Stai buttando la tua vita nel cesso senza saperlo?
Cosa vuoi fare nella tua vita?
Pensa a quella singola cosa che vuoi fare più di ogni altra. Il tuo sogno, il tuo grande obiettivo. Pensaci ora.
Non lo sai? Sbagliato. Non ci credo. Non mi importa quanto sia difficile, quanto sia oscuro il percorso. Non mi importa se vuoi diventare il prossimo presidente del consiglio. Trova il tuo sogno, non pensare ancora a come realizzarlo.
Fatto? Bravo, adesso sei al livello di tutti gli altri. Perché, sai…
Il 97% delle persone muore senza aver mai vissuto
Il 97% delle persone fa finta di vivere, fa finta di studiare, fa finta di inseguire il proprio sogno. L’unica cosa che queste persone fanno per davvero è morire, morire senza avere mai vissuto.
Puoi decidere di far parte di una delle due grandi categorie di persone.
La prima categoria è quella delle persone che si arrendono, che decidono di vivere una vita normale. Studiano, trovano un lavoro, mettono su una famiglia, prendono la pensione e muoiono senza aver fatto nulla in questo mondo.
È la via facile, per questo è la più gettonata. Niente sorprese, niente emozioni, niente scossoni. Non rischi di cadere, di perdere tutto, di fallire. Avrai i tuoi momenti felici e momenti tristi, piccole salite e discese nel cammino della vita. Urlerai contro la TV, andrai a votare, farai tutte quelle belle cose che le persone fanno.
Ma sai la cosa brutta? Un giorno, fra cinquant’anni, potresti guardarti indietro e capire che hai sprecato la tua vita a essere una persona qualsiasi.
Puoi scegliere questo percorso se vuoi. Non ti sto dicendo che è quello sbagliato, ti sto dicendo che è quello tranquillo. Forse preferisci vivere la tua vita così, senza aspirare ad altro. Non c’è nulla di male.
Oppure puoi fare parte del 3%, quelle persone che non si accontentano. Quelle che non vedono la vita come una strada ma come una montagna russa.
Sarà eccitante, ti darà delle soddisfazioni più grandi di quanto potresti mai immaginare, ti permetterà di realizzare i tuoi sogni più sfrenati.
Dall’altra parte, è rischioso. È pericoloso, è stressante, dovrai lavorare più duramente di tutti gli altri. Ma quando vedrai un barlume di luce in fondo al tunnel, quando ti accorgerai delle immense ricompense che ti attendono quando fai parte di quel 3%, ti renderai conto che è valsa ogni goccia di sudore versato.
Devi prendere una decisione adesso
Devi decidere adesso di quale gruppo vuoi fare parte, perché se non decidi andrai automaticamente nel 97%. Sceglierai il percorso più facile, quello della gente normale.
E se non posso decidere?
Sì che puoi prendere una decisione. È la tua vita, forse l’unica cosa di cui sei pienamente in controllo. Puoi essere uno qualsiasi, o puoi sputare sangue per diventare un essere fantastico. E non fantastico “dentro”, quello non interessa. Quello che sei dentro conta solo nella misura in cui influisce su quello che sei fuori.
Bada bene: non dico che quello che sei dentro non conta. Conta eccome, quello che sei dentro sono le radici del tuo albero. Ma se l’albero non produce frutti, le radici non servono a niente.
E non dire che non puoi farlo, puoi. Il tuo sogno non è irrealizzabile finché continui a crederci. Uno degli scrittori più ricchi e famosi di internet è paralizzato dal collo in giù, non può muovere le mani, è su una sedia a rotelle.
Ed è uno scrittore.
La decisione è solo tua. Se un uomo che non è fisicamente in grado di scrivere è diventato uno scrittore famoso, tu puoi diventare quello che vuoi. Io quando ho deciso di voler correre una maratona non mi sono lasciato scoraggiare da tutti quelli intorno a me che mi dicevano “non sei portato, hai una costituzione robusta”. No, io ho perso 25 kg in 6 mesi.
Perché sai, il talento non esiste.
Ora tocca a te, tocca a te prendere una decisione. Se Jon Morrow è diventato uno scrittore anche se non può muovere le mani, non esiste una scusa valida per te. Sono frivole giustificazioni per scappare dalla verità: hai paura, non hai voglia, sei pigro. Ed è solo colpa tua.
Jon ha detto fanculo a tutto, diventerò comunque uno scrittore. Voglio che tu lo dica in questo momento. Dillo a voce alta, adesso.
Ovviamente voglio che tu scelga il mio percorso: quello più difficile ma con le ricompense maggiori. Ma posso solo cercare di convincerti, non posso obbligarti. La scelta rimane a te.
Non ti serve essere una persona straordinaria per fare cose straordinarie. Devi solo essere una persona comune con una mentalità fuori dal comune. La mentalità del 3%, la mentalità di chi veramente lascia il segno in questo mondo.
Tu puoi fare cose straordinarie
Non è una questione di talento, è una questione di volontà. La volontà salda e ferrea di dire sì, io diventerò una persona straordinaria. Nessuno nasce straordinario, ma tutti possono diventarlo. Basta che assumi la giusta mentalità.
Io non sono nato straordinario, sono nato una persona normale. Ma ti assicuro che farò di tutto per arrivare più in là degli altri.
Nascosto dentro di te c’è un potenziale immenso, devi solo trovare il coraggio di tirarlo fuori. Sì ti servirà coraggio, ti servirà motivazione, ma sono sicuro che puoi farcela. Il tuo sogno è lì che ti aspetta.
Magari ci hai già provato, hai avuto la motivazione, ma hai fallito. Adesso stai qui a dire “sì, belle parole, ma la realtà è diversa.”
Non mi sorprende. A scuola hai avuto un insegnante per la matematica, la storia, la letteratura. Ma nessuno ti ha mai insegnato ad avere successo nella vita. Anche il successo è un’arte che puoi imparare da solo, ma ti richiederà tempo e non andrai troppo in là. Quando ho iniziato il mio percorso Mindcheats non esisteva, adesso tu hai la possibilità di imparare l’arte del successo.
Non posso garantirti che ti porterò al successo, ma ti garantisco che ti porterò almeno dieci passi più avanti per raggiungerlo.
Come entrare a far parte del 3%
Ti ricordi quando ti ho fatto trovare il tuo sogno a inizio articolo? Parte tutto da quello.
Il 97% delle persone ha un sogno e dicono OK, è impossibile, buonanotte. Per loro resterà sempre impossibile, perché non ci proveranno nemmeno. Coronare un sogno significa faticare, migliorare, arrivare sempre più vicino dopo ogni fallimento. Una cosa che i guru di crescita personale si dimenticano di dirti è che per raggiungere il tuo sogno dovrai fare molta più fatica di tutti gli altri. È una delle 3 grandi bugie della crescita personale.
Ora dovrai fare qualcosa per raggiungerlo, quel sogno. Il ritornello è: sii specifico. Cosa vuoi fare? Definiscilo con precisione.
Il primo passo è capire quali siano i requisiti per avere successo. Ad esempio, se voglio correre una maratona devo avere un ottimo peso e un’ottima forma fisica. Quindi alimentazione sana e tanta corsa. Se voglio diventare un astronauta, devo laurearmi con ottimi voti e diventare un pilota di aerei.
Per ognuno di questi obiettivi definisci dei requisiti per raggiungerli: se voglio dimagrire devo mangiare meno, mangiare meglio e cibi più salutari. Poi continua a scendere di grado finché non trovi delle azioni semplici che puoi fare oggi per muoverti verso il tuo obiettivo. Ad esempio, posso decidere di buttare nella spazzatura tutti i Buondì al cioccolato. Insomma stai usando questa tecnica.
Questo processo ti aiuterà a definire una mappa e degli obiettivi concreti sui quali agire, non solo un’idea fumosa. Se hai qualcosa su cui lavorare, sarai più motivato a muovere il fondoschiena.
Oltre a questo, avrai una concezione più precisa di quello che ti è richiesto, già solo questo ti aiuterà a non desistere alle prime difficoltà. Ti spiego il perché in questo articolo.
Ma la cosa più importante resta la mentalità. Finché sei convinto di potercela fare, finché sei motivato, finché lavori tutti i giorni sul tuo progetto, non potrai fallire. Potrebbe volerci più tempo se non hai le tecniche giuste, ma ce la farai. Supererai tutte le difficoltà e alla fine potrai dire sì, sono l’uomo più felice del mondo.
Meruem
3 Aprile 2013 @ 14:05
La cosa più fastidiosa è sentire gli appartenenti al 97% parlare riferendosi a chi ha successo come “predestinati”, o anche semplicemente “fortunati”.
Per non parlare poi di frasi come “Finiti gli studi ci si trova un lavoro, prima o poi ci si sposa e si hanno dei figli. La vita è così, c’è poco da fare”. Ma che bella filosofia…
Stefano
4 Aprile 2013 @ 00:53
O come mi sono sentito dire più volte: “hai una famiglia con le conscenze e ti hanno raccomandato.” Potrai farci un libro con queste scuse. 😛
superrobyy
5 Aprile 2013 @ 21:59
Scusami, ma se uno e’ il figlio di una persona ricca e famosa non dovra’ fare nessuno sforzo per trovare lavoro o guadagnarsi da vivere. (In questo caso si potrebbe dire che e’ fortunato)
Per il momento la penso cosi’, se sbaglio cercate di farmi cambiare idea.
Stefano
6 Aprile 2013 @ 16:07
In statistica, questo è il concetto di “deviazione standard”. Detto anche: gli estremi vanno ignorati. Se dieci milioni di persone guadagnano 20.000€ l’anno, e una persona guadagna 20 milioni l’anno, quell’uno va ignorato. Se ti metti a discutere tutte le eccezioni e gli estremi, non ne esci più. Guarda il 95% delle persone, non il 5% agli estremi alti e bassi.
annastella
26 Giugno 2013 @ 21:30
che davvero i soldi…non spianano le strade giuste
davide
19 Febbraio 2014 @ 15:14
Se sei ricco si se nn lo sei datti da fare…
Anonimo
10 Novembre 2013 @ 01:59
Grazie per l incoraggiamento. Credo che usare la parola colpa sia eccessivo Origini familiari, status sociale, status economico non si scelgono. Ognuno ha il proprio mix di situazioni.. Molte ci capitano!!
Anonimo
10 Novembre 2013 @ 02:27
Credo che ognuno si debba prendere le proprie responsabilità. Ognuno ha un ruolo in un contesto. Ogni ruolo prescinde delle azioni. Se non si vuole fare azioni che il ruolo comporta è onesto non prendere responsabilità che poi non si mantengono.
Anonimo
24 Aprile 2014 @ 09:24
Ho sempre mille idee in testa ho fallito tante volte e ho avuto successo inseguendo I miei sogni ma le persone intorno a me vedono solo quello che non ho : un marito e dei figli, un lavoro fisso perche’ ancora nel 2014 e’ considerata questa l’ unica vera realizzazione per una donna. Non mi sto lamentando , e’ un semplice dato di fatto.
Marcella
10 Maggio 2014 @ 17:28
Sai che? A me non sarebbe affatto dispiaciuta una vita “normale”….
Anonimo
17 Maggio 2016 @ 15:46
Sapere che il 97% delle persone viva una vita normale mi spinge giá a cambiare direzione per non far parte di quella cerchia. Fosse pure una notizia falsa, io voglio dimostrare di non essere una persona comune, perché non é quello che sono. Me ne frego della difficoltá e dei possibili fallimenti, so di valere ma voglio dimostrarlo…ho tutto quello che occorre per vivere una vita cucita su di me, e non una che sta bene a tutti.
Stefano
17 Maggio 2016 @ 18:31
Credo di aver usato anch’io una statistica del genere in passato, a ma ben pensarci, non so quanto abbia senso. Già solo il concetto di “vita normale” è difficile da definire.
Gigi Drava
3 Aprile 2013 @ 14:09
Mitico Stefano, articolo spettacolare…
Non mi ricordo dove lo lessi, ma una frase mi è rimasta nella testa…
Se vuoi cambiare la tua vita hai bisogno solo di due cose: la volontà e la determinazione!
Non è facile, apparentemente più difficile, spesso scoraggiante, ma immensamente gratificante quando i risultati arrivano, e allora li capisci che ”essere nel 3%” è una figata pazzesca.
Mario
3 Aprile 2013 @ 16:41
bellissimo articolo Stefano, ne ho letti molti tuoi ultimamente arretrati e mi ero perso veramente belle perle!
ho notato comunque che molta gente NON VUOLE far parte di quel 3%, detto francamente a molti non gliene sbatte nulla proprio! c’è chi gode nell’essere un mediocre, chi è felice nell’essere “normale” ed ha addirittura paura di essere nel 3%. non tutti sono fatti per essere dei vincenti, in molte sessioni di coaching che svolgo scopro che in realtà gli manca soltanto la consapevolezza del loro obiettivo primario e riesco a portarli verso la strada del 3% (o almeno a inizio strada) ma altre volte noto proprio che manca l’obiettivo “nel cuore” non soltanto “nella mente” (cioè la consapevolezza dell’obiettivo)
saluti, Mario
Stefano
4 Aprile 2013 @ 00:56
Ciao Mario. Io mi gratto la testa e penso: come faccio a cambiare questa mentalità perdente? Da una parte è semplice da spiegare, dall’altra fare qualcosa con un articolo da 1000 parole è difficile. Anche dal vivo sarebbe un problema, figuriamoci su internet quando uno può scappare dalla verità con un click dopo aver lasciato qualche insulto nella sezione dei commenti.
LC
10 Marzo 2022 @ 11:24
Siete la gioia dei neuropsichiatri.
Stefano
26 Luglio 2022 @ 11:08
*degli
martina
3 Aprile 2013 @ 17:23
è vero il 97% fa paura per fortuna per cosi si può muovere il fondoschiena e cercare nuove vie e sentieri per essere felici perchè si fa quello che vogliamo
Andrea
3 Aprile 2013 @ 20:51
Io ho un problema: durante la giornata faccio dei passi affinché possa raggiungere al più presto il mio obiettivo. Grandi o piccoli che siano, tali passi non mi soddisfano, sebbene sia conscio del fatto che la maggior parte della gente, per se stessa, non fa cosa alcuna. Eccomi allora a letto a ripensare alla giornata. In testa sfilano pensieri negativi spesso in contrasto con quelli positivi: “non ho fatto nulla tutto il giorno” porta con sé un forse più preoccupante “ma in realtà mi sono esercitato nella scrittura e ho letto tantissimo, appreso nuove nozioni e modificato, reso più maturo il mio pensiero”.
Forse è un semplice volere di più, il desiderio di giornate più intense, riboccanti di cose “importanti” come lo studio e il conseguimento dei miei obiettivi?
Meruem
3 Aprile 2013 @ 22:55
Succede spesso anche a me. Penso che sia una tensione dovuta al fatto che ora come ora non siamo ancora giunti ai nostri obiettivi.
Stefano
4 Aprile 2013 @ 01:02
Ciao Andrea, la soluzione è la Regola Aurea. Leggi questo articolo: http://www.mindcheats.net/2013/01/regola-aurea.html 🙂
Alby "Cookedapple"
4 Aprile 2013 @ 09:34
Più di vent’anni fa un incidente sul lavoro mi inchiodò su una sedia a rotelle. Mi sono rimboccato le maniche e ho imparato, autodidatta, un nuovo lavoro. La mia vita è stata migliore della precedente. Ora, con qualche anno in più, mi serviva la tua sferzata dell’articolo di oggi per ‘risvegliarmi’.
Grazie
Stefano
6 Aprile 2013 @ 15:45
Ciao Alberto, grazie a te, sono felice di sapere che ti sei risollevato così bene. Se vuoi raccontare la tua esperienza in un articolo, te lo pubblico volentieri sul blog. 🙂
Anonimo
4 Aprile 2013 @ 16:05
io non voglio emergere, io mio concetto di vita non coincide coincide con quello che descrivi tu nell’articolo. E all’inizio dell’articolo non ho avuto problemi a definire il mio sogno: voglio suonare, ma non per camparci, per passione, non importa se non divento una concertista, io ogni giorno il tempo che ho a disposizione, lo dedico al mio strumento. Probabilmente diventerà quel secondo lavoro che economicamente frutta poco e niente (perchè nel campo della musica classica, il mio, non ci campa quasi nessuno con la musica e se il mio obbiettivo fosse farlo diventare il mio primo lavoro, smetterei ora di suonare). Il successo di cui parli tu non è sempre necessario per avere una vita serena. Senza contare che ci sono un sacco di persone di “successo” che poi finiscono per drogarsi perchè la loro vita fa schifo, quindi posso anche aggiungere che il successo è completamente indipendente dalla felicità.
Ermelynda
4 Aprile 2013 @ 16:14
il commento sopra è il mio, non mi ero firmata
ha ragione qualcuno sopra a dire che molti di questo 3% non vogliono farci parte, io non voglio farne parte di questo 3% di gente che cerca il successo. Per avere una vita realizzata a me basta il successo “interiore”, non voglio emergere e non faccio niente perchè possa emergere. E con questo non demonizzo che la propria soddisfazione personale la trova nell’emergere.
Perchè magari sto fraintendendo, per emergere intendi “essere migliore degli altri”? Se è così non è quello a cui aspiro
Stefano
6 Aprile 2013 @ 15:52
Oh sì certo, il successo economico e sociale è solo una delle forme di successo di cui parlo. Conosco persone che si sono trasferite sui monti, dove a mala pena c’è l’elettricità, e campano vendendo i prodotti del loro orto. Non sono ricchi ma sono felici, io questo lo chiamo successo. Ognuno ha degli obiettivi diversi e delle strade diverse per raggiungere la felicità, non pongo dei paletti sotto questo aspetto. Io faccio esempi parlando di me stesso, ma non è detto che la mia strada sia l’unica giusta. 🙂
clara
3 Luglio 2018 @ 11:34
e se l’obiettivo di una persona un po’ fuori età con studi di musica alle spallee una media preparazione fosse campare suonando perché si sentirebbe violentata a dedicare un’ora della propria giornata ad altro lavoro? In un ambiente come quello della classica che considera solo chi vi lavora sin da giovane?
Alessandra
4 Aprile 2013 @ 23:31
Articolo bello e interessante, apprezzo il messaggio positivo che trasmette ma non condivido in pieno. Prima di tutto non è univoca l’ idea di “sogno personale”, dipende dalle caratteristiche di una persona, da cosa la rende felice, non sempre è lo straordinario a fare la felicità, a volte possono essere le piccole cose quotidiane che si portano avanti e che possono apparire “mediocri”, ma ho imparato a non dare nulla per scontato. Poi non dipende solo da te raggiungere quello che vuoi, può dipendere anche da un’ altra persona, dalle condizioni in cui la vita ti mette, a volte devi fare i conti con i limiti della realtà, o economici o di altro tipo. Puoi perseverare e non arrenderti, ma non sempre si può avere quello che si vuole, e allora bisogna andare avanti lo stesso. Io coltivo più cose contemporaneamente per questo, perhè non voglio più investire solo in una cosa che potrebbe non andare a buon fine, e quando rischi tanto e perdi quasi tutto non è facile ricominciare a credere. Ciao!
Stefano
6 Aprile 2013 @ 15:57
Ah sì hai ragione, le piccole cose contribuiscono alla felicità, l’ho detto in questo articolo: http://www.mindcheats.net/2012/02/impara-a-godere-veramente-delle-piccole-cose.html Il successo può essere qualsiasi cosa: mi trasferisco in Islanda e vivo coltivando il mio orto, ma sono felice. Questo è successo.
Raggiungere il tuo obiettivo dipende da te. Certo dovrai interagire col mondo e con le altre persone, ma non importano fortuna e sfortuna, chi di trovi di fronte, gli ostacoli che devi superare. Alla fine, è tutto nelle tue mani. Saranno la tua motivazione e le tue capacità a decretare il successo o il fallimento. Tutto il resto secondo me è una scusa. 😉
Alessandra
9 Aprile 2013 @ 13:54
Ciao Stefano, ho visto il tuo articolo sulle piccole cose che rendono felici, sono d’accordo, basta essere nel giusto stato d’ animo per accorgersene, cioè sereni. Il successo può essere qualsiasi cosa che ti prefiggi, vero; però a volte non puoi sapere come sarà una cosa che pensi di desiderare, ne hai solo un’ idea mentale e se la realizzi magari la realtà non è come pensavi. Magari arrivi a coltivare il tuo orto inIslanda ma poi scopri che ti manca qualcosa..
Secondo me raggiungere i propri obiettivi dipende da: tempo, denaro, motivazione, salute; è un giusto mix di tutti questi componenti, se ne manca uno non sò se si riesce..o cerchi di adeguare i tuoi obiettivi alla tua realtà, ma magari ti accontenti di poco e niente..
Grazie, ciao!
Guido
5 Aprile 2013 @ 01:36
Davvero ottimo articolo, ma non capisco perchè ce l’hai tanto con le votazioni politiche XD
Lorenzo
5 Aprile 2013 @ 02:39
Forse una buona parte di quel 97% non ha ne sogni ne grandi obiettivi. Secondo me la maggior parte della gente ha problemi a rispondere alla domanda che hai posto all’inizio dell’articolo..
Stefano
6 Aprile 2013 @ 15:58
Molto possibile, sì. Per questo credo che una buona vita parta dalla definizione di un sogno, altrimenti correrai per tutta la vita come un pollo senza testa, sentirai che ti manca qualcosa.
Chiara
5 Aprile 2013 @ 12:40
Ciao. Di mio sono abituata a pensare che tutto ciò che inizio, tutto ciò in cui ripongo una speranza, debba finir male. Infatti mi è sempre successo.
I consigli che riporti sono assolutamente grandiosi, ma forse per me non c’è speranza, ho la sfiga addosso… credimi. Il mio sogno è trasferirmi negli Stati Uniti da una vita, studiare e lavorare lì, perché mi sento stretta qui.
Ma in un angolo della mia mente so che non potrò mai farlo, perché sono schiavizzata da problemi seri in famiglia che mi conducono verso la via della depressione.. strano vero, per una che è al mondo da 17 anni ?
Stefano
6 Aprile 2013 @ 16:01
La sfiga non esiste, la sfiga è la scusa del cervello per dare la colpa ad eventi esterni. È il meccanismo di protezione automatico della mente contro il fallimento: non vuoi ammettere i tuoi errori, quindi dai la colpa a qualsiasi cosa che non sia te, anche se è completamente irrazionale. Come la sfiga.
Assumiti le tue responsabilità, ammetti i tuoi errori e usali per migliorare. Se continui a dare la colpa alla sfiga, ti convincerai inconsciamente che sei destinata a fallire. E se te ne convinci, fidati che non avrai mai nessun successo. Le difficoltà capitano a tutti, “fortuna” e “sfiga” non sono altro che differenti reazioni allo stesso evento.
ulisse.
5 Aprile 2013 @ 14:34
Ma non è sempre facile trovare le giuste azioni per raggiungere il tuo obiettivo: ad esempio il mio piu grande sogno è quello di poter essere libero di viaggiare e girare il mondo ma ho 17 anni e l’unica anzione che adesso potrei fare è solo imparare perfettamente l’inglese (anche se non si finisce mai di imparare quest’azione posso dire di averla completata già al 97 % raggiunto dopo 3 anni di studio/pratica).
superrobyy
5 Aprile 2013 @ 22:07
L’inglese l’hai studiato da solo?
Io ho un anno in piu’ di te e devo dire che non me la cavo benissimo in inglese.
Stefano
6 Aprile 2013 @ 16:02
Okay, inizia così e inizia a informarti sui modi più economici e sicuri per viaggiare. Trova le tue destinazioni, conosci gente su internet, informati. Hai 17 anni, hai tutto il tempo del mondo per iniziare a viaggiare. Non avere troppa fretta. 😉
anonimo
5 Aprile 2013 @ 20:45
Anche a me piacerebbe stare in quel 3%. Il fatto è che non ho una cosa sola che mi piacerebbe fare, ce ne sono 2 o 3 che amerei fare nella vita, più di quello che sto facendo ora, che non ho mai sognato e mi ci sono ritrovata a fare per avere uno stipendio. La più stravagante è fare la escort, cosa che mi porterebbe lontana dalla mia famiglia e dalla mia città. Oppure farmi approvare un progetto per la vendita di un prodotto nuovo, oppure la giornalista. Sono queste le 3 cose che ambirei di più fare, il tutto probabilmente sta nella difficoltà di SCEGLIERE. oltre a volontà, determinazione aggiungo SCELTA.
Grazie per i tuoi preziosi consigli
Giuseppe
6 Aprile 2013 @ 21:39
Grandissimo articolo. Quello che ci vuole, non tanto per essere felici, ma per condurre la propria vita nel verso giusto, è quel dinamismo, quella voglia di affrontare a testa alta le difficoltà e di guardare con disprezzo a quegli ostacoli che sembrano insormontabili ma che non lo sono affatto. Io sto cercando di farne una filosofia di vita, ho fatto mio il motto coniato da Gabriele d’Annunzio, “Memento audere semper”, Ricordati di osare sempre. Ora più che mai sento il bisogno di distinguermi da quell’odioso 97%, del resto quasi sai che i tuoi sogni più grandi sono alla tua portata nulla ti può fermare.
Luigi
7 Aprile 2013 @ 21:45
Ciao stefano,ho 16 anni,per te è troppo presto seguire siti di crescita personale? O è meglio che mi concentri sulla scuola e sul divertirmi,perchè magari a sta età la crescita personale può diventare improduttiva,e mi fa solo più confusione
Stefano
10 Aprile 2013 @ 08:48
Quando hai 16 anni ti dicono che sei troppo giovane, quando ne hai 20 ti dicono che sei troppo vecchio e devi costruirti un futuro. La verità è che non è mai troppo presto o troppo tardi.
pattayabrazil
9 Aprile 2013 @ 14:16
No luigi devi cominciare adesso, devi cominciare adesso ad essere quello che vuoi diventare domani,
perchè domani potrbbero subentrare nuovi problemi, e rimpiageresti di non aver comnciato prima.
ma più che con la crescita personale. pensa a come farai a vivere da grande.
Nel senso di che tipo di lavoro, vuoi fare. Perchè per vivere bisogna lavorare.
Questa è la mia opinione.
Luigi
9 Aprile 2013 @ 16:48
grazie per la tua opinione,la terrò in considerazione:)
Angelo
23 Aprile 2013 @ 21:54
Ciao Luigi,
Ora ho 18 anni ed ho iniziato il mio percorso nel 2011 quando avevo 16 anni come te. Ti consiglio di iniziare, di buttarti e migliorare ciò che sei. Non sarà facile, non lo è però è stata la miglior cosa che potesse mai capitare.
Inizia e non te ne pentirai!!
Jimmy Page
9 Aprile 2013 @ 21:21
“And then one day you find ten years have got behind you, no one told when to run,you missed the starting gun”
felino
9 Aprile 2013 @ 21:42
Ciao Stefano il tuo articolo fa una distinzione realmente esistente e l’ho trovato interessante. Io conosco questa distinzione perchè sono transitato dal 97% al 3%, e la mia vita è diventata drammaticamente diversa.
Essenzialmente questo passaggio consta in un aumento di lucidità e nella realizzazione che non c’è nessuna ragione per dare per scontato quello che ci viene propinato come certo e senza possibilità di variazione(cosa particolarmente infame quando questo viene fatto sul tuo futuro), è uno stato di maggiore capacità di astrazione in cui si pescano le idee profonde e si centrano in breve tempo cose che erano state lasciate a riposare a lungo sul fondo dell’oceano(nel mio caso per ben 16 e in 2 anni ho fatto così tanto che mi piange il cuore a pensare ai 16 iniziali). Questo comporta anche una certa dose di eccitazione e nell’effettivo allenamento e negli inevitabili stress che si accumulano per fare il meglio per raggiungere il proprio sogno si può raggiungere livelli di grossa stanchezza e frustrazione. Questa è la parte dura della vicenda:questi momenti sono molto brutti perchè si è molto meno lucidi e non si ha moralmente l’appoggio del 97% il cui stile di vita è irriducibile al nostro, anzi in questi momenti i fantasmi del 97% che abitano dentro di noi iniziano a farci visita e a serpeggarci il dubbio che non ce la faremo mai e che siamo degli stupidi presuntuosi. Questi momenti sono veramente tosti e se non si è abbastanza saldi si rischia di fare delle sciocchezze(proprio per come sono fatti sono momenti densi di pensieri autodistruttivi, non è un caso se molti grandi uomini sono finiti suicidi). Questo è il punto più delicato della faccenda, se non si ha uno scudo per quei momenti si rischia grosso:questa è l’arma segreta del 97%, questo è il motivo della sua maggioranza.
pattayabrazil
9 Aprile 2013 @ 22:15
é vero il problema, è nel riuscire a fare stare zitti il 93% che ti dice che sei un pazzo che vivi in un mondo tutto a sè, che c’è la crisi, che sei completamente alerato dalla realtà e che devi guardare il telegiornale perchè senò sei fuori dal mondo.
Se vivessi da solo e non in famiglia sarei un altra persona.
pattayabrazil
9 Aprile 2013 @ 22:18
io sono ritornato dal 3% al 97 % a forza di sentire i commenti di tutti (familiari e non), ma appena ho tempo ritorno nel 3% 🙂 .in cui si sta decisamente meglio.:)
Alessandro
25 Aprile 2013 @ 23:18
Salve, Stefano! 😀 E’ la prima volta che ti scrivo, ma ti seguo da un annetto o due! Oggi ho deciso di scriverti perché c’è un problema che mi assilla quasi da sempre: l’incredibile stanchezza che provo durante il giorno! E’ come provare un miscuglio di svogliatezza e sonno :/ E il bello è che la sera mi sento più sveglio che durante il giorno… Eppure vado a dormire verso le 23:00 e alle 23:30 sto già dormendo (ho provato ad andarci pure prima e di dormire il pomeriggio, niente)! Va beh, sperando di poterti parlare e magari trovare una risposta a questo quesito che ripeto, mi porto da anni, ti porgo cordiali saluti! -Alessandro
Stefano
27 Aprile 2013 @ 09:32
Ciao Alessandro, a che ora ti svegli la mattina?
Alessandro
27 Aprile 2013 @ 17:04
Mi sveglio sempre alle 7:00!
Stefano
27 Aprile 2013 @ 22:20
Hmm, forse il tuo stile di vita è troppo sedentario? Se stai sempre in casa non ricevi abbastanza luce solare, e il tuo orologio biologico non funziona al meglio.
Alessandro
27 Aprile 2013 @ 23:40
Si, diciamo che sono abbastanza sedentario! Quindi potrebbe essere quello, Stefano?
Stefano
28 Aprile 2013 @ 12:11
Andando ad esclusione, quella è la causa più probabile. Cerca di essere attivo e uscire di casa soprattutto la mattina, con me ha aiutato molto.
carmen
21 Agosto 2013 @ 15:08
Ok… Io riesco a formire forse 4 ore a notte e mi stanco come una cavalla… Di giorno molte volte sono sfasata… Non ho speranza! Non so piu come si dorme!
Stefano
21 Agosto 2013 @ 15:21
Ciao Carmen, parti da qui: http://www.mindcheats.net/il-manuale-del-riposo-perfetto
Alessandro
28 Aprile 2013 @ 14:25
Bene, cercherò di seguire il tuo consiglio! Grazie mille! 🙂
Imaqtpie
6 Maggio 2013 @ 19:34
Bene, senti questa, voglio diventare un videogiocatore professionista e non lo potrò mai diventare. Che mi dici ora?
Stefano
7 Maggio 2013 @ 11:21
Ti dico che in Korea del Sud Starcraft 2 (un videogioco) è uno degli sport nazionali più seguiti, i giocatori professionisti vivono bene con lo stipendio che prendono. Però si allenano 10-12 ore al giorno, 6 giorni a settimana. La KESPA, l’ente che gestisce le competizioni di alto livello, accetta anche giocatori stranieri. Hastr0 e molti altri guadagnano bene e girano il mondo tutto spesato dagli sponsor. Molti hanno anche una linea di prodotti con il loro nome.
Tu non diventerai mai un videogiocatore professionista perché non ti stai impegnando abbastanza, non perché è impossibile.
IMAQTPIE
7 Maggio 2013 @ 22:00
Si, in Korea. Peccato che siamo in Italia. Senza contare il piccolissimo particolare che non devi essere bravo, devi essere il più bravo. Pensa al massimo livello di skill che bisogna avere per essere forti e non è ancora abbastanza. Grazie per la risposta comunque.
Alea
14 Maggio 2013 @ 15:02
Ciao Stefano!
Complimenti per il blog! Bella tematica, davvero. Utile e al tempo stesso originale.
Leggendo l’articolo mi sono resa conto di rientrare, mio malgrado, in quel 97%! Non ne vado fiera, anzi! Ogni volta che penso al futuro mi sento schiacciare da un enorme peso. Da principio mi dicevo: “sono giovane, c’è ancora tempo”. Poi però il tempo è passato ed, ora, non sono più si cura di poter cambiare la mia vita. Purtroppo, nel mondo reale, ci sono delle scadenze e beh… sono giunta alla soglia dei miei 26 anni senza avere imparato quasi nulla! Sono una studentessa mediocre (da quest’anno anche fuori corso!) ma quel che è peggio è che sto praticamente andando avanti alla cieca, non riuscendo ad intravedere prospettive future. Forse, arrivati a questo punto, sarebbe più sensato per me fermarmi e chiedermi che cosa “posso” (anziché “voglio”) fare. Non ti nascondo che rimane difficile comunque… saluti!
Bruz
1 Giugno 2013 @ 20:42
Mi spieghi quale sarebbe il vantaggio dell’impegnarsi tutta la vita inseguendo un sogno che anche se raggiunto poi sarà effimero dandoti al massimo una gioia momentanea? Ah l’uomo, che essere fantastico nella sua infinita sciocchezza.
Stefano
2 Giugno 2013 @ 10:54
Se effimero e ti dà una gioia momentanea non è un sogno. Se tu ti senti superiore a fare il Leopardi di turno (cosa che intuisco da questo e dagli altri tuoi commenti) non ci posso fare niente.
Sara
4 Agosto 2013 @ 17:59
Cazzo, mi hai motivato tantissimo! Seguirò i miei sogni e li realizzerò!
Grazie.
Mary
13 Ottobre 2013 @ 15:37
ho 17 anni e non ho la minima idea di cosa voglio fare nella vita, non ho obiettivi e questo mi distrugge, mi sembra di buttar al vento tutti gli anni trascorsi sin’ora. Mi sento spesso dire “hai ancora tempo!” “sei giovane” e lo capisco anche, ma io vorrei indirizzarmi già da ora verso un obiettivo specifico! Mi piacerebbe far parte di quel 3 %, essere realizzata e senza rimpianti…
Ninfa
23 Ottobre 2013 @ 10:57
Articolo illuminante.
Però devo ammettere che anche io come ha sottolineato Mario,
non voglio liberare il mio potenziale! Spesso mi sento un vegetale.
E’ bruttissimo avere la Vita e non avere sogni, o meglio sentirli dentro e ignorarli…
Luca
3 Novembre 2013 @ 00:18
Stavolta hai toppato, Stefano. Nella tua smania (comprensibile) di fare il life – trainer a tutti i costi hai detto un paio di mostruosità di cui nemmeno ti rendi conto, forse. Ti contraddici, peraltro, nel momento in cui piazzi nel 97% delle persone che buttano via la propria vita gli aspiranti tranquilli, che si accontentano di un lavoro, una famiglia, una casa, forte di altri post il cui sunto è sostanzialmente “Caro ragazzo, non penarti per le doglie della vita, non siamo che un miserrimo buco di culo nell’Universo”. Delle due l’una, amico mio.
Che poi, non ti è mai venuto in mente che forse il dettame “Non è bene accontentarsi di ciò che si ha” è strettamente connesso storicamente SOLO a questo particolare modello di sviluppo, e non rappresenta una verità apodittica né tantomeno maggioritaria nella Weltanschauung mondiale degli ultimi tre millenni?
C’è gente che, per quanto possa sembrarti strano, adora stare con i propri figli e fare un lavoro qualsiasi, che magari gli consenta semplicemente di avere tempo. La cosa buffa è che prendi la tua perdita di peso come un simbolo della tua eccezionalità, a fronte di quel miserabile 97% di umanità che al tuo posto si sarebbe tenuta i venticinque chili per mancanza di volontà. Stronzate. Ogni volta la meni con la maratona, poi. E capirai. Una volta che hai fatto la maratona la tua vita è meno inutile?, avrai dato un contributo al Pianeta?, quando ti volgerai indietro penserai Dio che fico sono stato a perdere peso fare il cameriere negli states mettermi a scrivere libri wow wow wow? Datti una calmata, un giorno sarai un pezzo di carne freddo come il 97% delle nullità che diventano tali dopo aver passato la vita davanti alla tivù. Sei un ragazzo brillante, intelligente e in gamba, ma stavolta hai pisciato fuori dal vaso, proprio dal momento in cui una persona in gamba, brillante e di relativo successo non dovrebbe aver bisogno di spalare merda sulla plebe che non aspira a scalare l’Everest. Nemmeno io, con tutta la mia misantropia, mi sognerei mai di dire che il 97% della gente butta via la propria vita. Perché non è così. Forse sei una di quelle persone che si annoiano e devono sempre pungolarsi per trovare un obiettivo, uno scopo, e sei felice così. Benissimo per te. Ma tanti altri non sono come te. Come esiste il talento (ci torno dopo) esiste il carattere.
Inoltre il concetto di vita “piena” o “vuota” varia molto a seconda delle epoche in le vite vengono vissute. Nel medioevo era nobile chi non lavorava; oggi sei un nobile (aka Ficherrimo) se lavori 12 ore al giorno nella City. Come i canoni di bellezza, anche i canoni di realizzazione esistenziale mutano di epoca in epoca. A partire dalla rivoluzione industriale prevale la tua visione – perdonami – del cazzo, per cui se uno/una si accontenta di una vita tranquilla ALLORA ha buttato via la sua vita (certo, poi mitighi dicendo “Ehi, sono solo scelte, non sto giudicando nessuno”).
Poi. Il talento esiste, eccome: altra cazzata titanica che hai detto. Non capisco peraltro perché negarne l’esistenza, visto e considerato che il MERITO non è altro se non una coscienziosa adoperazione del proprio talento per mezzo della volontà. La potenza è nulla, senza controllo, diceva la pubblicità. Il talento è potenza, il controllo è la volontà. Sono due cose distinte. Siamo tutti capaci di trovare le motivazioni per studiare quella pagina di storia, anche se la Storia non ci ingozza; ma se vogliamo colpire la traversa per dodici volte di fila da meta-campo e non siamo Beckham, beh, possiamo trascorrere il resto della nostra vita su quel cazzo di campo, e la prenderemo sì e no tre volte. Il talento esiste. Tu hai talento, per esempio. Altri avranno altri talenti. E così via. C’è poi chi ha il talento di Maradona e lo dissipa tirando di coca, e chi usa di più la testa e vince mille champions league e ottandadue palloni d’oro. Ma alla fine dei conti quale sarà stata la vita più piena e utile fra le due?: quella che ha rispettato maggiormente le convenzioni, solo perché le ha rispettate MEGLIO? Andiamo, capisci che non sta in piedi? Io per esempio preferisco di gran lunga un Maradona, con i suoi eccessi da coglione, piuttosto che Messi o Federer, che paiono davvero vivere non per il gioco, ma per la vittoria. Che esistenza nulla, oserei dire. Ma sono punti di vista.
Anche perché davvero, si sta instaurando una visione della vita assolutamente stupida, foriera di inutile competitività fra gente che si sente obbligata a competere dalle aspettative sociali, esattamente gli stessi concetti orrendi e irricevibili che hai espresso nel post.
Sono contento per te che ce la stia facendo, che sei realizzato, che il comune di Pizzighettone o Torre dell’Orso ti chiami per fare una conferenza, ma permetti alle persone di non sentirsi delle nullità se osano voler stare nel 97%.
Perché il problema non è accontentarsi di una vita tranquilla, ma condurre eventualmente una vita tanto tranquilla quanto all’insegna dell’onestà, della coerenza e di tutti quei valori biologicamente connaturati all’essere umano che esistono da un pochettino prima rispetto alle maratone al Polo Nord.
Se ti senti felice a fare la gara di sopravvivenza falla, per carità. Ma non sentirti in dovere di ritenere indegno tutti coloro cui possa non fregare un cazzo di fare la gara di sopravvivenza. Questo è quello che volevo esprimere. Di solito sei molto corretto, qui hai scritto concetti hitleriani. Oltre che fuori da ogni logica.
Roberto
15 Dicembre 2013 @ 18:01
Se uno non ha un sogno?O cmq ha tanti interessi e non sa quale strada prendere..io per esempio piano piano comincio a capirmi…sinceramente non mi ricordo cosa mi piaceva da piccolo..adesso ho solo qualche vaga idea..ma sempre insicuro comunque
Martina
9 Gennaio 2014 @ 00:36
Concordo, Stefano è una persona molto intelligente e sto imparando l’inglese grazie ai suoi consigli per raggiungere un mio obiettivo personale ma non mi sognerei mai di criticare chi ha ambizioni diverse dalle mie. Mio fratello si è sentito appagato e realizzato con un lavoro normale, la sua famiglia, la sua splendida bambina che adora e tutto ciò che ne deriva…e io lo ammiro tantissimo …e anche se magari ora “posso trovarmi in quel 3%” sarò un giorno felice anche di rientrare nei 97!!!!
Alexei
15 Gennaio 2014 @ 12:17
Salve Stefano! Innanzi tutto congratulazioni per il blog. Tutto ciò che hai scritto, scrivi e scriverai sarà di grande utilità a molte persone come lo è stato anche per me. Anche io attualmente sto creando un blog simile al tuo(non temere, non ti sto copiando, ti sto prendendo solo come modello/Esempio).. Principalmente tratterò argomenti musicali, ma anche argomenti di attualità e di comune interesse. Vorrei farti pubblicità creando collegamenti ipertestuali che portano al tuo blog, essendo che uno o più argomenti che ho scritto, sono perfettamente ispirati ad alcuni articoli che ho letto su Mindcheat. Volevo sapere il tuo parere al riguardo…
Stefano
15 Gennaio 2014 @ 21:21
Ciao Alexei, nessun problema per mettere i link. 😉
GiGi
20 Gennaio 2014 @ 01:29
A dir la verità ciò che io più desidero è studiare e trovare l’amore della mia vita. So che è normale quel che desidero ma è davvero ciò che mi completa. Perchè mai voler studiare e avere una famiglia dovrebbe essere non vivere? Io ho grandi difficoltà anche a fare questo. Ad avere una vita normale. eppure la desidero.
Maria
2 Febbraio 2014 @ 22:22
Ciao Stefano,
fatico a capire in quale gruppo faccio parte perché desidero con tutta me stessa avere una vita tranquilla, una famiglia, ma ho lottato per anni, e tuttora, per laurearmi e proseguire gli studi e le tappe obbligate per il lavoro che desidero fare, contro pregiudizi legati alla mia età, gli sponsor negativi intorno che mi ricordavano che avrei dovuto pensare a costruirmi una famiglia. Ma tuttora anche se le mie coetanee fanno la vita che la società si aspetta dalle trentenni, perseguo il mio sogno nel lavoro ma il tutto sempre per arrivare ad ottenere realizzazione personale, indipendenza economica e un giorno avere una mia famiglia ed una vita tranquilla.
Non si tratta di non volermi dare da fare, ho dovuto tirar fuori una forza che non credevo di avere, un impegno continuo e questo sia per i miei obiettivi sia per superare un problema di salute che mi ha bloccata per quasi dieci anni. Da allora le piccole cose sono diventate quelle più desiderate. Questo per dire che non credo che chi decide di vivere una vita normale è sempre e solo perché non vuole rischiare. Forse per alcuni, come la sottoscritta, la riscoperta dell importanza delle piccole cose che per molto tempo non ho potuto vivere mi hanno fatto capire che a rendermi felice sono proprio loro. Forse la differenza sta nel fatto che in molti scelgono una vita normale perché nemmeno si domandano se ci sia un’alternativa, si muovono come degli automi, mentre altri scelgono quella vita perché hanno capito che è ciò che vogliono.
Complimenti per il tuo blog.
Paride
21 Febbraio 2014 @ 15:46
Articolo davvero interessante Stefano, ma quante persone hanno capito ciò che volevano dalla vita, magari si sono anche “sbattute” per realizzare i loro sogni, i loro progetti e magari ci sono anche riuscite; ma arrivati ad un certo punto hanno capito che forse ciò che avevano costruito non era proprio quello che desideravano realmente oppure hanno scoperto che ciò non era più il loro sogno?? Il fatto è che la vita è fatta di molteplici eventi, stati d’animo mutabili, non è statica…quindi tutto questo può anche risultare un fallimento…ciao.
silvia
26 Febbraio 2014 @ 09:37
Bell’articolo, chiaro, diretto, senza facili incoraggiamenti
come piace a me 🙂
Io ero la persona dalle “mille scuse”
c’erano molti tornaconti che definirei nevrotici in quell’atteggiamento e secondo me quello che mi teneva inchiodata era proprio evitare il rischio di fallimento.
Ho faticato molto, ma ora ho cambiato mentalità, ho perso 30 chili nonostante due patologie croniche che secondo i medici rendevano quasi impossibile il dimagrimento e soprattutto un dimagrimento così forte
Mi sono concentrata su quel quasi 🙂 ce l’ho messa tutta e ora faccio pure body building
purtroppo con la mia nuova forza ho staccato la maniglia della MIA macchina senza volere….. quindi attenzione se fate pesi!!! 🙂
sono sopravvissuta a una gravidanza ad alto rischio e ho salvato anche mia figlia cercando informazioni anche di notte! ma ce l’abbiamo fatta a dare torto a tutte le prognosi!
Mi sono iscritta all’università lavorando e con una famiglia,
mi sembrava impossibile invece con molto impegno, sudore, fatica e lacrime di stanchezza ogni tanto
lo sto facendo!!!
Il fallimento? Lo conosco bene: Ieri sono stata bocciata e ho reagito, ricominciando a studiare cercando di migliorare il mio metodo di studio.
Questa ricerca mi ha portata a questo sito.
E’ una strada dura, difficile,
ma bellissima sono contenta di aver fatto tutte queste cose che mi sembravano impossibili
Grazie per i tuoi articoli, anche se avrei qualcosa da ridire solo sul titolo di questo
come fa uno/a a non sapere di star buttando nel cesso la propria vita?
Io lo sapevo, ma la paura era molto più forte della consapevolezza.
Ti farò sapere se quello che ho imparato dal tuo sito mi ha fatto migliorare, ovviamente ora smetto di scrivere e leggere
e lo applico SUBITO
buona giornata
Andrea
5 Marzo 2014 @ 16:47
Stefano tu sei quella voce interna che ogni persona ha,ma poi aspetta a se stessi farla diventare la voce di maggioranza dentro e fuori noi.
E’ un bene che hai deciso di tirare fuori questa voce da dentro e farla entrare in internet dove molte cose che leggiamo sono cosi negative e fanno si che le persone si rinchiudono nella propria finta “sicurezza” (per non dire paura) e non vivono la vita che vorrebbero vivere.
Sappi che ho molta stima verso di te e ti auguro di continuare ancora e ancora a risvegliare la parte positiva che c’è in tutti noi e in te…raggiungi anche tu ogni tuo singolo obbiettivo 🙂
Stefano
6 Marzo 2014 @ 07:59
Grazie Andrea. 🙂
paolo
1 Maggio 2014 @ 09:44
Mi sembri un tantino troppo ottimista. Sembri voler ignorare il fatto che la volontà o possa essere insufficiente senza il talento (sì, esiste ed è derminante: o vuoi farci credere che se ci mettessimo d’impegno tutti riusciremmo a diventare degli Einstein o degli astronauti? Ecco, senza fare esempi così estremi, è triste dirlo ma credo che gran parte delle persone non abbiano le capacità neanche per vivere una vita decente: e quando sbattono la testa più volte nel tentativo di raggiungere i loro obiettivi, è chiaro che alla fine ci rinunciano- insomma non è che si parta sempre con l’idea di volersi accontentare come pensi tu: a volte purtroppo è solo una conseguenza dei propri insuccessi) o senza una psiche priva di conflitti (prova a raccontare ad un depresso che è solo una questione di volontà e duro lavoro: ti riderebbe in faccia- in pratica, anche avendo la possibilità di cambiare, senza una guida esterna non ce la farebbe mai da solo, perché la sua mente lavorebbe contro di lui).
maurizio
17 Maggio 2014 @ 07:57
La prima categoria è quella delle persone che si arrendono, che decidono di vivere una vita normale. Studiano, trovano un lavoro, mettono su una famiglia, prendono la pensione e muoiono senza aver fatto nulla in questo mondo.
bello l’articolo, ma questa frase prorpio non mi piace. Studiare, trovare lavoro, mettere famiglia NON sono assolutamente NON aver fatto nulla in questo mondo. 🙂
yasmine
22 Giugno 2014 @ 22:48
ho sedici anni e sogno fin da bambina di diventare un archeologa,è la mia passione,mi impegno sempre allo scopo di migliorare,correggere le mie imperfezioni,ma vorrei fare qualcosa per avvicinarmi di più al mio obiettivo,che non sia solo studiare e leggere libri di storia,ma non saprei cosa;tu cosa mi consigli?
Stefano
23 Giugno 2014 @ 22:45
Ciao Yasmine, mi ricordo della tua mail 🙂 La risposta ti è già arrivata in privato sulla casella di posta, ma scrivo anche qui, in caso qualcuno fosse interessato: esistono campi lavoro (solitamente estivi) dove si può lavorare in prima persona in scavi archeologici italiani. Informati e vai!
Flavio
24 Giugno 2014 @ 15:45
“Una settimana da dio, topi in occulto, Don Abbondio e altre storie…”
(ovvero del perchè non raggiungerai mai il successo)
Una delle cose più sciocche che si possano pensare è che ottenere il successo sia una cosa difficile.
Fa parte della stessa famiglia di chi pensa che il successo sia una questione di fortuna o che per avere successo sia necessario essere disonesti.
In realtà il successo è una disciplina, scomponibile in step più o meno ripetibili e ottenibile con un po’ di studio e con un minimo di voglia di procedere per errore-correzione durante il percorso.
Poi magari possiamo disquisire sul perché tu non voglia recuperare le informazioni che ti sono necessarie per costruire o completare il tuo puzzle, ma magari ci torniamo dopo.
Il successo quindi dicevo, secondo un’equazione matematica è inevitabile. Puoi metterci magari più o meno tempo ma tendendo a più infinito arriva per forza.
Quello che è meno noto invece è come mai allora il successo sia appannaggio di una ristrettissima minoranza di persone.
Posto che vi sia una massa enorme di persone che non pensa minimamente al successo (non crede di avere chance nella vita, di essere abbastanza dotato ecc…ecc…) e queste non le analizzeremo, mi preme parlare invece di chi il successo è convinto di cercarlo, di volerlo ma giorno dopo giorno sembra sempre scappargli di mano (per una scusa o per l’altra) come sabbia tra le dita.
La realtà è una sola, e cioè che le persone FANNO DI TUTTO per non avere successo. Ne parlano magari, si raccontano frasi motivanti, mettono giù sogni e obiettivi, scrivono piani, fanno riunioni, ma fanno il possibile e l’impossibile perchè quell’equazione non si realizzi.
Prendete voi stessi. Se siete come la maggior parte delle persone che conosco, avrete avuto sicuramente un “momento alto” nella vostra vita.
Parlo di un momento nel quale le cose vi si inanellavano bene, avete anche avuto una grande occasione ma non l’avete colta o potuta sfruttare perché…
Da quel contratto che vi hanno offerto in USA, alla collaborazione importante con quell’imprenditore di Milano, alla possibilità di lanciare un nuovo prodotto per…ecc…ecc…
Ci avevate lavorato tanto, siete pure “stati fortunati” che l’occasione a forza di lavorarci vi si è presentata (strano vero?)… ma alla fine avete “lasciato perdere”.
Da lì in avanti “navigate a vista”, con qualche alto e basso ma ormai la luce in fondo al tunnel si è spenta. Sì magari leggete questo gruppo come fanno i “guardoni”, sperando che una meteora vi possa cadere nel cervello e cambiare la vita… ma non succederà.
Perché voi ci avete mollato.
La realtà è che praticamente nessuna delle persone che conosco (tranne pochissime eccezioni ovviamente), desidera il successo. Gli fa proprio schifo. Giuro.
O meglio, le persone non vogliono il successo. Vorrebbero SOLO quelle parti del successo che secondo loro sono belle. Magari fama, denaro, ecc… MA senza pagarne lo scotto.
Cioè senza pagare il prezzo per quelle cose.
Per avere successo, per avere REALMENTE successo, dovete rinunciare a qualcos’altro. E questo le persone non vogliono farlo. Vorrebbero solo le parti belle.
Vi ricordate il film con Jim Carrey e Morgan Freeman “Una settimana da Dio”?
Ecco, quel film è l’esatta trasposizione della persona che crede di poter avere qualcosa e che avere quel qualcosa sia fighissimo… finchè non se lo trova tra le mani e scopre quanto è “pesante” il prezzo da pagare. Allora quel potere non lo vuole più.
Voi siete uguali. Punto.
Partiamo dall’inizio. Chiariamo subito che la maggior parte di voi si è fottuta la possibilità di avere successo da molto giovane. La prima cosa che non vi permette di avere successo sono i “compromessi” che avete creato con voi stessi e con le persone che vi circondano man mano che crescevate.
Facciamo qualche esempio semplice: Se siete cresciuti riveriti e coccolati in casa, e vostra madre vi lava ,cucina e stira e vostro padre mette mano al portafoglio quando fate delle cazzate che non vi fanno arrivare alla fine del mese, allora i vostri genitori, con tutto il bene che vi vogliono ma anche con tutte le aberrazioni di mentalità che si portano dietro persone che vanno verso l’anziano, avranno CONTROLLO sulla vostra vita.
Se siete come Calogero di Urieliana memoria, avrete magari delle opportunità nella vita, ma vi rinuncerete volontariamente un po’ per non contrariare a’ mammà che vi vuole tanto bene e dovete stare viscini viscini, un po’ perché a certe comodità VOI non volete rinunciare.
Per voi “i milanzani c’a parmiggiana” e “u’ vinu del contadino”, tornando a casa e trovando il letto pronto e la roba stirata, sono PIU’ IMPORTANTI del successo.
Quindi vi leggete i libri motivazionali, studiate business, seguite tizio e salcazzo, ma a “u’ vinu, u’ vinu, u’ vinu” voi non volete rinunciare.
Perchè successo è rinunciare OGGI a qualcosa di certo che FORSE potrebbe portarvi frutti domani.
Ma anche solo abitare al paesiello è indice che voi quel successo non lo volete. Se le più grandi aziende di successo IT sono nate nella Silicon Valley e non a Chattanuga Tennesee dove il sole ti spacca in quattro con Dan Peterson c’è un motivo.
Perchè in certe zone si crea un “humus” fertile per certe cose, mentre in altre gli ostacoli, le frizioni, anche solo la rete di conoscenze rendono l’operazione impossibile.
Così quando sento gente che vuole il successo e mi dice che abita a Fraticello sul Minchio e non ha in programma di andarsene entro un anno con un piano scritto, io drizzo le orecchie. Non gufo, per carità, ma un po’ storco il naso.
Abiti a Fraticello sul Minchio perché tuo nonno faceva il contadino, tuo padre con lui prima di fare l’idraulico ecc… oppure tuo padre si è trasferito a Fraticello perché è andato a fare l’operaio per produrre il famoso liquore “Framinchiolino” al gusto di rabarbaro che tanto andava di moda negli anni ’70.
Ma tu se vuoi avere successo, a Fraticello sul Minchio ci morirai. Gonfio. Non ci sono chance per creare qualcosa lì…cazzo fai?
I compromessi famigliari sono i primi ma i più forti e vi sottopongono a tutta una serie di ricatti morali mica da ridere, fautori del vostro insuccesso o meglio della vostra mediocrità (che per me è anche peggio).
Se tua madre ti tiene il figlio, tua madre è in diritto di romperti il cazzo e sabotare in maniera sottile la tua vita e la tua carriera. Perché senza di lei non potete stare, e quindi lei è in diritto di rompervi il cazzo, ricattarvi, farvi sentire in colpa ecc…
Stessa cosa se il figlio ve lo tiene la suocera. Peggio ancora perché ha un ascendente diretto su di voi, e uno indiretto tramite vostra moglie.
Non potrete MAI fare nulla che contrari il volere di vostra suocera, perchè finireste per litigare con lei che causerà un disastro famigliare anche tra voi e vostra moglie ecc..
Se vostra suocera dice “Voi non vi trasferite a Milano/Lugano/Londra per i tuoi sogni di gloria, starete qui con noi che non vi faremo mai mancare nulla come abbiamo sempre fatto, e non essere ingrato”, voi il successo ve lo potete ficcare diretto nel culo. Anche se leggete Napoleon Hill. Non vi servirà.
Se tu abiti a Camerlata in provincia di Como (esiste sul serio) e tua suocera non vuole che passi il confine che si trova a 3 km con la Svizzera, cosa che potrebbe aiutarti enormemente nella ricerca del tuo successo, tu rimani a Camerlata a farti sodomizzare.
Quindi tu non vuoi il successo. Ripeto, tu vorresti solo quelli che percepisci come gli “effetti positivi” del successo, SENZA però dover pagare lo scotto o modificare nulla delle comodità che ti sei creato nella vita.
Prendiamo l’esempio del corso VV. Tu sai che ti servono suppergiù due millini o poco più (come la canzone dei puffi), per acquisire la PRIMA competenza necessaria e sine qua non per il successo: vendere.
Se vengo a vedere, in un anno tu quei soldi puoi risparmiarli e/o guadagnarli con discreta facilità se solo rinunciassi a qualcosa. Da un giro al mare a Pinarella, a qualche pizza, a qualche stronzata in meno a qualche serata a casa sul divano che per un sogno potresti anche spendere andando a dare via le pizze ai tavoli di qualche ristorante per arrotondare.
Solo che non lo fai. Troverai sempre scuse. Ma la realtà è che tu vorresti la polpa del cocco (fare il corso, imparare a vendere, guadagnare di più), senza sforzarti di spaccare il guscio, cioè rinunciare alle tua minchiatine insignificanti che però per te sono “tutto” nella vita, visto che hai solo quello. E’ solo per fare un esempio.
Passiamo ad altro.
Avere successo è bello solo finchè ti limiti a immaginarlo. Esattamente come Jim Carrey si immagina quanto sia bello essere onnipotente nel film “Una settimana da Dio”, senza rendersi conto dei doveri e delle incombenze che quei poteri portano con sè.
In realtà, il 99,99999% periodico non farebbe realmente a cambio con una persona di successo. Perché al solito, vede solo quello che si vede di “bello” in superificie, ma non nota ciò che c’è sotto.
Avete presente la mail del pazzo convinto di avere i topi in occulto che tramano contro di lui recapitata ieri a Mark?
Ok, quella fa ridere e inoltre non è realmente indirizzata a lui. Ma avere successo significa “esporsi”, cioè entrare in contatto con una marea di persone.
Voi non avete idea del flusso incredibile di merda su ogni mezzo di comunicazione che una persona di successo deve subire.
Una serie di comunicazioni che racchiudono il peggio dell’abisso, della bruttura e dello squallore della mente umana. Roba che se non sei abituato, lucido e consapevole immediatamente ti fa dire “ma chi me lo fa fare”.
Quando cominci ad avere successo in pratica diventi un bersaglio umano per tutti i “camion della spazzatura” che girano. Moltissimi ci mollano solo perché non riescono a gestire la pressione di essere sempre giudicati, infamati, accusati, villipesi ecc…ecc…
Il momento della verità è quando smarmottate con la testa fuori dalla tana la prima volta. Se riescono a segarvela siete finiti per sempre e non ci riproverete mai più. Direte “Giuà, saremo puro burini, ma beata la gnoranza, se stai bene de mente, de core e de panza!” e rimarrete nel solco della mediocrità per sempre.
Oppure improvvisamente sarete ricettacolo dei malati di mente, che perché magari vi trovano su un social, si sentono in diritto di rivolgersi a voi come se fossero vostri amici o altro.
Una informazione per chi passa: se ti ho dato l’amicizia su FB non sei mio amico. Sei un “click” su Facebbok. Questo non ti autorizza a rompermi il cazzo in privato come se fossi un mio amico, perchè altrimenti avresti il mio numero di cellulare. E se non ce l’hai c’è un motivo… non rientri tra i miei amici. Entiendes?
Internet dà sfogo al peggio della subumanità comportamentale delle persone che si sentono in diritto di vessarti a qualunque ora del giorno e della notte.
Il contatto medio è:
CIAO! Ho un prblm e volevo farti una dmn!
“Muro di testo lungo un paio di papiri di Hammurabi”
.
.
.
.
.
.
.
Ke mi dici???”
Considerando che la media delle richieste (oltre all’idiota “Mi dai una dritta su come vendere???”) è uguale a quella per il rimborso Inps combattendo i topi in occulto a Mark, dovrebbe apparire chiaro comunque alle persone che:
1 rivolgersi a uno sconosciuto raccontandogli a freddo i cazzi della tua vita non è proprio il massimo
2 che quel povero sconosciuto ovviamente è vessato da centinaia di persone intelligentone come te che vogliono un responso dall’oracolo
3 Se il poveraccio dovesse sul serio districarsi in quella marea di messaggi farebbe solo quello di mestiere dalla mattina alla sera e non avrebbe più tempo per avere successo
Fin qui tutto bene, se non fosse che tu di buon cuore provi sempre nel limite del possibile (chi ti scrive per i topi in occulto lo ignori) a rispondere.
Se ti scappa un messaggio che magari leggi al volo dal cell ma al quale non riesci subito a rispondere, sapete cosa succede?
Il subumano di turno comincia a ingiuriarti con le peggio cose, dicendo che sei un infame, che te la tiri, che tua madre è una peripatetica ecc…ecc…
Se fai l’errore di rispondere sinteticamente a qualcuno (messaggio implicito “fatti bastare quello che ti dico), questo visto che gli hai risposto pensa di essere su telefono amico, e a scriverti come non ci fosse domani.
E da capo, se una volta non gli rispondi, allora sei un pezzo di merda ecc…ecc…
Esattamente come in “Una settimana da Dio”, vorrei cedervi il mio account di messaggistica (mail, FB ecc…) e vedreste che vi passerebbe subito la voglia di “avere successo”.
Andiamo avanti.
Un altro aspetto molto importante è il rapporto di “equilibrio” con il gruppo dei pari. E’ un altra cosa che devi essere disposto a mettere in discussione per avere successo, perché che tu lo voglia o no cambierà.
Partiamo dall’inizio.
Le persone stupide sostengono che il successo ( o il denaro in maniera intercambiabile), cambi le persone. Non è vero.
Alcuni sostengono che il denaro mostri le persone semplicemente per quello che sono e ne amplifichi pregi e difetti. Dipende.
Se hai a che fare con un pavido che ottiene il successo o denaro con scorciatoie (il leccaculo del “potente” che finalmente svolta la vita perchè riceve un grosso appalto), allora è vero. Ma non ho mai conosciuto in vita mia qualcuno che si sia guadagnato onestamente e con passione successo e denaro e che sia cambiato.
O meglio, sarebbe come accusare la quercia: “Ma tu non sei più la ghianda che eri un tempo”. E grazie al cazzo, certo che no.
Vuoi sapere la verità? Prendi carta e penna perchè questa sui libri di motivazione e su The Secret non c’è scritta:
Il successo cambia le persone che hai intorno. Fine.
Finché questo concetto non ti entra in testa e non riuscirai ad afferrare questa intima verità, non riuscirai mai a rompere le catene che ti inchiodano nella fanghiglia dei mediocri.
Se sei fortunato (io lo sono) avrai un nocciolo duro di persone tra famiglia e amici veri che sarà orgogliosa di te e farà il tifo per te e per ciò che stai concretizzando.
Il problema è che comunque la maggior parte delle persone non è così. In particolare quelle persone che si credevano “come te”, “al tuo livello” o “del tuo gruppo”.
Questa gente comincerà di colpo a impazzire, perché un conto è misurarsela con qualcuno di inarrivabile. Un conto è il confronto diretto con qualcuno che è “partito” con te ma dopo un po’ ti stacca di chilometri. Li fai schiumare.
O meglio, tu non fai nulla, ma loro impazziscono perché sei la dimostrazione che a loro mancano dei pezzi che tu hai.
Quindi cominci ad avere a che fare con “amici” e conoscenti, che improvvisamente ti danno delle coltellate nella schiena.
I più sfigati cominciano a dire le solite cose:
– che sei diventato un bastardo
– che sei un pezzo di merda
o la più bella è che
– hai avuto fortuna
Ovviamente di solito lo fanno alle spalle. Chiaro.
Se non sei “forte” psicologicamente, non riesci a “reggere” all’impatto di queste persone. Perchè le credevi amiche, perchè erano le persone che in un modo o nell’altro frequentavi, e perché pensavi che avere successo ti avrebbe portato “le cose belle”, essere ammirato ecc…
Invece ti accorgi che hai successo proprio perché quel successo tira fuori IL PEGGIO dalle persone che hai intorno, che non riescono più a mascherare il livore e l’invidia nei tuoi confronti.
Quindi se non sei lucido, piano piano ci molli perché la pressione psicologica è troppo forte, e la marmotta rimette la testa dentro la tana. End of story.
Esiste anche un altra forma di rosicone che è leggermente più scaltro (non intelligente) ma anche più subdolo.
Ad esempio c’è una marea di ciucciacazzi che di mestiere al massimo potrebbero andare ad accorciare il cazzo ai cannibali del Congo, ma per qualche strana coincidenza del destino hanno scelto di fare i “consulenti”.
Questa gente è più elegante e non riesce ad ammettere a sè stessa che tu hai dei numeri a ogni livello che loro non hanno.
Quando ti incontrano, contratti un una smorfia di dolore per farti una sorta di complimento, se ne escono con cose tipo:
“Bè tu sei stato più bravo di me a fare marketing”.
Tradotto dal rosicone all’italiano: “Io sono come te, ma tu sei stato più furbo a promuoverti”.
Al ché tu vorresti dirgli la verità, e cioè che la parte migliore dello schizzo da cui é nato é colata tra le chiappe di sua madre ed ha macchiato il materasso. Quindi rispetto a te, la verità è che lui lo hanno fatto con lo scarto.
Ma non glielo dici perché magari ci rimane male e allora gli rispondi “Eh sì”, e fai finta che qualcuno in fondo alla sala ti abbia chiamato per togliertelo dai coglioni.
In sintesi, la verità è solo una:
1 il successo è FACILE tecnicamente da raggiungere (se sai come farlo)
2 la maggioranza delle persone NON VUOLE inconsapevolmente avere successo, perché il successo richiede rinunce e uno scotto molto alto da pagare in termini di pressione psicologica
Per avere successo, è necessario innanzitutto coraggio, ma come diceva Manzoni riferito a Don Abbondio, se uno il coraggio non ce l’ha mica se lo può dare.
Ergo, per questo 2014, prima di stilare una INUTILE lista di obiettivi e progetti, cercate di capire se realmente o no volete il successo e siete pronti a pagarne lo scotto.
Se la vostra famiglia si opponesse al permettervi di fare tutto ciò che è necessario, voi per il “quieto vivere” ci mollereste? Se la risposta è sì, allora lasciate perdere perché quel giorno arriverà.
Se una marea di persone sconosciute cominciasse a fare il tiro al piattello con il vostro culo, ogni santo giorno offendervi e denigrandovi, per voi sarebbe un problema? Se la risposta è sì, allora lasciate perdere.
Se un sacco dei vostri falsi amici e conoscenti dovesse voltarvi le spalle perché loro sono rimasti ghianda (e sono cibo per i maiali) e voi siete diventati una grande quercia, per voi sarebbe un problema? Se sì lasciate perdere.
Oppure volete davvero il successo e siete disposti a fare qualunque cosa e a pagarne lo scotto per ottenerlo? Allora dateci dentro e non mollate mai.
Cit. Frank Merenda
Davide
27 Settembre 2014 @ 19:48
Bene Stefano.
Io se penso a cosa voglio fare nella vita.. so che voglio fare il medico. Peccato che io sia un 24enne laureato in lingue che, vista la mia situazione famigliare, non può permettersi di chiedere ai suoi genitori altri 6 anni di sacrifici per mantenerlo all’università.
Poi rileggo le ultime tre righe di quello che ho scritto e mi dico: “BALLE! SCUSE!” Invece potrei, potrei benissimo lavorare e mantenermi da solo gli studi di medicina.. non sarei né il primo né l’ultimo a farlo.. però nonostante questo non inizio a studiare per il test, non penso che inizierò mai e ho paura di farlo. P e r c h é ?
Perché un mese voglio fare il fotografo, il mese dopo voglio fare il designer, il mese dopo non so cosa e mi immagino tra dieci anni a fare uno di questi lavori che mi piacciono e mi soddisferebbero, una volta decisomi a seguire UNA strada, anziché bazzicare da un lavoro/passione all’altra.. se penso al me fra 20 anni vedo uno che fa un lavoro che gli piace abbastanza ma che sotto sotto ha i rimorsi perché non ha fatto il medico.
Forse è tardi. Forse non lo è ed ho solo paura di fallire. Ho bisogno di chiarezza.
Stefano
29 Settembre 2014 @ 17:40
Davide, sei addirittura più giovane di me, come fai a sentirti così “in ritardo”? Quando una cosa ti piace prenditela, o almeno prova. Insomma tu stesso dici che in qualsiasi visione futura ti vedi pieno di rimorsi per non avere nemmeno tentato.
Nordlys
18 Dicembre 2014 @ 22:35
A me piacerebbe fare la fumettista, usando il web poichgè sono sicura che presto sarà il veicolo principale per pubblicare fumetti.
Purtroppo non ho il talento nel disegno. Mi esercito ogni giorno per migliorare, a costo di sacrificare altre cose importanti, perchè a causa della mia mancanza di talento faccio pochi progressi. Le prove?
eccole
http://fc06.deviantart.net/fs70/f/2014/344/5/f/improvement_meme_extended_2014_by_alicesacco-d3amkli.jpg
Per prima cosa: I miei disegni, da quando avevo 4 anni fino ai 13/14 sono sempre rimasti gli stessi. Normalmente un bambino non si evolve col tempo? Io no, stesse forme, stesse proporzioni, stessi colori, dall’asilo fino al liceo.
Poi ho sperimentato molto, ma non sono andata avanti. progressi pochissimi, e dal 2004 al 2008 ancora allo stesso livello.
Non farti ingannare dai disegni successivi, seppur ad un occhio inesperto possono sembrare belli, le pose sono quasi tutte copiate da foto che mi ero scattata io stessa. E ho abbastanza esperienza per dire che quei disegni li può benissimo fare un qualsiasi quindicenne con un pò di allenamento. Non sono in grado di manipolare le immagini, sono capace solo di copiare e di replicare quello che vedo, con precisione. Ma della precisione non me ne faccio nulla se poi non posso imparare a disegnare.
Stefano
8 Gennaio 2015 @ 23:04
Hai mai pensato di sviluppare un tuo stile personale? Molti fumetti famosi hanno linee particolari e anche se ad occhio non rispettano le proporzioni “scolastiche” hanno uno stile che li rende unici.
ANTONIO
27 Gennaio 2015 @ 15:14
ciao stefano; sono su questo sito per caso …ho letto il tuo articolo ed è molto interessante . Ci sono solo delle cose che io non condivido o che non mi sono chiare a pieno …io sono una persona solare e la mia mentalità di sicuro è una mentalità coraggiosa e vincente e nonostante il mio carattere complicato e a parere d’altri “enigmatico” cerco sempre di attribuire un significato a tutto quello che faccio durante la giornata come se quello che facessi ,attimo per attimo,fosse un pezzo di un grande puzzle che con pazienza sto componendo senza capire bene il disegno che ne uscirà fuori una volta completato .
Quindi posso dirti di essere d’accordo riguardo la tua idea base per il successo che si può racchiudere in una parola chiave ovvero :”mentalità” .
la cosa su cui invece non approvo è la generalizzazione del concetto di felicità ; io infatti ritengo che la felicità sia soggettiva e che nella vita non tutti hanno ciò che si meritano ma ciò che gli capita …e secondo me senza dare “tecniche” per raggiungere la felicità, la gente dovrebbe solo imparare a fare di CIO CHE GLI CAPITA un capolavoro …senza vivere nei “mitismi” e nelle illusioni del sogno americano…che credimi possono essere controproducenti.
saluti
Marco
21 Giugno 2015 @ 18:59
Non voglio soffermarmi sull’articolo e commentare la vericita’ dei contenuti che condivido solo in parte ma più che altro sui commenti delle persone che hanno detto la loro sul post dell’ autore.
L’ autore del testo ha affermato che il 97% delle persone vive una vita standard, tranquilla, monotona. Io aggiungo che gli esseri umani sono guidati dalle convenzioni sociali e, per paura di essere emarginati dalla società, non azzardano e vivono rispettando queste regole sociali. Vivendo secondo questo regole si è accettati dalla società ma allo stesso tempo limitati.
Coloro che fanno parte di questo 3% sono le persone emarginate che sono slegate da queste regole e vivono la loro vita immersi da insicurezza, depressione, continui sbalzi di umore etc. etc..
La cosa strana e’ che la maggior parte delle persone che hanno commentato ritiene di vivere\aver vissuto la vita in modo alternativo e dice di far parte del 3%, che essendo una percentuale bassa, rende la cosa molto sospetta.
Queste persone dicono di aver vissuto una vita “diversa” ma in realtà non fanno altro che mentire a se stessi.
Queste persone sono delle capre della società e sono solamente frustrate dal loro modo di essere e dalla loro vita.
Hanno solo bisogno di sentirsi diverse..
Ogni persona si sente coraggiosa e diversa a modo suo ma fin quando non si mette in pratica il coraggio di essere chi vogliamo stiamo solo farfugliando e parlando al vento.
Non importa diventare medico, ingegnere o avvocato se non vi piacciono queste professioni: vi serviranno per vivere ma magari non è questo quello che volevate. Avere il coraggio di capire cosa si vuole dalla vita e metterlo in pratica significa avere successo nella vita.
Anonimo
8 Luglio 2015 @ 10:17
rispondendo a nordlys, come te anch’io vorrei essere un fumettista e devo dire che i tuoi disegni mi piacciono davvero tanto perchè possiedono uno stile unico. Vorrei solo un consiglio da Stefano: diventando un fumettista sono consapevole del fatto che con i soldi non avrò vita tranquilla perchè il 50% dei fumettisti sono sotto la soglia della povertà e sono rari i casi in cui vengono pagati come si deve.Ecco, devi sapere che un altro mio sogno è quello di avere anche una famiglia ma non sò se ce la farò con il lavoro che mi ritrovo.Tu che dici? E’ meglio inseguire certe aspirazioni oppure trovarsi un lavoro con un buono stipendio per poter mantenere la propria famiglia e accettare la propria vita così com’è?
lully neglette
3 Ottobre 2015 @ 07:31
io vorrei andare sul sub-atomico,così mettiamo d accordo il “fare miracoli alla Mario,esclusivamente col potere del chakra dell ombelico”,la percezione falsa del libero arbitrio poichè tutto è di- e de- signato (come un autografo!),e la divina provvidenza (o buco di culo).penso alla canzone di malika ayane “senza fare sul serio” che accomuna sia chi è “Un grande” (e tanti grandi si sono suicidati,cit.)sia tutto il restante 97%. può darsi che SOPRAVVIVERE,perchè sto parlando di questo alla fine,sia una questione di cuore come la danza (sufi).ossia……..ti suona la sveglia,ti togli la mascherina dagli occhi,infili le ciabatte,ti fai lo sbattutino del buon mattino e vai “in ufficio”,CHIUNQUE TU SIA,sia sovrappensiero che con o senza un idea precisa per cui ti andava o no di alzarti dal letto (bluvertigo a josa).i mean……siamo nell umidità,nelle sue particelle,atomi di luce che girano a differenti velocità,e questo alla fine ci fa discutere e sposare.poi quando tutto si spegne e torniamo “indietro” con la morte,in quel nostro “chissà” credo al Tina Pica (cit.),magari capisci che il successone di Battiato non era poi gran cosa in riferimento alla sua cultura sui corpi astrali,che con quel chakra dell ombelico,cazzo,galleggi sepolto nella terra sospeso per aria a vegliare o meditando perfino di fare uno scivolone e ricadere,e allora che senso ha fasciarsi la testa durante la nostra vita mortale? che senso ha affannarsi tanto se non è per potenziare quel NASTRO d argento che tutto fa gravitare intorno a noi perchè siamo noi a spostarci? io sono arrivata qui xcaso,dopo aver riascoltato con il mio nastrino una traccia nascosta incisa dal mio ragazzo,ed ero sotto shock per il dolore che ho provato.temo di non aver nient altro da aggiungere se una notte leggo di akasha e angeli e destino e un altra di nuova volontà alla assaggioli.accattat e vill che “il definitivo” o la risposta forse ce l hanno solo gli occultisti,sul fare o non fare e l essere non essere,l ottenere e il fallire…..io credo che gli esseri umani,stefano,siano TUTTI SULLA STESSA BARCA sospinti dalle stesse ondate emozionali (io ho solo il lusso di poter render pubbliche le mie) perchè,da buddista, mi commuove ancora la gentilezza e il guardare nelle palle degli occhi la gente che evita il mio sguardo e il mio sorriso come se avessi la peste.è paura,stè……..paura di mettere in discussione tutto,paura di avere 100 cd a casa tra i quali quelli che ti hanno aiutato a metterti in contatto con le tue pulsazioni quando i tuoi amici cosidetti ne hanno 300…..o 5000…….allora fai dietrofront di fronte a cotanta sapienza nozionistica……ricordo quando scrivevo su quel dannato forum……parlavo del CUORE…….del cantico dei cantici,recensivo low con la voce di un angelo in transfert senza sapere che sarei stata la protagonista del video look back in anger……….e c erano anche dei santi,san bonaventura…….con francesco dello psicopatico di lui…..il loro francesco…….penso alla magia simpatica e a umberto eco,alla semiotica per tutte le forme che siano riconducibili a dei simboli…….come a andy quando dice quant è difficile etichettare e impacchettare perchè sse ti stropicci gli occhi il verde diventa giallo,blu…..rosso fosforescente…….i cerchi di grano non somigliano forse alle pupille dei gatti e di questi gatti il passo è un pianoforte? tutti hanno la possibilità di vedere un documentario sull area51 e farsi un idea……tutti possono permettersi di rispettare un gatto,fargli una coccola se non lo possono tenere,ed elevarlo a creatura simbiotica con l essere umano……..molti pensano però che voyager o mistero siano più squallidi di quark e i libercolini con frasari sull amore per i felini una robetta da poeti incompresi,futile e sdolcinata………a questo punto andy perde la parola e interviene morgan……..potremmo concludere con un nuovo album o libro,”DEL STROPICCIARSI GLI OCCHI”…….chi sputa veleno perchè hai ottenuto qualche cosa sputa veleno sulla propria infanzia,sugli animali e l anima mundi……..OM MANI PADME HUM (Gobi)
lully neglette
3 Ottobre 2015 @ 07:37
se comprendessimo che il fine ultimo è l onniscienza,dalla temperatura tiepida e avvolgente però,potremmo tutti prenderci per mano aspettando il Sole
lully neglette@flavio
3 Ottobre 2015 @ 16:06
sottoscrivo tutto quello che hai detto,io sono fidanzata con un uomo noto agli altri come musicista e pittore,ha incarichi da brands famosi e ha fatto (boh?non so quanti) dischi per sony italia.non è facile essere la sua metà.la gente si disinteressa a me,per 20 anni sono stata a letto in gravissime difficoltà e il massimo che ho attenuto sono stati due abbracci,uno dalla mia prof di tedesco e uno in profumeria,quando ho potuto permettermi un profumo di marca xk ero già fidanzata.la fragranza e il fatto di potermelo permettere mi han fatta piangere.io,orbene,non sono diventata una bastarda in quanto la gente quando stavo male mi ha scansata,anzi,vorrei diventare counselor perchè tutto questo schifo è davvero…….schifoso.cioè non voglio ritrovarmi inacidita e insensibile anche se devo dire che il mio compagno mi sta insegnando ad avere pelo sullo stomaco e quei “sinque franchi de mona in scarsea” come dice mio padre,ossia una maschera spudoratamente furba,leggermente cinica e meschina,e lecchina,per realizzare ogni mio progetto.c è una canzona del gruppo soerba che riassume la mia teoria sui buoni e cattivi di vasco: felice di stare sull erba.vedete……si invecchia,ma l erba non è mai abbastanza per stendersi e quietarsi e farsi una meditata.quella canzone è particolare perchè a un certo punto mette sui due piatti della bilancia il successo e la vergogna…..vengono direi sospirate queste due parole magiche che stanno contraddistinguendo la mia decade di decadenza e la mia parabola ascendente esponenzialmente alla mia crisi.ho capito l arretratezza di pensiero dei miei compagni di scuola (spero non tutti) e dei loro genitori e dei genitori dei loro genitori……il pettegolezzo è il veicolo per sentirsi forti di uno spirito “critico” che in realtà è solo un trafiletto scandalistico,una foto per puntare il dito,l abito sbagliato o quant altro. queste persone sono totalmente irresponsabili e negative,e ne è piena la città.addirittura mi sono trovata,io come paziente psichiatrica,a dover scendere a patti con coloro a cui stavo sulle scatole,io paziente dovevo capire il loro punto di vista da frustrati con le braccine corte per aiutarti in un momento di confusione completa e di sofferenza dell anima.
caro flavio,il tuo cinismo e il tuo commento non fanno una piega e sono l altra faccia della medaglia del mio buddismo.
mi dirai……sei buddista per non sentirti avvelenata?
ti risponderei sure se non ci fossero anche altri motivi,per esempio il fatto che fin da quando sono bambina cerco di scoprire da dove vengo,dove razza mi trovo e cosa devo fare,esattamente come il mio compagno e la sua cerchia di amici.dissento solo su un punto: puoi essere una persona prescelta dal Signore per portare pace e bene su una Terra così malata anche a Forno di Zoldo…..l importante quando ti guardi allo specchio la mattina sapere che non stai operando per il male o un guadagno personale ma stai facendo qualcosa di più Grande e Ispirato…….allora lavarsi ha un senso e la purezza delle acque vibrazionali della Madre che cadono dal rubinetto non sono solo un abbaglio ma un operazione di purificazione prima di andare al lavoro,qualunque esso sia.se durante la pulizia del mattino qualcosa non ti torna tra l immagine che hai di te e quello che realmente senti,c è bisogno di me!
come vedi è tutto paradossale e ironico…….chi sparla darebbe la vita per avere un briciolo dei miei sinque franchi.la gente sta male e anche se ti mette le catene alle caviglie diventando una palla al piede perchè preferirebbe bruciarti in piazza anzichè seguirti,io non posso stare ferma con le mani nelle mani perchè quanto ho scritto precedentemente è vero…….l area51,i gatti,gli occhi stropicciati che ti illudono di vedere una stanza piena di oggetti intorno quando invece significa solo subire l illusione della vista,gli occhi come un girasole visto dall alto in elicottero,o magari con una navicella spaziale……dicevo……..provate a farle,queste associazioni benedette.giocate cazzo,con questi sensi percettivi.ne siete dotati tutti,non siete diversi da me,non ho una marcia in più,semmai sono solo più curiosa……..lo yoga è come la semiotica,la storia del saggio che ti indica la luna e guardate tutti il dito……..mostruoso ma reale,ed è peggio per voi.nasciamo soli,moriamo soli,viviamo soli.arrendetevi alla Verità.sentitevi più un animale speciale salvato da Noè sulla sua magica Arca o andate a indagare sui poeti Arcadici o un cd circa dell 85…..fate i vostri collegamenti,sentite come fanno a pugni i lobi del vostro cervello,collegate il vostro centro sessuale e di sopravvivenza alla fontanella…..di cose ce n è troppo da fare per essere recidivi e buttare la propria vita nel cesso senza aver provato a conoscere voi stessi……..peccato che scambiate quel cogito per la facoltà di sparare stronzate e comportarvi male col prossimo anzichè pensare tre volte prima di parlare
Giulia
2 Novembre 2015 @ 14:12
Per prima cosa le vittorie e gli ostacoli enormi di una vita “normale” non hanno nulla di meno di quelli di una vita di chi sta nel “3 %”. Tutti noi abbiamo cose più “normali” nella nostra vita e cose al di fuori di quella normalità (che non è altro che un metro di giudizio dato dalla società). I risultati del 3 per cento di cui parli non sono altro che risultati visti grandi dalla società! In realtà non sono nulla praticamente. Poi.. non moriamo comunque tutti? Non siamo di passaggio e come siamo apparsi spariremo? Si… affannarsi dietro agli obiettivi imposti dalla società non fa altro che renderci degli automi e alienarci da noi stessi, dalle cose autentiche che sentiamo dentro. Parli di fare un figlio come se fosse il nulla.. è la cosa più grande che possiamo compiere nella nostra vita. In confronto nessuna cosa materiale ottenuta ha senso. Le uniche cose materiali che possono avere un senso sono quelle che ci permettono di dare tanto agli altri, quelle che nobilitano l’animo e sono un dono a tutti coloro che ci circondano. Per questo per me gli eroi sono coloro che aiutano le persone in difficoltà, che combattono i pregiudizi, che danno una casa a chi non ce l’ha, che si fermano a parlare con un barbone per strada e gli danno qualcosa da mangiare, chi prende gli animali dalla strada e gli dà una famiglia e tutto il loro amore.. e persone simili spesso vivono “nell’ombra”, ma danno al mondo qualcosa ogni giorno.
Deck Donna
25 Febbraio 2016 @ 17:39
parlo da ex volontaria…il perbenismo muove molti volontari che si fregiano di una divisa per essere riconosciuti come “buoni” dal 97% delle persone.Non è certo un caso che aiutino persone che gli sono inferiori materialmente e deboli “mentalmente” a parere loro (per non parlare della loro frequenza che spesso coincide con la presenza minima regolamentata dall’associazione…evitate risposte tipo…”baciati i gomiti che vengo 1 volta”…scordandosi poi che nessuno gli ha mai chiesto nulla …)…Ma a proposito di pregiudizi…il 3% cosa è se non uno spicchio di quella diversità…se non é quel 3% che non si accontenta di metterci solo una pezza ma di cambiare la direzione del gigante che ignora …Chi vive nell’ombra spesso ha solo paura della luce…appena ne hanno occasione si mostrano …se non fosse così i social non avrebbero così successo…
Mmmh
20 Gennaio 2016 @ 23:16
Concordo con molto ciò che si dice, ma consiglio per far capire meglio il discorso anche a molti autoproclamati “vincenti” di superare il complesso di superiorità, il credersi superiori rispetto ai “normali”,”mediocri” e altri discorsi che magari saranno lontanamente “aristocratici” ma che certamente sanno di atteggiamento elitario e anche di una certa presunzione (anche un certo atteggiamento narcisista).
Per avere successo ci vuole fegato,un’ambiziosa personalità individuale e/o un sano e positivo Ego( un sano egoismo è indispensabile, i soliti discorsi “morte all’Ego” sono belli ma in questo campo non è che siano sempre la regola da seguire) motivazione,sacrifici e impegno.
Non tutti vogliono avere il successo per come lo si intende e l’importante è che ognuno si realizzi come crede, chi in modo “normale” e chi in modo “speciale”, o no ?…
Quindi se finisse una certa diffidenza e scetticismo immotivato su successo da parte di molte persone “comuni” e dall’altra il senso di superiorità e elitarismo di certe persone “speciali” forse le cose andrebbero meglio e il successo sarebbe più facile da ottenere…
michele
22 Novembre 2016 @ 20:33
La vita e come una scaletta di un pollaio corta e piena di merda.
Cioncia
30 Novembre 2016 @ 09:37
Articolo del cavolo di una persona megalomane e narcisista che Delle vita non ha capito ancora niente….. Morirai anche tu, e tutto quello che pensi di aver fatto non t servirà a niente…. Il senso della vita è la famiglia, e penso che tu non ne abbia una tua.
alex
5 Giugno 2017 @ 12:58
Credo che l’articolo contenga il suo vulnus proprio all’interno. Mi spiego. Quel famoso 97/3% è segnato dall’esistenza, e nessuno potrà farci un bel cavolo. E’ stato sempre cosi e sarà sempre, cosi fino alla fine dei tempi: 97/3% (o qualcosa del genere), è l’esistenza che lo detta (da questo punto di vista sono un fatalista), ed è per questo che qualsiasi meraviglioso discorso non cambierà mai quel rapporto. Cosi come deve piovere e poi uscire il sole. E’ la conferma di tutto ciò è che anche l’articolista fa parte di quel 97 altrimenti non starebbe qui a scrivere queste cose a noi 97. Sarebbe a fare ben altro. Quel fatidico 3% è 3% perché ci è nato, o perché le circostanze lo hanno messo miracolosamente sulla strada. Un po’ come quando si nasce. Un miracolo. Quindi 3% lo si è a prescindere da ogni discorso meritorio sull’espansione della volontà individuale. Mi sono spiegato? E’ cosi perché succede. Con bella pace dei metodi e dei moduli dei falsi coach ..
Anonimo
7 Dicembre 2019 @ 09:30
la penso come anche perchè non si spiega altrimenti come tanti competenti nelle più disparate mansioni stiano lavorando al mc donald, o fanno i commessi e molti incompetenti sono alle prese con la gestione di imperi. A prescindere dalle scelte compiute o che si compiranno dipende da dove nasci geograficamente, con chi cresci e chi incontri lungo il cammino.
Giovanni Iovene
7 Giugno 2017 @ 17:22
Tutto quello che deve accadere accadrà, per quanti sforzi si compiano per impedirlo.
Tutto quanto non deve accadere non accadrà, per quanti sforzi si compiano per farlo accadere.
Ramana Maharshi
Giulio Cesare, ha mai desiderato essere Giulio cesare, credo di no
Ma è nato per essere Giulio Cesare
Michelangelo, ha mai desiderato essere Michelangelo, credo di no
Ma è nato per essere Michelangelo
Leonardo Da Vinci, ha mai desiderato essere Leonardo Da Vinci, credo di no
Ma è nato per essere Leonardo Da Vinci
Dante, Gandhi, Galileo, Napoleone, Garibaldi, Mozart, Bethoven, Shakespeare, Mandela, Einstein, Newton, Marconi, Fermi, Colombo, Leopardi, Manzoni, ecc.ecc
Tutti nati per essere quello che sono diventati. Ognuno è nato con il proprio “DESTiNO”.
E’ opinione comune che tutti quelli che credono al “DESTINO” siano quelli che nella vita hanno fallito, mentre invece quelli che hanno avuto successo
Sono stati degli “ARTEFICI DEL LORO DESTINO” Follia pura e semplice follia
Quando nasciamo abbiamo solo due vie da percorrere: essere sfruttati o essere sfruttatori con un “DESTINO” che accomuna entrambi sfruttati e sfruttatori “SCHIAVI DEL LAVORO”.
Perché per poter vivere siamo “OBBLIGATI” a lavorare, a meno che non siamo “DESTINATI” a nascere in una famiglia ricca
Domanda: perché Carlo D’inghilterra non è ancora diventato “RE” d’inghilterra? Perché è suo “DESTINO” non esserlo, almeno per il momento.
Bill Gates se fosse nato nel 1850 avrebbe scoperto il sistema operativo windows? credo di no
Bill Gates se fosse nato nel 1850 sarebbe divenuto l’uomo più ricco del mondo? Forse si, forse no
Perché è nato nel 1955 perché era suo “DESTINO” scoprire il sistema operativo Windows, quindi si è trovato al posto giusto nel momento giusto
Perché era nel suo “DESTINO” essere l’uomo più ricco del mondo
Berlusconi se fosse nato nel 1850 avrebbe creato mediaset? credo di no
Sarebbe stato uno degli uomini più ricchi al mondo? forse si, forse no
Perché è nato nel 1936 perché era nel suo “DESTINO” creare mediaset
quindi si è trovato al posto giusto nel momento giusto
Perché era nel suo “DESTINO” essere uno degli uomini più ricco al mondo
L’illusione delle scelte
Senza nostro “CONSENSO” Siamo “OBBLIGATI” a nascere, fino a 16 anni d’età siamo “OBBLIGATI” ad andare a scuola, dopo siamo “OBBLIGATI LIBERAMENTE” di continuare a studiare oppure trovare un lavoro, alla fine dell’università siamo “OBBLIGATI”, ha cercare un lavoro. Perché, per vivere, siamo “OBBLIGATI” ad avere un lavoro.
Il 97% della popolazione dopo aver combattuto contro i mulini al vento per ottenere un posto di lavoro per gli studi che ha fatto. Dopo aver perso tutte le speranze si “ACCONTENTA” di un “POSTO DI LAVORO” che non è quello per cui hanno studiato. Solo il 3%, magari senza merito alcuno, riesce per “DESTINO” ha trovare un lavoro per cui hanno studiato.
Il destino ti da la spinta e ti butta in acqua. Ma sei tu che decidi se tornare su oppure nuotare nella corrente, finché trovi un mulinello più forte della tua voglia di vivere, e addio merlo.
Stefano Benni
Sabrina
4 Agosto 2017 @ 15:49
Stefano ma se io mi blocco al passaggio prima? Cioè..nella mia testa scatta la domanda “PERCHE LO VUOI? PERCHE VUOI FAR PARTE DI QUEL 3%?” È come se essendo un percorso che richiede molta fatica e impegno la mia mente esige di sapere il PERCHE..io non so rispondere e quindi mi blocco
Michele
12 Agosto 2017 @ 23:25
La vita è come una scaletta di un pollaio corta e piena di mera.ho visto tanta gente cercare di cambiare ma se non hai le basi hai voglia a provarci.la vita è una e va vissuta giorno per giorno. Organizzare progetti sapendo se domani non sarai neanche vivo non ha senso.
Anonimo
5 Ottobre 2018 @ 13:26
Megalomane.
Paolo Labile
28 Marzo 2020 @ 14:03
Purtroppo lo altro ha sempre e comunque rotto i così detti. La invidia la maldicenza dell’essere umano che fa una vita da Fracchia insignificante vive per mangiare non sopporta chi ha successo capacità voglia di lavorare per non fare vita insignificante arte letteratura poesie Dante Ungaretti eistein maya egiziani sumeri fiori profumi animali montagna boschi archeologia Callas violetta Valero fallaci Montanelli
.questo è il mio modo di vivere lavanda acqua e sapone !!!!!!!!!!!! Non puzzare come la stragrande. Maggioranza essere umano la cultura è ilio pane !!!!!!la morale e il mio verbo….
.ma in che mondo stiamo vivendo..
..obbligato a vedere il letame morale della gente….
C h e. S c h i f o .
A89
16 Giugno 2020 @ 22:54
Sono 5 anni che tento di far parte di quel 3% e qualcosa ho sicuramente sbagliato…
Adesso ho 30 anni, senza un euro, un’entrata economica che mi permetta di costruirmi un futuro, a casa con mamma e papà mentre tutti quello che mi circondano si sono realizzati (seppur rientrando per me in quel famoso 97%). Mi sono imbattuta in questo articolo perché è una di quelle sere che ho lo sconforto all’estremo e sono mesi che penso di mollare. Sarà pur vero, ma che nervosismo questo fatto “dipende da te, sei tu il responsabile”. Mi fa troppo incazzare questa frase…
Guido
18 Giugno 2020 @ 22:38
Non ti arrendere, anche l’ambiente in cui viviamo conta! Ce la farai come gli altri.
Sono con te.
M
22 Dicembre 2020 @ 10:33
Ok, snowflake.
Lodo
20 Maggio 2021 @ 21:57
Ciao Stefano, (scusa se mi permetto di darti del tu) approvo quello che hai scritto in sostanza che bisogna si informarsi, però anche creare. Il mio problema però è più psicologico, ovvero come porsi nel contesto sociale. Mi spiego meglio – prova ad immaginare che la tua fidanzata ti osservi mentre interagisci con il prossimo in qualsiasi situazione, dalla migliore alla peggiore e che possa dire “Caspita, il mio compagno è proprio uno tosto”. Capisci cosa voglio dire? Che per me quello è “successo” ovvero non passare per tonti, ….ho trovato la parola consona “essere assertivi”. Da questo poi verrà il successo! O mi sbaglio? Ti ringrazio per la lettura e ancor di più se mi rispondi…ciao.
amedeo
8 Luglio 2021 @ 03:04
Molto spesso ho visto persone che a livello di struttura mentale era bassissima,x es.Per fare uno schizzo su un foglio stava ore pero aveva lavoro e soldi x avere una vita soddisfacente,la cosa che mi colpito che le personi ottuse ignoranti con mentalita piu antiche e nemmeno che non siano un granche nel proprio lavoro riescono grazie alla testardagine che di solito gli ignoranti hanno