Futuro incerto? 5 consigli per chiarirti subito le idee
Molte persone mi mandano email dicendomi: “Ho 25 anni anni e non ho ancora idea di cosa voglio fare nella vita.”
Il tuo futuro è un’incognita: adesso sei a scuola, all’università o con un lavoro mal pagato. Adesso tiri avanti, ma fra cinque anni? Fra dieci?
Pensarci ti spaventa. Non sai come farai ad essere autonomo, un giorno. Non sai nemmeno da che parte iniziare.
Ho una bella notizia per te.
Harlan Sanders, a 25 anni sarebbe ancora dovuto diventare pompiere, autista, agricoltore, marinaio e proprietario di una stazione di servizio dove cucinava pollo. Erano passati altri 25 anni, e adesso Harlan ne aveva 50. Per altri 15 anni, continua a cucinare pollo. Ma faceva un pollo che piaceva a tutti. A 65 anni, l’idea: creare una piccola catena di stazioni di servizio per vendere il suo pollo. Quando la maggior parte delle persone iniziano a pensare alla pensione Harlan crea KFC, un impero commerciale che ora conta 18.000 ristoranti in tutto il mondo. A 65 anni.
E tu mi vieni a dire che a 25 anni non sai cosa vuoi nella vita?
Alcune persone, a 25 anni hanno già in moto un piano per sviluppare la loro carriera. Sanno quello che vogliono, hanno obiettivi a breve e lungo termine e idee chiare.
Ma non tutti sono così. Anzi, in pochi sono così.
La persona normale, a 25 anni, è indecisa sul suo futuro. Non è un fallimento. Sei a meno di un terzo della tua vita, di tempo ne hai ancora tanto! Ci sono fior di persone che hanno trovato la loro vocazione oltre i 50 anni, e hanno avuto successo. Abbiamo tutti tempi diversi: sei una persona unica, non sentirti in colpa se da giovane sei confuso.
Se il futuro ti mette ansia, usa queste tecniche per chiarirti subito le idee.
1 – Sapere cosa vuoi, anche a grandi linee
“Voglio diventare un biologo marino” è specifico, una scelta di carriera e di vita. È il traguardo di chi ha le idee chiare sul futuro, sa quello che vuole da qui a vent’anni. Pochi giovani arrivano a questo livello di precisione nel definire i propri obiettivi, e si preoccupano perché non hanno idea di come pianificare il loro futuro. Ti riconosci nella situazione? Pensare al futuro è un dolore, quindi preferisci non farlo.
Ma il futuro arriva. Non puoi fermare il tempo. Prima o poi ci devi pensare.
Ma non devi avere un obiettivo, solo una direzione. Ti basta dire: “mi piacciono gli animali.” Trova quello che ti piace: facile ed efficace. Da qui puoi partire e applicare le strategie del manuale anti-confusione per definire un percorso di crescita.
Fatto? Continua a leggere per sapere come definire un percorso di vita.
2 – Il futuro è incerto, fattene una ragione
“La qualità della tua vita è direttamente proporzionale alla quantità di incertezza che puoi sopportare.”
Tony Robbins
Vuoi sapere cosa farai dopo la scuola? Se l’economia si riprenderà? Se è meglio restare in Italia o accettare quel lavoro in Inghilterra?
Mi dispiace, non puoi.
Il futuro è incerto, un po’ di ansia ce l’abbiamo tutti. Le cose non vanno mai come te le eri immaginate.
Invece che preoccuparti per le cose che non conosci, impara ad apprezzarle: incertezza significa opportunità, che le cose possono migliorare. Possono peggiorare, ma questo lo puoi decidere tu. È in possibile definire con precisione la tua vita, ma puoi mettere le basi per il successo o fallimento.
Sono più le cose che non conosci di quelle che conosci. Più ti informi su un argomento, più capisci di aver solo scalfito la superficie di quello che c’è da sapere. Non puoi prevedere il futuro, solo dargli una direzione generale e aspettare lo svilupparsi degli eventi.
Preoccuparti non serve a niente. Peggiora la tua vita e il tuo futuro. Vivi nel presente e applica oggi le strategie che ti faranno avere successo domani.
3 – Fai qualcosa, non importa cosa
C’è una decisione che puoi prendere oggi, un’abitudine che cambierà la tua vita per sempre: fare.
Molte persone si bloccano perché non hanno pianificato il futuro. Hai paura di sprecare le tue energie in qualcosa di inutile: perché fare qualcosa, quando non sai nemmeno quello che vuoi?
Non è così che funziona il cervello. La mente va ad abitudini: quando si abitua a fare qualcosa, continuerà col pilota automatico. Se non fai niente oggi, per estensione il tuo inconscio inizierà a sabotarti anche quando sarà il momento di rimboccarsi le maniche.
Quando è stata l’ultima volta che hai dovuto fare qualcosa, ma non avevi la voglia di iniziare? Pensaci adesso. Studiare, pulire casa, fare la spesa, andare in banca.
Non molto tempo fa giusto? La tua mente non è abituata ad entrare in azione e l’inconscio crea delle barriere. Quando entri nella mentalità del fare, queste barriere spariranno e non ti mancherà mai l’energia perché il cervello è programmato per l’azione. È una specie di auto-ipnosi con risultati estremi. Insomma, focalizzati sul processo.
Quindi: cosa dovrei fare, se non so cosa fare?
Risposta: fai quello che ti piace. Ma fallo da attore, non da spettatore. Ecco alcuni esempi:
- Ti piace la musica? Suona uno strumento o componila al computer, invece che ascoltarla e basta.
- Ti piace leggere? Crea un blog.
- Ti piace l’informatica? Impara un linguaggio di programmazione e sviluppa software.
Crea qualcosa, perché è il modo migliore di fare pratica.
Le abilità trasferibili
Un vantaggio bonus è acquisire abilità trasferibili. Molte persone che scaricano il mio manuale su come scrivere un curriculum ipnotico mi mandano email dicendomi: mi sono appena diplomato/laureato e non ho esperienza pratica, come faccio a trovare lavoro?
Risposta: l’esperienza pratica fattela da solo, non aspettare che qualcuno ti paghi. Le abilità che acquisisci con la pratica rimangono con te per sempre e ti torneranno utili in altri campi. L’abilità pratica, a differenza di quella teorica (studio) è trasferibile: la acquisisci in un campo e la usi in un altro. Quando fai qualcosa che ti piace, stai facendo pratica senza accorgertene con diversi effetti positivi:
- Alleni l’inconscio a entrare nella mentalità del fare, non dell’aspettare: diventi attore della tua vita, invece che spettatore.
- Acquisisci abilità che ti torneranno utili nella vita e nel lavoro.
- Ti sentirai più felice e realizzato, perché hai creato qualcosa di pratico.
- Visto che stai facendo quello che ti piace, ti divertirai.
Quello che sai fare ha un grande impatto sul tuo futuro: più abilità pratiche hai nel tuo repertorio, meglio saprai sfruttare le occasioni che ti si presentano nella vita.
Sei incerto sul tuo futuro? Se oggi impari l’abitudine di fare qualcosa di pratico ogni giorno, gli altri pezzi del puzzle andranno a posto da soli. È un effetto valanga: convinci l’inconscio che può fare delle piccole cose, e inizierà a pensare in grande. Acquisire la buona abitudine del fare è un requisito fondamentale per dissipare la nebbia che avvolge il tuo futuro. Ne parlo nell’articolo sulla Regola Aurea.
4 – Non importi vincoli
Non conosco la via sicura per il successo. Se la sapessi, non sarei a Brescia. Ma conosco la via sicura per il fallimento: seguire gli schemi.
Vai a scuola. Prendi una laurea rispettabile. Trova un lavoro sicuro. Vai in pensione.
Non fare niente che non è “a modo”, non osare, vivi una vita tranquilla. Un ottimo sistema per non iniziare mai a vivere.
Successo significa felicità. Non hai successo quando hai guadagnato un milione di euro, o diecimila persone ti ascoltano a una conferenza. Questi sono palliativi, obiettivi vuoti che le persone si pongono quando non sanno come essere felici.
La definizione di felicità non è dettata dalla massa, ma dal tuo cuore. Fai quello che vuoi oggi, ogni occasione che sprechi di essere felice non tornerà indietro. Non c’è il pulsante reset. Fregatene della morale tradizionale, sii unico: gli altri non sanno cosa è meglio per te, quindi usa la tecnica dello spiedo.
5 – Resta a contatto con la realtà
Quando resti nel tuo piccolo mondo senza interagire con gli altri, il cervello inizia a distorcere la realtà senza che tu te ne renda conto. Inizi pensando di essere bravino a scrivere, e finisci col credere di essere migliore di Stephen King.
La mente usa i rinforzi positivi e si auto-convince di tutto. Più tempo passi lontano dagli altri, meno sei a contatto con la realtà. È un errore che abbiamo fatto tutti: ci convinciamo di qualcosa al punto da ignorare la realtà. Anche la tua mente lo sta facendo proprio adesso.
La distorsione può essere positiva o negativa: sopravvaluti o sottovaluti una tua capacità. Quando è positiva, di solito non causa problemi: ti credi più bravo di quanto sei, ma prima o poi dovrai fare i conti con la realtà. Non è una bella sensazione, ma non muore nessuno.
Peggio è quando ti convinci di essere una persona inutile. Inizi a pensare cose come:
- Non so fare niente.
- Non ho nessuna abilità pratica.
- Non diventerò mai nessuno.
- Sono destinato ad essere confuso per sempre.
- Il successo non lo vedrò nemmeno col binocolo.
Ti rivedi in queste parole?
Ma il peggio deve ancora arrivare.
La realtà è plasmata dalle tue credenze. Dagli organi sensoriali arrivano troppi stimoli per il cervello, così tanti che non ha la potenza di calcolo per elaborarli tutti. Anzi, ne elabora meno del 10%. Guarda un prato: l’occhio vede ogni filo d’erba, ma il cervello non processa quelle informazioni perché inutili.
Quando uno stimolo arriva alla mente, l’inconscio lo confronta con una matrice: se l’informazione è importante passa alla mente conscia, altrimenti viene scartata. La matrice è data dalle tue credenze: se lo stimolo è coerente passa, altrimenti no.
Esempio: se credi di essere un bravo cantante, tutti gli stimoli che rafforzano la credenza passeranno:
- Qualcuno ti dice che hai una bella voce.
- Canti sotto la doccia e ti piace sentirti.
- Ti invitano al karaoke.
Quelli contrari verranno bloccati o troverai delle scuse: quel tizio ha detto che sono più stonato del suo cane, non capisce niente di musica e/o avevo mal di gola. L’opposto succede quando credi di non essere portato (a proposito: l’essere portati è una della più grandi bufale che ti hanno mai raccontato – ne parlo qui).
Allargando il discorso: se pensi di essere un fallito, l’inconscio bloccherà tutti gli stimoli che possono provare il contrario. Cose come:
- Opportunità di avere successo.
- La voglia di imparare qualcosa di nuovo.
- La creatività per fare qualcosa di speciale.
Insomma, se pensi che qualcosa andrà male, andrà male: non è la legge di Murphy, è la psicologia. Si chiamano profezie auto-avveranti.
Come restare a contatto con la realtà
Identificato il problema, qual è la soluzione?
L’unico modo per evitare che il cervello si convinca di qualcosa e cementifichi ogni giorno di più i suoi preconcetti, è mettere in dubbio le tue credenze. Parla con altre persone, chiedi la loro opinione, leggi libri, confrontati. Segui il consiglio 3, fare qualcosa, per restare in contatto con il resto del mondo. L’autovalutazione non è oggettiva, non riesci a vedere i tuoi pregi e difetti con oggettività. Ti faccio un esempio.
Hai mai ascoltato la tua voce registrata? Provaci: non è la stessa che senti tu. Ti chiedi: “ma che voce del razzo ho?” Il tono, la velocità, l’accento, tutto diverso. È come sentir parlare un estraneo.
Solo gli altri possono darti un giudizio oggettivo su di te, per questo dovresti uscire dalla tua bolla e interagire col resto del mondo: non solo avrai una visione sui tuoi punti di forza e debolezza, ma scoprirai anche le incredibili opportunità del networking.
Conclusione
Se sei giovane e ti preoccupi di non avere le idee chiare, stai guardando troppo avanti.
È normale non sapere cosa vuoi fare nella tua vita: non è preoccupandoti che risolverai i problemi.
Cambia prospettiva. Non pensare al futuro, a quello che potrebbe succedere, alle preoccupazioni che avrai. Creerai ansia inutile che ti fa vivere peggio.
Per avere un futuro radioso, torna a pensare al presente. A quello che puoi fare oggi per costruire la felicità. Metti in moto i meccanismi per il successo. Quando investi su te stesso ogni giorno, il successo arriverà. Forse in modo inaspettato, ma arriverà.
Ora che conosci questi meccanismi, fai subito qualcosa. Non aspettare domani, non aspettare il momento ideale. Il momento ideale non arriverà mai. Un proverbio cinese dice:
“Il momento migliore per piantare un albero è vent’anni fa, il secondo momento migliore è oggi.”
Il momento perfetto per iniziare a investire su te stesso è adesso.
Luca
29 Gennaio 2014 @ 13:42
Condivido, soprattutto il fatto di pensare fuori dagli schemi. Ma c’è un problema, una piccola contraddizione tra gli ultimi 2 punti. Se vuoi pensare fuori dagli schemi, ma allo stesso tempo vuoi iniziare a costruire qualcosa insieme agli altri, può essere raro trovare qualcuno che ti appoggi.
Faccio un esempio: se voglio costruire una base lunare, anche se ho dei piani ben precisi, nessuno penserà di aiutarmi, semplicemente mi prenderanno per pazzo. Dovrò cavarmela da solo per far vedere agli altri che conviene pensare fuori dagli schemi.
ada
29 Gennaio 2014 @ 13:57
Luca, “focalizzati sul processo”: http://www.mindcheats.net/2014/01/dimentica-gli-obiettivi.html
😉
Stefano
5 Febbraio 2014 @ 17:11
😛
FuoriSerieTV
29 Gennaio 2014 @ 13:45
Tutto vero.
È incredibile quando (finalmente!) cominci a fare qualcosa, e quando finisci il tuo cervello è cosi abituato a impegnarsi e stare concentrato che non riesci proprio a darti pace e rilassarti!
Anche se poi a volte può diventare una cosa negativa!
Secondo me è una virtù sia saper lavorare, ma anche sapersi riposare!
Stefano
5 Febbraio 2014 @ 17:12
Il top è fare qualcosa che ti piace così tanto da non considerarlo un lavoro. 😉
Anonimo
4 Settembre 2015 @ 01:59
Non tutti troveranno qualcosa da fare che sarà di loro gradimento, soprattuto di questi tempi…
O hai qualcosa in mano o non vai da nessuna parte, e pochi sono quelli che ne escono a mani piene!
Michela
29 Gennaio 2014 @ 14:27
Wow! Proprio ieri mi domandavo se iscrivermi all’università di chimica fosse veramente la cosa giusta, e mi chiedevo se magari non fosse questo che volevo fare nella vita, ed ero confusissima, perchè tanti miei amici sono già certi di che lavoro vogliono fare e credevo di essere l’unica idiota ad essere indecisa. Adesso sono più tranquilla, e oltretutto più motivata a studiare! Quindi grazie, e come al solito, ottimo articolo! 😀
Stefano
5 Febbraio 2014 @ 17:13
Prego!
Un’altra domanda che puoi farti è: quale scelta mi garantisce un futuro migliore fra 5 anni?
Stefano
29 Gennaio 2014 @ 14:54
Ciao Stefano!
Quando ho iniziato a leggere il blog mi ero avvicinato con molti preconcetti. Pensavo che tu avessi una prospettiva di vita finalizzata solo al successo misurabile nella nostra società, ma ero incuriosito.
Invece, continuando a leggerti, mi sono reso conto che dai grande importanza a tutti gli aspetti che possono rendere felice una persona. In particolare, ascoltare se stessi e le proprie passioni.
In questo periodo della mia vita (ho 26 anni) sto scoprendo, forse in ritardo, l’importanza di AscoltarSi e lasciarsi guidare da quello che ci piace e sentiamo nostro. Prima imponevo doveri a me stesso, ora sto imparando a dialogare e a motivarmi, rendere la mia vita un’esperienza appassionante.
Grazie e ciao! Continuo a seguirti….
Stefano
5 Febbraio 2014 @ 17:17
Grazie a te del commento. 🙂 Confermo, i soldi non sono la cosa più importante per la felicità!
Anonimo
4 Settembre 2015 @ 02:00
Ma per iniziare un progetto o per “fare” il tuo presente hai bisogno di soldi!
Chi non ne ha cosa fa?
Stefano
4 Settembre 2015 @ 09:26
Una prima idea sarebbe quella di iniziare a cercare soluzioni, invece che scuse. 😉
Robi
29 Gennaio 2014 @ 14:56
Non condivido affatto il tuo parere sul KFC….i gusti son gusti, e secondo i miei KFC è il miglior fast food sulla faccia della terra. Io non sono nemmeno un patito di McDonald e burger King (dal primo ci sono stato una ventina di volte soprattutto durante i viaggi all’estero, dal secondo ci sono stato 4 volte per davvero). Sono stato a KFC 5 volte, ovviamente all’estero perché qui in Italia non c’è. La prima volta pensai: vabbè il solito clone di McDonald’s con i soliti panini dove ti ingozzano di patatine e affogano nella coca cola. Invece presi il famoso cesto del pollo ed è stato amore al primo morso…..io non sono affatto un tipo da fast food, li frequento solo per necessità quando sono all’estero, ma KFC è l’unico fast food che frequenterei volentieri in Italia. Quando vado all’estero e preparo il viaggio facendo ricerche su internet dopo i ristoranti più votati e caratteristici del posto c’è sempre la ricerca del KFC più vicino. Ormai è quasi un rituale, sotto alcuni aspetti arricchito dal fatto che bisogna varcare il confine per mangiare il famoso pollo fritto del Colonnello. Ti avevo fatto una domanda in un post precedente, ora mi sono chiarito un po’ le idee ma mi rimangono ancora dei dubbi su Coursera e i certificati. 1)Quanto costa in media un Signature Track? 2)Il certificato è virtuale o fisico? 3)Se è fisico, viene spedito a casa sulla classica carta dei certificati o è solo stampabile? Ti sarei grato se rispondessi, ottimo articolo anche questo comunque 😉
Tikkei
29 Gennaio 2014 @ 15:01
Sai a me cosa manca? Non certo le passioni, ne ho davvero tante e trovo il tempo per quasi ciascuna di essa, ma il problema è proprio questo! Ne ho troppe e non so su quale focalizzarmi, visto che non emergo in alcuna di esse, per quanto io possa provare a pensare, a chiedermi: cosa mi interessa di più tra tutto ciò? Non riesco a darmi una risposta.
Stefano
5 Febbraio 2014 @ 17:20
Facile: fai tutto quello che ti piace, e col tempo vedrai che troverai quello che preferisci. 😉
Giancarlo
29 Gennaio 2014 @ 15:02
Oggi non so proprio come complimentarmi per tanta saggezza perciò utilizzerò una metafora: se io fossi donna o non fossi etero, tu saresti l’uomo della mia vita.
Stefano
5 Febbraio 2014 @ 17:21
Non so se essere lusingato o terrorizzato. XD
DrogoMoscarda
29 Gennaio 2014 @ 15:35
Ciao a tutti, sono diversi mesi che ti seguo Stefano e vorrei sapere dove posso approfondire questo concetto:
“La mente va ad abitudini: quando si abitua a fare qualcosa, continuerà col pilota automatico. Se non fai niente oggi, per estensione il tuo inconscio inizierà a sabotarti anche quando sarà il momento di rimboccarsi le maniche.”
Cioè, mi piacerebbe sapere dove posso leggere qualcosa che mi spiega il perché di questo e altri meccanismi. Grazie a chi risponde e buon lavoro Stefano!
Schoolofvideo
29 Gennaio 2014 @ 15:38
ciao a tutti
KFC é fallito l’anno scorso…..
Anonimo
29 Gennaio 2014 @ 20:27
Razzo dici! Io abito ad Augsburg e ce l’ho davanti casa aperto tutti i giorni.
ada
30 Gennaio 2014 @ 16:31
ahahahaha! sono stata a NY in ottobre ed erano everywhere!
fulvio
29 Gennaio 2014 @ 18:34
Leggendo la parte dell’articolo che parla del futuro, mi sono tornati in mente gli ultimi 4 mesi della mia vita.
Contavo di iscrivermi a un ITS di meccatronica, ma alla selezione non sono passato per un soffio.
A quel punto mi ero messo a cercare lavoro come elettricista, fino a poche settimane fa, quando mi hanno chiamato dicendo che uno studente aveva mollato lasciando un posto libero, ed essendo in cima nella lista dei rimpiazzi, sono riuscito a entrare.
A questo punto credo che il miglior modo per gestire l’imprevedibilità del futuro, sia quello di saper giocare a briscola 😉
Stefano
5 Febbraio 2014 @ 17:22
La fortuna va aiutata. 😉
Anonimo
16 Dicembre 2014 @ 23:14
Ciao Fulvio, io sto per diplomarmi in meccatronica e energia e ciò che mi piacerebbe fare è saper operare sui motori progettarli e quant altro..non sono tanto interessato molto a sistemi e automazione industriale..non Ho intenzione di laurearmi e Ho in mente di specializzarmi iscrivendomi All its a Vicenza…vorrei saper quanto impegno ci vuole e quanto tempo richiede lo studio in una giornata perché dovrei comunque lavorare per mantenermi..
Flavia
29 Gennaio 2014 @ 19:44
Bene..
Ultimamente mi trovavo poco d’accordo con quanto scrivevi, ma devo dire che quello di oggi è capitato proprio al momento giusto!
Bravo Stefano, condivido in pieno!
Stefano
5 Febbraio 2014 @ 17:23
Ma lo faccio apposta, dopo ti vizio se scrivo solo articoli che ti piacciono. 😉
Omar
29 Gennaio 2014 @ 23:14
Grazie Stefano! questo articolo arriva al momento giusto….
Francesco
30 Gennaio 2014 @ 13:23
Vorrei (come al solito 🙂 ) aggiungere qualcosa… quando ti capita qualcosa di bello molte volte è fortuna, d’accordo, prova però ad immaginare di seminare in più campi (musica, informatica, andare all’estero ecc.)… il futuro non è prevedibile (io stesso e credo anche Stefano non riusciremmo a vivere sapendo quello che ci potrebbe succedere anche tra un minuto 🙂 )… MA se ti impegni su più fronti (non troppi sennò finisci col non far nulla) non solo aumenti la probabilità che ti possa capitare qualcosa di bello ma il sentirti IMPEGNATO aumenta la stima di te stesso e ti da anche la forza e il coraggio di portare avanti proprio quelle cose che stai già facendo (una sorta di processo autorigenerativo giusto Stefano? 😉 )… un salutone a tutti i lettori di mindcheats.
Stefano
5 Febbraio 2014 @ 17:24
Grazie del contributo Franesco. 🙂
Khorshid
30 Gennaio 2014 @ 16:31
Ciao Stefano, Ciao tutti,
Avrei una domanda: il mio problema e’ che non riesco a distinguere bene tra le voci contrastanti che mi arrivano dal mondo fuori! Uno mi dice brava, l’altro dice che faccio schifo (e se fosse per invidia o fosse una persona demotivante di natura?), e dall’altra parte ci sono io che mi dico che sono bravina o almeno mi dico che ce la potrò fare, ed ecco che allora mi butto giù puntualmente, dicendomi che beh, stando al loro parere o anche stando giustamente a quel che succedde nella realtà la’ fuori in generale, in effetti vedo che ci sono molti più bravi/e di me in un determinato campo, e mi viene questa interrogativa finale:
‘Cosa ci sto a fare, se già e’ stato fatto tutto -e anche all’eccellenza- dagli altri?’ Certo, posso continuare a farlo lo stesso solo per far felice me stessa, ma da li’ a dire che sto lasciando un segno in questo mondo e che sto dando un mio contributo a questo mondo o che sto facendo migliorando la vita di qualcun altro e insomma sono utile, ce ne passa…..
Quindi come faccio a capire a quale voce del capitolo dare retta??? E capire se posso o meno fare differenza? Sempre che questa sia indispensabile..(infatti questo riguarda un altro tuo articolo dove dicevi di pensare in grande…)
Grazie per l’articolo e per l’ascolto:-)
Stefano
5 Febbraio 2014 @ 17:28
Non dare retta a nessuno, fai quello che ti piace e fregatene. Di qualsiasi cosa c’è sempre qualcuno più bravo, ma serve più di un esperto al mondo. Ci sono blogger più bravi di me, ma questo non mia ha fermato dallo scrivere Mindcheats. 😉
Anonimo
30 Gennaio 2014 @ 20:36
http://it.finance.yahoo.com/notizie/in-pensione-a-27-anni-l-incredibile-storia-di-brenton-hayden-141322020.html
Gianluca
30 Gennaio 2014 @ 22:26
Ma hai fatto qualche corso di psicologia? Magari su coursera? Io ne ho seguiti un paio l’estate scorsa. Rinforzo positivo, profezie auto avveranti, come il cervello processa le informazioni…Si vede proprio che ti appassiona l’argomento e che lo conosci piuttosto bene. Grande!
Stefano
5 Febbraio 2014 @ 17:29
Qualcosa ho letto, io cerco di mettere insieme psicologia con l’esperienza diretta che ho fatto. 🙂
Andrea
31 Gennaio 2014 @ 11:46
Ciao Ale, bell’articolo !
Peccato che io sono già uno di quelli che già cosa vuole fare.. ma mi serve il diploma..
Comunque volevo chiederti,come mai in inglese ci sono sempre delle pronunce diverse?
Voglio dire ci sono persone che quando dicono una parola in inglese la dicono in quel modo e invece altre in un altro modo,poi dopo va a finire che non sai chi ha ragione.. come mai?
Esempio.. La parola si scrive Irish… Però viene pronunciata Arish? Ma perchè questo? Nell’alfabeto inglese nella pronuncia.. La I non diventa A..anzi la A dovrebbe diventare E nella pronuncia.. come mai questo?
Come mai si dice Arish anche se è scritto irish?Questo mi capita in tante altre parole,e non riesco mai a capire come pronunciarle..
Grazie 😀
Stefano
5 Febbraio 2014 @ 17:30
Come con l’italiano: perché si scrive che e non ke? Misteri dell’evoluzione di una lingua. 😉 Per la pronuncia: stessa cosa che in italia. 😉
Khorshid
31 Gennaio 2014 @ 15:17
@Andrea: No, ‘Irish’ si pronuncia ‘Airish’ e non ‘Arish’…quindi ‘I’ in questo caso rimane fedele a se stessa piu’ che mai 😉
Andrea
31 Gennaio 2014 @ 22:44
Capito ma perchè si dice Airish? Che c’entra la “A”
Khorshid
1 Febbraio 2014 @ 00:28
Qui ‘A’ non ha il suo vero ruolo come ‘A’: ma viene usato solo come un simbolo per farci capire (sulla carta) come bisognerebbe pronunciare la ‘I’ e questa si chiama la fonetica…se tu prendi il dizionario, vedi che davanti a ogni parola c’e la relativa fonetica, appunto per dirci come quella parola va pronunciata; si usano quindi dei simboli e basta metterci d’accordo per il significato o meglio la pronuncia di ogni simbolo e infatti all’inizio di ogni dizionario di qualsiasi lingua trovi la leggenda sulla fonetica con tanto di esempi (e vedrai che con un po’ di pratica, addirittura li imparerai a memoria) . Tra l’altro approfitto di dirti che ‘Irish’ in relata’ si pronuncia ‘Airesh’ (quindi hai due diverse pronunce della stessa lettera e si’, questo e’ il difficile dell’ inglese); pero’ bada bene che questo tipo di scritto e’ in puro italiano e se lo fai vedere a un cinese, non capirebbe bene la pronuncia: lo capira’ solo riferendosi ad un dizionario perche’ i simboli riportati li’ , sono ‘universali’ per intenderci. Vedi di controllare la pronuncia di ‘Irish’ nel dizionario, perche’ con la tastiera qui non posso digitarti i simboli. Spero di essere riuscita a spiegarmi , altrimenti c’e’ per fortuna Stefano;-)
Ciao ciao:-)
Andrea
2 Febbraio 2014 @ 23:28
Wow,ma sei una ragazza 😀
Comunque grazie di tutto bella,ho capito tutto 😀
Celeste
2 Febbraio 2014 @ 16:50
Un po’ mi ritrovo anche io nel protagonista del problema che hai posto: anche io ho 25 anni e sono molto impaziente. La vita ha cominciato a scorrermi molto velocemente e forse il futuro mi preoccupa soprattutto per questo. Mi sono laureata quasi un anno fa e ancora non ho trovato un lavoro: da qui ho cominciato a pensare di aver perso un po’ il controllo della mia vita, perchè non volevo rimanere un anno senza “studio/lavoro”. Ogni dai 19 anni fino proprio alla laurea, ho fatto sempre qualche lavoro- al massimo di 4 mesi però, o stagionale- e questa è il primo anno di “vuoto”.
Allora di ti dico che tu hai la stessa saggezza di mia nonna, perchè mi sono lamentata con lei inizialmente, di questa situazione. Lei mi ha detto che non devo “correre e bruciare le tappe, che ho passato una fase della mia vita e che adesso si sta preparare una nuova. Quindi devo avere pazienza e continuare a “seminare””. Poi infatti mi ha detto “tu sei nel momento di semina, verrà anche quello del raccolto”.
Infatti è vero che sto seminando: non sono rimasta senza far niente per 6 mesi. Alla ricerca “disperata” di un lavoro-focalizzandomi però soprattutto nel settore di mio interesse che, ahimè, è quasi inesistente in Italia- ho aggiunto anche i miei progetti: quegli stessi progetti a cui volevo lavorare prima, ma che non ci ero mai riuscita per via di studi e lavoro.
In questo sto lavorando ad un progetto e ci vorranno un po’ di mesi prima che venga ultimato..ma se poi va bene, avrò il lavoro dei miei sogni! Io però non mi illudo tanto, continuo a cercare lavoro come sempre e vado avanti.
Credo che faccia un po’ male pensare solo al futuro, come dici tu: io adesso sono passata ad una fase in cui “semino” e “valuto”…poi i riosultati verranno e ne raccoglierò i frutti.
Sono tanti anni che semino però sai, ho fatto molta gavetta: negli stage e collaborazioni passati non ho mai guadagnato più di 600 euro: gli unici lavori in cui mi hanno pagata così “tanto” sono quelli da manovale-cioè i primi-, per il resto ho sempre lavorato praticamente aggratis. Detto questo, dopo quasi 6 anni di gavetta qua e là vorresti cominciare a guadagnare qualcosa come Dio comanda, almeno per garantirmi l’indipendenza. Io ora continuo a seminare, se poi ne caverò qualcosa- mi farò sentire e mi esprimerò più obbiettivamente a riguardo. 😀
Celeste
2 Febbraio 2014 @ 16:52
Scusa gli errori che ho fatto qua e là, ho scritto di getto e non ho ricontrollato! Spero che hai inteso il messaggio, comunque! XD
Anonimo
4 Febbraio 2014 @ 01:16
Modificherei una piccola cosa, se mi è concesso.
Io direi che anziché ascoltare quel che dicono gli altri(cosa che spesso porta alla confusione), si dovrebbe fare un mix di queste cose:
-Autonomia di giudizio
-Ascoltare l’opinione di persone autorevoli in quel campo in cui ci siamo buttati
-Cercare criteri di autovalutazione più “oggettivi” attraverso determinate letture.
Per esempio: se io da quando sono nato penso di essere bravissimo a cantare, ma poi mi ascolto in registrazione e noto che non sono un granché, basta anche solo l’autonomia di giudizio per giudicare(e così se mi ritengo Mister Universo fino a quando non vedo che in tutte le foto esco come Lurch della famiglia Addams). Più difficile, però, è il caso in cui io mi ritenessi un genio della scrittura narrativa o un innovatore rivoluzionario delle teorie matematiche.
In questo caso, l’autonomia non basta, e posso valutare la mia abilità sia con letture di libri che ne parlino(per esempio: se mi ritengo uno scrittore incredibile, posso leggermi un libro di critica letteraria e artistica), sia con il parere “imparziale” di persone autorevoli: per esempio, faccio leggere il mio libro ad un docente universitario di Lettere, o, se sono fortunato, ad uno scrittore famoso tipo Umberto Eco.
Fidarsi del commento della “massa” esterna, secondo me, è molto rischioso: persino i professori di scuola, che apparentemente dovrebbero esser quelli che più di tutti ti fanno mettere i piedi per terra, in realtà spesso toppano abbondantemente, e ancora di più i nostri genitori, amici e fratelli. Alcuni ci sopravvaluteranno per affetto, altri ci sottovaluteranno per competizione e invidia inconsce, altri giudicheranno a caso e risponderanno in base a come si sono svegliati. Ecco volevo solo fare questa piccola precisazione!
Denise
8 Marzo 2014 @ 18:27
Ciao Stefano, i tuoi articoli sono come sempre interessantissimi. Mi sto accingendo a terminare un corso di moda che mi permetterà di diventare una modellista-sarta. Ma allo stesso tempo faccio la musicista. A volte mi chiedo: ho il ballo di San Vito? BOH, ai posteri l’ardua sentenza! Un caro saluto continua così!
Sei una vittima patologica? 6 segnali per capirlo | Mindcheats
19 Marzo 2014 @ 17:21
[…] precedenti influenzi così tanto la tua situazione odierna, allora quello che fai oggi influenzerà il tuo futuro. È logico, ed è […]
Margherita
3 Aprile 2014 @ 00:10
Io cercando di informarmi riguardo la mia scelta universitaria ho trovato questo test…non avevo voglia di studiare così l’ho compilato, ho letto la mia ‘mappa’ e sono rimasta allibita. Mi sono riconosciuta in una maniera impressionante! Avresti voglia di darmi un parere sulla mappa, se hai tempo? http://www.assessment.com/default.asp Secondo me può essere uno strumento utilissimo, ma vorrei sentire il parere di qualcuno che ne sa più di me… 🙂
Stefano
3 Aprile 2014 @ 07:21
Mah, può dare un indicazione di massima, sinceramente sono però scettico su questi test: usali ma non fidarti ciecamente. 😉
Fede
23 Agosto 2014 @ 20:22
Ciao Stefano! Ti faccio i complimenti per il tuo blog che da qualche settimana sto seguendo per ritrovare qualche consiglio utile, e soprattutto un po’ di energia positiva 😉 ..
Vorrei solo esporti brevemente la mia situazione: mi sto laureando alla triennale di Filosofia (la povera e bistrattata Filosofia;) ). Con un po’ di fatica e molta indecisione sono arrivata fin qui, chiedendomi ogni giorno che cosa avrei fatto poi (infatti la motivazione non è sempre stata alta). Ora, riguardando indietro, sono assolutamente orgogliosa del mio background culturale ed è una cosa a cui non rinuncerei mai e poi mai, soprattutto per l’arricchimento che ti dà. Ma, a questo punto, voglio prendere un po’ in mano la situazione: mi piacerebbe combinare le mie conoscenze/competenze con altre di tipo informatico (sto già imparando i rudimenti dei vari HTML, CSS, PHP, etc..). Qui a Trento (siamo vicini di casa;) ) esiste un indirizzo (alla magistrale di Filosofia) che verte su Logica, teoria del linguaggio e matematica. Successivamente mi piacerebbe fare un Master in Analisi dei dati o Digital Content Creation (sono ammessi anche laureati in Filosofia). Secondo te è una buona scelta o può essere vista come ridicola? Cioè come un estensione di campo che porta a pochi frutti, soprattutto in un campo in cui con probabilità si privilegiano i laureati in Informatica? Secondo te ho qualche speranza o a questo punto sarebbe il caso di prendere in considerazione una seconda laurea in Informatica o Ingegneria dell’informazione? Lo so è una domanda un po’ difficile, ma ti ringrazio se ti va di dedicarmi un po’ del tuo tempo.. Ciao e in bocca al lupo per i tuoi progetti!
Stefano
28 Agosto 2014 @ 21:26
Fede, non avendo mai sentito di questo indirizzo di magistrale non posso dirti nulla di certo, sono sicuro che comunque hai già fatto le tue ricerche 🙂 Personalmente il percorso di cui parli sembra molto interessante, se hai un buon piano di azione puoi trovare un impiego creativo e superare gli informatici con la tua originalità.
Arianna
12 Gennaio 2015 @ 18:34
Ho trovato questo articolo per caso, non mi aspettavo di certo di immedesimarmi così tanto in quello che hai scritto, nel tipo di persone che hai descritto. Spesso chiedo giudizi esterni per capire come sono vista esternamente, la cosa purtroppo difficile è ascoltarli e poi mettere in pratica i buoni consigli.
Il mio sogno è sempre stato quello di vedere il mondo e solo da qualche anno mi è venuta la passione della scrittura. Scrivo per diletto, ma mi piacerebbe davvero diventare una brava scrittrice.. Il tuo articolo mi ha fatto pensare che potrei unire le due cose, perchè no insomma?
Per quanto però cerchi di vedere un futuro roseo, la paura mi stringe la bocca dello stomaco e mi blocca dall’intraprendere questo arduo cammino. La strada è tutta in salita, ad ogni passo in avanti ne faccio due indietro, sembra impossibile arrivare in vetta.
Scusa del monologo, in ogni caso rifletterò seriamente sulla tua affermazione : “Successo significa felicità. Non hai successo quando hai guadagnato un milione di euro, o diecimila persone ti ascoltano a una conferenza. Questi sono palliativi, obiettivi vuoti che le persone si pongono quando non sanno come essere felici.
La definizione di felicità non è dettata dalla massa, ma dal tuo cuore. Fai quello che vuoi oggi, ogni occasione che sprechi di essere felice non tornerà indietro. Non c’è il pulsante reset. Fregatene della morale tradizionale, sii unico.”
Meglio vivere di rimorsi che di rimpianti.
Grazie.
Stefano
12 Gennaio 2015 @ 21:42
Arianna, io ti consiglio di provare a unire le due passioni, viaggio e scrittura sono molto compatibili e finchè non sei pronta a osare puoi comunque tenere questa unione come hobby
MyMind
17 Maggio 2016 @ 01:38
Ho letto il tuo articolo, sembra molto confortevole.
Ti spiego la mia situazione.
Ho 22 anni e quest’anno ne farò 23.
Una volta finito il liceo con un uscita da sogno ( 87 ), come a tutti i ragazzi, è arrivata la fatidica domanda : ” e ora che si fa? ” .
A questa domanda ho cercato di dare la risposta dicendo : ” voglio laurearmi. ” , e subito dopo ” ma… A che facoltà mi iscrivo? ” .
Così mi son detto : ” Al liceo mi interessava sapere e studiare materie scientifiche come anatomia, biologia e chimica. ” .
Così… Puff, mi ritrovo in una città diversa come studente universitario di Medicina. All’inizio ero convinto di sapere cosa stavo facendo… Ed è finita con niente di proficuo e 2 anni di vita perso ( senza tralasciare i soldi spesi inutilmente ). Così ho pensato : ” Forse non è questo che devo fare… E allora cosa? ” . Così, dopo averci riflettuto, guardatomi allo specchio dico : ” Cosa mi piace fare? ” . Durante tutta la mia vita vissuta, ho passato parecchie ore al computer, quindi ” mi piace stare al pc ” . Puff, divento di nuovo studente universitario di ITPS ( Informatica e Tecnologie per la Produzione del Software ). Siamo a maggio del 2016 e sto rivivendo esattamente gli anni passati come a Medicina, con alcuni particolari in più, quali depressione, disperazione ( dico disperazione per non dire altro ) e difficoltà economiche.
Le domande di oggi sono : ” Devo ancora fidarmi di me stesso? ” , ” Posso ancora fare quello che penso mi piace fare? ” , ma sopratutto ” Come riesco a fare qualsiasi cosa ora che non ho nessun dispendio economico? ” . Chiunque potrebbe dire o consigliarmi di trovare un lavoro, che può essere pure lo spazzino per avere quel dispendio economico… ” Come faccio a lavorare se sono depresso/malato? ” .
Le domande di ora sono ” C’è una soluzione a questa situazione? ” . ” Forse sarà quello ( per non dire altro ) che ho citato sopra? ” .
Il tuo articolo è molto confortevole. Al pari di un film famoso o di un libro fantasy di successo… Peccato che non sia reale.
Francesca Belmonte
23 Ottobre 2016 @ 18:58
Sono nella tua stessa situazione, salvo per il fatto che rimpiango amaramente aver lasciato medicina…ma nn si può tornare indietro