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4 Novembre 2015

Cosa ho imparato correndo una mezza maratona

Stefano Crescita personale

marathon

Che fra l’altro ho fatto nell’ottobre del 2013, quindi sono un po’ in ritardo. 😀

Per chiarirci: questo non è il solito articolo sulla filosofia di correre 21 km a piedi, o sul fatto che allenandosi si possa raggiungere qualsiasi obiettivo (anche perché 21 km non sono poi così tanti), o sulla tenacia. Piuttosto, questo articolo parla delle tue credenze limitanti e di come agiscano in modo subdolo nella tua vita.

Infatti, le persone non si rendono conto dei paletti mentali che si impongono. A tal punto che sono arrivato ad essere convinto che eliminarli sia impossibile: possiamo solo sperare di trovarli, uno a uno, più velocemente degli altri. E sostituirli con dei paletti che sono un po’ più in là nel nostro percorso di crescita. Una visione triste magari, ma è la verità.

Quindi, prima di tutto, cosa centra la mia mezza maratona del 2013 con le tue credenze limitanti?

Il paletto che mi sono posto mentre correvo

Ufficialmente, di mezza maratona ne ho corsa solo una. Ne ho fatte di altre per conto mio durante gli allenamenti (l’ultima settimana scorsa), ma prenderò a riferimento questa perché è l’unica che ho corso in una gara vera e propria.

Prima di iniziare l’allenamento, mi sono posto un obiettivo: correrla fra 1 ora e 45 minuti, e 1 ora e 50 minuti. Che non è un gran tempo, ma visto che era la mia prima gara, non ho voluto esagerare.

Da quel momento, passano tre mesi di allenamenti quotidiani. Diversi terreni, climi, vicissitudini, progressi. Poi arriva il momento della gara, che è diversa da quello che mi aspettavo: molto più difficile, con colline e addirittura un pezzo di sterrato.

Ma qual è stato il mio tempo?

1 ora, 47 minuti, 45 secondi.

Preciso preciso in mezzo a quello che mi aspettavo, anche se dalla data in cui mi ero dato questo obiettivo erano passati tre mesi e la corsa in sé era stata più difficile di quello che mi aspettassi. Questo può significare due cose:

  1. Sono un mostro nel calcolare il tempo in cui correrò una mezza maratona fra tre mesi, senza riferimenti precedenti, e su un terreno sconosciuto.
  2. Mi sono posto una credenza limitante, e sono rimasto bloccato a quel tempo perché psicologicamente ero convinto che quello fosse il mio limite.

Ora, secondo te, qual è la risposta giusta? 😉

Sono sicuro che sarei riuscito a limare ancora diversi minuti da quel tempo, ma visto che mi ero posto quel paletto ho limitato la mia prestazione. Che finché stiamo parlando del risultato di una gara non è così grave, ma quando i paletti sono nella tua realizzazione e successo come persona la cosa si fa più seria.

La sottile differenza fra obiettivi e credenze limitanti

Dove per “sottile” intendo “nulla”.

Gli obiettivi, per quanto siano una delle cose più importanti che puoi porti nella tua vita, hanno intrinseca una credenza limitante. Prendendo il mio esempio: dicendo “voglio correre una mezza maratona fra 1h 45′ e 1h 50′” mi sto sì ponendo un obiettivo, ma mi sto anche dicendo che non sarò mai in grado di correrla sotto a quel tempo. Tac! Ecco la tua credenza limitante.

Aver degli obiettivi va bene, ma attenzione a non farli diventare i tuoi limiti. In genere, ogni volta che raggiungi un obiettivo significa che puoi fare di più. Quindi dovresti portarlo sempre un po’ più in là, senza accontentarti di fare qualcosa al di sotto delle tue reali capacità.

Come puoi sapere quando un obiettivo ti sta limitando da sprigionare il tuo vero potenziale?

L’unica è provare, non puoi saperlo in anticipo. Non puoi conoscere i tuoi limiti finché non li testi nella realtà, la teoria serve fino a un certo punto. Capisci che un obiettivo è allo stesso tempo una credenza limitante quando lo raggiungi, e non lo sostituisci subito con qualcosa di più ambizioso.

Va bene fare piccoli passi, ma per definizione questo significa che completato un passo devi fare il prossimo per andare un po’ più avanti, altrimenti ti fermi.

Come superare le tue credenze limitanti

Viviamo tutti immersi nelle nostre credenze limitanti. Che ci limitano nel lavoro, nel guadagno, nelle relazioni sociali, nella realizzazione dei nostri obiettivi. E non credere, anche io ogni giorno mi rendo conto di essere frenato da una serie di paletti che il mio inconscio si pone. Cerco ogni giorno di individuarli e superarli, ma farlo da soli non è facile.

Il sistema più efficace per superare i miei limiti, fra quelli che ho provato, è quello di parlare con persone che già l’hanno fatto. Quindi, persone che hanno raggiunto obiettivi più ambiziosi di quelli che io mi sono posto. Nel business significa fare consulenza con persone di successo (le consulenze costano un sacco, ma valgono dieci volte tanto), nella vita personale significa circondarsi di persone potenzianti che ti stimolino a dare il meglio di te (il circolo sociale in cui ti trovi influenza le tue decisioni e credenze più di quello che credi).

È difficile sapere in anticipo quali siano le tue credenze limitanti: se fosse così facile, allora tutti riusciremmo a superarle. È come giocare a mosca cieca: andare a tentoni finché non trovi quello che stai cercando. Con il tempo e l’esperienza puoi diventare più bravo, ma è sempre una ricerca personale che non può seguire schemi precisi. Come ho detto, la cosa più utile che puoi fare in questo senso è circondarti da persone che sono già almeno un passo davanti a te. In questo modo, quanto meno, hai una traccia da seguire.

O come dice il proverbio: se sei la persona più intelligente nella stanza, significa che sei nella stanza sbagliata.

Il tuo obiettivo dovrebbe quello di non avere obiettivi fissi: mantienili dinamici e flessibili, che si adattano e si sviluppano insieme a te.

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28 Ottobre 2015

I 5 passi per sembrare più intelligente

Francesco Cracolici Crescita personale

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A volte è meglio stare zitti e sembrare stupidi che aprire bocca e togliere ogni dubbio

Martina era veramente distrutta, più di quello scemo dell’ambasciatore cinese (e il perché lo scoprirai solo più avanti)

Se solo avesse letto ed applicato quest’articolo oggi sarebbe una ragazza contenta, ma sfortunatamente non è stato così.

La neo- laureata Martina aveva trovato una fantastica inserzione di lavoro che avrebbe coronato il suo sogno, ed era un passo dall’ottenerla.

Un giorno prima infatti aveva visto che un azienda cercava un “Art sales Manager”, una figura che avrebbe dovuto andare in giro per le gallerie d’arte del mondo a cercare nuovi talenti.

Arte e viaggi, il lavoro perfetto; la vita che desiderava.

Nell’inserzione c’era scritto: “Requisiti richiesti :

  • Laurea: ci siamo 110 e lode
  • Conoscenza di 4 Lingue: ci siamo ne conosce 5
  • Grande passione per l’arte: e pure qua nessun problema.

Così la giovane Martina si presentò al colloquio, con le migliori speranze, insieme a lui c’era un altro ragazzo. Più si avvicinava il suo momento più lei era agitata, preoccupata e sopratutto tesa.

Il problema è che, come sicuramente sai, più diventi teso, più diventa difficile per te dire cose sensate e invece è quasi impossibile non dire cazzate.

Con la grande tensione, e la preoccupazione alle stelle si sa, le cose finiscono per andare male.

Così anche se Martina era la più intelligente dei due, ed alla lunga lo avrebbe dimostrato, il suo datore di lavoro preferì l’altro ragazzo perché “apparentemente” era più intelligente.

Ecco questo è un problema che ci è già capitato e ci capiterà centinaia di volte, nonostante spesso siamo molto più intelligenti di chi ci sta attorno, per via dell’ansia o di altro, appariamo più stupidi e finiamo per perdere grosse occasioni.

Infatti ci saranno dei momenti, come interrogazioni, meeting o colloqui di lavoro, in cui hai la necessità di “apparire” intelligente. Ecco una procedura di 4 passi, ma prima fatti spiegare una cosa

Ecco perché i deficienti sembrano più intelligenti di noi

Secondo la teoria di  Howard Gardner, esistono circa 10 tipi di intelligenza diversa. Noi però non ne consideriamo nemmeno uno quando ci tocca valutare qualcuno.

Se uno davanti a noi ci dice che l’Australia si estende per 7 Milioni di Km quadrati o se cita Shakespeare mentre parla, ecco per noi questo tipo è intelligente.

Se invece ci si para davanti un capraro Siciliano, che magari non riesce nemmeno a coniugare il verbo essere, ma è capace di capire qualsiasi tipo di quesito matematico o risolvere grossi problemi di logica, non lo considereremo mai intelligente, perché non abbiamo il tempo e le capacità per valutare a fondo le persone.

Quello che più sembra contare è la conoscenza, non l’intelligenza effettiva

Sembrare intelligente non ha niente a che vedere con l’essere intelligente, ma adesso passiamo alla procedura:

Passo n.1: Per favore non dirmi di  SI

Dire di si ed annuire, per il cervello di chi ci sta di fronte, è un chiaro segnale di sottomissione. 

Se dici qualcosa a qualcuno e quello non fa altro che dirti “Sisi certo!” e a fare su e giù con la sua testolina ti sta inconsciamente dicendo: ” Hai perfettamente ragione, talmente tanta che non ho nulla da dire a riguardo”. Ed alla lunga sembrerà un po’ stupido.

Raramente ho difficoltà a capire cosa dicono gli altri, molto più spesso invece non ascolto per distrazione, in entrambi i casi non faccio altro che annuire per “fingere” li stia ascoltando. Ecco quando annuiamo diamo quest’impressione:

Non capisco ciò che dici e non mi interessa approfondire.

Non sto dicendo di non annuire ma semplicemente di, oltre a dire di si, ampliare il discorso e sopratutto seguire il passo 2:

Passo 2: Non ridere

Si dice che :

Il riso abbonda nella bocca degli sciocchi

Naturalmente è un detto popolare e lascia il tempo che trova, ma nasconde una verità. Ridere senza senso è tipico degli scemotti.

Non che sia sempre così ma in linea di massima il nostro cervello interpreta una risata immotivata o finta non come un segno di intelligenza ma anzi di tutt’altro.

Una cosa che invece ti fa sembrare più intelligente è stare in silenzio. Non per via di chissà quale studio o quale retaggio dell’uomo primitivo ma perché meno cose dici meno possibilità hai di dire corbellerie colossali

Quindi evita di ridere e passa al ..

Passo 3:  Datti una calmata

L’ho detto, prima e lo dirò altre cento volte.

Dopo circa 5 anni di crescita personale applicata e migliaia di tecniche sperimentate, secondo me una delle tecniche più efficaci è quella di entrare in“Stato alfa” ovvero uno stato di rilassatezza

Più sei irrequieto, come quando sei in ansia o stai litigando, più sei propenso a dire grosse cavolate. Quando sei  nel famoso Stato alfa invece, l’attività del tuo cervello è molto più elevata.

Non è vero che quando sei teso sembri più stupido, il fatto è che quando ti agiti SEI stupido, è colpa del tuo cervello e del fatto che si allontana dallo stato Alfa.

Allora il grande trucco per sembrare più intelligenti e rilassarsi, il mio consiglio è fare almeno 5 profondi respiri. Meglio ancora, secondo Amy Cuddy, potresti assumere una bella power pose (in foto), ovvero una posa alla Wonder women per 10 minuti consecutivi.

(Seriamente, funziona)

Ciò ti aiuterà ad avere più sicurezza e più calma e poi passare al passo 4.

Passo 4: Vestiti da intelligente

Gli scienziati lo chiamano effetto “halo” ed è un bug mentale attraverso il quale riteniamo che più una persona sia attraente più sia intelligente.

Inoltre in uno  studio del 2008 dell’Università del Winsconsin ha dimostrato che tendiamo a reputare più intelligente chi è vestito meglio, o comunque in maniera meno provocante o infantile

Quindi, se devi sembrare intelligente, e nel mio caso è un’impresa abbastanza complicata, butta via tutte le tute e le minigonne e mettiti un bel vestito elegante. E finalmente passa al ..

Passo 5: Fai Einstein

Si dice che Al Pacino fosse tremendamente insicuro.

Quando però doveva recitare nel “Padrino ” nella parte di Michael Corleone, ecco che la sua insicurezza svaniva.

Quando recitava non era più il piccolo e insicuro Italoamericano Al, ma un forte e determinato boss della Mafia New Yorkese che non la fa passare liscia a nessuno, e la sua insicurezza spariva.

Era insicuro ma, se interpretava un personaggio sicuro di se, non lo era più

Ecco questa è la stessa cosa che dovrai fare tu.

Anche se sei stupido, se interpreti un personaggio intelligente, anche solo in apparenza, non lo sarai più

Per apparire più intelligente prova ad interpretare un personaggio particolarmente intelligente, fai finta di essere uno tra:

  1. Leonardo da vinci
  2. Bill gates
  3. Steven Hawking
  4. Archimede
  5. Sherlock Holmes
  6. Walter White
  7. Einstein

Conclusione

Nella vita ti capiteranno occasioni in cui dovrai almeno sembrare intelligente, ecco se ti dovesse capitare segui queste regole:

  • Per prima cosa vestiti elegante
  • Cura il tuo aspetto
  • Poi Stai 10 minuti in una power pose
  • Fai 3 profondi respiri per  entrare in stato alfa
  • Dopo di che ricordati di non sorridere egli non annuire sempre
  • Stai in silenzio il più che puoi
  • Scegli un “genio ” ed interpretalo

Ora ti vorrei lasciare con la storia dell’ambasciatore cinese.

Si racconta infatti che il povero ambasciatore non sapesse l’inglese. Così prima del suo incontro con il presidente Obama i suoi interpreti gli dissero

“Caro ambasciatore, penseremo a tutto noi per quanto riguarda la comunicazione col presidente e la traduzione di entrambi. Lei deve solo dire due piccole frasi inglesi.

Non appena verrà il presidente lei gli dirà: “Come stai? ”

Il presidente le risponderà “Bene e tu? “. A quel punto lei dirà “Anche io”, si metterà a sedere e penseremo a tutto noi.

Il problema fu che, per la tensione (e anche qui per lo stato alfa) l’ambasciatore disse “Who are you?” e non “How are you?” ovvero disse “chi sei? ” non “come stai?”

Obama con grande nochalance disse “Sono il marito di Michelle!” e la sala scoppiò a ridere.

L’ambasciatore rispose, senza comprendere la battuta rise e disse “Oh anche io!” e tutti stettero in un silenzio imbarazzante.

 

21 Ottobre 2015

Come NON avere una vita mediocre e noiosa

Stefano Crescita personale

Ecco alcune cose che ho in programma di fare nei prossimi 6 mesi:

  • Fare un corso di immersioni con le bombole.
  • Vivere due settimane in una malga alpina in un allevamento di cani da slitta.
  • Completare la Rovaniemi 150, una ultra-trail artica di 150 chilometri a piedi.
  • Visitare l’Alaska per 2 settimane, e già che sono in America, fare un giro per gli Stati Uniti nei posti che non ho visto nella prima passata.
Nella speranza di non scambiare le valige.
Nella speranza di non scambiare le valige.

Oltre ai vari obiettivi che mi sono posto nella sfera lavorativa.

Non te lo sto dicendo per farti vedere quanto sono bravo e bello: primo perché di vantarmi mi interessa poco, secondo perché non c’è proprio niente di cui vantarsi.

Semplicemente ho scelto di vivere una vita emozionante, sempre alla scoperta di cose nuove, mai noiosa. Perché sì, anche questa è una scelta. Nessuno ti impone di stare a casa, vivere una vita grigia e noiosa, e magari lamentarti perché a te non capita mai l’occasione giusta.

L’occasione sei tu che devi creartela, andare a cercare l’opportunità che ti cambierà la vita.

Come disse Einstein, è pazzo colui che pensa di ottenere risultati diversi facendo sempre la stessa cosa (parafrasando). Applicalo alla tua vita, al tuo futuro: se vuoi avere un futuro diverso da quello che è stato il tuo passato, allora devi cambiare il tuo modo di agire. Continuare con la solita routine, in attesa che il cambiamento semplicemente avvenga, non è una strategia che ti porterà a qualche risultato.

La “noia” a cui mi riferisco nel titolo dell’articolo riguarda proprio questo: la routine. Fare la stessa cosa giorno dopo giorno, senza mai variare. Senza evolverti o migliorare, provando cose nuove.

Le persone di successo sanno che il miglior investimento che possono fare nella loro vita è quello su loro stessi: nella formazione, certo (l’università è un bel primo passo), ma anche nelle esperienze. Ogni nuova esperienza che fai te la porterai dietro per tutta la vita, e anche se adesso non sai ancora come, prima o poi vedrai che ti tornerà utile. Magari non per il tuo lavoro, ma per la tua felicità e per la qualità della vita sì.

La scusa usata dal 99% delle persone che leggono questo articolo

“Ma io non ho tempo/soldi/risorse/possibilità di farlo!”

Beh, fino a qualche anno, nemmeno io. Sono partito dall’essere uno studente squattrinato, che a volte doveva dire di no a pizza e cinema per mancanza di fondi.

Sono tutti bravi a dire ah, se solo avessi il tempo, i soldi, la possibilità… Allora farei tutto questo e ancora più!

Ma pensaci un attimo…

Se tu fossi quella persona che si ritrova con una camionata di soldi per puro caso e va in giro a divertirsi, allora non saresti tanto diverso dal bamboccione che fa il bullo con la Ferrari presa coi soldi del papà imprenditore.

Perché sì: se i soldi non te li sei guadagnati, se l’opportunità non te la sei creata con i calli sulle mani e il sudore sulla fronte, allora per definizione è un puro caso. Tu non vuoi essere quella persona, giusto?

Sono in pochi a vincere alla lotteria i milioni, e anche quelle persone tendono a sperperare i loro soldi in poco tempo (oltre a non essere più felici). Tutti gli altri, il futuro, se lo costruiscono per conto loro. Già capire che il tuo futuro è nelle tue mani (e che il tuo presente è la conseguenza delle scelte che hai fatto in passato), è un primo passo per responsabilizzarti.

Molte persone cercano di negare questo concetto: accettare la responsabilità del proprio futuro, significa accettare che se sei infelice la colpa è tua. Sul lungo periodo, la fortuna non conta. No, molto più facile continuare a pensare che chi ha successo è perché ha culo, piuttosto che ammettere i propri difetti e lavorare per migliorarsi.

Sono proprio quelle le persone che il successo, in vita loro, non lo vedranno mai nemmeno col binocolo. Perché continueranno a compiere la stessa routine nella vana speranza che le cose possano cambiare, credendo che il successo ti piova addosso da un momento all’altro senza preavviso (niente di più sbagliato).

Dall’altra parte ci sono le persone che se lo creano, il cambiamento e il successo. Non sarebbe più bello fare parte di questa categoria? 😉

Quindi: al momento non hai la possibilità di farti due settimane in Alaska, o qualche altra località paradisiaca a tua scelta? Il primo passo è capire che la responsabilità del tuo futuro è unicamente tua. Il secondo, è crearsi le opportunità per cambiare vita.

A scanso di equivoci: lo scivolone, anche grosso, nella vita può capitare a tutti. Ci mancherebbe. Ma per chi si assume la responsabilità delle proprie azioni e del proprio futuro, è solo una situazione temporanea.

La promessa che mi faccio ogni 1° gennaio

Molti si fanno i soliti propositi di inizio anno: smettere di fumare, dimagrire, andare in palestra, smettere di piangersi addosso…

Io ho capito che, con me, queste cose non funzionano. E secondo le statistiche, nemmeno con la maggior parte delle persone. Questo perché per quanto mi piaccia programmare il mio futuro, non so mai cosa mi potrà capitare in quei 12 mesi.

Io, piuttosto, il primo gennaio mi faccio una sola promessa: entro il 31 dicembre devo fare qualcosa che mi cambia la vita e che mi ricorderò per sempre. All’inizio non ho idea di cosa sia quel qualcosa, ma con il passare dei mesi, la mia visione si fa sempre più chiara.

Questo ultimatum che mi faccio ogni anno mi costringe a provare sempre cose nuove, a non rannicchiarmi nella mia zona di comfort. Da quando ho iniziato a farmi questa promessa nel 2012, i risultati sono stati straordinari. Di anni in anno, i cambiamenti si sommano e arriverai a trasformare la tua vita senza nemmeno accorgertene. Una sensazione fantastica.

Dovresti provare anche tu. 😉

14 Ottobre 2015

Il metodo di Brad Pitt per aumentare la tua efficacia

Francesco Cracolici Crescita personale

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Esiste 1 semplice tecnica in grado di aumentare la tua produttività verso vette che nemmeno pensavi di poter raggiungere.

Oggi ti illustrerò una strategia pratiche utilizzata dai più grandi registri, imprenditori, produttori musicali e via dicendo per dare un boost alla tua efficienza. Scoprirai come poter dare un senso alle tue scelte ed incrementare il tuo rendimento.

Pronto?

Iniziamo.

Il baseball non è uno sport per tutti

Nel 2013 è uscito “Moneyball, l’arte di vincere”  con Brad Pitt. E’ uno dei miei film preferiti in assoluto ed adesso ti spiego il perché.

Racconta la storia di Billy Bean (bio), il general manager di una squadra di baseball di basso livello che, nel 2003, riusci a stabilire un record mondiale di vittorie. Ancora oggi nessuno lo ha infranto.

La cosa strabiliante è che Billy ci riusci senza praticamente nessun budget e con giocatori di bassissimo livelllo. Per citare una sua frase:

“Il problema è che ci sono squadre di serie B e squadre di serie A.
Poi ci sono 20 metri di merda e poi ci siamo noi”

Per farti un paragone è come se:

  • Il Frosinone vincesse la Champion
  • Il 100° tennista al mondo vincesse Wimbledon
  • Il Gran Premio di Montecarlo lo vincessi io a bordo di una Fiat Panda del 1967
  • X Factor lo vincesse lui (ti consiglio di guardarlo)

Ma come fece quest’uomo  con 4 soldi ed un mucchio di incapaci  a creare una delle squadre più forti della storia?

Usò una procedura scientifica per scegliere i giocatori.

So che ti sembra strano, ma è andata proprio così:

Si era reso conto che i giocatori venivano valutati in maniera sbagliata. Allora fece tutte le ricerche possibili per trovare una procedura, uno schema passo passo da seguire, per  reclutare i migliori giocatori al prezzo più basso. Diceva sempre:

Lo scopo non deve essere comprare giocatori: lo scopo deve essere comprare vittorie.

E per farlo aveva creato un’algoritmo.Così in poco tempo nel mondo del Baseball tutti usarono il suo metodo

La tecnica della La procedura :
La mia storia

Visto che il film mi era piaciuto così tanto, decisi di fare la stessa cosa. 

Per le attività che per me erano più importanti decisi che avrei impostato una procedura. Ovvero uno schema passo passo da seguire ogni volta che iniziavo una determinata attività

Come primo esperimento decisi che avrei creato scritto una lista di passi da seguire con un ordine preciso per il lavoro proprio come avrebbe fatto Billy al posto mio.

Per oltre 15 giorni, ogni volta, ogni santa volta che iniziavo a lavorare su qualcosa, avrei letto e seguito quello schema.

Eccola qua:

  1. Stabilisci un obiettivo giornaliero
  2. Chiediti “qual è il modo migliore per raggiungerlo”
  3. Dividilo in 3 passi
  4. Datti un limite di tempo stringente (legge di parkinson)
  5. Elimina le distrazioni ed inizia a lavorare

Ebbi delle prestazioni straordinarie, lavoravo molto meglio. Allora decisi di farlo per decine di altre attività come per esempio lo studio o la scrittura di articoli

Il principale vantaggio di creare uno schema e scriverlo è che sei in grado, in un momento di lucidità, di mettere in gioco tutte le tue conoscenze e tecniche di crescita personale e poi, leggendo la procedura, le applicherai.

E’ molto utile per la gente come me e te che conosce decine di tecniche diverse. Ma ci sono altri 2 grossi vantaggi

Primo vantaggio: Sei molto più efficace

Per adesso mi piacciono molto i cantanti Punk degli anni 80.

Mi piace molto l’idea di un gruppo di ragazzi scalmanati che tentano di cambiare il mondo a colpi di chitarra. E poi cantano quasi tutti male.. proprio come me.

L’altro giorno, mentre ascoltavo una canzone dei Clash mi sono reso conto che quasi tutte le loro canzoni seguono questo schema:

  1. Intro
  2. Strofa
  3. Ritornello
  4. Instrumental
  5. Fine

Poi ho deciso di ascoltare altri gruppi, altri artisti di stili diversi. Da Morandi ai Metallica, guarda caso hanno tutti lo stesso schema!

  1. Intro
  2. Strofa
  3. Ritornello
  4. Instrumental
  5. FineCosì mi sono chiesto:

“Come diavolo è possibile? A nessuno viene in mente di Iniziare con il ritornello e finire con un assolo?!!

Certo che a qualcuno è venuto in mente, ma non gli conveniva assolutamente adottare uno schema diverso dal solito e nelle prossime righe ti spiego il perché.

Mio fratello dice che sono stronzo

Ogni volta che ci guardiamo un film assieme, riesco sempre ad azzeccare il finale e così finisce che mi insulta.

La verità è quasi tutti i film  abbastanza commericiali, come quelli d’amore o dei super eori seguono uno schema ben preciso (come le canzoni)

  1. Intro d’effetto
  2. C’è un eroe con qualche difetto
  3. C’è una nuova fiamma
  4. L’eroe subisce una sonora sconfitta
  5. Ha una sfida finale da superare
  6. Supera il difetto
  7. Corona il suo amore.

La verità è che sia i produttori musicali che quelli cinematografici, anni fa, hanno scoperto che esistono schemi che se seguiti portano risultati di gran lunga migliori. E se per sbaglio provano a seguirne altri o ad inventare qualcosa di nuovo allora fanno flop. In pratica

  1. Se usano gli schemi hanno grandissima possibilità di successo
  2. Se non usano gli schemi hanno bassissima possibilità di successo.

Tutti usano le proprie procedure!

 Vantaggio n. 2  più motivazione e concentrazione

Quando qualcuno si fa un giro a cavallo gli mette sempre i paraocchi, in maniera tale che il cavallo segua le istruzioni che gli sono state date.

Non che il cavallo sia stupido ma è molto probabile che, vista una distrazione, si allontani.

Anche noi abbiamo lo stesso problema. Non siamo stupidi, ma capita spesso di avere un obiettivo e poi ignorarlo perché arriva una distrazione

Devi studiare il capitolo e poi ti ritrovi con il controller in mano a giocare alla play. Devi svolgere un lavoro ed invece esci con gli amici.

Le procedure sono una specie di paraocchi. Ci permettono di focalizzarci sull’essenziale e sopratutto ci danno una carica motivazionale infinita. Perché incosciamente ci danno l’impressione che tutto sta andando molto bene.

Inoltre le procedure sono incredibilmente utili per eliminare le cattive abitudini.

Per esempio avevo l’abitudine di impappinarmi quando parlavo, attraverso una procedura (che nei commenti se vuoi ti dico) l’ho risolta.

E adesso…

Lo so cosa stai per dire;
Ma in pratica che devo fare?

Semplice, datti delle procedure da seguire che tu possa ripetere e ottenere i migliori risultati.

Per ogni tua attività importante (come preparare un progetto, un esame o anche fare un discorso) crea una serie di passi da seguire in un ordine ben preciso. Uno schema fisso.  Fai così:

Per scegliere le procedure devi fare 3 cose molto semplici:

  1. Scegli un attività!
  2. Chiederti “Qual è la serie di passi  migliore per raggiungere il mio obiettivo?”
  3. Scrivere i passi necessari

Ecco dei miei esempi (procedure che ad oggi uso):

Se devo rispondere ad una domanda per un esame orale

  1. Faccio un respiro
  2. Inizio a ripetere scandendo bene le prime parole
  3. Finisco l’argomento
  4. Inizio a ripetere finché non mi bloccano

E sembro molto più preparato

Se devo fare un spiegare qualcosa o convincere qualcuno:

  1. Faccio un paio di domande di warm up
  2. Chiedo le sue esigenze
  3. Spiego ciò che devo spiegare o illustro la mia soluzione
  4. Faccio una “Chiamata all’azione”

E sono molto più convincente

Se  invece devo studiare un argomento

  1. Stabilisco un obiettivo in termini di tempo
  2. Stacco tutto e attacco il pomodoro Timer
  3. leggo e ripeto

E addio problemi di motivazione

Se devo scrivere un articolo

  1. Inizio con una storiella che non c’entra niente
  2. Faccio una metafora
  3. Cerco di darti suggerimenti per migliorarti la vita
  4. Metto un “Ricapitolando”

E  non mi confondo mai

Tutti i grandi hanno le proprie  procedure.
Nadal per esempio prima di ogni punto si aggiusta il pantaloncino e oscilla. Tesla, prima di ideare nuove cose si chiudeva in una stanza totalmente bianca in silenzio.

Ora tocca a te creare la tua.

Ricapitolando

  • Il miglior modo in assoluto per migliorare i propri risultati è creare delle procedure
  • Qual è la tua attività principale? Studi? Lavori?
  • Chiediti “Qual’è la migliore procedura passo passo per raggiungere il mio obiettivo giornaliero?
  • Scrivi ed applica la procedura se vuoi avere più motivazione e molta meno ansia

Con il tempo, come mi è già capitato, le migliorerai e sarai ancora più produttivo. Inoltre le volte in cui non sei efficace saranno quasi nulle. 

Ti ringrazio di aver letto l’articolo e ti propongo una sfida, con l’obiettivo di cambiarti la vita

Crea ed applica una procedura per 21 giorni ad una tua attività e fammi sapere che ne pensi! E magari lasciami un commento all’articolo che non fa male!

pareto_graph
7 Ottobre 2015

Come applicare il principio di Pareto alla tua vita

Stefano Crescita personale

Magari hai già sentito parlare del Principio di Pareto:

“Puoi ottenere l’80% del risultato con il 20% dello sforzo”

Bello in teoria, no? Poter ottenere grandi risultati in poco tempo e  con il minimo sforzo.

Ma come in tutte le cose che sembrano troppo belle per essere vere, c’è il trucco. E anche il principio di Pareto (detto anche principio 80/20) non è così semplice come la sua definizione potrebbe far pensare. Questo non significa che non sia efficace, anzi, se lo sai usare bene il rapporto 80% del risultato con il 20% dello sforzo è raggiungibile, ma devi sapere come farlo. Ed è questo di cui ti parlo nell’articolo di oggi.

Cos’è il Principio di Pareto?

Principio di pareto

Iniziamo da una spiegazione base. Leggi questo capitolo anche se hai letto un milione di volte la definizione di Principio di Pareto, perché la mia spiegazione è un po’ diversa dal solito…

La definizione che ho dato qui sopra è quella comune, ma secondo me limitata. Il modo migliore che ho trovato per spiegare il Principio di Pareto è:

“L’80% dell’output totale viene generato dal 20% dell’input”

Ora ti spiego.

Per qualsiasi cosa tu debba fare, il Principio di Pareto ti dice che esistono delle attività più importanti ed altre secondarie. Ti faccio un esempio pratico. Metti caso che tu debba studiare un libro per l’esame. Diciamo che per studiare tutto il libro a memoria e prendere 30 e lode con standing ovation e inchino del rettore (100% del risultato, o output) ti servano 500 ore di studio. Se il Principio di Pareto non esistesse e la crescita del voto fosse lineare per ogni ora di studio, allora dovresti studiare 16 ore per ogni punto nel voto (500 diviso 30). Quindi, per prendere un 18, dovresti studiare 288 ore (16 per 18).

Ma non funziona così. Se ti accontenti del 18 dovrai studiare meno di 288 ore, perché ti basterà apprendere i concetti di base senza memorizzare parola per parola il libro di testo. Magari dovrai studiarne 144 di ore, la metà. Questo è il Principio di Pareto in azione: più vuoi fare le cose “per bene”, più l’efficienza cala. E la mole di studio che passa fra un 28 e un 30 è molto, molto maggiore di quella che c’è fra un 18 e un 20.

Facciamo un altro esempio? E facciamo un altro esempio.

Metti che vuoi correre una maratona. Se vuoi correrla in 4 ore, hai bisogno di un certo livello di allenamento. Diciamo 150 ore. Se vuoi correrla in 3 ore e 45 minuti, magari ti servono 200 ore di allenamento. Ma se vuoi passare da 3 ore e 45 a 3 ore e mezza non devi allenarti 250 ore, magari sono 270: più cerchi di migliorare le prestazione, più ogni incremento è faticoso.

Se hai un’attività tua, allora sappi che il Principio di Pareto vale anche per il business: l’80% del tuo utile deriva dal 20% delle attività che porti avanti. Quindi se ti concentri su quel 20% e lasci perdere l’80%, guadagnerai di più lavorando di meno. E ti assicuro che questa non è un numero campato in aria: da quando ho scelto di applicare la teoria del Principio di Pareto alla mia attività, i risultati li ho notati eccome. 😉

Il Principio di Pareto è frattale (eh?)

In matematica, “frattale” significa che funziona su scale maggiori e minori nello stesso modo.

Mettiamo che nella tua attività abbia deciso di concentrarti solo sul 20% più importante, eliminando il rumore di fondo. Questo 20% è comunque soggetto al Principio di Pareto: il 20% dell’input sarà responsabile per l’80% dell’output.

Questa proprietà è un vero gioiello quando si parla di gestione del tempo: visto che il time management è per la maggior parte scegliere quali attività fare al posto di altre, concentrarti sul 20% che ti porta più risultati è la via migliore per avere tempo di fare qualsiasi cosa.

Il principio 70/30 e 90/10

Non sempre il rapporto è 80/20, come se esistesse una misteriosa forza universale degna della peggiore puntata di Voyager. A volte il rapporto è 70/30, altre è 90/10.

Quello che voglio dire è che non devi focalizzarti sul numero, ma sul principio: una grande parte dell’output viene generata da una piccola parte di input. Le persone che vivono secondo questo principio, e ottimizzano il proprio tempo e risorse dando priorità alle attività giuste, sono quelle che “vincono”. E uso questo termine generico perché non importa quale sia il tuo obiettivo, o come tu definisca il successo: se sfrutti la leva che ti dà il Principio di Pareto, vincerai in qualsiasi cosa.

Ma è qui che arrivano i problemi…

I 2 problemi nascosti del Principio di Pareto

Se fosse tutto così facile, allora saremmo tutti felici e realizzati. Visto che non è così, deve esserci l’inghippo. E infatti è così.

La verità è che, pur essendo conosciuto, in pochi sfruttano il Principio di Pareto nel modo giusto. Questo perché la sua applicazione ha due grandi problemi: quando impari a identificarli e superarli, avrai la strada veramente spianata per il tuo successo personale e professionale.

È difficile capire su quali attività concentrarsi

Questa è la più bastarda, perché le persone pensano sempre al “cosa” ma mai al “come”.

Basta poco per imparare il Principio di Pareto: leggi la definizione, arrivi a metà di questo articolo, e sei a posto. Ma applicarlo alla tua vita è tutto un altro paio di maniche.

Non esiste uno schema preciso che puoi seguire per sapere dove sta l’80% e dove il 20%, perché ogni situazione è diversa. Conoscere il solo principio non ti servirà a niente, se non hai un sistema efficace per identificare quali input sono indispensabili e quali sono rumore di fondo.

Questa è una capacità che viene con l’esperienza, non ci si scappa. Più diventi esperto in una singola attività, più ti renderai conto che certi input generano un output maggiore di altri. Diventare esperto in qualcosa significa anche questo.

Quindi, ecco un esercizio che puoi fare tutti i giorni per aiutarti a sfruttare la potenza del Principio di Pareto: per qualsiasi tua attività, cerca di capire qual è il 20% che ti dà l’80% del risultato. Perché non esiste un ambito nel quale tu non possa applicare il principio. Ed è questo il secondo, grande problema che blocca le persone dal loro successo…

Il Principio di Pareto funziona con qualsiasi cosa

Una delle scuse che sento più spesso, e una di quelle che odio di più in assoluto, è il “la mia situazione è diversa”. Secondo me, è la scusa numero uno dei falliti: cercare scuse, invece che soluzioni.

Anche con il Principio di Pareto, un sacco di gente pensa che non funzioni nella propria situazione. Invece no, sbagliato: l’80/20 funziona sempre, senza condizioni. Se pensi che non sia vero, allora non hai cercato abbastanza.

Io che ormai ci ho fatto l’occhio, ho imparato a trovare il 20% più importante in qualsiasi cosa: da ogni ambito del lavoro, ai miei obiettivi personali, al riposo e lo svago, eccetera eccetera. Nel lavoro, dedico il mio tempo solo a quelle attività che danno un vero impatto positivo all’azienda. Nel tempo libero, spendo soldi solo sul 20% che mi rende veramente felice (e in questo modo riesco a risparmiare un sacco di soldi). Potrei scrivere un intero libro sul Principio di Pareto, ma in questo articolo ho riassunto in poche righe tutti i concetti più importanti. Anche qui, 80/20 in azione.

Conclusione

Quindi, se veramente vuoi dare una bella scossa alla tua vita, a partire da oggi voglio che tu inizi a notare come ogni attività impatti sul risultato finale.

Molte persone si accontentano di dire “facendo X mi avvicino al mio obiettivo (o ottengo un risultato positivo), quindi va bene così”. No, non va bene così. Nemmeno alla lontana.

Significa che ti stai circondando di rumore di fondo, significa che i tuoi risultati saranno sempre mediocri. Se vuoi fare il vero salto, non puoi accontentarti di raccogliere le briciole. Devi trovare le attività che danno i risultati migliori con il minor sforzo, e concentrarti solo su quelle. Solo allora la qualità della tua vita potrà migliorare sensibilmente.

30 Settembre 2015

Il metodo Anti-facebook di Alfred Nobel per aumentare la tua vita di 5.7 anni

Francesco Cracolici Crescita personale

Un uomo nudo?
Sul mio letto?

– Alfred Nobel

Nobel disse queste frasi, ma lascia che ti spieghi.

Era una uggiosa sera di febbraio, ed il giovane Nobel aveva deciso di tornare prima a casa da lavoro per fare una sorpresa alla moglie e portarle dei fiori.

Lei, per ringraziarlo del pensiero, gli fece trovare un pacco regalo.

Solo che questo suo “pacco regalo” non era proprio un “regalo” e non era nemmeno suo.

Era infatti il pacco di un collega della moglie, che aveva una relazione clandestina con la signora Nobel. E lui lo aveva appena visto nudo sul suo letto.

Matrimonio finito!

Sfortunatamente per tutti gli amanti dei numeri, quel “rovina famiglia” era un matematico. Così ogni volta che il grande Alfred Nobel pensava alla matematica gli veniva in mente quell’immagine orribile di quell’uomo nudo.

Bleah!

Quel cattivone che si strusciava con sua moglie sul letto.

E così, quando Alfred dovette scegliere le discipline che meritassero un “NOBEL PRIZE” escluse totalmente la matematica.

Esiste il premio Nobel in fisica, in medicina, per la pace ma non in matematica. Per la matematica esiste la medaglia Phills e questo è il motivo, o almeno così vuole la leggenda.

Ma facciamo un passo indietro e torniamo a noi (così potrò migliorarti la vita!)

Perché il nostro caro Alfred ha creato un Premio col suo nome?

In molti non lo sanno comunque è successo questo:

  1. Alfred passa tutta la vita a studiare chimica
  2. Brevetta la dinamite per aiutare i minatori a far esplodere le cave
  3.  I signori della guerra usano la sua invenzione per uccidere centinaia di nemici
  4. Si sente in colpa e decide di creare i premi Nobel per spronare le persone a dare il massimo negli ambiti della scienza

Si lo so che stai dicendo, e forse hai anche ragione: Francesco che c’entra questo con me?

Allora seguimi bene che questa è difficile:

Quando usiamo i social network siamo come Nobel con la dinamite

Abbiamo tutti i buoni propositi del mondo, sappiamo che usarli ci farà conoscere nuove persone, ci renderà più impegnati.

Non appena li usiamo però succede che ci danneggiano, ci fanno sprecare tempo ed energie preziose.

E no, non sto dicendo di non usarli, sto dicendo solo che, proprio come la dinamite, sono degli strumenti utilissimi per alcuni addetti ai lavori come imprenditori e blogger (come per i minatori). Ma sono uno strumento letale per altri che li utilizzano male. Anzi più che letali sono delle vere e proprie…

Macchine a goccia di tortura cinese

Una volta, online, vidi uno strumento di tortura molto strano.

Proveniva dalla Cina e si trattava di una sedia che ti teneva immobile e ti uccideva lentamente!

C’erano delle strisce di pelle che ti cingevano le mani, le gambe ed il collo, in maniera tale da impedirti qualsiasi movimento.

Poi però c’era una cosa abbastanza strana, ovvero un enorme conta goccie posto sopra la testa dell’eventuale torturato.

Praticamente il malcapitato si vedeva battere la fronte in continuazione da una goccia d’acqua e senza nemmeno accorgersene moriva, poichè queste gli scavavano la fronte.

Coi social, nel 2015, ad alcuni di noi succede la stessa cosa. Ogni volta che, anziche concentrarci ed impegnarci facciamo un giro sui social è come una goccia.

  • Siamo seduti che lavoriamo, ad un certo punto lasciamo tutto e guardiamo Facebook. Ed ecco la prima goccia. Pluf
  • Stiamo studiando, arriva un argomento tosto. Apriamo Twitter ed ecco un altra goccia. PLUF
  • Siamo con gli amici, c’ un attimo di silenzio ed facciamo una capatina su Instagram. Goccia: PLUF

Adesso un giro sui social puà durare al massimo 10 minuti.

Peccato che di gocce ce ne sono 15-20 al giorno, e ciò vuol dire che passiamo almeno un’ora e tre quarti al giorno sui social

1 ora e 45 minuti!

Sai cosa vuol dire?

Che se tu hai una vita media di 80 anni vuol dire che passerai 5 anni e 8 mesi su facebook!

Te lo ripeto: 5 ANNI E 8 MESI!

5 anni e 8 mesi?

Sai cosa puoi fare in 5 anni ed otto mesi?

  • Leggere 126 libri su un argomento e diventare il più grande esperto al mondo
  • Aprire, fondare e vendere una startup milionaria
  • Vivere in ogni paese del mondo per almeno 10 giorni
  • Scrivere, girare, montare e pubblicare un film
  • Scrivere 3 libri da 500 pagine l’uno
  • Aprire un blog di successo

E invece noi che facciamo?? Spiare gli altri!

Se però oggi vuoi smettere di prenderti ste gocce e dare uno scatto alla tua vita ecco qua delle  tecniche super efficaci.

1. Metti le barriere

Molte persone hanno l’istinto di mangiare per noia.

Anche io l’ho, ma ancora non sono ingrassato

Dovrei fare qualcosa ma mi ritrovo sempre davanti al frigorifero e non so nemmeno come ci sono arrivato.Per risolvere questo problema esiste un metodo molto bello: mettere un adesivo che impedisce l’apertura del frigorifero.’

Ora il frigo si può aprire comunque,basta toglierlo. Ma è un segnale forte per la mente.

Vai in cucina, vedi l’adesivo, ti ricordi che devi smetterla e torni a lavorare

Con i social è uguale. Rendi più difficile l’accesso e ti passerà la voglia di cazzeggiare:

1. Elimina tutte le app dei social. Se ci vorrai andare potrai farlo via web

2. Fai il log out da tutti i profili. Se ci vorrai andare potrai loggarti di nuovo.

3.Disattiva tutte le notifiche push

Adesso però preoccupati di….

2. Bloccare le distrazioni

Ogni volta che siamo concentrati c’è una vocina nella nostra mente che ci dice:

Hey aspetta ma forse qualcuno ci ha commentato la foto!
Hey tu.. ma quanti like ha il tuo stato adesso??

E addio lavoro duro.Così è necessario allontare, durante l’orario di studio o lavoro, tutte le possibili distrazioni. Ecco allora una lista di cose da fare prima di ogni sessione lavorativa

1. stacca internet dal telefonino

2. Scarica Forest, un app mobile che ti impedisce di usare il telefonino e piantare degli alberi (scaricatela e capirai)

3. Mettilo in silenzioso

4. Se usi il pc scarica un estenzione per google chrome “facebook locker”che ti blocca l’accesso a facebook

Si lo so è una cosa basilare, ma sempre più persone lo sanno e continuano a rovinarsi le giornate e renderle improduttive. Cerca solo di bloccare le distrazioni ed il tuo rendimento diventerà di serie A… al 200%

3 Affrettati!

Sai qual’è il primo ingrediente che ti fa perdere tempo sui social? La noia.

Siamo seduti a non fare niente, perché non concederci un break? E non c’è niente di male, lo faccio sempre anche io. Peccato che poi diventa un abitudine e finisci col farlo anche quando non dovresti. Ma come smettere?

Pensa un attimo:  se tu fossi nel bel mezzo di una situazione divertente o pericolosa, come una rissa o una festa in tuo onore, non ti sogneresti mai e poi mai di aprire le app. 

Ok bello.Ma come facciamo a traslare questa adrenalina nello studio o nel lavoro per impedirci di perdere tempo ed essere più produttivi? Semplice: usa la legge di Parkinson

Datti un tempo irragionevolmente breve per i tuoi obiettivi, e ti metterai talmente sulle spine che sarai super produttivo e non ti sognerai mai di perder tempo prezioso

Per farlo basta che dimezzi il tempo che ci vuole per completare un obiettivo. Mi spiego meglio:

1. Ci vuole circa un’ora per finire il capitolo? Datti mezz’ora

2. Ci vuole una settimana per finire la relazione o la presentazione aziendale? Datti 4 giorni.

Ecco che così sarai super produttivo e sopratutto non perderai tempo!

4. Datti un social time

Ok vorrei che chiarissimo subito una cosa.
Stai pensando che i social sono il male assoluto?

Non è per niente così.

Secondo una ricerca riportata  su Next web, stare sui social distrugge la solitudine e quindi anche buona parte della tristezza delle persone.

Se ti senti solo, fatti un giro online e tutto ti passa.

Facebook ha aiutato centinaia di persone a trovare i loro cari dispersi dopo disastri naturali.

Inoltre i social sono uno strumento bellissimo per organzizzarci, seguire i nostri idoli e conoscere nuove persone.

Se usati a dismisura ci distruggono , ma sono molto utili.

Per questo dovresti fare come faccio io. Datti un social time. Ovvero uno spazio di tempo giornaliero riservato ai social

Stabilisci di stare soltanto, per esempio, 20-30 minuti 2 volte al giorno. Una a pranzo e una dopo cena. Così avrai due risultati:

1. Avrai la sensazione che avrai tempo per i social quindi non avrai più l’esigenza continua di controllarli

2. Limiterai il tempo perso

Recap

Si lo so . Sono davvero tante informazioni. Ecco perché ti ho preparato una todo list.

Stampala oppure fai uno screen con il telefonino. Questo ti aiuterà un casino… assicurato. E fammi sapere con un commento che ne pensi dell’articolo!

To do list:

Cosa fare ora:

  • Elimina tutte le app social
  • Stabilisci quando farai i tuoi 40 minuti giornalieri di social
  • Fai il log out e stacca le notifiche.

Ora non appena inizi a lavorare o studiare:

  • Disattiva internet
  • Metti il cellulare in silenzioso
  • Usa facebook locker se usi il pc
  • Usa forest per non usare il telefonino
  • Quanto tempo ti ci vuole per terminare la tua attività? Dimezzalo!

E dopo di che lavora come se non ci fosse un domani!

ps: Alfred nobel lo sapeva benissimo che la dinamite avrebbe ucciso migliaia di persone ma non gli interessò finché un giornale non lo chiamò “Mercante di morte”.

Ma chi se ne frega! L’articolo è valido comunque!

23 Settembre 2015

La matrice per prendere tutte le tue decisioni

Stefano Crescita personale

Forse hai già sentito parlare della matrice importante-urgente:matrice-urgenza-importanza-131010144804_medium

È una matrice per catalogare gli impegni della tua to-do list in 4 aree secondo due direttive, l’importanza e l’urgenza.

Se non hai mai sentito parlare di questa matrice, ottimo: è l’argomento di questo articolo, e te la spiegherò nella maniera che intendo io.

Se invece già la conosci, dimentica tutto quello che hai imparato: io ho un’idea diversa di come dovrebbe essere utilizzata. Anzi, sono convinto che una visione “classica” della matrice importante-urgente sia un freno alla tua produttività e renda inutilmente complessa la tua vita.

Cosa significa importante e urgente

Okay, iniziamo dalle definizioni: cosa significa quando qualcosa è importante e urgente?

L’importanza è l’impatto che avrà sulla tua vita il portare a termine quel compito, o il non farlo. Un’attività è importante quando la differenza fra successo e fallimento ha una forte ripercussione sulla tua vita, che può essere in qualsiasi ambito:

  • Personale
  • Professionale
  • Relazionale

E qualsiasi altra cosa. Queste sono le cose su cui non vuoi sgarrare, perché la posta in gioco è alta.

L’urgenza è un’altra cosa: è il tempo che hai di fare una cosa, in relazione al tempo che ti serve per farla. Ti spiego meglio.

Diverse attività richiedono poco tempo: pagare la bolletta con bonifico online, scrivere un’email. Tutte cose che puoi sbrigare in pochi minuti. Altre, invece, ti possono prendere giorni o settimane: creare un nuovo video professionale per un cliente, o completare GTA V prima che finiscano le ferie (sì, anche quello è un task). Se hai una settimana di tempo per far qualcosa, un’attività che ti prende cinque minuti non è urgente. Ma se ti prende 8 giorni, allora di urgenza ce n’è anche troppa.

Occhio a non confondere queste due cose: urgenza e importanza sono cose diverse. Uno riguarda il tempo che hai a disposizione per fare l’attività, l’altro l’impatto che ha sulla tua vita l’eventuale successo o fallimento.

Una precisazione importante

Questa matrice non è in bianco e nero, è una scala di grigi. La divisione in quattro categorie è artificiale, in realtà qualsiasi attività può essere messa in un punto specifico dello spazio nella matrice: anche se due attività sono urgenti e importanti, ce ne sarà una più urgente dell’altra e una più importante dell’altra.

Usa queste categorie per dare un’impostazione di massima alla tua giornata e gestire i tuoi impegni, ma ricorda che i task all’interno di ciascuna categoria possono essere a loro volta suddivisi in una matrice uguale. In altre parole: per ogni categoria ci sono attività più e meno urgenti, più e meno importanti.

La matrice importante-urgente: una visione nuova

Perfetto, pronti a partire…

Attività urgenti e importanti

Questi sono gli allarmi rossi, e secondo la matrice classica, sono i compiti che dovresti svolgere prima di tutti gli altri. Il che è vero, ma è una visione limitata e non ti dà veri consigli su come gestire la tua to-do list.

La verità è che queste attività dovrebbero essere relegate unicamente alle emergenze. Ossia, a cose imprevedibili e sconvolgenti che non potevi in alcun modo prevenire.

Purtroppo, per la maggior parte delle persone questo è lo stato di default: sul posto di lavoro, pensano che tutte le attività siano urgenti e importanti. Quindi vivono una vita di stress, sempre al limite, finché a forza di tirarla la corda non si spezza. Non solo è impossibile avere successo ed essere felice se le tua matrice è ingolfata con attività urgenti e importanti, ma non riuscirai a tenere un buon tenore di vita.

Puoi agire su due direttive, qui: abbassare l’importanza o abbassare l’urgenza.

Abbassare l’importanza di un’attività significa mettere in essere una serie di misure di sicurezza, per fare in modo che non esista un singolo evento che possa radicalmente peggiorare la tua vita. Ovviamente alcune cose sono fuori controllo: se ti esplode la conduttura del gas sotto casa, puoi farci poco. Ma nel tuo lavoro, in quanto tuo, potresti sorprenderti nel sapere quante cose siano sotto il tuo controllo.

Quindi chiediti: cosa posso fare per abbassare l’importanza di questo evento o possibilità? Cosa posso fare per suddividere il rischio? Dove con “rischio” non sto parlando di scalare l’Everest, quella è una cosa che fai nel tuo tempo libero. Sto parlando del tuo lavoro, di eventi che ti possono capitare e che metterebbero sottosopra la tua vita. Ti faccio un esempio pratico.

L’attività X è importante perché se non la fai vieni licenziato. Ecco due modi tramite i quali puoi abbassare l’importanza:

  1. Comunicare meglio il tuo valore in azienda, in modo che un singolo errore non ti costi il posto di lavoro.
  2. Tenerti in contatto con altri datori, in modo da poter subito tornare al lavoro una volta licenziato.

Abbassare l’urgenza significa pianificare. A parte i rarissimi eventi catastrofici che non potevi prevedere, per il 90% gli eventi urgenti sono tali perché hai sbagliato a pianificare. Quindi piuttosto che disperarti, vai a vedere cosa puoi fare la prossima volta per evitare che una situazione del genere si ripresenti.

In altre parole, smettila di vivere “sul filo del rasoio”. Non dire che non ci puoi fare niente, è una balla. Significa che non hai pianificato abbastanza bene la tua vita e il tuo futuro. È dura sentirselo dire, ma se non te lo dico in un modo brutale, non posso aiutarti a migliorare. 😉

Attività urgenti e non importanti

Queste è una categoria che ha il problema opposto di quella precedente: è troppo vuota.

Le persone tendono a considerare ogni compito urgente anche importante, ma non è così. Non avere paura di dire “non ho tempo di fare X, lascio perdere”. Piuttosto concentrati sulle cose importanti: quelle urgenti perché per definizione devi farle, e quelle importanti e non urgenti per evitare che diventino urgenti. Se lasciata a sé stessa, ogni attività tende a diventare sempre più urgente man mano che si avvicina la scadenza.

Questa è una categoria di cui devi occuparti solo se non hai più nessuna attività importante. Ma visto che questo non succede mai, allora puoi seguire il consiglio della matrice originale: se puoi delegare, fallo. Il tuo tempo vale di più di queste cosucce che potrebbe fare chiunque, mentre le attività importanti in genere puoi svolgerle solo tu.

Ricorda che per buona parte, “gestione del tempo” non significa ottimizzare la tua giornata per fare tutto quello che c’è nella tua to-do list, bensì scremare le attività veramente importanti da quelle che puoi ignorare senza conseguenze. Se cerchi di fare tutto, allora ti riempirai di attività inutili e non avrai tempo per quelle che fanno veramente la differenza.

Attività non urgenti e importanti

Questo è il Santo Graal della gestione del tempo, è dove vuoi spendere la maggior parte del tuo tempo. Significa che devi fare le cose in questa categoria prima che diventino urgenti, e trovi il tempo di farlo quando ti liberi di tutte le attività non importanti.

Con la giusta pianificazione, puoi fare ogni compito importante senza esplodere di stress. Non sarebbe bellissimo sapere di avere sempre il tempo per potertela prendere comoda? Cancellare per sempre la sensazione di avere l’acqua alla gola? Bene, ecco come fare.

La maggior parte delle persone fanno prima le attività urgenti e importanti, poi le urgenti e non importanti. Quando finiscono quelle, le attività non urgenti e importanti sono diventata urgenti e importanti e si ricomincia da capo. È un circolo vizioso che devi spezzare.

Fai le attività urgenti e importanti quando capitano, poi spostati subito sulle attività non urgenti e importanti. Quelle urgenti e non importanti le puoi ignorare o delegare, ma se parliamo della tua professione, allora ricordati che il tuo tempo vale molto più di quello che credi.

Attività non urgenti e non importanti

Questo è il rumore di fondo. Hai presente le vecchie TV con antenna, che davano un’immagine sgranata e piena di interferenze se non erano sintonizzate bene? Stessa cosa.

Non voglio dedicare più di un paio di righe a questo quadrante, perché il consiglio è semplice: dimenticati queste attività. Non ha senso perderci tempo, non valgono nemmeno il tempo di essere delegate. Perché spesso spariranno per conto loro, saranno solo un bip sul tuo radar che va e viene. Quelle poche attività che rimangono sul radar e diventano urgenti, allora possono essere delegate. Altrimenti, lasciale perdere.

Conclusione

Quindi, questa è la matrice secondo la quale devi dividere il tuo tempo e la tua to-do list.

All’inizio può essere utile scriverla: una rappresentazione visuale ti aiuterà meglio a capire come stai gestendo i tuoi impegni in questo momento. Con il tempo, se segui i miei consigli, la tua matrice si semplificherà a tal punto potrai tenerla a mente.

16 Settembre 2015

4 Metodi Scientifici per raggiungere il tuo obiettivo

Francesco Cracolici Crescita personale

Dopo che leggerai ciò che ti sto per dire ti sentirai una merda.

Forse ho davvero esagerato, ma prima di dirtelo vorrei parlarti della Piscina Killer che uccise più di Osama . Lascia che ti spieghi…

Guarda bene queste immagini di 4 terribili di cause di morte.

Un disastro aereo, una piscina un terremoto e l’11 settembre.

Ti starai chiedendo: cosa c’entra la piscina ?

LA PISCINA E’ LA COSA PIU’ PERICOLOSA DI TUTTE.

Ogni anno le piscine fanno più vittime dei terremoti, del terrorismo e dei disastri aerei messi assieme. Però io, come tutti, in piscina ci vado felice, mentre se salgo su un aereo mi faccio il segno della croce e mi basta sentire la parola ISIS per rabbrividire.

La causa è semplice: sui giornali non troverai mai scritto:

” ultima news, ragazzo fa il bagno dopo aver mangiato la parmigiana e muore”

Ma se c’è un disastro aereo, anche se non gravissimo, non se ne fa altro che parlarne per mesi.

Cosi, come dice Dan Gilbert di Harvard, il nostro cervello, influenzato dai media, ha un enorme problema di percezione, e questa cosa la vediamo quando ci fissiamo degli obiettivi. E adesso arriva la parte brutta..

Non raggiungerai mai il tuo obiettivo, ne sono quasi certo.

Come non riesci a percepire che la piscina è molto più pericolosa delle altre cause, non riuscirai nemmeno a percepire che il tuo metodo per raggiungere il tuo obiettivo non funzionerà.

Ti ripeti che questa volta andrà come volevi, ma la tua percezione si sbaglia di grosso!

La verità è che è statisticamente più probabile che non raggiungerai la tua meta. Pensaci un attimo: quand’è stata l’ultima volta che hai raggiunto un tuo obiettivo come volevi? Quando hai pienamente fatto centro?

Sii realista, pensi che c’è la farai a raggiungere il tuo obiettivo?

E no, non sei tu o io che siamo incapaci. E’ la nostra strategia che non va. E comunque, se falliamo,  non la cambiamo mai.

C’è un manipolo di gente nel mondo che ha perseguito i propri obiettivi con costanza ed adesso sta vivendo una vita da sogno. Sono tutti i tuoi coetanei che ad oggi sono ricchi, famosi, oppure hanno già raggiunto la felicità. Perché loro si e noi no?

Noi invece, che non ne facciamo parte, siamo diversi: siamo quelli che quando  ci fissiamo un obiettivo ci ritroviamo nella situazione di partenza. Siamo quelli che hanno un programma e non lo rispettano. Quelli della sveglia alle 6:00 e poi si fanno le 10:30

Però almeno per una volta vorrei essere io quello che riesce. Quello che non sbaglia il colpo.

Ecco che allora ho creato questi 4 punti, basandomi su metodologie scientifiche e super efficaci per aiutare me e te a raggiungere, almeno una volta il nostro obiettivo e finalmente sconfiggere le statistiche.

1.Non te lo dico

“Se vuoi una vita felice devi dedicarla a un obiettivo, non a delle persone o a delle cose”
A. Einstain

Nel 2009 venne fatto un esperimento:

Furono prese 1160 persone con obiettivi diversi. Ad una metà fu imposto di dire a tutti i propri obiettivi, all’altra invece fu imposto il silenzio. Indovina chi ha avuto più successo? Si,chi si è stato zitto. Il motivo è semplice

Secondo Derek Sivers, esperto in creatività, quando racconti la tua meta futura funziona più o meno così:

  • Dici a qualcuno il tuo obiettivo
  • Lo immagini mentalmente
  • La gente ti fa i complimenti
  • Lo senti come già raggiunto e ti passa tutta la voglia di lavorarci su

Se invece stai zitto, è vero che verrai apprezzato un po’ di meno, ma almeno avrai la motivazione per lavorare di più e quindi raggiungere il tuo obiettivo!

2 Prenditi un antibiotico

C’era un piccolo problema con dei pazienti di un ospedale: nessun paziente terminava mai il ciclo di antibiotici.

Anziché fare l’intera terapia di un mese (30 Pillole), li prendevano per i primi 10-12 giorni, e poi lasciavano perdere, con il risultato che non guariva del tutto e la sua situazione peggiorava. Un’azienda di cui non farò il nome (Pfizer) lo sapeva bene, e quindi investì milioni di euro per migliorare il sapore dei medicinali. Ma niente, nessun risultato.

La soluzione arrivò da Rory Sutherland che capì che avrebbe dovuto agire d’astuzia.

Cambiò il colore di 6 pillole, da bianche a blu, e fece scrivere nel bugiardino “Prima finire le blu e poi le rimanenti”. Ed il tasso di terapie terminate aumentò vertiginosamente.

Praticamente i pazienti, dopo aver raggiunto un piccolo traguardo (finire le pillole blu) erano più motivati nel finire tutta la terapia.

Lo stesso principio lo puoi usare tu: datti un obiettivo intermedio a brevissimo termine. Ecco qualche esempio:

  1. Hai deciso di guadagnare 10.000 euro? Fissati un primo obiettivo a 100 euro!
  2. Hai deciso di suonare la chitarra? Premiati quando imparerai i primi 2 accordi!
  3. Hai deciso di essere più buono?  Stabilisci l’obiettivo intermedio a 5 buone azioni

Una volta raggiunto ti sentirai molto più motivato a combattere per la tua meta.

3. Vai alle olimpiadi di matematica

Come forse sai, il sistema scolastico Americano è un po’ diverso dal nostro. Ci sono scuole per fighetti che abitano in una villa con piscina e scuole per chi mangia riso e patate tutti i giorni perché non può permettersi altro.

Carol Dweck, nel suo libro Mindset, racconta come bastò una semplice pratica per far diventare una classe appartenente ad una di quelle scuole povere la prima in matematica di tutta Seattle (dove ha sede Microsoft).

Grazie a questo, i figli dei poveri avevano battuti i figli della Microsoft”
Carol Dweck

Cosa aveva fatto ? Aveva iniziato a lodarli non per le loro doti, ma per le loro strategie. Non diceva loro” Sei intelligente” ma ” hai progettato un bel percorso” oppure “hai messo una buona dose di impegno”

Aveva creato in loro un assetto mentale dove non contava più il risultato ma il miglioramento.  Più o meno funziona così:

  • Se qualcuno ti giudica per le tue doti, quando fallisci vuol dire che sei un idiota e quindi abbandoni subito
  • Se qualcuno ti giudica per i tuoi tentativi, hai provato quindi va bene comunque e ci riproverai.

Si lo so che pensi: nessuno ci fa i complimenti, figuriamoci se ce li fanno come ci servono.

Allora come ti ho detto qua dovresti farti i complimenti da solo, ovvero scrivere cosa c’è di buono nella tua strategia e nel tuo miglioramento.

E’ semplice:

  1. Apri un foglio in google drive
  2. Mettiti una svegli ogni martedì pomeriggio
  3. Ogni volta che suona la sveglia scrivi i tuoi miglioramenti settimanali e perché la tua strategia dovrebbe funzionare.

Avrai più forza di volonta che Nelson Mandela… assicurato

4. Datti uno stop loss

Se hai letto quest’articolo  saprai bene  che esistono due tipi di linguaggi

  1. Generico:il linguaggio ambiguo che non porta ad agire e non si può essere in disaccordo (infatti è il linguaggio dei politici)
    Se l’allenatore dice “Forza Inter” non puoi essere in disaccordo e i  giocatori dell’inter non faranno niente di diverso da quello che stanno già facendo
  2. Specifico: Ti spinge ad agire e puoi essere in disaccordo (è il linguaggio degli imprenditori)
    Se l’allenatore dice ” Mettiti in difesa” tu capisci cosa devi fare e modifichi il tuo comportamento.

Col cervello è lo stesso. Se usi un linguaggio generico puoi già dire addio all’obiettivo perché non avrai la forza di agire. E per questo ho trovato una tecnica fantastica che ti darà la motivazione.

Hai presente i giocatori di Poker? Ecco loro si danno uno stop loss, ovvero una cifra oltre il quale non giocheranno più. Lascia che ti spieghi..

Se hai 1000€ dirai:” il mio stop loss è 700 €”, così, se inizi a perdere, quando arriverai a 700 euro smetterai di giocare per evitare, una volta preso dalla rabbia, di perdere troppi soldi

Funziona alla grande anche con gli obiettivi..guarda qua:

  1. Se vuoi prendere buoni voti dirai: “seguirò il mio obiettivo finché non avrò studiato 100 pomodori, dopo di che deciderò”
  2. Se vuoi perdere peso dirai ” Seguirò il mio obiettivo finché  non avrò fatto almeno 30 giorni di dieta, e dopo deciderò se continuare”
  3. Se vuoi guadagnare di più ” Seguirò il mio obiettivo finché non ci avrò lavorato su almeno 50 ore”

ATTENZIONE: non darti mai stop loss sul risultato (come i kg persi), sono contro-producenti. Datteli sull’impegno messo (giorni di dieta) e ti assicuro che andrai alla grande!

Recap

Se non hai un obiettivo vai a leggere la “tecnica dei 2 imprenditori” se invece ne hai uno allora ricordati che è molto più probabile che tu non riesca a raggiungerlo piuttosto che il contrario. Se vuoi aumentare drasticamente le possibilità di riuscita allora:

  • Non dire a nessuno il tuo obiettivo
  • Datti uno scopo intermedio facilmente raggiungibile
  • Datti un tot di ore di impegno da dedicare come “stop loss”
  • Ogni martedì pomeriggio scrivi i tuoi miglioramenti e le tue considerazioni sulla strategia

Il momento in cui fissiamo i nostri obiettivi di solito è settembre, non a caso sto pubblicando ora quest’articolo. Ricordati che c’è un manipolo di gente che ad oggi ottiene risultati straordinari perché segue con tenacia il proprio obiettivo. Io ne voglio fare parte e seguirò i punti uno per uno ( puoi leggere il mio obiettivo al punto 1). 

Per favore, se hai gradito l’articolo, lasciami un commento. E impegnati a raggiungere il tuo obiettivo con tutta la forza che hai in corpo. Abbiamo una sola vita… sarebbe un peccato sprecarla no?

9 Settembre 2015

Come diventare esperto in qualsiasi cosa (guida pratica)

Stefano Crescita personale

Hey tu, pensi che essere colto e informato sia sufficiente per diventare una persona migliore?

Se veramente sicuro che studiare/leggere sia la strada certa e sicura per imparare qualcosa (qualsiasi cosa sia)?

Perfetto. Stai sbagliando alla grande.

Perché sapere qualcosa, ossia la “conoscenza” in sé, non ha lontanamente l’importanza che credi all’interno del tuo percorso di crescita e miglioramento quotidiano. Quindi, fallo per te: non diventare quella persona che dopo aver letto (o anche studiato) un libro pensa di aver assimilato il suo contenuto. Perché se fosse così facile, al mondo non vedremmo così tante persone che non hanno idea di dove sbattere la testa e dove indirizzare la propria vita.

Ricordo, impressa indelebile nella mia mente, la frase di un famoso guru italiano di crescita personale. Il suo videocorso parlava di lettura veloce, e a un certo punto disse:

Con questo sistema potete leggere 10 libri al mese. E se leggete 10 libri in un mese sullo stesso argomento, allora siete già diventati degli esperti!

Che gran cazzata. Il sottoscritto, quando aveva 17 anni, era ancora abbastanza ingenuo da crederci. Ma con il tempo e l’esperienza, ho capito che questa è una gran balla fatta per vendere corsi su corsi. Perché le persone vogliono risultati immediati anche se effimeri, in pochi sono disposti a lavorare per ottenerli.

Ma visto che su questo blog io voglio darti strumenti per raggiungere risultati concreti, ti voglio spiegare il processo che ho sviluppato (e raffinato con anni di pratica) per diventare veramente un esperto in qualsiasi campo tu voglia.

Divora libri

divorare libri

Okay, sì, i libri sono importanti. Ma considera che qui sotto ci sono altri quattro punti: leggere, se ti fermi lì, non ti serve a niente. È come buttare un po’ di farina sul tavolo e credere di aver fatto la pizza. D’altra parte, senza la farina la pizza non la fai (escludendo qualche strano esperimento di nouvelle cuisine).

Il primo passo è quindi di prendere tutti i libri che trattano l’argomento nel quale vuoi diventare esperto, o almeno i principali, e leggerli. I libri sono un ottimo punto di partenza perché sono zeppi di informazioni e costano poco: se hai un Kindle e sai l’inglese, compra direttamente da Amazon.com e hai a portata di click la più grande libreria della storia. Altre due ottime risorse sono Udemy o Lynda, o se vuoi informazioni approfondite, perché non andare gratis nelle migliori università del mondo?

Non basta fermarsi a un libro: devi leggerne tanti. Se leggi un solo libro, per quanto bello sia, non imparerai granché sull’argomento che ti interessa. Non farai altro che imparare il punto di vista dell’autore. Chiunque, anche la persona più esperta su questo pianeta, ha una visione limitata dalle sue esperienze e la sua situazione. Quello che funziona per una persona può non funzionare per un’altra, e ti accorgerai che ci sono modi diversi di approcciare lo stesso argomento.

In questa prima fase, quello che ti interessa fare è assorbire tutto. Non importa che alla fine di questa fase tu abbia le idee confuse: va bene così. Anzi, al contrario, se non sei almeno un po’ confuso da tutta la mole di informazioni che hai letto, allora non hai letto abbastanza: continua con questa prima fase finché non pensi che sia tutto un grande caos. Come disse Socrate, il primo passo per arrivare alla vera conoscenza è ammettere di non conoscere niente. Il famoso “so di non sapere”.

Connetti i punti

Perfetto, è arrivato il momento di fare un processo analitico più approfondito. Perché ora hai le informazioni, ma devi ordinarle. È un processo che richiede tempo, e ti servirà il supporto di una mappa mentale.

Leggendo libri su libri, ti accorgerai che ci sono alcuni temi ricorrenti che compaiono ovunque. Se tutti gli autori dicono che un certo passaggio è fondamentale, e lo fanno tutti nello stesso modo, allora ci sono buone possibilità che quello sia veramente qualcosa da tenere a mente: segnatelo e mettilo da parte, con un appunto di andarlo a riprendere in futuro. Se invece un certo procedimento è diverso a seconda dell’autore che ne parla, allora è probabile che non sia così vitale per il successo.

Per specificare quest’ultima parte: ci sono situazioni in cui il cosa fare è importante, ma il come farlo è più flessibile: a seconda della tua situazione personale e delle tue preferenze, puoi variare questo aspetto. In più hai già, chessò, una decina di idee da sperimentare per vedere quale faccia più al caso tuo.

Fatti una mamma mentale in cui metti al centro l’argomento principale, e fai partire una serie di rami per ciascun sotto-argomento.

Questo è un tipo di conoscenza che non puoi acquisire dopo aver letto solo un libro: differenziare le informazioni primarie (temi e passaggi ricorrenti) da quelle secondarie (strade diverse scelte da ogni autore) è fondamentale, perché ti consentirà di avere meno fallimenti nella fase successiva.

Un attimo, cosa?

Fai pratica

Che significa, in altre parole, fare errori e imparare da essi. Devi fare pratica deliberata.

Non ci si scappa, se vuoi diventare esperto in qualcosa, dovrai metterti l’anima in pace e rassegnarti al fatto che avrai una bella serie di fallimenti. Non importa quanto leggi, quanto impari, quanto studi. Se non fai pratica e impari dai tuoi errori, non potrai mai veramente chiamarti un esperto in qualcosa. I due passi precedenti, leggere e connettere i punti, servono a ridurre al minimo il numero di errori che farai.

Il fatto è che quando leggi un libro, tutto ha senso. Senti di aver imparato qualcosa, di aver veramente acquisito tutta la saggezza dell’autore. Pensi che ti basti quello per essere considerato un esperto, se il manuale è stato scritto bene. Purtroppo, non ci vai nemmeno vicino. A quel punto sei solo un novellino che ha letto un libro.

Più libri leggi, più dovresti accorgerti che le cose sono complicate. Scopri che non c’è un’unica via per il successo, che a volte due esperti hanno opinioni contrastanti. Che due azioni portano a conseguenze diverse, e due azioni diverse portano alla stessa conseguenza. Non capirai il perché, ed è lì che comincia ad arrivare il mal di testa.

Connettere i punti ti farà venire un sacco di domande, e in nessuno dei libri che hai letto troverai le risposte. Bene: significa che sei un passo più vicino alla vera cultura, all’imparare qualcosa di nuovo in maniera pratica.

Ma l’emicrania vera arriva quando provi a mettere in pratica gli insegnamenti che hai appreso, seguendo la mappa mentale che ti sei costruito nel punto precedente. All’inizio, non funziona niente. Hai l’impressione che tutto quello che hai imparato finora non sia servito a nulla. La reazione più istintiva è:

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Ma non ti preoccupare, perché anche questo fa parte del tuo naturale percorso di crescita, e se non sei in grado di passare questo ostacolo, non diventerai mai un esperto.

La sola conoscenza da sola non serve a niente, ed è qui che ti accorgi di questa tragica verità. Grazie ai libri e a tutto il resto hai ora le conoscenze teoriche per evitare gli errori più banali, e soprattutto imparare da quelli che inevitabilmente farai.

La cosa più importante in questa fase è analizzare ogni risultato, ogni errore, accorgerti dove hai sbagliato e correggere il tiro la prossima volta. E qui devo fare una precisazione importante.

Potresti aver già sentito che ogni errore ti insegna qualcosa, ma non è proprio così. Se non analizzi l’errore e cerchi di capire dove hai sbagliato, per poi correggere l’errore stesso cambiando il tuo procedimento, sbagliare non ti serve a niente. Continuare a impuntarsi aspettandosi risultati diversi significa essere un illuso.

Crea il tuo sistema

Una volta che hai fatto abbastanza errori, inizierai a vedere dei risultati concreti: è lì che ti accorgi di stare diventando un esperto. Non conta quante cose sai, conta solo il risultato che hai ottenuto una volta messe in pratica le informazioni che hai imparato.

Con il tempo e l’esperienza ti accorgerai che, a volte, fare le cose per conto tuo ti porta a risultati migliori: è normale, perché solo tu conosci le tue esigenze specifiche. Non copiare nessuno a pappagallo, ma usa le informazioni come punto di partenza per creare il tuo sistema. Se non arrivi a questo punto, allora stai sbagliando qualcosa.

Adesso è il momento di formalizzare il tuo sistema, ossia mettere su carta tutto quello che hai imparato.

Mantenendo i principi dei libri che hai letto, sperimenta vie leggermente alternative (nota l’enfasi sul leggermente) e guarda se ti portano a risultati migliori. Cerca sempre una via personale per arrivare al risultato.

Ecco perché il leggermente: le persone con le “grandi idee rivoluzionarie” sono quelle piene di debiti. Mettiti l’anima in pace: non sarai il prossimo Zuckerberg, Gates o Jobs. Non rivoluzionerai il mondo con la tua idea geniale a cui nessuno a pensato. Se vedi che nel mondo la tua idea geniale ancora non esiste, sono pronto a scommettere che la colpa sia della selezione naturale: un’idea che non piace a nessuno non cresce abbastanza da entrare nel tuo radar.

Va bene sperimentare, ma con senno. Parti da una strada provata che è stata già tracciata da qualcuno, e fai modifiche piccole e graduali. O per dirlo con frase che ho coniato io:

Prima di rivoluzionare il modo di fare qualcosa, devi diventare il migliore a farla.

Rifinisci i dettagli

Siamo al gran finale. Continua a leggere libri, sperimentare, fallire e personalizzare. Ma arriverai al punto in cui ti servirà fare qualcosa di più: formalizzare il sistema.

Qui puoi usare una mappa mentale, o puoi scrivere un vero e proprio libro (anche breve) sull’argomento nel quale stai piano piano diventando esperto. Questo è utile, perché come disse Einstein:

Hai veramente capito qualcosa solo quando riesci a spiegarlo a tua nonna.

Se non sei in grado di spiegare a qualcuno quello che hai imparato in parole semplici, significa che non l’hai imparato del tutto. Quindi scrivere quello che hai imparato ha diversi benefici:

  1. Ti fa capire se l’hai assimilato veramente.
  2. Riesci ad accorgerti di eventuali “buchi” che devi colmare.
  3. Ti scrivi una guida a cui puoi fare riferimento da oggi in poi per evitare di dimenticarti dei passaggi.

Conclusione

Questo è il procedimento che ho usato io, più volte, per diventare esperto in vari argomenti. Crescita personale, metodo di studio, coach aziendale…

È un po’ più complesso del “leggi libri” che senti in giro, in compenso qui riesci ad acquisire esperienza pratica invece che solo teorica. Perché come ho detto a inizio articolo, l’esperienza teorica da sola è inutile: a cosa ti serve imparare qualcosa, se poi non ti porta nessun beneficio nella vita reale? È uno spreco di tempo, al massimo ti dà la falsa illusione di avere imparato qualcosa di nuovo.

Io sono una persona pratica, e se condividi questa visione con me, allora usa questo schema ogni volta che vuoi imparare qualcosa. Ovviamente anche il mio sistema va personalizzato secondo le tue esigenze, ma è un ottimo punto di partenza per sbloccarti e iniziare a ottenere i primi successi.

2 Settembre 2015

Come smettere di litigare con amici,famiglia e Partner: il metodo “della Parodi”

Francesco Cracolici Crescita personale

-Noi siamo una famiglia, e in una famiglia nessuno viene lasciato indietro-
-Davvero? Ma io non lo sapevo mica!-
– Eh si, problemi di comunicazione. Un altra cosa che succede sempre nelle famiglie !”
Tratto da “La Gang del bosco”

Aveva una vita bellissima, quella che tutti vorrebbero.

Un giorno però disse 3 parole e dopo 27 minuti la sua vita venne distrutta, il sogno svani e tutto andò in fumo. Nemmeno mezz’ora dopo aver detto quella frase aveva perso tutto ed adesso piangeva con le mani sul volto.

Mezz’ora fa aveva una moglie, adesso era single.

Mezz’ora fa aveva una casa, un lavoro redditizio ed un attività che lo soddisfaceva. Adesso doveva andarsene dalla sua dimora,aveva perso il lavoro e la sua attività

Adesso era veramente messo male, ed era solo colpa di una dannata frase.

Si chiamava John ed era appena rientrato stanco da casa, dopo una giornata di lavoro. Aveva cenato con sua moglie, con il quale condivideva il lavoro, e avrebbe voluto tanto andare a prendersi una birra con gli amici, ma sapeva che alla sua consorte non sarebbe piaciuto.

Non che lei facesse tanti problemi, ma dopo una giornata di solitudine, vedere il marito per la cena e dopo vederlo scomparire per “uscire con gli amici” non era proprio il massimo. Era ovvio che non avrebbe gradito.

A quel punto disse quelle tre parole, e ancora se ne pente:

Mi sento oppresso!

Niente di che, potrebbe anche essere comprensibile che John si sentisse oppresso. Fatto sta che quella frase fu la miccia che scatenò un incendio…

“Tu ti senti oppresso? Pensa a me! Che lavoro tutto il giorno come te e mi tratti male!”

“Io ti tratto male? Sei tu che nemmeno mi consideri a lavoro”

Ed eccoci… lite assicurata.

Un insulto tira l’altro, finché i due non litigarono di brutto e lei lo cacciò di casa. E lui non tornò più.

Vorrei dirti che è tutto finito al meglio e che adesso la coppia ha fatto pace e vive felice in un isoletta del pacifico. La verità è che si lasciarono, e la moglie tolse al marito la casa in comune. Inoltre il povero John dovette lasciare l’azienda in cui lavorava per non vedere più la moglie (sua collega).

Questa sfortunata coppia è una delle 2000 studiate da Gottman, lo “scienziato dell’amore, di cui ti ho già parlato in quest’articolo.

Perché ti racconto questa storia? Perché è la stessa cosa che succede a te e che ti succederà sempre, con il rischio di ditruggere i tuoi rapporti.

Ogni volta ci sono delle piccole frasi, delle parole innocue che non valgono niente, ma se dette nel contesto sbagliato e se non conoscerai la tecnica Parodi dell’articolo, potrebbero massacrare tutti i tuoi rapporti.

Saranno la miccia che scatenerà un incendio.

Litigare è spiegare in modo complicatissimo e a voce alta cose semplici da dirsi sottovoce.
(Erich Fromm)

Oggi però troveremo una soluzione a questo problema una volta per tutte e ti insegnerò una tecnica super figa per eliminarlo del tutto dalla tua vita, ma prima dovrai imparare perché

Dovresti fumare uno spinello (scherzo)

Anche oggi che ho passato la 70ina, quando posso la mattina la inizio con una bella canna”
Keith Richards, dei Rolling stones,
Intervista rilasciata a Mirror, qua

Durante gli anni 60-70, se eri un musicista rock era quasi certo che facevi uso di cannabis. Dai Rolling Stones ai Creedence Clearwater, tutti trovavano ispirazione attraverso la Marijuana.

Se mi segui da un po’ sai che questo avviene perché l’effetto della cannabis è quello di rilassarti e quindi accompagnare dolcemente il tuo cervello nel tanto amato stato Alfa (ne avrò parlato 100 volte) ovvero quello stato di enorme creatività e produttività.

Le rockstar avevano una vita frenetica, piena di preoccupazioni e turbolenze. Ma non appena assumevano quella droga si rilassavano e trovavano la calma per scrivere le loro canzoni. La calma li rende intelligenti. Infatti meno sei rilassato (e quindi sei agitato) più il tuo cervello è poco efficace, con il rischio che tu dica delle grosse grasse cazzate.

Che tu ci creda o no questo è il motivo scientifico che spiega la maggior parte delle tue liti e spesso anche la fine delle tue relazioni. Più o meno va sempre così:

  1. Tu dici una cosa
  2. Il tuo interlocutore si sente offeso o attaccato e si agita (si allontana dallo stato Alfa)
  3. Visto che è agitato dice qualcosa di sbagliato o offensivo anzichè tentare di risolvere
  4. Tu ti agiti e rilanci con un altra offesa
  5. Lite assicurata

Se sarai fortunato farai pace dopo qualche ora, altrimenti potresti anche mettere la parola fine ad un rapporto. E’ come se ci fosse una pallina su di una trave inclinata, e basta un piccolo tocco per farla partire all’impazzata.

Secondo Goleman, uno dei più famosi psicologi del mondo, il primo passo per evitare questo disastro è quello di rilassarsi ogni qual volta si sta entrando in discussione o si ha la sensazione che si sta per litigare (Lui li chiama rapimenti emotivi). Ma secondo me è una cosa quasi impossibile.

Infatti, quando qualcosa va per il verso sbagliato di solito hai solo 2 alternative:

  1. Stare in silenzio e sopportare, ma prima o poi finirai con accumulare troppo
  2. Lamentarsi e scatenare una lite

Praticamente sembra una situazione senza via d’uscita, ma una soluzione c’è e si chiama Benedetta Parodi

Il metodo Parodi per eliminare le cause di lite

Iniziare un litigio è come aprire una diga, prima che la lite si esasperi, troncala.
(Libro dei Proverbi, Antico Testamento)

Quando John disse “Mi sento oppresso ” Stava implicitamente dicendo ” Tu sei una persona che mi opprime” alla sua partner e questo scatenerebbe una lite con chiunque.

Naturalmente i casi sono vari, e ognuno è unico a modo suo ma quello che realmente ci offende non è tanto una critica al nostro comportamento, oppure ad una nostra azione passata, quello che ci fa uscire dai gangheri sono le critiche alla nostra persona, al nostro essere. Lascia che ti mostri con un’esempio

  • Se giochi a tennis e qualcuno ti dice che devi sollevare di più la racchetta lo ringrazi e segui il consiglio.
  • Se giochi a tennis e qualcuno ti dice che sei scarso gli dai una rachettata in testa e gli fai trovare, per lo meno, un pitone nella borsa.

Questo perché, nella nostra testa, noi non ci identifichiamo con i nostri comportamenti e quindi tendiamo a non dare peso alle critiche.

Un altro grave errore nel dire “Mi sento oppresso” è quello di utilizzare un linguaggio vago. La parola oppresso non vuol dire niente di niente. Ha un significato vago e diverso per ognuno di noi

Se dici ” sii buono” al tuo interlocutore, lui potrà annuire ma non farà altro

Se invece dici ” Fai volontariato 4 ore a settimana” ecco che, se è interessato, farà quello che dici!

Se vuoi suscitare azione in qualcuno devi dire cose specifiche e  inequivocabili. Le frasi vaghe le ascolti e basta, quelle specifiche le esegui… sempre

Come ben sai il mio obiettivo è quello di  migliorare, anche solo di una briciola, alcuni aspetti della tua vita. Quindi mentre scrivo ti do sempre delle istruzioni super specifiche come “Applica questa tecnica per dieci giorni quando ti senti stanco” oppure  ” ogni giorno alle sei per i prossimi dieci giorni fai questo” Perché so che sarebbe l’unico modo per spingerti all’azione.

Non dico cose tipo “Sii felice e motivato!” perché non ti aiuterebbero affatto e non faresti alcun azione per migliorare la tua vita.

Per renderti ancora più facile l’applicazione di  2 questi principi ho inventato la tecnica Parodi, basandomi su Benedetta, la conduttrice di cotto e mangiato 🙂

Ricapitolando per evitare di litigare dovrai stare attento ed evitare di fare queste 2 cose:

  1. Parlare del tuo interlocutore (no buono) invece del suo comportamento
  2. Essere vago invece di essere comprensibile e specifico.

e per farlo basta che tu ti finga per un attimo Benedetta Parodi e inizi a parlare come se stessi esponendo una ricetta

Una ricetta infatti ha un linguaggio molto specifico ed ordinato. Troverai scritto ” Versa 100g di farina 00 prima di infornare” non ” mettici una bella dose di farina la momento giusto” perché nessuno capirebbe cosa fare.

La stessa cosa dovrai farla tu ogni volta che vuoi fare notare un comportamento sbagliato a qualcuno, ovvero non dirai “mi tratti male ” ma darai una ricetta specifica da seguire che risolverà i tuoi problemi (se seguita)

La formula da adottare è questa

  1. Hai qualcosa da dire , tipo ” Mi sento Trascurato”
  2. Scegli cosa vuoi che faccia il tuo interlocutore, chiediti “cosa vorrei che facesse per non sentirmi più trascurato?” per esempio “dovresti scrivermi più spesso”
  3. Quando ? E quanto ? tipo un paio di volte a settimana

Ed ecco finalmente la tua ricetta alla Benedetta Parodi per risolvere la lite ” scrivermi 2 volte alla settimana”.

A questo punto non dirai ” Tu mi trascuri !” ma  ” senti, visto che mi sento trascurato è un problema se mi scrivi più spesso , come un paio di volte a settimana?” Ed ecco risolto!

La tecnica può essere anche utilizzata al contrario, ovvero:

  1. Qualcuno ti fa un appunto per esempio “Sei Antipatico”
  2. Chiedi “cosa dovrei fare per non essere più Antipatico?” per esempio ascoltarmi più spesso
  3. chiedi “Che vuol dire ascoltarti?” per esempio stare attento mentre parlano gli altri
  4. chiedi “In quali casi non ti ascolto ?”  per esempio quando si parla di Studio

Ed ecco che una potenziale lite si trasforma in una ricetta ” Quando si parla di studio devo stare attento mentre parlano gli altri!”

So che queste domande sono un po strambe ma ti assicuro che sono il modo migliore per risolvere tutti i tuoi problemi di comunicazione!

RECAP

  • La maggior parte delle liti arriva per difetti di comunicazione
  • Di solito (come per John) basta una scintilla e si crea un inutile pandemonio
  • Questo è dovuto all’allontanamento dallo stato Alfa
  • Per evitare tutto ciò usa la tecnica Parodi, ovvero trasforma una critica (sia tua che degli altri) in una ricetta ultra specifica da seguire

Ti ringrazio per aver letto il mio articolo, ancora una volta vorrei solo far in modo che, grazie ad un mio scritto, la tua vita migliori anche solo di una virgola. Se vuoi evitare di litigare per sciocchezze per il resto della tua vita oggi applica la tecnica con una persona, criticala a modo nostro. Così salderai la tecnica fissa in testa e la userai quando sarà il momento.

Se invece vuoi ringraziarmi per i consigli gratuiti che do, visto che ormai è da circa un anno che scrivo per mindcheats, allora fammi gli auguri nei commenti perché oggi è il mio 21esimo compleanno. E vedi che ci tengo!

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