4 frasi che ti stanno facendo vivere una vita a metà

Le più grandi bugie le stai dicendo a te stesso. Le più pericolose le stai dicendo a te stesso.

Continui a mentirti perché la verità è troppo difficile da sopportare, ti fa uscire dalla zona di comfort, ti chiede di impegnarti per dimostrare le tue qualità. Troppa fatica, meglio crogiolarsi in una finta realtà nella quale tu sei un’ottima persona, è il mondo ad essere malato. La sorte, la società, i politici. La colpa è di tutti, tranne che tua.

È facile pensarlo, perché così tu hai una ragione finta per sederti di fronte alla TV e guardare l’ultima puntata di Naruto invece che sudare per raggiungere i tuoi obiettivi.

Lavorare è faticoso, fare fatica è faticoso. Lamentarsi è una droga: inebriante al momento, devastante sul lungo periodo e crea dipendenza.

Ti stai ripetendo da anni le stesse quattro frasi, le quattro bugie che non ti renderanno mai la persona che vorresti essere. Invece che lamentarti e non fare niente, perché non inizi a lavorare sul serio?

Un attimo, non QUESTA vita a metà.
Un attimo, non QUESTA vita a metà.

1 – Non ho ancora avuto la mia opportunità

Non posso credere che lei abbia ricevuto la promozione, io sono molto più bravo!

Non posso credere che si sia fidanzata con quella testa di gambero, io sono una persona molto migliore!

In entrambi i casi, se solo avessi avuto la tua chance, avresti potuto dimostra che sei il migliore. In entrambi i casi, non hai fatto niente per raggiungere effettivamente quell’obiettivo. In entrambi i casi, la persona che ti ha superato ha fatto di tutto per arrivare dove è adesso.

Per tutta la tua vita hai aspettato che l’occasione giusta ti si presentasse davanti, pretendi che le cose ti siano regalate solo perché sei una brava persona. In parte, questa credenza deriva dal fatto che ci viene insegnata in ogni film di Hollywood nella storia: vinci la gara e la bella ragazza si accorgerà che tu sei il suo grande amore. Fai il tuo lavoro in maniera poco più che decente e il grande capo ti farà diventare vice-direttore.

C’è una grande menzogna nella quale vivi: conduci la tua vita al massimo delle tue possibilità e verrai ricompensato sempre.

Vieni indottrinato a credere in questi concetti fin da bambino. Fai un bel disegno alle elementari e verrà esposto sul muro, scrivi un bel testo e verrà letto in classe come esempio per gli altri. Prendi dei bei voti a scuola e papà ti regala il motorino. Ma nel mondo reale, è difficile che un buon lavoro riceva un complimento più accentuato di “bravo pirla, ora continua a lavorare.”

Anche se in qualche caso eccezionale può capitare, è raro che ti venga proposta una promozione se non fai nemmeno sapere al capo che sei interessato. A una festa la ragazza che ti piace difficilmente ti guarderà e capirà, in un secondo, che sei l’uomo della sua vita. Non senza che tu faccia qualcosa di concreto.

È qui che casca la pera.

Usare la scusa del “non mi è mai stata data l’opportunità per brillare” è l’arma più potente nell’arsenale del tuo ego. Dirlo porterà la colpa sugli altri, non su di te. Non è sicuramente colpa tua, caspita, tu sei la persona migliore di questo universo.

Il fatto che il mondo sia contro di te (anche se in realtà non gliene frega niente) ti dà la possibilità di credere che tu sei il migliore, perché nessuno ha mai dimostrato il contrario. Se effettivamente ottenessi quella promozione e i tuoi risultati fossero nella media, tutti lo vedrebbero. Anche tu.

Questo è un pensiero orribile per la mente: meglio continuare a credere di essere il migliore senza dimostrarlo, che mettersi in gioco e rischiare di vedere le proprie credenze infrante. È per questo che hai paura di fare qualcosa: il tuo inconscio non vuole affrontare la dura verità. Tu devi essere il migliore in tutto, andare alla ricerca delle prove che dimostrano il contrario è un male.

Usare questa scusa ti permette di dire ai tuoi amici, mentre vi ubriacate al bar, di quanto tu saresti bello e bravo se solo ti fosse data la giusta opportunità.

In altre parole, nella tua mente, tu sei il migliore senza doverlo dimostrare. Nel mondo ci sono poche cose più comode dell’essere il migliore in qualcosa, senza avere lo stress che comporta l’essere il migliore in qualcosa.

Non ti preoccupare, non sei solo tu. Tutti attraversano questa fase, anche io. Non sai in quante occasioni avrei voluto tornare indietro nel tempo, tirarmi un ceffone e dirmi “ma che ortaggio stai facendo?” Questo ti dà anche un buon vantaggio sugli altri: smetti di usare scuse ed esponiti al mondo, fallisci, migliora. La vera strada per il successo è fatta così.

2 – È così anche per gli altri

I membri di ogni gruppo sociale tendono a condividere certi tratti della personalità. I ricchi tendono a uscire con altri ricchi, i timidi con altri timidi, i disoccupati con altri disoccupati. Quando i tratti in comune sono negativi, il gruppo di amici si trasforma in un comodo gruppo di supporto.

“Hey non è colpa tua, amico. Anche io sono senza un lavoro da sei mesi, Tizio è messo anche peggio. È che non c’è lavoro in Italia.” Ma se chiedi a chiunque del gruppo quando ha mandato l’ultimo CV, la risposta è almeno “settimane fa.”

Non è tutta una questione di pigrizia, anche se la pigrizia gioca un ruolo fondamentale. È che più parli con persone che condividono il tuo punto di vista, più quel punto di vista diventa nella tua mente una verità assoluta. Se in dieci usano la stessa scusa per i loro fallimenti, finiranno col crederci. Dire al tuo amico che non è colpa sua se non trova un lavoro, è un po’ come dirlo a te stesso.

Col tempo, finirai per convincerti di non avere speranze di fare alcun progresso significativo nella vita. Getterai la spugna.

Stare in questo gruppo significa restare nella tua zona di comfort, nessuno ti sta mettendo pressione o si aspetta altro da te. Hai fatto il possibile, non è colpa tua.

C’è un momento nella tua vita in cui dovrai separarti da queste credenze limitanti e fare qualcosa per cambiare la tua situazione. Un buon momento per farlo è adesso. C’è una buona possibilità di fallire, di faticare, di perdere alcuni amici perché non condividi più con loro il tratto significativo della pigrizia. Se avrai più successo degli altri, comincerai a essere invidiato invece che compatito.

Mentre gli altri si lamentano di come il mondo sia ingiusto con loro, tu starai lavorando giorno e notte per fare quello che loro dicono che non si può fare. Ce l’avranno con te perché dimostrerai loro che hanno torto, che è colpa loro. Sei pronto ad affrontare le conseguenze?

3 – Sono sfortunato

Facile la strada per il successo, per gli altri. Hanno un percorso lineare, una crescita costante, non hanno clamorosi imprevisti. Se anche io non fossi perseguitato dalla sfortuna, avrei il loro stesso successo.

Ma anche no.

Quando guardi una persona di successo, vedi solo il risultato finale. Vedi la fama, la ricchezza, le belle donne. Non vedi la fatica, il sudore, i fallimenti. Non vedi i drammi.

Guardi Mindcheats e ci vedi un sito in costante ascesa, con un buon successo e tante altre belle cose. In realtà più volte sono stato tentato dall’idea di abbandonare questo blog e buttarmi nel letto. Spesso ho pensato che non avrei mai avuto così tanti visitatori, che era tutto inutile. Per anni sono stato uno scrittore scadente, per anni la grafica ha fatto schifo.

Migliorare significa che parti dal “punto schifo” e arrivi al “punto bello”. A vederlo come un osservatore esterno, è un percorso logico. Ma immaginati di esserci tu al punto schifo: non sai come sarà il futuro, se il tuo progetto avrà successo, se la tua fatica verrà ricompensata.

Il cervello attribuisce i fallimenti degli altri alle loro colpe, ma i tuoi fallimenti no, non sono colpa tua. È la società, il presidente, le mezze stagioni, la nuova gioventù. Tu saresti il miglior essere umano sulla Terra, se non fossi perseguitato dalla sfortuna. È una bella convinzione perché ti fa credere di essere il migliore senza doverlo dimostrare (vedi punto 1).

Smettila di pensare come un bambino: non sei così speciale. Anche gli altri hanno passato le tue  stesse difficoltà, anche le persone che hanno avuto successo. Non ci sono scuse.

4 – Sono fatto così

Non so disegnare, sono fatto così.

Sono un ritardatario, sono fatto così.

Non riesco mai a finire un progetto, sono fatto così.

Ti piace crogiolarti nella sensazione che sei quello che sei e nulla potrà mai cambiarti. La tua mente ha bisogno di punti di riferimento a cui ancorarsi, dei rifugi sicuri in cui rintanarsi per evitare il confronto con la realtà.

Ti poni dei paletti, dei limiti che definiscono quello che sei. Io sono questo e so far questo, ma non sono quest’altro e non so fare quello. Né sarò mai capace. Perché? Ovvio, perché sono fatto così. Domanda stupida.

Lo sai che il talento non esiste? Puoi essere chi decidi di essere, puoi fare quello che decidi di fare. Solo le tue convinzioni ti limitano.

Io mi sono sempre detto di non essere capace a disegnare. La prova: non so disegnare, avevo l’insufficienza all’asilo (sottolineo: all’asilo). Poi ho visto persone che sono partite dal mio stesso livello diventare degli artisti che vendono i loro dipinti dopo solo qualche anno di esercizio.

Li ho osservati nel loro percorso di crescita, ho tracciato con cura quello che facevano e come lo facevano. Sono arrivato a una conclusione: se ti impegni, puoi fare quello che vuoi. L’unica cosa che conta è l’impegno e la passione.

Se ti piace fare qualcosa ci dedicherai del tempo: se ti piace scrivere, scriverai tanto. Più scrivi e più migliori, anche se non te ne accorgi. Per te non è pesante, perché ti piace. Passano gli anni e diventerai bravo. Se invece scrivere ti fa schifo, non scriverai e non diventerai mai bravo.

Io scrivo benino. Non sono Oscar Wilde ma me la cavo. Pensi che sia stato sempre così? Vai indietro nel tempo a rileggere i miei articoli del 2010 e cambierai idea: è grazie a Mindcheats che sono diventato bravo, è grazie alla pratica che sono migliorato. È con questo in mente che ho creato la mia regola aurea. e il mio corso di inglese gratis.