiungere il tuo obiettivo efficacemente. Diventa un esperto.

Quando ti sei informato abbastanza, devi passare all’azione seguendo i principi della Regola Aurea: per ogni due ore che spendi a informarti, fai un’ora di pratica. L’esperienza diretta è parte del tuo apprendimento: con la sola teoria non farai molti passi avanti, devi metterti in gioco direttamente.

Come si costruisce un piano?

Quando sei esperto in un argomento, questa è la parte facile. Esempio: se vuoi diventare bravo a suonare la chitarra, avrai già letto diversi manuali e avrai iniziato a fare pratica. Avrai conosciuto altre persone con la tua stessa passione con cui hai scambiato opinioni e consigli. Adesso sai cosa devi fare per passare al livello successivo, perché ti sei informato abbastanza.

Ma anche quando sai cosa fare e come farlo, il cervello umano non è in grado di pensare in maniera logica e razionale. Peccato che la logica e il pensiero razionale siano le fondamenta del successo. Cosa fare?

Prendi carta e penna e scrivi, in un elenco numerato, la sequenza di passi che devi fare. Metti una data, comprati un calendario e suddividi la tua giornata. Sii preciso. Quando definisci qualcosa in maniera precisa, il tuo cervello si focalizzerà automaticamente sull’obiettivo: metterà il pilota automatico e ti aiuterà a mantenere alta la motivazione (te lo spiego in questo articolo).

3 – Concentrati ed elimina il rumore di fondo

Il rumore di fondo è una zanzara nella tua testa (non ho messo una foto vera che mi fa schifo).
Il rumore di fondo è una zanzara nella tua testa (non ho messo una foto vera che mi fa schifo).

Come spiego in un articolo bonus del Libro di Mindcheats, sono due le risorse limitate della tua vita:

  1. Il tempo.
  2. L’energia.

Del tempo te ne ho già parlato. L’energia mentale è quella che ti dà la motivazione e la carica per lavorare su qualcosa di difficile.

Pensa a quando sei stanco dopo una lunga giornata di lavoro, un esame impegnativo o una simulazione di terza prova. Torni a casa e senti che non hai l’energia per fare niente: è quella l’energia di cui sto parlando, e ne hai una riserva limitata. Anche se hai tempo a disposizione, se non hai energia non sarai produttivo: è per questo che nella tua giornata devi anche rilassarti e prenderti delle pause.

Se lavori troppo cadrai nel problema opposto: lo stress. Quando hai una carenza cronica di energia, il tuo cervello comincia ad avere problemi e vivi male. Per questo non devi prendere il mio articolo come un invito a lavorare il più possibile: non è quello lo scopo della vita.

Non devi lavorare tanto, devi lavorare intelligentemente. Elimina tutte le attività che ti portano via tempo ed energie senza darti un beneficio concreto: sono quelle attività in cui sei mediocre. Sostituiscile tutte con quelle poche cose che vuoi fare in maniera eccellente, così avrai più successo senza sacrificare la tua pace interiore.

4 – Tieni un diario

Per fortuna oggi esiste Penzu.
Per fortuna oggi esiste Penzu.

Una delle cose più motivanti a questo mondo è vedere il tuo obiettivo avvicinarsi sempre di più, e costruire il tuo successo mattone su mattone.

Per questo devi definire un obiettivo qualitativamente, ossia devi essere in grado di dire quando l’hai raggiunto. Diventare più bravo a tennis non è definito, arrivare alle semifinali del campionato regionale sì.

Tieni un diario in cui segni i progressi giorno dopo giorno. Quando hai un calo di motivazione, vai a rileggere cosa hai scritto un mese fa e ti accorgerai di quanto sei riuscito a portare a termine in così poco tempo.

Un diario è anche il modo migliore per focalizzarti: scrivere aiuta il cervello a prendere quelle idee volatili e formalizzarle su un pezzo di carta. Scrivere ti aiuta a definire esattamente il tuo pensiero, lo concretizza nel mondo materiale.

Quando non sai cosa fare, apri il diario e scrivi. Non importa cosa, inizia a scrivere e non fermarti. I tuoi pensieri assumeranno una loro logica, perché il linguaggio scritto è più strutturato dei pensieri sparsi. Troverai la soluzione ai tuoi problemi.

Stai sprecando il tuo tempo?

Fermati adesso e rifletti: in che modo stai sprecando il tuo tempo? Stai suonando la batteria senza un piano, o stai creando un album di qualità che ti porterà al successo?

Prendi un foglio e scrivi quello che hai fatto oggi: come hai sprecato il tuo tempo? Ora pensa a tutto quello che potresti fare se invece che correre da una parte all’altra a inseguire la mediocrità, decidessi di puntare su una cosa e farla bene.

Fare una cosa bene è più importante di farne cento male.

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26 Giugno 2013

5 importanti lezioni che ho imparato vivendo da solo all’estero

Stefano Crescita personale

Quando il 20 maggio ho fatto la valigia che mi avrebbe accompagnato il giorno dopo in Inghilterra, ho pensato a tutte le persone che perdono i capelli e passano ore a  decidere cosa portarsi dietro per la vacanza di una settimana. Prendo con ordine le cose che mi servono e le metto in valigia mentre ascolto un po’ di buona musica. Dopo un anno negli Stati Uniti, quattro mesi nel Regno Unito non sono niente.

Un conto è andare a vivere da solo, un altro è farlo dall’altra parte del mondo: non puoi tornare indietro. Se ti dimentichi qualcosa non puoi tornare a prenderlo, se hai un problema devi cavartela da solo. Non puoi tornare a casa dai tuoi, se ti ammali non sarai accudito dalla mamma.

Quando decidi mettere fra te e tutto quello che conosci un oceano, devi imparare a cavartela da solo alla svelta. Non hai molte possibilità. In questo articolo ti parlerò delle 5 lezioni più importanti che ho imparato dopo anni di viaggi in giro per il mondo.

1 – Il minimalismo porta alla felicità

"E lo chiami minimalismo? Guarda quanti muri!"
“E lo chiami minimalismo? Guarda quanti muri!”

Chi ha viaggiato con Ryanair conosce l’incubo dei 15 kili: il bagaglio da stiva non può pesare di più, quello a mano è limitato a 10 kg.

Anche con un marsupio nascosto sotto tre magliette, due felpe e un impermeabile, sei costretto a fare delle scelte: non puoi portare più dello stretto necessario. I vestiti essenziali, il computer, un paio di scarpe di riserva, l’accappatoio e poco altro. Devi scegliere le cose essenziali, perché il resto deve rimanere a casa. Al massimo te lo compri una volta arrivato, ma sei costretto a lasciarlo lì quando riparti.

Questo ti insegna molto sull’inutilità degli oggetti: puoi vivere bene con le cose che riesci a portarti dietro in un viaggio aereo, non ti serve altro. Quattro paia di scarpe? Tre cuscini? I ricordi di dieci anni di vacanze? Tutto inutile, tutta roba che fa polvere. La mia regola minimalista è che se non lo usi da 6 mesi è inutile: buttalo.

Per “utile” intendo anche quello che ti fa sentire bene. Io sono un grande appassionato di draghi, e nella mia stanza (in Italia) ne ho una collezione. Ogni settimana li spolvero con cura e quando torno a casa sono sempre lì, ad aspettarmi. Anche se non hanno un fine pratico immediato, sono utili perché mi fanno sentire bene. È irrazionale, ma è la mia passione. Ma quel pupazzo che ho buttato in fondo all’armadio cinque anni fa non mi serve, nemmeno mi ricordo che esiste. Quindi via, eliminato.

Il minimalismo e l’ordine creativo

Nell'immagine: ordine creativo. Ma anche no.
Nell’immagine: ordine creativo. Ma anche no.

Molte persone si vantano di vivere in uno stato di ordine creativo: il loro ambiente sembra caotico, ma loro riescono a  trovare tutto e a organizzarsi. Peccato che ogni settimana rivoltano la stanza alla ricerca di qualcosa che non riescono a trovare. Quello non è ordine creativo, è caos.

Se hai così tante cose che non riesci a trovare un posto dove metterle, ne hai troppe. Perderai tempo ed energie a cercare quello che ti serve.

Per iniziare, usa questa regola: ogni volta che introduci un nuovo oggetto nella tua casa o stanza, devi buttarne via uno.

La prossima volta che ti dimentichi le chiavi di casa (anche se usi questa tecnica), saprai a chi dare la colpa. Al tuo “ordine creativo”.

Usa questo principio: se gli altri pensano che sia disordinato, lo è. A te può sembrare logico, ma non è così. Metti ordine nell’ambiente in cui vivi e metterai ordine nella tua vita. È uno dei principi della crescita personale: se vuoi avere successo, devi focalizzarti sulle cose importanti ed eliminare il rumore di fondo (ti spiego come fare in questo articolo).

E qual è il rumore di fondo? Le cose che non ti servono.

2 – Le tue abitudini devono essere flessibili

Altre cose, invece, di flessibile non dovrebbero avere niente.
Altre cose, invece, di flessibile non dovrebbero avere niente.

Prima di andare negli Stati Uniti ho preso una bella abitudine: andare a correre. Io vivo a Brescia in una zona collinare, quindi per forza di cose corro in salita e discesa in clima mite. D’inverno corro con la neve, ma d’estate non fa mai troppo caldo.

Quando mi sono trasferito in Florida ho cambiato clima (tropicale) ed elevazione (piatto come l’encefalogramma di Vittorio Sgarbi).  In più ho iniziato un lavoro a tempo pieno con orari variabili dalle 10 del mattino alle 11 di sera. Se avessi cercato di mantenere le vecchie abitudini, non sarei più andato a correre.

Così mi sono adattato:

  • Correvo di mattina o pomeriggio, a seconda dell’orario di lavoro.
  • Correvo alle 7 di mattina o alle 9 di sera d’estate.
  • Facevo più kilometri, perché sul piano fatichi di meno.
  • Ho esplorato le strade vicine alla ricerca del percorso ideale.

Stessa cosa con il cibo: ho dovuto eliminare alcuni alimenti che non esistono in America, in cambio ho iniziato a mangiare prodotti tipici statunitensi (alcuni buoni e salutari, come la tilapia).

Il mondo intorno a te si evolve e, se non vuoi diventare un fossile, devi evolverti anche tu. Devi evolvere le tue buone abitudini a seconda dell’ambiente esterno e migliorarti costantemente. Anche senza un cambiamento radicale come il mio, la tua situazione cambierà e dovrai adattarti. Alcuni esempi:

  • Vai a fare l’università fuori sede.
  • Una nuova tecnologia rende il tuo computer obsoleto sul posto di lavoro.
  • Tua mamma/moglie ti chiede di iniziare a far qualcosa.

Per renderti flessibile alle sopravvenienze della vita, ti consiglio questo articolo: Come creare un’abitudine dinamica

3 – Pianifica il più possibile, poi pianifica ancora

Ottimo, ci siamo quasi.
Ottimo, ci siamo quasi.

Qui devo rimproverarmi, perché non sempre seguo questo consiglio. E quando non lo faccio, ne pago le conseguenze. Quando sono venuto in Inghilterra, per un momento ho rischiato di dover dormire in stazione. Ho risolto il problema, ma ho imparato che devo pianificare meglio il mio futuro quando fallire significa fare il barbone per un giorno.

Anche con anni di esperienza alle spalle, non posso affidarmi al caso. Ho troppo da perdere.

A nessuno piace pianificare, almeno finché non vede i benefici concreti. Ho scritto la prima bozza di questo articolo il 9 giugno, l’articolo completo il 16 giugno e l’ho pubblicato il 26 giugno. In questo arco temporale ho avuto tutto il tempo di rileggere, correggere, aggiungere e togliere. Se scrivessi gli articoli il giorno della pubblicazione, non riuscirei a inviare il nuovo post ogni mercoledì alle 13:00 in punto. E anche se ci riuscissi, sarebbero articoli-schifezza.

Ho appena finito di leggere un libro (Story Engineering) che analizza i fattori di successo per scrivere un buon romanzo. Un terzo del libro è dedicato alla pianificazione: prima ancora di scrivere la prima riga della prima bozza, devi sapere come andrà a finire la storia. Se inizi a scrivere senza pianificare, dopo 200 pagine potresti accorgerti che non hai una trama solida e i personaggi sono ridicoli. Risultato: devi ricominciare da capo e buttare via mesi di lavoro.

La pianificazione può essere di due tipi:

  • Strategica.
  • Tecnica.

La pianificazione strategica è quella a più ampio respiro, quella che ti dice dove vuoi arrivare l’anno prossimo o fra dieci anni. È quella che ti serve quando vuoi raggiungere il tuo grande sogno o trovare un lavoro.

La pianificazione tecnica è quella che ti serve nella prossima settimana, azioni che concretizzano la pianificazione strategica. Ad esempio: pianifico che il mio romanzo parlerà di un virus creato il laboratorio che viene rubato da dei terroristi, l’eroe di turno spara a tutti e salva il mondo.

Una volta definiti i punti generali (pianificazione strategica) posso passare alla parte tecnica: come riescono i terroristi a impossessarsi del virus, chi è l’eroe, cosa fa concretamente eccetera.

Per riassumere, la sequenza è:

  1. Definisci un obiettivo.
  2. Pianifica a livello strategico.
  3. Pianifica a livello tecnico.
  4. Agisci.

E non dimenticare l’ultimo punto: agisci. La pianificazione senza azione è come una Ferrari senza carburante.

4 – Un anno può cambiarti la vita

Tipo l'anno in cui sono usciti i Pokemon.
Tipo l’anno in cui sono usciti i Pokemon.

Nel mio caso, 6 mesi: quando ho studiato in Lettonia per un semestre mi sono accorto di quanto mi piace viaggiare, conoscere gente nuova, incontrare culture diverse. Da lì non mi sono mai fermato. Da metà 2010 ho passato più tempo all’estero che in Italia.

Ma un anno potrebbe non significare niente.

Se la tua vita va avanti giorno dopo giorno sempre allo stesso modo, senza un obiettivo più grande, arriverai alla vecchiaia e ti guarderai indietro pieno di rimpianti. Pensaci adesso: sei sicuro di voler vivere una vecchiaia piena di rimpianti?

Fra 10 anni ti ricorderai dei rimpianti, non dei rimorsi.

Hai agito, hai fatto un errore, hai imparato qualcosa. Può bruciare al momento, ma a mente fredda sarai felice di aver sbagliato. Di errori io ne ho fatti tanti, ma tutti mi hanno insegnato qualcosa.

Sei la somma dei tuoi errori.

Ogni giorno della tua vita devi avere un obiettivo in mente, un obiettivo che ti porterà più in là. Ogni sera devi andare a letto felice di aver fatto qualcosa. Per questo ti consiglio di scrivere un diario in cui annoti i tuoi progressi. Fra un anno torna a leggerlo e ti accorgerai di quanto sei migliorato.

Vuoi sapere la parte bella?

Il cervello sopravvaluta quello che può fare in un anno, ma sottovaluta quello che può fare in dieci anni. È la distorsione temporale: il tuo cervello percepisce in maniera diversa il tempo a seconda di quanto è distante dal presente (fonte). Cosa significa?

In un anno puoi cambiare la tua vita, quello che sarai fra 10 anni è limitato solo dalla tua immaginazione.

5 – Se procrastini sei finito

Durante i miei sei mesi in Lettonia, non ero il miglior uomo di casa. Cucinavo schifezze (ancora non sapevo i 10 principi di un’alimentazione sana) e nella mia stanza passavo l’aspirapolvere meno di quanto mi piacerebbe ammettere. O detto in altre parole: ero uno studente fuori sede qualsiasi.

La rivincita del fuori sede: Stati Uniti. Ogni settimana ho pulito per terra e la cucina era splendente. Ho imparato la mia lezione: se inizio a rimandare qualcosa, lo rimando per sempre.

La voglia di fare è una buona abitudine che può essere creata come tutte le altre: con la pratica. Se ti alleni a non rimandare, dopo un mese ti verrà naturale. Sarai più attivo e farai più cose in meno tempo. Non ti addormenterai più con la patina di amarezza tipica di chi non ha fatto niente tutto il giorno.

Metterti all’opera con i compiti più semplici dà il via al motore della produttività: inizia con le cose piccole e con il tempo passerai a obiettivi sempre più grandi. Perché?

Perché sei ambizioso, te lo leggo negli occhi.

Tu non vuoi essere una persona mediocre che sopravvive  fino alla pensione, altrimenti non leggeresti Mindcheats. Tu vuoi qualcosa di più, ma non sai come fare. Ti serve un percorso.

Inizia a fare quelle cose che ti prendono 10 minuti: passa l’aspirapolvere, inizia a cucinare roba  sana invece di buttare la pizza surgelata nel forno, apri il libro e studia 15 pagine. Ma non farlo stasera, altrimenti siamo punto e a capo. Fallo adesso, alzati dalla sedia in questo momento e lascia l’articolo a metà.

Torna a leggere solo dopo 10 minuti di vera produttività. O anche di più: quando inizi a fare qualcosa, per orgoglio personale non smetterai finché non l’hai portata a termine. Il cervello funziona così.

Ne approfitto per fare un test del colore. *Beep*
Ne approfitto per fare un test del colore. *Beep*

Fatto? Bravo.

Vedi? Sei ancora vivo.

Non sei morto dalla fatica, anzi adesso ti senti meglio. Lo so perché è così anche per me.

Questa è la tua prima vittoria contro la procrastinazione: mantieni questa nuova abitudine ogni giorno, sono 70 minuti a settimana. Non tantissimi, ma è un’ora abbondante di lavoro che prima non facevi. Ti accorgerai che basta poco per dare una smossa alla tua vita, e quando te ne renderai conto vorrai ancora di più. Perché sei ambizioso.

Cementa subito il tuo successo: scrivi in un commento qui sotto cosa hai fatto in questi 10 minuti!

big-city
19 Giugno 2013

Le 5 competenze indispensabili per sopravvivere nel 2013 (parte 2)

Stefano studio

Questa è la seconda parte dell’articolo sulle 5 competenze indispensabili per sopravvivere nella società moderna. Non hai ancora letto la prima parte? Vai a questo indirizzo. 🙂

3 – Alimentazione e medicina

A questo punto le parole mi sembrano superflue.
A questo punto le parole mi sembrano superflue.

Metto l’alimentazione sopra la medicina perché devi mangiare da tre a cinque volte al giorno, mentre la medicina ti torna utile una volta ogni tanto.

Quando ho deciso di mettere a posto il mio corpo e ho perso 25 kg in 6 mesi, ho cambiato alimentazione da una piena di grassi e zuccheri, a una più sana con i nutrienti indispensabili per l’organismo. Non solo mi sento meglio, non solo riesco a correre per un’ora filata, non solo sono a mio agio con me stesso, non solo mi sono appena regalato altri 20 anni di vita fuori dall’ospedale. Tutta la mia vita è migliorata: sono più dinamico e attivo, pieno di energie, sento che la mia  mente è più reattiva e sveglia.

Sappiamo che l’alimentazione gioca un ruolo fondamentale nella capacità del cervello di memorizzare nuove informazioni e promuove la plasticità neuronale (la capacità dei neuroni di creare nuove connessioni – fonte).

Sappiamo anche che il cibo è uno dei fattori che influenzano un buon riposo a lungo termine (fonte).

Ho messo questo punto al terzo posto, ma sarebbe potuto essere al primo. Se vuoi iniziare a cambiare la tua vita, parti dall’alimentazione. Sei quello che mangi, non dimenticarlo: il tuo corpo è in grado di sopravvivere anche se ci butti dentro le peggio schifezze, ma renderà al massimo solo se stai attento all’alimentazione.

Questo singolo cambiamento ha il potere di cambiarti la vita.

La medicina è importante non tanto per estrarre il proiettile da qualcuno in mezzo alla strada dopo una sparatoria, ma per risolvere quei piccoli problemi che ogni tanto capitano. Come il mal di testa o un dolore alla caviglia.

Ti basta una veloce ricerca con Wikipedia per capire cose come la differenza fra ibuprofene e acido acetilsalicidico, in che dosi dovresti assumerli e le controindicazioni. Ad esempio: quando sono andato in America ho notato che le aspirine avevano la metà del principio attivo per pastiglia rispetto all’Italia, quindi per ottenere lo stesso risultato ne ho prese due insieme.

Quando ho il raffreddore so che la cosa peggiore che posso fare è restare in casa a soffiarmi il naso, perché in questo modo il virus rimane imprigionato nella stanza. Se invece esco il più possibile e faccio lunghe passeggiate, dopo due giorni sono già quasi guarito.

Quando mi scotto con il fuoco so che devo raffreddare la zona con acqua fredda, perché altrimenti il calore della bruciatura rimane nella pelle a fare danni per più tempo di quanto potresti pensare.

Ti servono altri esempi o ti ho convinto? 😉

Lettura consigliata: Albanesi.it

4 – Inglese

L'hai capita? No? Un'altra buona ragione per imparare l'inglese.
L’hai capita? No? Un’altra buona ragione per imparare l’inglese.

Ti ricordi cosa ti ho detto quando ho parlato dell’economia nella prima parte dell’articolo? Il mercato del lavoro sta cambiando, non puoi più sperare di trovare qualcosa di buono se non ti specializzi e diventi utile a chi ti può assumere. La competizione sta aumentando, devi avere più competenze. Se pensi di poter restare nel tuo paesello e ignorare l’economia globale, hai sbagliato tutto: andrai a competere con i Paesi emergenti dove il costo del lavoro è molto più basso. Se non sviluppi delle competenze distintive, non hai la minima possibilità.

Le competenze si sviluppano a partire dalla conoscenza: prima leggi qualcosa, poi lo applichi (seguendo la mia Regola Aurea). Per ottenere questa conoscenza devi ottenere delle informazioni, ed è qui che entra in gioco l’inglese: nel 2013 la fonte più grande di informazioni è internet, e il 99% di internet parla inglese.

In altre parole: se non parli inglese, sei tagliato fuori dal mondo. Sarai l’eremita che si rifiuta di accettare il progresso, mentre tutto il mondo va avanti.

Senza inglese, ti escluderai automaticamente da una buona metà dei lavori disponibili e sarai meno allettante per l’altra metà, anche in Italia: a parità di condizioni, un datore sceglie sempre la persona che sa l’inglese. Quindi se vuoi trovare un lavoro qualsiasi, a maggior ragione se pagato più di 1000 euro al mese, non puoi non sapere l’inglese. Non puoi permettertelo adesso, ma pensa anche al futuro: se pensi che sarai ancora vivo fra 30 anni, sappi che l’inglese sarà dato per scontato quanto leggere e scrivere.

Questa mancanza è ancora più grave se pensi che l’inglese è una lingua facile e non ti servono anni di studio intenso per impararla. Anzi non devi studiare, per niente perché puoi imparare tutto in maniera semplice. Io l’inglese non l’ho mai studiato, ma ho lavorato negli Stati Uniti e adesso sono in Inghilterra. Ho seguito il metodo di Inglese Dinamico.

5 – Informatica

Il segreto è negli occhiali.
Il segreto è negli occhiali.

Leggi la parte sull’inglese e sostituisci “inglese” con “informatica”. Ecco, hai capito. La seconda competenza indispensabile adesso e ancora più indispensabile in futuro è l’informatica, perché il mondo ormai funziona con internet e i computer. Anzi, voglio farti un test al volo. Quante di queste parole conosci e sai definire in dettaglio?

  • Proxy
  • SSD
  • Python
  • CMD
  • LinkedIn
  • PDF
  • Ciclo di clock
  • Kernel
  • USB
  • Software

Il numero di parole che conosci è il tuo voto in informatica: se ne conosci 6, hai appena la sufficienza. Fammi sapere il tuo voto commentando questo articolo. 😉

Questo test è volutamente difficile perché separa le persone che usano il computer solo per facebook da quelle che sanno veramente qualcosa. Solo chi ha una conoscenza a 360 gradi prenderà un 10. Ora arriva la brutta notizia.

Se hai meno di 8, sei un analfabeta informatico: devi imparare a usare meglio il computer. Se hai la sufficienza devi solo migliorare in alcuni ambiti, se sei insufficiente devi partire dall’inizio: le tue fondamenta informatiche non sono sufficienti per il mondo moderno.

Sapere l’informatica oggi è come saper leggere e scrivere 200 anni fa: la chiave del successo e della conoscenza sono nel web. Chi non si vuole portare al passo con i tempi ancora sostiene la carta stampata, dice che è l’unico vero modo per trasmettere conoscenza.

Sbagliato.

Accanto a me ho un Kindle, un piccolo palmare creato da Amazon che ha una sola funzione: migliorare la lettura (foto). È come avere un libro, ma senza i problemi di un libro. Risparmi la carta per stampare (e i costi), è meno voluminoso e può contenere milioni di libri. Per me che viaggio molto, è indispensabile se voglio continuare a leggere. Con uno strumento del genere, la carta stampata non è necessaria.

Attenzione: non ti sto dicendo che non devi mai più comprare un libro. Se ti piace la sensazione di aver un libro fra le mani, continua a farlo. Ma non è una buona scusa per non sapere usare un computer.

Come per l’inglese, oggi nel 2013 puoi ancora sopravvivere senza una conoscenza informatica approfondita. Ma nel 2053 usare il computer sarà veramente come leggere e scrivere. Se impari fin da subito, sarai un passo avanti rispetto ai ritardatari.

Letture consigliate:

  • Corso base: come usare un PC
  • PC per negati
  • Tom’s Hardware (sito + forum)

I grandi esclusi

Forse ti aspettavi alcuni grandi temi, considerati importanti dalla società, che non sono presenti nella mia lista. Perché? Te lo spiego qui.

Crescita personale

Non ho messo la crescita personale fra gli argomenti da studiare, perché la crescita personale non può essere studiata.

Come dice Andrea di Efficacemente.com, la crescita personale è buon senso applicato. Io posso darti dei consigli, posso indirizzarti sulla strada giusta, ma non esiste nessun manuale completo che ti farà diventare la persona che vuoi essere. Posso darti consigli specifici (ad esempio con il mio manuale d’inglese), ma questi tasselli, seppur fondamentali, sono una parte del tutto.

I miei articoli ti possono spronare, ma il resto del lavoro devi farlo tu. Per questo così pochi si cimentano nello sviluppo personale, ed è per questo che quei pochi hanno un successo garantito.

Latino

Sappiamo che studiare una lingua migliora il cervello in tutti i suoi aspetti (fonte), ma… Perché il latino? Perché non l’inglese che ha dei benefici ulteriori? Okay, ammettiamo che studiare una lingua difficile e strutturata porti più benefici di studiare l’inglese: non esistono ricerche che lo confermano, ma ammettiamo anche che sia vero. Perché non studiare il tedesco, il russo o il cinese? Tutte lingue complesse che hanno diversi tratti in comune col latino, ma con il beneficio aggiunto di non essere estinte.

A meno che tu non voglia parlare con quest'uomo.
A meno che tu non voglia parlare con questo tizio.

E la cultura? Che mi dici della cultura? Certo, studiare latino aumenta la tua cultura. Così come studiare la storia dei videogiochi, o la riproduzione dei roditori nel Borneo meridionale. Quando impari qualcosa stai aumentando la tua cultura, ma non è detto che ti sia utile.

Storia

La storia è utile e ti aiuta a capire molte cose del mondo moderno, per questo io la leggo volentieri e la conosco discretamente bene. Tuttavia, ha due problemi:

  1. Non tutta la storia è utile.
  2. Anche le parti utili non hanno un’utilità immediata.

Se studio la storia dell’ultimo secolo, capirò molto della situazione politica attuale. Ma se vado a studiare il governo di Pericle nell’antica Grecia o la dinastia Zhou della Cina antica, non ne avrò nessun beneficio concreto. Sono sempre cose belle da sapere, per carità, io sono il primo a dire che imparare qualcosa è sempre meglio che non imparare niente, ma puoi vivere bene lo stesso.

Anche le parti più importanti della storia sono sì da conoscere, ma non molto oltre il livello che già ti fornisce la scuola. Se ti capita l’occasione ti consiglio di approfondire gli argomenti perché nella storia c’è molto da imparare, ma non è una cosa così fondamentale come i cinque argomenti di cui parla l’articolo.

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