3 pericolose trappole mentali che condizionano la tua vita

La mente irrazionale gioca dei brutti scherzi e compie ragionamenti pericolosi dai quali devi imparare a difenderti.

Questi ragionamenti sono a “livello 0”, ossia i pensieri primordiali sui quali la mente razionale si basa per interpretare il mondo. Per questo sono difficili da scovare: sono assiomi dati per veri dal cervello. L’unico modo per renderti conto degli errori del tuo inconscio è diventare un osservatore imparziale, ma per farlo ti servono gli strumenti e la conoscenza giusta.

In questo articolo ti parlerò delle 3 più pericolose trappole mentali che devi imparare a riconoscere, altrimenti continueranno a tenere imprigionata la tua mente in una serie di preconcetti sbagliati.

1 – “La mia situazione è diversa”

"Io sono diverso!"
“Io sono diverso!”

Nel mondo delle società di massa, tutti vogliamo sentirci un po’ unici. Sei un individuo con le sue caratteristiche, le sue credenze, i suoi punti di forza e di debolezza. Nessuno è come te, come con le impronte digitali.

Per quanto sia in parte vero, questa credenza dà origine a una trappola mentale pericolosa: quella del “la mia situazione è diversa”. In genere, questa frase la usi quando non hai ottenuto il risultato che speravi o giustifichi un fallimento.

Anche se tu sei unico, la situazione in cui ti trovi è comune a migliaia di altre persone. Ti faccio alcuni esempi:

  • Hai un esame da recuperare a settembre.
  • Sei senza lavoro.
  • Non riesci a dimagrire.

Quando non raggiungi i tuoi obiettivi, il tuo inconscio ti fa pensare che non è colpa tua, ma è colpa di tutte quelle sfortune che capitano solo a te. Eh ma c’è la crisi, eh ma sono sempre fuori la sera.

Credi che quelli che hanno successo non hanno mai avuto problemi, perché non li mostrano. Quando guardi una persona in forma, non pensi che forse ha dovuto fare dei sacrifici e rinunciare sistematicamente ai dolci. Quando vedi un laureato con 110 e lode, non vedi le nottate spese sui libri.

Per raggiungere un obiettivo tutti dobbiamo superare delle difficoltà e tutti abbiamo delle sfortune. La differenza nel risultato non è data da chi ha più fortuna, ma da chi è più testardo e va avanti nonostante le difficoltà. La tua situazione non è diversa da quella degli altri, è solo il tuo punto di vista ad essere diverso.

2 – “Ne sono sicuro”

Una certezza del passato, tanto per dirne una.
Una certezza del passato, tanto per dirne una.

Siamo a Love Canal, New York, nel 1980. Vicino alle cascate del Niagara, la polizia trova una discarica illegale di scorie altamente tossiche. La notizia viene ripresa dai media e diventa un dibattito politico, tanto che viene varato un emendamento ad hoc: il CERCLA (Comprehensive Environmental Response, compensation and liability act).

Viene creato il Superfund, un fondo per proteggere i cittadini dal rischio dell’inquinamento. Secondo la legge americana, la copertura dei costi di bonifica è a carico di colui che ha inquinato, anche se la contaminazione è avvenuta anni prima. Quando si tratta di una discarica abusiva, come nel caso del Love Canal, i soldi vengono presi da questo Superfund finanziato dai contribuenti.

L’obiettivo del Superfund è di azzerare i rischi per la salute dati dall’inquinamento. Tutto bello? Ma nemmeno per sogno.

Un gruppo di studiosi dell’università della Pennsylvania, nel 1993, ha condotto un’indagine per verificare la bontà del programma Superfund. Ha preso un campione di 433 persone fra giudici, politici, ambientalisti e direttori d’azienda: i gruppi più influenzati dall’esistenza del Superfund, e persone con una certa cultura.

Il questionario aveva una serie di situazioni dove le persone potevano scegliere l’alternativa migliore. Uno di questi prendeva due discariche che inquinano l’acqua di due città: la più grande di 2 milioni di abitanti, la più piccola di 1 milione. Nella città più grande, la discarica causa 8 cancri all’anno. In quella più piccola, 4 casi all’anno. I fondi per la bonifica sono limitati e ci sono solo tre opzioni:

  1. Bonificare parzialmente le due città, riducendo i casi di cancro da 8 a 4 e da 4 a 2 nelle due città.
  2. Bonificare la città più piccola e azzerare i casi da 4 a 0, ma nella città più grande i casi passano da 8 a 7 solamente.
  3. Bonificare la città più grande: i casi passano da 8 a 3 e nella piccola da 4 a 3.

Basta fare le addizioni per vedere che l’opzione 2 è la peggiore. Eppure nel sondaggio compilato da esperti e laureati, la seconda opzione è stata valutata come la migliore dall’11% dei soggetti, e un altro 42% l’ha messa a metà strada. In altre parole, il 53% degli intervistati ha commesso un errore clamoroso. Perché?

Quando confrontato con l’incertezza, il cervello va in tilt.

Ti blocchi, smetti di pensare razionalmente e l’inconscio prende il sopravvento. Commetti errori banali e pensi in maniera irrazionale. Anche quando hai sotto mano tutti i dati da analizzare (cosa rara nella vita reale), la tua mente pensa solo a una cosa: eliminare l’incertezza.

Questo porta a decisioni paradossali, come dimostrato dall’esempio qui sopra. Il mondo è un posto complesso, l’unica certezza è che non ci sono certezze. Se vuoi eliminare l’incertezza di prendere il cancro, puoi buttarti da un ponte: azzeri il rischio, ma non è una scelta saggia.

Nelle decisioni che prendi puoi minimizzare il rischio, ma non azzerarlo. Come dice il Principio di Pareto, l’efficienza cala tanto più ti avvicini alla perfezione. Più ricerchi la certezza, più i costi per raggiungerla diventano insostenibili.

Il ragionamento non fa una piega a livello economico, ma a noi interessa l’aspetto psicologico: come si riflette questa trappola mentale nella vita di tutti i giorni? Risposta: credi di avere delle certezze, quando il realtà hai solo delle opinioni spesso basate su aria fritta. Da queste finte certezze costruisci il tuo sistema di idee, la tua vita e le tue decisioni. L’influenza delle opinioni sulla tua vita è più grande di quello che pensi, come spiego in questo articolo.

Se sei convinto che i pesticidi chimici siano mortali perché te l’ha detto qualcuno, smetterai di mangiare frutta e incorrerai in problemi ancora più seri (fra l’altro è stato dimostrato che i pesticidi naturali sono più cancerogeni di quelli chimici).

Le certezze sono un’illusione del cervello, la sicurezza è un castello di carte. Non agire mai con la presunzione di avere ragione.

3 – “Già che ci sono lo finisco”

Immagina di essere il proprietario di Ryanair.

Che io mi immagino così.
Che io m’immagino così.

Stai sviluppando un nuovo tipo di aereo che richiede 5 anni e 5 milioni di euro. Quando hai investito 4 anni e 4 milioni, la Easyjet se ne esce con un modello superiore al tuo. Ora la domanda: investi l’ultimo milione di euro per finire il tuo progetto, o butti all’aria 4 anni e 4 milioni?

Secondo una ricerca fatta su manager e proprietari di grosse aziende, la maggior parte continuerebbe il progetto. Ma riformuliamo la domanda in altri termini: investiresti un anno e un milione di euro per creare un aereo inferiore alla concorrenza? In questo caso, quasi tutti rispondono di no.

La situazione è la stessa, ma nel secondo caso non faccio menzione dell’investimento precedente.

Questo esempio dimostra una trappola mentale comune: il “già che ci sono lo finisco”. Ossia: se ho investito in qualcosa, non voglio buttare il lavoro che ho fatto anche quando significa peggiorare le cose.

Fai un esperimento con i tuoi amici. Prendine due e tira fuori una moneta da un euro: “adesso facciamo un asta a partire da 10 centesimi, chi fa l’offerta più alta compra questa moneta da un euro al prezzo finale. Ma chi perde deve buttare nella spazzatura la sua offerta più alta.” Se i tuoi amici accettano di giocare, statisticamente è probabile che il prezzo finale sia oltre l’euro. In altre parole: compreranno la moneta da un euro per un euro e venti centesimi.

La ragione è la stessa: ho già investito ottanta centesimi, quindi è la stessa cosa investirne ottantuno. Ma allora posso anche salire a ottantadue e così via, fino a superare l’euro.

Questa è la mentalità del non-spreco che, seppur lodevole in certi ambiti, può condizionare il tuo pensiero. A volte è più saggio rinunciare a un investimento passato, piuttosto che investire ancora di più in qualcosa di inutile. Tienilo presente ogni volta che ti dici “già che ci sono…”

Sei mai caduto in una di queste trappole mentali? Fammi sapere la tua esperienza con un commento! 🙂