4 frasi che ti stanno facendo vivere una vita a metà
Le più grandi bugie le stai dicendo a te stesso. Le più pericolose le stai dicendo a te stesso.
Continui a mentirti perché la verità è troppo difficile da sopportare, ti fa uscire dalla zona di comfort, ti chiede di impegnarti per dimostrare le tue qualità. Troppa fatica, meglio crogiolarsi in una finta realtà nella quale tu sei un’ottima persona, è il mondo ad essere malato. La sorte, la società, i politici. La colpa è di tutti, tranne che tua.
È facile pensarlo, perché così tu hai una ragione finta per sederti di fronte alla TV e guardare l’ultima puntata di Naruto invece che sudare per raggiungere i tuoi obiettivi.
Lavorare è faticoso, fare fatica è faticoso. Lamentarsi è una droga: inebriante al momento, devastante sul lungo periodo e crea dipendenza.
Ti stai ripetendo da anni le stesse quattro frasi, le quattro bugie che non ti renderanno mai la persona che vorresti essere. Invece che lamentarti e non fare niente, perché non inizi a lavorare sul serio?
1 – Non ho ancora avuto la mia opportunità
Non posso credere che lei abbia ricevuto la promozione, io sono molto più bravo!
Non posso credere che si sia fidanzata con quella testa di gambero, io sono una persona molto migliore!
In entrambi i casi, se solo avessi avuto la tua chance, avresti potuto dimostra che sei il migliore. In entrambi i casi, non hai fatto niente per raggiungere effettivamente quell’obiettivo. In entrambi i casi, la persona che ti ha superato ha fatto di tutto per arrivare dove è adesso.
Per tutta la tua vita hai aspettato che l’occasione giusta ti si presentasse davanti, pretendi che le cose ti siano regalate solo perché sei una brava persona. In parte, questa credenza deriva dal fatto che ci viene insegnata in ogni film di Hollywood nella storia: vinci la gara e la bella ragazza si accorgerà che tu sei il suo grande amore. Fai il tuo lavoro in maniera poco più che decente e il grande capo ti farà diventare vice-direttore.
C’è una grande menzogna nella quale vivi: conduci la tua vita al massimo delle tue possibilità e verrai ricompensato sempre.
Vieni indottrinato a credere in questi concetti fin da bambino. Fai un bel disegno alle elementari e verrà esposto sul muro, scrivi un bel testo e verrà letto in classe come esempio per gli altri. Prendi dei bei voti a scuola e papà ti regala il motorino. Ma nel mondo reale, è difficile che un buon lavoro riceva un complimento più accentuato di “bravo pirla, ora continua a lavorare.”
Anche se in qualche caso eccezionale può capitare, è raro che ti venga proposta una promozione se non fai nemmeno sapere al capo che sei interessato. A una festa la ragazza che ti piace difficilmente ti guarderà e capirà, in un secondo, che sei l’uomo della sua vita. Non senza che tu faccia qualcosa di concreto.
È qui che casca la pera.
Usare la scusa del “non mi è mai stata data l’opportunità per brillare” è l’arma più potente nell’arsenale del tuo ego. Dirlo porterà la colpa sugli altri, non su di te. Non è sicuramente colpa tua, caspita, tu sei la persona migliore di questo universo.
Il fatto che il mondo sia contro di te (anche se in realtà non gliene frega niente) ti dà la possibilità di credere che tu sei il migliore, perché nessuno ha mai dimostrato il contrario. Se effettivamente ottenessi quella promozione e i tuoi risultati fossero nella media, tutti lo vedrebbero. Anche tu.
Questo è un pensiero orribile per la mente: meglio continuare a credere di essere il migliore senza dimostrarlo, che mettersi in gioco e rischiare di vedere le proprie credenze infrante. È per questo che hai paura di fare qualcosa: il tuo inconscio non vuole affrontare la dura verità. Tu devi essere il migliore in tutto, andare alla ricerca delle prove che dimostrano il contrario è un male.
Usare questa scusa ti permette di dire ai tuoi amici, mentre vi ubriacate al bar, di quanto tu saresti bello e bravo se solo ti fosse data la giusta opportunità.
In altre parole, nella tua mente, tu sei il migliore senza doverlo dimostrare. Nel mondo ci sono poche cose più comode dell’essere il migliore in qualcosa, senza avere lo stress che comporta l’essere il migliore in qualcosa.
Non ti preoccupare, non sei solo tu. Tutti attraversano questa fase, anche io. Non sai in quante occasioni avrei voluto tornare indietro nel tempo, tirarmi un ceffone e dirmi “ma che ortaggio stai facendo?” Questo ti dà anche un buon vantaggio sugli altri: smetti di usare scuse ed esponiti al mondo, fallisci, migliora. La vera strada per il successo è fatta così.
2 – È così anche per gli altri
I membri di ogni gruppo sociale tendono a condividere certi tratti della personalità. I ricchi tendono a uscire con altri ricchi, i timidi con altri timidi, i disoccupati con altri disoccupati. Quando i tratti in comune sono negativi, il gruppo di amici si trasforma in un comodo gruppo di supporto.
“Hey non è colpa tua, amico. Anche io sono senza un lavoro da sei mesi, Tizio è messo anche peggio. È che non c’è lavoro in Italia.” Ma se chiedi a chiunque del gruppo quando ha mandato l’ultimo CV, la risposta è almeno “settimane fa.”
Non è tutta una questione di pigrizia, anche se la pigrizia gioca un ruolo fondamentale. È che più parli con persone che condividono il tuo punto di vista, più quel punto di vista diventa nella tua mente una verità assoluta. Se in dieci usano la stessa scusa per i loro fallimenti, finiranno col crederci. Dire al tuo amico che non è colpa sua se non trova un lavoro, è un po’ come dirlo a te stesso.
Col tempo, finirai per convincerti di non avere speranze di fare alcun progresso significativo nella vita. Getterai la spugna.
Stare in questo gruppo significa restare nella tua zona di comfort, nessuno ti sta mettendo pressione o si aspetta altro da te. Hai fatto il possibile, non è colpa tua.
C’è un momento nella tua vita in cui dovrai separarti da queste credenze limitanti e fare qualcosa per cambiare la tua situazione. Un buon momento per farlo è adesso. C’è una buona possibilità di fallire, di faticare, di perdere alcuni amici perché non condividi più con loro il tratto significativo della pigrizia. Se avrai più successo degli altri, comincerai a essere invidiato invece che compatito.
Mentre gli altri si lamentano di come il mondo sia ingiusto con loro, tu starai lavorando giorno e notte per fare quello che loro dicono che non si può fare. Ce l’avranno con te perché dimostrerai loro che hanno torto, che è colpa loro. Sei pronto ad affrontare le conseguenze?
3 – Sono sfortunato
Facile la strada per il successo, per gli altri. Hanno un percorso lineare, una crescita costante, non hanno clamorosi imprevisti. Se anche io non fossi perseguitato dalla sfortuna, avrei il loro stesso successo.
Ma anche no.
Quando guardi una persona di successo, vedi solo il risultato finale. Vedi la fama, la ricchezza, le belle donne. Non vedi la fatica, il sudore, i fallimenti. Non vedi i drammi.
Guardi Mindcheats e ci vedi un sito in costante ascesa, con un buon successo e tante altre belle cose. In realtà più volte sono stato tentato dall’idea di abbandonare questo blog e buttarmi nel letto. Spesso ho pensato che non avrei mai avuto così tanti visitatori, che era tutto inutile. Per anni sono stato uno scrittore scadente, per anni la grafica ha fatto schifo.
Migliorare significa che parti dal “punto schifo” e arrivi al “punto bello”. A vederlo come un osservatore esterno, è un percorso logico. Ma immaginati di esserci tu al punto schifo: non sai come sarà il futuro, se il tuo progetto avrà successo, se la tua fatica verrà ricompensata.
Il cervello attribuisce i fallimenti degli altri alle loro colpe, ma i tuoi fallimenti no, non sono colpa tua. È la società, il presidente, le mezze stagioni, la nuova gioventù. Tu saresti il miglior essere umano sulla Terra, se non fossi perseguitato dalla sfortuna. È una bella convinzione perché ti fa credere di essere il migliore senza doverlo dimostrare (vedi punto 1).
Smettila di pensare come un bambino: non sei così speciale. Anche gli altri hanno passato le tue stesse difficoltà, anche le persone che hanno avuto successo. Non ci sono scuse.
4 – Sono fatto così
Non so disegnare, sono fatto così.
Sono un ritardatario, sono fatto così.
Non riesco mai a finire un progetto, sono fatto così.
Ti piace crogiolarti nella sensazione che sei quello che sei e nulla potrà mai cambiarti. La tua mente ha bisogno di punti di riferimento a cui ancorarsi, dei rifugi sicuri in cui rintanarsi per evitare il confronto con la realtà.
Ti poni dei paletti, dei limiti che definiscono quello che sei. Io sono questo e so far questo, ma non sono quest’altro e non so fare quello. Né sarò mai capace. Perché? Ovvio, perché sono fatto così. Domanda stupida.
Lo sai che il talento non esiste? Puoi essere chi decidi di essere, puoi fare quello che decidi di fare. Solo le tue convinzioni ti limitano.
Io mi sono sempre detto di non essere capace a disegnare. La prova: non so disegnare, avevo l’insufficienza all’asilo (sottolineo: all’asilo). Poi ho visto persone che sono partite dal mio stesso livello diventare degli artisti che vendono i loro dipinti dopo solo qualche anno di esercizio.
Li ho osservati nel loro percorso di crescita, ho tracciato con cura quello che facevano e come lo facevano. Sono arrivato a una conclusione: se ti impegni, puoi fare quello che vuoi. L’unica cosa che conta è l’impegno e la passione.
Se ti piace fare qualcosa ci dedicherai del tempo: se ti piace scrivere, scriverai tanto. Più scrivi e più migliori, anche se non te ne accorgi. Per te non è pesante, perché ti piace. Passano gli anni e diventerai bravo. Se invece scrivere ti fa schifo, non scriverai e non diventerai mai bravo.
Io scrivo benino. Non sono Oscar Wilde ma me la cavo. Pensi che sia stato sempre così? Vai indietro nel tempo a rileggere i miei articoli del 2010 e cambierai idea: è grazie a Mindcheats che sono diventato bravo, è grazie alla pratica che sono migliorato. È con questo in mente che ho creato la mia regola aurea. e il mio corso di inglese gratis.
Varamyr
9 Gennaio 2013 @ 13:56
Ehi, volevo chiederti una cosa. Vedi, io davvero non eccello in nulla di particolare, le mie passioni sono la musica, l’onironautica e i videogame. Tuttavia in tutti e tre i campi non spicco, sarà perché in fin dei conti non me ne occupo da troppo tempo. Stavo pensando di aprire un blog sull’onironautica, dici che potrei farlo funzionare anche se sono ancora un novellino?
Stefano
9 Gennaio 2013 @ 15:22
Io ero un novellino quando ho aperto Mindcheats. 😉 Per diventare esperto devi impegnarti, impegnarti e impegnarti. Non ci sono scorciatoie. È una via difficile, ma è proprio per questo che i pochi che ci riescono hanno delle enormi ricompense.
Varamyr
9 Gennaio 2013 @ 15:40
ma intendi dire che eri un novellino in fatto di amministrare un blog o anche riguardo la crescita personale? In ogni caso mi hai convinto, a breve aprirò il mio blog (l’avrei fatto qualunque fosse stata la tua risposta 😀 ). Giusto ieri ne ho aperto uno sul Djent, giusto perché non ce ne sono in Italia, ma poi mi sono accorto che è una corrente musicale di cui me ne frega davvero poco…ora che ne apro uno su qualcosa che mi interessa le cose prenderanno una direzione migliore 😉
Stefano
9 Gennaio 2013 @ 20:28
Di blog non sapevo niente (avevo avuto un sito e un forum, mai blog), di crescita personale sapevo molto meno di adesso.
Alcuni consigli per iniziare: evita gli spazi web gratuiti, prendi Tophost (costa come due birre medie all’anno) e buttaci sopra WordPress (gratuito). Non fare il mio stesso errore o te ne pentirai! 😉
Varamyr
9 Gennaio 2013 @ 20:38
uhm, io pensavo di partire con un dominio free e passare in seguito al privato quando avrò più visualizzazioni. Ma mi fido di te 😉 semmai sai se è possibile preparare in qualche modo il blog precedentemente e poi acquistare il dominio e far andare il forum sul web?
Anche io ho un forum 😛 o meglio, sono Moderatore su un forum altrui.
Stefano
9 Gennaio 2013 @ 21:56
Non farlo fidati, quando dovrai passare da un dominio gratis a uno decente farai molta fatica per non arrivare comunque al risultato perfetto. Perderai dei visitatori nel passaggio. Basta rinunciare a due birre all’anno con Tophost, o un caffè al mese, non mi sembra questo grande sacrificio. Se non sei pronto a fare questo “investimento”, io rifletterei prima di tutto sulla tua motivazione. 😉
v.
9 Gennaio 2013 @ 15:15
Mi ci ritrovo parecchio in ciò che hai scritto, è vero (quasi) tutto. Mi crogiolo nella pigrizia, no se proprio devo dirla tutta la mia è accidia bella e buona, il mondo è cattivo e io non ho proprio voglia di affrontarlo oggi, magari domani, sempre che ne abbia voglia…e gli altri,forti delle loro giornate di merda, ti incoraggiano lealmente “ma si hai ragione, è tutto uno schifo…” Però devo dire che sull’ultimo punto non sono totalmente d’accordo, si è vero che se vuoi davvero qualcosa e ti impegni è probabile che riuscirai a realizzarla, ma penso anche che la frase “sono fatto così” possa essere una sana verità,anche dura da dirsi, è saper accettare i propri limiti e far pace con se stessi. La mia sensibilità su questo punto è dovuta al fatto che è una vita che mi dicono “non vai bene come sei, sorridi di più,non essere timida…” e io rispondo sempre che non posso cambiare “sono fatta così” e mi piace pure, perchè dovrei sforzarmi di essere qualcuno che non sono?per essere miserabile e far contenti gli altri? Forse tu intendevi aprirsi al cambiamento nelle capacità, nelle cose da fare, in questo caso sono pienamente d’accordo.
Stefano
9 Gennaio 2013 @ 15:25
Invece no, non sei fatta così. Vedi? Stai usando una frase che ti sta facendo vivere a metà, solo che non l’hai ancora capito. “Piacersi così” è una scusa per la mediocrità, te lo dici quando il tuo inconscio accetta il fatto che non sei capace di migliorare, così cerca una scusa per portare la colpa su un fattore esterno: “non è colpa mia, sono fatta così.”
v.
9 Gennaio 2013 @ 18:06
E’ che,sempre riferito al carattere,penso che se sei timido o riflessivo o musone non sei peggiore,quindi non può essere una questione di migliorare, è come dire che le persone estroverse siano migliori di me o giuste,lo trovo orrendamente discriminante e inesatto, il mondo è bello perchè è vario,ognuno è fatto a modo suo e,a mio parere, è giusto così. Non fraintendere, non sto dicendo che è giusto fissarsi che io sono così e basta, se uno cambia col tempo ben venga,anzi è quasi inevitabile,ma non perchè te lo impongono gli altri. Comunque grazie per la risposta e i consigli.
Stefano
9 Gennaio 2013 @ 20:34
Questo sì, anche io sono più introverso e tranquillo e va bene così. Il problema è che quando l’introversione diventa timidezza, ovvero una condizione che pregiudica le relazioni sociali.
Stefano
9 Gennaio 2013 @ 15:39
Ciao Stefano, mi piacciono sempre i tuoi articoli e li leggo sempre con interesse, questo come gli altri.
Purtroppo ho un trascorso da femminista convinto e mi saltano all’occhio certe cose: “vedi solo il risultato finale, vedi la fama, la ricchezza, le belle donne”
Basta col considerare le donne come il trofeo del successo di un uomo…
Probabilmente è solo un difetto di forma, perché visto in un altro senso anche per i fallimenti sentimentali sussiste lo stesso modo di giustificarsi.
Ti ho fatto quest’appunto perché il tuo articolo mi piace, e la svista con un luogo comune non vorrei lo sminuisse ai miei occhi e a quelli di altri.
Stefano
9 Gennaio 2013 @ 20:26
Sono convinto che parte del successo di Mindcheats sia dato dal fatto che dico quello che penso, senza filtri. Non sono un giornalista, un politico o un medium: se cercassi di non offendere nessuno, i miei messaggi non sarebbero così efficaci. Guarda l’articolo sull’universo: alcuni si sono offesi, ma la maggior parte l’hanno trovato il miglior articolo di sempre. Lo è perché non ho cercato di moderare i toni e accontentare tutti.
Fra l’altro, nascondersi dietro alle parole lo trovo un modo troppo semplice per scappare dalle proprie responsabilità: non è quello che dici che conta, ma quello che fai.
Stefano
10 Gennaio 2013 @ 11:15
Secondo me, gli intercalare maschilisti non aggiungono proprio niente al valore del tuo articolo, semmai ne riducono il pubblico immotivatamente a quello maschile. Non si tratta di moderare i toni, ne di accontentare tutti, non capisco perché ti trinceri sulla libertà espressiva su un punto che niente toglie e nulla aggiunge al senso del tuo articolo. Se quello che dici non conta perché scrivi un blog? Le nostre parole contano e come, e a nascondersi dietro di esse sono le nostre opinioni antidiluviane, che puntualmente riaffiorano in una parola apparentemente innocua, che poteva non esserci, che è li soltanto per dimostrare al mondo che alla fine le opinioni cambiano, ma i contenuti sono gli stessi. Quello che dici conta perché è l’espressione di ciò che pensi, tu magari credi che ciò che pensiamo non freghi a nessuno, ma il valore di ciò che pensiamo sta nell’essere fondamenta delle nostre azioni e non tanto nell’essere meramente condiviso. Comunque, Dio non voglia che qualcuno ti tappi la bocca! diccelo se odi i neri e gli ebrei, mi sembra che c’entri con l’argomento! Persino Il Mein Kamps viene ancora pubblicato, non sarò certo io a zittire uno qualunque degli innumerevoli maschilisti al mondo! Conta quello che fai, non quello che scrivi! Hai ragione! Hitler lo sapeva, ha scritto uno dei libri più stupidi, illogici e pieno di errori mai scritto, eppure quello che ha fatto è entrato tragicamente nella storia! Però certamente da un distorto punto di vista è quasi riuscito nelle sue folli idee da mentecatto! Paragonare un ebreo a un topo, cosa aggiungeva all’argomentazione sulla crisi tedesca?! Niente, ma come è stato efficace nell’esacerbare il razzismo verso gli ebrei! È un libro pieno di luoghi comuni e su molte aberrazioni non suscitò lo scandalo…
Ho esagerato con gli esempi, ma non sbagliarti, se ci sono è perché sono funzionali al mio discorso.
Non era mia intenzione fare da censore, ne da critico del tuo lavoro, semmai offrirti uno spunto di crescita come tu fai con noi. Comunque hai ragione tu, quello che diciamo non conta, quindi la mia risposta accesa non ti disturberà vero?!
Domino
10 Gennaio 2013 @ 17:57
Io sono donna e non mi sento per niente offesa dall’affermazione “quando guardi una persona di successo, vedi solo il risultato finale, la fama, la ricchezza, le donne…”, perchè se l’avessi scritto io avrei scritto “vedi la fama, la ricchezza, gli uomini…” XD
Stefano
10 Gennaio 2013 @ 18:36
Complimenti! Una vita attiva rallenta l’invecchiamento.
Metodo di Studio
9 Gennaio 2013 @ 15:21
Io credo che il punto numero 2 ” È così anche per gli altri” sia a volte la chiave per lo sblocco.
Mentre qui in Italia invidiamo chi magari ottiene più risultati di noi, in America (e dimmi te Stefano se sbaglio), uno più ottiene risultati e più viene incoraggiato dalle altre persone.
Evitare di commettere le azioni descritte nel punto 2 secondo me è la chiave per ottenere i propri risultati!
Grande articolo Stefano!! 🙂
Luca
9 Gennaio 2013 @ 16:01
Complimenti innanzitutto per l’articolo! Vorrei dire alcune cose…
Spesso il problema maggiore nel raggiungimento dei propri obiettivi è quello di rimandare, rimandare, rimandare… ed è quello che sottolinei in molti tuoi articoli. Dici che dovremmo fare le cose subito, perché rimandare a domani significa rimandare a mai più. Ma vorrei fare una precisazione.
Il cervello (soprattutto il mio!) è pigro e ha paura dei cambiamenti improvvisi adeguandosi ad una monotonia che lo illude di “stare bene”. Per questo, per quanto si può spronare una persona a fare qualcosa subito, senza rimandare al giorno dopo, è raro che qualcuno non dica “inizio domani ma sono sincero: questa volta inizio veramente”.
Per fortuna ci sarebbe un metodo (sperimentato sul sottoscritto) capace di contrastare questa accidia collettiva.
Invece di fare tutto subito, accontentiamo il nostro cervello: se gli diamo il tempo di adeguarsi, non ci deluderà.
Esempio: mi si chiede di scrivere un libro, e io rimando a domani (cioè a mai più). Tu mi diresti di iniziare subito, magari scrivendo poche pagine e aumentando poco a poco, ma io cercherei di convincerti che domani è sicuro che inizierò (e invece non è vero). Usiamo invece il metodo che ti ho appena descritto: rimando l’inizio del lavoro non a domani, ma alla settimana prossima, magari anche due settimane prossime. Può sembrarti una pazzia, ma ti assicuro che funziona. I giorni prima di iniziare devo però fare di tutto per convincermi psicologicamente: scrivere la data in cui devo iniziare (su un’agenda, sul telefono, al computer, sui muri,…), prendere appunti brevissimi per organizzare il mio lavoro, pensare (e ripensare di continuo) al libro,… Ovviamente tutto questo dovrà essere fatto in maniera semplice e senza sforzi, onde evitare l’effetto opposto! Dopo alcuni giorni ci si accorgerà che il cervello non vede l’ora di iniziare (strano, vero?) per quanto l’attività da svolgere possa sembrare all’inizio noiosa. Invece bisogna resistere: NON SI DEVE INIZIARE PRIMA DELLA DATA PREFISSATA. Può sembrare un controsenso, ma appena la data arriverà iniziare il lavoro sarà semplice, divertente e soprattutto si continuerà a svolgerlo fino alla fine senza problemi.
Fammi sapere cosa ne pensi!
Piero
9 Gennaio 2013 @ 17:00
Interessante!
Stefano
9 Gennaio 2013 @ 20:32
Molto interessante Luca! Mi ricordo di aver sentito una tecnica simile in qualche blog inglese: inizia con un compito tedioso e imponiti di fare solo 2 minuti. Passato quel tempo vorrai continuare, ma obbligati a fare 15 minuti di pausa prima di ricominciare a tutta.
Anche il tuo sistema è molto interessante. Io ormai uso altre tecniche per fare subito le cose che devo fare, ma se tu vuoi scrivere un articolo completo sul tuo metodo te lo pubblico volentieri sul blog. 🙂
Luca
10 Gennaio 2013 @ 16:56
OK ti manderò un articolo completo… dammi solo 2 settimane di tempo per motivarmi psicologicamente… Scherzo te lo manderò il prima possibile!
Stefano
10 Gennaio 2013 @ 18:35
Haha okay, puoi inviarlo a info@mindcheats.net 🙂
Davide
9 Gennaio 2013 @ 23:08
Molto bello questo articolo!Bravo davvero.
Un punto che ho trovato molto interessante è quello di non mettersi in gioco per non distruggere un immagine di perfezione che il cervello ha di sè. Verissimo. Ad esempio io dopo un pò ho realizzato i seguenti fenomeni singolari della mia mente(ma li ho scovati,cioè li pensavo ma senza farci caso:questo è un punto importante per cambiare,trovare i pensieri che diamo assurdamente per scontati,perchè questo vale sempre ed è per questo che siamo destinati a muoverci ad evolverci):quando ho una conversazione “perfetta” con un conoscente(del tipo altamente frizzante,con continua intesa,con battute brillanti)spero di non incontrarlo mai più,quando qualcuno mi fa un complimento spero di non incontrarlo mai più, quando mi si dice che sono bravo o che faccio bene,il mio cervello ha letteralmente paura di fare qualsiasi altra cosa,e inventa mille trucchi per rimandare quando invece sta solo cercando di preservarsi la sua immagine di sè prediletta.
Il trucco a quel punto è semplice:trovare la propria vocazione reale!Ovvero trovare qualcosa rispetto a cui resteremmo sempre immensamente stupidi,e non possiamo che migliorare e non vogliamo fare altro perchè la cosa ci diverte(questo va sottolineato che ci si può divertire sul serio solo quando si becca la propria stupidità di fondo,lì le cose si iniziano a smuovere il terreno può divenire fertile). Perciò bisogna avere un sogno immenso che ci riempe di emozione davanti a cui ogni complimento,ogni insulto,ogni fandonia del nostro inconscio vengono dissolti alla luce di questo sole.
L’universo è un posto pazzesco,non ne sappiamo quasi niente,ogni singolo istante su questo pianeta è un regalo immenso….Penso che quando si inizia a sentire la stranezza di tutta questa nostra condizione,e quanto dunque è ancora più bislacco che diamo per scontate tante cose,non ci resta che la pura voglia di muovere il culo(perchè in fondo questo è problema,le assurde assunzioni del nostro cervello)
Stefano
10 Gennaio 2013 @ 06:35
Vedo che dalle mie parole hai fatto partire un tuo ragionamento personale, ottimo! È proprio questo l’effetto che cerco di dare.
Antonio
10 Gennaio 2013 @ 21:39
Ciao Stefano,
è la prima volta che ti scrivo anche se è da tanto che seguo il tuo blog.
Colgo l’occasione di questo interessantissimo articolo per condividere con te una mia riflessione.
La regola definitiva per la crescita personale è semplice: vivi come se questo istante dovesse ripetersi infinite volte. Non lo dico io, lo dice Nietzsche.
E’ per questo motivo che devi dedicare ogni tuo secondo a diventare ciò che sei, e soprattutto a combattere con tutte le tue forze contro ogni ostacolo che si opponga ai tuoi progetti.
Purtroppo sinora solo uomini malvagi hanno applicato sul serio questo precetto.
Ma immagina se ognuno di noi, dopo un’attenta analisi della sua coscienza, dopo aver trovato il suo dàimon, la sua meta, il fine ultimo della sua vita, si consacrasse con tutte le sue forze ad esso!
Immagina se tutti coloro che amano la giustizia si ribellassero ai criminali, ai politici corrotti, ai prepotenti.
Immagina se tutti gli aspiranti artisti concretizzassero i propri sogni.
Immagina se gli uomini di cultura abbandonassero le proprie torri d’avorio ed andassero ad educare, e non ad istruire, gli altri.
Così ci sarebbe il Paradiso, e questo è il vero significato del Superuomo.
Ma possiamo essere tutti dei Superuomini? Possiamo trovare tutti un eroico furore per esplicare la nostra volontà di potenza?
Che dire, io credo che i più siano deboli, e destinati a restarlo.
E’ per questo che considero la crescita personale qualcosa di molto nobile, ma non attuabile da tutti.
Spero di non averti annoiato troppo.
Stefano
11 Gennaio 2013 @ 05:55
Ciao Antonio, piacere di conoscerti. 😀
Io non sono mai stato d’accordo con questa frase: ignora le conseguenze a lungo termine delle azioni. Io sono di natura una persona che pensa al lungo termine, che fa progetti. A volte ci penso: se sapessi che il 2013 fosse l’ultimo anno della mia vita, le mie giornate sarebbero diverse. Non risparmierei per il futuro, non controllerei l’alimentazione, non studierei. Penserei al piacere immediato a discapito della felicità a lungo termine.
Per questo dico che vivere come se questo istante durasse per sempre è un grave errore, perché questo istante non si ripeterà. Le conseguenze invece, quelle sì, potrebbero rimanere a lungo. 😉
sergio
13 Gennaio 2013 @ 15:32
L’articolo rappresenta 4 punti per (soprav)vivere con il cancro che abbiamo intorno,senza cercare di eliminarlo,anzi lo alimenta.
La societa’ odierna ti costringe a misurarti e competere col prossimo che identifichiamo come nemico da superare ,privandoci dello spirito nostro normale che automaticamente non si pome la necessita’ di avere una opportunita’, che dovrebbe essere per tutti cosi’ senza distinzione…..,che non c’e’ la necessita’ della Ferrari,del vestito di Prada…
Stiamo vivendo in una societa’ basata sulla competizione,la quale ci annebbia la vista .
Smettiamo tutti di competere fra di noi ma usiamo ,la solidarieta’ l’un l’altro,il darsi una mano.
In questo modo spezzeremo la gabbia che ci hanno creato e nella quale ci hanno gettato.Chi ha studiato un po’ di storia dell’ uomo lo capisce.
Fra di noi non c’e’ necessita’ di competizione.LA necessita’ ci viene insegnata con la publiccita’ di stereotipi falsi che ci distolcono dalla nostra identita’ umana, in modo di soddisfare i bisogni dei nostri padroni,che lucrano su di noi,sui nostri sacrifici per ranggiungere il loro livello,che non raggiungiremo mai,e’ Storia,quella con la “S” maiuscola.Padroni che guadagnano 100 volte il nostro,non facendo niente,non costruendo,non sviluppando,non inventando,non scoprendo,solo approffittando della loro condizione sociale.Forse una volta questa condizione sociale era plausibile,ora ci sono macchine e computer che lavorano per noi,che potrebbero lasciarci mezza giornata da dedicare al prossimo,ai nostri figli invece ci obbliga a non vederli neanche la Domenica.
Stefano
13 Gennaio 2013 @ 17:19
Mi sa che stai commettendo un errore logico comune: dare la colpa agli altri. Sono la pubblicità, i politici, la società, i ricchi, le banche, i padroni, il capitalismo. Troppo facile prendere un’entità astratta e scaricarci sopra tutti i mali del mondo.
sergio
13 Gennaio 2013 @ 19:46
Vedi Massimo ,tu parli “degli altri” ,io parlo “del prossimo”.
Sono sempre concetti astratti ,ma c’e differenza e la sostanza e tutta lì.
Stefano
14 Gennaio 2013 @ 14:56
Io la differenza non la trovo, si tratta comunque di dare la colpa a qualcuno ma non a te stesso, sbaglio?
Genoveffa
14 Gennaio 2013 @ 17:30
Ma poi se ciascuno si dedica al prossimo,non si sa più che cappero fare 🙂 A dice,voglio dedicare buona parte della mia giornata ai problemi di B. B dice lo stesso,quando si incontrano,non sanno che cazzo dirsi. Quindi Sergio come vedi,per banali motivi di simmetria,anche il tuo discorso implica che qualcuno da qualche parte(il prossimo da aiutare)sta muovendo il culo,si sta dannando e sta lottando contro difficoltà che gli possono permettere di superare se stesso. Perchè l’unica vera competizione è quella con sè stessi. E per quella metti pure i deliri complottisti che vuoi,il sistema sociale che più ti aggrada,resta,perchè è la lotta per dare un senso a questi pochi anni che abbiamo da stare al mondo. Perciò piantala di lagnarti e datti una mossa 🙂
Riccardo
14 Gennaio 2013 @ 17:05
E’ tutto molto piacevole a leggersi. Ma mi sorge il dubbio che tutti questi scritti di miglioramento,servano solo a chi li scrive:difatti si sta bene quando il cervello è attivo e riesce a giungere alle conclusioni giuste da sè. Dunque ho come la sensazione che scrivere questi trucchi di miglioramento,dopp averli scovati,l’unica persona che migliora è,forse,che scrive. Per gli altri avviene al più un fenomeno di epifania illusoria. Il che porterebbe alla conclusione che tutta questa industria del miglioramento non abbia alcun reale effetto sulla mente delle persone su cui opera(al più sul loro portafoglio). C’è un modo per vedere se mi sbaglio?
stefano
14 Gennaio 2013 @ 18:35
sarò un po brusco, ma serve…
semplice!
devi solo alzare il sedere e darti da fare seriamente!
Pensi davvero che solo leggendo, arrivi la fatina magica(o pillola) che con la bacchetta risolve tutti i tuoi desideri. Bip… sbagliato!
C’è pure scritto… il miglioramento personale parte da SE STESSI!
Se non SEI PRONTO a cambiare è inutile che continui a leggere perchè tanto non applicherai mai nulla e non farai nulla affinche te possa migliorare!
Enstain diceva: follia è fare sempre la stessa cosa aspettandosi risultati diversi
Come migliorarti? innanzitutto devi cambiare approccio alla vita, vedere il positivo (dove c’è ovvio)
per un po spegni la tv, informarsi è bene, ma siamo diventati dipendenti dalla tv… piena di negatività e basta!
(ti basti pensare poi che un ottimista, che si impegna ottiene in media il 70% di possibilità in più nel trovare il lavoro… perchè? perchè coglie le opportunità!)
poi…. ma che ne so!! devi darti da fare te mica io…
spero però che ti abbia spronato…
(ricorda che molte cose tipo paura a volere il successo è colpa degli insegnamenti che abbiamo ricevuto dalla società o dai familiari… dipende dai casi… )
Riccardo
14 Gennaio 2013 @ 19:41
Sembra che tu non capisca. Il punto di quello che dicevo è questo:appunto perchè il miglioramento parte da se stessi,da un cervello attivo che elabora personalmente le idee,che pensa alle soluzioni migliori dei propri problemi e le mette in pratica,non si capisce il punto di materiale dedito a dare consigli per il miglioramento del sè. Ovvero penso che il punto di questo materiale sia essenzialmente celebrare le soluzioni che un individuo particolare ha trovato per i suoi particolari problemi, e sperare che qualche allocco di passaggio cada in quello stato di finta epifania pensando “ah si bellissimo ora seguirò i suoi consigli mi ha svegliato” e così via, non rendendosi conto che già il fatto stesso di consegnare le decisioni fondamentali sul proprio atteggiamento di fondo verso la vita ad un totale sconosciuto che non ha nè vinto il nobel nè è diventato miliardario,dunque non si capisce cosa lo rende così sicuro che i suoi consigli portino al successo(beh cioè se si è allocchi non si capisce,altrimenti si capisce benissimo 🙂 ),denunci uno stato fallimentare del proprio cervello che non è in grado di cercarsi le soluzioni da sè. Qui secondo me c’è l’inconsistenza di queste cose:se le inizi a seguire vuol dire che hai già fallito e che devi fare un passo indietro.
Penso quindi che l’approccio di tutti voi che pretendete di insegnare agli altri come migliorarsi sia palesemente sbagliato. Sarebbe già diverso se iniziaste a porre i vostri post come una lista di problemi e domande,in cui si stimola il soggetto che si vuole migliorare con domande mirate a smuovergli qualcosa in testa. Sarebbero lunghi 2 righe,ma se fatti da persone intelligenti,potrebbero aprire svariate ore di riflessione personale e essere la spinta iniziale di una grossa costruzione di ponti nella mente del soggetto da migliorare,cosa che non può fare altri che lui. Tutto ciò come puoi vedere è a un livello incomparabilmente più alto,di leggere la lista dei trucchi e metterli in atto come una capra,più o meno citandoti. Per raggiungere tale livello ci vuole effettivamente un miglioratore che sia anche migliore,e questo è un altro paio di maniche.
Riccardo
14 Gennaio 2013 @ 19:42
p.s:comunque si scrive Einstein
stefano
15 Gennaio 2013 @ 12:04
per quello che chiedi te(domanda e risposta) esistono i commenti, perchè non spieghi il tuo problema? solo cosi si risolve!
forse ho compreso quello che dici, ma comunque i blogger sono persone, persone che mica ci conoscono faccia a faccia! Mi dici come cacchio fanno a sapere qual’è la tecnica più efficace per te?? Molte cose di quello che scrivono sono tecniche con anni di studio dietro che hanno aiutato molte persone tra cui loro stessi! è ovvio che ci sarà sempre qualcuno a cui quella tecnica non funziona, è per questo che vengono scritti tanti articoli!
Vedi sei te che devi capire quali tecniche funzionano e quali non!
Sono sicuro al 100% che non hai minimamente provato NULLA! Quindi ho provi e ti dai da fare concretamente e SPERIMENTI… perchè si tratta solo di quello! oppure fai prima ad andare dallo psicologo scusa, almeno lui ti ascolta, ma ciò nonostante non cambierai nulla nella tua vita!
Io ad esempio devo molto ad alcuni blogger che mi hanno dato una spinta motivazionale! è vero alcune tecniche(che però ho provato) non hanno funzionato, 50% colpa della tecnica e 50% mia.
Ciò nonostante ho sperimentato e ho trovato ciò che AL MOMENTO funziona di più!
IMPORTANTE:
ho capito benissimo quello che stai cercando, ma se ho veramente compreso bene il blog non fa per te!
allora cosa?? mi dirai,…
Beh se l’intuito non mi ha tradito te cerchi un confronto giusto? allora cerca in giro dei FORUM, esatto forum!
Il forum è quel luogo dove ci sono persone come te, come me che discutono, sperimentano, fanno amicizia etc etc
ovviamente non trovi solo i principianti, ma anche persone esperte.
Io ho conosciuto un forum in cui ho conosciuto veramente tante persone, anche dal vivo!! Per me è stato il luogo che mi ha permesso di crescere maggiormente!
Ciò nonostante seguo cmq il blog, perchè trovo veramente tanti spunti di riflessione. Ciao!
Stefano
15 Gennaio 2013 @ 03:06
Se sei scettico rimarrai scettico, è il brutto della crescita personale: è fatta di profezia auto-avveranti. Se sei convinto di poter migliorare migliorerai, se sei convinto che è robaccia inutile sarà per te robaccia inutile. Io sono diventato una persona migliore leggendo centinaia di articoli da decine di siti e autori autorevoli, non sono nato così. Poi ho rielaborato queste tecniche, le ho messe insieme, le ho sperimentate e il risultato lo vedi su Mindcheats. La crescita personale è fatta di sperimentazione, non di studio. Se leggi i miei articoli come leggi un libro di storia, mi dispiace ma non ci siamo. Vedi quello che scrivo come un invito a darti da fare, a migliorare, a dare il meglio di te ogni giorno.
D’altra parte puoi decidere di non farlo, di dire che la crescita personale è una bufala. Puoi non fare niente e continuare a vivere la vita di adesso che, suppongo, consideri migliorabile (altrimenti non avresti letto l’articolo). Ma da qualche parte, nel retro del tuo cervello, saprai sempre che è una raffinata scusa per la tua pigrizia. 😉
Andrea
14 Gennaio 2013 @ 23:47
“ma i tuoi fallimenti no, non sono colpa tua. È la società, il presidente, le mezze stagioni, la nuova gioventù”
Uhm ricorda proprio lo spirito con cui devi aver scritto questo post http://www.mindcheats.net/2012/12/studente-mediocre.html
Poltronato
22 Gennaio 2013 @ 20:56
Leggerò e rileggerò questo articolo come fosse un mantra :9
Denise
3 Febbraio 2013 @ 11:53
Ciao Stefano, avrei dei consigli da chiederti. Io ho un blog sul ricamo, il tombolo e l’alta sartoria. Sono sul blog gratuito di virgilio, ma non so perché, i commenti sono chiusi. Le visite sono circa 200 al mese, ma nessuno può lasciare i propri commenti. Allora avevo deciso di creare un sito gratuito con sitiwebs, ma sono un po’ imbranata. Dammi un consiglio: è meglio un sito con forum, oppure un blog? E se sì, quale è di facile creazione? Anche se devo pagare dei soldini non fa niente, ma vorrei interagire con le persone che visitano il mio blog. Grazie, sei stata un bella scoperta sul web!
Stefano
3 Febbraio 2013 @ 15:06
Prendo un hosting su Tophost (hostgator o Godaddy sono meglio ma costano un filo di più) e mettici sopra WordPress, se vuoi puntare alla qualità non c’è altra strada.
Guilty
8 Agosto 2019 @ 12:39
Il tuo articolo è molto bello.. un vero schiaffo che ogni tanto ci vuole. Però permettermi di dire che per alcune persone viene facile impegnarsi per il semplice fatto che gli viene insegnato sin da piccoli. La tematica del background familiare è una cosa che mi sta molto a cuore. Molte delle persone a me vicine che hanno raggiunto quello che io definisco successo hanno avuto dei genitori che sin da piccoli gli hanno insegnato che “per raggiungere le cose che vogliamo dobbiamo impegnarci tanto” o “non è facile arrivare in alto ma l’importante è arrivarci vicino”. Io non ho mai avuto questo. Per quanto i miei genitori non siano stati cattivi con me però non mi hanno saputo ‘guidare’ nelle scelte ne si sono mai interessati a cosa avevo in mente per il mio futuro ne mi hanno mai insegnato che nella vita bisogna impegnarsi e tanto. Ergo, dopo le superiori sono finito a fare un lavoro che non mi piaceva perché i miei non potevano permettersi di farmi frequentare l’università e per paura di non trovare niente di meglio. Per quanto questo lavoro mi abbia fatto guadagnare qualcosina ha distrutto completamente la mia gia precaria autostima. Ora sto cercando di venirne fuori tornando sui miei passi e andando a fare qualcosa che sento possa piacermi. Tutto questo per dire che si quello che dici è vero.. Però a volte veniamo ‘plasmati’ a credere che in fondo non meritiamo di meglio. Spero di essermi fatto comprendere.