3 pericolose trappole mentali che condizionano la tua vita
La mente irrazionale gioca dei brutti scherzi e compie ragionamenti pericolosi dai quali devi imparare a difenderti.
Questi ragionamenti sono a “livello 0”, ossia i pensieri primordiali sui quali la mente razionale si basa per interpretare il mondo. Per questo sono difficili da scovare: sono assiomi dati per veri dal cervello. L’unico modo per renderti conto degli errori del tuo inconscio è diventare un osservatore imparziale, ma per farlo ti servono gli strumenti e la conoscenza giusta.
In questo articolo ti parlerò delle 3 più pericolose trappole mentali che devi imparare a riconoscere, altrimenti continueranno a tenere imprigionata la tua mente in una serie di preconcetti sbagliati.
1 – “La mia situazione è diversa”
Nel mondo delle società di massa, tutti vogliamo sentirci un po’ unici. Sei un individuo con le sue caratteristiche, le sue credenze, i suoi punti di forza e di debolezza. Nessuno è come te, come con le impronte digitali.
Per quanto sia in parte vero, questa credenza dà origine a una trappola mentale pericolosa: quella del “la mia situazione è diversa”. In genere, questa frase la usi quando non hai ottenuto il risultato che speravi o giustifichi un fallimento.
Anche se tu sei unico, la situazione in cui ti trovi è comune a migliaia di altre persone. Ti faccio alcuni esempi:
- Hai un esame da recuperare a settembre.
- Sei senza lavoro.
- Non riesci a dimagrire.
Quando non raggiungi i tuoi obiettivi, il tuo inconscio ti fa pensare che non è colpa tua, ma è colpa di tutte quelle sfortune che capitano solo a te. Eh ma c’è la crisi, eh ma sono sempre fuori la sera.
Credi che quelli che hanno successo non hanno mai avuto problemi, perché non li mostrano. Quando guardi una persona in forma, non pensi che forse ha dovuto fare dei sacrifici e rinunciare sistematicamente ai dolci. Quando vedi un laureato con 110 e lode, non vedi le nottate spese sui libri.
Per raggiungere un obiettivo tutti dobbiamo superare delle difficoltà e tutti abbiamo delle sfortune. La differenza nel risultato non è data da chi ha più fortuna, ma da chi è più testardo e va avanti nonostante le difficoltà. La tua situazione non è diversa da quella degli altri, è solo il tuo punto di vista ad essere diverso.
2 – “Ne sono sicuro”
Siamo a Love Canal, New York, nel 1980. Vicino alle cascate del Niagara, la polizia trova una discarica illegale di scorie altamente tossiche. La notizia viene ripresa dai media e diventa un dibattito politico, tanto che viene varato un emendamento ad hoc: il CERCLA (Comprehensive Environmental Response, compensation and liability act).
Viene creato il Superfund, un fondo per proteggere i cittadini dal rischio dell’inquinamento. Secondo la legge americana, la copertura dei costi di bonifica è a carico di colui che ha inquinato, anche se la contaminazione è avvenuta anni prima. Quando si tratta di una discarica abusiva, come nel caso del Love Canal, i soldi vengono presi da questo Superfund finanziato dai contribuenti.
L’obiettivo del Superfund è di azzerare i rischi per la salute dati dall’inquinamento. Tutto bello? Ma nemmeno per sogno.
Un gruppo di studiosi dell’università della Pennsylvania, nel 1993, ha condotto un’indagine per verificare la bontà del programma Superfund. Ha preso un campione di 433 persone fra giudici, politici, ambientalisti e direttori d’azienda: i gruppi più influenzati dall’esistenza del Superfund, e persone con una certa cultura.
Il questionario aveva una serie di situazioni dove le persone potevano scegliere l’alternativa migliore. Uno di questi prendeva due discariche che inquinano l’acqua di due città: la più grande di 2 milioni di abitanti, la più piccola di 1 milione. Nella città più grande, la discarica causa 8 cancri all’anno. In quella più piccola, 4 casi all’anno. I fondi per la bonifica sono limitati e ci sono solo tre opzioni:
- Bonificare parzialmente le due città, riducendo i casi di cancro da 8 a 4 e da 4 a 2 nelle due città.
- Bonificare la città più piccola e azzerare i casi da 4 a 0, ma nella città più grande i casi passano da 8 a 7 solamente.
- Bonificare la città più grande: i casi passano da 8 a 3 e nella piccola da 4 a 3.
Basta fare le addizioni per vedere che l’opzione 2 è la peggiore. Eppure nel sondaggio compilato da esperti e laureati, la seconda opzione è stata valutata come la migliore dall’11% dei soggetti, e un altro 42% l’ha messa a metà strada. In altre parole, il 53% degli intervistati ha commesso un errore clamoroso. Perché?
Quando confrontato con l’incertezza, il cervello va in tilt.
Ti blocchi, smetti di pensare razionalmente e l’inconscio prende il sopravvento. Commetti errori banali e pensi in maniera irrazionale. Anche quando hai sotto mano tutti i dati da analizzare (cosa rara nella vita reale), la tua mente pensa solo a una cosa: eliminare l’incertezza.
Questo porta a decisioni paradossali, come dimostrato dall’esempio qui sopra. Il mondo è un posto complesso, l’unica certezza è che non ci sono certezze. Se vuoi eliminare l’incertezza di prendere il cancro, puoi buttarti da un ponte: azzeri il rischio, ma non è una scelta saggia.
Nelle decisioni che prendi puoi minimizzare il rischio, ma non azzerarlo. Come dice il Principio di Pareto, l’efficienza cala tanto più ti avvicini alla perfezione. Più ricerchi la certezza, più i costi per raggiungerla diventano insostenibili.
Il ragionamento non fa una piega a livello economico, ma a noi interessa l’aspetto psicologico: come si riflette questa trappola mentale nella vita di tutti i giorni? Risposta: credi di avere delle certezze, quando il realtà hai solo delle opinioni spesso basate su aria fritta. Da queste finte certezze costruisci il tuo sistema di idee, la tua vita e le tue decisioni. L’influenza delle opinioni sulla tua vita è più grande di quello che pensi, come spiego in questo articolo.
Se sei convinto che i pesticidi chimici siano mortali perché te l’ha detto qualcuno, smetterai di mangiare frutta e incorrerai in problemi ancora più seri (fra l’altro è stato dimostrato che i pesticidi naturali sono più cancerogeni di quelli chimici).
Le certezze sono un’illusione del cervello, la sicurezza è un castello di carte. Non agire mai con la presunzione di avere ragione.
3 – “Già che ci sono lo finisco”
Immagina di essere il proprietario di Ryanair.
Stai sviluppando un nuovo tipo di aereo che richiede 5 anni e 5 milioni di euro. Quando hai investito 4 anni e 4 milioni, la Easyjet se ne esce con un modello superiore al tuo. Ora la domanda: investi l’ultimo milione di euro per finire il tuo progetto, o butti all’aria 4 anni e 4 milioni?
Secondo una ricerca fatta su manager e proprietari di grosse aziende, la maggior parte continuerebbe il progetto. Ma riformuliamo la domanda in altri termini: investiresti un anno e un milione di euro per creare un aereo inferiore alla concorrenza? In questo caso, quasi tutti rispondono di no.
La situazione è la stessa, ma nel secondo caso non faccio menzione dell’investimento precedente.
Questo esempio dimostra una trappola mentale comune: il “già che ci sono lo finisco”. Ossia: se ho investito in qualcosa, non voglio buttare il lavoro che ho fatto anche quando significa peggiorare le cose.
Fai un esperimento con i tuoi amici. Prendine due e tira fuori una moneta da un euro: “adesso facciamo un asta a partire da 10 centesimi, chi fa l’offerta più alta compra questa moneta da un euro al prezzo finale. Ma chi perde deve buttare nella spazzatura la sua offerta più alta.” Se i tuoi amici accettano di giocare, statisticamente è probabile che il prezzo finale sia oltre l’euro. In altre parole: compreranno la moneta da un euro per un euro e venti centesimi.
La ragione è la stessa: ho già investito ottanta centesimi, quindi è la stessa cosa investirne ottantuno. Ma allora posso anche salire a ottantadue e così via, fino a superare l’euro.
Questa è la mentalità del non-spreco che, seppur lodevole in certi ambiti, può condizionare il tuo pensiero. A volte è più saggio rinunciare a un investimento passato, piuttosto che investire ancora di più in qualcosa di inutile. Tienilo presente ogni volta che ti dici “già che ci sono…”
Sei mai caduto in una di queste trappole mentali? Fammi sapere la tua esperienza con un commento! 🙂
Alessandro
14 Agosto 2013 @ 14:50
Innanzitutto complimenti per l’articolo.
Mi sono reso conto di cadere spesso in questo tranelli, specialmente il terzo, anche se il mio caso è diverso… 🙂
A parte gli scherzi, in futuro farò più attenzione. Grazie per l’avvertimento
Stefano
15 Agosto 2013 @ 08:03
Prego Alessandro. 😛
Massimo
14 Agosto 2013 @ 14:55
Ciao,
non capisco bene l’esempio dell’euro.
Mi è sembrato sensato, in quel caso, non abbandonare. Abbandonare a 80 centesimi porterebbe ad uno spreco di 80 centesimi. Vincere a 1,20 crea uno spreco di 20 centesimi.
Certo, l’ideale sarebbe stato non giocare.. 🙂
Stefano
15 Agosto 2013 @ 08:04
L’esempio vuole giusto dimostrare che ragionamenti logici (come il tuo) possono portare a conclusioni illogiche (pagare 1,20 per 1 euro). 😉
Edoardo
14 Agosto 2013 @ 15:00
Il terzo punto si verifica spesso nel poker. Anche non avendo niente in mano talvolta si continua a puntare sino alla fine ”per non perdere quello già puntato”.
Stefano
15 Agosto 2013 @ 08:05
Gioco molto poco a poker ma mi ritrovo nelle tue parole.
Davide
14 Agosto 2013 @ 15:17
Il primo e il terzo….
Commettere errori clamorosi ci sta, a patto di imparare da essi.
Il ‘già che ci sono lo finisco’ è devastante: mi ha sempre condotto verso scelte sbagliatissime.
Io aggiungerei anche ‘ il non decidere, l’immobilismo’: anche questo spesso porta al fallimento progettuale.
Fortunatamente, sto lavorando molto, per migliorare la mia attenzione nei confronti di queste trappole mentali.
Grazie, articolo molto carino.
Stefano
15 Agosto 2013 @ 08:05
Grazie a te per il commento Davide. 🙂
Davide
14 Agosto 2013 @ 15:41
A me capita sempre con il cibo e finisco sempre tutto anche se sono già sazio.
Domino
14 Agosto 2013 @ 16:30
Già che ci sono lo finisco. Nel mio caso si verifica sia come spreco di denaro, sia come spreco di tempo/energia. Esempio: mi viene regalato un corso di inglese molto costoso e molto lungo. Lo inizio, alla 10° lezione mi sono ben resa conto di come sia strutturato il libro: frasi da leggere, ascoltare e tradurre. Mi rendo anche conto che è un libro di inglese livello base, il chè lo rende ancora più tedioso. Che fare? Prima di tutto è un regalo ed è molto costoso, sarebbe uno sprrrreco di denaro. E sopratutto, ormai l’ho iniziato! Già che ci sono lo finisco… Lezione n°20: okay, è una vera palla, è troppo facile, la voce della registrazione è terribilmente posh e mi sta frantumando gli zebedei. Mi mancano 130 lezioni alla fine. Che fare? Perdere solo 20 unità del mio tempo prezioso od aspettare che il corso me ne faccia sprecare altre 130? L’ho sbolognato ad un amico… E mi è pure dispiaciuto! Tutto il mio spirito gridava “che spreco, non separartene…”. E questo avviene sia anche in altri ambiti. Piuttosto di perdere il poco denaro (o il poco tempo) che ho sprecato in qualcosa di poco utile o efficace, preferisco sprecarne altro. Ed al mio cervello sembra anche una cosa logica!
E anche… Ne sono sicuro. Sono sicura di un po’ troppe cose a dire il vero…
Stefano
15 Agosto 2013 @ 08:07
Tranquilla che qui cadiamo tutti, ma 150 lezioni ad ascoltare e tradurre frasi? Che poca fantasia. 😛
Antonio
14 Agosto 2013 @ 17:47
Quando Massimo dice che “l’ideale sarebbe stato non giocare” mi è venuto subito in mente la trappola psicologica infernale che usano le macchinette videolottery.
Infatti molti utenti giocano tutti i giorni per l’illusione di non perdere quello già “investito”… Potrebbero limitare i danni fermandosi per sempre, ma ciò non avviene perchè sono convinti che la vincita è prossima.
Proprio ora mi viene in mente che queste subdole macchinette usano anche la prima trappola egregiamente illustrata da Stefano ossia “La mia situazione è diversa” nel senso che ogni giocatore seduto davanti ad un videopoker è convinto di essere “il prescelto” che un giorno realizzerà la vincita, non capendo che sta realizzando la vincita del proprietario del Lottery !
Stefano
15 Agosto 2013 @ 08:08
Hai ragione Antonio. Ci si potrebbe scrivere un libro sulla psicologia delle macchinette del videopoker.
Yuri
14 Agosto 2013 @ 19:53
Ciao Stefano in un articolo di qualche tempo fa tu parlavi dell’importanza della preparazione e facevi l’esempio di un libro che diceva che la maggior parte del lavoro, lo si passa a ricercare informazioni prima di scrivere la prima parola. Visto che non riesco più a trovare quale era l’articolo, mi potresti per lo meno linkare il libro?
Ti ringrazio in anticipo 🙂
Stefano
15 Agosto 2013 @ 08:12
Mi dispiace ma non ricordo l’articolo che citi, anche se sono andato a rivedere l’archivio. L’unico dove parlo di scrivere un libro è questo: http://www.mindcheats.net/2012/10/motivazione-lampo.html
Enrico
14 Agosto 2013 @ 22:06
Io sono iscritto al 4 anno di conservatorio di flauto che non mi è mai piaciuto. Già che ho speso tempo e soldi per tutta la giovinezza e mi mancano tre anni già che ci sono lo finisco, credo sia una situazione in cui conviene dire già che ci sono finisco.
Stefano
15 Agosto 2013 @ 08:12
Non sono d’accordo Enrico: se non suonerai mai più il flauto in vita tua, perché continuare e sprecare tempo e denaro? Stai cadendo in un altro errore logico, quello del “la mia situazione è diversa.” 😉
Domino
15 Agosto 2013 @ 10:42
Anche io sono d’accordo con Stefano… Se non ti piace suonare il flauto, è meglio aver sprecato solo 4 anni, oppure è meglio sprecarne 7 in totale? Cosa potresti fare di meglio in questi futuri 3 anni? Come potresti utilizzare i soldi che risparmieresti?
Silvia
17 Agosto 2013 @ 13:48
In 3 anni potresti prendere una laurea triennale in qualcosa che ti piace!! Il tuo è proprio uno dei casi che calzano meglio su questa trappola
Alessandra
15 Agosto 2013 @ 03:05
Ciao, complimenti per l’articolo.
Mi è capitato spesso di cadere nella trappola del secondo punto. Leggendo mi è subito venuto alla mente quando nelle interrogazioni di storia prendevo un voto più alto quando non avevo studiato che quando ero stata dei giorni a studiare guerre, nomi e date…. come mi arrabbiavo
Stefano
15 Agosto 2013 @ 08:19
Mi hai fatto venire in mente quell’epica interrogazione di fisica dove ho preso 7 senza sapere niente con il professore più bas… severo della scuola. 😀
Battute a parte, se prendevi di più quando non studiavi, allora il tuo metodo di studio ha bisogno di qualche ritocco.
Andrea
15 Agosto 2013 @ 13:50
Ciao stefano.. mi è venuta in mente una domanda che riguarda sul dormire.
Se mi ricordo bene dicesti nell’articolo sul fatto di dormire bene,che si dovrebbe dormire dalle 6 alle 8 ore,senza luci led,senza rumori ecc..
Hai detto che il nostro cervello non è abituato a questa epoca,perchè siccome che abbiamo le tapparelle,possono ingannare il nostro cervello facendo la notte e di conseguenza rilascerebbe quella sostanza melatonina(credo) che ci porta a dormire.
La domanda è questa..se io dovrei seguire la mia epoca e il mio cervello…gli orari di dormire sarebbero questi..
In inverno il sole cala alle 5 del pomeriggio e l’alba c’è alle 7 o 8 del mattino..quindi in quell’arco di tempo io dovrei dormire? E soprattutto alle 5 del pomeriggio dove è già buio,il nostro cervello non rilascia quella sostanza?E se uno sta ancora lavorando non sta andando contro il suo ciclo?Anche chi lavora di notte.. non fa male al nostro organismo?
Invece in estate siccome che le giornate sono più lunghe noi dovremmo dormire dalle 10 della sera fino alle 5 del mattino..?
Stefano
15 Agosto 2013 @ 16:20
Nel medioevo, prima dell’illuminazione artificiale, le persone dormivano dal tramonto fino alle 4 di notte, si svegliavano per un’oretta e tornavano a dormire fino all’alba. Una specie di sonno bifasico. Questo ritmo è difficile da mantenere oggi e non è fra i più efficaci, quindi l’ideale è svegliarsi presto per beneficiare della parte della giornata che maggiormente regola il ciclo circadiano. la prima mattina. Il turno di notte è disastroso per l’organismo, infatti ci sono delle leggi apposta che tutelano questo tipo di lavoro.
Andrea
16 Agosto 2013 @ 21:36
Stefano come fai a sapere tutte queste cose?Tutti le cose che scrivi negli articoli,la risposta che mi hai dato..?
Ti faccio questa domanda.. come mai ora che ho 19 anni gli anni passano più velocemente ti quando ero piccolo.. e ogni anno che passa il tempo passa più velocemente??
Stefano
17 Agosto 2013 @ 09:35
Mi piace informarmi. 😛
Ecco, la tua è una bella domanda. La ragione è che nei primi anni di vita fai un sacco di esperienze nuove, che vengono ricordate meglio dal cervello. Ma con il tempo diventano ripetitive e il tempo sembra passare più velocemente perché non te le ricordi così bene. Ti succede anche in una vacanza: i primi 2 giorni sono lunghi, gli altri passano e non te ne accorgi.
Andrea
17 Agosto 2013 @ 11:21
Come logica tutto quadra..però come mai se un operaio ma sempre le stesse con cose,sempre la stessa azienda,sempre gli stessi pezzi e ore..non gli passa mai il tempo..e invece chi fa nuove esperienze gli passa velocemente il tempo? Tipo nuovi sport ecc.
Se c’è anche da dire questo..mi ricordo a scuola.. che quando la prof spiegava su cose nuove..facevo fatica ad ascoltare.. perchè erano cose che non mi interessavano anche se erano nuove,oppure le spiegavano male,però se facciamo ci dava degli esercizi e rimanevo lì concentrato..il tempo passava subito,infatti suonava la campanella e dicevo.. Di già??
E’ vero che il tempo è passato subito perchè ero concentrato però era una cosa nuova,un nuovo esercizio.. quindi come mai il tempo era passato velocemente?
E ultima domanda…come mai stando su internet il tempo passa velocemente,indifferentemente dalle cose che fai..?
Silvia
17 Agosto 2013 @ 13:49
Già che ci sono lo finisco…lo dico sempre con il cibo, salvo poi avere mal di pancia e sensi di colpa per aver mangiato troppo 😛
Andrea
17 Agosto 2013 @ 17:55
Stefano.. mangiar 1 kg di frutta al giorno fa bene?
E una cosa.. che ho già letto tante volte.. ma è vero che il latte fa male berlo?
Domino
17 Agosto 2013 @ 18:59
Anche io sono molto confusa sull’alimentazione. Su internet e sui libri si trova tutto ed il contrario di tutto.
C’è l’alimentazione alcalina, che dice di bilanciare cibi alcalini e cibi acidi.
http://euronet5.eurob.it/contenuti/acidosi_it/file/articoli-opuscoli/11.02.00_MedicinaNaturale_acidosi.pdf
C’è l’alimentazione in base al gruppo sanguigno, che ha delle particolari restrizioni in base appunto al proprio gruppo sanguigno (il gruppo 0 è il cacciatore, il gruppo A è l’agricoltore, il gruppo B è il nomade, il gruppo AB è nomade/agricoltore). http://ricetteemodieta.blogspot.it/
C’è chi dice di mangiare carne e pesce, ma di evitare il latte. C’è chi invece dice di evitare i farinacei.
C’è l’alimentazione vegetariana, che bandisce carne, pesce e molluschi.
C’è l’alimentazione vegana, che bandisce carne, pesce, molluschi, uova, latte e formaggi.
C’è chi dice di mangiare molta frutta. Al mattino, lontano dai pasti, prima dei pasti, …?
C’è chi invece dice di evitare la frutta (troppo glicemica), dolci e zuccheri e di mangiare la verdura.
Poi c’è chi dice di evitare i cibi raffinati come zucchero, cereali e farine e di comprare solo le versioni integrali…
Poi ci sono quelli che mangiano solo biologico, chi solo “locale”, …
Se poi uno deve dimagrire, le cose si complicano: la Plank, la Dunkan, la Beverly Hills, quella a punti, …
Che devo mangiare???
Stefano
17 Agosto 2013 @ 21:37
Allora, hai fatto un sacco di domande quindi per praticità ti rispondo in punti. 🙂
– La storia di alcalinità e acidità è una bufala, non ha senso: nello stomaco tutto è sciolto dall’acido gastrico, che come acidità è secondo solo al solforico. Al massimo devi contrastare l’infiammazione che possono provocare alcuni cibi, la combatti con frutta e verdura.
– L’alimentazione che si basa sul gruppo sanguigno è una pseudo-scienza che non ha un briciolo di validità scientifica e va scartata a priori. Il gruppo sanguigno di una persona è dato dagli antigeni dei globuli rossi e dagli anticorpi nel sangue.
– Non esistono ricerche conclusive sul latte, come ho detto ad Andrea, ufficialmente non è un alimento dannoso anche se a bassa digeribilità. Tutto il resto è fumo negli occhi.
– Se vuoi essere vegetariana per scelta niente te lo vieta, ma attenzione: devi integrare comunque gli amminoacidi essenziali in qualche modo, altrimenti i muscoli (cuore compreso) vanno a quel paese. In ogni caso non esistono ricerche che dimostrano la superiorità del vegetarianismo sul piano alimentare, è una scelta puramente etica.
– In linea generale la frutta la puoi mangiare come vuoi, quando vuoi, quanta ne vuoi (quasi). Fa bene in ogni caso.
– Chi dice di evitare la frutta è un terrorista che vuole farti del male. Quello che va evitato è carico glicemico, non lo zucchero in generale. La frutta contiene fruttosio che ha un indice glicemico inferiore al saccarosio (zucchero da cucina) ed è in quantità inferiori perché ha un potere dolcificante superiore al saccarosio: il carico glicemico di un frutto è troppo basso per causare problemi. L’unica eccezione è la banana, che ha un alto indice glicemico, ma se ne mangi una non avrai comunque problemi (il carico glicemico si ottiene moltiplicando la quantità di zucchero per l’indice glicemico). La verdura va bene e fin qui ci siamo.
– I cibi raffinati, di per sé, non fanno male. È una demonizzazione senza senso. La differenza fra bianco e integrale è minima, scegli quello che ti piace di più. Lo zucchero bianco e quello non raffinato (marrone) sono la stessa identica molecola: saccarosio. Niente differenze oltre al colore.
– Il biologico del fruttivendolo sarà più saporito, ma non sempre è più sano: mancano i controlli e vengono usati pesticidi assurdi per proteggersi da funghi, parassiti e vari. Il top dal punto di vista alimentare è il biologico industriale, seguito dagli OGM (che sono virtualmente senza pesticidi velenosi).
– Nessuna di queste diete ha senso, l’unica dieta utile è formarsi una coscienza alimentare che ti permette di seguire un piano alimentare salutistico per tutta la vita. Quando ami e rispetti il tuo corpo, mangiare sano e restare in forma è una conseguenza.
Ti consiglio albanesi.it che è la massima fonte per quanto riguarda l’alimentazione, di meglio in Italia non trovi. Due categorie ti interessano:
– Alimentazione: http://www.albanesi.it/Alimentazione/Dtmenu.htm
– Dieta: http://www.albanesi.it/Dieta/dieta.htm
Silvia
19 Agosto 2013 @ 13:35
Ottima risposta, sei un grande
Stefano
17 Agosto 2013 @ 21:21
1 chilo mi sembra troppo, sarebbe una cosa come metà abbondante della tua dieta se sei a riposo. Tutto fa male, in eccesso. Serve moderazione.
Non esistono ricerche concludenti che dimostrano la pericolosità del latte, tutto fumo e niente arrosto. La scienza ufficiale dice che è un alimento a bassa digeribilità perché il lattosio è uno zucchero difficile da assimilare, ma non fa male a meno che tu non sia intollerante. Le ricerche anti-latte sono condotte con criteri non scientifici e pertanto non hanno validità.
Se non devi stare iper-attento alla tua dieta, ad esempio sei uno sportivo a livelli elevati, bevi il latte in dosi umane (gli eccessi fanno sempre male) e non avrai problemi.
Giò
18 Agosto 2013 @ 10:10
Vorrei far notare un punto collegato a quello delle certezze. Ed è la mimica facciale e l’intonazione della vocee la scelta delle parole. Molta gente che non ha idea di quello che sta dicendo e di quello che sta facendo, non è neanche in grado di ragionarci, usa questi parametri comunicativi in maniera studiata ad incutere una sensazione di enorme padrnonanza e controllo negli interlocutori, i quali se non consapevoli dell’ipnosi a cui sono sottoposti, pensano di stare parlando con una mente brillante e audacie e priva di falle, e si fanno scioccamente convincere. Questa direi che è la pratica dei seduttori. E’ molto importante fermarsi a pensare agli argomenti continuare a ragionare, e parallelamente è un ottimo campanello d’allarme:quando ci stiamo preoccupando molto di come usare questi parametri e poco dei nostri ragionamenti e della loro efficacia reale, dobbiamo fermarci e ricominciare a pensare.
Mi sembra che inoltre visto così il punto 3 è un esempio particolare del punto 1: persistiamo in un investimento iniziato da tempo, perchè non vogliamo riconoscere ai nostri vicini, quanto poco eravamo sicuri(rispetto a quello che andavamo blaterando coi gesti e le parole) di quello che ci aspettava, e quanto era soggetto al rischio di fallimento(mentre noi magari sbandieravamo un sicuro successo a venire).
In questo senso, spesso le persone vincenti sono quelle che sembrano sempre muoversi nell’incertezza, che anche quando gli altri sembrano benedirle sulla strada del successo riconoscono che le cose potrebbero andare male, persistenti, ma allo stesso tempo sufficientemente scettici, da non dover giustificare niente a nessuno quando vogliono cambiare ragionevolmente direzione, usando una potente arma dell’intelligenza umana:la flessibilità.
Vic.
28 Agosto 2013 @ 16:12
4-Avere convinzioni limitanti: ecco il proprietario della Ryanair 😀
http://static.fanpage.it/travelfanpage/wp-content/uploads/2010/02/Michael-OLeary-Ryanair-CEO-300×225.jpg
Stefano
28 Agosto 2013 @ 18:58
Non hai mai volato con Ryan vero? 😛
Nada
3 Settembre 2013 @ 20:24
Il proprietario della ryanair….
Basta vedere casa sua .-. -http://www.idealista.it/news/archivio/2012/01/03/039430-case-dei-vip-mr-ryanair-non-riesce-vendere-casa-piu-casa-dirlanda-foto
Stefano
4 Settembre 2013 @ 16:20
50 milioni adesso, un affare. 😛
Camilla
4 Settembre 2013 @ 12:13
Eliminare l’incertezza e prendere così la decisione sbagliata! Tipico mio.
Mi piacciono i tuoi articoli! Grazie 🙂
DrogoMoscarda
16 Settembre 2013 @ 20:19
A proposito di poker… Esiste un termine per identificare un giocatore che avendo investito un’alta percentuale dei suoi soldi totali in una puntata particolare resta “committato” (committed), cioè “imprigionato” nel dover forzatamente andare a vedere una qualsiasi mano avversaria. Per dirla in breve, la statistica consiglia di pagare gli ultimi spiccioli anche se siamo convinti (convinzione personale e non matematica) di essere perdenti.
Penso quindi che l’affare Ryanair vada concluso ugualmente. Ah be’, comunque 1 milione di euro non sono spiccioli, ça va de soi.
E’ la prima volta che scrivo e i complimenti a te a al tuo lavoro me li sono lasciati per ultimi. 🙂
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Elisa
20 Maggio 2014 @ 10:28
Eh eh, pure io ci casco, di solito nella terza… nella prima anche ma me ne accorgo e cerco di riprendere coscienza, nella seconda raramente, soprattutto in fatto di numeri e di soldi, infatti prima di leggere la seconda opzione sull’inquinamento stavo facendo i conti di quanti casi di cancro in meno ci sarebbero stati… la terza proprio non me l’aspettavo…
mi piace un sacco il tuo blog^^ continuerò a seguirlo con piacere
buona giornata
Angio
23 Luglio 2014 @ 09:27
Complimentoni!
Beh, Confesso e ammetto che mi è capitato di pensare: Cavoli, ma sono a poco dalla fine e devo interrompere!?
A volte è meglio interrompere per non sprecare.
Le tre cavolate che ti separano da ciò che vuoi - Mindcheats
29 Ottobre 2014 @ 13:00
[…] sono una serie di cavolate che ti ripeti costantemente, non ci puoi fare niente. In alcuni casi si tratta di convinzioni […]
Piervito
6 Ottobre 2016 @ 12:11
Ho letto molto attentamente l’articolo, veramente molto interessante, mi sono soffermato sul punto 3. Ma la mia domanda è una sola. Chi o cosa ci dà la soluzione a quei tipi di trappole mentali?