Sulla punta della lingua, 3 tecniche per non provarlo mai più
Ce l’ho sulla punta della lingua! Un attimo che mi viene!
Sensazione orribile. Sai di ricordarti un’informazione, sai che è proprio lì nel cervello, ma proprio non riesci a richiamarla. E più ci pensi, più ti sembra che non riuscirai a trovare la risposta. Poi il giorno dopo ti dici “hey, ecco quello che stavo cercando”. E magari non ti serve nemmeno più.
La verità è che, effettivamente, più pensi a qualcosa che è sulla punta della lingua e meno possibilità avrai di ricordarla. Il procedimento da applicare non è molto intuitivo, e per questo viene usato da pochi.
In questo articolo ti voglio spiegare tre tecniche efficaci per rimettere in moto il tuo cervello quando incrocia le braccia e non vuole proprio darti il pezzo di memoria che stai disperatamente cercando.
1 – Rilassati
Se sei uno studente all’interrogazione, è probabile che le tue lacune improvvise siano dovute allo stress. Se sei un tipo ansioso, devo darti una cattiva notizia: la tensione inibisce la capacità del cervello di ricordare le cose. Che scatole, lo so, l’unica cosa che puoi fare è cercare di rilassarti.
Mica semplice, quando se lì con il professore che ti squadra. Ma non ti preoccupare: la PNL viene in tuo soccorso!
- Utilizza l‘ancoraggio;
- Chiudi gli occhi, stacca la mente e fai un respiro profondo. Cambiare le posizioni del corpo aiuta a rilassarsi;
- Richiama nella tua memoria una situazione nella quale ti sei sentito completamente rilassato e a tuo agio.
Anzi, ti consiglio di fare delle prove generali in questo momento. Allenati per qualche minuto e trova il tuo metodo ideale per rilassarti. Quello che va bene per me potrebbe non andare bene per te, quindi non posso darti delle indicazioni troppo specifiche. Con me ad esempio funzionano il secondo e il terzo metodo, tu invece che strategia usi? Fammelo sapere nei commenti. 😉
2 – Non pensarci
Sembra paradossale, ma per ricordare qualcosa che è sulla punta della lingua devi smettere di pensarci. Fai andare la tua mente da qualche parte per una decina di secondi, poi riprova. Ti è arrivata l’illuminazione?
Non so perché questo metodo funziona, non ricordo nemmeno dove l’ho letto non so quanti anni fa (no, non ce l’ho nemmeno sulla punta della lingua). Però con me funziona, e quindi voglio condividerlo in questo articolo. Fammi sapere se ottieni gli stessi risultati!
Immagino sia questo il motivo se qualcosa ti viene in mente proprio mentre non ci stavi pensando. Questo cozza violentemente con il principio di focalizzare la mente, ma cosa ci vuoi fare? Il cervello è un mistero.
Certo, può essere un po’ difficile non pensare a niente mentre sei nel bel mezzo di un esame orale all’università. Soprattutto se non te la stai cavando benissimo e stai lottando per un misero 18. Brutti ricordi! 😀 E allora, se è questo il caso, ignora il secondo consiglio e passa direttamente al terzo.
3 – Fai mente locale
Un ricordo non è mai isolato, è sempre collegato ad altri ricordi o situazioni su due livelli:
- A livello del ricordo in sé, non esiste una memoria a sé stante. Ad esempio ricordi quel professore veramente cattivo, che parlava con un accento strano e insegnava matematica (sì, ho fatto un esempio personale). Sono tutti dei ricordi collegati;
- A livello del cervello, i neuroni sono collegati gli uni agli altri, e così le informazioni.
Non si sa ancora bene come funzionino i ricordi, ma come ho spiegato in un articolo precedente se stimoli l’area adiacente ad un ricordo che non ti viene proprio in mente, riuscirai ad aiutare la memoria a fare il suo lavoro.
Proprio non ti viene in mente quella particolare informazione? Nessun problema, pensa a tutte quelle collegate.
Conclusione
Ora non voglio più sentirti dire “ce l’ho sulla punta della lingua”.
No, purtroppo ti capiterà ancora. Non ci sono tecniche miracolose che tengono, non riuscirai a ricordarti sempre tutto. O forse si, e allora dimmi come fai che mi interessa! 😉
L’unica cosa che posso assicurarti è che seguendo questi tre consigli avrai molte più possibilità di farti uscire dal cervello quelle informazioni che stai cercando.
Enrico
23 Febbraio 2012 @ 08:08
3 ottimi consigli anche se credo che il più efficace sia sicuramente il terzo.
In situazioni in cui l’informazione va ricordata e non ci si può permettere ne di rilassarsi ne tantomeno di pensare ad altro (vedi un esame) è l’unica cosa da fare.
Quando invece la circostanza lo permette la tecnica n 2 è bellissima. Mi diverto sempre un sacco a cambiare argomento e dopo qualche minuto… bam, ecco la risposta!
Mindcheats
23 Febbraio 2012 @ 10:52
Fortunatamente, non mi vengono in mente altre situazioni in cui si deve ricordare qualcosa sotto pressione. A scuola e al lavoro, per il resto ci si può prendere il tempo che si vuole. E personalmente, è anche quello che preferisco fare. 😉
carlo
23 Maggio 2013 @ 19:52
A me capita spesso di non ricordare cose o nomi che ho già detto tantissime volte. La cosa mi fa arrabbiare da morire. Così mi sforzo di non pensarci e quasi sempre, magari il giorno dopo si accende la lampadina. A quel punto per evitare la stessa odiosa situazione faccio un collegamento con oggetti o parole che mi aiutino a ricordare e da quel momento non la dimentico più.
Stefano
23 Maggio 2013 @ 21:39
Ottimo metodo Carlo. 🙂
Davide
16 Giugno 2013 @ 12:41
Ottimi consigli: in realtà con me funziona solamente il primo. Mi è capitato proprio durante un’interrogazione; ho chiuso gli occhi , non ho pensato a nulla e poi ho ripreso il discorso! Yeah
Angus
16 Agosto 2013 @ 10:44
Buoni consigli, anche se ahimè, a un’interrogazione orale mi trovo un po’ male a chiudere gli occhi e rilassarmi, o tantomeno pensare ad altro con tutti quelli che mi fissano. Solitamente se sto parlando e mi accorgo prima di non ricordare un qualcosa, vado avanti senza farlo notare e stendo dei “cuscini” che mi permettano di aggiungere in modo casuale l’informazione che non ricordo, e da farla sembrare messa lì volontariamente e non frutto di una spremuta mentale… Altrimenti se proprio non ricordo, vado avanti lasciando un minimo di buona impressione sull’argomento con i cuscini. Quando non c’è niente che posso aggiungere a una domanda che implica una risposta secca e sicura, vado nel panico e faccio scena muta. Acc!