Predisposizione genetica: esiste il talento?
Sì, no, forse.
Rispondere a questa domanda è molto più insidioso di quanto si può pensare. Eppure non sembra: il mondo è pieno di persone piene di talento in uno specifico campo: chi la matematica, chi la letteratura, chi la pittura e così via. La varietà è tale che pensare che ci sia una predisposizione genetica, a regolare chi diventerà bravo in cosa, viene molto facile. Chi nella propria vita non si è mai sentito dire di essere naturalmente bravo in certi compiti e non bravo in altri?
Spesso si sente dire, riguardo a qualcuno, “non c’è niente da fare, lui ha un talento innato per questa cosa”. Probabilmente anche tu hai usato la stessa formula con te stesso, spesso in senso negativo: se ci sono alcuni ambiti nei quali proprio non sei capace, dici che sei negato. Oggi vediamo se queste affermazioni hanno senso.
Ci sono diversi esperimenti pedagogici a riguardo, che hanno cercato di determinare se un talento innato esiste oppure no. In effetti è stato dimostrato che fin dai primissimi anni di vita, i bambini sviluppano delle preferenze maggiori per certi argomenti piuttosto che per altri. Prendiamo ad esempio la forma di espressione più semplice che esista, e che può essere utilizzata anche all’asilo: il disegno. Ad alcuni bambini piace disegnare, ad altri meno, altri ancora ripudiano le matite colorante senza appello. Quindi è stato dimostrato che i bambini sviluppano autonomamente gusti e preferenze diverse gli uni dagli altri, ma questi gusti si possono definire come vero e proprio talento?
Ovviamente, chi ama disegnare diventerà più bravo nel disegno. Ma si può veramente parlare di talento innato, o forse solo di esperienza? Il talento è una forma di predisposizione genetica o non è altro che il frutto di tanto allenamento, dovuto ad una passione duratura? Sappiamo bene che man mano che ci si esercita in qualcosa si diventa sempre più bravi: forse è veramente questa l’unica differenza fra chi ha talento e chi no. Ecco cosa ne penso io.
I grandi campioni
Forse a leggere questo sottotitolo ti è venuto in mente qualche grande campione dello sport, gente che ha realizzato record del mondo e che pare ineguagliabile dalla gente comune. Un uomo alto un metro e mezzo non diventerà mai un grande campione di basket, ma non è quello il talento di cui sto parlando. Quello che voglio dire è che le caratteristiche fisiche ed il talento non sono la stessa cosa: non tutti gli uomini alti più di due metri sono dei grandi campioni del basket, così come non tutte le persone brave nella pallacanestro sono alte più di due metri.
La differenza che incorre fra i due è la stessa che c’è fra fisico e mente: le caratteristiche fisiche di un individuo (altezza, ossatura, proporzioni) fanno parte di una predisposizione genetica naturale e immutabile (per quanto ti sforzi, non diventerai mai più alto con la forza di volontà). Dall’altra parte ci sono gli atteggiamenti mentali: quello che qualcuno è bravo o non bravo a fare, quello che ti piace e quello che odi.
Guardando i grandi campioni di una qualsiasi disciplina, viene naturale pensare che il talento esista: servono delle caratteristiche fisiche ben definite, e queste non possono essere acquisite con l’esperienza. Non si può diventare più alti con il giusto allenamento, così come non si può cambiare il colore degli occhi a piacimento.
I “grandi campioni” sono persone che uniscono i due elementi citati: hanno talento nel fare qualcosa, e sono fisicamente predisposti ad eccellere. In qualsiasi categoria, dallo sport alla fisica teorica, non basta il talento per diventare i migliori: serve una predisposizione fisica. Per essere Michael Jordan occorre essere alti, per essere Einstein bisogna avere un cervello particolarmente sviluppato.
In questo articolo non voglio parlare della predisposizione fisica, però: quella è ovvio che esiste, e non ci si può fare niente a riguardo. La vera domanda è: esiste la predisposizione genetica mentale, quella che ti fa diventare bravo in certi compiti piuttosto che in altri? Prendi due persone fisicamente uguali: stessa muscolatura, ossatura, altezza, peso e via di questo passo. Il fatto che uno diventi un calciatore e l’altro un ballerino è dato da un’abilità innata, il così detto talento, oppure è solo l’impegno e l’esperienza a fare la differenza?
Noi comuni mortali
In altre parole, non consideriamo i migliori al mondo in un dato settore: quelli sono dei casi a parte. Torniamo nel mondo dei comuni mortali, insomma. Per esprimere il mio punto di vista, inizio con un esempio.
Io a disegnare non sono capace. E quando dire che non sono capace, intendo dire che a 6 anni mia sorella disegnava meglio di quanto riuscirei a fare io adesso. Fin dall’asilo mi è stato detto che non ero portato, che non avevo talento per il disegno e via di questo passo. In effetti non mi è mai piaciuto disegnare, e anche adesso rimango una vera schiappa quando prendo in mano la matita (e ad essere sincero, anche la mia calligrafia è orribile).
Bene, dopo questa parentesi personale, ti invito a guardare questo disegno. Bello, non è vero? E se ti dicessi che 10 anni fa quest’artista non era assolutamente capace a disegnare, ci crederesti?
Questo è stato l’esempio che mi ha fatto capire come il talento, come concepito da molti, non esiste. L’autrice del disegno qui sopra era considerata, proprio come me, poco portata al disegno. Se la predisposizione genetica esistesse non sarebbe mai diventata così brava, giusto? O si ha il talento per qualcosa o non lo si ha, è qualcosa di immutabile.
Il classico “talento che emerge tardi” non è una qualche qualità che rimane assopita fino all’età di vent’anni. Si tratta invece di una nuova passione che emerge: se da bambino non mi piaceva disegnare non mi sono mai applicato, e ho sempre fatto schifo; se a 20 anni scopro che invece è la mia unica passione, inizierò ad esercitarmi e a diventare bravo. Cosa significa questo? Tutti possono diventare bravi a fare qualsiasi cosa, basta evitare di auto-limitarsi con la scusa del talento.
Altro esempio personale? L’inglese! Studiare le lingue non mi è mai piaciuto, e anche lì fin dalle elementari la mia capacità di apprendere una lingua diversa dall’italiano era nulla. Poi per una serie di circostanze ho iniziato a imparare l’inglese, e adesso conosco la lingua bene quasi quanto l’italiano. Se vuoi sapere come ho fatto, leggi qui. 😉 Sono passato dall’essere negato all’essere portato per lo studio delle lingue, eppure io sono sempre lo stesso.
Da qui di può arrivare alla conclusione: no, il talento non esiste. Tuttavia, nemmeno quest’affermazione è del tutto corretta: il talento esiste, ma sotto una forma diversa.
Per l’esattezza, il talento non è altro che un gusto, una preferenza. Se a me piace disegnare disegnerò molto fin da bambino, diventerò bravo a disegnare molto presto, e le persone diranno che ho un talento innato. La verità è che ho solo più esperienza, ho fatto molta più pratica di tutti gli altri bambini. E questo mi ha reso più bravo e talentuoso.
Il caso del disegno che ho linkato qui sopra è una prova che sostiene la mia tesi. Anche io, se mi impegnassi a fondo, riuscirei a diventare molto bravo con la matita e i colori. Ma visto che preferisco di gran lunga scrivere non mi ci metto mai, e per questo non migliorerò mai. Non miglioro perché non mi impegno, non perché mi manca il talento.
La mia conclusione
La predisposizione genetica di cui ho parlato, quindi, esiste. Ma non nella forma immutabile alla quale siamo abituati a pensarla: non è un “io sono bravo a fare questo perché sono nato così, tu sei nato in un altra maniera e sarai bravo a fare altre cose”. Semplicemente è un “mi piace fare questo, quindi diventerò bravo a farlo”. Come ho detto in apertura dell’articolo le preferenze sono di origine genetica, e da esse si sviluppano i differenti talenti.
Questo significa che non devi sentirti limitato da particolari capacità o incapacità a fare qualcosa: non sei bravo in un determinato compito solo perché non ti ci sei mai impegnato. Potenzialmente potresti diventare sia un eccellente filosofo, che un grandissimo matematico, che un fantastico artista. Devi solo impegnarti abbastanza. L’unica domanda che devi porti è: cosa ti piace fare?
Ti è piaciuto questo articolo? Allora ti piacerà anche:
Marco
8 Novembre 2011 @ 15:04
Non sono completamente d’accordo. Faccio un esempio comune e banale: il calcio. La differenza tra un giocatore di Serie A e Serie C è molto netta, no? Eppure dubito che il giocatore di Serie C sia meno bravo semplicemente perché si allena meno, anzi. Probabilmente fa di tutto per diventare migliore e salire di categoria.
Sono convinto che il talento esista, ma che sia semplicemente una predisposizione del nostro cervello che è portato ad interpretare in modo migliore date situazioni rispetto ad altre, e ad altri. Il fatto che il nostro gusto ricadrà su X cosa, il calcio nel mio esempio o il disegno nel tuo, è una semplice conseguenza di questa predisposizione. Ma non è comunque detto che la passione basti, purtroppo.
Tu che ne pensi?
Mindcheats
8 Novembre 2011 @ 16:15
L’esempio che fai tu io l’ho fatto rientrare nell’articolo sotto il capitolo dei “grandi campioni”: oltre un certo livello di abilità non basta la passione, serve una predisposizione genetica adeguata. Nel post parlo invece del talento così detto “normale”, quello che si può ritrovare più comunemente nelle persone. Con il solo allenamento tutti possono arrivare a giocare in serie C, ma non tutti hanno la passione e la dedizione necessaria per farcela.
Altri esempio: i tuoi disegni sono veramente fantastici, e ad usare Photoshop sei ugualmente bravo. Nella tua vita quanto hai disegnato? Tantissimo scommetto, perché è la tua passione (o il tuo lavoro). Visto che hai disegnato e usato Photoshop molto di più di una persona normale, sei diventato molto bravo. Ma nemmeno tu, dopotutto, sei nato imparato. 😛
Anche io mi sono dedicato per un po’ al disegno (eh si sa, il potere delle ragazze) e stavo migliorando a vista d’occhio, poi ho lasciato perché mi annoiavo all’inverosimile. Quindi sono sicuro che anche io, con la giusta passione, sarei potuto diventare un buon artista. La differenza sta tutta nella passione (senza andare a prendere il caso dei “grandi campioni”, come giustamente mi dici tu Leonardo non lo si può raggiungere tanto facilmente).
Marco
10 Novembre 2011 @ 01:10
Errore mio, non avevo notato o (più probabilmente) ho dimenticato (ho letto l’articolo il giorno prima del commento) che tu hai specificato che era per noi poveri comuni mortali. chiedo perdono. 😀
così il tuo discorso fila perfettamente. 🙂
molto bello il video con Will Smith, tanta saggezza in quelle parole.
Andrea
26 Ottobre 2012 @ 01:35
Questo articolo è senza senso.
Chi studia sa che il talento esiste.
E’ un virtuosismo che eccede nell’uomo…
non tutti possono fare quello che cercano di fare al meglio.
Conosco gente che non ha mai approfondito più di tanto il disegno,
ma quando prende una matita in mano fa miracoli…
solo perchè la sua indole è un dono.
Stefano
26 Ottobre 2012 @ 13:21
Se non hai mai preso in mano una matita non fai miracoli, la gente che conosci si è esercitata già in passato di sicuro. Nessuno nasce imparato. 😛
Tikkei
22 Settembre 2013 @ 10:05
Io ti considero una persona molto intelligente, ma sai, a volte non basta quello che dici tu, non so se mi spiego.
GoldenW
29 Settembre 2013 @ 21:00
pure io credevo di essere una calzetta a disegnare… ma ho disegnato qualcosa rilassandomi tanto (magari stato alfa un pochino spinto)… e qualcosa di decente è uscito fuori.
Tutte questi “talenti”, o valori [ dal latino talentum, moneta 😉 ] stanno dentro di noi. bisogna cercarli per trovarli. del resto, questo processo è subordinato ad una credenza: quella di creare o no la vita come piace a noi. Qualunque sia la risposta, voi avete già ragione!
In ogni caso, questi processi sono subordinati a regole, che ben comprese danno i risultati voluti. Sta a noi capirle!
Ciro ciano
14 Febbraio 2016 @ 02:37
Io ricordo sin da piccolo sono stato capace nel disegn e pittura senza nessun sforzo l’unico sforzo essere più grande alla base c’è predisposizione si nasce
laura
26 Gennaio 2015 @ 16:08
Proprio oggi ho discusso con due insegnanti rispettivamente di matematica e di italiano che sostenevano la non esistenza del talento…..si accorda vano sui voti da dare agli alunni e cercavano di dare ad ogni alunno in comune un voto simile. Ciò mi ha fatto inorridire!!!! Io penso che se un bambino Vs bene in matematica non è detto che sia bravo automaticamente anche in italiano. Nella vita emerge chi insieme al talento ha passione e volontà. ..ma bastano anche le ultime due caratteristiche. Non si può dire che dalla nascita non esiste il talento…spesso viene trasmesso geneticamente. Le persone insensibili e non talentuoso non lo riconoscono e da piccoli emerge spontaneamente come per la musica, per il disegno, per il linguaggio, per lo sport…..è palese che va coltivato altrimenti da grande non si nota più rispetto a quelli che invece si sono allenati per averlo.
Ciro ciano
14 Febbraio 2016 @ 02:42
Giusto condividi
Fabio
20 Giugno 2016 @ 03:32
Il talento esiste e condiziona la passione. Conosco gente appassionata di musica (la insegno da più di 35 anni) che ha provato a studiarla anche per lungo tempo ma ha raggiunto solo dei risultati mediocri. Alla fine, non vedendo i risultati si è scoraggiata, ha smesso di studiarla anche se ha continuato ad ascoltarla. Ovviamente da livello zero qualcosa di meglio sicuramente raggiungi ma ti fermi al punto in cui sei tarato geneticamente e ci arrivi pure con gran fatica. Non illudiamo le persone…basta scoprire quello per cui sei predisposto ed ecco che ti arrivano presto i risultati e la felicità. Poi certo, nessuno ti vieta di applicarti su qualcosa a cui tieni o che devi per forza maggiore imparare per vari scopi, per esempio, professionali. Se fosse come asserisce l’autore dell’articolo allora ogni calciatore che intraprende la carriera di calciatore dovrebbe diventare Maradona…
Maurizio
9 Luglio 2017 @ 15:11
Perfettamente d’accordo! Il talento e’ una predisposizione genetica,è dimostrato scientificamente,si può essere predisposti x qualsiasi cosa,anche a delinquere ,ovviamente se le circostanze ambientali sono favorevoli,un mio compagno di scuola, che non faceva niente nello studio risolveva problemi matematici in un minuto,io studiato ed ero in matematica una capra
Anonimo
13 Maggio 2021 @ 19:36
Esatto, penso come te! Chi ha scritto questo articolo sicuramente non ha talento, solo praticando può diventare bravino in qualcosa.
lorenza
22 Giugno 2013 @ 13:53
Non condivido.Devi concentrarti di più su quello che riesci a comunicare.Una persona che “impara” a disegnare,nella maggior parte dei casi,si limiterà a “copiare” qualcosa che già esiste….chi ha talento riesce ad andare oltre,a creare qualcosa che non c’è…qualcosa di bello.La differenza è questa secondo me. 🙂
Ciro ciano
14 Febbraio 2016 @ 02:48
Si si crea con esperienza ma il discorso ci vuole una base su tutto
Anonimo
19 Ottobre 2018 @ 21:58
Concordo con te Lorena, il talento esiste e chi ce l’ ha trasmette emozioni vere col suo talento!
maddalena
19 Gennaio 2015 @ 07:25
Anche io non sono d’accordo. E’ vero che se vogliamo possiamo fare tutto. Con la pratica e l’esercizio si può fare tutto. Però chi è predisposto naturalmente, lo farà con una maggiore facilità. Io insegno disegno a bambini dai 6 anni in su e già dal primo incontro capisco tante cose. I bambini “predisposti” reagiscono velocemente alle mie indicazioni; se dò loro una “correzione” , usano subito quella correzione, eseguono subito, già alla prima, le mie indicazioni. E’ come se semplicemente io indicassi loro qualcosa che per loro diventa così “evidente”. I bambini non predisposti, ma che amano molto disegnare (ne ho molti), sono bambini che otterranno lo stesso risultato di quelli “predisposti”, ma con molto più lavoro, molta perseveranza. A loro dovrò spiegare per diverse lezioni la prospettiva; al bambino predisposto è sufficiente già la prima spiegazione. Ecco per me questa è la differenza tra chi è predisposto e chi fa una cosa perchè la ama molto, ma non è predisposto naturalmente. Ci sono molte persone che amano disegnare, lo fanno, ma non avendo “doti naturali” devono esercitarsi molti, lavorarci tantissimo. Chi ha il dono naturale….coglierà velocemente e senza tantissimi sforzi l’essenza del disegno e dei colori.
lor
26 Agosto 2015 @ 02:02
Maddalena, indubbiamente c’è chi è meglio degli altri, non vedo perché mitizzare sempre il disegno come pratica quasi magica! È una pratica come fare il parrucchiere nè più ne meno. Anche a scuola c’è sempre chi studia, chi non studia, chi deve studiare un botto per avere un 6,5, chi studia poco nulla per un 8, chi proprio avrebbe bisogno di ripartire da zero e fare tabula rasa per poi re iniziare… Non siamo tutti uguali e come per tutto ognuno ha i suoi tempi, ma i limiti non esistono. Io sfiderei chiunque a dare una rapida occhiata alla formazione di grandi artisti e musicisti, Michelangelo, un apprendistato in bottega d’arte che è durato 15 anni, Beethoven, iniziato allo studio del pianoforte fin da 3 anni, adesso ditemi tutti, non vi sta salendo la voglia di dire, “grazie al ca..o così avrei imparato anche io!”?
Ciro ciano
14 Febbraio 2016 @ 02:55
Amare una cosa è giusto ma io faccio il pittore lo faccio come mestiere e so dire arrivare a certi livelli non è da tutti quindi siamo sempre là con il discorso
Dario
14 Febbraio 2016 @ 10:24
Dove si arriva dipende dall’esperienza che si è fatta, dalla tecnica che si ha, anche da chi ti può aiutare in campo artistico (es. un maestro, un mentore). Il punto è che dipende da quanta voglia o volontà abbiamo nel fare una determinata azione, e da quanto riusciamo a trasformarla in abitudine. Per farlo bisogna lasciare che naturalmente noi ci incliniamo verso una determinata attività (ad es. pittura) impiegando realmente del tempo per avere un piacere in quello che si fa [è il motore del talento! e per la predisposizione al talento basta ricordarsi di quello che piace fare (è difficilotto)] e crescere in quel determinato campo. Condizionarci forzatamente ad una cosa che non piace porta a due strade: o ad un certo punto scopri che ti piace quella cosa, oppure inizi ad avere a malincuore (è un’espressione che racchiude svariate, troppe situazioni) quella cosa che poi lasci perdere, dunque niente predisposizione al talento nè talento.
Questa è la mia umile opinione.
lor
26 Agosto 2015 @ 01:53
La serie di un calciatore non è certo data dalla sua bravura ma dalle vittorie che la squadra ottiene e dalla possibilità economica del proprietario della squadra. Il problema è che calciatori acquistati da una squadra di serie C e portati in una di serie A non ha credibilità. Nello sport vige ancora un forte senso di pregiudizio sociale in questo senso, negli Stati Uniti tentarono infatti un approccio del genere, ma la squadra non vincendo il campionato, pur avendo avuto dei buoni risultati, fece cadere nel dimenticatoio l’esperimento. Questo esempio che hai fatto non calza però.
Lorè
18 Ottobre 2015 @ 03:27
La differenza tra squadre di serie C e di serie A è principalmente dovuta a questioni di organizzazione ed economiche. C’entrano poco i giocatori che sono l’ultima ruota del carro anche se dovrebbero essere la prima.
Mauro
9 Novembre 2011 @ 20:39
Sono d’accordo, il talento può solo farti migliorare velocemente all’inizio e farti arrivare un pelino più lontano alla fine, tutto il resto viene dalla passione e dal sacrosanto impegno.
è solo con l’impegno che si può arrivare all’eccellenza.
C’è un video molto interessante di Willy Smith, in cui parla di questo. Il video è sicuramente molto utile e secondo me vale la pena di ascoltare tutto, ma la parte riguardante il talento e la dedizione comincia al minuto 1:36. Purtroppo il video è in inglese:
http://www.youtube.com/watch?v=q5nVqeVhgQE
Mindcheats
10 Novembre 2011 @ 08:32
Bellissimo il video Mauro, grazie per averlo linkato! Ho sempre ammirato Will Smith, adesso lo apprezzo ancora di più. 🙂
Anzi, mi sa che adesso lo condivido anche sul gruppo Facebook e sulla pagina Twitter.
Mauro
11 Novembre 2011 @ 14:08
Di niente.
E ne ho trovato anche uno con i sottotitoli.
La traduzione non è delle migliori…ma almeno così può capire anche chi non conosce bene l’inglese: http://www.youtube.com/watch?v=wCR6Ki0HPY8&feature=related
Christian
12 Febbraio 2012 @ 19:24
sono perfettamente d’accordo con te Stefano, per noi comuni immortali il talento o la predisposizione per una particolare abilità dipende dal grado di sacrificio e perseveranza che decidiamo di impiegare per quello che vogliamo fare…
a me fin da piccolino è sempre piaciuto ascoltare tanta musica, ma se solo pensavo ad imparare a suonare qualsiasi strumento, mi dicevo “impossibile non sei nato per questo…”
a 18 anni comprai un basso elettrico che sonicchiavo di tanto in tanto…
a 19 anni iniziai a seguire lezioni da un maestro per due anni, poi continuai da solo studiando in media 5 ore al giorno e le abilità tecniche diventarono notevoli e anche quelle teoriche, armoniche ecc…
insomma dopo 4 anni ovvero a 23 anni ho suonato solo jazz (genere in cui servono abilità da virtuoso sia della tecnica che dell’armonia)…. a 25 è diventato solo un hobby…
a 27 anni ho incominciato ad interessarmi alla programmazione (informatica) e a 28 mi sono iscritto al corso di informatica alla facoltà di SS.FF.MM ormai mi mancano solo esami di tipo scientifico (matematica, fisica , ecc) attualmente ho 31 anni… … e dico che non certo sono nato predisposto ne per la musica ne per l’informatica…
la verità è che credo che sono nato per essere uno psicologo, ma non ho mai studiato per diventarlo….. .-)
in conclusione direi che fissare un obbiettivo, spezzettarlo in piccoli passi semplici da risolvere giorno per giorno, godere della soddisfazione del raggiungimento di ogni piccolo passo… ci guida al raggiungimento di qualsiasi “talento” (sempre paragonabile a noi comuni mortali).
Ciao
Mindcheats
13 Febbraio 2012 @ 07:48
Grazie per aver condiviso la tua esperienza, Christian! Il tuo esempio dimostra come sia possibile fare qualsiasi cosa con la giusta volontà 😉
In bocca al lupo per gli ultimi esami!
Ugo
7 Giugno 2012 @ 11:58
Hai proprio ragione, Stefano! Alla tua età non volevo proprio saperne dello studio. Diplomato in Ragioneria con un sonoro 36!!! (all’epoca i punteggi erano in 60simi). Passare molte ore sui libri, risultava molto noioso e le ragazze mi distraevano parecchio!!! Quell’attimo di distrazione mi è costato almeno 30 anni, continuando a pensare che non fossi portato per lo studio. Oggi sono prossimo ai 50 anni, sto per laurearmi in Scienze e tecnologie alimentari e ho quasi la media del 29. Ho capito che nulla è impossibile… basta fortemente volere!
Il punto è prendere coscienza al momento opportuno.
Ciao
Stefano
7 Giugno 2012 @ 15:12
Grazie per il commento Ugo. 🙂 Un esempio che dimostra perfettamente quello che intendo dire!
In bocca al lupo per questi ultimi esami Ugo, e complimento per la media altissima.
Mattia
10 Luglio 2012 @ 02:40
Tu parli della passione che permette di ottenere esperienza e di conseguenza, talento.
Voglio fare un esempio con una delle mie passioni: il calcio. Sono partito non avendo mai fatto scuola calcio da bambino. Poi ho iniziato a giocare con passione a 11 anni circa ma sono stato fino alle scuole medie una schiappetta. In seconda media ho trovato un ruolo buono per me: il difensore, ma non è cambiato molto.
Al liceo mi trovai davanti un compagno molto bravo (credo sia diventato calciatore professionista) che mi diede consigli su come migliorare. Con il suo aiuto diventai un giocatore nella media. Sono sorti due problemi:
– come mantenere la condizione fisica ottenuta durante gli anni?
– come migliorare ancora?
Nel calcio ci vuole qualcuno che ti insegni e non essendo un bambino (e di conseguenza i coach stile “scuola calcio” sono off-limits) come posso migliorare?
In attesa di risposta
Mattia
Stefano
12 Luglio 2012 @ 01:05
Se il calcio è la tua passione, continuerai a giocare. Così migliorerai specie con gente più brava. Non ti serve altro.
Siamo in estate adesso, è pieno di tornei locali, metti su una squadra con gli amici e iscriviti!
andrea
8 Agosto 2012 @ 17:37
assolutamente d’accordo con l’autore, e a volte è proprio l’eccellenza nello sport a offrirci degli esempi eclatanti.. Maradona e Messi, entrambi non certo aiutati da una predisposizione fisica (anzi nel caso di Messi, fortemente handicappante). La voglia, l’entusiasmo, la testardaggine e il metodo, possono superare qualsiasi predisposizione genetica o “talento”.
Stefano
8 Agosto 2012 @ 18:11
Ma secondo me, sotto sotto,quei due qualcosa di veramente speciale ce l’avevano. Le predisposizioni genetiche non sono sempre così evidenti, possono nascondersi sotto una maschera di normalità.
Io dico che Maradona e Messi hanno avuto un aiuto dalla genetica. Non si può arrivare a quei livelli solo con l’allenamento. 🙂
andrea
8 Agosto 2012 @ 18:29
è un argomento che mi appassiona tantissimo… secondo me è possibile, ma servono 3 fattori: entusiasmo, perseveranza e metodo. Ricordo le immagini di Maradona che passava le giornate a palleggiare con le arance, quando non aveva soldi per comprarsi un pallone.. la differenza tra lui e i ragazzi della sua età che invece pallone e scarpini li avevano erano proprio lì, nelle ore passate in cortile a palleggiare. Poi ha continuato ad allenarsi ed è arrivato dove è arrivato, nonostante un fisico alla Denny De Vito e un infortunio che gli tolse il 40% della mobilità ad una caviglia.
Stefano
8 Agosto 2012 @ 19:49
Non lo sapevo Andrea, non sono un grande appassionato di calcio e non ho mai sentito questo aneddoto su Maradona. Dovremmo tutti imparare dal suo esempio, a quanto pare.
Marco
16 Novembre 2012 @ 00:34
Un po’ come Goku: guerriero di infimo livello che grazie al duro allenamento e alla forza di volontà (guidati da una forte passione) batte il Principe dei Saiyan e lo supera sempre di più 😀
Stefano
16 Novembre 2012 @ 16:14
Ma se mi vieni a citare Dragonball ti stimo. XD
Ivan
2 Gennaio 2013 @ 00:34
Però Kakaroth è un saiya-jin, proprio come Vegeta. Un sayan con le stesse qualità e direi la stessa forza del suo principe. Per questo, forse, in Z non si sono mai sfidati mortalmente anche se, all’inizio, Vegeta avrebbe dovuto morire. Invece è diventato una specie di nemesi di Son Goku.
Ivan
2 Gennaio 2013 @ 00:27
Ciao! Siccome a me piace moltissimo fare il bastian contrario, e non essendo solo (qualcuno cantò “Io so salmone e num me importa niente, a me piace anna’ controcorrente”) che ne dici di Muggsy Bogues? Insomma, secondo me hai pescato il classico granchio. Che, nota bene, a me piace moltissimo quando posso permettermelo ma se sei a caccia di fatti è un piatto un po’ ostico …
Altra cosa è affermare che esiste il talento quale predisposizione naturale da coltivare, senza la quale nessuno – e sottoscrivo nessuno – può arrivare a risultati eccelsi. Al limite si può puntare a risultati ottimi, e credimi è già un traguardo più che ragionevole, sempre che uno abbia la forza per arrivarci.
Ed è vero anche il contrario, beninteso: quante “meteore” abbiamo visto in questi anni? Mai avrei pensato si potessero ridurre: Maradona, Michael Jackson … e l’elenco potrebbe continuare. Ma Mick Jagger e Ozzy Osbourne sono ancora vivi. Inspiegabilmente.
Stefano
2 Gennaio 2013 @ 06:36
Ciao Ivan, mi sa che hai dimenticato di leggere la parte dell’articolo nella quale dico chiaramente che i “grandi geni” non contano nell’equazione. 🙂
Ivan
2 Gennaio 2013 @ 10:04
Hai ragione! Ho proprio dimenticato di farlo.
Alessandra
2 Gennaio 2013 @ 16:02
Sono d’accordo con te Stefano giuste considerazioni !
Stefano
2 Gennaio 2013 @ 16:58
Grazie Alessandra. 🙂
Pippo
9 Gennaio 2013 @ 18:43
Premetto che anche io alzo le mani quando trovo uno bravo!
L’argomento trattato in questo articolo è uno dei “temi-cardine” della mia vita, ho passato molto tempo ad accumulare informazioni sui più “grandi”, siano essi musicisti, matematici, sportivi, anche persone delle quali si dice abbiano raggiunto l’ “Illuminazione”, oppure grandi del business…
Quindi si possono citare nomi quali Franz Listz, Carl Gauss, Usain Bolt, Uppala Gomuri Krishnamurti, Rudolf Steiner, Steve Jobs, Bill Gates.
Vorrei semplicemente dire che la parte dei “grandi geni” va considerata come un insieme –unico– rispetto a quello dei comuni mortali.
1) Mai sentito parlare di epigenetica? Il pensiero può modificare il DNA…
2) C’è un patrimonio di conoscenze e di esperienze che non è per tutti, o meglio non tutti lo cercano… Bill Gates, prima di fondare la sua azienda, ha letto il libro “La Chiave Suprema” di Charles Haanel; Steve Jobs, invece, è andato in India prima di fondare la sua azienda.
3) Ci dev’essere una sorta di “motore” (non saprei scendere in dettaglio) che, se innescato, produce notevoli progressi. Uno dei pistoni è la disciplina, un altro è la “lateralità” (esempio-domanda: cosa ci fa un uomo con una botte che piange davanti ad un hotel?), un altro ancora è la ripetizione.
4) La benzina del “motore” di prima è la passione.
Arrivando alla fine, ti chiedo Stefano, come fai ad innescare la passione per x?
P.S. = Dentro di me sento che i due gruppi andrebbero separati, ma…
Marco
15 Gennaio 2013 @ 02:26
Io il talento lo associo a un tipo di intelligenza. Se tu non hai un’intelligenza tale per fare qualcosa che tu lo voglia o no non ci riuscirai facilmente/sempre. Voglio dire, ovviamente se ti impegni molto per una cosa puoi sviluppare l’intelligenza ma sono convinto ci sono persone che nascono (non per forza dei geniacci) con abilità mentali nettamente più avanti.. Ovvero fanno molta meno fatica di quanto c’é ne metteresti tu.
Se 2 persone hanno la stessa passione e dedicano più o meno lo stesso tempo a essa, ma uno ha le abilità mentali per riuscire bene da quando é nato (scacchi ad esempio) e l’altro di meno, dei due il più “talentuoso” é il primo. Certo che quello che é nato con scarse abilità necessari a scacchi (memoria, abilità di considerare più mosse e avvenimenti, lucidità mentale etc…) potrà raggiungere quello nato con queste abilità, però forse l’altro per la sua intelligenza innata (talento) si allenerà meno e arriverà a un livello più alto.
Il tuo post é molto carino e di incoraggiamento, é vero che con l’impegno e la passione si può arrivare a dei risultati buoni, però secondo me esistono persone che per natura hanno il cervello non da extraterrestri, ma che funziona in modo diverso e che li avvantaggia in quel campo.
In generale per “talento” si intende lo sforzo e il tempo che ci mette una persona per ottenere un risultato buono a fare una cosa. Io impiego molto tempo in certi campi come la matematica e la fisica a capire i meccanismi, con molta fatica potrei riuscirci ma valutando il tempo necessario non ne vale la pena. Quello che tu dici in parte é vero, bisogna impegnarsi e avere passione però io pur impegnandomi almeno il quadruplo degli altri quando il docente spiega a matematica ottengo risultati pessimi. Ore e ore di ripetizioni buttate nel cesso, agli altri non piace la matematica e non fanno nemmeno i compiti però quando spiega un nuovo argomento lo capiscono subito, io faccio assai fatica però non ho più intenzione e la voglia di dedicare 2-3 ore al giorno per riuscire in una materia che non mi piace e non riesco a farmi piacere. però neanche ai miei compagni piace, anzi fosse per loro neanche la farebbero eppure riescono sempre meglio di me sia a capire un nuovo argomento e sia per eseguirlo. Io questa concezione però non l’ho sempre avuta, alle medie io pensavo di essere bravo a matematica e non pensavo “gli altri sono più bravi di me”, eppure ho sempre fatto risultati pessimi e mi sono sempre chiesto “come mai, diamine avevo studiato e pensavo di averle capite..” eppure alla fine prendevo 2 o inclassificabile.
Per talento si intende intelligenza secondo me, infondo molti pensano a quella e lo usano come sinonimo. Quindi esiste si una predisposizione mentale che ti esclude in certi campi, purtroppo non tutti potranno diventare matematici o fisici e non tutti potranno diventare calciatori o bravi a disegnare.
Tu mi dirai, “certo che possono, basta che lo desiderano con passione!” E in parte é vero però riconoscerai che una persona meno intelligente di un’altra ci metterà tantissimo tempo a riuscire come lui in quel campo! (se ci riesce)
Quindi non sarà il talento che ti esclude (visto che non esiste quello a cui faccio riferimento secondo te) ma l’intelligenza. L’intelligenza si può sviluppare ma ci vuole MOLTO tempo e MOLTA fatica, in più devi avere MOLTA lucidità mentale per apprendere e MOLTA passione. Però il tempo spesso é determinante, potrai anche dirmi che chiunque può diventare un fisico nucleare se lo vuole, ma se poi ci mette qualcosa come 3 anni di studio, giorno e notte per imparare i teoremi più basilari della fisica perché poco intelligente.. Chi lo mantiene in vita quei 3 anni se non lavora? Cioé tutti penso possiamo sviluppare l’intelligenza matematica o fisica, però é innegabile che certe persone ci mettono meno tempo, meno fatica e altre moltissimo tempo e moltissima fatica. Quindi purtroppo bisogna trovare quello in cui si possono avere delle possibilità per riuscire a farlo.
Mi trovo d’accordo con te quando affermi che per alcune cose si può riuscire con la passione, però calcolando la FATICA, il TEMPO, L’INTELLIGENZA necessaria e il tempo per svilupparla io penso che per alcune cose non si farà mai in tempo a diventare bravi, o comunque sarà inutile o perché troppo vecchio (calcio 35 anni sei già vecchio) o perché il tempo necessario é così tanto che in una vita intera non riusciresti mai bene in quel campo come vorresti.
Pensi che tutti i matematici, filosofi, scienziati in realtà se non eccellono é perché non si impegnano e non hanno la necessaria passione? Di solito sono persone che vivono per quello, avoja se ne hanno di passione eppure scommetto che alcuni otterranno risultati enormi con teoremi e scoperte sensazionali e alcuni che pur volendo fare scoperte e aiutare nel campo della scienza purtroppo non saranno così incisivi, perché non abbastanza intelligenti/talentuosi in quel campo!
Poi seriamente, quanti di noi hanno il tempo necessario per dedicarsi alle proprie passioni almeno quanto basta per essere bravi in esse? Purtroppo il mondo é così, non puoi pensare di fare il musicista di successo se per diventarlo dovresti forse allenarti 10 ore al giorno per 30 anni. Primo perché 6-8 ore le dedichi al sonno, 2 ore per mangiare e le altre 8 per lavorare se non hai la fortuna di essere mantenuto.. Poi dovremmo essere veramente ossessionati a tal punto di dimenticare tutto il resto (tv, musica, amici)
Quindi in conclusione ti dico che il tuo post é molto carino, di incoraggiamento e sarebbe bello fosse così. E’ vero che in certe cose se ci si impegna molto e con passione si riesce, però é una cosa assolutamente falsa dire che basta impegnarsi. Per diventare bravo già devi impegnarti tantissimo e avere passione ma per diventare VERAMENTE bravo devi avere quelle caratteristiche mentali come riflessi, lucidità, creatività e altre caratteristiche che sono innate.
Se uno crea un bel disegno perché ha fantasia e creatività, uno che non ha queste 2 caratteristiche é difficile arrivi a farne uno così fantasioso e creativo.. é difficile avere caratteristiche che non si hanno, come si impara ad essere fantasiosi e creativi?
Abilità come memoria, calcoli si possono allenare (con molto ma molto tempo) però fantasia, creatività, simpatia etc… non penso si possano imparare.
Per quanto tu ti possa sforzare, se vuoi fare il comico ma non fai ridere a nessuno, non puoi imparare come fare ridere.. non puoi raccontare barzellette già fatte, prima o poi dovrai creare qualcosa tu con la tua creatività e simpatia! Potrai magari essere meglio di prima però per fare il comico ragazzi poche balle, bisogna sapere dire e trovare cose che fanno ridere alle persone!
Certe cose non si imparano con i libri, quindi dovresti fare esperienza ma ci sono persone che invece pur non avendo fatto esperienza particolare a scuola fanno ridere e invece altri fanno battute pietose.. Non é detto che facendo esperienza come comico faresti ridere.. é una di quelle cose così complesse che secondo me se uno ha la passione di diventarlo o é nato simpatico o non lo diventerà..
PIPPO
15 Gennaio 2013 @ 21:03
E che ne dici se prendi le persone e le porti in stato theta del cervello? Da assassini si potrebbero fare dei geni in qualsiasi canto; fisicamente in quello stato vengono secreti gli ormoni della crescita… e credo che ci sia anche dell’altro. La questione è che pochi sanno gestire la mente, perchè si può fare tutto. Io sono un tipo molto teorico, e purtroppo di esperienza ne ho pochissima, molta meno della “persona comune”, in tutti i campi della vita.
Però so per certo che non esistono limiti al potere dell’uomo. Quando vedo pianisti suonare, atleti giocare, mi immedesimo in loro, per quel poco che so, e la sensazione dentro è fantastica.
Costruendo da lì credo si possa far tutto. So davvero poche cose, ma teoricamente si può fare tutto. Tutto.
Stefano
15 Gennaio 2013 @ 21:48
Qual è questa storia delle onde theta? Non l’ho mai sentita, hai qualche fonte? Se sei una persona teorica, quello che ti serve è la regola aurea: http://www.mindcheats.net/2013/01/regola-aurea.html
Maddalena
22 Ottobre 2016 @ 11:25
Son d’accordo con te!
Ivan
16 Gennaio 2013 @ 10:38
Caro Pippo, se ti stai riferendo al “theta healing” vorrei segnalarti questo sito:
http://www.alessandrocosimetti.com/6670-vianna-stibal-striscia-la-notizia/
Stefano
16 Gennaio 2013 @ 15:36
Grazie del link Ivan, Alessandro è un ottimo blogger e non mi tradisce mai! Ho approfondito con qualche articolo il discorso, sinceramente queste cose pseudo-magiche non mi sono mai piaciute.
Ivan
16 Gennaio 2013 @ 20:59
Come ben sai, la mia è una risposta controcorrente, forse, ma mai personale. Lo ritengo un cartello di pericolo, visti i vari siti.
Potremmo anche noi due approfondire il discorso però ci vorrebbe un blog apposta, per le cose pseudo-magiche.
PIPPO
17 Gennaio 2013 @ 11:56
Il theta healing può essere una via di uscita, ma si possono raggiungere quegli stati anche con il Brain Wave Generator, da trovare su Internet (e comprarlo). Però so anche che è pericoloso, se usato male… altera la funzionalità elettrochimica del cervello con i battimenti binaurali, cioè se due onde hanno come frequenza 500 e 490 Hz, il cervello recepisce questa differenza di 10 Hz e di conseguenza adatta il suo “EEG” alla frequenza di 10 Hz.
Purtroppo queste cose sono molto pericolose, e servirebbe qualcuno che abbia già fatto esperienza senza essersi fatto male.
Sinceramente vi dico che anche io sono sospettoso su queste materie di confine, e non vi nascondo che mi ci sono fatto “male” su queste cose…
Per il theta healing, e per tutte le forme di rilassamento/meditazione/ipnosi, bisogna assolutamente imparare a lasciarsi andare e a fidarsi molto di chi opera. E qui sta il “bello”. Personalmente non mi riferivo al theta healing, avendo pure letto qualcosa di questo libro (provato ma è troppo difficile visualizzare ciò che dice lei (non vi nascondo che per me è difficile visualizzare perchè poi mi addormento “xD) ).
Queste cose sono come il Far West: parti per un territorio aspro per cercare la pepita d’oro, però i pericoli ci sono sempre.
Tornando a noi, serve qualcuno che abbia esperienza di queste cose. Gurdjeff diceva che “se non puoi controllare la macchina [il corpo], allora SEI la macchina”.
Buona giornata a tutti!
PIPPO
17 Gennaio 2013 @ 11:58
P.S.
Putroppo non ricordo le fonti da cui attingo, ma ho anche qualche piccola esperienza personale.
Ivan
17 Gennaio 2013 @ 14:38
Molto vero. E’ un po’ come il far west: parti, segui una direzione sapendo che dovrebbe portarti in un posto ma, a differenza del deserto, spesso sei senza una mappa precisa.
Personalmente io non mi addentrerei nel deserto senza mappa o, se dovessi farlo, lo farei un po’ per volta.
E, visto che ognuno di noi ha i suoi pensieri, la sua mente e via dicendo, ritengo il tutto un’esperienza se vogliamo anche condivisibile ma molto, molto personale e individuale.
Su questo credo che anche tu possa concordare, specie se ti sei informato un po’ e ti sei reso conto di quanto sia difficile addestrare qualcuno, proprio perché non devi addestrarlo, manipolarlo, fargli credere che.
E’ solo e unicamente uno stato mentale, diceva qualcuno di molto famoso riguardo alla “magia”.
Stefano
17 Gennaio 2013 @ 15:37
Secondo me invece queste cose sono pseudo-magia, o neo-magia. Sparano termini scientifici a caso per far presa sulla massa e vendere qualche prodotto in più, ma sono buffonate, buffonate e buffonate. La sincronizzazione del campo magnetico poi…
Paola
29 Gennaio 2013 @ 12:55
Ciao Stefano, sono la mamma di un ragazzo di 12 anni che da 5 pratica il basket. Ti scrivo perchè ultimamente mi sono fatta delle domande e fatico nel trovare delle risposte. Se un ragazzo si dedica a questo sport con inpegno (3 allen. a sett. di 1 ora 1/2 + partita) e fisicamente un pò sovrappeso non riesce a correre come il vento, nella squadra non sei considerato, neanche solo per premiare la costanza e l’impegno perchè è lento, non conpetitivo ma soprattutto non fa vincere la scuadra e di conseguenza l’allenatore non si dedica a lui come con gli altri. Purtroppo mi sono accorta che salendo di categoria(giovanili), gli allenatori, che dovrebbero educare allo sport e stimolarli, spesso umiliano di fronte a degli insuccessi. Se mio figlio decide di continuare ad allenarsi nonostante tutto, è perchè vuole diventare un bravo giocatore come quelli dell’ NBA. Come posso, oltre che sostenerlo moralmente, fargli superare questi ostacoli. Io credo molto in lui e credo che se fosse seguito da qualcuno più sensibile all’aspetto emotivo e non solo agonistico sarebbe diverso….o forse gli direbbe di cambiare sport? (come sostiene mio marito). Ciao e complimenti…
Ivan
29 Gennaio 2013 @ 13:49
Sarò quel che sarò ma per me la situazione è abbastanza chiara: si parla di agonismo quindi di vincere la partita. E quello è il traguardo.
Però non bisogna mai demordere perché – esperienza personale – la ruota di scorta della “Ferrari di turno” magari può rivelarsi un buon elemento altrove.
Io ho sempre puntato sul mio giro, di amici e avversari. Essere competitivi si può, lui addirittura lo vuole! Assecondiamolo.
Stefano
29 Gennaio 2013 @ 15:53
Ciao Paola, non per essere cattivo ma… se tuo figlio è veramente deciso a diventare un giocatore di basket, il sovrappeso mi fa storcere il naso. Prima di tutto fagli leggere i miei articoli sull’alimentazione: come dimagrire ( http://www.mindcheats.net/2012/04/mens-sana-in-corpore-sano-come-ho-perso-25-kg-in-6-mesi.html ) e i 10 principi di un’alimentazione sana ( http://www.mindcheats.net/2012/11/alimentazione-sana.html ). Il sovrappeso può essere causa di esclusione sociale in alcuni gruppi, soprattutto in un ambiente dove la squadra vuole salire di livello, in quel caso il consiglio rimane uno: cambiare squadra. Il basket è uno sport famoso, ci sono decine di team locali.
Maddalena
22 Ottobre 2016 @ 11:28
Lo puoi aiutare con una dieta. Se lui mangia in modo corretto e butta via i chili che lo rallentano, la sua forma sarà migliore, migliore la performance. Non parlo di duete stupide, ma quelle che fanno bene e adatta alla sua età
Davide
23 Febbraio 2013 @ 01:01
Ciao stefano, innanzitutto devo dirti che ho trovato il tuo articolo veramente fantastico, tutte le cose che ho letto rispecchiano esattamente come la penso e, trovare qualcun’altro che le pensa uguale, mi rincuora molto.
Io mi trovo nella tua stessa situazione, tanto per fare un esempio, ho sempre odiato l’inglese come materia durante quasi tutto il percorso scolastico, dopo la fine degli studi superiori, però , ho cominciato a nutrire un certo interesse per questa materia che tutt’ora studio.
Ho capito che non ero veramente negato , come spesso mi è stato ripetuto , ma poichè semplicemente non provavo interesse per la materia, sono rimasto indietro rispetto ad altri che invece la apprezzavano.
Penso che il principale limite sia nella testa delle persone, nella incapacità di distaccarsi dalla massa per pronunciarsi su una determinata cosa che tutti ritengono sia cosi è basta.
Ti ringrazio davvero molto per l’articolo.
Stefano
23 Febbraio 2013 @ 05:10
Vedo che siamo in due ad aver fatto lo stesso percorso per imparare l’inglese. Ti sei già iscritto al corso via email di Inglese Dinamico?
Giorgio
2 Maggio 2013 @ 17:21
A me piacciono troppe cose ..non so quale scegliere come posso fare?
Stefano
2 Maggio 2013 @ 22:17
Falle tutte, troverai quella che preferisci.
Mattia
7 Maggio 2013 @ 11:17
Questo argomento per un sacco di tempo mi ha pesato,essendo(stato)un pò insicuro.
C’era una cosa in particolare che mi piaceva(e mi piace tutt’ora) e,nel quale,non essendo andato bene la prima volta,mi sono fatto un pò convincere che effettivamente il talento esiste.
Però pensandoci,e ripensandoci,secondo me,non esiste neanche nel caso dei grandi campioni.
Esiste semplicemente,come giustamente da te detto,ma da me allargato a tutti,una predispozione,che può rendere più facile/veloce raggiungere un certo livello di abilità.
Nel mio caso,appassionato di guida,la prima volta che sono salito su un kart,sono stato il più lento di tutti.
Ripesandoci poi,mi sono semplicemente accorto,di come neanche ci avessi provato.
Ero salito sul kart,avendo già un idea(decisamente sbagliata)di come avrei dovuto fare.
Ho mancato di usare l’istinto.
Ecco,quella,secondo me,è una caratteristica,che spessissimo distingue i più bravi,dai meno bravi;cioè,quelli meno bravi,che magari cercano di diventarlo,ragionano troppo,senza farsi guidare dal (diciamo,così,romanticamente)potere della mente.
E a chi,qualche,o molti messaggi fa,ha detto che la creatività e la fantasia non si imparano,come non si impara a far ridere…chi lo dice?
Non è che tutto si impara con “l’esperienza”, con i libri,con lo studio..
Sono dell’idea che,prima delle conoscenze,e di tutto il resto, la tua testa deve lavorare nel modo giusto.
Deve essere “coordinata” con quello che stai facendo,essere IN quello che stai facendo.
Porto la mia esperienza in questo:
essendo appassionato di guida,mi sono comprato,come tanti altri,volante e pedali da collegare al pc,e mi sono iscritto un servizio che simula la guida automobilistica,campionati,classifiche,e quant’altro.
[Sono iscritto al servizio da più di due anni oramai,ma,nonostante,specialmente all ‘inizio,mi piacesse molto,l’ho mollato e ripreso tantissime volte.
Questo per insicurezza,fattori personali,credenze sbagliate,e altro ancora]
Cerco di tenerla semplice:
in questo servizio,ci sono delle licenze,e per poter salire,prima si guida sempre la stessa auto,su due/tre circuiti che ciclano.
In particolare c’è una pista,che è la più popolare di tutte con quell’auto,in cui,come forse tutti,ho fatto moltissimi giri.
In questa pista,e con questa auto,i tempi variano circa dal 1:01:99(tempo decisamente lento,ma di una persona che sa stare in strada)al 58.635(tempo più veloce in assoluto).
Io ho fatto CENTINAIA di giri in quella pista,con quell’auto,e non.
Però il mio meglio assoluto era stato 59.2,e mi dovevo impegnare molto per farlo.
Comunque,quell’auto l’ho lasciata perdere(anche perchè ero salito di licenza,e pensavo che non mi interessasse poi più di tanto)e quindi per periodi alterni,più o meno prolungati,non la guidavo.
Poi,cos’è successo?
Con un altra auto,in un altra serie(quindi più circuiti,piloti diversi,ecc..)ero DECISO ad andare più forte.
E’ capitato che in quella stessa pista,e in altre,vedevo i tempi dei migliori,e volevo replicarli.
Allora ho fatto CENTINAIA,di giri,anche nell’arco di poche ore,provando e riprovando,di più,meglio,più forte,concentrandomi di più..fino a che,non sono riuscito a fare un ottimo tempo.
E lì mi sono sbloccato.
Ho capito che quello che credo sia possibile,non è detto che sia il massimo possibile.
Ho spento il cervello,ho provato di tutto,e sono riuscito.
Da lì in poi,sempre con periodi alterni,sono migliorato sempre di più,e un giorno,mi son messo lì a riprovare, con la stessa auto di cui all’inizio, a girare un pò.
Niente,il meglio che riuscivo a fare,è stato 59.4,o giù di lì.
Però ma no,ma come è possibile,non avevo capito come andare forte?
L’illuminazione:mi son reso conto che ancora,giravo come prima.
Le cose che ho fatto per centinaia di giri,continuavo a farle,mi fissavo che più di quello che stavo facendo,l’auto non poteva fisicamente farlo.
Me ne sono fregato,ho dimenticato tutti i miei limiti,quello che si può fare,quello che si deve fare:ho fatto altri 5 giri.
Tempo:58.851 .
In 5 giri,ho fatto molta più pratica di quanta non ne abbia mai fatta nelle migliaia di giri,nei mesi passati.
Il mio ex giro migliore di 59.2,mi riusciva,quando per la disperazione,provavo a fare tutto quello che credevo mi fosse possibile.
Il 58.8,è stato quando ho fatto quello che credevo impossibile,o sbagliato.
Che poi l’impossibile,è semplicemente normale,è “semplicemente” dare tutto,e anche di più.
E’ impossibile,solo perchè noi lo crediamo impossibile,o perchè non è mai stato fatto.
Morale?I limiti ce li creiamo noi,non è solo una frase da pubblicità della nike,è vera.
Poi, è stato tutto un alternarsi di queste cose:
capivo?ok,ho DAVVERO capito.
Il momento dopo non riuscivo più,perchè non facevo le cose giuste,non avevo l’atteggiamento giusto,la motivazione,la sicurezza,quello che vuoi,e allora mi tornava sto tarlo del talento.
Ora finalmente,questo mio concetto,sono arrivato a sconfiggerlo.
Ma qual è il punto?
Il punto è che l’abilità di una persona,è determinata da così tante caratteristiche,che è ridicolo pensare che esista una sola cosa chiamata “talento”,che ti faccia fare bene una cosa, a prescindere.
E’ tutta una combinazione di migliaia di fattori,di esperienze,di modi di vedere,di pensare,di sentire.
E’ sbagliato dire “basta impegnarsi”:se vuoi essere il migliore,in qualcosa,non esiste nessun “basta”.
Quando avrai dato tutto,e anche di più,magari ce la farai,magari fallirai.
Per me,il vero campione,è quello che quando fallisce,riprova ancora più di prima.
Alla fine,la caratteristica fondamentale,è non mollare mai.
Però il non mollare mai non è quello del “never back down”,classico film in cui il prescelto,diventa il migliore nel giro di 2 mesi.
Se veramente vi interessa una cosa,metteteci TUTTI voi stessi,e persistete.
Sopratutto,bisogna avere la personalità giusta:
voglio dire,curiosamente,quelli che non riescono in una cosa,o che non ci riescono come vorrebbero cmq,sono spesso timidi,insicuri,procrastinatori,contemplativi,romantici,e chi più ne ha più ne metta.
Se la vostra personalità vi limita,è inutile esercitarsi nella cosa che vi piace per ore e ore e ore..
Pensate a come siete,a cosa non vi riesce,perchè non vi riesce;a cosa vi limita.
E siate sinceri,pensate SOLO con la vostra testa,non pensate a cose in cui credete,solo perchè le avete sentite migliaia di volte,da migliaia di persone.
E se non ci riuscite,pensate:ma quelle persone a cui date retta,sono persone che son riusciti in quello che volevano,o perlopiù sono persone che direbbero,e dicono “Non c’è niente da fare,quello ha Talento.”
Prisca
15 Maggio 2013 @ 09:27
Ciao Stefano,
sono una lettrice silenziosa dei tuoi articoli ormai da parecchio tempo, e volevo complimentarmi con te!Li trovo davvero ben scritti e soprattutto quello che mi piace è che dai consigli pratici e funzionanti, oltre al fatto che mi ritrovo spesso in quello che scrivi.
Su questo vecchio articolo che ho ritrovato ieri vagabondando per il tuo sito però non mi trovo molto d’accordo..
Secondo me l’interesse e le capacità sono due cose distinte. Ad esempio io sono sempre stata portata per le lingue, anche se non mi piacciono. Finito il liceo mi ero iscritta all’università per studiare lingue, ma dopo poco tempo ho scoperto che ciò non mi interessava. Ciò non toglie però che io riesca molto bene e con molto meno sforzo di altri!
Sono molto più interessata alle materie scientifiche, per le quali però non ho un talento innato, infatti studiarle mi richiede il doppio della fatica.
La mia esperienza mi insegna che piacere e talento non sono cose correlate.. ma sarei curiosa di sapere come “mi spiegheresti” 🙂
Un saluto
talentosprecato
15 Giugno 2013 @ 00:55
Si vede che tu non hai innato (e genetico) talento per il disegno;) No, non sono d’accordo, ma va bene così
Stefano
15 Giugno 2013 @ 09:16
La mia ex era brava a disegnare e mi ci sono messo anch’io con il suo aiuto: per quel poco che ho fatto, i miei progressi sono stati incredibili. Se non avessi avuto talento non avrei nemmeno iniziato a migliorare. Se vuoi una fonte scientifica, eccola: http://cogprints.org/656/1/innate.htm
Isa
7 Ottobre 2013 @ 15:34
Non sono propriamente in linea su tutto,ti posso solo raccontare la mia esperienza ovvero che sin dalla prima volta che ho impugnato la matita da bambina per disegnare ,i miei disegni erano nettamente superiori di altri miei coetanei.
penso che abbiamo un’area del cervello piu’ sviluppata e incline a farci eccellere in alcuni campi rispetto ad altri.Poi con il tempo tutti possono migliorare,ma per quanto riguarda il talento nel disegno il discorso e’ molto piu’ articolato,in quanto oltre ad avere proprieta’ nella tecnica e nelle proporzioni,bisogna essere innovativi,creativi.Tanti sono bravi a copiare un disegno pari pari e riprodurlo fedelmente,ma il talento sta nell’innovare.Picasso se ben ci ricordiamo nn mi sembra facciesse dei disegni belli,eppure sapeva disegnare benissimo,ma la sua arte nn era quella.Ma ritornando come dici tu a noi comuni mortali,ci sono persone che se le fai disegnare per la primissima volta facendo riprodurre un oggetto e al primo colpo azzeccano lo schema prospettico e le giuste proporzioni,(non ti parlo di disegnare la margheritina nel prato,e giocare a chi la fa piu’ bellina) ma di di segnare una bottiglia su un tavolo con relativo sfondo e lo fa (ad occhio senza avere nessuna nozione di come si misura nel disegno) e metti un altra persona anche lui a far lo stesso disegno,con ovviamente lo stesso background e sbaglia tutte le proporzioni,allora forse li e’ il caso di valutare non chi ha talento,ma chi forse e’ piu’ portato.Diciamo la cosi’ detta marcia in piu’.
Isa
7 Ottobre 2013 @ 15:39
Ritornando al discorso della tua ex,se poi hai migliorato a disegnare e’ un altro discorso,la tecnica si puo’ imparare,le proporzioni pure,ma il talento innato nel disegno e’ un altra cosa. A disegnare si puo’ tranquillamente imparare come tutte le cose.Talento e’ nel disegno e’ ben altro.
Levon
13 Ottobre 2013 @ 12:23
Questo mi fa pensare a quante persone mi hanno imputato una predisposizione per le lingue (tant’è vero che in Inglese raggiungo risultati di cui vado fierissimo con pochissimo sforzo); eppure nessuno sa che sono stati i miei a farmi nascere questa preferenza, e che ho studiato fin da piccolo, e che sono sempre stato a contatto con la lingua inglese coi miei hobby di quando ero piccolo (o, più tardi, di quando tendevo a buttare gran parte delle mie giornate). Adesso il mio stile di vita è cambiato, però ho delle capacità che sono rimaste.
Questo comunque mi sembra abbastanza in linea con quello che penso io: talento o no, intelligenza o no, se una cosa non la inizi a fare non la saprai mai fare comunque. Io avrei l’orecchio assoluto, ma non ho mai imparato a suonare uno strumento (anche se forse dovrei provare a mettermici d’impegno, e un po’ sono invidioso di chi sa suonare la chitarra).
frank
22 Ottobre 2013 @ 20:33
bah…io non credo affatto che la semplice determinazione,impegno e costanza possano condurre a risultati di eccellenza, attenzione:non dico che non possano produrre risultati ma NON DI ECCELLENZA!!!! un talento innato se si hanno enormi aspirazioni DEVE necessariamente essere presente, non diciamo fandonie……il tuo ragionamento stefano vale solo fino a quando si desidera migliorare, e questo è sempre possibile,vero:passare da uno stato in cui quella cosa la sapevi fare poco o niente al farla meglio,ok!…. ma che questo “meglio” corrisponda ad “eccellenza”,solo in pochi casi si verifica, ovvero laddove è presente la discriminante “TALENTO”!!!!
La scienza della pratica: come impara il cervello? | Mindcheats
26 Marzo 2014 @ 13:00
[…] qualcosa per la prima volta, ti senti impacciato e fuori luogo; col tempo e la pratica (la pratica rende perfetti) migliorerai. Pensa alla prima volta che sei salito in bicicletta. A livello neuronale, la pratica […]
sara
8 Giugno 2014 @ 00:41
Ciao io penso che il talento in forma di predisposizione genetica esiste .. Per esempio mio padre sa calcolare a mente molto velocemente io fin da piccola ho sempre voluto essere come lui in questa dote e mi impegnavo ma non ci sono mai riuscita a essere cosi brava..poi scopro che mia nonna paterna riusce a calcolare con facilita come mio padre mentre mio nonno paterno per fare certi calcoli doveva usare la penna.. Cosi intuisco che papa a preso da mia nonna..per forza c e una predisposizione Genetica..lo fanno senza fatica qualcosa che io anche impegnandosi per anni non sono stata capace a fare..
Stefano
8 Giugno 2014 @ 12:39
Sara, probabilmente la parte brava in matematica della tua famiglia ha una parte del cervello particolarmente sviluppata, e questo è un tratto geneticamente trasmissibile. Non significa avere talento ma avere una predisposizione fisica per la logica. C’è una differenza tra le due perché quest’ultima ti rende fisicamente diversa (a livello neurologico) da una persona più (o meno) brava in matematica, mentre il talento ti avrebbe reso più brava in matematica rispetto a una persona esattamente uguale a te, o viceversa.
Mariano
9 Novembre 2014 @ 01:03
sono totalmente in disaccordo con Frank: il talento si quantifica in ore di studio. Anche i grandi che dall’articolo sembrano considerarsi eccezioni alla massa media è solo gente che si è dedicata anima e corpo a un campo, non solo imparando la tecnica ma anche nutrendo la mente e il pensiero originale (che a loro volta si possono migliorare come un muscolo). Nel mio caso personale ho fatto un conto: sono un discreto chitarrista, laureato e diplomato al conservatorio, e un buon didatta. Alla mia età, laddove io sono un buon professionista tra tanti, uno come Kurt Rosenwinkel già si avviava ad essere un chitarrista di fama internazionale. Avendolo conosciuto a un seminario e avendo avuto modo di parlare della sua formazione, facendo un rapido calcolo alla mia età aveva sul groppone più di 20000 ore di studio di musica in più tra chitarra, piano, armonia e attività concertistica. 20000 ore in più alla stessa età, ecco dov’è il fantomatico talento. deriva tutto da dedizione, passione e studio, e certo anche dal crescere un un ambiente che ti stimoli: io iniziai a suonare tardi a 16 anni quando c’è gente fortunata che inizia da piccola magari in una famiglia di musicisti e quindi a parità d’età possono avere 10 anni di studio intensivo sul groppone, ma questo non deve essere una scusa. Si parte e ci si dedica con passione e impegno vero al proprio campo, e i risultati arrivano. Il talento non esiste, è solo un mito creato da persone che vogliono giustificare la propria pigrizia oppure da quelli che vogliono vendere scuse alle persone e farle restare mediocri
FRANK
2 Gennaio 2015 @ 13:48
mmmh una visione troppo semplicistica e lontana dalla realtà la tua scusami….quindi tutti coloro che non sono dei geni (ovvero la stragrande maggioranza degli esseri umani), in realtà è solo per pigrizia e svogliatezza??!! non credo proprio…..l’impegno è condizione necessaria ma NON affatto sufficiente per raggiungere traguardi rilevanti…..ripeto ancora , non nego si possa migliorare ma questo non vuol dire che si giungerà cmq ad un livello molto alto…..rimarco: basta fare una semplice analisi della realtà che ci circonda….di fatto quante persone vedi davvero “in alto” in un determinato settore? io poche….non è possibile che abbiano semplicemente avuto “più voglia” di tutti gli altri….sarebbe troppo facile se dipendesse solo dall’impegno!!
Mariano
18 Ottobre 2015 @ 09:51
E’ proprio li il punto, l’impegno necessario a eccellere non è affatto facile, si quantifica in decine di migliaia di ore di studio e lavoro. Parliamo di dedicarsi a un campo anima e corpo 6-8 ore al giorno per 15-20 anni, OGNI GIORNO, e a seguire la vita intera: quanti effettivamente fanno questo sforzo? Io posso constatare nel mio campo che la maggior parte dei buoni professionisti, la massa insomma (me compreso è ovvio) si sforza un quinto, quando va bene un terzo di così. Che è comunque tanto, beninteso, sufficiente a essere competenti e capaci. Ma quelli veramente grandi che ho conosciuto, tutti, ci si ammazzano proprio sopra
Come sviluppare la creatività
13 Agosto 2014 @ 16:26
[…] a indovinare: pensi che la creatività sia un dono naturale (anche se non esiste_kmq.push(["trackClickOnOutboundLink","link_53eb7588937a9","Article link clicked",{"Title":"non […]
gina
17 Agosto 2014 @ 12:32
In effetti i disegni fanno ben schifo ahahah
NicolaZ
3 Ottobre 2014 @ 00:04
Io penso al talento come una grandezza.
L’unità di misura è il tempo utilizzato per fare qualcosa.
Una persona è più talentuosa di un’altra se fa la stessa cosa in minor tempo.
OK. Il talento è solo per i campioni.
Per noi comuni mortali?
Capisco che applicarsi più di altri in un argomento perché più interessante “ti possa portare in vantaggio”, ma al di la dell’impegno….si presentano sempre le predisposizioni.
Capisco anche che la passione ti porti a risultati nemmeno immaginabili….ma un dato oggettivo c’è sempre.
Il tempo. La predisposizione a fare qualcosa meglio di qualcun’altro.
Stefano
4 Ottobre 2014 @ 00:13
La predisposizione di sicuro aiuta, eppure una persona allenata nella corsa non ha nulla da invidiare rispetto a qualcuno magari fisicamente predisposto per la corsa, ma che non fa mai movimento.
Come diventare intelligenti... Facendo lo stupido
17 Giugno 2015 @ 13:01
[…] naturalmente predisposti a imparare qualcosa piuttosto che un’altra: la genetica non conta, tutti possono apprendere qualsiasi cosa. Se pensi di avere delle predisposizioni genetiche, è perché finora ti sei orientato solo a un […]
Alessandro V.
29 Febbraio 2016 @ 17:23
Ciao, ho letto il tuo articolo, ed in parte condivido molte delle cose da te dette, tuttavia sotto alcuni aspetti mi sento di dover approfondire.
Posso portarti qui le mie esperienze, con precisione 3 esperienze .
1) da qualche giorno sto giocando ad un videogioco, diverse ore al giorno, questo gioco è giocabile solo online quindi c’è veramente tanta competitività.
Dopo due settimane mi sono reso conto che posso anche continuare a giocare all’infinito ma non arriverò mai tra i primi 1000 giocatori al mondo, come ne ne sono reso conto? Perchè commetto sempre gli stessi errori e perdo con gente che all’apparenza gioca meno di me (anche se a volte vinco con chi gioca più di me). Proprio due giorni fa ho giocato contro mio fratello, lui ha un decimo delle mie partite quindi molta meno esperienza, tuttavia ho vinto solamente 10/7, ho vinto solamente perchè ho piu esperienza del gioco che conosco meglio, ma mentre giocavo mi rendevo conto che lui era più solido, pur giocando molto meno di me gli viene più naturale sbagliare meno, alla lunga ha pagato solamente la sua inesperienza, se avesse giocato e praticato anche solo la metà di me, avrei perso io 10 a 7.
2) Mesi fa sono andato a casa di un amico, il quale mi ha invitato a giocare a Fifa su ps4, l’ultimo gioco di calcio al quale avevo giocato era PES 2011, ed a fifa non avevo mai giocato, ci tengo a precisare che a PES 2011 giocavo spesso contro questo mio amico vincendo quasi sempre.
Fatto sta che alla fine vengo coinvolto e giochiamo, beh ho vinto 2-0 non avendo mai giocato a Fifa, mentre lui sono anni che ci gioca…. mentre io ridevo lui era senza parole ed era convinto che io in realtà ci giocassi nel tempo libero, non voleva credere che l’ultima volta in cui avevo giocato ad un videogioco di pallone erano passati 5 anni.. addirittura un altro gioco poi.
Pur avendo un infinita esperienza maggiore della mia, ha perso la partita per 2-0, ma non è quello il punto, probabilmente se avessimo fatto altre 10 partite le avrebbe vinte tutte lui, il punto è che secondo lui, vedendomi giocare, io avevo un esperienza paragonabile alla sua o anche maggiore… invece potessi morire, giuro che non sapevo nulla… mi sono dovuto anche far dire i pulsanti…
3)In vita mia non ho mai conosciuto nessuno veloce come me a scrivere sulla tastiera… conosco decine di programmatori che scrivono codice tutto il giorno, benchè siano molto veloci… io li brucio sul tempo e sulla precisione, e no, non sono un programmatore, scrivo probabilmente a tastiera un ventesimo del loro tempo… la mia esperienza da tastiera è relativa a forum, chat e videogiochi…
Quali sono le cause di questo? Secondo me quando si compete in un contesto dove subentrano delle qualità fisiche, coordinatorie e/o riflessi ci si può allenare quanti ci si vuole, ma se il mio cervello impega 3 millesimi di secondo a notare quel dettaglio, ed il tuo 6, io arriverò sempre prima di te a parità di allenamento….
Io ho sempre amato disegnare, ricordo da bambino stavo sempre nei momenti di buco con la matita in mano, eppure i miei disegno hanno sempre fatto schifo, perchè il mio cervello evidentemente è maldestro nella coordinazione occhio mano, pur tuttavia avendo una velocità innata di esecuzione nelle dita delle mani, ma se devo disegnare un cerchio fatto bene non ci riuscirò mai…
Il talento (visto come velocità di apprendimento in una determinata area rispetto ad un altra persona) a mio avviso esiste, tu hai ragione nel dire che si può diventare bravi in qualunque cosa se ci si impegna in qualcosa seriamente… il problema è che nella società in cui viviamo, se si vuole emergere seriamente tocca vincere la concorrenza, la concorrenza purtroppo è spesso composta da gente talentuosa che si allena come noi… ed è difficile raggiungerli!
Corrado
4 Agosto 2016 @ 13:54
Yes il talento esiste….
Io faccio l’istruttore di tennis e…..il talento esiste…..non aggiungo altro…..
Potreste scrivere un mattone da 1000 pagine per dire il contrario, ma ai miei occhi sembrerebbe sempre e comunque un voler addolcire la pillola….
Il talento esiste, almeno finchè non saranno capaci di crearlo in modo artificioso, stimolando determinate aree del nostro sconosciuto ed inesplorato cervello….ma finora è così! Amen!
Detto ciò con la forza di volontà si può fare tanto, tantissimo, ma questa è un’altra storia!
Stefano
4 Agosto 2016 @ 22:55
Sono stato istruttore di tennis anch’io, e grazie al cielo che non sia stata una persona come te ad allenarmi. Sono sicuro che con questo atteggiamento mentale tu stia dando un’equa opportunità a tutti i tuoi allievi.
Anonimo
29 Dicembre 2016 @ 11:07
Quante cazzate hai detto in questo articolo…Solo su una cosa hai ragione,quando dici che chiunque può diventare “bravino” in qualche cosa
Anonimo
29 Dicembre 2016 @ 11:11
Quante cazzate hai detto in questo articolo…Solo su una cosa hai ragione,quando dici che chiunque può diventare “bravino” in qualsiasi cosa se si allena tanto.
Il talento esiste,non postare disegni di persone che ne sono sprovviste.Cerca su Google i disegni di :Kim Jung Gi è dimmi se qualsiasi persona con tanto allenamento possa arrivare a quei livelli 😉
Marco
22 Ottobre 2016 @ 10:45
Condivido. Ho portato amici principianti a giocare a tennis e non si potevano vedere, ma ce n’era uno che gia dalla prima volta era impressionante. Non aveva mai impugnato una racchetta prima
Marco
14 Ottobre 2016 @ 14:39
Perché sono tutti fissati con questi studi accademici per l’arte? Ok fare alcuni corsi e imparare delle tecniche è utile, magari nella danza per forza così come utile anche nella recitazione, danza poi dipende la classica è più limitata perché sono quelle le mosse da imparare poi le puoi creare come vuoi altri generi già sono più creativi. poi però l’arte è qualcosa di libero di creativo non si può basare solo su tecniche e puoi piacere come non piacere, si tratta di gusti e di psiche. Molti del conservatorio si basano sul diventare un bravo musicista a me da fastidio questa cosa del bravo e meno bravo in tutti i campi artistici, non si tratta di bravo ma di piacere o non piacere perché chiunque che fa arte è libero di creare. Poi se ci si basa su caratteristiche quali la velocità, nel disegno magari sul realismo allora ok, ma esiste anche la pittura astratta, nel realismo ok c’è la difficoltà la ci vuole un talento ma per quel tipo di cose, a me un chitarrista molto veloce potrebbe anche non piacermi che fa tutte quelle cose rapide per dire. Le persone devono sempre fare questi confronti ma nello sport lo si fa che è competizione. Questo non significa che chiunque possa fare materie artistiche, la tecnica da imparare comunque c’è, si capisce subito se uno a cantare proprio stona ma una volta che ha imparato l’intonazione può creare un suo metodo di cantare. Al conservatorio forse è vero che non si può diventare musicista ad una determinata età ma questo perché al conservatorio ci va chi vuole imparare i pezzi antichi, la sono tanti da imparare e poi è riduttivo perché non c’è creatività ma rifai i pezzi di Beethoven e altri della musica
Maddalena
14 Ottobre 2016 @ 15:36
Marco la tecnica si impara lavorando duro. Poi la puoi anche mettere da parte e vai per astratto. Ma se un artista dipinge astratto, perchè non sa disegnare…allora è solo un dilettante. La pittura astratta è una scelta consapevole, non una scelta dovuta al fatto che non si sappia fare il realistico. La danza si studia. Tutto si studia. Puoi non andare nelle accademie, l’importante è imparare come fare quel che si vuol fare e lavorare molto. Non basta tenere un pennello in mano o muovere i piedi per ballare. Io il tuo messaggio l’ho letto e capito. Ma, con tutto il rispetto, ad esempio ti sarebbe utile fare un ripasso di grammatica e sintassi. Scrivi malissimo. Anche quello si studia e non è inutile. Serve per comunicare meglio.
Marco
27 Novembre 2016 @ 19:35
Scrivo male perché scrivo con un cellulare. Normale ho detto determinate cose sono da capire ma nell’arte in particolare è importante la creatività. Beh ma l’astratto in se ha realmente bisogno del disrgno reale? No! Bisogna però capire di più cosa si vuole rappresentare. Per dire come alre cose. Lo so che poi ci sono autodidatti, dipende che campo però.
Marco
27 Novembre 2016 @ 19:41
Comunque io per libertà intendo una volta appreso ciò che c’è da apprendere, poi non tutti studiano tanto guarda certi tipi che vanno di moda oggi escono proprio da un conservatorio si come no. Comunque sicuramente studiare aiuta anche a creare ma dico che se poi uno non piace non bisogna riempirlo di cazzate come non hai talento. Poi ci sono molte voci che fanno dei bei acuti nelle canzoni romantiche e che ho capito sono quelle che piacciono di più che però non fanno successo e non si tratta di talento ma che ce ne sono tanti che vogliono cantare, c’è purtroppo competizione e anche chi paga alla fine piaci o non piaci. Poi nel rock ad esempio la voce è più roca perciò in realtà per cantare devi capire prima che genere vuoi fare, se sei rauco non potrai fare il romantico ma puoifare altri generi che però logicamente te li devi sentire dentro questo voglio dire a.
Marco
22 Ottobre 2016 @ 10:38
Ragazzi ma di cosa stiamo parlando? Maradona non si allenava! Chi ha scritto questo articolo si e basato su esperienze personali/impressioni. Io anche ho vinto partite di tennis da principiante contro gente che praticava da tempo. Il talento esiste ed è un dono di Dio o chi per lui. Ciao a tutti
pablo
16 Dicembre 2016 @ 03:16
Molto interessante, come mai nessuna ha parlato dell’autostima? Il talento esiste è inutile negarlo. Esistono secondo me diversi fattori che influenzano la riuscita in una disciplina specifica.
1) sei un predestinato (in poche parole la vita ti da un talento cosi grande che è praticamente impossibile rimanere nell’anonimato)
2) L’autostima:parlando di persone normali( o comuni mortali come li volete chiamare, ) non esiste possibilità di riuscita in nessuna disciplina di alcun tipo se essa è bassa fin dai primi anni di vita(causa ambiente di crescita deleterio in gran parte), in caso contrario la persona in questione avrà la necessaria fiducia per esprimere la parte piu talentuosa e autentica di se stessa che la porterà a fare belle figure (almeno nella maggior parte delle discipline in cui si “butterà”)
3)Trovare un buon maestro di vita.
4) Costanza e allenamento sufficienti per far emergere le proprie capacità.
In linea di massima credo che una buona autostima data dall’ambiente nei primissimi anni di vita sia fondamentale per la scoperta dei propri talenti e capacità o per il cimentarsi in nuove esperienze anche quando si è più grandi.
Sofia Giaccone
4 Novembre 2020 @ 11:17
Volevo crederci, poi ho aperto il link dei disegni della ragazza che tu definisci “bellissimi”….fanno pena. Non prenderebbero la sufficienza in una seconda liceo artistico. Non solo l’arte è fortemente basata sul talento, ma, così pare, anche l’occhio per l’arte….