4 domande a cui non hai mai pensato, che dovresti farti tutte le mattine
La mattina è il momento in cui la tua mente è più recettiva.
Appena sveglio, sei pronto a programmare la giornata e fare il punto sulla tua vita. Ecco 4 domande che dovresti farti ogni mattina, e che ti aiuteranno ad avere un futuro migliore.
1 – Cosa imparerò oggi?
La tua vita può evolversi in 3 modi:
- Stabile.
- Crescita lineare.
- Crescita esponenziale.
La stabilità la ottieni quando quello che fai ogni giorno serve solo a compensare le perdite, ma non migliori mai. Il grafico ha questa forma:
Sei in questa situazione quando hai un lavoro stabile, ma non fai altro. I soldi dello stipendio li usi per pagare l’affitto, l’auto, la vacanza ogni tanto. Non metti da parte soldi e non investi in niente che possa migliorare la tua situazione.
Non hai sogni, o li reputi così fantasiosi che non ti impegni a raggiungerli.
Il problema della situazione stabile è che… Non è stabile. Lo sarebbe se il mondo fosse prevedibile, ma non lo è. Gli imprevisti capitano: malattie, la caldaia che si rompe, vieni licenziato.
Quando succede un imprevisto, la tua condizione stabile peggiore. Ma visto che non hai attivato il motore del miglioramento, ti assesti nella nuova situazione: con la caldaia rotta, una malattia latente o un lavoro peggiore. Passano gli anni, e la vita ti si stacca pezzo per pezzo.
Se ti accorgi di essere in questa situazione, attento! Correggi subito la rotta per evitare guai seri.
La crescita lineare ha questa forma:
Più passa il tempo, più la tua situazione migliora.
È la situazione più comune fra le persone che vivono una vita normale: un lavoro con promozioni ogni tanto, investono una parte dei loro soldi, fanno migliorie qua e là.
Non inseguono però i loro sogni, ancora troppo lontani. La crescita lineare è pericolosa, perché se è troppo lenta potrebbe essere a mala pena sufficiente per coprire gli imprevisti: se ti esplode la macchina e l’assicurazione non paga, ma hai appena speso tutti i soldi per una vacanza, non riesci più ad andare al lavoro e addio stipendio. Resta una situazione critica
La crescita lineare non ti porta a grandi successi: il massimo a cui puoi ambire è la stabilità. Bilanciare gli imprevisti con una crescita lenta, e puntare a tirare avanti fino alla pensione. Chi vive questa vita arriva alla vecchiaia senza scossoni o grandi paure, ma pieno di rimpianti per non aver ambito a qualcosa di più.
La terza è la crescita esponenziale:
La partenza è simile alla crescita lineare, ma la curva punta sempre più in su: migliori sempre più velocemente, usi quello che hai fatto in passato come trampolino di lancio per i successi futuri.
Ci sono poche cose che rientrano in questa categoria, e l’apprendimento è una di queste: più impari, più migliori velocemente.
Il motivo è che quello che apprendi rimane con te per sempre. Non lo perdi, non te lo dimentichi. Anzi, puoi usare la conoscenza acquisita per:
- Apprendere ancora di più.
- Ottenere risultati concreti.
- Fare esperienza pratica.
Se impari a riparare una moto puoi usare la tua conoscenza come base per imparare a riparare una macchina. Ma allo stesso tempo puoi lavorare come meccanico di moto: guadagnare e imparare ancora di più sull’argomento grazie all’esperienza che fai.
Imparare ha benefici diffusi su tutta la tua vita. Non è una serie di compartimenti stagni, dove ogni conoscenza ti torna utile solo quando la usi direttamente. Quello che conta è il processo, l’abitudine: se sono abituato a imparare e ragionare, sarò globalmente più intelligente. Il QI varia in base a quanto apprendi. Il cervello è come un muscolo: più fa qualcosa, più impara a farlo bene. Quindi se continui a imparare, imparerai sempre più velocemente.
Dove per imparare non intendo studiare. Io odio studiare, ma adoro imparare.
Ogni giorno chiediti cosa puoi imparare oggi: non devi per forza leggere un libro, ecco alcuni spunti:
- Cercare su Google il movimento più efficace per pulirsi i denti.
- Andare in un posto nuovo e imparare a orientarsi.
- Chiedere a un amico informazioni su qualcosa nel quale è esperto.
- Fare pratica deliberata.
Ci sono molti modi per imparare: usane almeno uno tutti i giorni.
2 – Come mi avvicinerò al mio sogno?
Chiariamoci: dovresti avere un grande sogno. Da anni ne sono convinto e ogni giorno ne ho la prova: avere un obiettivo ti rende più felice e ti mette sulla strada del successo personale e professionale.
Professionale, è ovvio: senza un piano per sviluppare la tua carriera, sei in balia degli eventi: del capo, del collega stronzo, della crisi. L’unico modo per avere un lavoro stabile e ben pagato, al giorno d’oggi, è avere un piano. Ma per fare un piano, devi sapere dove andare: è il tuo obiettivo professionale. Dove vorresti essere fra 10 anni? Usalo come punto di riferimento per sviluppare le tue competenze e il tuo lavoro.
(Se ti interessa l’argomento, allora dovresti controllare il mio nuovo manuale Obiettivo Lavoro – è scontato di 40€ fino a questo venerdì)
Ma il tuo obiettivo finanziario è solo un mezzo per raggiungere il tuo altro vero obiettivo, quello personale: ciò che ti rende felice. Può essere di due tipi:
- Evento singolo.
- Continuato.
Gli eventi singoli, sono appunto, singoli: lo raggiungi una volta solo. Esempi: correre una maratona, mangiare 1 chilo di lasagne, dormire per 20 ore di fila.
Gli eventi continuati si protraggono per un tempo più lungo, come ad esempio: guadagnare 50.000 euro l’anno, raggiungere e restare sotto i 70 chili, diventare un missionario in Africa.
Molti credono che il loro sogno sia impossibile, quando in realtà bastano solo pochi anni per raggiungerlo. Esempio: il mio sogno è andare a vivere all’estero! Niente di più facile: puoi trasferirti dove vuoi nell’Unione Europea senza permessi particolari. Ti basta solo conoscere la lingua e trovare un lavoro. La lingua la impari in 6-12 mesi (soprattutto l’inglese), il lavoro è probabilmente più facile trovarlo all’estero che qui.
Andare negli Stati Uniti è già più difficile, ma non impossibile: io ci ho lavorato per un anno, e ho trovato l’opportunità senza cercarla poi così tanto.
Per molti, credere che il proprio sogno sia irrealizzabile è un modo per non mettersi in gioco: mi auto-convinco che sia impossibile, quindi non ci provo nemmeno. Non mi impegno, tanto fallirò. Così funziona una delle trappole mentali peggiori: la profezia auto-avverante.
È molto più difficile sedersi e indagare su come raggiungere il tuo sogno. Scoprirai che si può fare. La regola è: se l’hanno già fatto più di 100 persone, allora è più che fattibile. Niente scuse. Il resto è forza di volontà.
3 – Cosa avrei potuto fare meglio ieri?
Impara dal passato per migliorarti in futuro: ogni giorno chiediti cos’hai fatto ieri, i tuoi successi e i tuoi fallimenti, cosa avresti potuto migliorare. Per questo può esserti utile tenere un diario: usalo ogni mattina per analizzare la giornata precedente, e già che ci sei, rispondi anche alle altre 3 domande dell’articolo in forma scritta. Io uso il diario online Penzu.
Alcuni giorni andranno lisci: hai lavorato bene e hai fatto un passo per migliorare, hai raggiunto gli obiettivi che ti eri prefissato per la giornata. Hai imparato qualcosa e ti sei avvicinato al tuo sogno. Altre volte capitano degli imprevisti.
Secondo la tradizione giapponese, ci sono due tipi di sconfitte:
- Onorevole.
- Disonorevole.
Quando non completi l’obiettivo prefissato, chiediti: è stata una sconfitta onorevole o disonorevole?
È onorevole quando, a mente fredda, non potevi farci niente. È successo un imprevisto grave, e ti è stato impossibile portare avanti il tuo piano. Può succedere, nulla di grave: gli imprevisti capitano una volta ogni tanto, riprovaci oggi.
La sconfitta è disonorevole quando per mancanza di volontà o coraggio ti sei auto-convinto di non potercela fare, quando invece ti serviva solo la giusta motivazione. Questo è un passo falso che devi correggere subito: se ti manca la motivazione, usa le tecniche di cui parlo nel manuale anti-confusione.
Non solo devi correggere gli errori dei giorni prima, ma imparare cosa puoi ottimizzare. Per questo è utile tenere un calendario in cui segni le tue attività giornaliere: quanto hai lavorato (o studiato), quanto ti sei svagato e quanto tempo hai dedicato alla tua passione. Ottimizza il tempo seguendo la regola aurea e, se ne hai comunque poco, ottimizza il sonno.
4 – Dove voglio essere fra 5 anni?
Per raggiungere il tuo obiettivo devi lavorare a testa bassa sui traguardi a breve termine: spezzetta gli obiettivi e fanne uno alla volta. Ma ogni tanto fa bene anche ricordarsi del perché stai lavorando sodo adesso: è un modo per mantenere alta la motivazione.
Le persone sopravvalutano quello che possono fare in un anno, ma sottovalutano quello che possono fare in cinque. Il motivo è che il cervello non vede il tempo in modo lineare, e fa fatica a concepire periodi più lunghi di 12 mesi.
Tieni sul tuo diario l’elenco dei traguardi che raggiungi, ogni tanto vai a controllarli: ti accorgerai che, anche se i progressi giornalieri sono risibili, a fine anni sei anni luce più avanti di quando avevi iniziato. Metti insieme i progressi per cinque anni, e ti renderai conto di quanto potenziale hai. E stiamo parlando di solo 5 anni, un intervallo di tempo risibile se paragonato alla vita che ti rimane.
Il cambiamento è incrementale, i grandi cambiamenti non esistono: ogni successo va costruito pezzo per pezzo, con piccoli passi quotidiani. Una casa si costruisce mattone per mattone, non in un colpo solo.
A volte può essere frustrante: arrivare alla fine di una lunga giornata di lavoro e dover pensare ancora alla crescita personale. Il traguardo è così distante che non ti motiva più, la carica iniziale della prima settimana è svanita. Ma se tieni un diario dei tuoi progressi e non fai fatica inutile perché hai chiaro il tuo obiettivo, guarderai indietro e ti spaventerai nel pensare a quanti progressi hai fatto l’ultimo mese.
5 (bonus) – Dov’ero 5 anni fa?
Questa è una domanda che puoi farti cinque anni dopo aver iniziato il tuo percorso di crescita esponenziale e successo. Guardati indietro e renditi conto di quanto hai fatto in passato. Io, che sono appassionato di crescita personale da 4 anni, posso guardare al 2010 quando ho deciso di dare una svolta alla mia vita. Da allora, ne ho fatta di strada.
Se i prossimi 4 anni saranno come gli ultimi 4, nemmeno i miei sogni più ottimisti riescono a immaginare dove sarò. E nel 2018 avrò solo 29 anni.
Penso che una delle soddisfazioni più grandi della vita sia arrivare a capodanno e dire: se l’anno nuovo mi porterà il successo dell’anno passato, mi vengono i brividi a pensare dove sarò.
Quindi datti da fare per poterlo dire il 31 dicembre 2014: hai ancora quasi 9 mesi a disposizione, non sprecare nemmeno un giorno.
Anonimo
9 Aprile 2014 @ 13:38
E non ci possono essere crescita potenziale (cresce “un po’ meno velocemente” dell’esponenziale -> traguardi raggiunti in più tempo) oppure crescita logaritmica (asintoto -> raggiungimento di un plateau) ?
Interessante soprattutto quest’ultimo caso…
Luca I
9 Aprile 2014 @ 13:55
Oops… ho dimenticato di firmare…
Luca I
Stefano
9 Aprile 2014 @ 17:04
Qui andiamo sul complicato. XD Interessanti ipotesi, che potrebbero darmi lo spunto per un nuovo articolo. Tu che ne pensi?
Luca I
10 Aprile 2014 @ 09:39
Che la logaritmica è da considerare (o qualunque altra funzione con asintoto orizzontale): si migliora e si migliora, ma ad un certo punto non si riesce ad andare più in su di un valore limite. Credo sia inoltre il caso reale: infatti una crescita lineare od esponenziale tendono all’infinito, cosa evidentemente impossibile perchè la vita biologia non è infinita e non posso accaparrarmi tutte le ricchezze ed il successo del mondo ed anche di più (non dobbiamo tendere all’infinito? 😉 ).
Quindi direi che la presenza di un asintoto è il caso reale. Come ci si arrivi, poi, (più o meno velocemente) dipenda dalla funzione, dunque dal singolo caso.
Sarebbe anche da considerare l’idea delle funzioni decrescenti! Una lineare a pendenza negativa (y=-mx) od anche esponenziale negativa (y=exp(-x)) o potenziale negativa.
Qui da un certo livello si decresce: direi che è un caso concreto, come l’imprenditore che fallisce od il lavoratore che perde l’occupazione.
Chiaramente valgono tutte le considerazioni “asintotiche” di cui sopra, anche qui si raggiungerà un limite (oltre c’è la morte…)
Stefano
10 Aprile 2014 @ 16:04
Mi fai riprendere i libri di matematica? 😛
Che la crescita non sia infinita perché la vita è finita è vero, ma visto che l’asse delle X rappresenta il tempo, allora esiste una limitazione di X che a sua volta limita Y. A meno di un asintoto verticale, la funzione esponenziale ha ancora senso.
Un imprenditore che fallisce, se è un vero imprenditore, nel fallimento cresce. L’anno scorso ho speso 2 mesi per una start-up che è fallita miseramente, e ho imparato molto. Perdere l’occupazione è contemplato nel modello: nel grafico 1, quello della stabilità, le eventualità negative portano alla decrescita.
Luca I
10 Aprile 2014 @ 16:35
Già, la funzione in x non è infinita… Il ragionamento torna.
Seconda spiegazione condivisibile, torna tutto.
Beh dai, analisi spiccia…
Flor
9 Aprile 2014 @ 13:48
Dico che a scuola dovrebbero insegnarci a gestire noi stessi e a curare la nostra anima, rafforzando la nostra volontà e amando quello che ci sta intorno, considerando ogni cosa nuova come una grande opportunità di crescita e uno stimolo alla curiosità. Non basta più far sviluppare solo determinate capacità e abilità intellettuali. L’individuo deve essere seguito nel suo complesso. Una pillolina di Stefano al giorno, facciamo anche due, per tutti gli anni di scuola, farebbero sicuramente un gran bene, perché poi ti ritrovi adulto e capisci che certi insegnamenti, fondamentali per la vita, avrebbero dovuto stamparteli in testa un po’ prima, e allora sarebbe più semplice adesso cambiare certe abitudini. Sono comunque positiva, volere è sempre potere!
Stefano
9 Aprile 2014 @ 17:06
Ciao Luca, hai messo in luce un punto interessante: la crescita personale a scuola! Se fatta bene, sarebbe una gran bella cosa. Il problema è che il SE è molto grande.
Anonimo
10 Aprile 2014 @ 09:59
Grazie, ma sono Floriana! 😀
Lucia
9 Aprile 2014 @ 22:41
Come sempre i tuoi articoli sono ottimi e mi caricano! Ho un progetto per la testa e non immagini quanto mi aiutano i tuoi suggerimenti! Grande Stefano! Grazie
Alexia
10 Aprile 2014 @ 07:37
Ciao ottimo post!! Prendo spunto dai tuoi consigli. Grazie grazie.
Ps: ma sei giovanissimo! …E già così avanti 🙂
Stefano
10 Aprile 2014 @ 15:58
Grazie Alexia. 😉
Romy
10 Aprile 2014 @ 09:34
Sei un motivatore eccezionale!
Stefano
10 Aprile 2014 @ 15:59
Io ce provo. 😛
Andrea
11 Aprile 2014 @ 01:15
Ciao stefano,scusa se ti parlo della corsa,ma so che a te piace,quindi prendo qualche consiglio da te…
Oggi ho corso fino alla massima resistenza,solo che appena ho smesso mi sentivo le gambe e i piedi come dei mattoni,quando camminavo,al posto dei piedi mi sentivo dei mattoni,come mai tutto questo? Anche perchè molte volte non mi capita,questa sarà la seconda volta.Sarà per il fatto che avevo smesso di botto,senza diminuire la velocità in modo graduale?
Rispodendo a Romy,stefano è un motivatore e oltretutto dice cose interessate,solo che se le cose non vengono applicate,rimangono lì per aria..
E se non sbaglio aveva fatto un articolo su questa cosa…Le persone leggono leggono e non lo mettono in pratica…
Stefano
11 Aprile 2014 @ 07:32
Ciao Andrea. Tutto normale, i muscoli sono stanchi e fai fatica a camminare, nulla di sbagliato. 😉
Il defaticamento (corsa lenta) fallo se la corsa dura almeno un’ora ed è stata a velocità sostenuta, altrimenti è inutile. Al massimo fai stretching molto blando.
Andrea
11 Aprile 2014 @ 18:03
Capito,ma se la prossima volta mi succede una cosa del genere,è meglio che cammino,o meglio che mi siedo e mi riposi per 5 min?
Stefano
14 Aprile 2014 @ 07:46
Meglio camminare, per facilitare il riassorbimento dell’acido lattico.
yari
13 Aprile 2014 @ 09:46
Ciao Stefano io faccio fatica a programmare la giornata, nel senso non trovo nessun programma informatico sistema veloce per programmarla al meglio,hai qualche consiglio di qualche sito/programma che mi possa aiutare in tutto ciò?
Stefano
14 Aprile 2014 @ 07:47
Basta un foglio Excel o Google Calendar. 🙂
DANILO
28 Aprile 2014 @ 20:40
Ciao ….
bello questo articolo,
io mi sono da da fare e da una cassa integrazione in italia sono passato ad un posto indeterminato in francia …..ma piu vado avanti e piu mi accorgo che il mio sogno non mi fa stare bene e vorrei tornare indietro ….a tuo parere mi si è imballa to il cervello oppure non tutto è oro quello che luccica?
Cerco sempre di imparare ma a un dato momento non hai piu forze per continuare a cercare il migliore …..saro vecchio ho 41 anni?
Ciao in gamba
Danilo
29 Aprile 2014 @ 23:44
Ottime domande anche se aggiungerei: 1- Per cosa sono grato nella mia vita?
2- Quali risultati voglio ottenere oggi/come posso rendere straordinario questo giorno?…:-)
Stefano
1 Maggio 2014 @ 08:36
Ciao Danilo, grazie degli input. 😉
DANILO FRANCE
27 Maggio 2014 @ 19:08
Ciao ….
bello questo articolo,
io mi sono da da fare e da una cassa integrazione in italia sono passato ad un posto indeterminato in francia …..ma piu vado avanti e piu mi accorgo che il mio sogno non mi fa stare bene e vorrei tornare indietro ….a tuo parere mi si è imballa to il cervello oppure non tutto è oro quello che luccica?
Cerco sempre di imparare ma a un dato momento non hai piu forze per continuare a cercare il migliore …..saro vecchio ho 41 anni?
Ciao in gamba