La singola ragione per la quale un datore ti assume

Esperienza? No. Titoli di studio? No. Questo è il parametro più importante che un datore usa per decidere chi assumere. E non è quello che pensi.

[vc_row][vc_column width=”1/1″][vc_column_text]Quando il datore deve decidere quale candidato scegliere per il lavoro, che parametri utilizza? Chiedilo a diversi datori, e avrai risposte come:

  • La professionalità.
  • L’esperienza.
  • I titoli di studio.
  • L’attitudine.

E altre. Negli ultimi anni, la ragione che va per la maggiore è l’esperienza: il candidato con la maggiore esperienza rilevante, vince. Se tu ne hai poca, potresti pensare di essere spacciato.

Ma c’è una speranza.

Perché il parametro decisivo, in realtà, è un altro. Certo avere esperienza e una buona laurea aiuta, ma non è indispensabile. Anche se non sei il candidato migliore, puoi prenderti tu il lavoro se sfrutti questa debolezza inconscia del datore.

Perché tutti, quando assumono, cercano una cosa nel candidato: la sicurezza.

Non l’esperienza, i titoli di studio o l’attitudine. Prima viene la sicurezza, poi tutto il resto.

Il datore assume il candidato che ritiene più sicuro.

Cosa significa sicurezza? Significa che non dai origine a dubbi sulla tua integrità, professionalità o dedizione; il datore è convinto che tu sia la persone giusta e con le competenze perfette. Al contrario dell’esperienza, non ti servono anni per sviluppare la sicurezza: basta seguire alcuni semplici principi mentre scrivi il curriculum e quando fai il colloquio di lavoro.

Pensa di comprare un’auto. Visto che è un acquisto importante, hai paura di sbagliare: controlli tutti i modelli, le caratteristiche, chiedi in giro, fai prove di guida. Alla fine non compri quella con il motore più potente, o gli interni più belli. Compri quella che in generale minimizza il rischio di farti pentire dell’acquisto. E vai dal concessionario affidabile che, anche se costa di più, ha un rischio inferiore rispetto all’asta su Ebay.

Il datore ha le stesse paure, anzi di più perché ha informazioni incomplete. Quando acquisti un’auto hai tutti i dati sotto mano: è lì, prodotta in serie, puoi leggere le recensioni. Ma l’assunzione si porta con se un certo livello di rischio, perché il datore non può sapere tutto dei candidati. Magari rubano dal registro di cassa, o si fingono malati, o non hanno la stoffa per fare questo lavoro. Le incognite sono tante.

Se non puoi puntare sull’esperienza stratosferica, ridurre il rischio è la strategia migliore per trovare un lavoro per il quale non hai i requisiti. È una tecnica potente perché, al contrario delle esperienze lavorative e studi, questa va a colpire l’inconscio. Il datore è attratto, senza sapere perché. È la “sensazione” che qualcuno sia perfetto per il ruolo.

Ecco alcune strategie per ridurre il tuo profilo di rischio e convincere l’inconscio del datore ad assumere te, anche se non sei il candidato migliore.

1 – Sii coerente

Un allarme rosso scatta nella testa del datore ogni volta che nota un’incongruenza in quello che dici.

Questo è ovvio quando menti sulle tue esperienze: non farlo. Hai più da perderci che da guadagnarci e non arriveresti molto lontano. Ma anche quando sei onesto, i dubbi si ingigantiscono e diventano paure. Basta poco. Cose come:

  • Un’esperienza di lavoro poco chiara.
  • Una serie di lavori brevi.
  • Due lavori che si sovrappongono.
  • Differenze fra curriculum e colloquio.

Il primo passo è memorizzare il curriculum prima del colloquio: usa le stesse parole e sii coerente. Se fai diversi colloqui con più reclutatori nella stessa azienda, usa la stessa risposta per ognuno: quando i datori si confrontano per valutare il tuo profilo, le loro note dovrebbero parlare della stessa persona. Un errore qui e sei fuori.

È facile notare un errore nella coerenza fatto sul curriculum: è fra le prime domande del datore. Se a ogni colloquio il datore ti chiede sempre le stesse cose, significa che non sei stato abbastanza chiaro. Includi la risposta in uno dei due per aumentare le possibilità di essere richiamato.

Dai un’immagine coerente di te: non puoi scrivere un curriculum formale, per poi presentarti al colloquio come una persona amichevole: usa la tua voce sempre, non mettere maschere per compiacere il datore. Crea il tuo stile. Per questo non dovresti usare l’Europass: oltre a tutti i suoi difetti oggettivi, distrugge la coerenza che dovresti avere fra curriculum e colloquio.

Durante la mia ricerca, quando mi sono finto un disoccupato in cerca di lavoro per testare sul campo le mie tecniche, a volte ho incluso nel curriculum il mio attuale lavoro per vedere la reazione del datore. Ogni volta, la prima domanda del colloquio è stata sul perché volessi cambiare lavoro: era un forte punto di incoerenza che, nonostante la mia risposta, mi ha fatto perdere almeno un’offerta.

Anche se il mio lavoro faceva schizzare in alto le mie qualifiche, distruggeva la coerenza e abbassava la sicurezza che offrivo: perché vuole cambiare lavoro anche se quello nuovo è peggiore? Cos’è che nasconde? Non è che se ne va appena trova qualcosa di meglio?

La coerenza è indispensabile per essere assunto. Anche se non sei il candidato migliore, verrai assunto se il tuo profilo è più coerente degli altri.

2 – Ripeti le parole del datore

Immagina di essere in un negozio di scarpe: vuoi comprare delle scarpe da tennis, la tua superficie di gioco preferita è la terra rossa.

Vedi due modelli, apparentemente identici: stesso prezzo, stessa forma, stesse caratteristiche. Ma nel foglio informativo c’è una differenza:

  • La prima è una scarpa da tennis.
  • La seconda è una scarpa da tennis specifica per la terra rossa.

Prenderesti la seconda, perché è più specifica per quello che vuoi tu. Più la descrizione è generica, più cresce la paura che l’acquisto non sia adatto a te.

Quando un datore deve assumere, il suo sogno è trovare un dipendente che calzi a pennello con quello che gli serve. Competenze anche solo leggermente diverse fanno crescere una paura: non è che questo tizio non fa per me?

Fugare il dubbio è semplice, basta usare le stesse parole del datore. Riprendile dal bando di lavoro e usa la stessa dicitura per descrivere le competenze che possiedi. Non riformularle, lasciale intatte. Il datore penserà inconsciamente che ha trovato qualcuno con le competenze ideali per il lavoro: offri una sicurezza maggiore.

Durante il colloquio, ci sono tante tecniche di psicologia e PNL che puoi usare. Ma non provarne nessuna: sei troppo teso. Fai solo questo: mimare il datore. La sua postura e, soprattutto, le sue parole. Creerai una connessione inconscia, il datore penserà che siete simili e si fiderà di più.

3 – Non parlare più del necessario

Una regola base del processo d’assunzione: tutto quello che dirai potrà essere usato contro di te. Ogni frase aumenta il rischio di creare dal nulla rischi inutili. Ho sentito di persone non assunte per motivi come:

  • Mantenere un blog non ti fa concentrare abbastanza sul lavoro.
  • Fare sport a livello agonistico ti stanca troppo.
  • Fare alpinismo è pericoloso, rischi di farti male.
  • Prendi i fermenti lattici quindi non hai un buon fisico, e potresti ammalarti spesso.

Se un datore non ti assume per questo motivo, non lo dirà direttamente. Ma lo puoi intuire dal colloquio.

Da qui nasce un’altra regola base del processo d’assunzione: se non aiuta il datore a capire che sei il miglior candidato per quella posizione, non dirlo. Ogni informazione porta con sé la possibilità che il datore ci trovi dentro qualcosa che aumenta il profilo di rischio. Quindi non parlare dei tuoi hobby, dei tuoi viaggi, delle tue passioni: limitati al minimo indispensabile per dimostrare le tue capacità. Le chiacchierate lasciale per gli amici al bar.

A volte i datori, durante il colloquio, cercano apposta di alzare il livello di rischio chiedendoti: “qual è il tuo più grande difetto?”

Due risposte da non dare:

  • Nessuno.
  • Dire veramente un tuo difetto.

Entrambe aumentano il livello di rischio: la prima perché tutti hanno difetti, e significa che stai nascondendo qualcosa. La seconda perché qualsiasi difetto aumenta il rischio. Come rispondere?

Non improvvisando: prima di un colloquio preparati la risposta a memoria. Menziona un piccolo difetto, poi trasformalo in un pregio e dì come l’hai usato in un lavoro precedente. Esempio:

“Sono molto pignolo, non mi piacciono le cose lasciate a metà o fatte male. Per questo ci tengo a fare sempre le cose il meglio possibile. Ad esempio circa 6 mesi fa, nel mio lavoro da contabile, mi sono fermato mezz’ora in più in ufficio per correggere un errore.”

Nota che non ho detto un difetto: in realtà ho parlato di un mio punto di forza, ma il datore sarà contento perché gli ho detto quello che voleva sentire.

Quindi, lo schema per rispondere a questa domanda è:

  1. Menziona un difetto.
  2. Trasformalo in pregio.
  3. Fai un esempio reale di come l’hai usato.

Usa un difetto reale, non inventato: ricorda la coerenza.

4 – Sii specifico e concreto

Questo è un errore che vedo spesso nei curriculum: sono generici.

Per il mio lavoro di consulenza, ho letto decine di curriculum. Quasi tutti sono uguali con frasi del tipo:

  • Sono motivato con esperienza nel settore vendite.
  • Ho gestito gare d’appalto per la provincia.
  • Formazione dello staffo contabile e inserimento nella realtà aziendale.

Quindi chiedo ai miei clienti di parlare più in dettaglio della loro esperienza, e di fare esempi concreti se possibile. Dopo qualche email, venivano fuori cose interessanti:

  • Ho 10 anni di esperienza nella vendita di contratti LTE per aziende, ho procurato clienti da 3 milioni di euro con guadagno netto di 100.000 euro l’anno per l’azienda.
  • Ho gestito gare d’appalto su scala nazionale, supervisionando il progetto dall’inizio alla fine. Con le mie innovazioni, ho ridotto i costi del 10% e aumentato il fatturato del 15%.
  • Ho creato un sistema contabile snello ed efficace che, grazie al minor bisogno di personale, ha permesso all’azienda di risparmiare 4.000 euro al mese.

Perché non l’hai detto subito?

Molti candidati, con la convinzione di dover essere formali, usano un linguaggio generico e neutrale. Grave errore: la formalità lasciala per quando incontri il papa, qui vai sul concreto.

Stare sul generico aumenta il tuo profilo di rischio perché il datore è confuso sulle tue capacità: non sa bene quello che sai fare, se sei bravo o no. Quindi assumerti è un rischio, perché potresti rivelarti inesperto o incapace di fare il lavoro.

Guarda le frasi sopra: quali candidati vorresti assumere e perché? Il datore non è diverso: cerca conferme precise e inattaccabili della tua esperienza. Più sei specifico, meglio è. Non essere elegante o formale, quello non è interessa a nessuno. Prendi in mano il tuo curriculum e chiediti: come posso renderlo più specifico? Usa numeri quando possibile. Vantati dei tuoi risultati, questo è un concorso di bellezza.

I gravi errori che ti faranno rimanere disoccupato

Quindi, queste sono le mie strategie per trovare lavoro efficacemente. Applica questi consigli, e avrai più lavoro di quanto sei in grado di fare.

Questo conclude la mia serie di modelli e articoli gratuiti su come trovare lavoro: spero ti siano piaciuti! 🙂

Ora hai capito che per trovare lavoro serve una strategia. Se non fai altro che scrivere un curriculum senza impegno e lo mandi a raffica a qualsiasi datore, non troverai mai un buon lavoro. Il tuo CV andrà dritto nel cestino. Adesso invece sai come creare e inviare un curriculum che venga letto e apprezzato, e come sostenere un colloquio di lavoro efficacemente.

Ma se hai già mandato dei curriculum in vita tua, sai che non sono solo questi i problemi che devi affrontare. Ci sono questioni irrisolte, tipo:

  • Cosa faccio se ho poca esperienza?
  • Come trovo datori interessati a quello che faccio?
  • Se ho più di 40 anni come trovo un buon lavoro?

E molte altre.

Trovare lavoro è un processo che parte ben prima della creazione di un curriculum. E se sei come me, non ti interessa solo un lavoro: sogni una carriera stabile. A meno che tu non voglia sopravvivere con lavoretti sottopagati per i prossimi 10 anni, devi porre oggi le basi della tua carriera per avere successo domani.

Ed è quello di cui parlo nel mio nuovo programma Obiettivo Lavoro, che pubblicherò questo mercoledì. Ti guiderò in ogni fase della ricerca del lavoro:

  • La preparazione preliminare e lo sviluppo di abilità apprezzate dal datore.
  • La stesura di un curriculum ipnotico.
  • Le strategie più efficaci per sostenere un colloquio di lavoro.
  • Come ottenere una promozione velocemente, anche se è contro le politiche aziendali.

Eccetera eccetera. Ecco un estratto della recensione di Andrea, autore di Efficacemente.com, che ha letto il corso in anteprima:

“Le ultime statistiche dell’ISTAT parlano di una disoccupazione giovanile che sfiora il 40%: non può essere certo una guida a risolvere il dramma occupazionale italiano, ma se vuoi far parte dell’altro 60%, di quelli che un lavoro ce l’hanno, non puoi lasciare nulla al caso. Nel corso di Stefano ho trovato decine di strategie pratiche per affrontare la ricerca del lavoro in modo sistematico, puntuale ed efficace. Come ex-candidato ho apprezzato l’immediatezza dei consigli dati.”

Andrea – Efficacemente.com

Ti farò leggere la sua recensione completa mercoledì, quando presenterò il corso e aprirò le registrazioni.

Per il momento grazie per avermi seguito fino a questo punto: se hai delle domande puoi mandarmi un’email a info@mindcheats.net, e ci vediamo mercoledì. :)[/vc_column_text][/vc_column][/vc_row]