Nella vita devi compromettere: ecco come
Nota per i lettori affezionati: sono quasi 2 mesi di pausa che ho fatto dall’ultimo articolo di Mindcheats. Dopo la classica pausa di natale di 3 settimane, sono stato impegnato su altri fronti (lavorativi e personali) e mi sono… Dimenticato di aggiornare il blog. 😀 Punto di tornare ad essere più puntuale in futuro.
Questa è una discussione venuta fuori qualche settimana fa con un mio amico che ha una ditta sua, parlando di lavoro: da una parte lui sostiene che, se fai il lavoro che ti piace, non devi scendere a compromessi in quello che fai. Io invece la penso al contrario: per quanto il tuo lavoro ti piaccia, devi spesso compromettere il tuo divertimento per il fatto che si tratta prima di tutto di un lavoro, quindi di un mezzo per portare a casa qualcosa.
Se non stai compromettendo niente, allora sei in una di due situazioni:
- Quello che fai non è un lavoro, ma un hobby (è questa la grande differenza fra i due, il compromesso per pagarsi l’affitto e la spesa).
- In realtà stai compromettendo parte delle tue entrate, ma non te accorgi.
A parte il dibattito sul compromesso nel lavoro, nei giorni successivi ci ho pensato e sono arrivato alla conclusione che tutta la vita è una questione di compromessi. E chi vince è la persona che sa compromettere meglio. O in altre parole: il “io non scendo mai a compromessi” lasciamolo ai film, per  favore.
Viviamo in un mondo fatto di limiti
Il mondo in cui viviamo, per quanto grande, è pieno di limiti.
Lo spazio è limitato, e con 7 miliardi e mezzo di persone sul pianeta (a febbraio 2016), non è che che ne sia poi così tanto per tutti.
Le risorse, si sa, sono limitate. Tutte quante.
E il tempo è limitato pure lui, come ti ho già detto in questo articolo.
Quindi, vivendo in un mondo in cui tutto è limitato, dobbiamo scendere a compromessi su quello che possiamo e vogliamo ottenere.
Il problema: sono in pochi a rendersene conto, mentre la maggioranza delle persone lascia che sia il caso fortuito a scegliere cosa sacrificare nella propria vita. In altre parole, le persone si lasciano guidare dagli eventi senza averne il controllo.
Da quando ho capito questo concetto, vedo la mia vita come una serie di compromessi in cui ottengo qualcosa sacrificando altro.
- Se scelgo di lavorare di più, ottengo soldi in cambio del mio tempo libero e relax.
- Quando ho scelto di fare una vacanza di 4 settimane in Alaska, ho sacrificato parte del mio guadagno per divertirmi.
- Anche quando ho un giorno libero, devo scegliere se andare al mare o in montagna.
E così, ogni scelta conscia o inconscia che prendi nella tua vita è un compromesso a cui scendi su come utilizzare le risorse limitate di cui disponi. Risorse materiali come i soldi, certo, ma anche di tempo: una risorsa scarsa di cui in pochi si preoccupano, che è invece la più preziosa: di soldi ne potrai sempre guadagnare di più, ma il tempo sempre quello rimane. Ed è da come gestisci quello che dipende tutto il resto della tua vita, non ci sono storie.
Anche perché, te lo ricordo, il tempo prima o poi finisce per tutti.
Come compromettere nella tua vita
Il punto principale è l’essere conscio che la vita è fatta di compromessi.
Una volta  che te ne rendi conto e inizi a vedere le tue giornate come una continua scelta su come occupare le tue risorse materiali e immateriali, ti renderai conto di molte cose che fino a quel punto ti erano sfuggite.
Ad esempio, quando stai facendo un lavoro che ti blocca dal raggiungere i tuoi obiettivi ed essere felice.
D’altra parte, capire che tutti devono scendere a compromessi ti aiuta a capire quanto è importante quello che hai: okay, magari non puoi trasferirti a Cuba e aprire il tuo bar in spiaggia, o non puoi scalare il K2 perché già solo il biglietto A/R è fuori dalla tua portata. Ma d’altra parte, ti sei fatto una famiglia e hai la sicurezza di una casa tua. Anche quello è un compromesso, e visto in quest’ottica, forse è meglio avere una famiglia che scalare il K2.
Chi mi conosce lo sa, sono uno che ragiona in maniera matematica. Quindi quando devo compromettere qualcosa, mi chiedo sempre cosa mi renderebbe più felice a lungo termine. Ci penso fregandomene di quello che dicono gli altri, di quello che considerano “normale”. Perché dopo un po’ che fai questo esercizio, ti accorgi che il “normale” a volte non ha il minimo senso. Che le convenzioni sociali, quelle che in molti  seguono, sono vetusti residui di un’epoca passata che non tornerà più.
Compromettere significa da una parte scegliere, e dall’altra non piangere su quello che perdi o non hai. Perché se raggiungi la consapevolezza nel sapere che dalla vita non puoi avere tutto, che devi compromettere, allora non ti peserà mai più di tanto rinunciare a qualcosa (almeno finché sai di aver scelto qualcosa di migliore). O che per avere, dovresti compromettere troppo qualcos’altro.
Il che, a sua  volta, significa godere di quello che hai senza farti venire l’ulcera per quello che non hai. Alla fine, essere felice è anche questo.
Anonimo
10 Febbraio 2016 @ 18:50
Articolo perfetto, concordo in pieno.
Diego
10 Febbraio 2016 @ 22:26
Ben tornato, e bell’articolo Stefano!
Solo, personalmente non mi piace la parola sacrificio in questo contesto. non so, è una parola negativa, come se dovessi per forza soffrire nel compiere una scelta. è un lato della vita, quindi sarebbe da usare un termine più neutro ma il mio dizionario mi sta tradendo in questo momento.
Qualcuno ha in mente una parola simile?
Stefano
11 Febbraio 2016 @ 18:55
Grazie. 🙂 Ho usato sacrificio perché è la parola più immediata a cui ho pensato, e alla fine è anche vero: altrimenti non si chiamerebbe compromesso, giusto?
Ruggero
11 Febbraio 2016 @ 00:07
Hai largamente ragione il tuo amico. Il mondo ha i suoi limiti solo se tu li vuoi vedere, e la ragione non è la sola a giocare un ruolo. Se la tua anima (il tuo inconscio) ama qualcosa non trovi nè limiti né compromessi. E se li trovi vuol dire che la cosa non fa per te. Buona fortuna
Gabriella
11 Febbraio 2016 @ 08:39
” le convenzioni sociali, quelle che in molti seguono, sono vetusti residui di un’epoca passata che non tornerà più”…. ti dico solo che mi sono alzata dalla sedia per farti una standing ovation 🙂
Da quando ho iniziato ad applicare la formula della felicità a lungo termine, le mie scelte sono diventate una gioia quotidiana!
Grazie per i tuoi sempre illuminanti articoli 🙂
Stefano
11 Febbraio 2016 @ 18:56
Ti ho immaginata fare la standing ovation davanti allo schermo e mi sono messo a ridere. XD
Sulla roba delle convezioni sociali, magari ce ne faccio un articolo a parte.
Davide Balesi
11 Febbraio 2016 @ 09:51
Ottimo articolo e la penso come te. Il compromesso non è mai qualcosa di limitante, piuttosto, è un modo per scegliere come vivere la propria vita. Senza compromessi nessuno riuscirebbe a regolare la propria esistenza perché mancherebbero anche gli obiettivi, dato che si potrebbe ottenere tutto. Una vita senza obiettivi, cos’è? E’ un’esistenza che porterebbe velocemente alla depressione a causa dello svuotamento del significato di ogni gesto quotidiano
Steve
11 Febbraio 2016 @ 13:15
Tasso marginale di sostituzione?
Stefano
11 Febbraio 2016 @ 18:56
Non l’ho capita.
robin
11 Febbraio 2016 @ 19:19
OK al compromesso, purché non intacchi i nostri valori, altrimenti puó diventare collusione… 😉
ualg.pt
14 Ottobre 2016 @ 02:39
Super wpis! Uwielbiam Twojego bloga. Dlatego właśnie ja też chciałbym podzielić się z Tobą moją historią. Jeszcze o tym nie wiesz, ale dzięki niej odnajdziesz nowe źródła dochodu. Zapraszam Cię serdecznie do odwiedzenia mojej strony (Sposob zarobku za pomoca aplikacji InstallC z mojego reflinka).
ltd commodities coupons
22 Marzo 2017 @ 10:19
Herregud, den översta var ju bara så vacker! Bokstöden var väl i och för sig fina, men ärligt talat.. Så mycket plats i bokhyllorna att de skulle få plats, det har jag inte.;)
robin
11 Febbraio 2016 @ 19:25
https://it.m.wikipedia.org/wiki/Saggio_marginale_di_sostituzione
Stefano vai al link sopra per capire più o meno cosa voleva dire Steve. ?
Giancarlo
12 Febbraio 2016 @ 17:59
Grazie Stefano, gran bell’articolo che condivido al 100%.
Gianluca
12 Febbraio 2016 @ 18:23
Commovente. Ho letto molti articoli e ti seguo da tempo, perché trovo i contenuti del blog interessanti ed appassionanti), ma, per la prima volta, sono addirittura commosso. Qualità , competenza e spessore sono delle costanti nel tuo lavoro, ma, da quest’articolo emana un’inconsueta profondità , una consapevolezza radicata, un livello diverso di coscienza. Grazie Stefano, i miei migliori auguri per il tuo lavoro e la tua vita
Gianluca
Fabio
12 Febbraio 2016 @ 18:32
Ciao, è possibile ripristinare le pagine di acquisto dei manuali, soprattutto quello di obiettivo lavoro?
Grazie
P.s : bell’articolo 🙂
Valerio
15 Febbraio 2016 @ 11:44
Ciao Stefano,
ti ho mandato una mail diversi giorni fa per proporti un guest post.
Aspetto 🙂
Giuseppe
23 Febbraio 2016 @ 22:58
Buonasera Stefano,
Ti contatto in quanto riscontro un problema nell’acquisto del corso “Ero Timido”. Alla pagina dove spieghi la “trama” e i contenuti dell’opera, non mi appare il pulsante che rimanda alla pagina d’acquisto. Mi appare una strana riga di codice (penso), che non riesco ad interpretare.
Grazie per l’attenzione
Stefano
24 Febbraio 2016 @ 12:03
Sì, è un problema che sto cercando di risolvere. 🙂
Marco
7 Marzo 2016 @ 14:26
Rileggendo il manuale anti-confusione mi sono accorto dell’analogia di questo articolo con la sezione del rapporto P/CP. In fondo, si tratta di scegliere quale alternativa seguire.
Ho apprezzato molto questo articolo.
Grazie!
Gli inevitabili compromessi | Il Coaching per i...
1 Luglio 2016 @ 18:58
[…] "Vivendo in un mondo in cui tutto è limitato, dobbiamo scendere a compromessi su quello che possiamo e vogliamo ottenere. In pochi se ne rendono conto e la maggior parte delle persone lascia che sia il caso fortuito a scegliere per loro…" […]