Come risolvere qualsiasi problema con il metodo dei sei cappelli per pensare
I problemi, purtroppo, li abbiamo tutti. Che scatole vero? A volte sono più grande mentre altre fortunatamente sono secondari, ma come risolverli? La risposta per molto è semplice: si fanno semplicemente travolgere dalle difficoltà e si lasciano trasportare come una zattera nel mare in tempesta, senza fare nulla per cercare di prendere il comando della situazione. Inutile dirlo, questo atteggiamento passivo e pessimista non porta mai a niente di buono (né è molto in linea con il tema della crescita personale). Aspettare e sperare che i problemi si risolvano da sé non è un atteggiamento vincente, quello che devi fare è prendere il controllo della situazione e dirigerla dove più ti piace. Fra i molti metodi che hai a disposizione ho scelto di presentarti quello dei six thinking hats, o dei sei cappelli per pensare in italiano, elaborato da Edward De Bono.
De Bono è il più grande studioso di innovazione del mondo: il suo lavoro è quello di aiutare le aziende ad innovare i propri prodotti, servizi, processi produttivi e altro. Ma le sue competenze non si fermano qui. Nella moltitudine di libri che ha scritto ha sviscerato i meandri della mente umana, ed ora le sue ricerche possono essere sfruttate in modo pratico anche da chi non è il manager di qualche grossa impresa.
Il sistema si basa sul pensiero parallelo, termine coniato dallo stesso De Bono. Di che cosa si tratta? Basta pensare a delle linee parallele: non si incontrano mai. Allo stesso modo, questo metodo permette di mantenere ogni tuo pensiero separato dagli altri, permettendoti così di concentrarti al meglio su ogni aspetto che richiede attenzione. La mente difatti è una matassa veramente attorcigliata di pensieri, idee e sensazioni, un miscuglio di conscio e inconscio. Peccato però che il cervello non riesce a concentrarsi se spazia da un argomento all’altro senza logica, e non rende nemmeno la metà di quello che potrebbe fare se correttamente indirizzato.
Hai presente quando provate a fare più cose nello stesso tempo? È il famigerato multitasking. Magari sei in grado di gestire due o tre attività contemporaneamente, ma sai per esperienza che fare una cosa per volta dà i migliori risultati: la lo stesso principio vale quando si deve pensare a come risolvere un problema. Il trucco, quindi, sta tutto nel costringere la mente a fare una cosa per volta. Armati di carta e penna, si comincia!
In che cosa consiste il metodo? Semplice: analizzare il problema da sei prospettive diverse (dette cappelli), una alla volta, per non creare confusione. I cappelli sono i seguenti, e vanno utilizzati in questo ordine: blu, bianco, rosso, verde, nero, giallo:
1 – Cappello blu: il quadro generale
Il metodo dei sei cappelli si focalizza sugli aspetti specifici del problema, ma non si può andare ad analizzare niente se prima non si fa il quadro generale della situazione. In questa importantissima fase svuota la mente: non c’è fretta, fai qualche respiro profondo se sei teso e aspetta di calmarti.
Quando ti senti meglio, inizia a scrivere su un pezzo di carta qual è il problema, da cosa originato, perché è così difficile da risolvere e come intendi procedere. Ad esempio, se capisci che il tuo problema è che non hai abbastanza soldi per andare in vacanza, la soluzione potrebbe essere guadagnare di più o ridurre le spese. Il come mettere in pratica queste soluzioni sarà affrontato nelle cinque parti successive.
2 – Cappello bianco: i dati oggettivi
Il bianco è un colore “neutro”, né positivo né negativo, e per questo è associato al pensiero neutro e oggettivo per eccellenza: i dati di fatto.
È impossibile pensare di risolvere un problema analiticamente se prima non si cercano tutte le informazioni necessarie che aiuteranno poi a trovare la soluzione. Adesso che hai chiari nella tua mente gli obiettivi e le possibili soluzioni, è tempo di scendere nei particolari e fare un po’ di ricerca. Questa fase, oltre al fatto che può prendere diverso tempo, è anche la più noiosa: qui non dovrai trovare nessun tipo di soluzione e il pensare è ridotto proprio al minimo, l’unica cosa che il cappello bianco richiede è cercare le informazioni e riportarle sinteticamente su un foglio di carta.
Scrivi anche tutti i dati che potranno esserti utili nell’analizzare meglio le possibili soluzioni che hai individuato. Riprendendo l’esempio della vacanza, alcuni dati potrebbero essere la lista delle spese, il tuo stipendio, il costo della vacanza, in che periodo è programmata (per eventuali sconti fuori stagione), se ci sono offerte promozionali e così via. Insomma, se è un dato che non richiede alcun tipo di interpretazione, va a finire nel cappello bianco. Fai attenzione a non cadere nell’errore di scambiare fatti soggettivi per oggettivi: “il capo è un idiota” non è un dato di fatto, semplicemente una tua interpretazione della realtà (okay, a volte è veramente un idiota)!
3 – Cappello rosso: emozioni e sensazioni
Il rosso è il colore della passione, ed è proprio questo che va analizzato in questa fase. Dopo la noiosa raccolta di dati, è il momento di scrivere come il problema ti fa sentire e perché.
Già a questo punto si inizia a differenziare il lato oggettivo da quello soggettivo, permettendoti di focalizzarti meglio su ognuno dei due. Ad esempio, potresti sentirti frustrato o impotente di fronte al fatto che ti mancano i soldi per andare al mare, e dopo tutto quello che hai lavorato pensi di meritarti qualche giorno di ferie lontano dal caos cittadino.
4 – Cappello verde: creatività
Qui puoi pensare ad alcuni metodi su come attuare il tuo bel piano: butta giù qualche idea, anzi buttale giù proprio tutte. Non pensare ancora se la soluzione è applicabile o no! Non importa quanto sia strana, se ti viene in mente scrivila e basta. Questa tecnica è fatta per concentrasi su una cosa alla volta, e questo è il momento di mettere su carta qualsiasi cosa ti passa per la testa.
Grazie ai passi precedenti hai già analizzato tutti gli aspetti razionali e irrazionali, adesso è il momento di mettersi all’opera e vedere in che modo si può venire a capo della situazione.
5 – Cappello nero: aspetti negativi
Tendenzialmente, quando per risolvere un problema non si utilizza un approccio di pensiero parallelo, in realtà si sta indossando il cappello nero: si pensa sempre in negativo e così facendo una soluzione non la troverai mai. Non è sbagliato essere pessimisti perché ti aiuta a trovare cosa c’è che non va, ma è sbagliato esserlo sempre!
Concentra quindi tutto il tuo negativismo, non avere paura a farti pervadere dalle sensazioni negative, scrivi perché il problema ti sembra così insormontabile e tutti i problemi che hai o potresti avere riguardo a questa vicenda. Cerca di distruggere le idee che hai avuto precedentemente, sii impietoso a più non posso. Finito? Bene! Adesso cambia atteggiamento, è il momento di iniziare a risolvere la situazione.
6 – Cappello giallo: pensiero positivo
È semplicemente il contrario del precedente cappello nero, riprendi tutte le idee che hai avuto e supportale in tutti i modi che trovi. Scrivi non solo perché una data soluzione può funzionare, ma anche i benefici che apporterebbe e in che modo contribuisce alla risoluzione del problema più generale.
Questo è lo stadio più importante, perché è dove si trovano le soluzioni ai problemi. I problemi li conosci già così come tutte le difficoltà, quindi durante questa fase potrai bilanciarli con i benefici e vedere se una soluzione è applicabile oppure no. È utile a questo punto prendere un foglio separato per ogni soluzione che hai già trovato nel cappello blu e quello bianco, poi scrivere da una parte gli aspetti negativi (cappello nero) e dall’altra gli aspetti positivi (cappello giallo): in questo modo avrai subito sott’occhio da che parte pende l’ago della bilancia.
7 – Cappello blu: riassunto
Si torna all’inizio! Come ho già scritto il cappello blu fa vedere il quadro generale di una situazione: prima l’hai indossato per fare mente locale prima di risolvere un problema, adesso lo userai per tirare le somme. Riguarda quello che hai scritto fino a questo punto, prendi le soluzioni e guarda quali sono quelle applicabili (tanti punti a favore e pochi a sfavore), screma quello che non ti serve. Adesso avrai una lista di alcune idee che dopo un’attenta analisi sono risultate essere le migliori, quindi non ti resta altro da fare che creare un piano d’azione per metterle in pratica.
Finito! Utilizzare questo metodo può prendere da mezz’ora ad un paio d’ore se applicato bene, ma ti assicuro che alla fin ti troverai con delle soluzioni che all’inizio non avresti nemmeno immaginato. E tu come risolvi di solito i tuoi problemi? Fammelo sapere nei commenti!
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Radu
24 Novembre 2010 @ 14:42
Adesso che arrivo a casa provo… Il fatto sta che oggi sono proprio giu di morale e completamente fuori di testa e non capisco perché. Un saluto!
Panco
24 Novembre 2010 @ 16:34
Davvero interessante 😉
Mindcheats
24 Novembre 2010 @ 18:47
Grazie dei commenti. 🙂 Radu, se sei giù di morale potrebbe interessarti il mio articolo su come cambiare l’umore con le posizioni del corpo: http://www.mindcheats.net/2010/05/cambiare-dumore-con-le-posizioni-del-corpo.html
Spero che ti sarà d’aiuto!
Radu
3 Dicembre 2010 @ 22:19
Grazie Mind’. Molto utile 🙂
Esercizi per la creatività | Mindcheats
7 Dicembre 2010 @ 21:15
[…] non è irrazionalità. Sì può essere creativi pur essendo razionali (ad esempio con il metodo dei sei cappelli per pensare) e vice versa (il tipico esempio è la pazzia). Non pretendo qui di dare una definizione precisa e […]
Riconoscere i problemi per risolverli | Mindcheats
12 Febbraio 2011 @ 23:03
[…] è piaciuto l’articolo? Allora passa alla fase successiva e impara come risolvere i problemi con il metodo dei sei cappelli! Oppure preferisci iscriverti ai feed RSS o al gruppo […]
Simona A F
18 Marzo 2012 @ 22:01
Ho risolto un problema grazie a questo metodo, questa sera. Te ne sono grata Stefano!
Di cuore
S
Stefano
19 Marzo 2012 @ 09:52
Fantastico! Sono un grande fan del sistema dei sei cappelli, e lo applico spesso quando si fanno brainstorming per non perdere tempo.
P.S. Intrigante il tuo blog, a partire dal titolo. 😀 Visto che hai apprezzato il metodo, posso chiederti di linkarlo sulle tue pagine? Sono sicuro che farà felici anche molti tuoi lettori. 🙂
Ari
12 Gennaio 2013 @ 17:54
Il Cappellaio Matto sarà un gran fan di questo metodo, non deve neanche disegnare cappelli, li ha già! 😉
Studia, programma, innova! | SferaBlog
18 Gennaio 2013 @ 00:33
[…] e di non credere nei percorsi lineari. Meglio affidarsi maggiormente al pensiero laterale (i sei cappelli di De Bono) e alla legge del caos dominata da fenomeni sotterranei ed emergenti ch,e facendo da attrattori, […]
Pasquale Abiuso
15 Giugno 2013 @ 18:55
Io uso molto spesso il pensiero laterale e il metodo dei sei cappelli di de bono per prendere delle decisioni notevoli.
E’ molto importante scrivere cappello dopo cappello e solo cos’ verranno fuori dei risultati che non avreste mai pensato prima.
Simone
9 Novembre 2013 @ 13:19
Il metodo funziona, con esercizio e impegno. Non concordo con la sequenza che avete proposto. Preferisco usare prima il cappello giallo (pensiero positivo) poi il cappello rosso, facendo un elenco di tutte le sensazioni ed emozioni provate, per poi creare una classifica, dalla più intensa e più sentita, alla peggiore. Ognuno trovi il proprio metodo, non esiste una sequenza rigida e statica. Buona pratica a tutti.
Come raggiungere i tuoi obiettivi in un mondo caotico - Mindcheats
7 Gennaio 2015 @ 13:01
[…] Prendi carta e penna e scrivi anche quelle più pazze, qui l’obiettivo è di mettere in moto il tuo cervello e abituarlo al ragionamento laterale. Puoi usare la tecnica dei sei cappelli per pensare. […]
Teresa
8 Gennaio 2015 @ 12:03
Forse per gli esami di storia romana da sostenere fra 4 giorni questo metodo non funziona 🙁 l’unica soluzione applicabile sarebbe farlo all’appello successivo 🙁
Pierluigi
8 Gennaio 2015 @ 16:22
Teresa… ogni tecnica viene messa a punto per un ambito specifico… funziona se applicata alla situazione per cui è stata ideata. Nel tuo caso, mi pare che superare un esame, piu che un “problema”, sia un “obiettivo”. Vista la vicinanza della scadenza e il modo in cui ne parli, posso pensare che tu debba studiare tantissime cose e tema di non averne il tempo. In questo caso, programmare dicendo “faccio oggi 100 pagine, domani 200 in 15 ore” sarebbe controproducente.. ti concentreresti sull’orologio e non su quello che stai imparando. Ti suggerisco una tecnica semplice, il “qui e ora”. Prendi il libro, leggilo, capisci cosa stai leggendo e vai avanti. Non sottolineare riassumere ripetere: vai avanti. Può esserti utile la tecnica dell’elefate, che trovi sul blog di Stefano
Stefano
8 Gennaio 2015 @ 23:37
Io un tentativo lo farei ugualmente, quindi mettiti a studiare, e in bocca al lupo! 😛