Perché dovresti leggere poco
Su Google trovi centinaia di articoli su come e perché leggere tanti libri: consiglo che fino a qualche anno fa non seguivo (non sono mai stato un gran lettore). Poi, complice anche l’articolo di Andrea di Efficacemente, mi sono detto: massì, c’avranno ragione loro, d’ora in poi leggo anch’io. E così ho fatto.
Un po’ a sighizzo a dir la verità, ma ho iniziato a leggere molti più libri rispetto a prima, anche grazie alla lettura veloce. Dalla mia esperienza ho scoperto che di certo leggere tanti libri è meglio che non leggerne nessuno, ma c’è una via di mezzo che ho trovato essere la soluzione ideale: leggerne pochi.
Una doverosa distinzione fra libri e libri
Prima di entrare nel vivo dell’azione, devo fare una piccola parentesi sul perché non tutti i libri sono uguali. Esistono tre categorie:
- Romanzi
- Libri informativi generali
- Libri informativi pratici
Gli altri generi, seppur con le loro caratteristiche peculiari, vanno a posizionarsi in mezzo a queste tre forme (ci sono diversi ibridi).
I romanzi li accosto ai film: sono un passatempo, alcuni ti insegnano delle lezioni di vita e sono giustamente considerati dei capolavori, ma il loro scopo è intrattenere più che informare. Possono essere una forma di comunicazione molto potente, ma non è questo il loro scopo principale.
I libri di secondo tipo sono quelli di “cultura generale”, che ti insegnano qualcosa ma nulla di pratico. Ad esempio, un libro di astronomia: so che non diventerò mai un astronomo, ma l’argomento mi piace e quindi leggo libri che ne parlano. La cultura generale è importante perché è la base per la creatività, una delle caratteristiche più importanti degli esseri umani. Più cose sai riguardo ad argomenti diversi, e più sarai creativo. I libri sono il modo migliore per acquisire cultura generale, insieme all’esperienza pratica (che però è molto più difficile e faticosa). Sono anche convinto che ampliare la propria cultura generale aumenti l’intelligenza.
La terza categoria è quella più importante, perché rappresenta i libri dai quali puoi trarre consigli pratici che migliorano la tua vita in qualche aspetto. Ad esempio: sono appassionato di botanica, e compro un libro che spiega come far crescere le carote nel proprio orto. Sono questi i libri che dovresti leggere di più, perché sono per ovvie ragioni quelli che ti fanno crescere maggiormente. Non è un caso che si stiano diffondendo un sacco negli ultimi anni, e ne sono felice: sono delle pedine fondamentali per la tua crescita.
In questo articolo, parlo della terza categoria di libri e in parte anche della seconda: manuali che contengono informazioni pratiche, che puoi usare nella tua vita per migliorarla in qualche modo. Leggere troppi libri può essere nocivo, ecco il perché.
Il sovraccarico di informazioni
Questo è un problema del primo mondo, nel senso che è una conseguenza del benessere diffuso che è esploso nell’ultimo mezzo secolo.
Fino a un paio di generazioni fa, acquisire le informazioni era difficile. Non esistevano i canali per diffonderla, e se andiamo ancora più indietro nel tempo, le persone erano troppo impegnate a non morire di fame.
Ma oggi, nel 2014, la situazione è diversa: siamo bombardati di informazioni ogni giorno, su ogni media. E Facebook di certo non ha aiutato. Il problema di oggi non è essere troppo disinformati, ma di scremare quali informazioni vale la pena acquisire da tutto il rumore di fondo. Visto che il problema non è mai sorto durante la storia dell’umanità, abbiamo poche difese. Da questo derivano i comportamenti compulsivi verso cellulari e social network: la fobia di perdersi qualcosa, di non essere aggiornati al secondo. Il sovraccarico informativo si ripercuote negativamente su diversi aspetti della tua vita, come spiega bene questo articolo di Pensierocritico.
Questo fenomeno ti distrae da quello che è realmente importante: l’azione. Anche i libri aumentano il sovraccarico informativo.
Perché dovresti leggere pochi libri
A me piace leggere. O meglio, mi piace imparare. Di romanzi non ne ho letti quasi mai, ma divoro manuali che spaziano dall’astronomia alla crescita personale, dai manuali di sopravvivenza a quelli per diventare DJ. Più che il libro in sé, a me interessa quello che posso imparare da esso. Non c’è niente da fare, considero i libri scritti ancora il miglior sistema di imparare qualcosa.
Se mi segui da un po’ di tempo, sai che io pongo molta enfasi sull’azione: leggere, studiare e imparare va bene, ma ciò che sai ti è utile solo nella misura in cui fai esercizio pratico. Se impari qualcosa leggendo un libro ma non lo metti mai in pratica nella tua vita, è come non averlo letto affatto. È una robusta perdita di tempo.
Uno dei miei articoli preferiti su Mindcheats (e uno dei preferiti dai lettori) è quello sulla Regola Aurea. Se non l’hai ancora letto fallo subito perché è fondamentale per la tua crescita, ma la sostanza è: per ogni 2 ore che spendi a imparare qualcosa, dovresti spenderne almeno una ad applicare ciò che hai imparato.
Il più grande problema che affligge la società moderna è la procrastinazione: so di doverlo fare, ma non lo faccio. Il problema non è la conoscenza, ma la mancanza di azione. I pochi che hanno un piano d’azione e si impegnano in prima persona a fare, hanno successo e raggiungono i loro obiettivi. Per questo il mio manuale anti-confusione si focalizza sull’azione con 5 esercizi pratici.
A questo punto, potresti già aver capito perché ti consiglio di leggere pochi libri…
E la ragione è che una volta che hai finito di leggere un manuale o una guida, devi applicare quello che c’è scritto. Se leggere un libro ti ha preso 10 ore, allora passane almeno altre 5 ad applicare le lezioni che hai imparato.
Ho scoperto che per applicare a fondo alcune lezioni servono ben più di 5 ore. Per i manuali densi di informazioni, ne potrebbero servire anche dieci volte tanto (50 ore). In questo modo leggerai meno libri, ma sarai più avanti di chi ne legge il doppio o il triplo di te.
L’errore che fanno molti lettori accaniti è dimenticarsi questo semplice concetto: un libro (o qualsiasi altra fonte di informazione) è inutile se non induce un cambiamento positivo nella tua vita. Il semplice “imparare qualcosa” non è fine a sé stesso, ma la prima parte di un percorso diviso in due tappe:
- L’apprendimento
- L’azione
Ricorda poi che il cervello umano ha una memorizzazione pratica: se non sperimenti qualcosa con tutti i 5 sensi, te la dimenticherai presto. Quindi se leggi un libro e passi subito al successivo senza soffermarti a mettere in pratica quello che hai imparato, a breve ti dimenticherai quelle nozioni. Ancora una volta, è come non aver letto affatto.
Se invece leggi un libro e ti prendi il tuo tempo per estrapolare le lezioni fondamentali, e sperimentarle di persona, non te le dimenticherai e avrai migliorato un piccolo aspetto della tua esistenza. Allora e solo allora, puoi passare al prossimo libro. Questo procedimento ti aiuterà a formare una cultura verticale, ossia profonda, al contrario di quella orizzontale che avrai se non ti soffermi sugli argomenti di cui leggi (ho parlato di questa differenza in un articolo precedente).
Un’alternativa all’azione
In alcuni libri non puoi mettere subito in pratica ciò che leggi implementando cambiamenti nella tua vita, ma questo non significa che puoi passare impunemente al prossimo. Esempio: un libro che parla della dissonanza cognitiva, ossia una pericolosa trappola mentale. Una volta che conosci cos’è la dissonanza cognitiva non puoi implementare questa lezione nella tua vita in modo diretto, ma puoi fare degli esercizi per trarre il massimo vantaggio da ciò che hai letto. Ad esempio, puoi:
- Chiederti quando, negli ultimi 7 giorni, sei stato vittima di dissonanza cognitiva.
- Quali dissonanze cognitive stanno peggiorando la tua vita.
- Come riconoscerle in futuro ed evitare la trappola mentale.
In questo modo non hai solo letto passivamente delle informazioni, ma le hai anche elaborate per produrre un output personalizzato (come applicare le informazioni alla tua vita): è uno dei segreti della memorizzazione, perché hai stimolato entrambi gli emisferi. Con un piccolo sforzo addizionale, hai moltiplicato la ritenzione dell’informazione.
Conclusione
Quando leggo un libro, a me piace fermarmi e chiedermi: cosa posso fare, adesso, per trarre il massimo beneficio da quello che ho appena letto? E quali esercizi posso fare per fissare i concetti che ho imparato? Se la risposta è diversa da “niente”, allora il mio prossimo passo è implementare e fare esercizi. A volte questi cambiamenti sono un successo, altre un fallimento: non tutti i consigli che leggerai sono applicabili alla tua situazione, ma non lo saprai mai finché non provi.
Alcuni dei cambiamenti più importanti della mia vita vengono da questo procedimento, e non sarei dove sono ora se avessi continuato a saltare da un libro all’altro senza dedicare all’azione più tempo di quanto ne dedicassi alla lettura. Oggi sono convinto che leggere tanto possa essere un freno alla tua crescita, perché puoi crescere solo quando fai dei cambiamenti nella tua vita.
asli
22 Ottobre 2014 @ 16:57
Uno degli articoli più illuminanti di quest’anno. Bravo!!!!
Stefano
23 Ottobre 2014 @ 22:00
Grazie!
Danilo
21 Novembre 2014 @ 14:03
Condivido! Bravo!
Manu
22 Ottobre 2014 @ 18:25
In effetti appena ho letto il titolo dell’articolo mi sono scandalizzata! Ma poi, come sempre, ti sei spiegato alla grande. Bravo Ste!
Alessandro
22 Ottobre 2014 @ 23:54
In parte condivido cio’ che dici, per la restante parte chiedo aiuto a Cechov e a un suo breve dialogo tratto dalle Tre Sorelle. Non voglio suscitar polemiche, bensi’ solo un’altra, interessante, considerazione:
ANDREJ
Sì . Nostro padre, pace all’anima sua, ci ha soffocati con l’istruzione. […] Grazie a nostro padre, le mie sorelle ed io conosciamo il francese, il tedesco e l’inglese, Irina poi sa anche l’italiano. Ma quanto ci è costato!
MAŠA
In questa città conoscere tre lingue è un lusso inutile. Neanche un lusso, piuttosto un’appendice superflua, una specie di
sesto dito. Quante cose inutili sappiamo (!).
VERŠININ
Però! (Ride).Sapete tante cose inutili! Mi sembra che non possa esistere una città noiosa e, squallida al punto da non
aver bisogno di una persona intelligente e istruita. Supponiamo pure che fra i centomila abitanti di questa città, senza
dubbio retrograda e rozza, di persone come voi ce ne siano solo tre. Va da sé che non riuscirete a vincere la massa
grossolana che vi circonda; di giorno in giorno dovrete cedere, poco alla volta, e mescolarvi alla folla dei centomila, la
vita vi soffocherà, ma non scomparirete, vi resterà un po’ di influenza. Dopo di voi, di vostri simili, se ne troveranno
forse sei, poi dodici e così via, finché finalmente la gente come voi costituirà la maggioranza. Fra duecento, trecento
anni la vita sulla terra sarà incredibilmente splendida, eccezionale. L’uomo ha bisogno di questa vita, e se per il
momento essa non esiste, l’uomo la deve presentire, aspettare, sognare, ci si deve preparare. Per questo l’uomo deve vedere e sapere più di quanto abbiano visto e saputo suo nonno e suo padre. (Ride).E voi vi lamentate che sapete tante cose inutili.
Claudia
5 Novembre 2014 @ 23:43
Trovo questo tuo commento assolutamente fantastico. Mi è piaciuto molto leggere il dialogo.
Ovviamente complimenti anche a Stefano per l’ottimo articolo, anche se non credo che riuscirò a smettere di divorare libri 😀
ALESSANDRO
7 Novembre 2014 @ 17:20
Grazie Claudia. Non a caso è scritto da un genio della drammaturgia russa e mondiale.
A presto 😉
Massi
22 Ottobre 2014 @ 23:54
Bellissimo articolo Stefano, anche io mi sono un po’ scandalizzato quando ho letto il titolo, ma continuando a leggere ho capito una cosa: il titolo è sbagliato secondo me, dovresti sostituirlo con: “Leggere nel giusto modo” 😛
Diego
23 Ottobre 2014 @ 05:15
Secondo me il titolo è stato pensato ad hoc per stimolare le persone a leggere l’articolo, lo dimostra il fatto che io sono una di quelle persone, perché nonostante io sia tendente a procrastinare anche la lettura di articoli che potrebbero interessarmi, un titolo del genere ti spinge ad aprirlo perché aver scritto la parola pochi in maiuscolo è come lanciare una sfida o dire una cazzata enorme, e quindi esercita un’attrazione più forte del titolo da te proposto secondo me.
Mi trovo d’accordo sul fatto che sia utile sicuramente leggere i libri e applicare ciò che si ha appreso per migliorare la propria vita, ma non mi trovo d’accordo sul fatto di limitare con sole 3 categorie tutti i generi di libri esistenti, e penso anche che questa “buona abitudine” di “passare all’azione” , non sia applicabile per tutti i tipi di libri, alcuni ti arricchiscono interiormente, allargandoti la visione della vita e di ciò che ci circonda, insomma ti aiutano a vedere diverse prospettive e magari a formare una tua linea di pensiero o filosofia di vita 🙂
Stefano
23 Ottobre 2014 @ 22:02
Devo quotare Diego, i titoli di mindcheats sono sempre scritti in maniera provocatoria per attirare anche il peggiore dei procrastinatori 😛
Luca
23 Ottobre 2014 @ 11:21
E invece, guarda un po’, la categoria fondamentale che impedisce di avere successo, poiché stimola maggiormente l’onestà intellettuale e spinge a non prendersi in giro, è proprio la prima.
Sbagliatissimo ritenere tutti i romanzi “intrattenimento”. Termine che non ha alcuna accezione negativa, ma che non attiene alla letteratura. Madame Bovary non è Novecento, Una questione privata o Caino non sono Sherlock Holmes o Poirot.
La letteratura obbliga le persone a una maggiore onestà intellettuale e a una maggior responsabilità. Il che il più delle volte si traduce nel rifiuto dell’assimilazione del concetto di “vita straordinaria” a quello di “vita di successo”. La consapevolezza delle cose, unita alla volontà di non tradire questa consapevolezza, entrambe fornite dalla letteratura, sono l’ostacolo più grande a una vita da vincenti. Proprio perché insegnano che vincere non conta nulla, e che il senso della vita va cercato altrove.
Diego
23 Ottobre 2014 @ 15:21
Bell’articolo Stefano, mi hai fatto morire al “Vorrei quello lì in basso, grazie”. E per quanto riguarda l’articolo di Andrea, l’ho letto anchio e mi è piaciuto, ma mi aveva messo sulla schiena un groppone assurdo. Grazie davvero per averlo “alleggerito”
Thiago
23 Ottobre 2014 @ 23:17
Ciao Stefano e complimenti per questo davvero ottimo articolo. Una domanda vorrei peró fartela: come ti poni nei confronti dell’informazione intesa come news, feed, blog e podcast?
Te lo chiedo perché ultimamente mi sto interrogando molto sulla loro validitá e a volte ti confesso che li considero “perdite di tempo”.
Per non parlare della tv, va beh…
Stefano
30 Ottobre 2014 @ 21:53
Ciao Thiago, diciamo che sono favorevole a un tipo di informazione “selezonata”, intendo essere informati solo su argomenti che interessano.
Blog e podcast sono un buon metodo (scrivendo un blog non posso dichiararmi contro di loro, ahahahah)
Antonio
24 Ottobre 2014 @ 23:27
Il tuo articolo è interessante perché fa riflettere sulla classificazione dei libri e perché fa comprendere bene come non sia tua intenzione creare compartimenti stagni,bensì porre l’accento sulla teoria seguita dall’agire pratico.Ciò può essere dato da “Lo straniero” di Camus così come da un testo sulla coltivazione delle patate.
Grazie e complimenti.
Antonio.
livia
29 Ottobre 2014 @ 13:04
Partendo dal presupposto che la grande narrativa è di gran lunga crescita personale ti insegna qualcosa ti porta altrove non sarà pratico ma è azione vera anzi pura azione, ma quali sono veri grandi romanzi? Pochi Stefano come sempre trasuda buon senso e verità senza la paura di essere inpopolari
Approfitto per ringraziare Stefano per alcuni consigli sullo studio che mi stanno aiutando davvero, poco poco ogni giorno niente cose sensazionali ma pian piano sta cambiando molto…
Stefano
30 Ottobre 2014 @ 22:06
Grazie a te, Livia 🙂
cassandra
30 Ottobre 2014 @ 19:21
Articolo interessante,non si deve per forza leggere molto. Per gli appassionati di lettura,leggere romanzi e’ piu’ che un passatempo:e’ arte,e’ immedesimazione,vita..se c’e’ passione di apprendere sensazioni,storie,vite diverse dalla nostra,se c’e’ il bisogno quasi fisico di sognare e di evadere e di lasciarci affascinare dalle parole, anche il ”superfluo” di un romanzo diventa di vitale importanza,la fonte da cui attingere ricchezza e profondita’ da aggiungere alla nostra vita.
Claudia
6 Novembre 2014 @ 15:52
concordo pienamente con te Cassandra!
Personalmente leggo molti più romanzi che manuali. I primi mi fanno sognare, i secondi, spesso, mi annoiano e concluderne la lettura non dipende certo dal desiderio di farlo ma solo da alcune esigenze di apprendere su quel determinato argomento.
Ari
6 Novembre 2014 @ 19:49
L’articolo è interessante e intelligente, ma non sono d’accordo sul fatto che la narrativa serva solo – o quasi – da intrattenimento. Fin da piccola sono stata abituata a leggere molto, e crescendo mi sono resa conto di quanto questo mi sia stato utile: per dire, ho sempre conosciuto molte più parole rispetto ai miei coetanei che leggevano meno, ho imparato presto a scrivere e tendenzialmente l’ho sempre fatto meglio della media. Ora che leggo meno, invece, mi trovo molto più spesso ad avere dubbi grammaticali, e scrivo peggio perché sono fuori allenamento!
In generale, poi, penso che leggere aiuti ad avere una mente più aperta…è quasi il viaggiare dei poveri 😉 E si possono anche usare per imparare meglio le lingue! 😀
Poi certo, tutto va fatto con moderazione, ma quello è applicabile a qualsiasi cosa, anche allo sport.
Giuseppe
8 Aprile 2015 @ 14:55
Sono d’accordo con te! Nell’articolo c’è scritto che il cervello ha una memorizzazione pratica e non posso che essere d’accordo… I libri di narrativa risvegliano i 5 sensi e ti permettono di assimilare informazioni e lezioni di vita nel modo più semplice e divertente possibile!
Roberto
8 Novembre 2014 @ 23:29
articolo molto interessante, effettivamente io leggo tanto, cerchero’ di contenermi allora! ma ultimamente sto leggendo dei libri per la ricerca del lavoro e mi stanno aiutano a rieditare cv e cover letter meglio di cosi’!
francesco
15 Novembre 2014 @ 16:01
ciao complimenti ho trovato da poco il blog e mi piace moltissimo e l’articolo è molto interessante.
condivido con il mettere in pratica e mi chiedevo potresti consigliarmi qualche libro del 2-3 gruppo,ho provato a leggere alcuni libri self-help ma mi sembrano una grande perdita di tempo(robbins,David Deida,george leonard)tutti ottimi concetti,ma se è già un po di tempo che segui self-development tra youtube è blog quei libri sono cose viste 1000 volte.
mi consiglieresti qualcosa ?
Giuseppe
8 Aprile 2015 @ 14:57
Bell’articolo, ecco perchè dimentico sempre tutto! 😛 Vorrei farti una domanda: mettiamo il caso che tu sia appassionato di astronomia, dopo aver letto un libro a riguardo come applicheresti le informazioni acquisite nella pratica?
Stefano
9 Aprile 2015 @ 22:19
Ciao Giuseppe! Potresti andare a fare una passeggiata lontano da inquinamento luminoso e guardare in alto, ora che arriva l’estate non rischi nemmeno di congelarti 🙂 Unisci movimento, aria aperta e applicazioni pratiche
Mario
12 Settembre 2017 @ 07:08
Articolo davvero interessante.
Da qualche anno mi sono avvicinato alla lettura, in particolar modo ai testi di crescita personale, e ho commesso l’errore di raccogliere più informazioni possibili passando da un libro all’altro credendo di ampliare il mio potenziale.
In realtà, poi, quando mi sono ritrovato in momenti di difficoltà non sono riuscito a cavarmela meglio di un tempo e ho capito che leggere decine e decine di libri mi ha in realtà soltanto illuso di essere cresciuto ma, di fatto, sono rimasto lo stesso, solo più informato.
Ho creduto erroneamente che bastasse leggere per imparare e fare propri concetti e competenze.
Da allora ho smesso di acquistare libri e leggere compulsivamente e ho deciso di rileggere, senza fretta, i vecchi libri cercando, però, di soffermarmi di più sui concetti e di cercare di applicare i consigli.
Per quanto non sia semplice tradurlo in pratica, condivido in pieno il messaggio dell’articolo.