Come auto-indurre l’effetto placebo
Secondo Wikipedia, per effetto placebo si intende una serie di reazioni dell’organismo ad una terapia, non derivanti dai principi attivi insiti dalla terapia stessa, ma dalle attese dell’individuo.
In altre parole, una prova che dimostra quanto l’autoconvinzione non produca effetti solo a livello psicologico, ma anche fisico: un paziente può guarire senza alcun medicamento specifico, se pensa che stia ricevendo una medicina miracolosa. Il noto effetto è stato ormai accettato nella disciplina medica, e viene preso in considerazione quando si deve sperimentare la reale efficacia di un nuovo farmaco.
È con questa breve descrizione che apro il terzo e ultimo post sul dolore e su come ridurlo. Se non le hai ancora lette quindi, potrebbero interessarti anche la prima parte e la seconda parte.
Parlerò del famosissimo effetto placebo, ma sotto una luce totalmente diversa: come riuscire a indurselo da soli. Sottolineo ancora una volta che qui parlo solamente della mia esperienza personale, quindi se questa tecnica con te non funziona non prendertela con me!
L’idea di andare più a fondo in questo aspetto è nata da un’osservazione fatta su me stesso. Talvolta soffro di sinusite verso la sera, e per farla passare utilizzo sempre l’aspirina. Ha sempre funzionato, quindi non ho motivo di cambiare. Una volta però le aspirine le avevo finite, e quindi mi sono rivolto al Moment. Nonostante per l’utilizzo che ne ho fatto andasse ugualmente bene, non mi è parso altrettanto efficace.
Incuriosito da ciò, e dopo aver pensato all’idea di un possibile effetto placebo, ho fatto un esperimento: ho preso due pillole, un’aspirina e un Moment, e le ho messe insieme. Nei due mal di testa successivi che mi sono capitati, ho preso una pillola a caso senza sapere quale delle due fosse, e ho osservato l’effetto. In questo modo ho annullato l’effetto placebo, per far sì che fossero solo i principi attivi a calmare il dolore. Il risultato è stato in effetti interessante: entrambe le medicine funzionavano allo stesso modo.
Perché? L’aspirina ha sempre funzionato, e quindi non ho mai avuto motivo di dubitare della sua efficacia. Per questo motivo fin da subito dopo averla presa iniziavo a sentirmi meglio, per il semplice fatto che sapevo con certezza assoluta che entro breve sarei stato bene. Con il Moment, invece, c’era una seppur minima incertezza: sapevo bene che avrebbe funzionato, ma non l’avevo mai sperimentato personalmente. Il dubbio quindi rimaneva, e l’effetto placebo non ha funzionato come avrebbe dovuto.
Ora, passando alla parte pratica: come si può sfruttare tutto ciò? Anzitutto, utilizzando i medicinali che hanno già funzionato su di te quando possibile. Quando invece devi prendere qualcosa di nuovo, il consiglio che do è di informarsi per togliersi qualunque dubbio.
Ma convincere la mente conscia non è che la prima parte. Per persuaderti fino in fondo, ascolta l’opinione di qualcuno del quale ti fidi, di un amico o del medico (se il farmaco è prescritto) magari, e concentrati su quello. Anche se la medicina è nuova, in questo modo, avrai preparato il campo per stimolare l’effetto placebo.
Il procedimento è sostanzialmente inutile se devi prendere una pillola e basta, ma può essere d’aiuto qualora sia sottoposto ad una cura del dolore che si protrae per più di qualche giorno (ad esempio dopo l’estrazione di un dente).
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