I 4 pericoli della libertà
Uno dei pilastri fondamentali su cui si regge la civiltà occidentale, su cui si reggono i governi e l’opinione pubblica, è: per aumentare il benessere e le condizioni di vita, bisogna aumentare la libertà personale. E per aumentare la libertà, devi aumentare le scelte che l’individuo può fare.
Ma è veramente così?

Quando l’anno scorso ho comprato il mio primo smartphone usato, dopo anni di Nokia vecchi regalati da mia sorella, non sapevo a cosa andavo in contro.
La drammaticità del mio acquisto si è rivelata dopo la scelta di un piano tariffario con internet 3G. Email sempre, ovunque. Facebook, Mindcheats. Considera che metà del mio lavoro è online, Android con collegamento internet significa poter lavorare sempre e ovunque.
La nostra società ci ha abituato a credere che scegliere è bene. Quando scegli hai più libertà, sei più felice, la società si sta evolvendo verso un futuro migliore.
Sappiamo tutti i benefici dell’avere più scelte, oggi ti parlerò dei rischi che comporta.
4 modi in cui troppe scelte distruggono la tua felicità
1 – Ci possono essere scelte migliori

Più scelte hai a disposizione e meno sceglierai, perché hai paura di fare la scelta sbagliata: è la paralisi della scelta. Il tuo cervello bilancia il dolore dello sbagliare con il piacere del fare quello che vuoi, e decide di non fare niente per evitare l’errore.
Un esperimento del 1995 ha provato questo effetto: in un supermercato con 6 marmellate, il 30% dei visitatori decidono di fare un acquisto dopo aver provato il prodotto. Ma con 24 marmellate diverse, solo il 3% decide di acquistare (fonte).
Ma finché parliamo di marmellate amen, viviamo bene anche senza. Okay, parliamo di cose serie allora.
Un altro esperimento (fonte) ha messo a confronto una serie di piani pensionistici negli Stati Uniti, dove ogni dipendente può scegliere il piano pensionistico privato che preferisce. Quando le aziende fanno scegliere fra 50 diversi piani, il tasso di partecipazione cala del 10% rispetto a quando le scelte sono solo 5.
La cosa preoccupante: ognuno di questi piani garantisce al dipendente circa 5.000 dollari all’anno, pagati dallo stato e che vanno nel fondo pensione. Anche con dei benefici così evidenti, molte persone sono bloccate dal terrore di poter fare la scelta sbagliata. Per quanto sia evidente che la scelta peggiore sia non scegliere affatto, la tua mente non la pensa così.
La paralisi è una conseguenza della scelta troppo vasta.
2 – Costo opportunità
Diciamo che sei stato bravo, hai fatto una scelta anche quando c’erano decine di opportunità diverse. È veramente tutto finito?
No.
Quando scegli fra un largo numero di alternative, sei meno soddisfatto rispetto a quando fai la stessa scelta con meno possibilità. La felicità massima è quando la scelta non ce l’hai affatto!
Ti faccio un esempio.
Quando non avevo uno smartphone, sull’autobus non avevo molta scelta: lettore MP3 e buona musica (tipo questa). Ora con un cellulare posso decidere di andare su internet, guardare Facebook, rispondere alle email o commenti su Mindcheats, controllare se qualcuno ha una domanda sui miei prodotti. Posso scrivere la bozza del mio prossimo articolo.
Anche se la scelta rimane la stessa (buona musica), non posso non pensare a cosa mi sono perso. Ogni scelta ha dei vantaggi unici a cui rinunci quando decidi di fare altro, questo rende l’esperienza meno gradevole. È facile immaginare che la tua scelta non è stata la migliore, che hai sbagliato.
In economia questo principio si chiama costo opportunità: scegliere un’opzione significa rinunciare ai benefici unici di tutte le altre. Anche se hai preso la decisione giusta, non puoi smettere di pensarci.
E più opzioni ci sono, più sono i benefici a cui rinunci quando scegli.
3 – Troppe aspettative

Più scelte hai, più sono alte le tue aspettative.
Immagina di entrare in un negozio in cerca di un paio di jeans. Nel primo negozio trovi un modello con tre taglie:
- Small
- Medium
- Large
Le tue aspettative sono al minimo, non puoi scegliere niente, compri quel paio di jeans e sai che non c’è niente di meglio. Quindi ti accontenti e non ci pensi più. Ti coprono efficacemente le mutande e tanto basta.
Ma quando entri in un super centro commerciale con decine di modelli per ogni taglia, le tue aspettative vanno alle stelle: con così tanti modelli da cui scegliere, deve per forza esserci quello perfetto per te. Superi la paralisi e ti porti a casa il tuo paio, che è oggettivamente superiore a quello del piccolo negozio. Perfetto dici: scegliere fra così tanti modelli mi ha permesso di trovare quello che fa per me. Beh, no.
Lo indossi ma non sei soddisfatto, anche se la qualità è elevata. Perché?
Il tuo cervello non è in grado di valutare la qualità di un acquisto, e quindi la tua soddisfazione, se non lo compara a qualcosa. In questo caso, la comparazione è con le tue aspettative.
Con il singolo modello di jeans le tue aspettative sono minime, quindi non rimarrai deluso: la qualità del prodotto è uguale o superiore a ciò che ti aspettavi, perché non ti sei mai aspettato niente di che. Quando provi il super modello scelto fra cento, le tue aspettative sono così alte che l’incremento oggettivo della qualità non basta per colmare il divario: non sarai soddisfatto.
Il segreto per essere felice con le tue scelte è abbassare le tue aspettative.
4 – Il senso di colpa

Continuiamo con l’esempio dei jeans.
Quando acquisti un solo paio di jeans perché non hai scelta e non sei soddisfatto, sai a chi dare la colpa: al produttore che ha fatto jeans da schifo, al venditore che non ne ha messi altri in commercio, al mondo che non sa creare jeans decenti. Non è colpa tua e questo fa sentire bene il tuo cervello.
Ma quando scegli e non sei soddisfatto anche se il prodotto è oggettivamente migliore (come ti ho appena spiegato), la colpa è tua. Sei tu che hai scelto quel paio di jeans, avresti potuto prenderne altri. Se non sei soddisfatto, non puoi incolpare altri che te stesso. Questo ti genera il senso di colpa che, anche se può essere usato come stimolo per migliorare, ti dà una sensazione di rabbia e impotenza.
Come essere più felice
Il risultato è che anche se viviamo meglio con più scelte, ci sentiamo peggio. Non so tu, ma io preferirei essere più felice che avere milioni di barattoli di marmellata da cui scegliere.
Non ho dubbi che avere un po’ di scelta sia meglio che non averne affatto. Ad esempio:
- Poter scegliere più di un candidato alle elezioni.
- Poter scegliere diversi cibi da mangiare.
- Poter scegliere fra scarpe e sandali.
Ma il passo successivo è sbagliato: tante scelte non sono meglio di poche. Limita il tuo bisogno di informazione, limita la tua possibilità di scelta. Io ho scelto di non votare per questa ragione.
C’è un momento in cui devi smettere di informarti e scegliere di agire: non esiste una regola fissa, devi arrivarci con l’esperienza. Ad esempio: io voglio comprare un nuovo paio di cuffie, ci sono centinaia di modelli a disposizione. Ho letto tre recensioni mirate e ho smesso di informarmi, perché tre modelli con caratteristiche diverse sono sufficienti per una scelta informata.
La soluzione è creare un contenitore nel quale vivere e limitare le tue scelte. Puoi diventare tutto quello che vuoi? Sì, ma non puoi diventare tutte le cose insieme. Scegli di restringere il tuo campo d’azione e concentrati su poche cose. Limitare la tua scelta significa limitare la tua libertà, ed è necessario se vuoi vivere una vita serena.
P.S. Per l’articolo ho preso spunto da questo video.
17 Luglio 2013 @ 13:24
Come sempre articolo molto interessante. Tutto ciò che dici è vero, però mi viene naturale pensare che non sia sempre così; faccio un esempio: quando entro in un negozio di dischi grande e ben fornito mi sento felice, in quanto ho un’ ampia possibilità di scelta e non mi è mai capitato di pentirmi di un acquisto, specialmente se quest’ ultimo è un cd della mia band preferita 😉
Invece, quando entro in un negozio e, per via della poca disponibilità, non trovo ciò che stavo cercando, allora mi sento un po’ frustrato
18 Luglio 2013 @ 10:08
Ciao Alessandro, il caso che spieghi mi sembra un po’ diverso e ti spiego il perché.
Nel caso del negozio di dischi, i prodotti non sono intercambiabili: entro e voglio l’ultimo CD di Skrillex, il resto non mi interessa. Se il negozio è ben fornito ce l’ha, altrimenti no. Entri inoltre con già una certa conoscenza del settore: sai cosa ti piace e cosa eliminare, hai letto recensioni e ascoltato demo su Youtube.
La tua è un’ottima osservazione che mi porta a specificare: questa teoria vale con prodotti intercambiabili.
18 Luglio 2013 @ 10:48
Grazie per il chiarimento, ora torna tutto 🙂
18 Luglio 2013 @ 11:30
Prego Ale. 😀
17 Luglio 2013 @ 15:24
Occhio alla prima riga dopo l’immagine della mostarda! (cancella pure il commento dopo, non sapevo come contattarti altrimenti)
18 Luglio 2013 @ 10:21
Cosa vuoi dire?
18 Luglio 2013 @ 12:52
l’hanno scorso 😛
18 Luglio 2013 @ 14:20
Oh, grazie, non l’avevo notato. 😉
17 Luglio 2013 @ 16:23
Deduco da questo articolo che hai guardato QUELLA puntata di TED? Nice.
18 Luglio 2013 @ 10:21
Anche tu fan di TED? 😀
Fra l’altro mi hai ricordato che non ho citato la fonte, aggiorno subito.
19 Luglio 2013 @ 16:19
A proposito di TED… hai visto questa puntata? http://www.ted.com/talks/michael_shermer_on_believing_strange_things.html
troppo forte… ci sarebbe un mare di articoli da farci sopra. E la parte della canzone al contrario è troppo forte!
20 Luglio 2013 @ 09:18
No quello non l’ho visto, ma ci do un’occhiata sicuro! TED è una miniera di informazioni, mi piace troppo. Grazie per il link. 🙂
17 Luglio 2013 @ 16:40
Ben detto. Oltre ad abbassare le aspettative, consiglio di usare la testa prima di acquistare. Qualche anno fa mi è capitato di comprare un aggeggio da centinaia di euro che adesso sta non so dove a coprirsi di polvere. Lo rivenderò sicuramente, ma ci perderò più della metà.
Con quei soldi avrei potuto comprare molti libri.
17 Luglio 2013 @ 21:22
Complimenti! Questo articolo è davvero fantastico!
18 Luglio 2013 @ 10:25
Grazie Pasquale. 🙂
17 Luglio 2013 @ 23:40
Ciao Simone, sempre interessanti i tuoi articoli, un consiglio cerca di inserire sul tuo sito l’estensione “reader” di apple, così ci viene più facile e piacevole leggere utilizzando l’iPhone, però sinceramente non so come si faccia. 😉
18 Luglio 2013 @ 10:26
Chi è Simone? 😛
Prima o poi installerò un tema apposito per chi legge dal cellulare, ma ci vogliono tempo e soldi. 😀
19 Luglio 2013 @ 22:48
scusa Stefano 😉
18 Luglio 2013 @ 10:54
Non a caso esiste il detto “Imbarazzo della scelta”
Imbarazzo = disagio
18 Luglio 2013 @ 11:30
Ma sai che non ci avevo mai pensato? 😀
18 Luglio 2013 @ 18:12
sciegliere…vuol dire pure rinunciare..
18 Luglio 2013 @ 18:12
Complimenti Ste, articolo fantastico!
Ero già a conoscenza di questa cosa, ma come la spieghi tu, non c’è paragone! 🙂
La nostra mente è davvero fantastica! “decide di non fare niente per evitare l’errore”, geniale!
21 Luglio 2013 @ 09:20
Ciao Ste, davvero un ottimo articolo, soprattutto quando parli delle aspettative troppo elevate e ai sensi di colpa perchè ci si sente unici responsabili di scelte sbagliate.
Io la vedo così: poter scegliere è un’opportunità, che di solito viene dall’esterno; saper scegliere è invece una nostra capacità, e come tale va imparata e allenata.
Il cervello non va in confusione se si trova di fronte a troppe scelte, ma se non è capace di scegliere. Riprendo l’esempio dei jeans: se vado al centro commerciale con l’idea vaga di comprarmi dei jeans, alla fine non prendo mai niente perchè non so davvero cosa voglio. Se invece vado con le idee chiare su modello e colore, la scelta diventa più ristretta e quindi più facile.
Negli scacchi esiste una tecnica detta “quick scan”: di fronte ad una posizione bisogna valutare velocemente tutte le possibili alternative, ma scartare altrettanto velocemente quelle che non meritano attenzione, in modo da concentrarsi solo sulle 2-3 mosse davvero valide.
Se mettiamo sullo stesso piano tutte le possibili scelte, alla fine ricadiamo in quello che hai descritto benissimo tu, mentre se sappiamo limitare le scelte il rischio di entrare in confusione è minore, e minori sono anche le aspettative e i sensi di colpa associati.
22 Luglio 2013 @ 08:17
Come dimostra la ricerca citata, il numero di scelte è la causa diretta dell’incapacità di scegliere. Se da uno deriva l’altro, la differenza a livello pratico è nulla. Il quick scan può funzionare con gli scacchi perché seguono una logica matematica, ma gli acquisti impulsivi seguono le emozioni che non possono essere quantificate matematicamente.
27 Luglio 2013 @ 09:45
Potrei sbagliarmi, ma io penso che l’incapacità di scegliere sia la causa mentre il numero di scelte sia un problema relativo. Mi spiego meglio: se hai 2 opzioni tra cui scegliere ma non sei capace di scegliere, risulteranno comunque tante; se la scelta invece è unica (quindi non è una scelta) il cervello in teoria non dovrebbe andare in confusione.
In realtà esiste quasi sempre l’opzione “non scelta”, quindi se non parte da noi stessi la capacità di scegliere (anche sbagliando, ma comunque scegliendo), saremo sempre in preda all’indecisione oppure, ancora peggio, saranno gli altri a scegliere per noi…
26 Luglio 2013 @ 21:04
Buoni spunti di riflessione.
31 Luglio 2013 @ 16:33
Ti ringrazio. 🙂
3 pericolose trappole mentali che condizionano la tua vita | Mindcheats
14 Agosto 2013 @ 13:04
[…] Ti blocchi, smetti di pensare razionalmente e l’inconscio prende il sopravvento. Commetti errori banali e pensi in maniera irrazionale. Anche quando hai sotto mano tutti i dati da analizzare (cosa rara nella vita reale), la tua mente pensa solo a una cosa: eliminare l’incertezza. […]
3 Settembre 2013 @ 20:28
Ciao, ti seguo da un po’ e questo è uno dei pochi articoli su cui non sono d’accordo.
E per questo lo commento (strano il mondo eh? XD)
Personalmente quando ho una vasta scelta sono molto più soddisfatta, credo di riuscire a prendere sempre (o quasi dai…) la scelta giusta, almeno per quanto riguarda che tipo di mostarda comprare o che jeans acquistare!
Il mio pensiero è questo: se l’ho scelto è bello, mi piace, e sono soddisfatta, è difficile che trovo di meglio, ho analizzato tutte le possibilità.
Al contrario se sono costretta a comprare in un negozio che propone poca merce (magari perché era l’unico aperto!) mi sento molto “costretta” e comincio a chiedermi “ma non c’è niente di meglio?”. Quando scelgo sono molto più felice, ad esempio odio fare la spesa in piccoli alimentari, perché non propongono varietà di prodotti e mi sembra come che qualcuno mi dica “ecco, c’è questo o niente, te lo devi far piacere!” e non mi piace per nulla!
Non so, non mi è mai successo di uscire da un negozio con il ripensamento “ma forse era meglio l’altro….”, al limite sono arrivata a pensare (nel caso di prodotti alimentari ad esempio) “la prossima volta provo l’altra marca e vedo quale è il migliore calcolando il rapporto qualità/prezzo)
Per il resto, continua così, i tuoi articoli molto interessanti e utili! Davvero! =D
4 Settembre 2013 @ 16:19
Grazie del commento Erika, sono felice di sapere di questa tua esperienza. 😉