Memorizza come gli elefanti: una tecnica per ricordarsi tutto

Ho già parlato, giusto un paio di articoli fa, della lettura veloce: visto il periodo di esami per molti studenti universitari (fra cui anche il sottoscritto) vogliono ritornare sull’argomento studio per trattare un’altra tecnica che aiutaerà molto tutti gli studenti e non solo: i principi della memorizzazione a lungo termine.


Sì, perché il cervello ha un metodo tutto suo per ricordare le cose, e una volta compreso si può “bypassare” la selezione automatica che fa e obbligarlo a memorizzare i dati che interessano a noi. O per essere più precisi, questo è un sistema per suggerire al nostro cervello quali sono i dati da tenere.

Come tutti sanno, per memorizzare qualcosa non bisogna fare altro che ripeterla all’inverosimile.

Ok, funziona, ma è il metodo più efficace? No, a dire la verità non è altro che una perdita di tempo. Ripassare è sì la strada maestra per memorizzare a lungo termine qualsiasi tipo di informazione, ma ripetere qualcosa più del numero strettamente indispensabile di volte è inutile.

Quindi oggi ti suggerirò una tabella temporale da seguire per ridurre al minimo le ripetizioni necessarie per imparare un concetto anche complesso, senza però dimenticarlo.

Iniziamo dal presupposto che ti sei già applicato: hai  appena finito di studiare un dato capitolo di un dato libro e lo sai perfettamente, ora non ti resta altro che tenerlo in mente per quella settimana (o mese, o sei mesi) che ti separano dall’esame. Il tutto, come detto sopra, sprecando il minor tempo possibile. Niente di più semplice!

1 – Dopo lo studio iniziale, la mente classifica le informazioni come “probabilmente inutili” e per questo le mette nella memoria a breve termine. Ma visto che ci hai comunque dedicato del tempo, non andrà in quella che io definisco “memoria a termine immediato”, della durata di pochi secondi, bensì in quella breve-media: il cervello ne farà piazza pulita in quindici minuti circa. Ma allo stesso tempo, se ripassi subito dopo aver studiato la mente non dovrà andare a prendere le informazioni nella memoria (perché sono fin troppo fresche) e lo sforzo sarà inutile. Quindi vai a rilassarti per dieci minuti circa, e solo allora riprendi in mano la materia. Perfetto, adesso ripassa e farai capire al cervello che quelle informazioni meritano di essere ricordate: non sono ancora fissate a lungo termine, ma quanto meno è abbastanza per passare la notte.

2 – Il giorno dopo, la mente classifica le informazioni come “potenzialmente utili” e le mette nella memoria a medio termine. Ma sa anche fin troppo bene che molto spesso non serve ricordare qualcosa per più di un giorno, quindi memorizzarle già a lungo termine sarebbe uno spreco di energie. Se dopo 24 ore si ripassa nuovamente l’argomento, allora il cervello comincerà veramente a pensare che sono cose che vale la pena ricordare. Ma opterà ancora per una soluzione intermedia: saranno ancora nella memoria a medio termine, ma verranno ricordate per una settimana.

3 – Dopo una settimana, la mente è preparata a far entrare le cose nella memoria a lungo termine, le informazioni sono classificate come “probabilmente utili”. Eseguite la ripassata finale dopo 7 giorni, ed ecco fatto: hai ripassato solamente tre volte e quello che sapevi all’inizio è entrato tale e quale nella memoria a lungo termine. Questo potrebbe bastare per la maggior parte delle persone, ma volendo si può ancora fissare le informazioni in maniera più duratura: sono infatti nuove fra i ricordi a lungo termine, e non ci sono ancora abbastanza collegamento neuronali per renderle stabili a vita. Per questo cominceranno a svanire dopo un mese circa.

4 – Ripassa dopo un mese, e i collegamenti neuronali per quelle informazioni triplicheranno. A livello celebrale la cosa è decisamente più complessa, ma il succo è questo: adesso le informazioni verranno ricordate per ben tre mesi. Non ti basta? Un ultimo ripasso alla scadenza prefissata di novanta giorni e quello che hai studiato te lo ricorderai per sempre. E tutto questo avendo ripassato in totale cinque volte: molto meno del numero di ripassi che gli studenti fanno prima di un esame!