5 parole che devi eliminare (e 3 che dovresti iniziare a usare)
Le parole che usi influenzano le tue azioni e le tue opinioni.
Ci sono interi corsi che parlano di come modificare il tuo linguaggio per avere più successo nella vita (alcuni legittimi, altri truffe), o di come ipnotizzare gli altri usando le parole giuste.
Ma iniziamo a ipnotizzare te stesso: ogni giorno usi parole negative che limitano il tuo potenziale e nascondono i problemi che dovresti affrontare. Ecco una lista di 5 parole che fanno male alla tua crescita personale ogni volta che le usi (e 3 parole che invece dovresti usare più spesso).
1 – Ma
Non mi ricordo dove ho sentito questo consiglio: quando vuoi rispondere a qualcuno, usa “e” invece che “ma”. Non solo ti rende più gentile, ma ti obbliga a riflettere su quello che stai dicendo senza parlare per partito preso.
Nota la differenza:
- A te piace il gelato al cioccolato, ma la panna è più buona.
- A te piace il gelato al cioccolato, e l’ho provato prima di concludere che preferisco la panna.
È un passaggio logico in più: non è un muro contro muro, ma stai elaborando quello che ha detto e fornisci una ragione per la tua opinione diversa.
Quando si parla di gelati è facile, ma prova con argomenti più scottanti come politica o religione: riusciresti a spiegare perché la tua idea è diversa da quella dell’altro senza usare “ma” nemmeno una volta?
2 – Altri
“Se lo fanno gli altri…”
Lavorando in fattoria, ho capito che gli animali sono fatti per stare in branco e seguire un leader.
Quindi sì, è nell’inconscio umano cercare degli esempi, dei leader a cui uniformarsi.
Questi leader possono essere politici, correnti di pensiero, squadre di calcio, guru di crescita personale.
Da una parte seguire gli esempi di successo è una strada rapida per la crescita, dall’altra devi imparare a farlo con giudizio. Che significa: senza copiare tutto.
Mantieni una certa individualità e non credere che, solo perché gli altri fanno qualcosa, sia la cosa giusta.
Quando confronti la tua situazione con quella degli altri, puoi fare uno fra due errori:
- Sopravvalutarti.
- Sottovalutarti.
Il primo è commesso dalle persone sicure di sé, che vedono i loro pregi prima dei difetti. Ti consideri migliore degli altri a prescindere, tu fai tutto giusto e gli altri sono dei pirla.
Da questo atteggiamento parte l’ignoranza: visto che gli altri non hanno niente da insegnarti, non li ascolti. Ti chiudi nel tuo mondo di presunta perfezione, ti rifiuti di provare cose nuove con la paura inconscia di essere smentito.
Il secondo errore è comune ai timidi, gli introversi, chi non crede in sé stesso. O a chi ha ambizioni troppo grandi: se ti paragoni a Cristiano Ronaldo, sarai sempre una pippa a giocare a calcio.
Da qui nasce la frustrazione: non sono mai bravo come gli altri, fallisco in tutto, bla bla.
Molte persone si sopravvalutano in alcuni campi, e si sottovalutano in altri.
Ma pochi capiscono che non sono né migliori né peggiori, sono semplicemente diversi.
Nel linguaggio politico, “diverso” ha preso un significato negativo: io non la vedo così. Diverso significa diverso, non è né un bene né un male. Hai i tuoi pregi e i tuoi difetti, impara a sfruttare i primi e correggere i secondi. Lavora per migliorare te stesso e raggiungere quello che per te significa felicità (che potrebbe avere un significato diverso da quello degli altri), non per imitare o paragonarti alle altre persone.
3 – Fortuna
La “fortuna” può esistere su piccola scala, ma a lungo termine si bilancia con la sfortuna e viene fuori la verità.
Non esistono singoli eventi fortunati che cambiano la vita alle persone. O meglio, sono così rari che non dovresti nemmeno pensarci: vincere la lotteria, salvare Bill Gates dall’annegamento e altre evenienze meno probabili di essere morsi da Suarez (statisticamente 1 su 2000).
Non lasciare che la fortuna influenzi le tue decisioni o il tuo umore: una volta sei sfortunato, quella dopo sei fortunato.
Non esistono persone fortunate o sfortunate: dipende da come scegli di interpretare gli eventi. Non è il mondo che cambia, ma la tua visione.
Smetti di attribuire alla sfortuna la tua situazione negativa, è un modo per il cervello di scaricare la colpa (un atteggiamento inconscio comune a tutti). Trova il vero problema e lavora per risolverlo.
4 – Odio
Odiare le persone è una brutta cosa. Lo so, perché io odio un sacco di gente.
Dalla mia lunga esperienza ho imparato una cosa: l’indifferenza è meglio.
Nessuno ti obbliga a frequentare persone che ti stanno sullo scatolame (anche al lavoro), o a fare cose che non ti piacciono. Sono scelte tue.
Una tendenza comune alle persone infelici è quella di complicarsi le cose: devo, non posso, ma poi succede quello, ho delle responsabilità, non è moralmente corretto. Al contrario, chi vive senza problemi, ha imparato una semplice regola: se non ti piace farlo, non farlo. E se c’è qualcosa che ti impedisce di non farlo, elimina il problema.
Credo che molti manuali di crescita personale possano essere riassunti così.
Infatti…
5 – Occupato
Da un po’ di anni mi prendo la libertà di mandare a quel paese la gente che non sopporto, e di smettere di fare ciò che non mi piace fare.
Così ho più tempo libero per le persone e le cose che mi piacciono: il “non ho tempo” e il relativo stress non sono più un problema, quando impari a eliminare il marcio dalla tua vita.
Rifletti su questo: quando dici “non ho tempo”, in realtà stai dicendo “non è fra le mie priorità”. Il tempo libero è una bufala.
24 ore al giorno bastano per fare tutto. Mettine in conto anch 7-8 per dormire, e te ne rimangono 16. Dovrebbero bastarti per lavorare, divertirti, avere un hobby e fare tante altre cose.
Se sei stressato, non sai gestire la tua giornata nel modo giusto. Prova ad applicare questi consigli.
Queste le parole che dovresti smettere di usare perché sono una scusa per mascherare i tuoi difetti ed errori. Ecco invece tre parole che probabilmente non usi abbastanza.
1 – No
Si ricollega al punto sopra, “occupato”: se non sai dire di no, non avrai mai il tempo da dedicare a te stesso.
Molte persone, per scrupolo o timidezza, non dicono mai di no agli altri. Ti ho già detto che dovresti sperimentare tutto nella vita, ma una cosa alla volta e facendo la lista delle priorità.
Significa che dovresti prendertela con comodo, trovare un ritmo che ti piace: né troppo scansafatiche, né troppo intenso.
Io sono una persona che ha più idee di quelle che riuscirà mai fisicamente a realizzare: romanzi da scrivere, viaggi da intraprendere, cose da imparare, esperimenti da tentare.
Ma ho fatto una lista delle priorità nella quale, abbastanza in alto, trovo lo svago: non importa quante cose ho da fare, ogni tanto mi piace prendermi un giorno di pausa. O prendere un aereo e partire per qualche giorno, in barba agli impegni.
In molti hanno dei problemi a decidere le loro priorità, come gestire il loro tempo e a cosa dire no (o sì): e se mi perdessi un’opportunità irripetibile? E se avessi sbagliato a rifiutare? O ad accettare? Se ti sei mai fatto queste domande, il manuale anti-confusione ti aiuterà.
2 – Proviamo
Un bernoccolo sulla fronte da quando ho 4 anni mi ricorda ogni giorno che prima di provare bisogna pensare: provare ad andare contro un muro di cemento in bicicletta non è stata la migliore idea della mia vita.
Ma almeno il concetto di base c’era: se non sai qualcosa, provalo. Provare qualcosa sulla tua pelle è più efficace che leggerlo sul libro: la mente crea ricordi per associazione, e ti ricorderai meglio quello che hai imparato se lo vivi in prima persona perché coinvolgi tutti i tuoi sensi.
Ma per provare, prima devi dire un’altra parolina magica…
3 – Forse
Nella vita devi avere tante certezze e tanti dubbi:
- Certezze su te stesso: chi sei, cosa vuoi, il tuo futuro.
- Dubbi sul mondo che ti circonda.
La certezza delle proprie opinioni è il peggior blocco al miglioramento e alla conoscenza, perché se sei sicuro di sapere qualcosa non ti informerai mai. Non solo per presunzione, ma per una para inconscia della mente di aver sbagliato. Quindi quando non hai la matematica certezza di qualcosa, usa una di queste parole:
- Forse
- Probabilmente
- Credo
- Penso
Tutte meglio di “sono sicuro”.
E rinuncia alla presunzione di poter sapere tutto: gli altri non sono stupidi (è da qui che nascono molte assurde teorie del complotto). Anzi, ogni persona su questo pianeta ha qualcosa da insegnarti: mettiti ad ascoltarla (non è difficile: basta che stai zitto) e scopri cosa puoi imparare.
P.S. Nelle ultime settimane mi sono arrivate lamentele che i miei articoli sono poco originali e noiosi. Se la pensi così, chiedo scusa: stando in fattoria ho a mala pena il tempo di scrivere articoli, figuriamoci fare ricerca, quindi ho un’idea: se ti piacerebbe sapere il mio punto di vista su qualcosa che riguarda la crescita personale scrivi un commento qui sotto, potresti darmi uno spunto fresco per il prossimo articolo.
O se vuoi pubblicare tu un articolo su Mindcheats mandami un’email con la tua idea, e ne parliamo. 🙂
er vegan :)
2 Luglio 2014 @ 14:09
Ottimo spunto, ste!!!!
Vorrei aggiungere che nel nostro dialogo interno, anche le imposizioni (“devo” su tutti) fanno male alla nostra mente inconscia, che odia il cambiamento, le maniere forti e non capisce nient’altro che immagini ( e qui entrano in gioco i fantastici esercizi di visualizzazione)
Stefano
2 Luglio 2014 @ 22:09
Vero, inoltre spesso ci dice “devo fare questo, devo fare quello” giusto per lavarsi la coscienza (e poi non fare nulla) 🙂
Alessandro G.
2 Luglio 2014 @ 14:30
Ciao Stefano, per quanto mi riguarda trovo i tuoi articoli originali e appassionanti.
Stefano
2 Luglio 2014 @ 22:05
Grazie Alessandro!
Filippo
2 Luglio 2014 @ 14:40
Ho due idee:
1) Nei tuoi articoli dici spesso che non ti piace la politica e sei a favore del libero mercato. Perche non spiegare perchè?
2) Mi sembra di ricordare che in un articolo hai affermato che l’iphone è un spreco di soldi. Perchè non spiegare perchè?
Stefano
2 Luglio 2014 @ 22:09
Grazie! Le prenderò in considerazione 🙂
Fabrizia
2 Luglio 2014 @ 14:53
Bravo Stefano, ti seguo da tanto, non tutti gli articoli sono buoni allo stesso modo ed e’ una pretesa che sarebbe sciocco avere.
Ti ammiro molto, sei così’ migliorato, ti leggo sempre con passione, ho”obbligato” due dei miei quattro figli a leggerti, hai tante buone idee e le esprimi in modo semplice e diretto. Mi sembri una persona onesta e coerente e io ti ringrazio di condividere con “noi” lettori così’ tanto materiale!
Stefano
2 Luglio 2014 @ 22:12
è normale che un lettore non apprezzi alcuni articoli che, magari, potrebbero piacere ad altri.
Grazie per i complimenti e per la pubblicità tra i figli 🙂
Gianni
2 Luglio 2014 @ 15:00
Personalmente trovo interessanti gli articoli, penso che tu sappia scrivere molto bene soprattutto per il genere di impronta che vuoi dare al sito, questo articolo anche se vero per molti aspetti non si può attuare ad esempio con famiglia e specialmente figli… Personalmente sarebbe interessante leggere (anche perche ti documenti molto bene) il rapporto tra auto miglioramento e responsabilità…. Soprattutto inteso rapporto famigliare… è un campo relativamente poco approfondito anche se di enorme importanza a mio parere.
Buon lavoro nella fattoria.
Stefano
2 Luglio 2014 @ 22:14
Grazie per l’intervento, è un’ottima idea 🙂
Francesca
2 Luglio 2014 @ 15:17
Ciao Stefano,
Come sempre bell’articolo, ottimi spunti di riflessione.
Mia nonna diceva sempre “chi dice MA… Cuor contento non ha!” ed in un certo senso è vero, avere sempre da obiettare può essere la spia di un’insofferenza di fondo che non vuole sentire repliche.
Mi era piaciuto molto l’articolo nel quale fornivi una chiave di lettura del carattere introverso e gradirei un approfondimento…
Stefano
2 Luglio 2014 @ 22:20
Ciao Francesca, ho scritto un po’ di articoli su di timidezza e caratteri introversi, comunque un approfondimento fa sempre bene. Intanto sentiti libera di utilizzare il motore di ricerca di mindcheats per altri articoli sull’argomento 🙂
Valeria
2 Luglio 2014 @ 16:21
Salve Stefano è un po’ che non ti scrivo (…leggo sempre i tuoi articoli), in un momento abbastanza confusionario della mia vita, ho capito leggendoti che devo darmi delle regole, la numero uno è la seguente:
– smettere di ascoltare persone che possano influenzare in modo negativo il mio pensiero. Ascoltare non costa nulla, basta stare zitti è vero ma i danni possono essere molto profondi perché dietro le parole di ognuno di noi possono nascondersi delle insidie molto serie come l’invidia o la gelosia. Dobbiamo imparare a sviluppare un sistema di ponderazione tale da farci scartare determinate opinioni senza lasciarci penetrare. E’ difficile perché viviamo in un mondo dove regna la legge “occhio per occhio dente per dente”, dove ognuno cerca di farsi spazio a scapito degli altri.
Stefano
2 Luglio 2014 @ 22:21
Non farsi influenzare dalla negatività degli altri è difficile, ma porta grandissime soddisfazioni 😛
Valeria
2 Luglio 2014 @ 16:22
….dimenticavo, per me come per tanti, non sei affatto noioso, io ti trovo molto stimolante.
Alessandra
2 Luglio 2014 @ 18:17
Ciao!
A proposito di spunti su nuovi articoli, mi piacerebbe leggerne uno che affronti marketing e statistica. Intendo un approfondimento di quello (che adesso non riesco a trovare), in cui elencavi quelle discipline che tutti dovrebbero approfondire. Quello che vorrei è qualche consiglio di lettura in più. Per esempio, hai citato un manuale di marketing di mille pagine che francamente mi intimidisce e non poco, non avendo la minima nozione in materia. Non mi sento affatto pronta a iniziare una lettura che con tutta probabilità abbandonerei dopo i primi capitoli! Con la tua esperienza di universitario specializzato in economia, che testi introduttivi consiglieresti, oppure quali testi per “profani” sono utili e non perdite di tempo? Hai ancora il programma di qualche esame che hai sostenuto che ti è sembrato valido, applicabile in qualche modo nella “vita quotidiana” e non solo teorico?
Grazie per l’eventuale risposta.
Stefano
2 Luglio 2014 @ 22:23
Ciao Alessandra, l’articolo richiede molta ricerca ma è fattibile, ed è pure molto interessante 🙂 Vedrò cosa posso fare!!
Anonimo
4 Luglio 2014 @ 01:11
Grazie! Resto sintonizzata, come si suol dire.
Francesco Cracolici
4 Luglio 2014 @ 21:23
Stefano di quale manuale del marketing di 1000 pagine parli?
Stefano
4 Luglio 2014 @ 22:36
Dimenticavo. Il manuale è Marketing Management di Philip Kotler
ermelynda
2 Luglio 2014 @ 20:54
STEFANO, CANCELLA PURE IL MIO COMMENTO PRECEDENTE! Ero con il cellulare e ho fatto un abominio. te lo riporto qui in forma leggibile 😉
Se devo dire la verità, penso che l’alternanza con Francesco abbia fatto molto bene a questo blog.
Per quanto riguarda l’originalità dei contenuti secondo non è tanto gli argomenti trattati, ma il modo in cui vengono trattati.
Ad esempio: se scrivo 10 articoli sull’argomento “studio”, posso decidere di fate 10 fotocopie o di scrivere consigli originali ad ogni articolo. Anche per questo dico che l’alternanza ha fatto bene al blog, proprio sullo studio tu hai scritto molti articoli con i tuoi consigli. Non mi stupirei se ad un certo punto i tuoi “trucchi” li hai svelati tutti e sullo studio non sai più che dire. Francesco ovviamente, essendo una persona diversa, ha nuovi consigli da darci. Questo è solo un esempio per esprimere la mia opinione: la ripetitività non è egli argomenti ma nei contenuti.
A questo proposito mi permetto di darti un consiglio: dato che conosci molto bene l’inglese perchè non ci riporti qualche strategia (su qualsiasi argomento) diffusa all’estero ma non molto in italia?
Sarebbe una grande ricchezza per la maggior parte di noi che legge solo libri e blog in italiano 😉
Scusa il papiro
Stefano
2 Luglio 2014 @ 22:26
Ermelynda, grazie del commento. Francesco scrive dei bellissimi articoli e sono contento che venga apprezzato a dovere 🙂
Costanzo
2 Luglio 2014 @ 21:01
Ciao Stefano, io penso che i tuoi articoli siano SPETTACOLARI. Sei uno dei pochi ragazzi che si interessa a voler migliorare la gente… sei da ammirare. Un esempio per tutti. Continua così! io continuerò ad essere un tuo seguace. 😀 Buona giornata 😀
Stefano
2 Luglio 2014 @ 22:26
Grazie Costanzo! 🙂
Massi
2 Luglio 2014 @ 21:26
Ciao Stefano, ti seguo da tanto ed ho imparato molte cose su come sfruttare le grandi potenzialità della mente a mio vantaggio.
Vorrei proporre un argomento che a me, e penso alla stragrande maggioranza, piacerebbe: unire la creatività alla razionalità.
Ho già qualcosa che mi frulla per la testa ed applico su me stesso; come per esempio fruttare le grandissime capacità dell’incoscio (che io considero la parte creativa del nostro cervello) e la razionalità, con cui riesco ad applicare varie nozioni o esercizi nel modo più giusto e appropriato.
Me ne sono reso conto suonando la batteria dove, per avere una buona creatività, devo prima fare tanti esercizi con precisione ed essere anche un po’ pignolo con me stesso.
Se puoi scrivere un articolo che parli di tuttio ciò, sarebbe fantastico almeno per me, se vuoi posso raccontarti la mia piccola esperienza da musicista in modo più dettagliato.
Grazie tante per l’attenzione e soprattutto per i tuoi articoli.
A presto
Massi 😉
Stefano
2 Luglio 2014 @ 22:30
Ciao Massi, da quello che so la batteria richiede anche parecchia coordinazione degli arti vero? Deve essere difficile tenere tempi diversi. Grazie per il suggerimento
Walter
3 Luglio 2014 @ 01:07
Mah, non so chi potrebbe trovare i tuoi articoli noiosi… Io personalmente bazzico l’ambiente della formazione e della crescita personale da oltre 10 anni, e ne applico i frutti nella mia quotidianità. Posso dire di aver maturato una discreta esperienza, e proprio in base a questa posso dirti invece che il tuo materiale è molto ben fatto, altamente applicativo, semplice e chiaro anche al neofita. Ok a preoccuparsi delle critiche, ma credimi: vai avanti così. Complimenti per il tuo lavoro.
Stefano
3 Luglio 2014 @ 22:26
Grazie Walter 🙂
Esse.K
3 Luglio 2014 @ 03:58
Ciao Stefano. Leggo con piacere i tuoi articoli, come ovvio che sia, con alcuni mi sento in accordo e con altri no. Credo sia normale.
La domanda è ( un po’ cervellotica magari ):perché io dovrei impormi delle etichette? Perché un ” Introverso ” dovrebbe vedersi come tale o perché un ” Estroverso ” dovrebbe vedersi come tale?
So per certo che ci sono persone che mi conoscono come ” simpatico ” altre come ” stronzo “.
Eppure sono sempre io. Perché dovrei categorizzarmi? Cosa significa essere se stessi?
Non so se ho reso l’idea, ma gradirei una tua risposta in tal caso. Se così non fosse, riformulo volentieri.
Sai com’è, a 18 anni, gli amori, i tulipani… (;
Anonimo
3 Luglio 2014 @ 10:41
Stefano potresti ridarci il titolo del libro “mille pagine” sul marketing?
Io non amo molto questa parola e quello che ne consegue ma e’ sempre buona cosa conoscere il “nemico”.
So che c’era in qualche tuo vecchio articolo ma non riseco a trovarlo!
Alessandra
4 Luglio 2014 @ 01:17
Dovrebbe essere “Marketing Management” di Kotler e Keller.
Ciao!
Stefano
3 Luglio 2014 @ 22:33
Il termine “etichettare le persone” secondo me significa attribuire loro degli aggettivi (e come fai a descrivere qualcosa senza aggettivi?). Siamo biologicamente portati a classificare le cose, non vedo nulla di disdicevole in questo se da essi non nascono pregiudizi.
Giancarlo
3 Luglio 2014 @ 10:49
Ciao Stefano, questo articolo mi è piaciuto davvero tanto!
Sono d’accordo con tutto ciò che hai scritto e particolarmente sul fatto di non paragonarsi con gli altri e che le uniche certezze che dovremmo avere riguardano il chi siamo e il cosa vogliamo, in fondo anche la scienza non ci da certezze definitive sul mondo esperibile dato che perfino Stephen Hawking rivede le sue teorie (com’è giusto che sia). Poi invece, finché non siamo certi su chi siamo e cosa vogliamo, viviamo in uno stato confusionale che porta parecchie emozioni negative perciò almeno riguardo a queste due cose dovremmo, a mio parere, avere una totale chiarezza.
Probabilmente il consiglio di sostituire il “ma” con “e” lo hai letto sul libro “Come ottenere il meglio da sé e dagli altri”, ricordo che Anthony Robbins lo riportava lì e da quando seguo questo consiglio ho evitato un marea di litigi 😛
Bellissimo articolo, complimenti! 😀
Stefano
3 Luglio 2014 @ 22:37
Grazie Giancarlo, concordo con tutto quello che hai scritto, non ho altro da aggiungere 😛
Giuseppe
3 Luglio 2014 @ 15:52
Leggo i tuoi articoli da mesi e non ne ho mai trovato uno che a mio parere si possa definire “poco originale e noioso”. Certo, sei tornato più volte sugli stessi argomenti ma questo non vuol dire nulla, trovo che la qualità dei post sia sempre rimasta la stessa, continua così Stefano! 🙂
Kiara
3 Luglio 2014 @ 16:08
Ciao Stefano, questo articolo è fantastico!
Oltretutto secondo me è adatto anche a chi crede in Dio, o in uno Spirito che tutto crea e nulla distrugge! … 😉
Tanto vale il detto:” Aiutati che Dio ti aiuta!” ;-D
Noi siamo dei puntini insignificanri rispetto all’Universo, eppure tutto ciò che ci circonda ha un senso: dalla margherita nel giardino di casa alla supernova nello Spazio! Ha la sua vita, la sua storia, un suo inizio e una sua fine.. e poi un suo riciclo…e così all’infinito, perchè come dici tu siamo fatti di cellule, di atomi, di energia .. e l’energia si rinnova sempre!
A me piace pensare di far parte di questa vita, di essere legata in un qualche modo insieme alla terra, al cielo e ai corpi celesti… anche se so che ciò che il ruolo che occupo può apparire insignificante, e che posso ciò che posso “governare” è solo la mia piccola esistenza: nelle piccole e grandi scelte quotidiane.
In fondo per me è bello sapere che non siamo al “centro” dell’ Universo: ciò significa che non dipende tutto da noi…ma che siamo padroni solo delle nostre scelte :).. altrimenti sai quante puttanate (scusa il termine) combinerebbe l’uomo oltre quelle che già spesso combina con il suo stupido ego??
Stefano
3 Luglio 2014 @ 22:44
Kiara, è verissimo, l’universo se ne frega di noi, non abbiamo le responsabilità di Atlante, eppure bisogna celebrare la nostra vita e viverla appieno 🙂
Monica
4 Luglio 2014 @ 09:59
Non fraintendermi, seguo i tuoi articoli con interesse…. ma:
“stando in fattoria ho a mala pena il tempo di scrivere articoli”
….diciamo che “non è nelle tue priorità”.
Stefano
4 Luglio 2014 @ 22:07
Ciao Monica. Tranquilla non fraintendo, e non mi offendo. Comunque hai ragione, i miei doveri verso la fattoria hanno una alta priorità, nonostante ciò troverò sempre tempo per scrivere articoli e comunicare con voi 🙂
Diana
7 Luglio 2014 @ 18:05
Bel blog 🙂 molto interessante
Marco
9 Luglio 2014 @ 08:02
Lo conosci Jaque Fresco? Ha realizzato un progetto su bassa scala che potrebbe essere applicato su scala mondiale gia da una trentina d’anni a questa parte. Probabilmente una persona che a livello storico potrebbe essere messo nella classifica dei migliori(Einstein, Gandhi,etc.).
Ha anche scritto dei libri, tra qui il più interessante secondo me è: “The best that the money can’t buy”.
Ti consiglio di fare una ricerca e poi, se vuoi, rispondi a questa domanda: perchè nessuno lo conosce?.
Ciao Marco.
Stefano
11 Luglio 2014 @ 15:15
Non lo conosco, ma da come me ne parli sembra un soggetto interessante, mi informo.
sergio
9 Luglio 2014 @ 12:44
Bello questo articolo!
Parole da usare, parole da evitare | Come &ldqu...
15 Luglio 2014 @ 11:38
[…] "…iniziamo a ipnotizzare te stesso: ogni giorno usi parole negative che limitano il tuo potenziale e nascondono i problemi che dovresti affrontare. Ecco una lista di 5 parole che fanno male alla tua crescita personale ogni volta che le usi (e 3 parole che invece dovresti usare più spesso)." […]