Cosa puoi imparare dal mozzo di una baleniera al Polo Sud

“1929, Polo sud

Diario Personale dell’ammiraglio  Richard E. Byrd (bio)

E’ successo di nuovo, anche oggi.

La situazione sta diventando insostenibile, non so fino a quando potremmo resistere.

Nonostante siano trascorsi ormai più di 8 mesi da quando io e tutto il mio equipaggio siamo arrivati qua al Polo Sud, gli uomini a bordo continuano a comportarsi come dei poppanti.

Oggi, dopo aver passato un paio d’ore a studiare la rotta più adeguata, decido di andare a pranzo per godermi un buon pasto ed un’oretta di meritato riposo. Ero molto affaticato.

Così apro la porta della mensa, convinto di poter godere di qualche gioviale momento col mio equipaggio, e cosa trovo?

Trovo quella sottospecie di Proscimmia di Floyd, l’uomo delle comunicazioni radio, con il volto insanguinato, seduto sul petto di Harold, il mozzo del ponte di prua, che tenta di rompergli il muso a pugni.

Gli altri membri dell’equipaggio cercano di dividerli, ma niente. Floyd molla un paio di pugni in faccia al povero Harold, che per proteggersi spacca un piatto di ceramica sulla testa del suo avversario talmente forte che svennero entrambi. Uno per la botta, l’altro per la fatica.

Corro subito a vedere come stanno i due lottatori, ed appena ne ho l’occasione chiedo il perché di quell’ennesima rissa, era la quarta del mese.

” Sarà successo qualcosa di grave” pensai. “Magari uno aveva derubato l’altro. Oppure c’era stato qualche grave atto di nonnismo. “Solo qualcosa di veramente pesante avrebbe potuto scatenare una rissa del genere”. Macché ! Non ero  mai stato così lontano dalla realtà…

… la rissa era nata perché Harold masticava troppo forte.

HAROLD-MASTICAVA-TROPPO-FORTE

Si proprio così, uno aveva picchiato l’altro perché infastidito dal suo sgranocchiare.

Ma come diavolo è possibile? Come è potuto succedere?

Da oltre otto mesi siamo totalmente isolati dal mondo, in uno dei posti più inospitali e freddi della terra, mangiamo solo latte in polvere e cibo in scatola, non abbiamo notizie di parenti ed amici. Abbiamo centinaia, anzi migliaia, di cose di cui lamentarci. 

Dovremmo protestare, sbraitare come pazzi, per averci assegnato a questa missione in questo posto dimenticato persino dal Signore, ed invece? 

Ed invece ci accontentiamo della nostra situazione, la accettiamo. Mentre ci ribolle il sangue quando qualcosa di insignificante ci da fastidio. Ci va bene morire di freddo, ma passiamo alle mani quando qualcuno mastica troppo forte.”

– Diario dell’ammiraglio Byrd

Questa stessa cosa avviene ogni giorno, nella nostra vita. E ce la sta distruggendo piano piano.

Nella nostra testa c’è un bug, un orribile problema, che ci fa fare il diavolo a quattro per cose insignificanti, ci fa arrabbiare come matti per piccolezze passeggere che non contano nulla. Ma quando c’è veramente qualcosa che non va, quando c’è veramente qualcosa per cui vale la pena di morire, ecco... la accettiamo come se ne fossimo destinati.

  • Facciamo casino per un goal in fuorigioco ma stiamo in silenzio quando ci rubano il futuro
  • Ce la prendiamo con il partner o con i genitori, tra le poche persone che ci vogliono veramente bene, per piccoli screzi ma accettiamo quando gli altri ci maltrattano
  • Ci incavoliamo per la giornata di pioggia ma accettiamo  di stare sottomessi in un lavoro non soddisfacente o di stare in una situazione scomoda

Quando una cosa ti disturba ti incavoli.

Quando una cosa ti sta tappando le ali, finisci con l’accettarla e rassegnarti. E nel frattempo la tua vita scorre. Combattendo una cavolata per volta. 

Ed un bel giorno staremo tutti, sul punto di morte, rimpiangendo ogni secondo passato a pensare alle frivolezze, e sentendoci inutili perché non abbiamo impuntato i piedi quando avremmo dovuto.

Ma adesso basta. Adesso è finito il momento di piangersi addosso ed è arrivato il momento di trovare una soluzione a questo dannato problema del Polo Sud che ci sta distruggendo la vita.

Oggi vedrai l’unica soluzione, efficace, e realmente esistente per dare una svolta fantastica alla tua vita, ma prima…

… per favore sposati prima dei 50 anni

Dalle mie parti, quando una donna viene chiamata “Signora” vuol dire che è “maritata, o almeno lo è stata. Quando invece la si chiama “Signorina” allora è “schietta”, quindi nubile. Se invece è avanti con l’età allora è “schietta grande”, come se si fosse appena evoluta in un Pokemon di livello più alto.

Si usa questo termine perché dire “zitella” potrebbe risultare un termine offensivo e si cerca sempre di essere educati.

Non ho alcun tipo di pregiudizio e non penso che questo stereotipo abbia alcun senso. Fatto sta che dire “zitella” è  un insulto per molti. Questa parola viene associata ad una persona sola e scorbutica, che tende a creare liti e ad essere acida.

Si pensa infatti, che quando si ha una vita poco impegnata, perché non si ha ne marito ne figli, si tende ad attaccarsi alle piccole cose molto più degli altri ed a diventare scorbutici. (come ho già detto non ho pregiudizi, e non mi interessa discutere l’argomento).

Se non hai niente di più importante ti attacchi alle piccole cose. Se non hai una cosa di essenziale che cattura la tua attenzione ( come un figlio, o un lavoro) ogni pelo diventa una trave e finisci col rovinarti le giornate a forza di cavolate

La stessa cosa la dice l’ammiraglio Byrd, quello della storia di sopra. Nel suo diario scrisse che le liti tra i suoi uomini erano dovute al fatto che oramai i giorni erano tutti uguali fra loro e  non si distinguevano più. E questa mancanza di “senso” della vita provocava le liti per un nonnulla.

Così, quando lui stesso si ritrovò da solo al polo Sud dieci anni più tardi, capì che avrebbe dovuto impegnarsi la giornata, altrimenti sarebbe impazzito.

Tutti noi abbiamo la sindrome di Jack Nicholoson Shining: quando non c’è nulla da fare o che ci prende, diventiamo matti e ce la prendiamo con chi ci sta vicino

Anche Wiston Churcill diceva:

” Non soffro di crisi di panico e non mi preoccupo delle piccole cose, sono troppo impegnato per farlo”

E invece George Bernard Shaw diceva:

” Il segreto per essere infelici sta nell’avere tempo di domandarsi se si è felici o meno”

Sono sicuro che sarà capitato qualche volta anche a te.

Ti è successo qualcosa di grave, come un emergenza o un lutto, oppure hai trovato qualcosa che ti prende totalmente, come una passione o un lavoro, ed ecco che tutto passa in secondo piano, tutto diventa secondario e le cose che prima ti facevano innervosire o arrabbiare adesso non contano niente.

Ecco, c’è solo una soluzione per evitare di rovinarci dietro le piccolezze e vivere una vita fantastica: trovare un obiettivo chiaro.

Una sola “ragione d’essere” che ti impegni la giornata, ti renda fiero, e che faccia passare tutto il resto in secondo piano. E per farlo riceverai 2 consigli da due pluri-milionari

Come scegliere, creare ed inseguire il tuo obiettivo: le regole dei due milionari

Qualche giorno fa è uscita un intervista su Business Insider a Gary Vee.

Gary è uno dei più influenti e fighi imprenditori della nostra era, ha centinaia di business diversi, ed ha collaborato alla creazione di grandi colossi come “Twitter”.

Quando gli chiesero quale fosse l’abitudine più utile per tutti coloro che vogliono avere successo disse una sola cosa:

“Reverse engineering”

La Reverse engineering (almeno come la intende Gary) è la capacità di saper progettare e pianificare le cose (il proprio futuro, la propria carriera, il proprio successo) partendo dalla fine e andando indietro.

Parti dal tuo fine ultimo, e vai indietro, passo passo, fino a cosa dovrai fare oggi.

  • Vuoi laurearti con 110 e lode? Che media dovrai avere? quali sono i prossimi passi?
  • Vuoi guadagnare un Milione di Euro? Come dovrai farli? Quali competenze e mezzi ti serviranno?

Prendi il tuo obiettivo, chiediti “Qual è la cosa migliore da fare o da ottenere per raggiungerlo?”

Dopo esserti posto questa domanda stabilisci un obiettivo intermedio e ripeti il ciclo finché non troverai un compito che potrai fare persino domani stesso.

E se non hai il tuo obiettivo? Se sei ancora indeciso?

Fortunatamente per te c’è un altro milionario dietro la porta che ha la soluzione. Si chiama Ryan Allis.

Ryan, dopo aver venduto la sua azienda (iContact) per 270 milioni di dollari (ne ho parlato già qua), è stato selezionato da Obama per creare una task force per salvare il mondo. 

Ha un metodo veramente eccezionale per stabilire il suo obiettivo... scrive il suo epitaffio.

Cosa ti piacerebbe che che la gente scriva sulla tua tomba? Come vorresti essere ricordato?

Scrivi adesso il tuo epitaffio. Non avere fretta, e ricordati che dovrai sbagliare circa 30-40 volte per trovare quello giusto.

Il mio per esempio è questo, ed è uscito al 48esimo tentativo.

“Qui giace Francesco, imprenditore di successo e Filantropo, che passò tutta la sua vita tentando di salvare e migliorare il mondo, una persona per volta”

E adesso scrivi il tuo:

Conclusione

  • Nella nostra testa c’è un problema grave: lasciamo perdere le cose per cui dovremmo lottare e lottiamo per le cose che dovremmo lasciar perdere
  • Ci attacchiamo alle frivolezze perché non siamo abbastanza impegnati e non abbiamo qualcos’altro a cui pensare
  • Per avere qualcosa che dia un senso alle nostre giornate dobbiamo stabilire un obiettivo chiaro e seguirlo giorno dopo giorno
  • Per stabilire il tuo obiettivo pensa al tuo epitaffio e modificalo 40-50 volte finché non sarà perfetto
  • Dopo di che ragiona al contrario. Parti dal tuo epitaffio e fai tutti i passi indietro che ti servono per raggiungere il tuo obiettivo.

Se non ti imbarazza lasciami un commento con il tuo epitaffio. Mi piacerebbe molto sapere quello che desideri, oppure se ti piace il  mio di obiettivo.  Abbiamo una sola chance per vivere alla grande, sarebbe un peccato sprecarla!