Ecco perché non stai ottenendo risultati (e 9 soluzioni immediate)
Oggi pubblico uno straordinario articolo di Luca Rossi, che ci parla della ragione per la quale non stai ottenendo risultati, e propone 9 idee (alcune molto diverse da quelle che trovi sui libri) per raggiungere il tuo obiettivo. Buona lettura! 🙂
Immagina la seguente situazione: dopo aver letto un articolo di crescita personale, la tua motivazione sale alle stelle. Inizi a lavorare su un progetto, ci dedichi la maggior parte del tuo tempo, pianifichi minuto per minuto ogni singola attività e tieni conto di ogni progresso.
Passa il tempo, il successo sembra avvicinarsi ma i risultati non si fanno vedere.
Ma dato che tu non sei uno che si fa abbattere tanto facilmente, decidi di continuare a lavorare sul tuo progetto.
E ancora, niente risultati.
Ed ecco che ti senti confuso e disorientato e ti ritrovi a leggere questo articolo nella speranza di trovare la soluzione ai tuoi problemi.
Ti riconosci? Scommetto proprio di sì, e ti spiego anche perché. Possiamo dividere la popolazione in 3 categorie:
- L’80% sono coloro che vivono per inerzia. Non sanno cosa vogliono dalla vita, non hanno un sogno, a loro basta un lavoro e una casa, quanto basta per sopravvivere.
- Il 3% riguarda coloro che riescono a vivere dei loro sogni: dopo tanti sacrifici finalmente sono ricompensati e hanno dato un senso alla loro vita.
- E il restante 17%? Beh, sono coloro che, come me e te, hanno sì degli obiettivi che vanno oltre la semplice sopravvivenza, vorrebbero realizzarli ma non ci riescono. Perché?
Se segui questo blog, saprai che esistono tecniche per:
- Capire cosa vuoi dalla vita;
- Gestire il tempo;
- Ottimizzare le risorse;
- Eliminare la procrastinazione;
- …
La crescita personale sembra avere la risposta pronta a tutti i problemi, ma per la maggior parte di noi non sembra essere in grado di risolverli.
Per vedere perché questo avviene, voglio raccontarti la mia esperienza personale.
La mia esperienza
Io sono un programmatore. Da qualche anno sto maturando un’idea per un software rivoluzionario, la cui realizzazione però richiede tempo, risorse e grandi sacrifici. E soprattutto, per funzionare bene ha deve essere utilizzato da molti utenti.
Intanto, mi sono avvicinato al mondo delle app per smartphone: mi sono posto l’obiettivo di creare un’app virale, in modo da scalare le classifiche degli Store e permettermi di realizzare il software a cui ho accennato.
Ho iniziato ad appassionarmi alla crescita personale due anni fa, e piano piano ho iniziato ad adattarla alle mie esigenze. Se anche tu sei un programmatore, puoi capire benissimo come a volte può essere veramente difficile e frustrante risolvere problemi all’apparenza semplici, e un’alta dose di pazienza è necessaria.
Per questo ho fatto grandi cambiamenti nelle mie abitudini:
- Ho iniziato a pianificare ogni ora delle mie giornate, con i vari obiettivi che mi prefiggevo giorno per giorno, in modo da massimizzare l’efficienza e ottimizzare il tempo.
- Ho sconfitto la procrastinazione. Sì, l’ho fatto davvero: sono diventato una sorta di instancabile stacanovista.
- Ho eliminato tutto ciò che era inutile: TV, videogiochi…
- Ho selezionato le migliori fonti per imparare.
- Ho iniziato a praticare quotidianamente la meditazione mindfulness.
Insomma, sembrava tutto perfetto. A breve avrei creato l’app perfetta, l’app da milioni di download, l’app che tutti scaricano, ma…
Niente.
Tutte le app furono un misero fallimento.
Dall’altra parte della città c’era Flavio, un mio amico che in un giorno di noia ha deciso di pubblicare un video su Youtube. Un video qualsiasi, senza la speranza di fare chissà quanto successo (no, non te lo faccio vedere 😉 ).
Risultato? In 4 giorni aveva superato 100.000 visite. E in 10 giorni era arrivato quasi a 800.000. Sbalorditivo, vero? 10 giorni!
L’euforia del successo ha portato Flavio a diventare uno Youtuber professionista, che oggi (quattro mesi dopo il primo video) può contare un milione di iscritti.
Come ha fatto Flavio ad avere tanto successo in poco tempo? Forse grazie ad un’accurata osservanza dei “comandamenti” della crescita personale?
Penso proprio di no.
Flavio, al contrario di me, proprio non voleva e non vuole saperne di crescita personale. Non pianifica niente, vive alla giornata, è un procrastinatore seriale, butta ore davanti alla TV.
Ma ha una passione. Una passione che lo motiva, lo fa andare oltre il semplice lavoro al fine di guadagnare soldi. Una passione che però ha scoperto da poco: fare video.
La mia sconfitta
A questo punto ti lascio indovinare: come potevo sentirmi? Dopo essermi fatto un culo enorme per ottenere… niente, come potevo sentirmi dopo aver saputo che un mio amico aveva raggiunto un enorme successo senza aver fatto… niente?
Il bello è che me lo rinfacciava pure: “Ma come, tu hai passato la maturità con 100/100 (studiando poco) “, e non hai ancora fatto niente di sensato nella vita?”
Ti ripeto che non era un tizio qualunque venuto da chissà quale angolo del pianeta come Psy o Dong Nguyen (clicca qui se vuoi sapere il suo segreto), ma un mio amico! Come potevo sentirmi?
Arrabbiato? Invidioso? Demotivato?
Qualunque sinonimo di queste 3 parole è esatto. Sono diventato talmente arrabbiato e invidioso da desiderare il fallimento di Flavio. E talmente demotivato da dirmi “al diavolo la crescita personale, mollo tutto”.
Esatto, alla fine ho fatto quello che in due anni non avrei mai immaginato di fare: mollare tutto.
Ho riscoperto il piacere della procrastinazione e ho ceduto alle lusinghe del divano che mi chiamava dicendomi “Vieni! Vieni a buttare la tua vita su di me!”
Dopo anni, ho riacceso la TV.
Ormai sembrava tutto finito. Ero diventato, anzi ero rimasto, un mediocre. Una persona che vive solo perché è nata. Un perdente. Un fallito.
Ma poi…
La lenta ripresa
Dopo due mesi buttati nel cesso (quindi lo 0,2% della mia vita), ho iniziato a chiedermi se valeva ancora la pena continuare a vivere così. Dopotutto, a me piaceva programmare, e sinceramente mi mancava.
Allora ho preso una decisione: lentamente, avrei ripreso la vita di prima. Ma con qualche modifica.
Innanzitutto, bisognava rivedere la crescita personale. Se io, che seguivo le regole della crescita personale alla perfezione, ero arrivato al punto di mollare tutto, allora avrebbe potuto farlo chiunque.
Ed ecco che ho elaborato una nuova interpretazione della crescita personale.
Crescita personale: la giusta interpretazione
In questo articolo sono sintetizzati i punti fondamentali di questa interpretazione. Alcuni sono gli stessi della crescita personale “classica”, altri rivisti parzialmente e altri completamente.
Vediamo quali sono.
1. Innanzitutto, un sogno e una passione
Per essere felici, bisogna avere basse aspettative. Questo è quello che dicono tutti, no?
Beh, la scienza ha dimostrato il contrario (per approfondire, vedi questo video). Per essere felici bisogna dare un significato alla propria vita, e per farlo bisogna inseguire un sogno.
Il sogno deve essere ambizioso, ma la scienza ha anche dimostrato che, più fantastichiamo sui nostri sogni, più la motivazione cala.
Ma allora, che si deve fare?
Non ti deve piacere solo il sogno in sé, ma anche il processo che porta alla sua realizzazione.
Per farlo, devi importi obiettivi più piccoli e facilmente realizzabili.
E per questo non intendo spezzettare gli obiettivi, ma creare delle vere e proprie tappe intermedie.
Se ad esempio vuoi diventare uno scrittore famoso, non scrivere un libro sperando che diventi un bestseller: probabilmente fallirai. Stephen King si è visto rifiutare 32 libri all’inizio della sua carriera. Piuttosto, inizia scrivendo per una rivista locale. Sarà meno probabile fallire, e sarà più facile passare al livello successivo.
Vuoi un esempio reale? Facebook (no, il link non porta al social network 🙂 ).
Mark Zuckerberg quando creò il social network lo rese inizialmente disponibile solo agli studenti dell’università di Harward (prima tappa), in seguitò lo aprì ad altre università (un’altra tappa) e infine al mondo intero (ancora un’altra tappa).
Questo rese Facebook un social network “d’élite”: solo pochi eletti potevano accedere, e ciò lo rendeva molto più prezioso di quanto non fosse in realtà.
Se Zuckerberg avesse deciso di rendere Facebook immediatamente disponibile a tutti, nessuno si sarebbe iscritto. Non c’era motivo di farlo, esisteva già Myspace.
Insomma, think globally, act locally.
2. Fallisci
Sai qual è la differenza tra una persona che non fallisce mai e una che fallisce sempre?
La prima non ha mai fallito perché non ha mai provato.
Il fallimento non è l’alternativa al successo, ma una tappa necessaria. Questo per due motivi:
- La legge dei grandi numeri: più tentativi fai, più è probabile che anche l’improbabile (ovvero il tuo successo) accada;
- L’esperienza: più tentativi fai, più cose imparerai ed eviterai di ripetere gli stessi errori.
E quando dico fallisci, non intendo una o due volte. Ma decine, centinaia, migliaia di volte.
Hai presente Angry Birds? Lo sai quante app hanno fatto fallire i creatori prima di raggiungere il successo con la leggendaria guerra tra uccelli e maiali verdi?
52.
52 app. Forse non sai che significa, ma per un programmatore come me questo numero è enorme. Già fare un’app di per sé è complicato, figuriamoci 52…
3. Il karma non esiste
Abbiamo visto che il fallimento è la chiave per arrivare al successo.
La crescita personale insegna che per arrivare al successo, devi meritartelo.
Ed è vero: se speri che un giorno diventerai ricco perché vincerai al Superenalotto, mi dispiace, ma hai fallito in partenza.
Tuttavia c’è da considerare che il successo non sempre è equo. In alcuni casi, il successo è casuale, o cieco (come il Superenalotto). Questo spiega perché Flavio è riuscito ad avere successo e io no.
A noi piace pensare che chi lavora di più, merita di più. Chi lavora più duro, merita di più. E che chi crea un’app da quattro soldi in due ore di lavoro per ottenere un milione di download nella prima settimana, beh, non lo merita.
Ma in realtà il karma non esiste, se non nella nostra mente. Se vuoi avere successo, devi applicare un metodo strategico basato sulla qualità del tuo lavoro, più che sulla quantità.
Prendi ad esempio un Justin Bieber e un Thomas Edison.
Il primo non mi sembra il tipo che ha fatto chissà quanti sacrifici, il secondo a costruito la prima lampadina funzionante dopo oltre 1000 tentativi. Eppure, entrambi hanno raggiunto il successo.
E che dire di quelli che, dopo migliaia e migliaia di tentativi, il successo non l’hanno mai visto? Dopotutto, nessuno parla di loro.
All’universo, di te, non gliene frega niente
Se devo parlarti sinceramente, non so se tentare più volte ti porterà mai al successo. Fallirai, fallirai ancora, e ti chiederai: ma ne vale davvero la pena?
Ma una cosa è certa: nessuno ha realizzato i propri sogni senza fare niente.
Molte persone tenteranno di fermarti. Ti diranno che è impossibile, che devi lasciar perdere. Ma ricorda, se queste persone proveranno a fermarti sarà solo per due motivi: o hanno paura di tentare o hanno paura che tu ce la faccia.
Non preoccuparti di quello che pensano gli altri o dei fallimenti, prova comunque. Non hai niente da perdere.
Comunque, esiste un modo per aumentare le probabilità di successo, ed è spiegato nel prossimo punto.
4. Impara e fai esperienza, ma nel modo giusto
La classica crescita personale ti dice che devi imparare e fare esperienza più che puoi. Ed è vero: mi auguro che tu faccia tutte le esperienze possibili!
Ma attenzione a non fraintendere questo punto. Imparare qualcosa di nuovo, così come fare delle esperienze, richiede tempo e energie. Cose che, si sa, sono limitate.
Se passi troppo tempo a imparare ciò che non ti servirà, passerai meno tempo a imparare ciò di cui avrai realmente bisogno.
Un classico esempio è la “trappola” delle informazioni in pillole.
Una persona che vuole vantarsi di essere colta, anziché prendere un libro e studiare sul serio, prende lo smartphone e fa una partita a QuizDuello, e alla fine può dire “Wow, questo non è tempo sprecato! Ho imparato che un uomo nell’arco della sua vita fa a piedi il giro della Terra 3 volte!”.
Bene, vuoi un applauso? Pensi che quell’informazione che hai imparato in 5 minuti ti servirà nella vita?
Il mio consiglio è: lascia perdere le informazioni in pillole, trova uno o due argomenti che ti piacciono davvero e diventa esperto in quelli. Tutto qua.
E per quanto riguarda le esperienze? Prendiamo il classico esempio delle mamme che vogliono a tutti i costi riempire le agende dei figli: lunedì piscina, martedì pianoforte, mercoledì calcio, giovedì violino…
Questo perché “in questo modo fanno tante esperienze”.
Questo approccio è giusto e sbagliato. Giusto perché un bambino deve fare più esperienze possibili per capire cosa gli piace. Sbagliato perché le esperienze nel 90% dei casi devono rimanere tali, non trasformarsi in hobby.
Certo, puoi vantarti di avere 10 hobby, ma non sarai esperto in niente. Piuttosto, è meglio avere 2 o 3 hobby ed essere bravo in quelli.
Io ad esempio ho due passioni principali: scrivere e programmare. Poi ci sono alcuni sport, ma in secondo piano. Non voglio riempire la mia agenda di impegni solo per potermi vantare di averli.
5. Non mettere i soldi al primo posto
La società del 21° secolo è malata di denaro. I soldi sono importanti per vivere una vita agiata, e in molti casi anche per realizzare i propri sogni, ma non sono tutto.
Molte persone falliscono perché fanno le cose non per passione, ma per soldi. E quando fai una cosa per soldi, fidati, fallirai. Perché sarai ossessionato dalla ricompensa del denaro, e non apprezzerai il processo che ti porta a fare quello che fai.
Ad esempio, a me piace creare applicazioni ben elaborate, giusto per passione, ma quando ho scoperto questo, mi sono stupidamente illuso del successo facile e ho iniziato a creare applicazioni banali nella speranza che diventassero virali.
Risultato? La storia che ti ho raccontato prima 🙂 .
Un altro esempio personale è il periodo in cui mi sono dedicato al freelance: un’attività remunerativa, ma che ho abbandonato.
Perché l’ho fatto? Perché non era soddisfacente: per me il software è arte, e dover scrivere codice da vendere agli altri è come chiedere a Leonardo Da Vinci di vendere la Gioconda, o comunque di chiedere ad un artista di vendere il suo cervello.
Se ci pensi, gli artisti vendono solo le opere più scarse: quelle migliori le tengono per sé. Certo, possono anche guadagnarci, ad esempio esponendole a delle mostre, ma saranno comunque opere personali.
Se vuoi fare un lavoro di qualità, devi farlo per te stesso. I soldi arriveranno comunque, ma non farne un’ossessione.
6. La pianificazione è importante, ma non esagerare
La pianificazione è essenziale per avere successo. Puoi avere tutta la motivazione di questo mondo, ma se non pianifichi le tue attività, agirai a vuoto e perderai tante energie e tanto tempo.
Però neanche tanta pianificazione va bene.
Questo perché le giornate sono imprevedibili, può accadere qualsiasi cosa e i tuoi piani possono essere sconvolti.
Se pianifichi ogni singola ora delle tue giornate, e poi avviene un imprevisto (gli imprevisti sono molto più comuni di quanto si crede), ci si ritroverà con delle attività arretrate che dovranno in qualche modo essere recuperate, per non contare poi le attività future.
Insomma, bisogna trovare un compromesso. Il mio consiglio è quello di pianificare poche cose, imponendoti di fare poche cose, ma di farle.
Ad esempio, se sei uno scrittore, potresti importi di scrivere 10 minuti al giorno, tutti i giorni. Se poi scrivi di più, è meglio. Ma non di meno.
Prendiamo ad esempio la gestione di un blog. Un blog fatto come si deve dovrebbe essere aggiornato costantemente, ad esempio ogni 7 giorni. Ma la motivazione non segue lo stesso ritmo del blog.
Se hai un blog lo sai molto bene: alcuni giorni sei motivato al massimo, scriveresti libri interi. Altri giorni invece ti senti demotivato e proprio non ne vorresti sapere di toccare la tastiera.
Per questo motivo, non ha senso pianificare ora per ora le tue giornate se non puoi prevedere quanto sarai motivato. Quando sei molto motivato, scrivi più che puoi e tieniti gli articoli come bozze: li pubblicherai in quei momenti in cui non sarai per niente motivato (fidati, arriveranno).
7. Conosci qualche tecnica di time management? Bene, dimenticala
Il time management è una delle cose più inutili della crescita personale. Grazie ad esso possiamo ritagliarci forse un’ora in più al giorno, ma se ne perdiamo altre 2 non ce ne accorgiamo.
La verità è che non è il tempo a mancarci, ma la motivazione.
Più che di time management dovremmo parlare di energy management.
Qui possiamo ricollegarci al punto precedente. Ad esempio ci si potrebbe dedicare ad attività produttive (come scrivere, programmare, progettare, disegnare…) la mattina quando la forza di volontà è al massimo, e ad attività non produttive (studio, revisione…) la sera.
Il time management, come abbiamo detto, è inutile. Il motivo principale è che stressa. È incredibilmente stressante stare attenti a come si passa il proprio tempo, a trasformare attività banali in task da completare in un certo periodo di tempo.
Anche il tempo libero e le relazioni sociali potrebbero risentirne. Se smetti di dedicare tempo a te stesso e agli altri solo per paura di perderlo, la tua vita in generale ne risentirà negativamente.
Personalmente, uso un’unica “regola” di time management: dedicare almeno 3 ore al giorno ai miei progetti personali.
Non importa quando e come: la cosa importante è prendere 3 ore dalle 24 che compongono un giorno, e dedicarle ai miei progetti. Tutto qua.
8. Trova un modello che ti ispiri, ma fai attenzione
Chiunque dovrebbe avere qualche modello da seguire per realizzare i propri sogni. Qualcuno che li ha già realizzati, che ti permette di imparare dai suoi errori e dalle sue azioni.
Io ad esempio ammiro molto Steve Jobs e Bill Gates, i due self-made men che hanno portato il computer nelle nostre case.
Tu puoi avere come modello chi vuoi, ma… fai attenzione, perché cercare a tutti i costi di imitare qualcuno non è sempre la scelta migliore.
Il modello da seguire è una persona che ha già raggiunto il successo, al contrario di te che devi ancora iniziare. Ma non devi guardare tanto ai successi di questa persona, piuttosto ai suoi fallimenti. Perché se guardi solo ai suoi successi, rischierai di demotivarti e credere che quella persona sia migliore di me.
A me non piacciono i film biografici, ma da quando ho visto Jobs, posso dire che questo è uno dei miei preferiti. Se lo hai visto, all’inizio del film Steve Jobs è presentato come un vero “essere umano”, con i suoi difetti, i suoi limiti e i suoi fallimenti. Non era un viziato pieno di soldi che, non avendo niente da fare, ha deciso di mettersi a costruire computer. Lui era uno come me e te.
E questo ti fa pensare che, se c’è riuscito lui, puoi riuscirci anche tu.
9. È normale voler mollare tutto, a volte
Ed eccoci arrivati all’ultimo punto, seriamente in contrasto con la classica crescita personale.
La crescita personale fa l’errore di demonizzare chi decide di mollare tutto, “bollandolo” come un debole.
Ma questo non ha senso.
Disperarsi e voler mollare tutto è umano. Ti succederà tante volte. La cosa veramente importante è che il desiderio di mollare tutto rimanga tale, solo un desiderio.
Io ho deciso di mollare tutto e ho buttato 2 mesi nel cesso, ma dopo ho ripreso a fare quello che facevo prima. Non posso mica dire di essere irrecuperabile!
Conclusione
Ed eccoci alla fine. Avrei ancora molto da dire, peccato che l’articolo diventerebbe eccessivamente lungo. Credo comunque di aver sottolineato tutti i concetti importanti.
Ricapitolando:
- Trova una passione e realizza il tuo grande sogno in tappe intermedie.
- Fallisci e impara dai tuoi errori.
- Accetta il fatto che il karma non esiste.
- Impara solo ciò che ti serve, fai tanta esperienza ma non trasformare tutto in hobby.
- Non fare le cose solo per soldi. Se ci metti passione, prima o poi, i soldi arriveranno comunque. Non vendere il tuo cervello.
- Pianifica solo a grandi linee.
- Dimentica il time management, concentrati sull’energy management.
- Impara dagli errori delle persone di successo.
- Tranquillo, sei un essere umano pure tu. Puoi avere dei periodi bui.
Ma se dovessi riassumere tutto in una frase, questa sarebbe: trova la tua passione, e inseguila sempre, senza scuse.
Non rimanere nei limiti che ti impone la società. Esci dalla tua zona di comfort. Se vuoi che il mondo cambi, non aspettare che qualcun altro lo faccia. Sii tu il cambiamento che chiedi al mondo (Mahatma Gandhi). Hai una sola vita, cosa ti vieta di viverla al massimo?
Vorrei concludere con la citazione finale del film “Jobs”: “Solo quelli abbastanza folli da credere di poter cambiare il mondo, lo cambiano veramente”.
Luca Rossi studia Ingegneria Informatica all’Università di Ancona. È stato per un breve periodo programmatore freelance, ma ha abbandonato subito l’attività perché poco soddisfacente.
In questo periodo, sta avviando un’attività imprenditoriale per lo sviluppo di software, app e videogiochi.
Visita il suo blog eQuantum.
Fabio
8 Ottobre 2014 @ 15:37
Ottimissimo articolo, e a costo di sembrare un grammar nazy ti devo dire che “il secondo a costruito” necessiterebbe dell'”h”, non mi offendo assolutamente se cancelli il commento e correggi, il resto è veramente grande!
Luca
8 Ottobre 2014 @ 18:09
Porca miseria, hai ragione! Non so come abbia fatto, ma merito l’ergastolo 😉 ! Spero che Stefano lo veda e lo corregga al più presto!
Stefano
8 Ottobre 2014 @ 20:44
Luca, ti condanno a subire le ire di tutti i grammar nazi di mindcheats 😛
Luca
8 Ottobre 2014 @ 20:46
Ahahahah grazie tante 😉
Alexei Nikolai Stukov
8 Ottobre 2014 @ 16:12
E proprio come disse Steve Jobs “per fare un grande e bel lavoro, bisogna amare ciò che si sta facendo. Questo articolo ha un insegnamento molto profondo al suo interno. Mi piace soprattutto l’insegnamento finale, quando dici “trova la tua passione, e inseguila sempre, senza scuse. Non rimanere nei limiti che ti impone la società. Esci dalla tua zona di comfort.”
A volte è la società a farti credere che il successo sia “Soldi, fama e donne/uomini”, ma il successo è definito in maniera diversa da ogni persona. Ragion per cui, vi sono tante definizioni possibili di successo. Non è un buon lavoro, fama, soldi ecc. Successo è tutto quello che ci rende felici. E l’efficientissimo manuale anticonfusione di Stefano, insegna proprio questo.
Questo è uno dei tanti errori, ovvero basare la vita e associare il successo al materialismo e sull’economia, invece di basare la nostra vita sui nostri obbiettivi per raggiungere il vero successo, che ci renderà felici.
Disse una volta un certo Tom Denham, consulente di carriera, che “Quando si pensa solo a far carriera, a far soldi o alle prossime cose da comprare, non si nutre l’anima e non si diviene più felici. Ragion per cui, non si raggiunge il successo. Misurare il successo semplicemente in termini economici è riduttivo, e a lungoandare ti lascia un senso di vuoto”. E non ha detto fandonie. Anzi, vi è anche un sondaggio [non mi ricordo come era denominato] condotto negli Stati Uniti a confermare ciò. Questo sondaggio, indicava che “avere un sacco di soldi” era al 20° posto in una classifica di 22 “fattori che contribuiscono al successo nella vita”. Nella top 10 c’erano invece fattori come la salute, i rapporti interpersonali, amici veri, un partner che si ama davvero, un lavoro che piace ecc.
Ottimo lavoro con questo articolo, come sempre Mindcheats, rimane una di quelle poche fonti inesauribile di crescita personale. Non per niente l’ho inserito nel mio spazio pubblicitario del mio blog [http://musicjanissary.weebly.com/sponsor.html]
Alexei Nikolai Stukov
8 Ottobre 2014 @ 16:16
Scusa… volevo dire: Mindcheats rimane una di quelle poche fonti inesauribili di informazioni riguardo la crescita personale, e non per niente sponsorizzo il medesimo blog nello spazio pubblicitario all’interno del mio blog!
Luca
8 Ottobre 2014 @ 18:13
Hai proprio ragione. Purtroppo la società ci “standardizza” e ci insegna che non vale la pena seguire i propri sogni, piuttosto è meglio seguire delle regole quasi “dogmatiche”.
Molti se ne rendono conto quando ormai è troppo tardi, in punto di morte. Altri se ne rendono conto prima, ma la strada verso la realizzazione personale è non priva di ostacoli.
E sempre per citare Steve Jobs: “Abbiamo un tempo limitato, non sprechiamolo vivendo la vita di qualcun altro”.
Stefano
8 Ottobre 2014 @ 20:36
Parole sante, Alexei, parole sante.
Matteo
8 Ottobre 2014 @ 18:41
Che post meraviglioso Luca.
Complimenti vivissimi.
Sarei curioso di sapere la tua età. 🙂
Matteo
8 Ottobre 2014 @ 18:44
PS: ma come diavolo faccio a cambiare questa foto orribile che ho come avatar, che non so come abbia fatto a finire li? 😀 ahah
Luca
8 Ottobre 2014 @ 18:49
Vai su gravatar.com (suppongo che tu abbia messo lì la foto), clicca sull’icona in alto a destra e poi su aggiungi un’immagine, segui la procedura e poi su my gravatars scegli la nuova immagine predefinita 🙂
Matteo
8 Ottobre 2014 @ 18:56
Fatto, grazie mille.
Luca
8 Ottobre 2014 @ 18:45
Grazie Matteo. Ho preferito non dirlo nell’articolo, ma se proprio vuoi saperlo, compirò 19 anni tra un mese 🙂
Matteo
8 Ottobre 2014 @ 18:58
Volevo sapere la tua età perché, da ciò che hai scritto, si evince che sei una persona motivata ma anche sognatrice (dote difficile da trovare già tra le persone della mie età (28 a novembre)).
Complimenti ancora.
Avrei ancora una curiosità da porti: quando dici che lavoravi da freelance, nello specifico, di cosa ti occupavi?
Luca
8 Ottobre 2014 @ 19:01
Da freelancer gestivo la parte “programmabile” dei siti web (PHP, mySQL) e creavo app per Android (sempre la parte “programmabile” però: in grafica faccio schifo!)
Matteo
8 Ottobre 2014 @ 19:03
Mi piacerebbe approfondire questo discorso.
Se ti va aggiungimi a facebook, che ho tante cose da chiederti.
https://www.facebook.com/matteo.gotta.7
Luca
8 Ottobre 2014 @ 19:06
Normalmente non ti aggiungerei perché ho un account fb ma che non uso mai, ma per questa volta farò un’eccezione 🙂
Antonio
8 Ottobre 2014 @ 19:47
Complimenti per l’articolo denso di ottimi consigli e di buon senso.
Grazie.
Luca
8 Ottobre 2014 @ 19:48
Grazie a te, Antonio.
san
9 Ottobre 2014 @ 00:11
lavio, al contrario di me, proprio non voleva e non vuole saperne di crescita personale. Non pianifica niente, vive alla giornata, è un procrastinatore seriale, butta ore davanti alla TV.
Ma ha una passione. Una passione che lo motiva, lo fa andare oltre il semplice lavoro al fine di guadagnare soldi. Una passione che però ha scoperto da poco: fare video.
Quindi dovremmo pazzeggiare di più e avere una passione.
Luca
9 Ottobre 2014 @ 07:06
Non proprio. Avere una passione può bastare in certi casi, ma contare esclusivamente su quella è come giocare alla lotteria. C’è qualcuno che ci riesce (come ho detto nel punto 3), e molti che non ci riescono.
D’altra parte, seguire le “regole” della crescita personale alla lettera non è la scelta consigliata: può farti perdere di vista il tuo obiettivo principale.
Anonimo
9 Ottobre 2014 @ 14:47
Ringrazio il gruppo di Mindcheats per i vostri articoli,sono una “tirata d’orecchie” nei momenti di procastinazione 🙂 good luck a tutti voi!!
Potter
11 Ottobre 2014 @ 16:39
Secondo me gli articoli di crescita personale fanno bene piu’ che altro a chi li scrive e questo vale anche per questo articolo. Cose cosi’ delicate che riguardano cosi’ da vicino il sistema decisionale non possono essere assorbite ne’ leggendo ne’ ascoltando qualcuno che te le spiega dall’esterno. Perche’ chi le assorbe e’ una parte leggera e delicata del cervello dedita alla manipolazione formale delle immagini. Ma chi le dovrebbe implementare, riesce in realtà ad implementare solo le idee che gli arrivano spontaneamente alla mente mentre lotta per fare qualcosa o vede qualcuno lottare per farla, e ti arrivano quelle proposte dal profondo “aha! chiaramente tocca fare cosi’ e coli’ per fare bene”. E per te va bene scriverlo perchè il tuo cervello collega questa convinzione del sistema decisionale ad uno sforzo specifico in cui ritiene di aver assorbito qualcosa di notevole. Ma per un estraneo e’ solo frustrazione leggere, e l’eccitazione alla Leonida serve proprio per mascherare al cervello il fatto che è una convinzione superficiale acquisita in profondità da un altro e che noi speriamo di acquisire evitando il sudore e la sofferenza psichica con cui lui l’ha ottenuta, sperando di violare una legge di conservazione del cervello; cosi’ poi dopo un pò ci accorgiamo di essere di nuovo fottuti.
Questo secondo me mette una pietra tombale sull’utilità di leggere veramente articoli di crescita personale
Pero’ leggerli in diagonale come un fumetto simpatico e’ divertente perche’ spesso fanno un sacco di collegamenti intelligenti, e questo, come quelli di Francesco e Stefano non fanno eccezione, e quindi da’ piacere alla parte del cervello dedita alla manipolazione delle informazioni 🙂
Stefano
14 Ottobre 2014 @ 23:05
Potter, per esperienza personale sono orgoglioso di dire che mindcheats ha aiutato parecchie persone a iniziare un cammino di crescita personale, nessuno qui è uno sciamano, tuttavia credo che pubblicare articoli sull’argomento sia molto più costruttivo che non fare nulla, e soprattutto è mille volte meglio che commentare in maniera così pessimista sotto tali articoli 🙂
Potter
11 Ottobre 2014 @ 16:47
p.s: e di solito tendono ad essere scritti dannatamente bene; con un ottimo balance di humor dissacrante, serietà e improvvisa capacità di affondo in qualche insight profondo. E questo e’ piacevole e forse utile in un modo non sospettato dagli autori: quello di imitare lo stile e la forma di pensiero decisamente cazzuta in contesti magari completamente diversi; piuttosto che provare inutilmente a imitarne un contenuto che, come dicevo nel commento di su, la parte del cervello che lo dovrebbe implementare non lo farà mai perchè non lo associa ad esperienze proprie(e come detto su, l’unica eccezione a questo e’ appunto colui che scrive l’articolo, di qui l’esordio del mio commento)
Luca
11 Ottobre 2014 @ 18:10
Grazie Potter per il lungo commento 🙂 .
Secondo un mio punto di vista, gli articoli di crescita personale non servono tanto a dire alle persone cosa fare nella loro vita. Molti degli articoli di crescita personale dicono cose ovvie, che fanno parte del senso comune, quindi a che serve scriverle?
La vera utilità di questi articoli (ripeto: secondo il mio punto di vista) è di dare al lettore una maggior CONSAPEVOLEZZA di come sta vivendo. È il classico esempio della “rat race”, o corsa del topo. Noi viviamo in un sistema che ci dice cosa fare, senza darci il tempo di riflettere. Ma un articolo di crescita personale scritto con le palle può portarti a farti delle domande, tipo “Ma che cavolo sto facendo?” e decidere di cambiare rotta (ovviamente, non da un momento all’altro, ma con gradualità).
L’articolo di crescita personale non è la solita predica, ma un punto di partenza per rendere il lettore consapevole della sua situazione, e di cosa può fare per cambiarla.
Come ho già detto, molti di questi articoli non fanno altro che ripetere cose ovvie, parte del senso comune. Ma la domanda è: in quanti le mettono in pratica?
Potter
12 Ottobre 2014 @ 13:03
Si Luca, probabilmente hai ragione
Andre
30 Agosto 2019 @ 14:53
La crescita perosonale è l’imput per farti cambiare strada in meglio…