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3 Aprile 2013

Stai buttando la tua vita nel cesso senza saperlo?

Stefano Crescita personale

Cosa vuoi fare nella tua vita?

padre maronno
Voglio fare il santo!

Pensa a quella singola cosa che vuoi fare più di ogni altra. Il tuo sogno, il tuo grande obiettivo. Pensaci ora.

Non lo sai? Sbagliato. Non ci credo. Non mi importa quanto sia difficile, quanto sia oscuro il percorso. Non mi importa se vuoi diventare il prossimo presidente del consiglio. Trova il tuo sogno, non pensare ancora a come realizzarlo.

Fatto? Bravo, adesso sei al livello di tutti gli altri. Perché, sai…

Il 97% delle persone muore senza aver mai vissuto

Il 97% delle persone fa finta di vivere, fa finta di studiare, fa finta di inseguire il proprio sogno. L’unica cosa che queste persone fanno per davvero è morire, morire senza avere mai vissuto.

Puoi decidere di far parte di una delle due grandi categorie di persone.

La prima categoria è quella delle persone che si arrendono, che decidono di vivere una vita normale. Studiano, trovano un lavoro, mettono su una famiglia, prendono la pensione e muoiono senza aver fatto nulla in questo mondo.

È la via facile, per questo è la più gettonata. Niente sorprese, niente emozioni, niente scossoni. Non rischi di cadere, di perdere tutto, di fallire. Avrai i tuoi momenti felici e momenti tristi, piccole salite e discese nel cammino della vita. Urlerai contro la TV, andrai a votare, farai tutte quelle belle cose che le persone fanno.

Ma sai la cosa brutta? Un giorno, fra cinquant’anni, potresti guardarti indietro e capire che hai sprecato la tua vita a essere una persona qualsiasi.

Puoi scegliere questo percorso se vuoi. Non ti sto dicendo che è quello sbagliato, ti sto dicendo che è quello tranquillo. Forse preferisci vivere la tua vita così, senza aspirare ad altro. Non c’è nulla di male.

Oppure puoi fare parte del 3%, quelle persone che non si accontentano. Quelle che non vedono la vita come una strada ma come una montagna russa.

Di quale gruppo vuoi fare parte? Scegli ora.
Di quale gruppo vuoi fare parte? Scegli ora.

Sarà eccitante, ti darà delle soddisfazioni più grandi di quanto potresti mai immaginare, ti permetterà di realizzare i tuoi sogni più sfrenati.

Dall’altra parte, è rischioso. È pericoloso, è stressante, dovrai lavorare più duramente di tutti gli altri. Ma quando vedrai un barlume di luce in fondo al tunnel, quando ti accorgerai delle immense ricompense che ti attendono quando fai parte di quel 3%, ti renderai conto che è valsa ogni goccia di sudore versato.

Devi prendere una decisione adesso

Devi decidere adesso di quale gruppo vuoi fare parte, perché se non decidi andrai automaticamente nel 97%. Sceglierai il percorso più facile, quello della gente normale.

E se non posso decidere?

Sì che puoi prendere una decisione. È la tua vita, forse l’unica cosa di cui sei pienamente in controllo. Puoi essere uno qualsiasi, o puoi sputare sangue per diventare un essere fantastico. E non fantastico “dentro”, quello non interessa. Quello che sei dentro conta solo nella misura in cui influisce su quello che sei fuori.

Bada bene: non dico che quello che sei dentro non conta. Conta eccome, quello che sei dentro sono le radici del tuo albero. Ma se l’albero non produce frutti, le radici non servono a niente.

E non dire che non puoi farlo, puoi. Il tuo sogno non è irrealizzabile finché continui a crederci. Uno degli scrittori più ricchi e famosi di internet è paralizzato dal collo in giù, non può muovere le mani, è su una sedia a rotelle.

Ed è uno scrittore.

La decisione è solo tua. Se un uomo che non è fisicamente in grado di scrivere è diventato uno scrittore famoso, tu puoi diventare quello che vuoi. Io quando ho deciso di voler correre una maratona non mi sono lasciato scoraggiare da tutti quelli intorno a me che mi dicevano “non sei portato, hai una costituzione robusta”. No, io ho perso 25 kg in 6 mesi.

Perché sai, il talento non esiste.

Ora tocca a te, tocca a te prendere una decisione. Se Jon Morrow è diventato uno scrittore anche se non può muovere le mani, non esiste una scusa valida per te. Sono frivole giustificazioni per scappare dalla verità: hai paura, non hai voglia, sei pigro. Ed è solo colpa tua.

"È una giornata troppo perfetta, mi tocca rimanere in casa."
“È una giornata troppo perfetta, mi tocca rimanere in casa.”

Jon ha detto fanculo a tutto, diventerò comunque uno scrittore. Voglio che tu lo dica in questo momento. Dillo a voce alta, adesso.

Ovviamente  voglio che tu scelga il mio percorso: quello più difficile ma con le ricompense maggiori. Ma posso solo cercare di convincerti, non posso obbligarti. La scelta rimane a te.

Non ti serve essere una persona straordinaria per fare cose straordinarie. Devi solo essere una persona comune con una mentalità fuori dal comune. La mentalità del 3%, la mentalità di chi veramente lascia il segno in questo mondo.

Tu puoi fare cose straordinarie

Non è una questione di talento, è una questione di volontà. La volontà salda e ferrea di dire sì, io diventerò una persona straordinaria. Nessuno nasce straordinario, ma tutti possono diventarlo. Basta che assumi la giusta mentalità.

Io non sono nato straordinario, sono nato una persona normale. Ma ti assicuro che farò di tutto per arrivare più in là degli altri.

Nascosto dentro di te c’è un potenziale immenso, devi solo trovare il coraggio di tirarlo fuori. Sì ti servirà coraggio, ti servirà motivazione, ma sono sicuro che puoi farcela. Il tuo sogno è lì che ti aspetta.

Magari ci hai già provato, hai avuto la motivazione, ma hai fallito. Adesso stai qui a dire “sì, belle parole, ma la realtà è diversa.”

Non mi sorprende. A scuola hai avuto un insegnante per la matematica, la storia, la letteratura. Ma nessuno ti ha mai insegnato ad avere successo nella vita. Anche il successo è un’arte che puoi imparare da solo, ma ti richiederà tempo e non andrai troppo in là. Quando ho iniziato il  mio percorso Mindcheats non esisteva, adesso tu hai la possibilità di imparare l’arte del successo.

Non posso garantirti  che ti porterò al successo, ma ti garantisco che ti porterò almeno dieci passi più avanti per raggiungerlo.

Come entrare a far parte del 3%

Ti ricordi quando ti ho fatto trovare il tuo sogno a inizio articolo? Parte tutto da quello.

Ho cambiato idea, voglio fare l'ispettore.
Ho cambiato idea, voglio fare l’ispettore.

Il 97% delle persone ha un sogno e dicono OK, è impossibile, buonanotte. Per loro resterà sempre impossibile, perché non ci proveranno nemmeno. Coronare un sogno significa faticare, migliorare, arrivare sempre più vicino dopo ogni fallimento. Una cosa che i guru di crescita personale si dimenticano di dirti è che per raggiungere il tuo sogno dovrai fare molta più fatica di tutti gli altri. È una delle 3 grandi bugie della crescita personale.

Ora dovrai fare qualcosa per raggiungerlo, quel sogno. Il ritornello è: sii specifico. Cosa vuoi fare? Definiscilo con precisione.

Il primo passo è capire quali siano i requisiti per avere successo. Ad esempio, se voglio correre una maratona devo avere un ottimo peso e un’ottima forma fisica. Quindi alimentazione sana e tanta corsa. Se voglio diventare un astronauta, devo laurearmi con ottimi voti e diventare un pilota di aerei.

Per ognuno di questi obiettivi definisci dei requisiti per raggiungerli: se voglio dimagrire devo mangiare meno, mangiare meglio e cibi più salutari. Poi continua a scendere di grado finché non trovi delle azioni semplici che puoi fare oggi per muoverti verso il tuo obiettivo. Ad esempio, posso decidere di buttare nella spazzatura tutti i Buondì al cioccolato. Insomma stai usando questa tecnica.

Questo processo ti aiuterà a definire una mappa e degli obiettivi concreti sui quali agire, non solo un’idea fumosa. Se hai qualcosa su cui lavorare, sarai più motivato a muovere il fondoschiena.

Oltre a questo, avrai una concezione più precisa di quello che ti è richiesto, già solo questo ti aiuterà a non desistere alle prime difficoltà. Ti spiego il perché in questo articolo.

Ma la cosa più importante resta la mentalità. Finché sei convinto di potercela fare, finché sei motivato, finché lavori tutti i giorni sul tuo progetto, non potrai fallire. Potrebbe volerci più tempo se non hai le tecniche giuste, ma ce la farai. Supererai tutte le difficoltà e alla fine potrai dire sì, sono l’uomo più felice del mondo.

27 Marzo 2013

5 buone ragioni per svegliarti presto la mattina

Stefano sonno

“Perdi un’ora al mattino e la rimpiangerai per tutto il giorno”

– Richiard Whatley

Puoi decidere di essere una persona normale. Puoi decidere di andare al lavoro ogni giorno, tornare a casa distrutto, non avere voglia di fare niente. Stappi la tua birra e ti butti sul divano di fronte alla TV, in attesa che il ciclo si concluda con la pensione. Se ti va bene. Ma non ci contare: nel 2011 l’INPS ha perso altri 105 milioni di euro (fonte).

Oppure senti questa, puoi essere straordinario. Puoi diventare quella persona che tutti guardano con invidia e che dicono hey, è quello sculato a cui è andato sempre tutto bene. Hey, è quello che ha fatto questa  cosa che io avrei voluto fare da giovane.

Eccoti cinque buone ragioni per svegliarti presto la mattina. Sorpresa: tutte contribuiscono a farti diventare una persona straordinaria.

Fermi tutti, vedo il sole! Suonate le trombe!
Fermi tutti, vedo il sole! Suonate le trombe!

1 – Ti fa guadagnare un mese all’anno

Facciamo un po’ di matematica: diciamo che prima andavi a letto a mezzanotte, restavi a giocare a Fruit Ninja per un’ora e ti svegliavi alle nove. Taglia quell’ora di Fruit Ninja e dormi un’ora di meno, ti sveglierai alle 7: due ore prima. Se lo fai tutti i giorni, guadagnerai due ore al giorno in cui puoi fare quello che vuoi.

Somma due ore ogni giorno e ti ritroverai ad aver risparmiato 730 ore in un anno: dividilo per 24, sono 30 giorni. Un mese.

Cosa puoi fare con due ore in più al giorno?

  • Creare un blog letto da migliaia di persone ogni giorno.
  • Studiare per l’esame.
  • Coltivare la tua grande passione.

È sul terzo punto che voglio farti riflettere: se dedichi quelle due ore al giorno per fare qualcosa di utile e rispetti la Regola Aurea, puoi diventare un esperto in qualsiasi cosa. Vuoi diventare un programmatore per Google? Vuoi scrivere un romanzo? Vuoi imparare l’inglese? Puoi farlo. Puoi farlo qui, ora. La tua vita è nelle tue mani.

Non ti sto parlando di tecniche fumose che applicherai fra anni, ti sto dicendo qualcosa che puoi fare già da domani. Non lo vuoi fare? Adesso sai di chi è la colpa. Non della società, non della crisi. La colpa è tua. Tu sei l’unica persona a cui gliene frega qualcosa di te. Gli altri sono troppo egoisticamente concentrati su loro stessi per fregarsene del tuo benessere, tu sei tutto quello che hai.

Sì gli altri possono darti un supporto, possono farti sentire bene. Non sto dicendo che gli altri sono dei cinici egocentrici, non lo sono. Ma non ti aiuteranno a diventare quello che hai sempre voluto essere. Se vuoi diventare qualcuno, solo tu puoi percorrere la strada del successo. Se ti lamenti mi dispiace, nessuno verrà ad aiutarti.

Non lamentarti, agisci. Non lamentarti di non avere tempo per fare quello che ti renderebbe felice, non è vero. Il tempo ce l’hai, basta che non lo sprechi nel letto.

Hai un mese di vantaggio rispetto al resto del mondo, come intendi sfruttarlo?

2 – Ti fa vivere più a lungo

Tutti sappiamo che dormire 4 ore a notte manda il cervello in fase “vado in letargo”, ma stai prendendo il consiglio troppo alla lettera? Anche se dormi troppo, il tuo corpo potrebbe un bel giorno decidere che non vale più la pena di fare tutte quelle cose faticose tipo respirare o farti battere il cuore.

Non sei solo tu ad essere pigro, anche il tuo corpo batte la fiacca quando gliene dai l’opportunità. E se la tua pigrizia si limita a stare sul divano a guardare Verissimo perché non hai voglia di cambiare canale, la pigrizia del tuo corpo regola le funzioni vitali del tuo organismo.

Il tuo corpo si impigrisce quando dormi troppo, quando sei troppo sedentario.

Insomma, se dormi troppo puoi incorrere in queste patologie (fonte):

  1. Diabete.
  2. Obesità, perché il corpo non brucia abbastanza calorie.
  3. Mal di testa causati dagli squilibri ormonali.
  4. Mal di schiena, perché il tuo corpo non è abituato a stare sdraiato su qualcosa di morbido per troppo tempo.
  5. Infarto, per una ragione che ancora elude i medici.

Se dormi più di 7-8 a notte, hai una buona possibilità che il riposo eterno ti ghermisca prima del previsto. Combina questo effetto con quello del punto sopra, e arriverai a scoprire che dormire di meno potrebbe essere la singola azione che ti fa guadagnare più tempo su questo pianeta (ammesso che non fumi e mangi bene).

3 – Ti farà diventare ricco

Una delle abitudini delle persone di successo è dormire fino alle 11 di mattina almeno.

No, a dire il vero, è alzarsi alle 5 di mattina.

Oltre alla sfilza di nomi famosi che hanno scritto dei libri sul perché alzarsi presto ti renderà una persona migliore (fra cui un presidente degli stati Uniti, Franklin), questo studio dimostra che c’è una forte correlazione fra il voto a scuola e l’attitudine ad alzarsi presto.

In altre parole: se ti svegli presto sei più brillante e più produttivo. Insomma, più intelligente. Che a sua volta ti darà un lavoro migliore.

Okay, forse non vuoi diventare ricco. Per qualche ragione pensi che i soldi non solo non fanno la felicità, ma la allontanano pure. Però hai un sogno, un obiettivo da raggiungere. Vuoi diventare un astronauta. Bene, perché un cervello più in forma ti permetterà di pensare a un piano migliore. In ogni caso, avrai più successo.

Aspetta, cosa dici? Non hai un sogno? Mi dispiace per te! Dobbiamo rimediare a questa situazione disastrosa il prima possibile. Perché vedi, avere un sogno e creare un piano per realizzarlo è una delle 12 abitudini delle persone di successo.

Pensa nel più recondito buco nero della tua mente, chiudi gli occhi e concentrati sulla cosa più bella che ti viene in mente. Sentirai una voce, un sussurro leggero che ti dice quello che vuoi essere, un’immagine che ti dà il sorriso, un’emozione che ti fa scorrere un brivido lungo la schiena.

Materializza quell’emozione, assaporala, immaginala. È quella cosa con la quale sei una persona completa. Non i soldi, non la fama, non il successo. Quella singola cosa che  vuoi fare nella tua vita. Se in questo mondo potessi fare solo un’ultima cosa, sarebbe quella.

Sei una persona superficiale? Se non hai un sogno, la risposta è sì. Ma tu non sei superficiale, non tu, sei destinato a grandi cose. Allora raccogli la sfida, trova il tuo obiettivo adesso. Poi stringilo e sputa sangueper raggiungerlo.

4 – Nessuno ti rompe le scatole

Mi ricordo quando dormivo 2 ore al giorno con il sonno polifasico. Sono lì da solo, di notte, senza nessuno in giro. Fuori dalla finestra, il buio. Ogni tanto qualche grillo, due cicale, una macchina isolata.

Mi alzo dalla sedia e cammino lentamente verso la porta, esco, sono in giardino. Guardo le stelle e sospiro. Quella è l’Orsa Minore, quello è Draco.

Fa freddo, rientro in casa, mi siedo alla scrivania. Non ho niente da fare, prendo il libro di diritto privato e inizio a studiare. Senza pressione, senza nient’altro per la testa, senza la vocina che mi dice di prendere il telefono e chiamare Giovanni per una partita di tennis.

Giro la testa e vedo le prime luci dell’alba infrangersi contro il lago di Garda , guardo l’ora: sono passate due ore. Ho studiato quaranta pagine grazie alla lettura veloce. Chiudo il libro, faccio una pausa, mangio qualcosa. Esco e mi godo l’alba, vado a prendere il pane ancora caldo mentre il resto della gloriosa Campoverde si sveglia.

Non solo svegliarti presto ti farà guadagnare più tempo, non solo ti renderà più intelligente e in salute, ma aprirà le porte al momento più produttivo della tua giornata: la mattina.

Dove lavoro alterno due turni: di giorno o di sera. Nel turno di giorno devo partire di casa alle 8:45 di mattina, nel turno di sera alle 2:30 di pomeriggio. Quando lavoro di sera, so che la mattina sarà il mio momento più produttivo. Mi sveglio, faccio colazione, guardo una puntata di Dr. Who, controllo Facebook e mi metto a lavorare sul mio grande progetto. Il mio corso di Inglese Dinamico l’ho scritto principalmente di mattina, mentre tutti gli altri dormivano.

Ci sono due ragioni per le quali il mattino presto è il momento più produttivo della tua giornata:

  1. Non sei ancora stanco.
  2. Nessuno ti rompe le scatole.

Non sei ancora stanco perché non hai fatto niente, logico. Sei al 100% se hai seguito i miei consigli su come dormire bene.

Ma rifletti sul secondo aspetto: nessuno ti rompe le scatole, perché nessuno è sveglio. Nessuno può disturbarti, il vicino non può passare l’aspirapolvere, gli amici non posso chiamarti per andare a prendere un gelato. Sei da solo, cosa vuoi fare?

Puoi annoiarti, oppure puoi essere produttivo. Puoi guadagnare quelle due ore di vantaggio sul resto del mondo, quelle due ore al giorno che possono fare la differenza fra successo e fallimento. Anche senza arrivare agli estremi del sonno polifasico, alzarsi alle 6 di mattina non è un obiettivo difficile.

La questione è anche psicologica. Come giustamente dice Chelestine Chua, se ti svegli presto la mattina ti senti in potere di fare qualsiasi cosa, perché sei sveglio quando il 99,9% del mondo sta dormendo. Sarai motivat, ti metterai subito a lavorare sul tuo compito più difficile.

Al contrario, se ti svegli tardi sarai stanco tutto il giorno.

5 – Puoi guardare l’alba

Non sono diventato romantico, al contrario: guardare l’alba ti fa capire quanto sei insignificante agli occhi dell’universo.

Questo potrebbe essere il singolo pensiero che ti porterà ad essere una persona migliore: ti spiego il perché in questo articolo.

Oltre a questo, guardare l’alba regolerà il tuo ciclo circadiano: quella serie di reazioni ormonali che regolano il tuo ciclo sonno-veglia. Se non riesci a dormire prima delle due di notte quando sei in vacanza, puoi ringraziare il ciclo circadiano. Se sei andato in Australia e ci hai messo due settimane per abituarti al fuso orario, puoi ringraziare il ciclo circadiano (anche se puoi risolvere il jet lag con questa tecnica).

Svegliarsi presto non è facile, la già citata Chelestine Chua te lo dice chiaramente. Te lo dico pure io: svegliarsi presto è difficile, per le prime settimane. Puoi rendere il passaggio più semplice facendo capire al ciclo circadiano che non scherzi: tu sei qui per svegliarti presto, per vivere al 100% la tua vita, non per far finta di vivere.

Già, la maggior parte delle persone fanno finta di vivere. Fanno finta di studiare, di cercare un buon lavoro, di avere un obiettivo. L’unica cosa che fanno veramente è morire, dopo aver vissuto una vita per finta.

A 23 anni ho viaggiato per il mondo, mi sono laureato, ho lavorato per un anno negli Stati Uniti, ho creato un blog letto da migliaia di persone ogni giorno, sono un buon cuoco e atleta. Parlo l’inglese alla perfezione, capisco lo spagnolo e il lettone. E via di questo passo.

L’anno prossimo non so ancora cosa farò. Torno a studiare? Vado in Nuova Zelanda a lavorare? Faccio un corso e divento un barista acrobatico con i soldi che ho guadagnato in America? Vedremo.

Il punto è che la vita è eccitante, è dannatamente eccitante. Ogni giorno è straordinario, devi solo alzarti dal divano e renderlo tale. Settimana prossima visito una fabbrica di cioccolato, fra meno di un mese ho prenotato una sessione di guida in un circuito a bordo di una Lamborghini Diablo.

Perché l’ho fatto? Perché è eccitante.

Rendi eccitante anche la tua vita a partire da oggi, ma non puoi farlo se ti svegli tardi. Se ti svegli presto puoi fare di mattina quello che alle persone normali richiede un’intera giornata, cose come avere uno stipendio scrivendo un romanzo (magari puoi usare questa tecnica). Così di pomeriggio può usare i soldi che hai guadagnato per fare qualcosa che valga la pena essere raccontato ai nipoti quando sarai vecchio.

Già, non te l’ha detto nessuno? Anche tu invecchierai. Da quando sei nato hai addosso questa malattia mortale chiamata invecchiamento. Non puoi scappare, non esiste una cura. Invecchierai e morirai, ogni secondo che passi su questo pianeta è perso per sempre. A un certo punto ti guarderai indietro e dirai corbezzoli, quando ero giovane sono stato troppo pigro per godermi la vita. E adesso sono troppo vecchio per farlo.

20 Marzo 2013

4 scoperte che non trovi nei libri di autostima

Stefano Crescita personale

Oggi pubblico un articolo di Manuela Mattei, una lettrice di Mindcheats, che ci parla di come migliorare l’autostima. Buona lettura!

Con una mela in testa siete un bersaglio o avete il bernoccolo delle idee?
Con una mela in testa siete un bersaglio o avete il bernoccolo delle idee?

Ciao amici di Stefano Mini,

sono Manuela Mattei, come voi un’assidua lettrice di Mindcheats.net. Desidero condividere con voi una strategia di crescita personale che ho dovuto inventarmi da sola, solo perché non sono riuscita a trovarla tra le pagine di questo splendido blog! Infatti da quando conosco il blog di Stefano ho imparato molte strategie utili, ma per il mio caso specifico non era stato scritto nulla di simile e ho dovuto rimboccarmi le maniche.

Fin da piccola, ho sempre mostrato un carattere solitario e mi piaceva leggere e fantasticare. Da questi indizi, avrete già capito che non avevo la stoffa del leader nella mia banda di ragazzine. Aggiungete un pizzico di emotività e avrete una ragazza insicura e con poca autostima. Finché si è adolescenti, l’insicurezza è tollerabile e poi ci sono sempre un sacco di amici disposti a darti una mano. Ma quando entri nel mondo del lavoro non c’è troppo tempo per riflettere e non ci sono sempre gli amici. Le persone insicure rischiano di perdere le buone occasioni e la poca autostima deforma in peggio i loro risultati lavorativi, prima di tutto ai loro occhi e talvolta anche a quelli dei superiori e colleghi.

Per sopravvivere, ho fatto la cosa più ovvia e, visto che già mi interessavo di crescita personale, ho concentrato tutti i miei sforzi sull’aumentare la mia autostima e sicurezza interiore. Ho parlato con gli amici più fidati, ho chiesto consiglio a esperti, ho letto libri e fatto esercizi. Invano. Dopo gli esercizi (di visualizzazione) non mi vedevo né più brava, né più intelligente di prima. E tanto meno “la migliore”. Gli amici mi dicevano che era semplice: “Tu pensa di essere la migliore e lo sarai”. Inutile, quella frase era solo il canto del cigno prima di un disastro. Tanto valeva annunciarlo, il disastro.

Il mio obiettivo, e il sottotitolo di questo post, a quel punto è diventato:

Come migliorare l’autostima senza lavorare sull’autostima?

Dovevo aggirare il problema oppure documentarmi meglio. Per fortuna, davanti a un caffè, un amico psicologo mi disse parlando del più e del meno che, sì, anche l’identità era importante. L’identità? Per quel che ne sapevo, definire l’io era una faccenda quasi più filosofica che pratica e io invece avevo bisogno di concetti semplici da cui derivassero esercizi pratici. In ogni caso mi sono documentata, ci ho pensato su, ho provato degli esercizi e adesso vorrei condividere con voi le mie scoperte sul campo.

Le volete leggere con me?

1. Lavorare sull’identità migliorerà la vostra autostima

Come vi ho detto, il concetto di io e identità sfiorano la filosofia. Per semplificare, ho iniziato a pensare che l’identità fossero le mie preferenze: vi piace l’uovo sodo o strapazzato? Vi piacciono le pere? E sciare? O preferite nuotare? Zucchero o limone? Qual è il vostro cantante preferito? Non potevo certo passare la vita a compilare un elenco del genere, quindi ecco un po’ d’esercizi ispirati dalla scrittrice Julia Cameron:

  • domani non parlate dei vostri problemi a nessuno, non chiedete consigli a nessuno e cercate di risolvere le vostre grane da soli. Provate per un giorno a settimana per qualche tempo
  • realizzate dei collage con ritagli di foto prese dai giornali. Scegliete le immagini che vi colpiscono di più senza stare a pensarci troppo
  • riuscite a stare 2-3 giorni senza leggere e scrivere (niente pc, tablet, smartphone, riviste, libri, carta e penna), magari durante le prossime vacanze? Potrete uscire e vedere persone e anche chiamarle via telefono (no chat e sms)
  • tenete un diario solo per voi

2. Gestire corpo ed emozioni migliorerà la vostra autostima

Per migliorare l’autostima avevo provato a leggere libri e a fare esercizi di visualizzazione. Tutto inutile, il canale razionale e visivo non ne volevano sapere di farmi provare l’adrenalina di essere semplicemente me stessa. Esercizi di meditazione e rilassamento mi hanno invece aiutato a gestire meglio le emozioni.

Raggiungendo più spesso e più facilmente l’equilibrio emotivo e la serenità ho notato che l’insicurezza si allontana, l’identità si rafforza e anche se non penso di essere la migliore, ma semplicemente una tra tanti, speciale nella misura in cui ciascuno è speciale a modo suo… Sapete che vi dico? Chissenefrega dell’autostima. Come meditare? Il libro più semplice e più efficace che ho messo in pratica si chiama “Che cos’è la meditazione?: introduzione al buddhismo e alla meditazione” di Rob Nairn.

3. L’autostima è un concetto culturale, non universale

Lo dice la parola stessa: autostima vuol dire giudicarsi e misurarsi da soli. Quindi ci si può anche muovere una critica o bisogna solo apprezzarsi? La risposta esatta è la seconda perché l’autostima è avere una buona immagine di sé. Ma quanto deve essere buona questa immagine? Perché tra considerarsi brava, eccellente o la migliore del mondo c’è un po’ di differenza. Viaggiando, ho notato che questi concetti variano tra culture, strati, ruoli di genere e classi sociali.

Un viaggio recente negli Usa è stato illuminante per vedere sul campo persone animate senza sforzo dal pensiero positivo e con una buona autostima. Studiando la cultura orientale, ci accorgiamo che l’individuo è subordinato al gruppo e ciò modifica il concetto stesso di sé. Alcuni tratti psicologici cambiano nel tempo: per esempio l’umiltà è un tratto caratteriale che alcuni secoli fa era considerato nobilitante, ma sino a pochi anni fa in alcuni ambiti suonava quasi come un insulto. Nel web 2.0, tra i blogger e lavoratori web, è un termine che è di nuovo tornato in auge…

4. Avere bassa autostima e alta identità ha i suoi vantaggi

Di quest’ultima vi posto un riepilogo in foto e parole (quella nella foto son sempre io, davanti a un museo danese):

autostimaGRIGLIA

  • Autostima e identità (+ A + I): persona resiliente
  • Autostima senza identità (+ A – I): persona egoica
  • Identità senza autostima (- A + I): persona flessibile
  • Senza autostima e identità (- A – I): persona statica

Che cosa significano questi simboli? A sta per autostima e I per identità. In una mia interpretazione, la combinazione delle due componenti dà luogo a diversi tipi di persona. Nella società in continuo mutamento in cui viviamo una persona che sa il fatto suo e convive con alcune insicurezze è avvantaggiata perché più flessibile. Una persona che crede molto in se stessa ma non si chiede mai che cosa lo interessa risulta troppo rigida. Il quadrante in alto a sinistra rappresenta l’ideale di una persona con buona autostima e identità, resiliente, assertiva.

Ma gli ideali sono difficili da raggiungere. Quindi, se non l’avete ancora fatto, toglietevi intanto la curiosità di scoprire la vostra identità con i miei consigli o inventatevi un metodo tutto vostro.

13 Marzo 2013

3 crudeli verità sul cervello

Stefano ricerche e scoperte scientifiche

Cosa se ti dicessi che è stato dimostrato che il mondo come lo conosci è frutto della tua immaginazione?

Non ci siamo ancora arrivati, ma ci siamo vicini. Più gli scienziati scoprono nuove informazioni sul cervello, più mi rendo conto che la sua intelligenza è paragonabile a una sola cosa: la sua stupidità.

Da una parte puoi memorizzare elenchi in pochi secondi, dall’altra la tua mente è capace di errori colossali. E non sto parlando di qualche svista innocua qua e là, sto parlando di errori logici che cambiano l’intera percezione del mondo che ti circonda. Cose come…

1 – Il lavaggio del cervello esiste (e puoi farlo anche tu)

"Non sono stato io, non sono stato io..."
“Non sono stato io, non sono stato io…”

Ci sono due esperimenti in questo senso, quelli di Nadean Cool e Beth Rutherford (fonte).

In entrambi i casi, le volontarie sono state convinte di essere state violentate dai genitori, aver partecipato a messe sataniche, mangiato animali vivi e altre cose simpatiche. Nessuna di queste cose è mai successa realmente, è bastata qualche seduta dallo psicologo per creare un ricordo falso: Nadean e Beth erano convinte che tutte queste cose fossero veramente successe. E non stiamo parlando di un particolare inutile di dieci anni fa, del tipo “ma su quel panino avevi messo Nutella o marmellata”, paliamo di eventi traumatici che possono cambiare la vita delle persone.

Ma la cosa ancora più preoccupante è questa: i due volontari erano persone normali. Il processo di creazione dei nuovi ricordi fasulli è identico alla riesumazione dei “ricordi nascosti”, quelli seppelliti nell’inconscio. Fra l’altro, le memorie represse sono in buona parte una balla (fonte). In altre parole: se vai dallo psicologo e chiedi di farti tornare dei ricordi nascosti che hai chiuso nell’inconscio, potresti tornare a casa con dei ricordi falsi. Un lavaggio del cervello.

Con le giuste tecniche, posso far credere a un individuo sano quello che voglio. Posso cancellare la sua memoria e rimpiazzarla con una che mi sono inventato questa mattina mentre facevo colazione, basta usare le parole giuste.

Posso spaventarti ancora di più? Allora leggi qui: anche il tuo cervello è stato lavato più volte. Si è lavato da solo.

Un attimo… Cosa?

La capacità del cervello di elaborare le informazioni è limitata. Per questo si è evoluto per immagazzinare solo i ricordi utili, e scarta quelli che non servono per la sopravvivenza. È un meccanismo di risparmio energetico e semplificazione comune a tutti gli animali.

Fra le informazioni inutili c’è anche la provenienza di un’informazione: se io adesso ti dico che le termiti mangiano il legno più velocemente quando ascoltano musica rock (è vero), fra tre anni potresti ricordartelo. Ma non ti ricorderai che l’hai letto su Mindcheats.

Se stanotte sogni di leggere sul tuo quotidiano preferito che il 94% delle persone non sanno usare il ferro da stiro, fra tre anni potresti ricordartelo. Ma non ti ricorderai che te lo sei inventato in un sogno: crederai che la statistica è vera.

In altre parole, il cervello confonde l’immaginazione con la memoria.

La ragione è che il cervello cerca di riempire i vuoti di memoria per far sì che tutte le informazioni ricevute abbiano senso. Se incontri un amico d’infanzia e ti racconta di eventi immaginari come se fossero successi veramente, la tua mente creerà dei falsi ricordi.

2 – La scienza ha creato la telepatia

Le interrogazioni diventerebbero più semplici.
Le interrogazioni diventerebbero più semplici.

Vuoi chiedere a tua mamma di prenderti qualcosa dalla cucina “già che c’è” ma non hai voglia di urlare? Fra qualche anno potresti comunicare con lei telepaticamente.

Il primo esperimento di successo sulla telepatia ha permesso ai topi di comunicare telepaticamente fra di loro con il solo uso del pensiero.

L’esperimento è stato guidato da Miguel Nicoleis dell’università di Durham in North Carolina (fonte). Due topi sono stati messi in due gabbie diverse con due bottoni e una luce sopra ognuno di essi. I topi dovevano premere il bottone corrispondente alla luce illuminata. Fin qui tutto semplice, pure i topi sono capaci.

Poi in una delle due gabbie è stata tolta la luce, e il primo topo doveva comunicare telepaticamente con il secondo e dirgli quale bottone premere. Il secondo topo ha risposto giusto nel 72% dei casi.

Un attimo… Cosa?

Nel primo topo è stato impiantato nella corteccia motoria un sensore per gli stimoli neuronali. Gli scienziati hanno notato che le due luci, destra e sinistra, producevano un’impronta elettrica diversa nella mente dell’animale. Nel secondo topo hanno impiantato un emettitore che ricreava quella precisa impronta nel secondo.

Il cervello è una batteria che gestisce il corpo con degli impulsi elettrici. Ricreando il giusto stimolo nella giusta parte del cervello, gli scienziati possono indurre ogni tipo di pensiero.

La tecnologia umana è troppo grossolana per simulare pensieri complessi, per il momento il risultato più avanzato è stato quello di far dire “destra” o “sinistra” a un topo. Ma nel prossimo secolo Miguel è convinto che si possano trasmettere pensieri completi fra umani. E se lo dice Miguel… Il futuro della comunicazione personale potrebbe essere più futuristico di quanto visto nei film di fantascienza.

Sempre che i "soliti noti" non interferiscano.
Sempre che i “soliti noti” non interferiscano.

3 – Hai il sesto senso

L’idea che il corpo ha cinque sensi deriva da Aristotele, che nella sua opera De Anima spiega i cinque sensi classici. Parla anche di come ogni senso debba avere un organo specifico per recepire il segnale, e fin qui tutto bene. Aristotele però sbaglia quando fa il passo successivo: possono esserci solo cinque sensi, perché il corpo ha cinque recettori.

La scienza che si è evoluta negli ultimi due millenni ha scoperto nuovi sistemi grazie ai quali il corpo si interfaccia con il mondo. Già solo a un’osservazione grossolana, i recettori dei sensi sono sei (fonte):

  1. Occhi
  2. Orecchie
  3. Naso
  4. Pelle
  5. Bocca
  6. Sistema vestibolare

Un attimo… cosa?

Il sistema vestibolare, detto anche orecchio interno, è quello che si occupa dell’orientamento spaziale e, fra le altre cose, è quello che ti dice quando stai cadendo per terra. Senza il sistema vestibolare, non riusciresti a rimanere in piedi. Ti permette anche di mantenere gli occhi fissi su qualcosa quando muovi la testa.

All’interno di ogni organo di senso sono presenti diversi recettori, che porta il numero di sensi in doppia cifra. Ad esempio, nel solo senso del tatto sono compresi stimoli diversi:

  • Tocco
  • Dolore
  • Temperatura
  • Posizione spaziale

Dove sono i tuoi piedi? Distesi o accavallati? Distanti o vicini fra di loro? Li stai muovendo? Queste sono tutte informazioni che puoi conoscere anche senza i cinque sensi classici: è il senso della posizione spaziale del tuo corpo.

Se chiudi gli occhi e ruoti la tua testa a sinistra, sai che è ruotata a sinistra. Puoi anche restare in piedi pur senza un riferimento visivo.

Non è finita qui. Gli psicologi stanno parlando di un settimo senso, l’intuizione, non confermato (fonte). E di un ottavo, la capacità di annusare le emozioni (fonte). E di un nono, decimo, undicesimo… La tua mente può fare più di quello che credi.

Ti è piaciuto questo articolo? Allora vorrai scoprire le 101 verità sul cervello che nessuno conosce: clicca qui.

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6 Marzo 2013

Come imparare l’inglese: la guida definitiva

Stefano studio

Settimana scorsa ho dovuto compilare il tax return form: un modulo con il quale chiedo al governo americano di ridarmi le poche tasse che ho pagato nel 2012.

Mentre in Italia il governo cerca di risanare l’economia tartassando i cittadini con le imposte, qui negli Stati Uniti è il governo a darmi soldi. Non solo ho pagato meno della metà di quanto avrei dovuto fare in Italia, ma mi ridanno quasi tutto. Non fra dieci anni, avrò i soldi fra dieci giorni sul conto corrente.

O forse dovrei parlare della mia banca, la Bank of America: ho un conto corrente e una carta di credito gratis. Sono andato nella loro filiale, ho compilato qualche modulo e un’ora dopo sono uscito con il mio numero di conto e la mia carta di credito. Non ho sborsato un centesimo e non ho costi fissi. Non pago niente.

Potrei andare avanti a raccontarti di come gli Stati Uniti siano anni luce avanti rispetto all’Italia. Da quando sono atterrato a Orlando, la mia vita è cambiata. Non voglio più tornare in Europa, sto troppo bene qui. Quando penso che fra due mesi devo andarmene, mi si stringe lo stomaco.

Ma sono grato per questa esperienza. Sono felice perché per un anno ho vissuto una vita fantastica, ho avuto un lavoro che in Italia non avrei mai potuto sognare, ho fatto e imparato più cose di quanto avrei creduto possibile. Un anno in Florida mi ha cambiato.

Chiudi gli occhi e pensa a quello che potresti fare con un inglese perfetto:

  • Puoi lavorare a Londra, New York, Sydney, Vancouver.
  • Hai un vantaggio in qualsiasi lavoro, potrai chiedere uno stipendio più alto.
  • Puoi studiare in un’università all’estero: sono gratis e migliori di quelle italiane.
  • Puoi parlare con tutto il mondo nella lingua internazionale.

Psst, vuoi sapere un segreto?

Non devi essere portato per l’inglese per imparare l’inglese

Leggi questa pagina per sapere la verità

Io sono sempre stato una schiappa con le lingue straniere, avevo l’insufficienza alle scuole medie. Alle medie, insufficiente. Andavo bene in tutto il resto ma l’inglese no, non lo digerivo.

Poi qualcosa è cambiato. Alle superiori, sono diventato il migliore della classe. Prendevo 8 e 9 alle verifiche senza studiare, senza stare attento a lezione. Le interrogazioni d’inglese erano noiose tanto erano semplici per me.

Cos’è successo?

Ho imparato l’inglese. Non con i soliti metodi, non sui libri, non spendendo mille euro per una vacanza-studio a Londra. Quelle puttanate non ti serviranno a niente.

Ho imparato l’inglese per conto mio, a casa, senza nessun aiuto.

L’ho imparato mentre mi divertivo, non ho mai aperto un libro di grammatica e non ho mai studiato. La sai la novità? Non ti serve studiare per imparare una lingua. Io ne sono la dimostrazione.

Io non sono nato così, io non sono nato con il talento. Mia sorella ha sempre avuto ottimi voti con le lingue straniere, io no. Ogni ora di lezione era una sofferenza, mi ero auto-convinto che non sarei mai riuscito a parlare l’inglese. Mi sentivo destinato a vivere per sempre in Italia.

Fino a quando non ho scoperto che imparare una lingua non è difficile. È la cosa più naturale al mondo, il tuo cervello è già programmato per parlare in inglese. Quando mi guardo indietro e vedo quanto bene e velocemente ho imparato l’inglese, non riesco a crederci.

Come imparare l’inglese senza studiare

Puoi seguire il mio stesso percorso che ti porterà a lavorare negli Stati uniti, a studiare a Vancouver, anche solo a parlare con un inglese a Londra. Non è difficile, non ti serve essere “portato”, ti basta solo la voglia di imparare.

Clicca qui per scoprire il mio metodo

Già, la voglia di imparare. Per quanto io possa indicarti il cammino, le gambe sono le tue. Se sei alla ricerca della solita scusa per dire “eh io ci ho provato ma sono fatto così, non riuscirò mai a imparare l’inglese”, sei nel posto sbagliato. Vai a spendere mille euro per il primo corso tradizionale che vedi, fai finta di studiare, fai finta di fare l’esame e fallire.

Tranquillo, sei in buona compagnia: qui c’è il 97% delle persone.

Il mio metodo è fatto per il 3% che non cerca scuse, quelli che scalano la montagna. È una guida che ti dà gli strumenti per diventare una persona nuova e migliore. Ti farò uscire dalla tua zona di comfort, ti farò esercitare, non ti darò gratificazioni fasulle.

Quella roba la lascio ai corsi da 1000 euro, che ti fanno sentire felice mentre si prendono i tuoi soldi. Io non voglio creare un’illusione, voglio farti imparare l’inglese pratico. Quell’inglese che userai per parlare, quell’inglese che userai per cambiare la tua vita. Spero che la cambierà a te quando l’ha cambiata a me. Senza l’inglese, sarei una persona diversa. Sarei un altro Stefano Mini.

Ma ti guiderò in questo percorso, farò di tutto per rendere il tuo percorso facile, divertente ed efficace. Ma quando la strada è appianata, sta a te iniziare a camminare. Sei pronto per una sfida che cambierà la tua vita?

Se fai parte del 3%, fai click qui per imparare l’inglese

27 Febbraio 2013

La sconcertante verità sui corsi d’inglese

Stefano studio

 La scuola prima di tutto, ma anche le costose lezioni private non ti serviranno a niente. Ti faranno credere di insegnarti l’inglese, ma in realtà non farai progressi.

La prima ragione sta nel fatto che apprendi a una velocità molto inferiore: la qualità dell’apprendimento è bassa. Questo significa che sprecherai molto del tuo tempo e ti dimenticherai la maggior parte delle cose, perché lo studio classico non aiuta la memorizzazione.

La qualità resta bassa nei corsi da migliaia di euro perché ti lascia dentro alla tua zona di comfort, non vai oltre i tuoi limiti: salire di livello è impegnativo, potresti abbandonare. Se molli tutto, quelli che fanno il corso smettono di prendersi i tuoi soldi. Tanto vale farti credere di imparare qualcosa, ora che ti accorgi della bufala loro saranno già lontani.

La scuola invece è sbagliata di principio: nessuno vuole veramente farti imparare l’inglese. Al sistema di te non gliene frega niente, a molti professori non importa della tua crescita. Vogliono finire la giornata e tornare a casa facendo meno fatica possibile. Altri hanno tanta buona volontà ma non conoscono i principi dell’apprendimento, vorrebbero insegnarti l’inglese ma nessuno gli ha mai spiegato come.

Infine vengono quei professori volenterosi e capaci, che però vengono stretti da un programma scolastico che da una parte gli dà da spiegare una serie di nozioni fondamentali inutili (come la letteratura inglese quando ancora gli studenti non saprebbero chiedere un caffè al bar senza balbettare), dall’altra concede così poche ore che non c’è tempo per fare qualcosa di serio. In altre parole, la scuola è flagellata da:

  1. Professori incompetenti.

  2. Professori competenti ma che non sanno insegnare.

  3. Programmi assurdi.

Questo avviene soprattutto in Italia, un Paese arretrato anche sotto il profilo dell’apprendimento. Siamo ancora convinti che studiare sia l’unico modo per imparare, io sono qui a dimostrare il contrario. L’inglese non l’ho mai studiato e non ho intenzione di iniziare adesso. Se anche tu lo credi, ti invito a riconsiderare la tua filosofia. Se non apri la mente, non arriverai da nessuna parte.

Tipo copiare.
Tipo copiare.

La qualità dello studio dell’inglese viene ulteriormente peggiorata dalla mancanza di una vera parte pratica: leggi, leggi e studi. Dove sono finiti ascolto e produzione scritta e orale? Il tuo inglese è avanzato quanto il peggiore di questi quattro elementi. Se leggi bene l’inglese ma non lo sai parlare, globlamente non conosci la lingua.

Sbagli a credere che più leggi in inglese, meglio parli. Sono aree distinte, è una balla che ti è stata detta per farti rimanere nella zona di comfort nella quale ti senti protetto e al sicuro. L’unico modo per imparare a parlare è parlare, non c’è altra strada. Se continua a leggere libri senza mai metterti in gioco, avrai una bruttissima sorpresa quando atterrerai per la prima volta a Londra: non riuscirai a mettere insieme quattro parole in croce.

Ho visto questo problema fra tutti i miei compagni di classe al liceo, anche quelli che avevano 8 in pagella come me: capivano i testi inglesi, ma nelle interrogazioni balbettavano i concetti a monosillabi. Oppure ripetevano a memoria quanto scritto sul libro, che è ancora peggio.

Io prendevo voti alti agli orali di inglese non perché avevo studiato, ma perché improvvisavo bene. Sapevo la lingua e creavo delle frasi complete, il professore non poteva darmi solo il misero 6 anche se non avevo studiato granché di letteratura.

Ecco, la letteratura. Anche questa una bella scusa per farti restare nella zona di comfort a scuola, e per dare al professore qualcosa da spiegare senza fare troppa fatica. Te lo dico forte e chiaro: la letteratura è inutile. Io non l’ho mai studiata eppure so l’inglese, cos’è questa storia?

Te lo ripeto: per parlare l’inglese devi parlare l’inglese. Non leggerlo, non studiare il vocabolario, non analizzare le poesie di tre secoli fa. Devi parlarlo, parlarlo, parlarlo. Punto. Qualsiasi altra teoria è fatta per farti sentire bene, darti una pacca sulla spalla, magari convincerti a comprare un corso da mille euro che non ti servirà a niente.

Questo articolo è tratto dal Corso Completo di Inglese Dinamico, il mio nuovo corso di inglese che ti permette di imparare una nuova lingua senza studiare mai.

Clicca qui per scoprire di cosa si tratta

20 Febbraio 2013

Un’ottima ragione per imparare l’inglese (e come farlo efficacemente)

Stefano studio

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Non è mai stata mia intenzione imparare l’inglese. Ho sempre detto che era inutile, che non mi sarebbe mai servito. Ero felice dove stavo, in Italia, nella mia piccola Brescia.

Senza accorgermene mi ritrovo dopo qualche anno a fare richiesta per il progetto Erasmus, un fondo della comunità europea che permette agli studenti di tutto il continente di studiare all’estero per un semestre. Vado a Riga, in Lettonia, a studiare in una prestigiosa università internazionale.

Passano altri due anni ed ecco il 2012: vengo selezionato per un lavoro di 12 mesi a Orlando, negli Stati Uniti.

Ho conosciuto persone incredibili, visto posti straordinari, ampliato i miei orizzonti.

Fra quel ragazzo che non sa l’inglese e la persona che lavora in America, c’è l’Inglese Dinamico.

In questo articolo vorrei parlarti di quanto l’inglese sia importante, di quanto questo singolo aspetto può cambiarti la vita in meglio. Ma non è facile.

Non è facile perché se conosci solo l’italiano non riuscirai a comprendere tutte le porte che ti si apriranno una volta imparata la lingua. Adesso concepisci solo alcuni degli immensi vantaggi che comporta la conoscenza dell’inglese, tutte quelle belle cose che ti dicono la scuola e la società:

  • L’inglese è importante nel lavoro.

  • Puoi comunicare ovunque vai.

  • Potrai trasferirti all’estero.

  • Puoi capire quello che canta Rihanna senza leggere il testo online.

Tutte ottime ragioni, ma c’è di più.

Quello che veramente fa la differenza fra uno che sa l’inglese e uno che non lo sa, è internet.

Internet è la più grande risorsa della storia dell’umanità, disponibile gratis senza limitazioni. È una risorsa democratica, perché tutti ne hanno libero accesso. In Estonia è diritto legale di ogni cittadino avere una connessione a internet, in Finlandia questo diritto sta per entrare a far parte della costituzione.

Internet non è Facebook. Grazie alla rete hai a libera disposizione l’intera conoscenza del genere umano, gratis e a portata di click. Hai dei servizi che nella ristretta realtà italiana non puoi concepire.

C’è solo una barriera che ti separa da tutto ciò: l’inglese.

E che mi dici dei viaggi?

L’Italia non ha futuro. Io ho 23 anni e punto a viverne almeno altri 50, devo pianificare a lungo termine. Pensaci: come sarà l’Italia fra mezzo secolo? Sarà ancora fra i grandi del mondo? Ci sarà ancora benessere diffuso? Avrai la certezza di una pensione?

No.

Io ho paura, paura che l’Italia diventerà la prossima Argentina, Romania, Vietnam. Pensaci anche tu, potrebbe portarti alla decisione che cambierà la tua vita: emigrare.

Ma non siamo più nel secolo scorso, emigrare non è così facile. Una volta bastava prendere una nave e salpare per New York, adesso non puoi più farlo. Puoi girare liberamente per gli stati europei, ma più in là non puoi andare.

Per essere accettato all’estero devi avere delle qualità, delle competenze. Se non sei nessuno e non sai fare niente, avrai una vita dura. Fidati, nessuno ti prenderà mai sul serio oltre i confini nazionali se non sai l’inglese.

Quindi imparare l’inglese è una scelta che ti cambierà la vita in un modo o nell’altro. Anche se scegli di rimanere in Italia, grazie a internet avrai accesso a una banca dati di informazioni che ti renderanno una persona migliore.

L’inglese è una lingua richiesta per tutti i lavori prestigiosi, non puoi fare carriera con il solo italiano. Anche se non vuoi emigrare, questo corso getterà le basi per il tuo futuro.

Il mio computer è totalmente in inglese, su internet navigo in inglese e l’unico sito dove ancora interagisco in italiano è Mindcheats.

Lo faccio perché la completezza e la qualità che ti offre un computer in inglese non la puoi nemmeno paragonare alla triste realtà italiana. Adesso potresti pensare che non è così, che dopotutto in Italia non ce la passiamo poi così male.

Sbagli.

Anche io la pensavo così. Anche io ero felice di Brescia quando non conoscevo la realtà al di fuori del mio paesino di periferia. Poi ho iniziato a fare qualcosa che mi ha cambiato la vita: ho viaggiato.

Ho viaggiato per l’Italia e mi sono accorto che stavo vivendo in una bolla di felicità fasulla. Mi sono reso conto di come la realtà fosse diversa da come me l’ero immaginata.

Poi ho viaggiato all’estero, ho vissuto in Lettonia per 6 mesi, ho ancora espanso i miei orizzonti.

Alla fine, gli Stati Uniti.

A ogni viaggio mi sono sorpreso a vedere quanto ero limitato prima, quanto ancora avevo da scoprire sul mondo. So che la mia prossima avventura mi darà ancora molto.

Tu adesso sei il me di qualche anno fa. Ancora nella tua bolla, isolato dalla realtà. Non puoi comunicare con l’esterno, non puoi vedere veramente com’è fatto il mondo perché non sai l’inglese.

Oggi inizi a uscire dal tuo guscio e a capire da che parte gira il mondo, scoprirai la verità. Fra cinque anni guarderai indietro e ti chiederai come facevi a vivere senza inglese, ti chiederai come sarebbe stata la vita senza l’Inglese Dinamico.

Te lo dico io: peggiore.

Per questo ho pubblicato un corso del quale hai appena letto un estratto: il Corso Completo di Inglese Dinamico, il sistema da me creato per imparare la lingua anglosassone divertendoti.

Clicca qui per saperne di più

Se ti sei già iscritto alla lezioni via email gratis di Inglese Dinamico, questa NON è la stessa cosa. È un corso separato e strutturato meglio, che riprende i principi delle lezioni via email e le migliora sotto tutti gli aspetti. Inoltre in questo corso completo avrai una serie di supporti didattici come:

  • Il dizionario fondamentale.
  • Video e articoli in inglese.
  • Il calendario per tracciare i tuoi obiettivi.
  • Report omaggio.

Se vuoi imparare l’inglese, fra due settimane avrai a disposizione l’unico strumento di cui avrai mai bisogno: un metodo innovativo basato sulla mia esperienza, lo stesso metodo che mi ha fatto trovare lavoro negli Stati Uniti.

Vieni a scoprire i dettagli del corso

13 Febbraio 2013

3 incredibili superpoteri del cervello umano

Stefano Crescita personale

Hai mai sognato di essere un supereroe che può volare, respirare sott’acqua o sollevare automobili?

Ti ho beccato. 😛 Anche a me piace pensarci, il mondo è troppo banale, troppo conosciuto. È roba vecchia. Per questo evadi dalla realtà e sogni ad occhi aperti di poteri strani, per questo Naruto e Dragonball vanno così di moda.

Invece di sognare di essere in grado di fare cose impossibili, perché non pensi ai poteri eccezionali che già possiedi? Sì perché, anche se non te ne accorgi, sei già in grado di fare delle cose che non vedi nei migliori film di fantascienza.

Cose del tipo…

1 – Triangolare il suono

triangolazione
Bambini, benvenuti alla prima elementare. Oggi iniziamo con…

Il suono viaggia a 1.200 kilometri all’ora. La tua testa è larga quanto, diciamo 15 centimetri? Se un suono arriva dalla tua sinistra, l’orecchio sinistro lo sentirà 7,5 milionesimi di secondo prima del destro. Il cervello è in grado di calcolare questa differenza e ti fa capire che un suono arriva da una direzione piuttosto che un’altra (fonte).

Per farti capire meglio di quanto sia piccolo il numero, te lo dico in un’altra prospettiva:

0,0000075 secondi

È una scala talmente piccola che le persone non riescono nemmeno a comprendere.

Ma non è finita qui. Questa è roba che tutti sanno fare. Chi non si è mai divertito a contare i milionesimi di secondo nei momenti di noia a scuola? Il tuo cervello va oltre: percepisce differenze inferiori al milionesimo di secondo. E applica delle formule di trigonometria avanzata per farti capire esattamente da dove arriva il suono.

La trigonometria è la parte della matematica che studia i triangoli: dati due lati e un angolo di un triangol, puoi risalire all’altro angolo e al terzo lato. Anche se non hai studiato trigonometria a scuola, il tuo cervello la applica ogni volta che senti un suono per farti capire se arriva da di fronte, da sinistra o da 30° di angolazione.

Per fare questo, il prerequisito è essere in grado di percepire un ritardo del suono inferiore al milionesimo di secondo. Pochi orologi al mondo hanno questo livello di precisione.

Aspetta, manca dell’altro.

Non sei solo in grado di capire se un suono arriva da destra o sinistra, ma anche se è in alto o in basso, d’avanti o dietro di te. In questa situazione, la differenza di tempo è zero, come fai?

Quando le onde sonore arrivano al tuo orecchio da un’angolazione diversa, impattano sul padiglione auricolare in maniera diversa. L’onda sonora che rimbalza all’interno dell’orecchio fino al timpano ha quindi una frequenza leggermente differente, viene distorta dalla superficie irregolare dell’orecchio. A seconda del tipo di distorsione, il cervello calcola in quale parte del piano verticale il suono è stato emesso (fonte).

Metti insieme queste due abilità ed ecco che la mente è in grado di capire in quale punto si è originato un suono, in uno spazio tridimensionale.

Il cervello dedica ampio spazio al suono, anche se non te ne rendi conto: la maggior parte dei meccanismi legati all’udito stanno nel cervello inconscio, al contrario degli altri sensi. Possono influenzare la tua vita senza che tu te ne accorga. Per leggere di più, ti consiglio questo articolo.

2 – Super-memoria

Io non le raccolgo.
Io non le raccolgo.

Hey, ti ricordi di quel giorno di quando avevi 8 anni? Era una giornata normale e non è successo niente di importante?

Non ricordi? Come no? Dopotutto, il tuo cervello ha la capacità teorica di memorizzare ogni singolo elemento della tua vita. Non esistono limiti fisici alla tua capacità di memorizzazione. Chiedilo a Jill Price, che si ricorda di ogni singolo istante della sua vita (fonte). Dalle la data e ti sa dire se c’era il sole, cos’ha mangiato a colazione, che film ha visto la sera e un sacco di altre cose inutili. Il suo cervello non è diverso dal tuo.

Ma anche senza andare a livelli da malattia mentale, questo studio ha dimostrato che un gruppo di persone prese a caso può passare da memorizzare 7 cifre in un elenco ordinato (un numero normale) a 80. In pochi minuti, puoi diventare l’attrazione principale della prossima festa di compleanno.

Non solo, è una tecnica che ti aiuterà a studiare efficacemente. Per scoprirla, clicca qui e leggi l’articolo completo.

Perché non riusciamo a farlo sempre?

Immagina che il cervello sia un computer. Ha un processore velocissimo e un disco fisso quasi illimitato. Ma ha anche un sistema pessimo per richiamare le informazioni (fonte). Più che le cartelle sul tuo computer, immaginalo come una pagina di ricerca di Google. I risultati che appaiono quando fai una ricerca su internet sono determinati da due fattori:

  1. Le parole chiave  che usi.
  2. Il numero di collegamenti che ha quel sito con le altre pagine nella rete.

Ad esempio il mio articolo più visitato, come ho imparato l’inglese gratis, è così popolare perché è stato condiviso tantissimo su Facebook. Anche l’articolo di settimana scorsa, come trovare lavoro (anche con la crisi) sta riscuotendo successo.

Il tuo cervello si ricorda qualcosa quando crea dei collegamenti arbitrari con altre memorie della tua mente, il cervello ragiona per associazione. Quindi una memoria diventa disponibile solo quando accedi a un’altra memoria ad essa collegata, o ricevendo lo stesso input: è quando qualcuno ti ricorda dell’appuntamento col dentista, tu ti chiedi come hai fatto a dimenticartelo e ti vengono in mente tutti i dettagli. Non hai cancellato l’informazione, c’era solo un collegamento rotto.

L’abilità di Jill è data da una forma di malattia mentale, chiamata OCD (disturbo ossessivo-compulsivo), che le dà l’ossessione di continuare a ricordare eventi passati. In questo modo crea collegamenti ovunque ed è in grado di richiamare ogni informazione memorizzata.

3 – Guarigione istantanea

Ve l'avevo detto che ero malato.
Ve l’avevo detto che ero malato.

Un paziente la cui identità è restata anonima stava morendo di cancro: tumori della dimensione di una mela si erano sviluppati nel suo collo, petto e addome. Ciò nonostante il nostro Mr. Smith era sicuro che la nuova medicina sperimentale che avrebbe provato, il krebiozene, avrebbe funzionato.

Mr. Smith era a letto e faticava a respirare, quando nel 1957 gli fu iniettata la prima dose di krebiozene. Dopo tre giorni stava ridendo e scherzando con le infermiere, i suoi tumori si erano ridotti della metà. Dopo dieci giorno dall’inizio del trattamento, poté camminare fuori dall’ospedale completamente sano.

Potrebbe sembrare un farmaco miracoloso, se non fosse che gli altri pazienti terminali a cui è stato somministrato il krebiozene non hanno avuto la stessa fortuna. Mr. Smith è stato l’unico a guarire (fonte).

Negli ultimi decenni diversi esperimenti hanno dimostrato l’efficacia dell’effetto Placebo in tutte le aree della medicina: se il tuo cervello crede che un farmaco sia efficace, curerà i sintomi. Anche quando in realtà il farmaco è letteralmente acqua distillata. L’effetto Placebo ha aiutato a curare malattie come depressione, ansia patologica, Parkinson e cancro.

L’effetto Placebo non nasce solo dalla convinzione che un farmaco farà effetto, ma anche dal collegamento subconscio fra la guarigione e l’intervento di un medico: se tu avessi l’ulcera e io arrivassi con un camice bianco a toccarti la pancia dicendoti che ti avrebbe fatto guarire, tu guariresti.

La mente non vuole sbagliarsi: se crede che la stregoneria curerà il cancro, attiverà una serie di processi chimici nel corpo che combatteranno il cancro.

Ad oggi il funzionamento esatto dell’effetto Placebo è uno dei grandi misteri dell’universo, di sicuro il più grande della storia della medicina. Ma è più potente di qualsiasi farmaco al mondo, capace di guarigioni miracolose che nel passato sono state associate a miracoli divini.

6 Febbraio 2013

Come trovare lavoro (anche con la crisi)

Stefano Crescita personale

Sei diplomato o laureato, ma non trovi lavoro? Sei preoccupato per il tuo futuro?

Il mio passaggio dal mondo dell’università a quello del lavoro è stato indolore. Cinque mesi prima della laurea ero già stato assunto negli Stati Uniti per un anno, finito il quale ho trovato un altro lavoro in 6 ore.

Non sono superman, non sono un raccomandato. Sono un ragazzo normale che viene da una famiglia normale, ho finito il liceo con 72 e mi sono laureato con 94. Papà non è amico del mio capo, la fortuna non c’entra.

In questo articolo ti guiderò verso un lavoro soddisfacente. Ti chiederò di impegnarti, sei pronto a metterti in gioco? Questo articolo non fa per te se vuoi trovare una scusa per dire “ci ho provato ma non ce l’ho fatta.” Questo non è un articolo per i deboli di cuore.

La verità sulla crisi

Per lavoro ho viaggiato molto in Europa e nel mondo, di una cosa mi sono accorto: l’Italia è indietro. Molto. Possono dirtelo i telegiornali, ma finché non lo vedi con i tuoi occhi non ti rendi conto dell’enorme differenza fra lo Stivale e i Paesi veramente avanzati. Siamo su un altro livello.

Siamo nati nel posto e nel tempo sbagliato per trovare un lavoro con facilità, questo è appurato.

Ma ho viaggiato molto anche in Italia e mi sono accorto di un’altra cosa: tante persone usano la scusa della “crisi” per piangere miseria.

Nell'immagine: persone che si lamentano della crisi.
Nell’immagine: persone che si lamentano della crisi.

La crisi è una parola, un capro espiatorio. Non fraintendermi: l’Italia è arretrata e trovare un lavoro decente è difficile, soprattutto per i neolaureati. La crisi è una situazione economica, politica e sociale che permea tutti gli strati della società ed è insinuata in tutto; non è un mostro che può essere ucciso eliminando un politico, tagliando le tasse, aiutando le imprese.

Ma soprattutto: non puoi sperare che qualcuno risolva la crisi per te.

Non succederà perché la crisi è strutturale, non se ne andrà. È una brutta situazione la nostra, ma non ci possiamo fare niente. Quello che invece possiamo fare è combattere per trovare un lavoro decente.

Di lavori buoni ce ne sono ancora in Italia. Superare i 2.000 euro netti al mese non è impossibile, con le giuste tecniche che ti spiegherò in questo articolo. Ma prima devi cambiare mentalità.

Ecco un ragionamento tipico e sbagliato:

  1. C’è crisi.
  2. Non riuscirò a trovare lavoro.
  3. È inutile che spreco energie, tanto fallirò.
  4. Invece che mettermi in gioco resto a casa e mi lamento.

Se non cerchi lavoro attivamente, se non fai qualcosa per meritartelo, certo che fallirai. Ma non perché c’è crisi, è perché non stai cercando. Se fossi convinto che il lavoro è a portata di mano, faresti di tutto per non fartelo scappare. L’unica differenza è la tua motivazione.

Con la giusta motivazione puoi arrivare dove vuoi, quando la unisci al una strategia efficace. Dovrai competere con tante persone per un lavoro, ma hai un vantaggio: il 99% di queste persone non sanno come cercare e ottenere un lavoro efficacemente. Ecco perché io non ho mai avuto problemi.

Preparati a dovere

Quando guardi una partita di calcio, non vedi 11 tizi che corrono dietro a un pallone. Vedi difesa, centrocampo e attacco. Nelle punizioni la disposizione degli uomini è studiata al centimetro, ogni attacco avversario viene neutralizzato secondo uno schema studiato a memoria.

Per raggiungere questo livello di efficienza serve tanto allenamento e pratica, ma soprattutto uno studio delle situazioni e delle tattiche. La vittoria del derby inizia nelle settimane prima sulle lavagne e negli allenamenti.

Allo stesso modo, l’assunzione non è che l’ultimo passo di un percorso lungo anni durante i quali hai fatto una serie di scelte tutte finalizzate all’obiettivo: farti assumere. Se dopo la laurea inizi a correre da un’azienda all’altra come un pollo senza testa, farai poca strada.

Studia come si deve

Il primo passo verso un lavoro stabile è lo studio. Attenzione: non parlo solo dello studio scolastico. Quello è importante, ma non fondamentale.

Studio significa soprattutto apprendimento.

Le radici per il lavoro in America che ho trovato nel 2012 risalgono a otto anni prima, il 2004, quando ho iniziato a imparare l’inglese. Senza la lingua internazionale, non so dove sarei ora. Sarei una persona diversa, forse senza lavoro. Forse senza laurea.

La prima cosa che devi imparare è l’inglese, per farlo ti rimando a questa pagina.

Okay, ora che ci siamo occupati di questo, pensiamo a studiare altro. Qualcosa di utile, tanto per cambiare.

Ti piace la filosofia? La storia? La poesia? Prima di sceglierlo come carriera, pensaci bene.

La cruda verità è che in questi campi non girano soldi. Se non girano soldi, non girano nemmeno quelli che un datore deve tirare fuori per darti lo stipendio.

A me piace da matti la storia, ma non l’ho scelta all’università perché sapevo che non avevo possibilità di trovare un buon lavoro. Adoro anche l’informatica, ma in Italia è una competenza che stenta a decollare (e la concorrenza è troppa). Quindi ho scelto un’altra materia che mi ha sempre appassionato: l’economia.

Se sei a scuola, inizia a pensare all’università che fa per te. Guarda su internet le statistiche di assunzione, ti serviranno per farti un’idea. A proposito: se non conosci la statistica, ti consiglio di leggere qualcosa a riguardo. Su internet è pieno di manuali gratuiti, la statistica è una delle cose più importanti che puoi imparare nella vita perché è l’unico metodo per interpretare i fatti in maniera oggettiva.

Non è lamentandoti del sistema che troverai un lavoro.

Dici che non sei portato per lo studio e vuoi andare a lavorare dopo le superiori? Puoi farlo, l’università è importante ma non indispensabile. Bill Gates ha lasciato l’università. Ma se non studi, devi trovare un altro modo per imparare qualcosa che ti garantisca un buon lavoro. Ricorda uno dei principi fondamentali del lavoro: se non ti specializzi in qualcosa, non hai speranze di andare oltre la soglia di sopravvivenza.

Se non ti piace studiare, punta a un’università di provincia. Non ti serve laurearti con il massimo dei voti alla Bocconi, ti basta un calcio in culo all’università sconosciuta del paesino. Sarai automaticamente più appetibile di centinaia di migliaia di giovani che hanno abbandonato, già questo non è poco.

Nella nuova economia i compiti banali possono essere svolti dalle macchine, se vuoi un lavoro come si deve l’unica è sfruttare il solo vantaggio che ha l’essere umano nei confronti del computer: l’intelligenza.

Diventa unico (e usalo a tuo vantaggio)

Io mi sto specializzando in una nicchia ben definita: un italiano che sa l’inglese alla perfezione con esperienza lavorativa negli Stati Uniti, specializzato nel commercio di prodotti alimentare italiani in Europa e una grande competenza nei vini.

Ce ne sono come me, ma ce ne sono pochi. Questo mi rende merce rara, che secondo le leggi dell’economia si traduce in un vantaggio concreto: uno stipendio più alto. La prova è il mio attuale lavoro, che ha una paga più alta di quello che avrei mai potuto sperare di ottenere in Italia come manager senza esperienza.

Più ti specializzi, più il tuo lavoro pagherà bene. Se resti sul generico, riceverai uno stipendio da fame. Il tuo stipendio è determinato dalla tua utilità economica, ossia quanti soldi fai fruttare al tuo datore. Se hai un lavoro generico, forse grazie a te il datore guadagna 5.000 euro al mese e te ne darà 1.500 lordi (poco meno di 1.000 netti). Ma se hai un profilo professionale straordinario e grazie alla tua competenza fai guadagnare al datore 100.000 euro al mese, non ci penserà due volte a darti 20.000 euro lordi in busta paga.

Non vuoi andare in una gara al ribasso, puoi solo rimetterci. Se diventi unico, non ci sarà la fila di gente che può rimpiazzarti. Il mio lavoro un America pagava bene non perché ho dovuto studiare dieci anni, ma perché pochi italiani che parlano bene l’inglese sono disposti a trasferirsi negli Stati Uniti per un anno. Di questi, in pochi hanno letto l’annuncio di lavoro.

In parole povere, la strategia è: studia e fai pratica per specializzarti in un settore ultra-specifico, poi prenditi quel lavoro che richiede esattamente le tue rarissime qualità. Diventa un professionista.

Scegli adesso la tua specializzazione e inizia il percorso che ti porterà all’unicità. Anche se sei a scuola, non è lo studio formale che ti renderà unico. L’università sono le fondamenta del sapere, sta a te costruirci sopra una casa. È una strada che dura anni, non puoi non avere un piano.

Qui voglio fare una precisazione: per specializzarti non ti serve spendere un sacco di soldi. Quella è la via comoda, la via del “dammi i soldi e ti rendo un esperto”. Ma non è l’unica. Se non hai risorse finanziarie la specializzazione ti richiederà più tempo e fatica, ma puoi farlo. Ti faccio alcuni esempi:

  • Mettiti al computer e leggi siti di informatica finché non diventi un esperto.
  • Vai in cucina e prepara pane finché non trovi una ricetta che fa impallidire il miglior fornaio.
  • Esci di casa e lavora volontario nel settore su cui ti vuoi focalizzare.

Non fare affidamento sulla scuola

Il problema della scuola e in parte dell’università non è che offrono una preparazione inadeguata, ma che offrono la stessa preparazione a tutti. Non è la difficoltà di un’abilità a renderla preziosa, quanto la sua rarità.

La scuola può creare professionisti, ma lo fa a stampino: tutti uguali, tutti che concorrono per le stesse posizioni. Secondo le leggi di mercato, puoi differenziarti sotto due aspetti:

  1. La qualità.
  2. Il prezzo.

Prendi due computer: puoi decidere di prendere il più costoso perché è più bello, ma a parità di caratteristiche (qualità) comprerai quello che costa di meno (prezzo).

Allo stesso modo, se non sei diverso dagli altri, per farti assumere dovrai scendere a un compromesso per lo stipendio. Se invece sei unico, offri delle competenze che non si trovano da nessuna parte, potrai ottenere una paga doppia anche senza esperienza.

Crea un CV perfetto

"Sono il grafico con esperienza che cercate, ecco il mio CV."
“Sono il grafico con esperienza che cercate, ecco il mio CV.”

Il tuo curriculum è un passo fondamentale per l’assunzione. Se resti al livello della massa, avrai le stesse possibilità di essere assunto: poche. Il tuo curriculum dovrà risaltare sotto due aspetti:

  1. I contenuti.
  2. La forma.

I contenuti possono distanziarti dalla massa per due elementi:

  1. Le qualità uniche (di cui ho appena parlato).
  2. L’esperienza (poco sotto).

Tutto questo articolo è basato sul creare roba interessante da mettere nel tuo CV, ma dopo aver studiato marketing e pubblicità per anni ti posso dire che il contenuto è inutile se non viene letto. Quello che porterà un occhio distratto a leggere tutta la bella roba che hai scritto è la forma.

Sii breve, e quando pensi di aver ridotto tutto, riducilo ancora di più.

Il curriculum è la fase più importante per trovare lavoro perché è il tuo primo contatto con il datore di lavoro ed è lì che si farà la prima impressione su di te. Se scrivi un curriculum efficace, aumenterai del 300% le possibilità di essere richiamato.

Lo so, non è facile. E no, l’Europass non è un buon modello. Anzi, fa piuttosto schifo: se l’hai mai usato, ti sarai accorto che non vieni mai richiamato. Buona parte della colpa è di quel modello orribile chiamato Europass.

Creare un buon curriculum è una scienza. Se ti interessa scaricare un modello efficace, diverso dalla solita robaccia che trovi in rete e che attira l’attenzione di ogni datore, lo puoi scaricare gratis a questo indirizzo.

Fai esperienza

Mezzo secolo fa l’Italia stava uscendo da una vera crisi, la seconda guerra mondiale. Il progetto Marshall ha sviluppato l’economia a una velocità che non ha precedenti, nuove aziende venivano create e gli imprenditori avevano un problema: gli servivano dipendenti. Per due motivi:

  1. Si creavano posti di lavoro ogni giorno, la domanda era enorme e l’offerta (disoccupati in cerca di lavoro) faticava a stare al passo.
  2. Le macchine non erano così sviluppate, tutti i lavori dovevano essere fatti a mano.

Adesso è il contrario: il mercato ha raggiunto la sua maturità, i posti di lavoro che vengono creati sono appena sufficienti per l’aumento della popolazione. Una nuova azienda ha bisogno di pochi dipendenti, i computer fanno il lavoro di basso livello.

Se pensi di poter trovare lavoro come 50 anni fa, preparati a una lunga carriera da disoccupato.

Le richieste sono cambiate, ora serve esperienza. Non sono il primo a dirtelo, mi risponderai: “eh facile, come faccio a fare esperienza se nessuno vuole assumermi quando non ne ho?”

Questa è una mentalità limitata. Fare esperienza non significa farti assumere con uno stipendio pieno, lavorare a tempo indeterminato a 1500 euro al mese e licenziarti quando trovi un’occasione migliore.

Se vuoi trovare lavoro da dipendente, devi iniziare a pensare come un imprenditore. Se non hai esperienza dovrai differenziarti in altro modo: se hai studiato in una grande università, sfruttala per avere un vantaggio su tutti gli altri. Se sai l’inglese, vai a lavorare all’estero. Se non hai niente, impara qualcosa. Compra dieci libri sullo stesso argomento e studiali, fai pratica da solo.

Forse riuscirai a trovare un ottimo lavoro da subito, forse no. Per i primi cinque anni della tua carriera lavorativa, dimenticati dei soldi. Questi cinque anni saranno un investimento per il tuo futuro: passato questo tempo, avrai sul CV un’esperienza rilevante che ti consentirà di puntare a dei lavori pagati bene. Pensa a trovare un lavoro che ti renda ancora più unico, più apprezzabile, dopo di che i soldi arriveranno da soli.

Pensa ai tuoi primi lavori come a un’alternativa all’università, o un master: quando studi nessuno ti paga, perché le nozioni che impari ti torneranno utili per ottenere un buon lavoro in futuro. La stessa cosa vale per le tue prime occupazioni: se il lavoro è qualificante e fa parte del tuo grande piano, accettalo. Non pensare ai soldi, quelli sono una conseguenza che arriverà col tempo.

Se fai lo schizzinoso e aspetti il lavoro dei tuoi sogni resterai disoccupato, fra cinque anni verrai scavalcato da chi ha ascoltato il mio consiglio e ha accumulato esperienza lavorativa. Sarà l’inizio della tua fine.

Assumi la mentalità giusta

Troverai un lavoro solo se lo vuoi trovare, la mentalità è tutto. Io ho trovato un lavoro perché  sapevo che là fuori, di lavoro ce n’è. Miliardi di persone lavorano ogni giorno, non sei l’unico.

Sei tu che ti tagli le gambe. Vuoi un lavoro comodo, vicino a casa, con certi orari, con un certo stipendio, con certe garanzie, in un certo settore.

Per trovare un buon lavoro devi adattarti. Io avevo un ottimo lavoro negli Stati Uniti, ma non credere che sia perfetto. Ha dei compromessi:

  • Ho dovuto prendere e lasciare l’Italia.
  • Mi devo pagare il viaggio di andata e ritorno.
  • Non ho ferie, i due giorni di riposo settimanali variano ogni volta (niente fine settimana a casa).
  • Ho lavorato a natale e capodanno.
  • La malattia non è pagata.
  • A volte torno a casa a mezzanotte.

Il lavoro perfetto non esiste, e un brutto lavoro è comunque meglio della disoccupazione. Una volta che hai uno stipendio, potrai pensare a migliorare le tue condizioni.

Renditi una persona appetibile

Metti che hanno sparato al tuo migliore amico. Se ne sta disteso sul cemento in una pozza di sangue, mentre urla e si contorce.

Un tizio accorre, si avvicina al tuo amico e urla: “stai indietro!”

Esamina per qualche secondo la ferita, poi tira fuori un coltellino svizzero: sta per estrarre il proiettile.

Tu ti avvicini e gli chiedi: “sei un dottore?”

“No” risponde secco lui.

Alzi un sopracciglio, fai una faccia stupita. Cerchi sicurezze. “Ma sai quello che stai facendo, giusto? Hai studiato medicina, hai fatto dei corso di primo soccorso…”

L’uomo inizia a innervosirsi. Ti guarda negli occhi, ti racconta che è una brava persona, che paga le tasse, è onesto, ha una moglie e due figli. Non bestemmia nemmeno.

Stupito, ti arrabbi. “Ma cosa me ne frega se sei una brava persona?” gli urli addosso. “Mi serve qualcuno che sia in grado di salvare la vita al mio amico, sei capace o no?”

L’uomo si agita. Come puoi essere così arrogante? Così egocentrico? Non ti interessa di tutte le sue altre buone qualità? Che è un ottimo padre, porta i figli a scuola calcio, cucina cene al lume di candela per sua moglie. Fra tutte queste cose, cosa importa se  è veramente un bravo chirurgo?

Nella concitazione del momento, lo prendi per la giacca e lo spingi lontano dal tuo amico. “Esatto, ti sto dicendo che non me ne frega niente. In questo esatto momento mi serve qualcuno che  fermi l’emorragia, tu sei un pazzo!”

Ho preso la storia da questo articolo (in inglese), perché è la stessa situazione in cui ti trovi ogni giorno nel mondo del lavoro. Tu sei il bravo ragazzo con il coltellino svizzero, l’uomo disteso per terra è… Tutta la società.

Se vuoi sapere perché non riesci a trovare lavoro, i dirigenti non ti richiamano mai, è perché a nessuno interessa di quanto tu sei una brava persona. Viviamo in un mondo dove tutti hanno bisogno di qualcosa, tu sei utile o no?

Puoi essere bravo, andare bene a scuola, essere gentile con gli altri, fare beneficenza. Ma se non sei in grado di rispondere a uno specifico bisogno, non troverai lavoro.

Il paziente ha perso i sensi, sta per morire. Se in grado di operare? Non mi interessa se ti sei laureato in filosofia, mi serve un medico. Mi serve un ingegnere che costruisca una casa, un commercialista che mi faccia i moduli 770.

Se la risposta è no, cercati altro da fare. Acquisisci una serie di abilità che siano utili agli altri, diventa in grado di operare, renditi utile. Questo non vale solo per il lavoro, ma per ogni aspetto della vita: perché la ragazza che ti piace si fidanza con lo stronzo di turno e non con te? Perché non le interessa  quanto tu sia un bravo ragazzo, vuole qualcosa di concreto. È il ferito che ha bisogno di qualcuno che sa operare.

Allora la bontà di cuore non conta? Tutte quelle belle cose sono inutili? Certo che no. Quello che sei dentro è utile per quello che ti fa fare. La tua filosofia e la tua personalità sono le radici dell’albero. I risultati che produci e le abilità che acquisisci sono i frutti. Per avere un albero rigoglioso devi avere delle radici salde, ma a nessuno interessa delle radici. Devi produrre frutti, devi dimostrare che quello che sei dentro ha un’utilità pratica nel mondo.

Quello che produci deve servire agli altri. Non devi necessariamente produrre soldi, ma utilità. È quello che ti farà guadagnare. Io ho un buono stipendio perché in 5 ore di lavoro faccio fatturare al mio datore oltre 1.000 euro.

Cerca tutto, ovunque

Sai dove ho trovato il mio lavoro precedente? Su internet. E quello prima? Da mio zio. Quello di adesso tramite un amico che ho conosciuto mentre studiavo all’estero.

Ogni giorno vedo gente con poche speranze di trovare lavoro, perché non lo stanno cercando. Vanno al centro per l’impiego e pensano che lo Spirito Santo gli tiri addosso il lavoro a tempo indeterminato, mandano un CV e sperano di essere richiamati. Purtroppo questo non basta.

Cerca tutto, cerca ovunque. Vai oltre le convinzioni limitanti, proponiti ovunque. Se stai cercando lavoro hai ore di tempo libero ogni giorno, sfruttale. Se ti annoi, significa che non stai provando abbastanza.

D’altra parte, se non ti impegni al massimo a cercare lavoro, come puoi far pensare al tu futuro capo che farai il massimo una volta assunto?

Sfrutta il networking

Il networking è la “raccomandazione buona”.

C’è la raccomandazione cattiva, ossia il parente che fa assumere il cucino in comune a vita anche se ha la terza media. Ma ci sono altre raccomandazioni che devi saper sfruttare per darti una possibilità in più.

Quando stavo per finire l’università dovevo fare uno stage di almeno 150 ore in un’azienda. Molti miei amici si sono ficcati in qualche reparto inutile a lavorare gratis per un mese, io ho fatto una cosa più intelligente: ho sfruttato il networking.

Ho chiesto a tutti quelli che conoscevo se avessero bisogno di qualcuno che gli facesse un lavoro, gratis. Non un lavoro qualsiasi, volevo un progetto che mi avrebbe dato una conoscenza specifica da poter sfruttare successivamente nel mondo del lavoro. Chiedi e richiedi, a mio zio serviva qualcuno per creare un sito web dove vendere i suoi prodotti e aveva commissionato il lavoro a un suo amico, proprietario di un’agenzia web. Così mi faccio assumere come stagista in quest’azienda e creo il sito.

Sono stato raccomandato, perché senza mio zio non sarei stato assunto dalla web agency. Ma non sono un raccomandato cattivo perché ho lavorato e ho prodotto un risultato, sono stato utile, ho operato il paziente.

La raccomandazione è accettabile quando, una volta ottenuto il lavoro, dimostri di essertelo meritato e fai di tutto per essere il miglior dipendente possibile.

Il segreto per farsi assumere

Ho lavorato nella realtà imprenditoriale per molti anni, tutte le persone con dei dipendenti mi hanno detto sempre la stessa cosa: quando assumono qualcuno lo fanno perché vogliono liberarsi di un carico di lavoro.

Fermati un attimo e mettiti nei panni di un capo. Perché ti deve assumere? Non lo fa perché è obbligato dalla legge, perché sa che è un tuo diritto, perché sei l’unico candidato.

Il proprietario di un’azienda piccola, o il dirigente che si occupa del personale in una grande, non sono degli stronzi che giocano a golf tutto il giorno e bruciano banconote da 500 euro per diletto. Sono delle persone che probabilmente lavorano 50 o più ore a settimana, lavorano il sabato, lavorano fino alle dieci di sera, se fanno un errore vengono licenziati su due piedi o peggio. Se un loro dipendente fa un errore vengono licenziati anche se non è colpa loro.

Se affronti il colloquio di lavoro con questa idea in mente, avrai vita facile: un capo vuole semplificarsi la vita. Ti assume perché deve delegare qualcosa a te, non ce la fa a fare tutto da solo. Questo è vero soprattutto nelle piccole realtà. Deve stare attento, perché se tu sbagli è lui che ne paga le conseguenze. Se metti l’etichetta sbagliata e mandi una lettera di condoglianze a un cliente che si è appena sposato, il tuo errore potrebbe costare a lui decine di migliaia di euro.

Assumere personale è un rischio, tu devi dimostrare di essere affidabile. Dimostra che ci sai fare, che vai dritto al punto, che non sei lì per far perdere tempo. Dimostra che sai operare il paziente per strada, non stare a dire che sei una brava persona, che sei ottimista, che ti piace viaggiare. C’è un uomo che sanguina disteso per terra, tutto questo non interessa a nessuno. Passa ai fatti.

Taglia i fronzoli, sii sintetico, dimostra quello che sai fare senza far perdere tempo a nessuno. Se sei un medico, salva il paziente. Se non sei un medico, non saresti nemmeno dovuto intervenire.

Trova le risorse migliori

Okay, la parte della mentalità è finita. È il momento di sporcarsi le mani: prendi il tuo CV (quello che hai imparato a scrivere con questi consigli) e portalo ovunque. Quando dico ovunque, intendo ovunque. Se mandi dieci richieste, non otterrai risposta. Se ne mandi cinquanta, ti servirà molta fortuna. Se ne mandi cinquecento hai qualche possibilità in più.

Per ognuno di questi lavori dovrai usare una CV personalizzato e una lettera di presentazione personale.

Esci, vai per strada, guardati intorno: quante aziende, professionisti, bar, ristoranti, negozi, industrie vedi? Vai in tutte. Tutte.

Tutte.

Sono stato abbastanza chiaro? 😉

Anche se non hai le competenze che presumi siano necessarie, fregatene. Magari l’uomo delle pulizie è appena scappato in Papua Nuova Guinea e serve qualcuno che pulisca per terra. Quando trovi un lavoro che non ti soddisfa, accettalo e continua a cercare. Un lavoro non è il punto di arrivo, è il punto di partenza per un lavoro migliore.

Questo è il modo più efficace per trovare un lavoro, tutto il resto è un contorno.

Centro per l’impiego

Usalo ma non contarci troppo. Se fai affidamento a queste agenzie pubbliche, stai iniziando col piede sbagliato. Vacci solo perché ti prenderà mezza giornata, devi sfruttare ogni piccolo sentiero. Lì troverai anche degli annunci: raccoglili e chiama tutti.

Ma se il centro per l’impiego è la stradina di campagna, tu vuoi percorrere le autostrade: vai tu dai possibili datori e proponiti faccia a faccia. Non telefonare, non mandare email, non mandare tua mamma. Vai tu di persona, chiedi di parlare con il proprietario o con il manager addetto all’assunzione. Dopo avergli parlato, telefona dopo qualche giorno. Ripresentati per chiedere se hanno valutato la tua candidatura.

La tua persistenza è una qualità molto apprezzata da ogni datore. Sii deciso ma cordiale: vuoi dimostrare la tua determinazione, non quanto sai rompere le scatole.

Annunci

Guarda sul giornale, in comune, al centro per l’impiego, alla radio. La tua città è piena di annunci di persone che cercano lavoro.

Quel numero di telefono sarà preso d’assalto, i CV arriveranno a milioni, il datore sarà sommerso di richieste. Ma non importa quanta concorrenza ci sia, tu avrai un vantaggio rispetto a loro. Se hai letto questo articolo e ti sei applicato ne hai due:

  1. Hai delle competenze distintive e uniche.
  2. Sai scrivere un CV che risalta, attira l’attenzione e mette in luce la tua unicità.

La dura verità è che, soprattutto negli studi professionali, trovare un dipendente capace è un miracolo. I candidati non hanno esperienza, capacità organizzativa o autonomia. Si lamentano, lavorano il minimo indispensabile e fanno errori banali.

Tu vuoi essere uno di loro? No, perché “loro” sono anche quelli che vengono licenziati dopo sei mesi e non avranno un lavoro fisso per molti anni. Essere professionale, attento e diligente ti richiederà uno sforzo extra, ma sarà ricompensato da un lavoro stabile e uno stipendio più alto.

Se vuoi guadagnare di più, devi puntare all’eccellenza. Non c’è altra strada. Se punti a trovare un lavoro con gli annunci che leggi per strada, pensa in cosa sei migliore degli altri. Se la risposta è “niente”, le tue possibilità crolleranno.

Motori di ricerca su internet

Internet è un mezzo scelto da tanti imprenditori e professionisti per cercare un dipendente. Non è un canale trafficato come quelli tradizionali (annunci), ma è sempre una possibilità in più. Considera anche che sono in pochi a conoscere questa possibilità, quindi avrai meno concorrenza.

Ti lascio un elenco di siti dove cercare lavoro. Ricordi quando ti ho detto che devi cercare tutto, ovunque? La stessa cosa vale qui. Se mandi meno di cinquanta richieste, non hai fatto abbastanza.

  • Monster
  • Subito
  • MioJob
  • Vivastreet
  • Jobrapido
  • Indeed

Vuoi andare all’estero? Allora controlla anche ScambiEuropei.

Candidature spontanee online

Questo punto l’ho lasciato per ultimo perché le possibilità di trovare un lavoro così sono poche, ma come ti ho già detto: non hai niente da perdere, perché non dovresti provarci?

Sui siti delle grandi aziende esiste una sezione dedicata alle offerte di lavoro. I centri commerciali e le catene hanno un costante bisogno di dipendenti, il modo più facile ed economico per procurarseli è tramite la raccolta di candidature online. Pensa a tutti i centri commerciali e catene in zona: vai sui loro siti e cerca una sezione dove inviare il CV e candidarsi per un lavoro.

A queste candidature devi sempre seguire con una telefonata o una visita di persona, in questo modo potresti saltare in testa alla lista d’attesa. Fai capire al datore che ti stai veramente impegnando, non essere solo uno nella lista.

Fai un colloquio perfetto

"Sono una persona seria e qualificata."
“Sono una persona seria e qualificata.”

Il colloquio è quasi divertente per me. Grazie al mio lavoro ho imparato a leggere le persone: in dieci secondi so già più o meno se sono seri e ingessati, o tranquilli e sorridenti. Non è un’abilità difficile da sviluppare, quindi ti consiglio di farlo subito: quando parli con qualcuno per la prima volta, cerca di capire entro dieci secondi come sono.

Le persone vanno d’accordo con le persone simili a loro, un datore assume quelli con cui pensa di andare d’accordo. Se tu ti adatti al carattere del capo, le possibilità di ottenere un lavoro aumentano.

La cosa più importante da tenere a mente è l’ottimismo: vai con un sorriso, carico e sicuro delle tue possibilità. Sii convinto che il tuo futuro sarà straordinario.

Ricorda che il colloqui non è un interrogatorio, non è una guerra, non è una lotta per la supremazia. È un incontro per raggiungere un accordo che dia benefici a entrambi: tu vuoi i soldi, il tuo datore vuole affidarti dei compiti che da solo non può svolgere. È uno scambio equo, un accordo pacifico.

Se prendi il colloquio in maniera amichevole, il tuo linguaggio non verbale si adatterà alle tue convinzioni e sarai più aperto e disponibile, due qualità che un dirigente apprezza.

Appena entri, se sei nell’ufficio del capo, guardati intorno: cosa vedi? Già dall’ambiente puoi capire molto. Se ci sono oggetti personali, foto della famiglia e racchette da tennis appese alle pareti, sai già che puoi partire con un approccio informale ma educato.

Guarda l’ordine: se l’ufficio è perfetto il capo cercherà una persona ordinata, mostra quelle qualità. Se le penne sono sparse per la scrivania, gli aspetti da sottolineare saranno dinamicità e autonomia.

In ogni caso, apri con una battuta simpatica: devi capire fin da subito se chi hai di fronte ha voglia di scherzare oppure no. Sii originale e divertente, non recitare un copione. A seconda della reazione, saprai il tono che dovrai mantenere per il colloquio: se il datore sorride, punta sulla simpatia. Se ti guarda male mantieni il sorriso ed evita altre uscite del genere. Essere simpatico con la persona giusta ti garantirà un lavoro, se non fai errori grossolani.

Durante l’orale devi mantenere la stessa linea che ti ho dato nel CV: non usare tre parole per dire quello che puoi sintetizzare in una. Non evitare le domande, rispondi a tutto in maniera chiara e semplice. Se cerchi di nascondere qualcosa, lo darai a vedere. Non sei bravo quanto credi a mentire, mi dispiace.

Se la domanda è scomoda, rispondi con sincerità. Sei stato arrestato perché cantavi in mezzo alla strada ubriaco? Se il tuo capo ti chiede se hai mai avuto problemi con la giustizia, dillo. Non addolcire la pillola, non cercare scuse, non inventarti particolari inutili: “sì, due anni fa sono stato fermato perché cantavo di notte per strada dopo aver bevuto troppo.” Puro e semplice.

Non stare sulla difensiva, mai. Sei lì per parlare, quindi parla. Non sprecare parole, ma non sprecare nemmeno opportunità per metterti in luce. Sii come i miei articoli su Mindcheats: possono essere lunghi, ma si mantengono interessanti dall’inizio alla fine. Io sono consapevole di questo, quindi parlo con franchezza e sincerità.

Adesso potrei parlarti di sincronizzare il linguaggio non verbale, appianare le barriere psicologiche e imitare il campo sensoriale del datore, ma non lo farò. Se ti concentri su questi dettagli perderai di vista il quadro generale, quindi fregatene: sii brillante e sincero, diretto e cordiale, professionale e simpatico. Già questo ti farà risplendere nel mare della mediocrità dei tuoi possibili colleghi.

I 4 errori più comuni di chi cerca un lavoro

Bravo, hai appena moltiplicato per dieci le possibilità che hai di trovare un lavoro nel prossimo mese. Se applichi i miei consigli, non resterai disoccupato ancora per molto.

Ma ci sono cinque errori comuni che potrebbero farti fare un balzo indietro: anche se fai tutto perfetto, sbaglia una di queste cose e potresti non essere scelto per il lavoro dei tuoi sogni. Non vuoi correre il rischio vero?

Gonfiano troppo il CV

Tutti gonfiano il CV, è normale, anche io l’ho fatto. Ma ci sono dei limiti.

Se hai fatto il lavapiatti, non scrivere nel curriculum “tecnico specializzato nel settore della sanità alimentare.” Se hai lavorato in un’officina, non scrivere “ingegnere meccanico con esperienza.” Valorizza quello che hai fatto, scrivi nella lettera di presentazione perché la tua esperienza tornerà utile nel lavoro che stai cercando, ma non mentire così.

Chi valuta un curriculum non è stupido, ha già visto centinaia di applicazioni. Se cerchi di far passare per fesso chi ti deve assumere ancora prima di incontrarlo, parti col piede sbagliato.

Insultano il capo precedente

Signor Mini, perché ha lasciato il lavoro precedente?

Quel bastardo di un capo non capisce niente, avevo ragione io! Me ne sono andato perché non lo sopportavo più!

Bravo, hai appena detto al tuo potenziale futuro datore che sei un rompiscatole che la metà basta. Hai anche detto che appena avrete un problema, tu te ne andrai a parlare male di lui. Pensi che sia un incentivo per l’assunzione?

Se non eri in buoni rapporti con il tuo capo, mostra un po’ di ragionevolezza. “Purtroppo abbiamo avuto dei problemi che non siamo riusciti a risolvere, quindi abbiamo deciso di porre fine al contratto.” Dillo con un tono pacato, senza rancore. Dimostra che sei una persona affidabile.

Non dedicano al CV più di 5 minuti

Ho dato un’occhiata a qualche CV usato per dei lavori veri. Molti sono la solita roba noiosa, alcuni si distinguono in negativo: sono fatti velocemente, con errori di battitura, stropicciati e sporchi. Un curriculum che sta sotto il livello della perfezione viene buttato nel cestino subito, prima ancora di essere letto.

Se non curi la tua presentazione, stai dicendo al datore che in tutto quello che fai cerchi di cavartela con il minimo sforzo. Anche quando si tratta di una cosa importante, come il tuo futuro lavoro. Devi dimostrare che sei meglio della massa, che andrai oltre il minimo richiesto, che farai di più. Inizia a dimostrarlo dal tuo curriculum: se ci lavori meno di tre giorni (sei ore), hai sbagliato in partenza.

Limitano le loro vedute

Quando ho annunciato su Mindcheats che dopo una laurea in economia sono andato a fare il cameriere, ho ricevuto un mare di critiche. Sei uno stupido! Come osi! Hai una laurea e fai un lavoro per cui è richiesta la terza media! E fidati che mi hanno detto di peggio.

Sì, e allora? Qual è l’alternativa? Con questo lavoro:

  • Sono negli Stati Uniti.
  • Ho uno stipendio inconcepibile per l’Italia.
  • Sto facendo esperienza utile per il CV: inglese, vendita, teamwork, cultura americana, specializzazione nell’industria alimentare.
  • Mi sto divertendo un mondo.

Quindi perché dovrei prendere un lavoro in un Paese che dopo aver toccato il fondo sta iniziando a scavare, con uno stipendio da fame, che non valorizza le mie competenze e che mi stressa a morte? Perché dovrei prendere un lavoro nel settore in cui ho la laurea, se è un lavoro peggiore di questo?

Se hai una laurea o una specializzazione, non escludere a priori tutto il resto. La laurea è una possibilità, non una restrizione. Ho la sensazione che la causa di molti neolaureati disoccupati sia questa: non stanno cercando tutti i lavori disponibili, ma solo i pochi che richiedono quelle specifiche competenze.

Detto sinceramente, è fra le cose più stupide che puoi fare quando cerchi un lavoro.

Ora tocca a te

È il tuo momento.

Decidi che oggi è il giorno in cui inizierai a costruire la tua carriera. Se ti serve un lavoro, mettiti sotto e fai il curriculum più bello della storia. Se ancora studi, inizia a costruire il tuo bagaglio di competenze che ti renderanno unico.

Inizia a fare qualcosa, adesso. In futuro il mercato del lavoro diventerà sempre più competitivo: non potrai più permetterti di credere che ti basta essere una brava persona per avere il tempo indeterminato. Il paziente sta sanguinando, devi operare. Se non sai operare sei inutile, fatti da parte e lascia che qualcuno più bravo di te risolva la situazione.

Smetti di pensare a come puoi trovare qualcuno così fesso da pagarti anche se non sai fare niente, inizia a pensare a cosa puoi fare per renderti una persona che tutti vogliono assumere. La risposta te l’ho già data: diventa unico, specializzati, renditi indispensabile. Diventa la persona che vorresti assumere se fossi un datore.

Il momento migliore per iniziare è ieri, sei già in ritardo.

Dicono che non ti puoi identificare con il tuo lavoro, non è vero. Trova un lavoro straordinario, e sarai una persona straordinaria.

Non sto dicendo che non fallirai. Cavolo se fallirai, lo farai più volte. Ma è una cosa positiva, perché è solo fallendo che diventerai una persona migliore. C’è una luce alla fine del tunnel e io sono qui a dimostrartelo, e ad aiutarti a raggiungerla.

Se ti è piaciuto questo articolo, ho molte altre risorse gratuite per te. Trovare un lavoro è un procedimento complesso, troppo lungo per essere spiegato in un articolo: ho già scritto abbastanza, anche se ho molto altro da dire.

Per questo ho creato una serie di report via email che ti spiegheranno, uno per uno, i segreti per ottenere un lavoro da 3.000 e passa euro al mese in barba alla crisi. Il primo è un modello di curriculum efficace. Vai a questa pagina per scaricarlo subito.

30 Gennaio 2013

5 falsi miti sul cervello a cui tutti credono

Stefano Crescita personale

Settimana scorsa ho visto una puntata di Mistero, una replica del programma su Italia 1. Parlavano del mio paese e del mostro che, secondo loro, si aggira nelle acque del Lago di Garda. Io che ci ho vissuto per una vita, non mi sembra di aver mai notato nessun mostro. Eppure, molta gente ci crede. Ci sono altre leggende che non hanno fondamenti scientifici, sono state smontate dagli esperimenti, eppure continuano a circolare. Sono così ben fatte anche tu probabilmente ci credi.

È perché ci vuole poco a fingersi degli esperti, far circolare una voce insensata e ridere quando tutti iniziano a crederci. Ci sono le persone serie che dimostrano sul campo la loro bravura: io non ti chiedo di comprare il Libro di Mindcheats senza prima aver letto altri miei articoli. Ma non tutti sono come me.

Nella sua bellezza, internet ha avuto un effetto collaterale: le false voci si sono sparse senza controllo. Su internet posso farti credere di essere un esperto, quando in realtà sono un ragazzino che vuole fare uno scherzo di cattivo gusto.

Anche le voci che giravano da sempre sono state amplificate. Condite con un po’ di finte statistiche e ricerche inesistenti, le classiche teorie del complotto sono risorte.

Alcune sono clamorose, come le storie sugli alieni. Altre sono più infide perché serve più di un occhio critico per trovare la verità, servono esperimenti e analisi degli esperti. Purtroppo, anche quando queste verità vengono divulgate, le credenze popolari riescono a fare più presa.

Fra queste, ecco cinque falsi miti a cui tutti credono.

1 – Per liberarti dalla rabbia devi sfogarti

Questo è un classico. Quando sei arrabbiato, devi “buttare fuori tutto”. Devi tirare pugni ai cuscini, fare un incontro di box. Ti farà sentire meglio. Se non ti sfoghi, finirai per esplodere.

A dire la verità, la American Psychological Association ha studiato questo fenomeno e ha scoperto che più esterni la tua rabbia, più ti arrabbierai in futuro.

Gli scatti d’ira sono accompagnati da forti scariche di adrenalina e dopamina, due ormoni che ti fanno sentire bene. Per questo dopo esserti arrabbiato ti senti meglio, è l’effetto della dopamina.

Dall’altra parte il cervello sviluppa dipendenza dalla dopamina molto velocemente: è una droga naturale. Visto che il cervello è sempre alla ricerca del piacere immediato, perderai il controllo più facilmente: ogni occasione è buona per stimolare di nuovo quell’inebriante senso di beatitudine che solo la dopamina ti può dare.

In più la rabbia è un sentimento che si auto-alimenta: più mostri la tua rabbia, più aumenterà di intensità. Quindi ti sentirai sì meglio per la dopamina, ma sarai più agitato di prima.

La cosa migliore che puoi fare quando sei arrabbiato è l’opposto: assumi una posizione rilassata, sorridi, respira profondamente, canticchia. Fai quello che faresti se fossi felice. Questo ti aiuterà perché il cervello cerca di rendere coerente il linguaggio del corpo con lo stato d’animo, se il corpo dice che sei felice la mente si adatterà.

2 – Chi segue la massa è uno stupido

È da anni che dico di non andare a votare. Da una parte, tutti i partiti sono fatti da pecoroni che seguono quello che dice il Grande Capo senza uno spirito critico, azzerano il loro cervello perché farsi comandare è più facile di crearsi un’idea propria. Dall’altra, vivo meglio senza dovermi incazzare regolarmente con il vicino di casa. Sai quante persone avrei allontanato per motivi politici?

Nonostante questo, non mi considero alternativo. Da una parte perché pare che alle prossime elezioni solo il 62% dei giovani andrà a votare (fonte), dall’altra perché so che la mia mente fa come tutte le altre menti umane: si uniforma alla massa.

Sì, sto parlando anche di te.

Ti piace pensare di essere diverso dalla massa, di essere unico, di non essere influenzato da nessuna idea? Grave errore.

Se stai per votare un partito alle elezioni, guarda su quale parte del programma elettorale non sei d’accorto. Ora guarda il partito rivale, cerca idee superiori a quelle del tuo partito. Se fossi una persona indipendente troveresti buone idee da tutte le parti, ma non è così. Tranquillo, sei solo umano.

L’uomo è fatto per vivere in società, questo significa che cerca dei compromessi: ti uniformerai alla massa, sempre.

La prova sta nell’esperimento di Asch.

Un volontario è stato messo in una stanza con altre persone, a tutti venne dato questo test:

esperimento aschIl candidato doveva dire quale delle tre linee A, B o C era di lunghezza uguale a quella di sinistra. Ti sembra facile?

Tutte le persone nella stanza erano complici che sapevano dell’esperimento, e a tutte era stato detto di dare la stessa risposta sbagliata. Dopo una serie di prove, il 32% dei volontari ha dato la risposta sbagliata.

Anche se è chiaro quale sia la risposta giusta, un terzo delle persone hanno messo da parte l’evidenza e hanno seguito la massa. Non erano soggetti predisposti, appartenenti a sette sataniche o cose così. Era gente normale.

Se questi sono i risultati in un test a risposta chiusa dove la verità è evidente, pensa a cosa può succedere quando la risposta non è così chiara. Dubiti della tua opinione quando tutti gli altri le trovano ridicola, pensi di essere simpatico se tutti ridono alle tue battute, ti vesti con lo stesso stile dei tuoi amici. Quello che fai e quello che credi è il risultato di ciò che il tuo gruppo sociale si aspetta da te.

“Ah, meno male che io sono un ribella anticonformista!”

Bravo, e qual è la prima cosa che fai? Vai a vedere cosa fanno gli altri ribelli anticonformisti e li imiti.

3 – I messaggi subliminali ti controllano

Negli anni ’70 erano i fotogrammi che apparivano per una frazione di secondo durante le trasmissioni, negli anni ’80 erano i messaggi satanici letti al contrario nelle canzoni rock, adesso sono i canali di informazione e le banche. Fino ad arrivare agli “esperti” di ipnosi, i finti psicologi e mentalisti, maghi e guru della crescita personale che hanno fatto cadere in disgrazia la materia.

In qualche forma, anche tu credi nei messaggi subliminali. Quella pubblicità, quel programma di parte, gli alieni. Le teorie del complotto vanno forte su internet, quando qualcuno dice che una multinazionale a caso ti sta controllando con i messaggi subliminali le condivisioni su Facebook sono assicurate.

Peccato che non funzioni. I messaggi letti al contrario non vengono interpretati dall’inconscio (fonte), lo studio che dimostra l’efficacia dei fotogrammi che controllano le tue abitudini si fonda su uno studio fasullo (fonte).

A parte le prove scientifiche, basta un po’ di buon senso: se qualcuno avesse veramente la chiave per accedere al cervello di tutti gli esseri umani, gli basterebbe divulgare un messaggio in TV per diventare il padrone del mondo. Mi guardo in giro, e questo non succede. Come la storia delle banche: se veramente dominassero il mondo, la crisi del 2008 non sarebbe esistita.

La teoria del complotto, i comportamenti controllati da un’entità esterna, sono una comoda scusa per fuggire dalla realtà: la tua vita, i tuoi successi, i tuoi fallimenti dipendono da te. Se non sei felice, la colpa è tua. Prenditi questa responsabilità, perché con la responsabilità viene anche il potere di poter far qualcosa per cambiare. Non sei felice? Fai qualcosa che ti renda felice. Migliora la tua vita.

Non sono gli alieni che ti hanno portato alla tua situazione attuale, non saranno gli alieni a fermarti. Vuoi la spiegazione completa del perché tu puoi diventare quello che vuoi? Leggi questo articolo.

4 – Gli alcolici uccidono i neuroni

Questa è una mezza verità. Un alto tasso di alcol nel corpo produce una concentrazione di tossine abbastanza elevata da uccidere alcuni neuroni. Il problema è la quantità: serve una percentuale di alcol così alta nel sangue che finiresti come minimo in coma etilico. Gli effetti a lungo termine sul fegato sono un’altra cosa, ma lo 0.3% di alcol nel sangue (altrimenti detto sbronza epica) è ben lontano dal 70% di concentrazione capace di uccidere quasi qualsiasi cosa.

Questo studio invece ci dice che chi beve da “poco” a “moderatamente” vive più a lungo. Non è detto però che la correlazione sia diretta: l’alcol è un mezzo per facilitare le relazioni sociali, ed è scientificamente provato che chi vive senza amici lascia questo mondo più in fretta degli altri (fonte). Consiglio: trova amici. Se se timido, leggi qui.

Un altro studio (link) ha messo invece a confronto un gruppo di bevitori pesanti con uno di astemi: il numero e la densità dei neuroni è la stessa. Quello che l’alcol fa è inibire temporaneamente la capacità che i neuroni hanno di comunicare fra di loro a tutti i livelli: ha effetti negativi sulle abilità motorie, capacità di giudizio, creatività, linguaggio e tutto il resto. Ma una volta che il fegato ha fatto il suo lavoro, non ci sono danni permanenti.

E se prendi questo articolo come un invito a bere in quantità, ti tiro un calcio nel sedere. Perché invece non usi il tuo tempo per fare qualcosa di utile per il tuo futuro? Ad esempio, imparare l’inglese.

5 – Usi solo il 20% del cervello

Questo mito non solo è una barzelletta per i neurologi di tutto il mondo, ma è impossibile anche solo risalirne all’origine: una tesi è che viene da un’interpretazione sbagliata della frase di William James, psicologo: “stiamo usando solo una piccola parte delle potenzialità del nostro cervello.” Più probabilmente si stava riferendo a cose come questa.

Il cervello è il 3% del peso corporeo, ma assorbe il 20% dell’energia. L’essere umano si è evoluto per conservare più energia possibile, secondo te si concede questo spreco per niente? La risonanza magnetica ha dimostrato che anche i compiti più semplici richiedono di attivare diverse parti del cervello, che in totale vanno oltre il 20%.

Quello che è vero è che non tutti i neuroni si attivano allo stesso tempo, ma durante l’arco della giornata. Varie aree hanno compiti specifici e vengono accese solo quando servono, altrimenti c’è uno spreco di energia. Ma anche i gesti più semplici richiedono l’attivazione della maggior parte del cervello in pochi secondi.

E tu che vuoi fare, lasciare i tuoi amici nell’ignoranza? Condividi l’articolo su Facebook. 😛

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