Come essere unico nell’era della globalizzazione: 3 idee alternative
A cinque minuti da casa mia c’è un piccolo bar, stile pub inglese, con ottima musica e brave gente. Quando esco la sera, la metà delle volte sono lì. Entro, stringo la mano al proprietario, saluto il personale per nome e mi siedo al tavolo. Arriva Elvis, tutto tatuato, che ci chiede cosa vogliamo. Non nascondo una certa soddisfazione quando gli dico:
“Il solito”
E lui torna con una Paulaner St. Thomas, una birra straordinaria.
Una volta la vita si svolgeva nel paese o, per le città più grandi, nel quartiere. Le facce erano sempre le stesse, i posti di ritrovo non cambiavano, tutti conoscevano tutti. “Il solito” era il drink più diffuso.
Adesso siamo nella globalizzazione, l’era dei bisogni creati dalla pubblicità, l’era delle persone fatte con lo stampino. La scuola ti condiziona, ti inculca l’idea che devi uniformarti. Devi studiare, devi laurearti, devi inviare curriculum, trova un lavoro fisso in una grande azienda, aspetta la pensione. Sopprimi i tuoi sogni perché la stabilità è tutto, uniformati perché essere diverso è un male.
Non hai mai pensato che forse c’è una via alternativa? Che puoi scappare da questa prigione grigia e crearti la vita che ti piace? Ecco 3 idee alternative su cui ti consiglio di riflettere prima di diventare un grigio impiegato di banca.
1 – Il mondo è grande, tanto grande
E quando pensi che sia grande abbastanza, rilassati: c’è ancora tanto da scoprire.
Nei commenti dei miei articoli leggo un tema ricorrente: non si può fare, sono diverso, le cose non stanno così. Pensano che la via normale sia l’unica via, che ci sia una sola soluzione ai problemi; e se quella soluzione non calza con la tua situazione, ti attacchi. È un errore logico pensare che tutto il mondo la pensi come te, è un errore anche solo credere che ci sia qualcosa di cui sono tutti convinti. Prendi qualsiasi certezza su questo pianeta, esiste qualcuno che la confuta. C’è gente che non fa vaccinare i figli perché pensa che i vaccini causino l’autismo, per dire.
L’unica certezza è che non esistono certezze. Il mondo è troppo grande per avere la presunzione di conoscere ogni suo aspetto, le persone sono troppo diverse per identificare qualcosa che fanno tutti. Come si traduce questo nella vita di tutti i giorni?
Qualsiasi cosa tu voglia fare, c’è chi ti sosterrà (e che l’ha già fatto).
- Vuoi mollare tutto e andare a vivere in Togo? Esiste una comunità italiana.
- Vuoi seguire la tua vena artistica e farti uno stipendio vendendo i tuoi disegni su internet? Conosco di persona chi l’ha fatto.
- Vuoi percorrere la costa orientale degli Stati Uniti a piedi, per un totale di 3.500 chilometri in 2 mesi e mezzo? Esistono libri che ne parlano.
Sento generalizzazioni del tipo:
- In questa economia è impossibile trovare lavoro.
- Non riuscirò mai a perdere penso nella mia situazione.
- Mi piacerebbe cambiare la cose, ma è impossibile.
Sbagli. Stai proiettando le tue credenze sul mondo, stai ignorando tutto quello che va oltre il tuo naso. Sii te stesso e fai quello che ti piace, senza seguire i canoni della normalità. Il normale, il buon senso, non è altro che una serie di convinzioni condivise fra le persone. Ma le persone sbagliano. Gli altri sono come te, non sono infallibili. Per questo non devi adeguarti a quello che la massa pensa sia la strada giusta, perché una strada giusta universale non esiste. Esiste solo quello che ti piace fare e quello che non ti piace fare. Le opinioni su come dovresti comportarti per essere una persona a modo lasciale agli altri.
Esplora il mondo e trova le opportunità, oppure createle da solo. Non farti limitare da quello che gli altri pensano, né da come tu pensi sia la realtà. Perché il mondo è grande e le opportunità infinite.
Puoi creare il tuo stile unico e uscire dal grigiore dell’uniformità seguendo quello che ti piace fare, anche quando gli altri ti dicono che è impossibile o non è la strada giusta. Anzi, se gli altri sono contrari, prendilo come un segnale positivo: significa che sei sulla strada giusta.
2 – Metti in dubbio ogni cosa
Sembra scontato, ma non puoi essere unico quando non metti in dubbio quello che pensano gli altri. Un’idea condivisa non è per forza giusta, altrimenti il nazismo sarebbe una delle correnti politiche migliori di sempre. Ora prendi questo consiglio e comincia a metterlo in pratica: quando fai qualcosa, quando prendi una decisione, chiediti se lo fai perché ti rende felice o perché pensi sia quello che si aspetta da te la società.
Poi chiediti se essere uno dei tanti, un conforme, è un obiettivo così nobile da preferirlo alla tua realizzazione personale. Essere una delle tante pecore bloccherà ogni tentativo di crescita personale, perché le persone non vogliono raggiungere il loro massimo potenziale.
In molti scelgono di rimanere nella mediocrità.
Migliorare è faticoso e rischioso per le tue credenze, perché dovrai fallire e venire a contatto con la realtà: non sei perfetto. Questo a molte persone non va giù, quindi si mettono i paraocchi per non dover affrontare la verità.
La società è questo che si aspetta da te: vuole che tu metta i paraocchi, che resti nella mediocrità, che condividi un modo di pensare che predilige la sicurezza alla felicità. Chi la pensa in modo diverso, chi vuole rischiare per raggiungere i suoi obiettivi, è quello strano che viene visto male.
Ma sotto sotto, è solo gelosia.
Fai questo test: chiedi a un amico cosa lo renderebbe l’uomo più felice del mondo in questo momento. Poi chiedigli perché non lo sta facendo.
Eh ma c’è crisi, eh ma non posso, eh ma devo fare questo e quello, eh ma devo pensare al mio futuro. Fatti tu stesso questa domanda e sii sincero nella risposta.
Il mondo è troppo grande per non darti l’opportunità di superare qualsiasi ostacolo.
Fregatene del futuro, vivi adesso. Lo sto dicendo a te come lo sto dicendo a me, perché io stesso penso troppo al futuro e troppo poco al presente. Ma sto migliorando, e ogni passo che faccio va verso la felicità. Non è un percorso semplice, liberarsi dalla paura del futuro e del giudizio degli altri, ma è l’unica strada verso l’unicità.
3 – E sticazzi?
La migliore risposta a buona parte dei problemi del mondo: “e sticazzi?”
Parlare dei problemi non ti aiuterà a risolverli, trovare una soluzione invece sì.
Quando la gente si fa tanto bella a parlare della fame nel terzo mondo, delle guerre civili in Africa, della gente che non arriva a fine mese, la mia risposta è sempre: e sticazzi? E qui piovono le critiche dei buonisti che si riempiono la bocca di parole inutili. Insensibile! Come osi! Sei un mostro!
Poi chiedo loro: negli ultimi 60 giorni, cos’hai fatto per risolvere questi problemi di cui parli?
Tutti zitti.
A me non me ne frega niente dei problemi, perché ho programmato la mia mente per cercare le soluzioni. Invece che sprecare tempo ed energie a parlare al bar delle carestie in Somalia, penso a cosa posso fare nel mio piccolo per dare una mano. E poi lo faccio.
Potersi lamentare è un lusso. Se non avessi cibo da mangiare, un tetto sotto cui dormire e vestiti per coprirti d’inverno, non avresti tempo e forze per lamentarti dei bambini in Africa. Già questo significa che vivi in un’epoca storica in cui il benessere è diffuso. E visto che trovare soluzioni è più difficile che lamentarsi, tutti fanno la seconda perché se lo possono permettere.
La più grande differenza fra gli esseri umani compare quando cercano soluzioni creative a problemi immediati. O in altre parole: i problemi sono gli stessi per tutti, ma le soluzioni no. La vita non è un’equazione matematica, dove un problema ha una sola soluzione. Nel mondo, un problema, di soluzioni può averne mille. Sta a te trovare quella che ti rende più felice basandoti sui tuoi principi e i tuoi obiettivi (che puoi trovare con il manuale anti-confusione).
Concentrarti sui problemi ti porta a ingigantirli, a credere che siano irrisolvibili. Ti dà la sensazione di non poterci fare niente, ti arrendi al mondo e ti deprimi. Prova per una volta a pensare alle soluzioni. Se hai la mentalità frignona del 90% delle persone, non ti verrà facile all’inizio. Il tuo inconscio resiste al cambiamento perché lamentarsi è più facile che trovare soluzioni, pensare che non c’è niente da fare implica che il problema sono gli altri, non tu.
Quando cambi mentalità e inizi a cercare soluzioni, implichi che il problema è interno: se una soluzione c’è, allora il problema sono io che non l’ho ancora trovata. E questo all’inconscio non piace. Ma se vuoi entrare nel 10% e distinguerti dalla massa, non hai altra scelta.
Ricordati che trovare una soluzione significa pensare con la tua testa, non scorrere velocemente le opzioni più banali e scartarle sommariamente per problemi inesistenti. La creatività è quella che ti distingue da un Bonobo, usala. Finché campi, ricordati questo mantra:
Se non ho trovato una soluzione, è perché non ho usato abbastanza creatività.
Andrea
9 Ottobre 2013 @ 13:23
Ciao stefano,volevo chiederti…per 2 giorni mi hanno chiamato con lo sconosciuto sul cell…Solo che io non rispondo agli sconosciuti… potrà essere un agenzia,azienda o qualche offerta di lavoro? D:
Stefano
10 Ottobre 2013 @ 09:27
Nemmeno io rispondo ai numeri sconosciuti, fai tu!
Chiara
9 Ottobre 2013 @ 13:53
Ciao! Sono una tua affezionata lettrice, felice di aver trovato un “alieno” che, finalmente, stia sulla mia stessa linea di pensiero. Vivo intrappolata in una finzione: i miei vogliono che resti nella mediocrità e non mi accettano per quello che sono, le mie scelte “anticonformiste” li spaventano. Per fortuna, accanto a me ho una persona speciale, con la quale condividere i miei pensieri fuori dal “normale”. Spesso, gli linko i tuoi articoli, che continuano a confermare le nostre opinioni… grazieeee!!! 😀
Stefano
10 Ottobre 2013 @ 09:28
Io mia mamma l’ho convinta di diverse cose, nel corso degli anni. Tiè. 😛
anthony
9 Ottobre 2013 @ 14:31
Io aggiungerei anche che i primi problemi da risolvere sono con noi stessi, trovato l’equilibrio, puoi affrontare qualsiasi problema e trovare qualsiasi soluzione
Stefano
10 Ottobre 2013 @ 09:29
Quello di sicuro. 🙂
Giesse
9 Ottobre 2013 @ 14:32
Stefano, solo una domanda, da grigio bancario (non tra virgolette, lo sono davvero… Bancario, non grigio) : come conciliare quello che scrivi con la famiglia. Due bambini, una moglie… Sulla seconda: può convincersene da sola. Ma i bambini? Io la domanda me la sono fatta ed ho dato una risposta. Non riesco però a inserire i bambini: seguo la mia stella, ma qualcosa in tavola dovrò mettere. Io sono sovrappeso, ma loro… Il mutuo/l’affitto non si paga da solo e per loro è il Tetto. Non sono provocatorio. La forza di volontà la avremmo, ma siamo certi che loro siano in grado di accettare? Un saluto e grazie se vorrai rispondere. Non mi aspetto soluzioni, già uno stimolo su cui lavorare…
Stefano
10 Ottobre 2013 @ 09:30
Essere alternativo non significa andare a vivere in Tibet e convertirsi alla preghiera a 100 chilometri dalla civiltà, non pensare in bianco e nero.
Nina J Kors
11 Ottobre 2013 @ 08:10
Quando ci sono dei figli di mezzo le cose si complicano perchè abbiamo delle responsabilità che ci “frenano”. Personalmente penso che si debba mettere i figli (ovvero la routine e la sicuerzza) nella scala delle priorità. Ció non toglie che nei ritwgli di tempo tra io lavoro e la famiglia, non si possa tirar fuori le energie nascoste e pilotarle verso qualcosa di fattibile adesso. Non bisogna dimenticare che la vita è lunga e i figli prestissimo diventeranno grandi. Capire perchè fai il bancario (nel presente) ti aiuterà a programmare meglio il futuro.
Ecco: capire ed essere consepevoli, direi che sono queste le parole chiave.
(Grazie Stefano, leggo sempre volentieri i tuoi post).
Giesse
13 Ottobre 2013 @ 08:07
Grazie Stefano, grazie Nina
Roberta
9 Ottobre 2013 @ 17:53
Articolo bellissimo che mi tocca profondamente.. soprattutto in questo periodo.. vivo un momento della mia vita in cui tutti, ma proprio tutti, riversano le loro idee mediocri su di me (“e prendi casa”, “e hai già 31 anni”, “ma quando ti sposi”, “e i figli poi?”.. meglio fermarmi qui).
Pensa che ho passato un periodo a convincermi che tutto questo fosse “la soluzione adatta a me”.. ma io non sono così, no, proprio no. Non sento il desiderio di accasarmi, il matrimonio poi non ne parliamo, sono sempre stata fortemente allergica anche solo alla parola, e i figli non sono la mia priorità.. Io voglio vivere la vita, esplorare il mondo, conoscere posti e persone nuove, che possano arricchire la mia anima e la mia sete di conoscenza.. non voglio vivere la mia esistenza davanti alla TV rammendando calzini e stando attenta che l’arrosto non si bruci.
Voglio di più. Anzi, forse, merito di più.
Grazie -come sempre!- per avermi dato tanti spunti di riflessione.
A presto,
Roberta.
Stefano
10 Ottobre 2013 @ 09:31
Il terzo punto è particolarmente adatto a te allora. 😛
loredana
10 Ottobre 2013 @ 16:17
Ciao Roberta,
anch’io la penso proprio come Te!
lucalevi
9 Ottobre 2013 @ 18:53
Ciao,
forse da me si usa l’espressione “sticazzi” in maniera diversa…
Tu cosa intendi?
Ad esempio da noi potrebbe dire:
-“ieri ho corso 100 km di fila!”
“e sticazzi!” , per dire “accipicchia/cavolo [quanto hai corso]!”
Tu invece lo usi per…?
Marcello
9 Ottobre 2013 @ 21:09
Condivido in pieno ciò che dici, al punto che sembra tu parli di me.
Ho 56 anni di vita vissuta e tribolata, ma “my way” cantava il grande Frank.
Attualmente sono con le pezze al culo, non faccio colazione per mettere la
benzina, meno male sono in dieta, ma ho una carica e una fiducia nel mio
futuro che mi spaventa, sensazione mai provata prima, speriamo si concretizzi, in fondo mi meriterei un minimo di riuscita, visto anche l’impegno che metto. Primo obbiettivo, … andare in pizzeria senza pensare al conto, ( sono due anni che non ci metto piede )
Saluti Gente e alla faccia della crisi.
Ps: Non sono un mentecatto, ma uno che è stato garzone, operaio, capo officina, dirigente, padrone , meccanico, venditore, agente di commercio, commerciante, socio, uno capace di guadagnare anche 10.000 euro in un’ora,…ma lasciamo perdere.
Stefano
10 Ottobre 2013 @ 09:33
Allora mi sa che ti conviene pensare a migliorare la tua contabilità personale. 😉
Anonimo
10 Ottobre 2013 @ 03:08
=chi se ne frega
Stefano
10 Ottobre 2013 @ 09:32
È un “ma chi se ne frega,” anche se è un termine jolly. XD
matteo
9 Ottobre 2013 @ 23:19
Articolo da incorniciare! Veramente, niente da dire, è sempre bello sentir leggere queste cose! Complimenti, concordo pienamente e aspetto il prossimo articolo!
Stefano
10 Ottobre 2013 @ 09:36
Grazie. 🙂
Wilson
10 Ottobre 2013 @ 10:18
Ciao Stefano,
ti devo fare i miei complimenti per la qualità dei tuoi articoli. Ogni giorno mi danno spunto per migliorare il mio stile di vita. Confermo che non è facile cambiare modo di pensare e soprattutto passare alla fase di agire e non parlare. Pero una volta che entri nel meccanismo i risultati ti portano tante soddisfazioni.
Stefano
11 Ottobre 2013 @ 07:45
Grazie Wilson. 🙂
Giuseppe
10 Ottobre 2013 @ 12:33
Sono molto d’accordo sul discorso che l’unica certezza è che non esistono certezze (e questo comunque non significa per forza scadere nel relativismo a tutti i costi…).
Riguardo la storia dei vaccini, fonti diverse dai produttori degli stessi (e quindi senza, spero, conflitto di interessi) affermano che grazie a tutti i geniacci che evitano di vaccinare i figli per fantomatici motivi stanno per scatenare una delle più grandi epidemie degli ultimi 100 anni. Si prevede entro 5 anni (soprattutto in Gran Bretagna) una epidemia multipla di morbillo. Dopo che per anni non si moriva nemmeno per un influenza se succederà davvero sarà l’ennesima conferma di quanto può essere idiota l’uomo. Mi ritiro a fare cose più utili. 🙂
Stefano
11 Ottobre 2013 @ 07:47
Infatti negli USA stanno tornando malattie scomparse da decenni, tipo vaiolo.
Riccardo
30 Ottobre 2013 @ 09:00
Mi sa che ti confondi, è dal 1978 che non ci sono più casi di vaiolo ed il virus che causa la malattia è considerato estinto (anche se ne esistono ancora campioni in laboratori di ricerca americani e russi).
Stefano
30 Ottobre 2013 @ 17:32
Hai ragione, la fonte è in inglese e ho sbagliato la traduzione. Appena lo ritrovo correggo. 😉
Giuse
10 Ottobre 2013 @ 19:13
ciao Stefano volevo dirti che questo articolo mi piace molto e mi sono in parte rivisto nell’articolo. Complimenti davvero! Dovrebbero esserci + persone come te. ciao
Stefano
11 Ottobre 2013 @ 07:47
Grazie Giuse. 😉
valeria
10 Ottobre 2013 @ 20:24
Concordo in tutto ciò che hai scritto nel tuo articolo Stefano…sono contenta che ci siano persone positive e concrete come te,mi danno la forza per credere di non essere “la pecora nera”!!! Grazie! 🙂
Stefano
11 Ottobre 2013 @ 07:47
Grazie del commento Valeria. 🙂
Silvia
10 Ottobre 2013 @ 23:46
Il tuo discorso, che condivido al 100%, si collega bene a quest’altro post che ho letto proprio oggi http://itsmeloca.altervista.org/fai-cio-che-ami-veramente-i-soldi-oggetto/ la vignetta riassume il concetto!
Stefano
11 Ottobre 2013 @ 07:50
Bella, seguo Zenpencils ma questa non l’avevo vista.
Mattia
11 Ottobre 2013 @ 09:27
Ciao Stefano, non immagini quanto è bello aver letto questo articolo stamattina. Da qualche mese a questa parte, sto seguendo un percorso di crescita personale, sto studiando libri, facendo formazione anche con coach e persone di fama internazionale, e praticamente tutto ciò che sto imparando l’ho ritrovato in questo articolo. Basta lamentarsi, anche delle piccole scemenze, basta pensare ai problemi, bensì alle soluzioni. E se la soluzione non c’è? Basta pensare al problema, tanto non ha soluzione eheh 😀 Sto seguendo un percorso di trasformazione, che mi sta togliendo dalla conformazione. Il 97% delle persone al mondo non ha successo, proprio perché sceglie di conformarsi piuttosto che trasformarsi, e tutto ciò di cui si ha bisogno per ottenere la vita che si vuole, è dentro di noi. Nell’universo esiste solo la perfezione e l’ABBONDANZA! Non esiste la povertà, è soltanto la mediocrità indotta dalla società che fa concentrare l’uomo sulla mancanza, piuttosto che sull’abbondanza. Scrivete i vostri obiettivi, scriveteli su un foglio e attaccatelo in bagno, cosi che ogni giorno possiate vedere dove DOVETE arrivare per essere felici. Leggete, studiate, crescete, lo dico a voi per ricordarlo a me, non esiste cosa che non possa essere raggiunta, basta volerlo, e semplicemente, farlo! Un uomo senza un obiettivo è come una nave senza rotta, prende il largo ma non sa dove arriva. In gamba Stefano ed in gamba voi, la strada per il successo è fatta di tante buche e difficoltà, verremo derisi anche dalle persone care e vicine a noi, ma quando accadrà, vuol dire che siamo sulla strada giusta 🙂
Vi consiglio un libro che mi è stato consigliato da tantissimi formatori, e che sto acquistando proprio ora: “Pensa e arricchisci te stesso – di Napoleon Hill” Tutto ciò che c’è da sapere per arrivare al successo è scritto qui dentro.
Vi lascio con una perla che mi è piaciuta moltissimo e mi ha dato veramente un grande aiuto:
“Piuttosto che chiedere: cosa devo fare per arrivare dove voglio? Dovete chiedere: cosa devo essere?”
Essere -> Fare -> Avere
Le persone voglio avere, avere e avere, senza prima ESSERE e FARE!
Stefano
11 Ottobre 2013 @ 15:12
Mi piace la tua mentalità mattia. 🙂
Angus
11 Ottobre 2013 @ 11:28
Sottoscrivo in pieno.
Il mio sogno, quel che mi renderebbe l’uomo più felice del Mondo?
Ci sono dentro, ci provo, ho ricevuto delle sconfitte, mi rialzo, tento ancora.
Carlo
11 Ottobre 2013 @ 11:44
Eccezzionale questo articolo !!!!! Ci provo tutti i giorni…
Unico problema i figli piccoli .. Vedremooo.ciaooo stefano
Andrea
11 Ottobre 2013 @ 12:33
Ciao stefano se non mi ricordo male.. nel corso di Inglese..(Impara l’inglese in 6 mesi) inviavi nell’email degli ebook corti,dovevi c’era ogni lezione scritta.Queste non le invii più?Oppure fai il video + ebook?
Andrea
11 Ottobre 2013 @ 13:31
Ahaha Ah comunque per quanto riguarda L’inglese Dinamico lo sto vedendo dappertutto,intendo la pubblicità,in qualsiasi sito che vado vedo la pubblicità D:
Matt
11 Ottobre 2013 @ 15:36
Ma se voglio andare a vivere in Togo… che li cerco a fare gli Italiani?? Se vado là è proprio per evitarli! XD
Stefano
11 Ottobre 2013 @ 16:05
L’italiano medio non la pensa così. 😛
maurizio
12 Ottobre 2013 @ 09:02
e pensare che è da tempo che uso la “sticazziterapia” e non sapevo fosse condivisa. L’ho adottata perchè ha sempre avuto un effetto calmante quanto ti affollano tutti quei pensieri immobilizzanti. Pronunci la parolina magica e puff….tutto svanisce e ricominci il tuo percorso.
Stefano
12 Ottobre 2013 @ 09:18
Sticazziterapia, questa la uso anch’io. 😀
Alessandro
12 Ottobre 2013 @ 16:05
Ciao Stefano, da quando sono tornato dagli US sono stato piuttosto impegnato. In inghilterra ci ho messo piede solo per cambiare aereo, ma sono sicuro che un giorno, prima o poi, ci incontreremo. Bello questo articolo, complimenti. Io sto vivendo “my way” ormai da quasi un anno, e nonostante questa crisi mi faccia paura, (paura per quel 90% di persone di cui parli te e che non si sa che fine possono fare, e che, purtroppo o per fortuna, stanno intorno a me ed alla mia famiglia) a me ha dato la forza di cambiare e di riprendere possesso delle mie giornate e della a mia mente. Intorno a me vedo tanti sguardi compassionevoli, ma è inutile che cerchi di spiegare alle persone “inquadrate”. Non capiscono il perchè di tutti questi libri, non capiscono il perchè faccio il contrario di quello che farebbero loro e che mi consigliano (io non chiedo mai niente a nessuno, ma i consigli me li danno ugualmente, ahaha). Loro sono troppo impegnate ad andare a fondo per cercare di capire qualcosa di diverso. E io non ho voglia di spiegare quello che è il mio approccio, e fondamentalmente non ne ho neppure il tempo, perchè HO DA FARE! Non so neppure io esattamente quello che sto facendo, ma lo sto facendo e con passione, e questa è la cosa fondamentale. Paradossalmente dopo un periodo di grandi frustrazioni e noia (intorno al 2008-2009 per me) adesso mi sento come quando studiavo all’università, spensierato e pieno di voglia di fare. Io non ho applicato grandi teorie, mi è venuto tutto da solo. Forse fortuna? Forse istinto di sopravvivenza? Non lo so. Quello che voglio dire è che ho come la sensazione che questa crisi mi stia dando delle nuove opportunità, anche se nell’immediato non vedo moneta. Ma anche quendo studiavo non vedevo moneta… E’ vero il mondo è grande, e con l’inglese ho la possibilità di condividere e imparare nuovi modi di vedere, di pensare, di lavorare. Non riesco più a guardare la televisione italiana, dai telegiornali ai talk show. Tanto meno a leggere i giornali italiani. Che tristezza. Non mi interessa cosa “dicono” o cosa “pensano”. Sempre i soliti discorsi, tutti parlano ma nessuno fa. Potrebbe anche essere che sia davvero diventato pazzo, e anche se fosse? chi se ne frega. Solo il tempo dirà chi aveva ragione. Ma io, in tutti i casi, questa volta voglio sbagliare da solo!
Un saluto a te Stefano, ed a tutti i lettori.
Alessandro
Stefano
14 Ottobre 2013 @ 08:27
Il bello è che così hai poca concorrenza. 😉
Ermelynda
12 Ottobre 2013 @ 18:10
ti racconto in poche righe l’applicazione immediata che ho trovato a questo articolo. Stavo leggendo l’articolo:
“ahah, Lore’ (mio fratello), senti che capperare che scrive uno dei miei blogger preferiti “La migliore risposta a buona parte dei problemi del mondo: “e sticazzi?”, grandi perle di saggezza! Questa sì che è crescita personale”
-mio fratello inizia il pippotto sulla crescita personale, non serve a questo, è inutile a quello bla bla bla
“Lore’, sticazzi! (oh, cavolo! Stefano c’ha ragione!)
Questo stupido episodio mi ha fatto però riflettere sulle ultime frasi che avevo letto e sottovalutato. Chi si lamenta delle guerre in africa e poi se ne frega all’atto pratico è semplicemente più ipocrita di dichiara di fregarsene. Mi hai dato un grande spunto con questo articolo (che ho apprezzato anche grazie a mio fratello 🙂
Ora, dato che è saltata l’uscita di questo sabato, vado un po’ a lavorare al mio progetto. Se non riesco a suonare con costanza ora che ho iniziato l’università è perchè non sono stata abbastanza creativa. Se non fosse così dovrei ammettere che non si può studiare e suonare contemporaneamente, cosa che non sono disposta a fare
Ermelynda
12 Ottobre 2013 @ 18:13
ps. ottima la Paulaner!
Stefano
14 Ottobre 2013 @ 08:33
Buona neh? 😛
Valeria
12 Ottobre 2013 @ 23:12
Ciao Stefano..
Innanzitutto vorrei farti i piu’ sentiti complimenti x i tuoi articoli..Ho conosciuto Mindcheats e te x caso un paio di anni fa mi pare..(anche se credo che non esista caso o coincidenza)e da allora ti leggo spesso.Anch’io..come qualcuno ha gia’ detto sono felice di aver trovato qualcuno che la pensa come me su molte cose..e’ molto confortante e ti fa sentire capita..Ti ringrazio x i molteplici spunti che mi dai..mi ripropongo sempre di leggerti ancora piu’ spesso x provare a mettere in pratica cio’ che suggerisci..Non e’ sempre facile..ma leggere i tuoi articoli mi da’ una carica pazzesca e mi rende ottimista anche quando mi capita di sentirmi poco fiduciosa..Quindi grazie di nuovo e continua cosi’..
Valeria♡
Andrea
14 Ottobre 2013 @ 00:23
Ciao Stefano,volevo chiederti,ma nel Inglese Dinamico quello che lo impareresti in 6 mesi,intendi solo scritto?Come fai ad imparare anche l’orale?Intendo anche le pronunce giuste alle parole?
Stefano
14 Ottobre 2013 @ 08:38
Se parli del corso completo, sia inglese che orale. Per forza di cose saprai meglio lo scritto, perché è più facile e lo usi per “trascinare” l’orale: meglio sai il primo, più velocemente impari il secondo. Se cerchi di sapere entrambi allo stesso livello perdi di efficacia e i tempi si allungano (e lo stress sale). 😉
Davide
15 Ottobre 2013 @ 19:37
Ciao Stefano!
Sono un “ragazzo” di 23 anni, vivo in Sicilia, divido una doppia con la mia ragazza e mi sto per laureare in materie umanistiche.
Innanzitutto complimenti per il sito, è bello trovare scritte da un italiano cose che prima dovevo andarmi a cercare in lingua inglese :).
Sono parecchio interessato alla crescita personale e a migliorare la mia situazione che attualmente non mi piace.
La cosa che mi piace meno di me è che sono maledettamente pigro!
Oggi ad esempio, nonostante i tanti buoni propositi ho passato il pomeriggio a ca**eggiare qui al computer quando in realtà avrei cose urgenti/ importanti e importanti /non urgenti da fare. Come posso fare a migliorare la mia situazione? Come posso fare a smettere di dire a me stesso: “ora basta, muovi il culo” ed iniziare a muoverlo davvero il culo?
Premetto che ho iniziato a programmare a lungo termine un anno fa i miei esami e devo dire che tutto è andato come previsto, il problema è che oggi avrei potuto:
Cercare un lavoretto, leggere qualcosa per la tesi, fare tante cose più produttive e coltivare le mie passioni (scacchi, libri e altro) e invece? Una mummia davanti al pc, potresti darmi qualche consiglio per muovere ‘sto culo?
Anche perché il mio sogno è diventare medico e ho deciso di farcela, costi quel che costi, anche se tutti mi dicono che è un percorso lungo, che ho già 23 anni voglio provare a fare il test, se fallirò farò altro e poi ritenterò.
Un’altra cosa è questa… adesso quando cerco di immaginare cosa voglio fare nella vita vedo la medicina ma è così da 1 anni a questa parte, 1 anno fa il mio sogno era un altro, 1 anno e mezzo fa un altro ancora, negli ultimi anni ho cambiato idea sul mio futuro tante, tante volte. Ho paura di non avere davvero un sogno e di cambiarne uno ogni due anni.
Stefano
16 Ottobre 2013 @ 07:53
Vai a piccoli passi, non puoi passare da pigro a superimpegnato in un giorno. 🙂
laura gay
18 Ottobre 2013 @ 22:17
!!!!!!! 🙂 fantastico !!!
Agente Segreto S
20 Ottobre 2013 @ 19:12
Bravo Stefano, seguire i propri desideri… quando si è piccoli sembra una cosa così naturale e invece crescendo ci dimentichiamo persino quali fossero i nostri desideri e iniziamo a seguire quelli di qualcun altro.
prezzemolo
31 Ottobre 2013 @ 20:45
La libertà è un’illusione ed anche se credete di stare vivendo una vita – come dice l’autore – alternativa in realtà state vivendo la stessa vita di m# di tutti!