Come applicare il principio di Pareto alla tua vita
Magari hai già sentito parlare del Principio di Pareto:
“Puoi ottenere l’80% del risultato con il 20% dello sforzo”
Bello in teoria, no? Poter ottenere grandi risultati in poco tempo e con il minimo sforzo.
Ma come in tutte le cose che sembrano troppo belle per essere vere, c’è il trucco. E anche il principio di Pareto (detto anche principio 80/20) non è così semplice come la sua definizione potrebbe far pensare. Questo non significa che non sia efficace, anzi, se lo sai usare bene il rapporto 80% del risultato con il 20% dello sforzo è raggiungibile, ma devi sapere come farlo. Ed è questo di cui ti parlo nell’articolo di oggi.
Cos’è il Principio di Pareto?
Iniziamo da una spiegazione base. Leggi questo capitolo anche se hai letto un milione di volte la definizione di Principio di Pareto, perché la mia spiegazione è un po’ diversa dal solito…
La definizione che ho dato qui sopra è quella comune, ma secondo me limitata. Il modo migliore che ho trovato per spiegare il Principio di Pareto è:
“L’80% dell’output totale viene generato dal 20% dell’input”
Ora ti spiego.
Per qualsiasi cosa tu debba fare, il Principio di Pareto ti dice che esistono delle attività più importanti ed altre secondarie. Ti faccio un esempio pratico. Metti caso che tu debba studiare un libro per l’esame. Diciamo che per studiare tutto il libro a memoria e prendere 30 e lode con standing ovation e inchino del rettore (100% del risultato, o output) ti servano 500 ore di studio. Se il Principio di Pareto non esistesse e la crescita del voto fosse lineare per ogni ora di studio, allora dovresti studiare 16 ore per ogni punto nel voto (500 diviso 30). Quindi, per prendere un 18, dovresti studiare 288 ore (16 per 18).
Ma non funziona così. Se ti accontenti del 18 dovrai studiare meno di 288 ore, perché ti basterà apprendere i concetti di base senza memorizzare parola per parola il libro di testo. Magari dovrai studiarne 144 di ore, la metà. Questo è il Principio di Pareto in azione: più vuoi fare le cose “per bene”, più l’efficienza cala. E la mole di studio che passa fra un 28 e un 30 è molto, molto maggiore di quella che c’è fra un 18 e un 20.
Facciamo un altro esempio? E facciamo un altro esempio.
Metti che vuoi correre una maratona. Se vuoi correrla in 4 ore, hai bisogno di un certo livello di allenamento. Diciamo 150 ore. Se vuoi correrla in 3 ore e 45 minuti, magari ti servono 200 ore di allenamento. Ma se vuoi passare da 3 ore e 45 a 3 ore e mezza non devi allenarti 250 ore, magari sono 270: più cerchi di migliorare le prestazione, più ogni incremento è faticoso.
Se hai un’attività tua, allora sappi che il Principio di Pareto vale anche per il business: l’80% del tuo utile deriva dal 20% delle attività che porti avanti. Quindi se ti concentri su quel 20% e lasci perdere l’80%, guadagnerai di più lavorando di meno. E ti assicuro che questa non è un numero campato in aria: da quando ho scelto di applicare la teoria del Principio di Pareto alla mia attività, i risultati li ho notati eccome. 😉
Il Principio di Pareto è frattale (eh?)
In matematica, “frattale” significa che funziona su scale maggiori e minori nello stesso modo.
Mettiamo che nella tua attività abbia deciso di concentrarti solo sul 20% più importante, eliminando il rumore di fondo. Questo 20% è comunque soggetto al Principio di Pareto: il 20% dell’input sarà responsabile per l’80% dell’output.
Questa proprietà è un vero gioiello quando si parla di gestione del tempo: visto che il time management è per la maggior parte scegliere quali attività fare al posto di altre, concentrarti sul 20% che ti porta più risultati è la via migliore per avere tempo di fare qualsiasi cosa.
Il principio 70/30 e 90/10
Non sempre il rapporto è 80/20, come se esistesse una misteriosa forza universale degna della peggiore puntata di Voyager. A volte il rapporto è 70/30, altre è 90/10.
Quello che voglio dire è che non devi focalizzarti sul numero, ma sul principio: una grande parte dell’output viene generata da una piccola parte di input. Le persone che vivono secondo questo principio, e ottimizzano il proprio tempo e risorse dando priorità alle attività giuste, sono quelle che “vincono”. E uso questo termine generico perché non importa quale sia il tuo obiettivo, o come tu definisca il successo: se sfrutti la leva che ti dà il Principio di Pareto, vincerai in qualsiasi cosa.
Ma è qui che arrivano i problemi…
I 2 problemi nascosti del Principio di Pareto
Se fosse tutto così facile, allora saremmo tutti felici e realizzati. Visto che non è così, deve esserci l’inghippo. E infatti è così.
La verità è che, pur essendo conosciuto, in pochi sfruttano il Principio di Pareto nel modo giusto. Questo perché la sua applicazione ha due grandi problemi: quando impari a identificarli e superarli, avrai la strada veramente spianata per il tuo successo personale e professionale.
È difficile capire su quali attività concentrarsi
Questa è la più bastarda, perché le persone pensano sempre al “cosa” ma mai al “come”.
Basta poco per imparare il Principio di Pareto: leggi la definizione, arrivi a metà di questo articolo, e sei a posto. Ma applicarlo alla tua vita è tutto un altro paio di maniche.
Non esiste uno schema preciso che puoi seguire per sapere dove sta l’80% e dove il 20%, perché ogni situazione è diversa. Conoscere il solo principio non ti servirà a niente, se non hai un sistema efficace per identificare quali input sono indispensabili e quali sono rumore di fondo.
Questa è una capacità che viene con l’esperienza, non ci si scappa. Più diventi esperto in una singola attività, più ti renderai conto che certi input generano un output maggiore di altri. Diventare esperto in qualcosa significa anche questo.
Quindi, ecco un esercizio che puoi fare tutti i giorni per aiutarti a sfruttare la potenza del Principio di Pareto: per qualsiasi tua attività, cerca di capire qual è il 20% che ti dà l’80% del risultato. Perché non esiste un ambito nel quale tu non possa applicare il principio. Ed è questo il secondo, grande problema che blocca le persone dal loro successo…
Il Principio di Pareto funziona con qualsiasi cosa
Una delle scuse che sento più spesso, e una di quelle che odio di più in assoluto, è il “la mia situazione è diversa”. Secondo me, è la scusa numero uno dei falliti: cercare scuse, invece che soluzioni.
Anche con il Principio di Pareto, un sacco di gente pensa che non funzioni nella propria situazione. Invece no, sbagliato: l’80/20 funziona sempre, senza condizioni. Se pensi che non sia vero, allora non hai cercato abbastanza.
Io che ormai ci ho fatto l’occhio, ho imparato a trovare il 20% più importante in qualsiasi cosa: da ogni ambito del lavoro, ai miei obiettivi personali, al riposo e lo svago, eccetera eccetera. Nel lavoro, dedico il mio tempo solo a quelle attività che danno un vero impatto positivo all’azienda. Nel tempo libero, spendo soldi solo sul 20% che mi rende veramente felice (e in questo modo riesco a risparmiare un sacco di soldi). Potrei scrivere un intero libro sul Principio di Pareto, ma in questo articolo ho riassunto in poche righe tutti i concetti più importanti. Anche qui, 80/20 in azione.
Conclusione
Quindi, se veramente vuoi dare una bella scossa alla tua vita, a partire da oggi voglio che tu inizi a notare come ogni attività impatti sul risultato finale.
Molte persone si accontentano di dire “facendo X mi avvicino al mio obiettivo (o ottengo un risultato positivo), quindi va bene così”. No, non va bene così. Nemmeno alla lontana.
Significa che ti stai circondando di rumore di fondo, significa che i tuoi risultati saranno sempre mediocri. Se vuoi fare il vero salto, non puoi accontentarti di raccogliere le briciole. Devi trovare le attività che danno i risultati migliori con il minor sforzo, e concentrarti solo su quelle. Solo allora la qualità della tua vita potrà migliorare sensibilmente.
Fabio
7 Ottobre 2015 @ 20:41
Ciao Stefano, grazie per questa teoria che avevo già sentito in un’intervista di samuele onelia. Provo a praticarla e quindi a venire a trovarti a G.C. , a presto.
Diego
7 Ottobre 2015 @ 21:58
Grazie del chiarimento, Stefano. Lo userò per smuovermi dal pantano di materiali che mi da l’Università. Effettivamente un buon 40% dei volumi è proprio un fastidioso “rumore di fondo”.
francesca
7 Ottobre 2015 @ 22:51
Ciao Stefano. Questo articolo mi piace molto! Mi sa che io lo sto già facendo, ma devo ancora migliorare!! 🙂
Matteo
8 Ottobre 2015 @ 19:34
Ciao Stefano,
Questo è veramente un bellissimo articolo, molto stimolante soprattutto per chi ha molte cose da fare.
Io però la vedo in una maniera leggermente diversa, ovvero che fare l’80% in alcuni casi può non bastare.
Se il mio obiettivo è arrivare a 100, non posso sottrarmi alle mie fatiche, non riesco ad arrivare all’eccellenza.
In soldoni: secondo me si riesce a perdere meno tempo ed energie per le cose che non ti servono o che possono essere fatte fino ad un certo livello. In quello si può vedere il concetto di vincente e che per carità è sicuramente un ottimo risultato.
Matteo
Cris
15 Ottobre 2015 @ 03:16
<>: così tante parole per giungere a tanta ed ovvia banalità?!? Nel rispetto della Legge di Pareto, mi ridedicherò alla letture di Tue future cose solo nella deprecabile evenienza che io inizi a soffrire di insonnia.
Matteo
15 Ottobre 2015 @ 10:59
Visto l’orario a cui rispondi credo che tu Cris di problemi ne hai già, altro che principio di Pareto. Fai il bravo e dormi, che ti fa bene. 😉
Posso aver detto delle ovvietà certo, ma in realtà volevo comunicare che il mio concetto di vincente è diverso da quello di Stefano e magari discuterne a riguardo.
Saluti,
Matteo
Cris
16 Ottobre 2015 @ 12:51
Caro Matteo, sono spiacente, ma sei vittima di un equivoco: il mio post non era rivolto a quanto hai scritto Tu, ma a Stefano; ed è stato pubblicato sotto il Tuo per una banale sequenzialità temporale (e questo lo deduci da come è stato impaginato sul sito, cioè di seguito ed allineato agli altri),
Invece ora sto scrivendo a Te, perciò ho cliccato sulla voce “Rispondi” sotto al Tuo intervento, e quindi questo mio post dovrebbe essere pubblicato direttamente sotto al Tuo ( a prescindere da quanti interventi nel frattempo intercorrano tra il Tuo ed il mio) e dovrebbe essere allineato con un rientro tabulato a destra rispetto agli altri.
Più in generale, caro Matteo, quando non si cita nessuno, consuetudine vuole che ci si riferisca al post iniziale, a quello che ha innescato la discussione (in questo caso a quello di Stefano), e a nessun altro intervento a questo successivo.
Quindi non stavo commentando Te, ma Stefano che ci ha propinato un laborioso pippotto, la cui conclusione, come afferma lui stesso, è che <>, Che ovvietà! Poi magari a qualcuno giova… ma allora il suo prossimo post sarà un pur utilissimo “lavati i denti dopo i pasti”.
Io capisco che la gente come lui debba farsi viva ogni tanto con contenuti gratuiti per attirati sulla sua pagina e farti vedere i prodotti che ha in vendita… ma che almeno quei contenuti rappresentino qualcosa di davvero innovativo, altrimenti si abusa del tempo altrui! E si scade. Non si viene più letti. Ed è un peccato perché Stefano spesso pubblica qualcosa di interessante, roba magari non originalissima, ma che non si trova proprio ovunque; invece altre volte cede alla tentazione di farsi vivo con qualunque cosa, proprio pur di farsi vivo. E così rischia la censura, si perde di credibilità e si finisce automaticamente nella cartella spam perché si è costretti a generalizzare quando si ricevono 150 mail al giorno, molte delle quali sono “leggi questo”, “guarda subito questi video”, “compra questo”, “hai poche ore per”, “corri qua”, “vai là”, “iscriviti e ricevi gratis”, ecc.
Tutto qui, Matteo, e Tu non c’entri proprio niente.
Per il resto sono felice di informarTi che non ho alcun problema e che se ho scritto quel post alle 3,16 del mattino è perché, quando riesco ad andare a dormire entro le 22,30 mi bastano 4 ore di sonno e sono in piena efficienza per le 20 ore successive; anche questa cosa è una sorta di applicazione della Legge di Pareto: il poco, ma fatto al momento giusto, rende in qualità e quantità ben di più che il molto ma svolto in un tempo meno appropriato.
E mi sa che lo Stefano potrebbe magari farci sopra un bel post!
Cornel
27 Ottobre 2015 @ 19:57
Sprecate bene il vostro tempo. Scemi.
Armando
27 Dicembre 2017 @ 10:14
io la teoria la applico solo per lavoro, per identificare i fattori più impattante per poi lavorare su quelli, e la teoria corrisponde, e uno strumento di base per analizzare la qualità dei processi. Ma mai applicato nella mia vita personale. Ci provo!!!