Come ottimizzare il tempo grazie al principio di Pareto
Il tempo, purtroppo, non è certo qualcosa che abbonda nella frenetica vita moderna. Trovare lo spazio per la propria crescita personale immersi nel lavoro e nello stress quotidiano è talvolta un’impresa che appare impossibile, e in questa situazione le varie tecniche che si leggono nei blog risultano totalmente inutili. Non perché siano sbagliate, ma semplicemente perché non si trova il tempo materiale per metterle in pratica.
Il principio
Ed è qui che entra in gioco il Principio di Pareto che ho nominato nel titolo, che vi permetterà di ottimizzare al massimo i momenti liberi che hai a disposizione e che vuoi dedicare a te stesso. Esso dice: “Il 20 per cento di un qualsiasi insieme occupa sempre l’80 per cento dello spazio o del tempo a sua disposizione”. In questa forma è abbastanza incomprensibile se non ne avete mai sentito parlare, quindi direi di trovare una definizione un po’ più immediata:
“L’80% del risultato si ottiene nel 20% del tempo (o con il 20% dello sforzo)”
Ecco, così va già molto meglio, e sono sicuro che stai iniziando ad intuire come questa regola possa tornarti utile. Se hai una lunghissima sfilza di progetti da portare avanti, dedicarti ad uno solo alla volta finché non è assolutamente perfetto ti porterà via più tempo di quanto tu possa ottenerne. Se invece tralasci i dettagli, e concentri i tuoi sforzi su di un fronte più ampio, otterrai risultati migliori in meno tempo. Man mano che ti dedichi alle piccole cose, rischi di tralasciare la più importante visione globale.
Questo può sembrare, in effetti, un controsenso bello e buono: i motivatori ti dicono sempre di portare sempre a termine quello che inizi, di non lasciare nulla in sospeso. E invece io sono qui a dirti il contrario, che è controproducente soffermarsi sui piccoli dettagli quando il tempo che hai a disposizione è limitato. Quindi chi ha ragione? Tutti e due, dipende dalla tua interpretazione e dal punto di vista.
Non perdere tempo con i dettagli non significa affatto abbandonare tutti i tuoi progetti, e te lo spiego con un esempio. Mettiamo che vuoi scrivere un bel libro: dopo la prima stesura, arriva inevitabile la fase di correzione e modifica di tutte quelle parti che non sono venute bene. Questo processo può durare addirittura degli anni, soprattutto se scrivi solo per diletto. E continui a rileggere il tuo manoscritto inedito facendo correzioni minuscole di volta in volta, senza renderti conto che in quello stesso tempo avresti potuto completare un secondo libro. Quindi è molto meglio scrivere due libri comunque di ottima qualità, piuttosto che fossilizzarsi su uno solamente per un tempo indefinito. Come hai potuto notare, questo non significa affatto che devi abbandonare il tuo primo libro non ultimato: semplicemente non ricercare la perfezione in ogni cosa, perché è una perdita di tempo più grande di quanto possa immaginare.
Personalmente applico questo principio da anni quando si tratta di cultura: non sono un grandissimo esperto in nessun campo, ma posso dire con buona certezza di avere una cultura generale che spazia nei più svariati ambiti. Anche qui, il ragionamento è lo stesso: se volessi sapere tutto lo scibile di un determinato argomento (come ad esempio la crescita personale) dovrei ignorare moltissimi altri campi, riguardo ai quali resterei per sempre all’oscuro. Così invece ho una cultura abbastanza solida nel campo della crescita personale, e mi avanza sempre del tempo per imparare e scoprire cose nuove.
La bellezza del principio di Pareto è che può essere applicato sostanzialmente a tutti i campi della vita umana. Vuoi vedere? Allora dai un’occhiata a questo video, che mostra un disegnatore all’opera con un ritratto. Dopo poco più di un minuto il disegno sembra già pronto: il viso e il corpo ci sono, i dettagli abbondano ed anche le ombre sono già state disegnate. Eppure è passato solo un minuto su un totale di sei minuti e mezzo: tutto il resto del tempo è dedicato a perfezionare i dettagli, sempre più piccoli e impercettibili. Questo è l’esempio più chiaro che posso fare per farti vedere il principio di Pareto all’opera.
Tuttavia non devi nemmeno andare all’estremo opposto, o cadresti nell’errore di restare sempre nella mediocrità. L’equilibrio giusto lo si deve trovare con uno sguardo distaccato e critico del proprio lavoro, rendendosi conto quando è il momento di smettere e di concentrarsi invece su dell’altro. Questo non è affatto un procedimento banale, e il mio consiglio è quello di trovare un’altra persona con la quale confrontarti ogni volta che hai un dubbio in proposito.
Conclusione
Quando il tempo non basta mai, l’unica conclusione logica è quella che bisogna razionalizzare le proprie attività per fare il più possibile nel poco tempo a disposizione. Il principio di Pareto ci viene in aiuto per capire che variare e provare sempre cose nuove è il modo migliore per massimizzare la produttività e il tempo che possiamo dedicare a noi stessi, e ci dice che intestardirsi troppo su qualsiasi cosa non è la scelta più adatta. Il consiglio finale che mi sento di dare a tutti i lettori è quello di trovare un giusto punto di equilibrio fra la qualità ed il tempo speso per ottenerla: la via di mezzo è sempre la scelta più efficace. E se vuoi raggiungere i tuoi obiettivi, sono sicuro che ti interesserà anche sapere che spezzettarli li rende più semplici. 😉
Marco
5 Agosto 2011 @ 16:05
Ciao,vorrei sapere se hai fatto ricerche su come provocare un aumento delle endorfine e della serotonina nell’organismo.Tempo fa avevo un elettrostimolatore a orologio da polso,che sembrava funzionasse.Dopo che si e’ rotto,mi sono reso conto,che l’azienda,fra l’altro italiana,e’ scomparsa.
Mindcheats
5 Agosto 2011 @ 16:24
Ciao Marco, per quanto cerchi di non dare consigli di tipo medico su questo blog, proverò a rispondere alla tua domanda nel migliore dei modi.
Anzitutto, l’idea di rilasciare endorfine e seratonine nell’organismo con una scarica elettrica al polso mi pare molto bizzarra: non so a che livello fossero le scariche, ma se da una parte è vero che il dolore fisico provoca il rilascio di endorfine, esse vengono tutte utilizzate per ridurre lo stimolo doloroso. Inoltre, il livello di seratonine non registra aumenti degni di nota. Per questo ti invito a diffidare di tutti quei sistemi che a pochi soldi di promettono di stimolare queste due sostanze in maniera meccanica. Spesso sono creati da aziende senza scrupoli che vendono prodotti dannosi per la salute.
Un metodo sano per portare l’endorfina a livelli alti è correre per un tempo prolungato, almeno 40 minuti.
Giuseppe
14 Novembre 2011 @ 12:57
Ciao ! Voglio esporti la mia esperienza per capire come applicare questo principio .
Io sono un programmatore web , e c’ho un dilemma tra lo scrivere codice e codice tutto da me , oppure utilizzare dei framework , ovvero delle basi da cui partire (levandosi un bel pò di lavoro) .
In questo caso l’80/20 , vorrà dire che se l’80 % dei miei risultati come programmatore derivano dal 20% degli sforzi , sarà meglio se uso un framework che spendere tempo e tempo alla creazione di codice personale ? Aspetta la tua risposta 🙂 Ciao , Giuseppe
Mindcheats
14 Novembre 2011 @ 13:54
Dipende, devi farti prima 2 domande:
1 – L’80% è per te sufficiente o ti serve raggiungere la perfezione?
2 – Useresti il tempo che risparmi in altre attività che ti porterebbero maggiori vantaggi?
Se hai poco tempo, allora il principio di Pareto può tornarti utile per sfruttarlo al massimo. Il quesito non si pone nemmeno se di tempo ne hai quanto ne vuoi: in quel caso scegli l’opzione che ti permetta di raggiungere meglio il tuo obiettivo.
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[…] mondo: il senso di appartenenza.Come è stato infatti teorizzato da Maslow (da non confondere con Pareto) nel 1954, secondo un modello che viene ampiamente utilizzato ancora oggi, quando una persona ha […]
Paolo
31 Agosto 2012 @ 11:31
vedi qui –> http://onsoftware.softonic.it/organizzare-tempo-con-pc
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beatrice
16 Settembre 2013 @ 18:37
come sei bravo a scrivere.. ma scrivi troppo, se uno dovesse leggere tutto quello che scrivi perderebbe tutto il tempo che dovrebbe impiegare per vivere bene a capire come farlo leggendo i tuoi articoli! è un po’ un controsenso no, hai pure detto che quello che scrivi è interessante..ma è lunghissimo e ripetitivo!!!
Paola
26 Settembre 2013 @ 19:50
SSSi, fantastico articolo e utilissimi suggerimenti, ma…. io non riesco a fare mille cose senza farmi venire l’ansia! Sono una studentessa, passo la maggior parte dei miei pomeriggi sui libri, trascorro 5-6 ore seduta in classe, faccio molte altre attività e mi piace essere così impegnata e non aver mai un attimo di tregua… ma dopo un po’ mi sento esaurita. Sapendo che ho troppi argomenti da studiare, troppi impegni irrimandabili extrascolastici e che mi servono almeno due ore di pausa tra la scuola e la sessione di studio pomeridiana, il mio cervello va in tilt. Pratico già la tecnica della respirazione per rilassarmi, ma comunque non basta.
Leggere un articolo così mi fa pensare al mio corpo come a una macchina che deve necessariamente produrre, nel tempo più breve possibile.
Tutto il tuo blog (interessantissimo, non lo nego) mi fa pensare a te come a una persona che necessita di ottimizzare ogni istante della sua vita, come se ci fosse un’interminabile tabella di marcia da rispettare a ogni costo. E’ così? Come fai a “produrre” incessantemente? Non ci sono quei momenti in cui senti il cervello andarti in fumo e di parcheggi sul divano, incapace di intendere e di volere? 🙂
Stefano
27 Settembre 2013 @ 08:06
Ma quali mille cose? Io ne faccio 2 e sono sufficienti per una vita piena. Ottimizzare il tempo non significa uccidersi di lavoro, ma ottenere più risultati faticando la metà 😉
Paola
29 Settembre 2013 @ 20:26
In realtà lavorare, amministrare Mindcheats e fare sport sono già 3… 😛
Stefano
30 Settembre 2013 @ 08:10
Il mio lavoro è Mindcheats. 😉
Anonimo
27 Luglio 2014 @ 04:42
Ciao Stefano…volevo sottolineare che quello che scrivi è molto interessante,le tue risposte sono Magnetiche,vorrei chiederti…può una persona superare le paure riguardo le sue consapevolezze artistiche?e in che modo?grazie.
Stefano
28 Luglio 2014 @ 18:35
Ciao! Cosa intendi per “consapevolezze artistiche”?
Giovanni Garavello
21 Settembre 2016 @ 12:09
Mi è piaciuto l’articolo. Grazie